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CAPITOLO 47

Fino ad un mese fa non avrei mai pensato di trovarmi qui assieme a questo ragazzo che mi guarda come se fossi l'unica al mondo. Soprattutto non avrei mai immaginato di essere su questa struttura, per me attraversare questo corridoio è un gesto importante. Per me questa giornata segna un nuovo inizio, quella terrazza ha un valore tutto mio e non posso tirarmi indietro adesso. Sconfiggere la paura delle altezze, assieme a Jonathan, significa per me urlare in faccia al mio passato che ho superato il dolore, significa annullare tutte le altre mie paure. Vuol dire dare il benvenuto ad una nuova me. Quindi sono pronta, voglio farlo assieme a Jonathan.

《Sì》affermo deglutendo. Prendo la mano del mio ragazzo per darmi forza mentre attraversiamo lentamente il corridoio. Le mani iniziano a sudarmi e respiro affannosamente.

《Tutto bene? Sei sicura di non avere le vertigini?》

Scuoto la testa.

《Ho paura è vero. Ma io voglio andare sulla terrazza, per me è importante》abbasso la testa.

《Okay allora guarda me》sussurra. Poso lo sguardo sui suoi occhi verdi cercando di pensare soltanto a noi due.

《Andiamo》dico.
Ormai siamo sulla soglia della porta in vetro che conduce sulla terrazza, posso già scorgere l'oceano. Il cuore mi pulsa forte ed afferro il braccio di Jonathan.

《Possiamo tornare indietro...》

《No.》
Prendo coraggio e sorpasso la porta mollandolo. Piano piano mi dirigo verso la ringhiera in vetro sudando. Ma mano a mano che mi ci avvicino la paura diminuisce lasciando il posto all'entusiasmo. Attorno a me il cielo è di un intenso arancione, i grattacieli sono filtrati dalla scia del tramonto, la collina è rossiccia e l'orizzonte appare ancora più vasto. I polmoni mi si riempono, il cuore mi esplode di gioia ed io mi sento libera. Il vento mi sferza i capelli, i rumori della città sottostante sono lontani ed ovattati, ci siamo soltanto io e tutto questo. Guardo i palazzi dall'alto, la vita sotto di me continua ed io sono sopra ad ogni cosa. L'oceano è calmo e in contrasto con il colore del cielo.
Posso osservare ogni cosa, posso assorbire ogni sensazione. Mi sento così felice, mi sembra che tutto ciò non abbia una fine. Ecco, mi sento "infinita".

《Allora?》

《È meraviglioso》esclamo saltando al collo di Jonathan.

《Sono felice!》sorrido.
Abbracciati osserviamo tutta questa bellezza.

《Mi sento padrona di Seattle》rido.

《Questo è un nuovo inizio, il nostro》sorride Jonathan.
Mi giro verso di lui guardando il suo viso che pare rosso con questa luce. I capelli biondo scuro ondeggiano e gli occhi parlano da soli. Il desiderio si riaccende in me accarezzando le sue labbra morbide. Le voglio sulle mie.

Entrambi ci avviciniamo fino a sfiorarci con le bocche. Avverto un calore crescere nel mio ventre mentre i nostri corpi si toccano. Deglutisco prima di baciarlo appassionatamente.

《Ti amo》gli dico.

《Ti amo Rebecca》sorride lui.

                             ***

《Che cosa prendi? Io un cheeseburger con tanto ketcup》ridacchia Jonathan.

《Mhh》arriccio le labbra leggendo il menù di questo fast food.

《Credo che prenderò del pollo e delle patatine》affermo convinta.

《Perfetto.》

《Questa volta pago io! Tu hai già pagato la visita alla Space Needle.》

《Non se ne parla Rebecca.》

《Carino questo posto eh?》
Mi guardo attorno. Questo locale è moderno, si alternano il rosso e il bianco. È affollato di giovani e mi piace molto la vetrata sul cortile interno. Ormai fuori è già buio e pioviggina perfino.

《È carino》rispondo.

《Rebecca vorrei chiederti una cosa》innarca le sopracciglia.

《Dimmi》alzo le spalle. La sua espressione si rattrista un po'.

《La sera in cui abbiamo avuto quell'apputtamento, quando abbiamo guardato le stelle...ti ho vista fumare mentre mi aspettavi.》*(leggi la nota nello spazio autrice)

Mi blocco senza sapere che cosa dire.

《Non sapevo che fumassi》afferma lui.

《Che male c'è? 》mi metto sulla difensiva.

《Signori prego》il cameriere che chiede le ordinanzioni mi salva però quando se ne va riprendiamo il discorso.

《Nessun male, anzi sì. Lo sai che non è sano ma comunque volevo chiederti il perché?》

《Non c'è un perché. Non è che ogni dannata cosa deve avere un perché e poi da che pulpito!》

《Come sarebbe da che pulpito? Mi hai mai visto fumare? Una volta fumavo perché vivevo una brutta situazione ma poi ho smesso》mi confessa. Il suo sguardo trema ma io rimango sulla difensiva.

《E con questo? Ora sei un santo?》

《Ma che discorsi sono?! Io ti voglio proteggere okay?》alza lui la voce. Qualcuno si è già girato nella nostra direzione.

《Allora non farlo, non sono più una bambina Jonathan.》

《Ogni cosa, qualsiasi cosa che io ti rimproveri tu mi dai contro》si irrita.

《Perché io non ti rimprovero mai mentre tu lo fai sempre! Basta io faccio quello che voglio》incrocio le braccia. La rabbia cresce in me.

《No cazzo vuoi rovinarti così?! Ma guardati, guarda com'è la tua vita, guarda come ti riduci!》
Una fitta di dolore mi colpisce, queste parole mi feriscono. Non so cosa ribattere ed inoltre mi viene solo da piangere.
Lo guardo prima di alzarmi ed uscire dal locale, sul marciapiede.

《Cazzo! 》urlo contro la pioggia. Tremo di freddo ricordandomi di non avere nemmeno indossato la giacca. Lascio che le lacrime si mischino alle gocce d'acqua ignorando gli sguardi altrui.

《Rebecca!》

《Cosa vuoi? Perché mi fai questo? Perché stai con me se mi consideri un...un disastro!》sbraito. Neanche Jonathan indossa la giacca ed i suoi capelli sono già fradici. Il rumore della pioggia è molto forte, come il mio dolore in questo momento. Ho sempre amato la pioggia ma in questo momento la odio.

《No tu non sei un disastro! Perché lo dici? Tu sei stupenda, perdonami prima non intendevo dire...》

《Stai zitto》singhiozzo.
Mi sento di nuovo straziata, ferita.

《Ho solo sbagliato le parole, volevo dire che io ti amo okay? Ti devo proteggere cazzo! Io non sono un esempio, nemmeno tu lo sei, ma io non voglio che tu ti faccia del male》sospira lui toccandomi la spalla.

《Lo sai Rebecca vero? Lo sai che tu sei bellissima, sei speciale per me?》sussurra lui avvicinandosi a me.

Io alzo le spalle buttandomi nelle sue braccia per farmi consolare. Voglio smettere di soffrire, voglio solo affetto.

《Abbiamo esagerato》dico a bassa voce. Ci abbracciamo in mezzo agli sguardi confusi dei passanti mentre mi chiedo come facciamo a passare dalle urla agli abbracci.

《Sì lo so.》

《E comunque hai ragione, ho iniziato da poco a fumare, l'ho fatto perché stavo molto male psicologicamente e volevo ribellarmi. Però ora io...sto bene grazie a te e quella roba non mi serve più》spiego con difficoltà.
La sua mano mi sfila i capelli bagnati e le sue labbra si innarcano in un dolce sorriso.

《Ora entriamo...ah, e togliti il mascara colato》ridacchia Jonathan.

《Prima, dato che ci siamo, voglio un bacio sotto la pioggia però》mi mordo il labbro inferiore.
Il mio ragazzo sorride malizioso spostando le mani sulla mia vita.
L'acqua picchia sui nostri corpi vicini. Gli occhi di Jonathan brillano carichi di sentimento. La mia maglia pesante aderisce al mio corpo mettendomi in risalto il seno e la sua maglietta mostra il suo fisico appena muscoloso.

Inspiro ed espiro velocemente carica di desiderio passando le dita sul suo busto. Ha un'aria molto sensuale con i capelli bagnati e le guance arrossate. Le nostre bocche si toccano mentre ansimiamo. Finalmente lui prende le mie labbra fra le sue giocandoci per un po' prima di far danzare anche la lingua.

Rimango estereffatta dal bacio e rientriamo imbarazzati nel locale a causa delle espressioni della gente.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto♥ Grazie per il vostro affetto.

*Nel capitolo 40 ho modificato una piccola cosa all'inizio:)

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