CAPITOLO 4
《Arrivederci ragazzi》 dico uscendo dal King's Pub. Mi sento più leggera, guardo il cielo libero dalle nuvole ed inspiro. Dopo tanti mesi sto iniziando a fare qualcosa di buono anch'io, nonostante io non possa cancellare gli errori fatti in passato.
《Rebecca!》
Mi giro verso il locale alle mie spalle e vedo Jason sul ciglio della porta. Non indossa più il grembiule e mi sta guardando con un sorriso impacciato mentre gioca con la cerniera della giacca.
Io lo scruto interrogativa e allora il mio collega aggiunge:《Stavo pensando, ti va se ti accompagno a casa?》
《E lasceresti Kirsty da sola?》lo sfido. Jason si mordicchia il labbro e poi fa un ghigno.
《E lascerei te da sola per le strade buie di Boston?》
《Sei un tipo furbo eh.》
Lui fa le spallucce avvicinandosi a me.
《Mh credo accetterò la tua offerta》cedo e allora lui solleva un angolo della bocca.
《Bene, la sera non è mai bello che una ragazza giri da sola in una città così grande.》
《Me la so cavare meglio di quanto tu creda, e poi non è ancora così buio.》
Il ragazzo dinanzi a me coglie la nota scherzosa nella mia voce ribattendo:《Okay okay, mi arrendo.》
《Beh io abito a un isolato da qui, tu Jason?》
Inizio a camminare a passo svelto seguita da lui.
《Io non proprio, casa mia è dall'altra parte》 indica la direzione opposta alla nostra《ma sono contento di accompagnarti.》
《Va bene cavaliere, ora dimmi, quanti anni hai?》
《Ventidue, e tu Rebecca?》
《Temo di essere più piccola》 arriccio il naso《ho diciasette anni, beh tra due mesi ne faccio diciotto.》
《Quindi ad aprile.》
《Sai sembri molto più grande della tua età》ammette.
《Tu dici?》
《È così, inoltre è strano che tu vada già a lavorare invece di studiare.》
Sapevo che lo avrebbe detto.
《È una lunga storia, lascia stare》dico noncurante mentre osservo la vetrina di un negozio di vestiti.
D'improvviso senza volerlo inciampo su un tombino e per fortuna Jason mi afferra il braccio in tempo.
《Cazzo》sussulto.
《Hey, non farti male!》
Ci guardiamo negli occhi per pochi secondi, i suoi appaiono neri sotto la luce della sera e mi concentro ad ammirare le sue ciglia lunghissime. Ha uno sguardo così dolce che sembra quasi sorridere.
《Ehm si sono un po' distratta scusa, dai andiamo》esordisco interrompendo il contatto visivo che si era creato.
Percorriamo quindi qualche centinaio di metro sul marciapiede affollato parlando delle origini francesi di Jason prima di vedere il mio palazzo in lontanza.
《E tu invece sei americana al cento per cento?》
《Si》rispondo secca sperando che non si arrivi all'argomento "famiglia".
《Fa freddo vero?》cambio in fretta discorso stringendomi nel cappotto nero.
《Mh io sto bene, senti.》
Jason si ferma di colpo posandomi le mani sul viso e subito sento un piacevole torpore. Lui allora cerca di catturare di nuovo il mio sguardo, ma io arretro inaspettatamente. Non mi piace tutto questo contatto con uno sconosciuto, o quasi. Certamente lui non può sapere che io non sono una ragazza affettuosa, ma la sua confidenza mi mette a disagio.
《Oh ti ho dato fastidio che...insomma...》
《No, no tranquillo è che ho fretta di andare a casa.》
Che scusa stupida.
Poi gli indico il mio appartamento, nell'edificio di mattoni di fronte a noi.
《Ah e così vivi lì Rebecca.》
Lui sorride nervoso ed ha le guance rosse per il freddo.
Io annuisco:《Sì, assieme a Daniel.》
Jason esita.
《Oh è mio fratello, ha la tua stessa età.》
《Ah ma certo.》
《Grazie per avermi accompagnata allora.》
Io mi mordo il labbro, guidando Jason verso l'entrata del palazzo.
《Non ringraziarmi, anzi sai stavo pensando che secondo me noi due dovremmo uscire a cena una sera, senza fretta però.》
"No" penso tra me e me. Subito dopo guardo il suo viso un po' imbarazzato e mi chiedo quante volte si sia riformulato mentalmente questa domanda, mentre camminavamo. Provo quasi tenerezza verso di lui, in senso positivo però.
《Ehm...non lo so, sì può darsi》mento, strappandogli un sorrisetto.
Dopodiché ci salutiamo ed io varco il portone in legno del grande palazzo. Salendo le scale mi sorprendo addirittura a sorridere.
"Ma chi voglio prendere in giro" dico tra me e me, scuotendo la testa. Io e quel ragazzo siamo troppo diversi ed inoltre ora come ora non voglio nessuna storia, proprio no.
《Sono tornata》annuncio entrando in casa.
Dopo essermi tolta il cappotto mi dirigo in soggiorno dove mi imbatto in una scena triste. Daniel è seduto sul divano rosso e pare avere le guance segnate dalle lacrime. Il mio cuore perde un battito.
《Daniel stai bene?》
Mio fratello si passa una mano sul viso per asciugarsi dal pianto e poi mi lancia un'occhiata. Noto che è ancora vestito da ufficio, con giacca e cravatta, mentre adagio mi siedo accanto a lui.
《Si tranquilla, è solo che credo che Anna mi voglia lasciare...oggi abbiamo litigato per colpa mia, come al solito》si rabbuia.
Tiene la testa tra le mani guardandosi i piedi.
《Lei non ti lascerà, è solo una litigata.》
Non sono affatto brava a consolare gli altri, così gli accarezzo banalmente la schiena.
《No Rebecca sono un idiota, ma la amo davvero...》
Quasi mi commuovo vedendo mio fratello, sempre forte e sicuro, piangere per una ragazza.
《Ma a parte questo sto bene》 finge un sorriso.
Io allora appoggio la testa sulla sua spalla e gli prendo la mano:《Andrà tutto bene.》
Mi ricordo di quante volte me l'ha ripetuta lui questa frase. Io non ci ho creduto nemmeno mezza, però quando ero a pezzi mi faceva bene sentirmelo dire.
Dopo che Daniel finalmente si è calmato lo abbraccio.
《Raccontami com'è andata oggi》sussurra sulla mia spalla.
《Bene, sai mi piace quel posto.》
《Davvero?》
Io annuisco osservando le nostre mani ancora intrecciate.
《Rebecca, io voglio che ti piaccia davvero quello che fai perché guarda che lo so che ti senti in debito con me...ma sei mia sorella, a me andrai bene sempre, anche se non ti va di continuare...》
《No Daniel, io voglio continuare. Voglio renderti più sereno e poi mi piace davvero quel lavoro. Per una volta desidero che le cose vadano bene, senza che tu ti preoccupi.》
Mio fratello sorride appena, un sorriso che gli arriva fino agli occhi, quei bellissimi occhi azzurri.
《Sei molto bella Rebecca, in tutti i sensi.》
Scoppio a ridere.
《Come no...》
《Hai soprattutto dei begli occhi, non per il colore o per la forma. Sono belli perché ti raccontano. Intendo dire che dentro al tuo sguardo c'è tutta la tua storia, tutto quello che hai provato...i tuoi occhi non mentono. E adesso io ci vedo una ragazza che prova ad essere forte e che ci sta riuscendo.》
《Daniel...》sussurro senza sapere cosa dire. È semplicemente una cosa bellissima quella che mi ha appena detto.
《È stato difficile per entrambi, ma ora lo stiamo superando.》
Io fisso il muro bianco davanti a noi, sapendo a cosa si sta riferendo.
《Sei sempre stato così forte tu, come facevi a gestire tutto quanto?》
Lui diventa serio.
《Io non sono mai stato forte...semplicemente non sono come te.》
《E come sono io?》
《Emotiva, sincera, senza veli. Se stai male piangi anche davanti a tutti, se sei arrabbiata non ti fai problemi a mostrarlo, se vuoi andartene te ne vai, scappi. Non hai bisogno di fingere ecco...》
《Quindi tu hai sempre finto di farcela...?》
《Non esattamente. Io alla fine ce la facevo sempre, ma dovevo mostrarmi maturo e adulto. Da una parte mi ha aiutato a gestire quello che provavo, dall'altra mi ha impedito più volte di mostrarmi per com'ero》ammette a voce bassa.
《Tranne che con Anna, lei sapeva come stavo nonostante cercassi di non farglielo capire, nonostante cercassi di proteggerla.》
《Ma tu non hai mai dovuto proteggere nessuno.》
《Si, se ami qualcuno lo proteggi e basta, a costo di mentire. Lo proteggi da te stesso.》
Queste parole mi fanno male, come fossero graffi sopra alle ferite che porto sul cuore. Mi ricordano Jonathan. Infondo so che se lui mi ha mentito è stato solo per evitare di farmi del male, di farci del male. Alla fine però, mi ha distrutta ugualmente.
《Sai la cosa peggiore di tutta questa storia?》Daniel mi riporta alla realtà.
《Qual'è?》
《Ancora oggi non avere una ragione valida, non sapere il motivo di quel dannato incendio.》
Ho un groppo in gola. Anche io in questo momento sto mentendo a mio fratello dato che solo io so la verità su quella notte.
È vero, chi ama protegge.
Ma io chi sto realmente proteggendo, mio fratello o il ragazzo che mi ha cambiato la vita nel bene e nel male?
Intanto Daniel nasconde la testa nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla, come fanno i bambini.
《Lo so...ma ora per favore basta pensarci, è stata una giornata difficile. Anzi, sono stati mesi difficili.》
《Andrà tutto bene》sussurra lui sta volta, forse più a se stesso che a me.
Andrà tutto bene.
Autrice
Ciaoo, a dire il vero questo capitolo non mi convince dal punto di vista grammaticale e lessicale, però spero che a voi sia piaciuto❤
Grazie per aver letto
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