CAPITOLO 5
Apro gli occhi svegliata dallo scoppiettio della caffettiera nell'altra stanza.
《Rebecca dai alzati!》urla mio fratello dalla cucina.
Io quindi emetto dei mugolii prima di sfilarmi dalle coperte. Ho un forte mal di testa oggi e presumo sarà una lunga giornata.
In seguito, dopo aver dato un'occhiata furtiva allo specchio ed essermi pettinata l'ammasso rosso che ho in testa, decido di andare a mettere qualcosa nello stomaco.
Nella piccola sala da pranzo disordinata trovo Daniel già vestito e con una tazza di caffé in mano. Appena mi vede sorride strizzandosi gli occhi arrossati con le dita.
《Qualcuno ha dormito poco stanotte?》
《Un po', avevo un sacco di pensieri...》ammette sbadigliando.
《Ah, mi dispiace.》
《Beh vedo che nemmeno tu hai dormito bene...ti ho sentita stanotte sai?》
Lui abbassa lo sguardo sui suoi piedi.
《Che intendi?》gli chiedo noncurante, anche se so a cosa si riferisce. Certe notti i miei pensieri sono solo troppo tristi e non posso evitare di piangere di nascosto.
Quando finirà tutto questo?
Mi ripeto ogni volta.
Non lo so, forse mai.
È che mi manca tanto.
《Oh niente, mi sembrava di sentirti...piangere.》
Io mi siedo sullo sgabello rosso e mi appoggio al tavolo.
《Ti sarai sbagliato.》
Dopodiché afferro il sacchetto di biscotti e termino questa conversazione imbarazzante. Sappiamo entrambi che le cose non vanno bene, ma facciamo finta di niente.
Quando mi trasferii qui, gli dissi che non avrei più voluto parlare del passato, di Seattle e di lui. Promisi a Daniel che sarei stata bene, che saremmo stati forti.
Certi giorni riesco quasi a mantenere la promessa, ma ogni tanto è come se il mondo mi si sgretolasse addosso, assieme alla maschera che mi sto creando.
Almeno in questi ultimi giorni non sto più frequentando i miei "amici del vicolo", anzi credo che per un po' li eviterò. Ora voglio solo stare da sola e aiutare Daniel.
《Rebecca...c'è un ragazzo qui sotto, lo conosci?》
Io mi riscuoto e ritorno alla realtà. Mio fratello è affacciato alla piccola finestra e tiene lo sguardo puntato sul cortile.
Allora mi avvicino anch'io scorgendo così Jason camminare avanti e indietro, con le mani in tasca. Alla sua vista il mio cuore accellera per pochi secondi.
Cosa ci fa qui?
《Allora? Lo conosci?》
《Ehm sisi è un ragazzo che lavora al bar con me e Kirsty...non so cosa ci faccia qui.》
Daniel sorride appena e poi si appoggia al davanzale con ancora la tazza di caffé in mano.
《Magari è venuto a prenderti.》
《Si forse》mi gratto il capo:《Ma non farti strane idee!》
Detto questo mi precipito a vestirmi. Non ho nemmeno il tempo di truccarmi e mi sento "spoglia" ad uscire con questa faccia sbattuta e assonnata. Dalla fretta quasi dimentico di mettermi le scarpe.
Che ansia.
《Io vado!》grido sbattendo la porta di casa.
Mentre saltello giù per le scale con la sacca in spalle maledico Jason per non avermi avvisata, mi sarei alzata prima.
Non appena apro il portone del condominio me lo ritrovo lì davanti, girato di schiena, con l'aria disinvolta e un po' infreddolita. Indossa un giubotto di pelle nero come i suoi capelli, pettinati alla perfezione, e dondola sui talloni.
《Ehm ciao..》
《Rebecca!》lui si volta di scatto con gli occhi scuri che mi sorridono.
《Che ci fai qui? Non sapevo che saresti venuto.》
《Si lo so scusami...però non sapevo come avvisarti non avendo il tuo numero, e mi sembrava un gesto gentile》fa' le spallucce ed io sorrido.
《Si va benissimo, mi fa piacere anzi...sei un collega molto solidale.》
Jason coglie la mia ironia rispondendomi attraverso un ghigno un po' malizioso.
In questo preciso istante il sole che sta sorgendo gli illumina il viso per metà... "è ancora più carino sotto questa luce tenue" penso.
Subito dopo ci avviamo verso il King's Pub chiacchierando del più e del meno. Ad esempio si complimenta con me per la tinta dei miei capelli, oppure mi racconta del film horror che ha visto ieri sera.
È un tipo che parla molto, anche se all'inizio mi era sembrato timido e riservato.
Nel frattempo io osservo la città risvegliarsi e le persone mattutine che già passeggiano sui marciapiedi. È una strana sensazione uscire di casa così presto, mentre molta gente ancora dorme. L'aria mi pare essere più pulita e più fresca, come tutto il resto, e mi soffermo sui dettagli del paesaggio. Vedo la neve accatastata agli angoli della via, i pochi alberi che percorrono i marciapiedi che spogli e grigi e infine le automobili che, piano piano, cominciano a scorrere sulle strade bagnate.
Tra una battuta e l'altra entriamo nel pub e mi riscaldo all'istante, fuori stavo gelando. Noto che le luci però sono ancora spente e che le sedie sono accatastate in un angolo accanto al camino anch'esso spento.
Evidentemente Kirsty non è ancora arrivata.
《Beh diamoci da fare》sbuffa Jason. Dunque lo seguo nel nostro ripostiglio e, mentre mi lego il grembiule alla vita, lui fa partire la radio.
《Qual'è la tua canzone preferita Rebecca?》
《Mmh in realtà non ne ho una, però amo Ed Sheeran e tutti i suoi album.》
Jason innarca un sopracciglio incuriosito inserendo così un altro CD. Appena parte la canzone "Give me love" io sorrido.
《Anche a me piace comunque》mi dice sfilandosi il giubotto e deliziandomi della vista dei suoi bicipiti e delle sue spalle larghe.
"Sta diventanto interessante" penso. Oh ma che mi prende?
Intanto avanziamo l'uno verso l'altra e iniziamo a dondolarci al ritmo dolce della musica. Sembriamo due scemi, ma è così bello e rilassante...
Il suo sguardo attira più volte il mio, mentre nella piccola stanzetta si diffonde il suo profumo. Intanto studio il suo viso delicato, ha un taglio degli occhi sottile che quando sorride pure l'iride ride. Ha la pelle chiara con alcune chiazze rosse che non lo imbruttiscono affatto e ha la barba appena accennata.
Continuamo a muoverci vicini e con un po' di imbarazzo gli afferro la mano, così lui mi fa girare su me stessa e ci ritroviamo a ballare nella penombra di questo stanzino.
Sto quasi per appoggiarmi al suo petto quando d'improvviso irrompe la nostra collega, con fare agitato.
《Hey ragazzi cos'è questo casino?》
《Oh niente niente.》
Io quindi mi stacco subito da Jason arrossendo mentre al contrario lui sembra essere divertito e mi osserva con la coda dell'occhio.
《Si okay, ora però venite a darmi una mano di là, tra mezz'ora apriamo.》
《Si certo, vado subito》annuisce il ragazzo. Una volta sole, Kirsty mi sorride complice, nonostante io cerchi di ignorare le sue occhiatine.
《Ti piace?》
《Cosa?》
《Jason ti piace, vero?》ridacchia.
《Ma no, nemmeno lo conosco...stavamo solo ascoltando della musica.》
Il tono della mia voce risulta ancora più impacciato di quanto io sia in realtà.
《Certo certo.》
《E poi davvero, non voglio nessuno al momento》continuo.
《Perché? Insomma mi sembra un bravo ragazzo..》
《Non è per lui, è...lasciamo stare.》
Lei allora mi si avvicina, guardandomi negli occhi intensamente.
《Tutti abbiamo sofferto per amore ma non devi perdere le speranze.》
《Non si tratta di perdere le speranze Kirsty, è molto di più. Voglio solo stare da sola》le rispondo un po' innervosita.
《Okay okay scusa.》
Dopo la breve discussione raggiungo Jason al bancone ed inizio a sistemare i croissant.
La giornata trascorre liscia, senz'altro mi accorgo che è un mestiere faticoso quello della cameriera, e mi capita spesso di sbagliare ad usare la macchinetta del caffé. Mentre lavoro non parlo molto con gli altri due, sono così concentrata che nemmeno mi rendo conto di aver servito almeno un centinaio di persone. La cosa migliore di tutte per me è osservare ognuna di loro, ad esempio se mentre mangiano leggono un libro con calma, se lavorano al computer o se invece corrono via di fretta. È bello immaginare come siano le loro vite e interagire con tante persone diverse.
A fine giornata sono stanca morta ma sono soddisfatta, non sarà semplice però almeno anche io potrò dire di avere il mio piccolo "posto nel mondo".
Autrice
Ciao a tutti! Scusate il ritardo, è passata quasi una settimana dall'ultimo aggiornamento ma non riuscivo a scrivere, avevo molti pensieri per la testa.
Spero però che questo capitolo vi sia piaciuto...com'è stato il rientro a scuola? Come state voi?❤
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