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CAPITOLO 59

《Da quanto tempo siamo qui?》
Lui mi sta stringendo la mano tratteggiando dei cerchi immaginari sul dorso di questa. Come nei libri anche io avverto quelle scosse. Simili a dei pizziccotti. Si chiamano scosse elettriche o qualcosa del genere. E sto così bene.

《Che importa?》

《Assolutamente nulla》sospiro felice mentre ripenso a quanto possa essere assurda la vita. O almeno secondo il mio punto di vista.
Insomma, ieri notte io e lui eravamo in quella specie di discoteca a Seattle e poi è successo quel casino con quell'affascinante tizio. Per colpa mia, lo so.
Ieri mattina l'ho quasi mollato ma subito dopo abbiamo fatto l'amore. Grazie all'entusiasmo di Jonathan poi abbiamo finito il dipinto di mio padre. Ed ora siamo su una lunga spiaggia vicino a San Francisco con solo un camper ed i suoi amici.
Mentre poi ci sono quelle giornate in cui non succede assolutamente niente.

《Sai, ho deciso di andare all'università dopo il college》esordisco.

《E poi mi piacerebbe iscrivermi ad un corso di pittura.》

《Ne sono contento.》
La sua pelle brilla sotto il tocco di tante stelle. In questi giorni ho riflettuto molto sul mio futuro. Grazie a lui ho imparato di nuovo a vivere e a superare il passato. Credo che sia grazie a lui se io ho preso questa decisione. Anzi ne sono convinta. Come mi disse un giorno, ho capito come dare un senso al mio passato.

《E tu invece? Tra poco dovrai andartene dal campus no?》
Purtroppo il suo periodo di permanenza è terminato. Da una parte è un sollievo per lui perché non dovrà più condividere la stanza con suo fratello.

《Sì》inspira.

《Che cosa farai?》

《Bah, cercherò un lavoro. Probabilmente da barista e poi si vedrà.》
Non mi piace la sua superficialità. 

《Sii positivo Jon》tento di sorridere. Lui si scosta i capelli castani che gli ricadono sulla nuca. Forse dovrebbe tagliarseli ma mi piace il tocco sensuale che gli danno.

《Non è sempre tutto così facile. Se non ti avessi conosciuta e se avessi fatto questo viaggio da solo, sarei rimasto qui.》

《Come qui?》

《Ah, è difficile per te da capire perché hai vissuto una vita normale, prima. Però a me piacciono le cose un po' folli, credo che improvvisare faccia bene. Quindi sarei rimasto a San Francisco alla ricerca di un nuovo inizio. Ma non tanto per la città o per la California in sé, soltanto perché ricominciare a volte non è sbagliato》si blocca.
Le parole scivolano veloci dalle sue labbra disperdendosi nell'aria.

《Come hai fatto tu, hai ricominciato.》
Mi scosto un po' da lui per sedermi. Jonathan mi imita.

《Ma questo cosa significa? Te ne andrai?》
Sono impaurita. Se dovesse andarsene per me sarebbe una tragedia, la fine di questo nuovo inizio. Al solo pensiero mi sento male.

《No no. Non ora che ti ho trovata. Prima lo avrei fatto ma adesso l'importante è stare con te.》
Il suo sguardo mi penetra dentro e mi riscuote. Sono un po' confusa da questa discussione. Che cosa sta cercando di dirmi? Forse che io ostacolo le sue scelte?

《Però tu vorresti...andartene?》

《Ah, certo che no! Non voglio, ora a Seattle sto meglio da quando ti conosco. Era solo una specie di confessione, visto che eravamo in tema e che stavamo parlando del futuro. Ecco io ti ho detto ciò che forse avrei fatto. Ma quello che farò è stare a Seattle, e ne sono felice. Grazie a te》sorride.

Faccio per avvicinarmi a lui quando una voce urla dietro di noi.

《Ragazzi!》
Sbircio dietro Jonathan e vedo Jimmy che agita le braccia. Ma che succede?

《Cosa c'è?!》

《L'alba! Venite qui con noi che tra poco sorgerà il sole!》

《Ah quanta pazienza》scuote la testa il mio ragazzo.
Il cielo richiama la mia attenzione ed effettivamente noto una differenza. Le stelle sono quasi scomparse e si sta facendo più chiaro.

《Ha ragione però》gli faccio notare. Entrambi dunque ci giriamo verso la riva del mare ad aspettare che il sole sorga.
Il silenzio regna ma non è imbarazzante. È semplicemente uno di quei momenti che non hanno bisogno di essere riempiti con inutili parole. Ed inoltre con Jonathan, nonostante ci siamo incontrati solo due mesi e mezzo fa, io mi sento completamente a mio agio. È come se lo conoscessi da sempre.

Attendiamo l'alba ascoltando il fruscio dolce delle onde leggere. Il mare si sta schiarendo sempre di più. Il suono dell'acqua che si infrange sulla riva pare essere quasi un tuono fragoroso.

Aspettiamo ancora una manciata di minuti quando sull'orizzonte piatto e lontano arrivano dei raggi di luce. Essi illuminano il cielo ancora un po' buio di un arancione potente e poi sorge il sole.
Questo illumina ogni cosa che tocca di un lieve rossiccio.

D'un tratto Jonathan mi sfiora la mano ed un brivido percorre il mio braccio.

《Buongiorno》sussurra lui lasciandomi un timido bacio.

《Buongiorno》sorrido.
Sarà davvero una buona giornata questa.

《Ascolta io devo chiederti un cosa...ieri mattina, dicevi sul serio? Vorresti ancora lasciarmi?》

Identifico la paura e l'imbarazzo nella sua voce. Guardo il suo bel viso inquieto.

《Certo che no! Ti amo e lo sai. Non roviniamoci questo momento.》

Il cielo è spennellato da diverse tonalità di giallo e di arancione.
Mi volto a metà per studiare la spiaggia alla luce del sole ed è ancora più bella.

《Guarda Jon, c'è anche un molo》sorrido indicando la struttura legnosa che si immerge nel mare.
Dietro le palme e dietro la strada solo adesso vedo delle basse colline ricche di arbusti.

《Raggiungiamo gli altri?》

《Va bene》gli prendo la mano e ci alziamo.
L'acqua fredda mi bagna i piedi facendomi sussultare in silenzio. Camminiamo fino ad arrivare dai suoi amici seduti vicino al camper.

《Eccovi! Avete passato una bella nottata eh?》ridacchia Richard.
Blythe lo fulmina con lo sguardo.

《Che c'è?》

《A volte dovresti stare zitto》dice lei ed io li osservo divertita.

《Avete visto che alba?》

《Bellissima!》

Io rientro un attimo nel camper per posare la felpa e dallo zaino di Jonathan vedo fuoriuscire una macchina fotografica professionale. Non sapevo che ne avesse portata una. Incuriosita controllo che non arrivi nessuno e poi la prendo in mano.
Non farlo.

È pesante e ha un obbiettivo niente male perciò suppongo che sia costata molto.
La accendo. Non farlo, non curiosare.
Mi tremano leggermente le mani quando inizio a scorrere le foto una ad una.

Le prime ritraggono dei fiori o un semplice bosco. Le classiche fotografie da principianti che si fanno per misurare la messa a fuoco e cose così.
Mano a mano che le scorro vedo che ha fatto progressi con questa Canon.
Poi arrivo alle foto di Seattle scattate da un altopiano, mi sembra di essere già stata in questo posto. Concentrati.

《Ma certo! La collina》sussurro ricordando di quella breve gita in città. Il tramonto da lì è spettacolare e non mi stupisco che Jonathan lo abbia fotografato.

Vado avanti con le immagini quando mi blocco. Quella sono io.
Una fotografia mi ritrae sulla spiaggia in periferia di Seattle mentre sto entrando in acqua. In biancheria intima. Girata di schiena. Mi ricompongo dall'imbarazzo ed infatti mi accorgo di essere anche arrossita.

Faccio scivolare il dito sul tasto "next" ed ecco una seconda foto scattata appena dopo. In questa l'acqua mi arriva al busto ed è più zoommata della prima. È molto bella però, i capelli mi sventolano sulla schiena e le mie mani accarezzano le onde.
Passo all'immagine successiva che ritrae nuovamente me seduta su una panchina al campus. L'ha scattata dalla veranda, infatti anche questa è molto zoommata.

Con un piccolo risolino sulle labbra passo alla fotografia successiva. Ci siamo io e Mike davanti alla scuola che parliamo tranquillamente. Una piccola fitta mi colpisce.
I miei capelli svolazzano sul mio viso e la mia espressione è piuttosto imbronciata. Indosso un maglioncino azzurro ed un paio di jeans scuri. Mike invece è sorridente, come sempre.

Vado avanti e deglutisco. Sono emozionata e confusa al tempo stesso. Ma sorrido guardando la foto. Ci sono sempre io, di profilo,  che guardo Seattle dalla terrazza panoramica. Sto ridendo aggrappata alla ringhiera con lo sfondo del tramonto.

Poi ce n'è una che mi raffigura seduta ad un tavolo in fondo alla veranda. Ho le braccia incrociate, i capelli raccolti in uno chignon e guardo un punto fisso. Copro il sole con la mia figura ma la mia sagoma è illuminata lo stesso.

Il cuore mi batte forte. Non posso credere che lui abbia fatto tutte queste foto solo a me. Significa che io sono importante per lui, molto importante. Mi commuove quasi. Anche se non vado d'accordo con la fotocamera, come con lo specchio, lo apprezzo molto.

L'ultima foto. L'ha scattata questa notte mentre dormivo, nella penombra, esattamente dove sono adesso. Subito la mia bocca si incurva e provo una dolce tenerezza.
I miei capelli dorati sono tirati su un cuscino ed  ho la guancia scoperta. La mia espressione è seria e rilassata. Ho le labbra appena schiuse ed una mano appoggiata sul seno.

Sorrido mentre una lacrima mi cola sulla guancia. Ma è una lacrima leggera, gioiosa. Per un attimo mi sento bella, come se fossi una fonte da ritrarre.
È bellissimo.

Con la Canon in mano scendo dal camper verde alzando una ventata di sabbia e mi butto sopra Jonathan.

《Grazie》sussurro nel suo orecchio.

Hey!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto yep♡
Spero che stiate bene e volevo dirvi grazie per le 35K letture, grazie.



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