CAPITOLO 66
《Non è nulla di che...stavo prendendo davvero in considerazione l'idea di tingermi i capelli》sorrido fiera.
Egli mi prende la mano continuando a camminare.
《Solo che...》
《Non mi starebbero bene?》
Jonathan si ferma davanti a me urtando un passante e mi guarda con occhi dolci.
《Credo che invece ti starebbero molto bene》solleva la testa.
《Allora voglio farlo!》
Ultimamente sono felice, mi godo di più i momenti belli sapendo che quelli brutti sono in agguato. Forse grazie al dolore che ho provato in passato e grazie a questo ragazzo ora vivo di più. Anzi vivo davvero come non avevo mai fatto prima.
Non avevo mai amato così passionalmente e profondamente una persona. Non mi ero mai scontrata con un ragazzo come invece ho fatto con Jonathan né tanto meno non avevo mai sorriso così sinceramente.
Ho imparato ad apprezzare il presente e a concedermi qualche piccola pazzia. Ho capito come amarmi di più e come amare anche gli altri, a scavare nelle persone. Ne sono felice.
Percorriamo i marciapiedi affollati fra gli alti grattacieli finché non troviamo un parrucchiere convincente.
《Sei sicura di voler dire addio a questa bella chioma?》
《Hey certo! Non li farò mica rosso fuoco, anzi saranno di un rossiccio chiaro e naturale, sembri preoccupato come se in questione ci fossero i tuoi capelli》scherzo.
《Okay okay!》
Entriamo nello studio "hairstyle" e ci accomodiamo su delle panche. Ci sono dipendenti che corrono ovunque con phon e forbici.
《Buongiorno.》
Un affascinante uomo ci viene incontro porgendoci la mano. Ha i capelli grigi, dei tatuaggi e dei bellissimi occhi azzurri. Sembra essere il titolare di questo posto. Si chiama Mark, o almeno così c'è scritto sulla sua targhetta.
《Ehm buongiorno io vorrei...》
《Tranquilla vieni pure ad accomodarti e poi ne parliamo con calma. 》
《Okay》incurvo le labbra.
Mentre mi alzo Jonathan mi palpa il sedere facendomi arrossire all'istante. Spero che nessuno se ne sia accorto e gli rivolgo un'occhiata malefica.
***
《Pronta per il momento della verità signorina?》
《Si》dico un po' ansiosa.
Il parrucchiere fa ruotare la mia sedia in direzione dello specchio. Eccomi, la nuova Rebecca.
Ho una chioma completamente rossastra, un colore tendente all'arancio pastello, è tenue.
I miei occhi sembrano brillare sotto le ciglia ricoperte dal mascara. La mia pelle stranamente ha poche imperfezioni, sono abbastanza pallida però. Poi scendo con lo sguardo fino alle mie labbra, mi è sempre piaciuta la loro forma. Infine guardo il mio décolleté contornato dai capelli rossi. Forse non sono così male. Forse.
《Li adoro》rispondo all'uomo affascinante.
《Sono contento, ti donano! Ora puoi tornare dal tuo amico》sorride.
Mi alzo e raggiungo Jonathan nella sala d'attesa. È distratto dal cellulare.
《Hey.》
I suoi occhi verdi si sollevano quasi come se stesse sussultando e subito dopo si sgranano. Mi sembra di intravedere una luce in essi che mi fa arrossire. Schiude le labbra e poi ridacchia abbassando la testa.
《Perché ridi?》
Egli si alza mordendosi il labbro inferiore.
Appoggia la fronte sulla mia e mi penetra con lo sguardo. Mi batte più forte il cuore.
《Ora mi sarà più difficile tenerti lontana dagli altri ragazzi》mormora.
《Stupido!》
《Sei incantevole.》
Poi mi bacia sul collo. Rabbrividisco.
《Okay ora paghiamo e andiamocene》lo faccio arretrare.
《Sì prima che quel parrucchiere si faccia certi pensieri...》
《Cosa? 》lo guardo sbigottita.
《Lascia stare sei troppo ingenua.》
《Che intendi?》
《Non ti accorgi di quanti ragazzi ti vorrebbero saltare addosso?》
《Ma cosa dici? Abbassa la voce》lo ignoro e mi avvicino alla cassa.
《Eccomi. Sono ventidue dollari, con lo sconto》irrompe appunto Mark.
《Oh che gentile, grazie》sorrido.
《Grazie a te cara.》
Jonathan mi affera per un braccio ma io lo scosto, è troppo geloso.
《Rebecca posso pagare io?》
《No!》
Porgo i soldi all'altro che, per sbaglio, mi tocca la mano. Il suo tocco è gentile. Vedo che porta degli anelli.
Inoltre mi sembra di sentire Jonathan digrignare i denti.
《Puoi tornare quando vuoi, sarebbe meglio ogni due mesi perché la tinta si sbiadisce.》
《No, non credo che servirà tornare, non credo proprio》interviene il mio ragazzo a denti stretti.
《Se ne è covinto...buona giornata signori.》
《Arrivederci! 》
Usciamo dal negozio sul marciapiede meno affollato di prima, si è fatta sera ormai ed è già buio.
《Ma che ti prende?》
《Rebecca, ti ha toccata, ti guardava...》
《Stai zitto, non ci pensare. Non lo rivedrò mai più in vita mia.》
《Amo questi nuovi capelli comunque》sorride lui.
《Ti porto in un posto.》
《Ookay.》
Camminiamo mano nella mano fino ad arrivare davanti ad un piazzale ai piedi di un alto palazzo.
《Dobbiamo stare attenti a non farci beccare》dice Jonathan.
《Cosa? Dove vuoi andare?》
《Non fare domande, sei mai stata sul tetto di un grattacielo?》
《Sei pazzo?!》
《Hey, non è nulla di grave. Si può entrare a qualsiasi ora, dal retro però. 》
《Si può entrare?》
《No, ma ho scoperto un passaggio segreto.》
La sua pelle è bianca come il gesso sotto la luce della luna.
《Io non ci vengo》incrocio le braccia.
Lui si passa una mano nella chioma folta e poi mi si avvicina. Sono imbambolata dal suo profumo agrumato.
《Fidati di me e vivi un po'.》
Segue un silenzio, sono stanca di sentirmi dire che devo vivere, mi sto impegnando a farlo.
《Va bene》serro le labbra.
Lui solleva il sopracciglio marrone.
《Vengo con te!》
《Bene.》
Poi scruta con occhi analitici il palazzo prima di condurmi nel retro davanti ad una porta bianca.
《Fa' silenzio e tienimi per mano, è un po' buio dentro》farfuglia.
Prendo un respiro, è una cazzata quella che stiamo facendo.
Ci catapultiamo nell'edificio e saliamo gli scalini nella penombra.
《Possiamo sempre tornare indietro》indugio.
《Non ora, sarà bellissimo una volta su.》
Continuo a deglutire e a sudare. Forse mi faccio troppi problemi, ma è normale avere paura in questa situazione, no?
《Okay, ora devi stare zitta, siamo al piano terra e le guardie potrebbero sentirci.》
《Guardie?》
《L'uomo della sicurezza, chiamalo come vuoi》dice a bassa voce.
Proseguiamo la rampa di scale ed ogni volta che sentiamo dei rumori ci abbassiamo. Chi me lo ha fatto fare? Io stessa ho accettato. Le mie scarpe con la suola di gomma stridono mentre arranco sulle scale, perfetto. Prego che non ci scoprano, l'ansia aumenta ad ogni passo.
《Sono stanca, sarà da cinque minuti che saliamo. Quanto manca?》
《Ci siamo quasi.》
Finalmente scorgo una porta in cima alle scale e capisco che siamo arrivati. L'ultima rampa. Ormai le gambe mi fanno male ed ho il fiatone.
Mi aggrappo a Jonathan che, una volta raggiunta, apre la porta di ferro ed esce sulla terrazza seguito da me.
Ecco un nuovo capitolo. Che dire, come al solito spero che vi sia piaciuto♥
Grazie per il vostro continuo supporto!
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