CAPITOLO 55
Subito dopo lui esce da me ed avverto una sensazione fisica di vuoto. Mi stringo a Jonathan avvolta nelle lenzuola, ancora estasiata.
Fiato sulla sua pelle liscia mentre osservo i suoi occhi verdi incastonati dalle sopracciglia scure che brillano come due smeraldi.
I suoi capelli ondulati ricadono sulla sua fronte imperlata di sudore e le sue labbra piene sono infuocate.
《Ti prego Jon, rimanimi sempre accanto perché io ho bisogno di te, ho solo bisogno di te》dico stringendogli le mani calde.
Egli abbozza un sorriso di tenerezza e poi mima:《Non potrei esserne più felice.》
Rimaniamo in silenzio a guardarci negli occhi e ad assaporare a vicenda il nostro profumo.
《Com'è stato? Ti ho fatto male?》mi chiede Jonathan.
《Non molto, è stato...speciale》sorrido.
《Tu sei speciale》ride.
《Che scemo!》
Mi giro a pancia in sù rivolta verso il soffitto.
《Ti ricordi il proggetto che mi avevi fatto vedere? Quello che elaborasti con tuo padre? Insomma, le stelle...》
《Sì mi ricordo》lo blocco avvertendo una piccola scossa di dolore. Ma perché deve farmi ricordare queste cose in un momento così bello? Io non lo capisco.
《Io pensai fin da subito di terminarlo, è per questo motivo che ti ho fatto osservare le stelle...così tu potrai dipingere con il cuore, con dei veri sentimenti》sussurra.
Io inspiro e guardo il soffitto bianco poco convinta.
《Perché? Non ne ho voglia, non ne ho la forza e non ha senso》scuoto la testa.
《Ti aiuterò io, lo faremo insieme.》
La sua voce profonda è ricca di speranza e mi dispiacerebbe deluderlo ma mi pare una dolorosa stupidaggine.
《È difficile per me...sono titubante, mi fa ancora male lo sai?》
《Lo so amore, ma sarebbe una cosa bella, un omaggio a tuo padre》afferma lui.
Mi volto e leggo solo sincerità nella sua dolce espressione quindi decido che forse ha ragione lui. Sarebbe un regalo per mio padre, lo renderebbe felice.
《Ah...può darsi Jonathan, un omaggio per lui. Sì va bene ci sto》sorrido malinconica.
《Quando iniziamo?》gli domando.
《Non mi aspettavo questa fretta》ridacchia :《ma possiamo inziare anche adesso》conclude.
《Intendi proprio adesso?》
《Sì proprio adesso》alza le spalle lui.
Io lo guardo alzarsi dal letto ed infilarsi i boxer ed i jeans, dopodiché mi lancia i miei vestiti invitandomi ad indossarli. Svogliata mi rivesto e poi scivolo scalza giù dal letto prendendo la scatola dall'armadio. Essa contiene la famosa tela sulla quale io e papà iniziammo a dipingere il cielo.
《Non sono sicura》farfuglio posandola sul letto.
Il braccio del mio ragazzo mi avvolge.
《Sta a te decidere.》
Ricordo che l'ultima volta in cui ho aperto questa scatola non è andata molto bene, non feci altro che piangere. Però voglio rivivere i ricordi della mia famiglia che ancora mi restano.
Tolgo il coperchio e cerco all'interno la tela mentre Jonathan mi accarezza i capelli. Poi delicatamente prendo il foglio e lo stendo sul pavimento in modo che sia bene teso. Questo dipinto enorme è davvero realistico, il cielo nero è sfumato sembrando tridimensionale e le stelle disegnate paiono luccicare per davvero.
《Hai dei pennelli e degli acquerelli?》mi domanda Jonathan. Mi è difficile distogliere lo sguardo dal suo torso nudo e dalle sue braccia appena scolpite.
《Sì ho conservato quelli di mio padre》tossisco.
Insieme li ripuliamo con uno straccetto e poi stendiamo intorno alla tela un lenzuolo per non sporcare per terra.
《Ti avverto che non me la cavo molto bene quindi dovrai insegnarmi tu》dice lui inginocchiandosi con un pennello in mano. La tela occupa davvero molto spazio, credo almeno un metro cubo.
《Okay, passammi gli acquerelli.》
La mano mi trema un po' quando do' la prima spennellata sull'altra metà vuota del foglio perché dopo tanto tempo sono incerta ed emozionata. Mi sembra di trovarmi accanto a mio padre e di pitturare seguendo la sua mano. Nella mia mente vedo balenare sprazzi di quei momenti passati nel suo studio isolati dagli altri a dipingere. Il ricordo mi stringe lo stomaco ma al contempo mi regala un piacevole torpore.
Sfumo il nero con diversi blu scuri e poi disegno una stella sfumandone bene il contorno. Cerco in seguito di renderla sbrilluccicante spalmandoci dei brillantini mentre Jonathan si concentra sui miei movimenti.
《Lo sai, ora che ho visto il cielo notturno è molto più facile rappresentarlo》ammetto.
《Sei bravissima Rebecca, sei un'artista》esclama lui a bocca aperta.
《Ma che dici?》ridacchio.
《Davvero, nella vita potresti avere successo con questo.》
Io alzo le spalle continuando a pitturare.
《Senti ma cosa avresti intenzione di farne una volta terminato?》
《Allora...inizialmente questo proggetto nacque perché io desideravo appiccicare in qualche modo questa tela al soffitto della mia camera, sopra il mio letto dopo averlo visto fare in un film. Così ogni notte al buio avrei visto il luccichio delle stelle》spiego un po' imbarazzata.
《Che idea fantastica, lo farai ancora vero?》
《Non lo so...è infantile》affermo.
《Macché è una figata》ride Jonathan.
《Come vuoi...hai intenzione di rimanere lì impalato tu?》
《No, dai fammi vedere come si fa.》
Stringo la sua mano facendole fare dei movimenti circolari con il polso per fargli capire come deve sfumare.
Poi anche lui comincia a dipingere un po' con molta cautela. La sua espressione seria è buffa ed ogni tanto trattengo il fiato osservando la sua bocca schiusa.
《Rebecca devo chiederti una cosa...》si lecca le labbra.
《Certo spara.》
《È da un po' che avrei voluto domandartelo...ma mio fratello sa dei tuoi genitori e del tuo passato?》
Il suo tono di voce è timoroso e mi infastidisce un po'.
《No, non ho mai avuto l'occasione di dirglielo》rispondo.
《Certo era una curiosità...Rebecca mi dispiace tantissimo fartelo ricordare ma mi...sfugge il giorno insomma dell'incendio...》
《Ah sei insopportabile! Perché vuoi ricordarmi queste cose? Comunque è stato il ventinove maggio, il giorno più brutto di tutta la mia vita. E lo sarà sempre, ogni anno sarà una tortura perchè ogni volta che ritornerà quella data o che leggerò quella cifra maledetta una parte di me continuerà a morire.》
《Scusa》trema la voce al mio ragazzo.
《È che ci soffro ancora.》
Lui annuisce pensieroso e riprendiamo a pitturare cambiando argomento. Scopro che Jonathan ha una vera passione per la fotografia ed io lo invito a svilupparla.
《Jonathan ma...come riesci a condividere la stanza con Mike dopo quello che è successo?》interrompo un attimo di silenzio.
《Non lo so, non ci parliamo più perché il clima è teso ma per ora è l'unica soluzione.》
《Mi dispiace》sussurro.
Il tempo scorre in fretta, le ore corrono e finalmente la tela è completa.
Ci alziamo in piedi abbracciandoci soddisfatti. Jon mi preme contro il suo petto nudo accaldato.
《È molto bella》sorrido.
《Ah, che fatica》sospira lui.
《A me però piace fare un'altra cosa...》
《Che cosa?》
Lui senza rispondermi si piega vicino alla tela sporcandosi le mani quando le infila negli acquerelli. Dopo avanza verso di me ed io ho già capito le sue intenzioni così inizio a fuggire ridendo.
《Non avvicinarti!》sorrido prima che lui mi afferri il braccio sporcandolo di pittura. Poi, ridendo, appoggia le mani sulla mia maglia continuando a sporcarmela. Io tento di respingerlo scherzosamente. Però lui non si arrende allora anche io mi sporco le mani con i colori e poi
gli accarezzo il viso.
《O-okay okay》Jonathan alza le mani al cielo in segno di tregua.
Gli strizzo ancora le guance dopodiché lo bacio a stampo.
《Ora mi è venuta fame!》
《Okay bambina, prima ripuliamoci e poi ti porto in un posticino in città che sicuramente ti piacerà.》
Arrossisco ubriaca di questo piccolo momento di serenità.
Ciao♡
Yee ho aggiornato!
In questi giorni vorrei portarmi molto avanti con Burn quindi scriverò parecchio, o almeno ci proverò.
Buone feste comunque;)♡
Ecco la mia espressione quando realizzo la quantità di compiti per le vacanze:
Perché infondo la scuola...
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