[È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del Bianconiglio. – Morpheus, Matrix]

«Cosa accadrà?»

Ancora quella domanda, avevano già vissuto quella situazione e ancora si fidava, Garvin si fidava di lui nonostante tutto.

Jason gli prese la mano e osservò l'anello che aveva posto al suo mignolo, era un orecchino, Garvin glielo aveva rubato e se lo era messo al dito "Così sei legato al mio destino".

«Garvin, devo mostrarti una porta, voglio che tu la attraversi, senza guardarti indietro. Arriverai in una città, di nome Barça, vai dal suo Re. All'inizio per te sarà strano, perché sarà come vederti in uno specchio tra qualche anno. Non farti intimorire, è un mio caro amico, era è un'anima pura. Ti proteggerà. Forse ti ricordi di lui, lo hai incontrato nell'altra tua vita, lui vedrà lo spirito di Garvn dentro di te e ti aiuterà. Lo stregone non oserà sfidare la luce.»

Ad ogni parola Garvin si sentiva sempre più triste, lo stava lasciando, lo mandava via perché? Non aveva sentito una sola parola del discorso solo che voleva lasciarlo. Perché? Si era già stancato?

Le lacrime arrivarono in un battito di ciglia.

«Perché vuoi lasciarmi? Perché? Mi odi? Non mi vuoi più vero? Ti sei stancato, ormai mi hai avuto e ti sei già stufato vero?»

«No, Garv, non dirlo! Non vorrei, davvero solo che...»

Un applauso li fece voltare. Garvin sollevò lo sguardo su quell'uomo minuto in completo grigio, molto elegante, occhi scuri e neri capelli cortissimi. I suoi occhi erano due pozze oscure di tenebra e fissarli lo faceva rabbrividire.

Ad accompagnare quello sguardo acquoso vi era un sorriso costellato di denti aguzzi, appuntiti come la bocca di uno squalo. Lo stregone oscuro mostrava la sua natura e li aveva messi in trappola.

«Mi devi un cuore piccolo mio.» sussurrò lo stregone puntando il suo pugnale contro Garvin.

«Lascialo stare, ti ho promesso di darti ciò che vuoi, ma non lui. Prendi quello che vuoi da me, strappami l'anima, fammi a pezzi ma non toccarlo...».

Lo stregone rise «Povera Alice, sei ruzzolata nella tana del bianconiglio e stai ancora precipitando verso l'abisso... Dovevi capire che non dovevi fidarti ma eri così disperato, hai accettato, avresti accettato qualsiasi cosa perché io ripescassi la sua anima... Ti ho concesso mesi... Sono stato anche troppo generoso. Adesso voglio ciò che mi spetta, ciò che ho dato può essere tolto e io me lo riprenderò.»

Jason si frappose tra lo stregone e Garvin, non glielo avrebbe lasciato toccare.

Lo stregone scosse la testa «Povero piccolo, davvero pensi che le tue ridicole proprietà curative possano fare qualcosa? Ti strapperò le braccia e te lo porterò via. Potrai guardarmi mentre lo pugnalo, potrai dirgli addio mentre gli strapperò il cuore, vedi non sono irragionevole.»

«Ti prego... no... ti prego prendi il mio, ti prego lascialo andare».

Garvin sussultò, no, si stava donando senza alcuna remora?

Lo stregone rise divertito. Povero sciocco, l'amore... che crudele maledizione. Ogni volta porta a stupide e ti conduce esattamente dove volevo. Non mi è mai interessato, volevo solo che tu lo credessi. Perché un cuore ardente d'amore è molto più potente di un cuore addolorato. Amore, che crudele maledizione.