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CAPITOLO 6

Oggi è una giornata grigia, le goccie d'acqua scorrono ininterrottamente lungo i vetri del pub e quel ragazzo biondo è seduto da ore  al tavolo infondo. Rimane lì con le gambe incrociate, la schiena appoggiata alla sedia e lo sguardo puntato fuori dal finestrone.

È la prima volta che lo vedo e per tutta la mattina, mentre sfornavo croissant e servivo caffé, sono rimasta ad osservare il suo profilo stagliato contro la tenue luce del giorno.

È così che improvvisamente il mio cuore si impappina perché nel giacchetto di pelle che indossa, ci rivedo Jonathan.
A volte mi manca al punto tale che è come se riuscissi a sentire le sue mani che mi toccano i fianchi, ricordandomi di come mi prendeva da dietro e mi stringeva forte.
Posso quasi risentire i brividi sul collo che mi causava il suo fiato caldo.

Oppure mi mancano tutti i nostri gesti quotidiani come i suoi baci sulla fronte. Rimpiango anche le nostre litigate, rimipiango lui che mi sgridava perché in questo mondo così sbagliato io mi caricavo la responsabilità di tutto, perché mi odiavo senza avere colpe.
Ma tanto ad amarmi c'era lui e mi dava tutto l'amore che io stessa continuavo a negarmi.

E non è vero che sto bene se poi lo rivedo in ogni persona come sto facendo ora, osservando i dettagli del viso del ragazzo seduto a quel tavolo infondo.

《Rebecca stai bene?》mi riscuote Kirsty.
Io allora sbatto le palpebre ritornando in me.

《Ehm si si è solo che...torno subito.》

Lascio la mia collega dietro al bancone che si scambia occhiate perplesse con Jason mentre io mi rifugio nello stanzino scuro.
Non sono mai forte abbastanza.

A questo punto il mio cervello è in tilt e l'unico mio sfogo è rilasciare le lacrime.
"Ti amo Rebecca."

Mi lascio cadere sulla piccola sedia in legno. Ed eccomi qui, io che crollo, una scena tragica rivista fin troppe volte.
Le goccioline d'acqua mi colano sulle guancie ed io continuo a ripiegarmi su me stessa, appoggiando i gomiti sulle ginocchia finché nella stanza non arriva Kirsty.

《Rebecca perché piangi? Che è successo?》

Avvicina la mano alla mia guancia e poi la sua pelle liscia mi sfiora.

《Niente tranquilla.》
Io quindi sollevo lo sguardo e mi ritrovo il suo viso paffuto a pochi centimetri dal mio. Ha gli occhi impauriti e dolci al tempo stesso.

《Come niente?...So che non ci conosciamo bene, ma vorrei aiutarti.》

《Nessuno può aiutarmi》ammetto in una risatina inquietante.

《Ma almeno dimmi che cosa ti tormenta, sei qui da due settimane ormai e a volte ti vedo che sei...triste》incrina la voce sull'ultima parola.

《Non sono triste.》
Nel frattempo io ho smesso di piangere e mi asciugo le guance con la manica della camicetta.

《Hai dei problemi a casa? O magari non..- 》

《No! Non è niente di tutto questo, io sto bene davvero. Però può capitare che a volte prevalgano i ricordi di quando ero felice davvero.》

Kirsty si rabbuia un po'.

《Oh non so nemmeno perché te ne stia parlando》mi alzo.

《No aspetta, mi fa piacere ascoltarti e poi te l'ho chiesto io di raccontarmelo.》

《Ti sembrerò solo una ragazzina ingenua che a diciassette anni pretende già di sapere come funzionano le cose》dico:《Però ho sofferto tanto.》

《Non sei affatto ingenua Rebecca, anzi mi dispiace. Sai Daniel è un mio amico e mi ha raccontato un po' della vostra situazione.》

Ma perché mio fratello si diverte sempre a raccontare tutto a tutti?
Inizio a mangiarmi le unghie innervosita.

《Però ecco io non voglio farmi gli affari tuoi.》

《Si vabbè...comunque non è solo per quello che sto male, è tutto così incasinato.》

《Centra un ragazzo vero?》

Allora io sbuffo annuendo mentre lei rivolge lo sguardo verso le sue scarpe Vans.

《Io non so niente dei sentimenti, non so cosa sia l'amore però posso dirti che per me l'amore è lui.》

《Era il tuo ragazzo immagino.》

《Si, si lo era》inspiro.

《Poi però è finita...-》

《E tu lo ami ancora?》

《Io non...Kirsty ti prego basta parlarne, mi fa male la testa e sono stanca di pensare sempre a lui.》

Kirsty è la prima persona con la quale parlo di lui da quando sono tornata a vivere qui. E adesso mi sento solo esausta.

《Va bene ora torniamo di là, ma prima lascia che io ti dica una cosa.》

《Dimmi.》

《Jason vorrebbe uscire con te qualche volta, magari potresti pensarci》sorride.

《Non lo so...già ogni mattina viene sotto casa mia, è un po' assillante forse e io non voglio illuderlo.》

La mia collega socchiude gli occhi facendo una smorfia di disapprovazione.

《Però magari potrei uscire con lui una volta...》

《Potrebbe farti stare bene Rebecca.》

Già, potrei provare anche io a ricominciare.
Di nuovo.

Autrice
Ciaoo :) scusatemi per il ritardo e per il capitolo un po' corto, tra poco la storia diventerà molto più interessante.
Grazie per tutto il sostengo♡

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