14 - Bilico
William aveva passato quasi due mesi insieme ad Alessio, slittando dalla biblioteca alle aule vuote sempre colmi di libri pesanti e di fogli e pergamene volanti che spesso perdevano per strada. Il Crovonero si era rivelato molto disponibile per trovare indizi chiari che potessero confermare Lestrange colpevole o scagionarlo del tutto, elencando i possibili scenari sia che lo collegassero sia che lo escludessero.
William aveva esposto ogni attacco, spiegato ogni metodo e informato dell'ultima sua supposizione, ricordandosi come Lestrange lo avesse colpito con forza tra le corsie. La sua conclusione che ci fossero più aggressori aveva colpito positivamente Alessio, facendolo riflettere su chi potessero essere i colpevoli: considerando che erano di più, non era jolto necessario vederla come un'abilità nell'apprendere magie di alto livello, ma solo che qualcuno fosse il braccio e qualcun altro al mente.
"Tu come mai non hai dubitato di Antheo Lestrange fino ad oggi?" gli chese ad un certo punto Alessio srotolando una pergamena. La domanda colse William di sorpresa.
"Lestrange non è così stupido da aggredire qualcuno nei momenti dove può dare troppo nell'occhio, e di certo non gira intorno alla preda per colpire" disse poi William posando la piuma che aveva in mano, era chiaro che la domanda dovesse portare altrove.
"E perché adesso invece pensi il contrario?" incalzò ancora Alessio, il tono enigmatico mise sull'attenti il Grifondoro.
"Ogni elemento si riconduce a lui; qualsiasi tipo di prova porta a lui e anche gli incantesimi usati. Non c'è nessun altro che riesca a fare tutte quelle cose"
"Allora perché ti ostini ad aiutarlo?" chiese infine Alessio. Non gli era chiaro tutto il percorso se si partiva dal presupposto che Lestrange fosse innocente, dichiararlo prima vittima e poi carnefice era incoerente e voleva dire che fino a quel momento nemmeno William era stato abbastanza sicurocdelle sue supposizioni e che avesse vacillato davanti a prove che potevano essere del tutto false, interpretando male anche l'ipotesi del Serpeverde: "Tu prima mi hai detto che non poteva essere lui per determinate ragioni, ed avete anche visto in due uno studente colpito. Ora mi dici che c'é la possibilità che lui possa aver agito e che lo stia nascondendo"
"Dove vuoi arrivare?" chiese William sospettoso.
"Da nessuna parte. Voglio solo evitare che tu possa finire da solo in un vicolo ceco" ribatté Alessio rimanendo calmo. William lo scrutò con fare sospettoso, era la prima volta che qualcuno faceva domande tanto fugaci.
Alessio alzò le spalle: "Non fare quella faccia, se dovessi prendere un granchio rischeresti di dovergli chiedere scusa, e credo tu non voglia" disse con fare divertito. In effetti non aveva tutti i torti: ammetere anche un torto e chiedere scusa a Lestrange in faccia sarebbe stato il cuomine dell'imbarazzo, nonostante si fosse già scoperto troppo.
"Va bene, hai ragione. Voglio scoprire chi è il colpevole, anzi i colpevoli, e non mi devo permettere errori"
"Bene" fece Alessio riteando la piuma sulle dita "Allora in base a tutti questi elementi potresti già capire chi sono"
"Ma non so... Lestrange?"
Alessio lo guardò in modo scocciato: "No! Ma di sicuro delle persone vicino a lui. Ammettiamolo chi starebbe alcsuo fisnco se non qualcuno che ha le sue stesse origini?"
Effettivamente William non ci aveva pensato: i colpevoli dovevano essere studenti molto vicini al Serpeverde per poter ricopiare il suo modus operandi in fatto di incantesimi e attacchi. Però chi poteva essere tanto meschino da fare quelle cose sapendo che poteva andarci di mezzo un amico? Ad un tratto gli venne un lampo: e se l'obiettivo iniziale non fosse stato far finire nei guai Lestrange? Magari gli aggressori avevano puntato su altro ed avevano ottenuto l'effetto contrario, lattacco a Rosier era stata la prova lampante.
"Ma sì!" William balzò in piedi improvvisamente facendo sobbalzare il Corvonero "La Parkinson! Zabini! Goyle! Loro tre sono praticamente la sua ombra, devono per forza essere gli unici ad aver agito!" quel flash gli venne chiaro in mente. Quei tre ragazzi erano gli unici che si avvicinavano a Lestrange proprio perché anche loro prediligevano le arti oscure e perché qualcuno aveva parenti Mangiamorte; un altro elemento poteva essere Adreo, il cugino, ma era troppo giovane e insicuro per magie del genere, lo si era visto chiaramente.
Scavalcò la panca del tavolone di Corvonero così in fretta che quasi ci inciampò sopra e si dileguò sotto lo sguardo perplesso e sorpreso di Alessio. William corse per tutta la lunghezza del corridoio fino a raggiungere le scale che portavano nei sotterranei per raggiungere la Sala Comune di Serpeverde e chiamare Lestrange. Non sapeva come gli avrebbe detto la sua ipotesi, che al novanta per cento poteva essere vera, ma doveva metterlo in guardia e fare in modo che fosse disposto a collaborare pur di svelare tutto quel mistero.
I sotterranei erano più freddi degli altri piani, e al Grifondoro veniva naturale sentire un brivido passando vicino all'aula di Pozioni, dove Piton stranamente era appostato davanti quando doveva essere nel suo ufficio. Aveva in faccia un ghigno piuttosto sinistro e non sembrava intenionato ad un semplice saluto di cortesia.
"É strano trovare un Grifondoro o uno studente in generale felice di percorrere questi corridoi, vero signor Weasley?" disse con un voce raggelante.
"Stavo cercando Lestrange, devo dirgli una cosa importante" disse William cercando di mantenere la calma, Piton diventava sempre troppo sospettoso, se si fosse mostrato agitato avrebbe certamente fatto alzare le antenne.
"Che strana combinazione... Il signor Lestrange non si è fatto vedere a lezione questa mattina, e nemmeno lei signor Weasley"
"Posso assicurarle, professor Piton, che non è come crede. Ho passato tutta la mattinata, come tutto il mese, dietrocai libri con un comoagno di scuola, quest'anno ho i G.U.F.O." William aveva pensato prontamente a quella risposta proprio per una domanda del genere. In troppi l'avevano visto in coppia con il Serpeverde e sicuramente qualcuno aveva avuto sospetti, specie con degli attacchi che si verificavano con più pericolosità ogni volta.
Piton fece una smorfia indispettita, odiava essere corretto a qualcuno, specie se quel qualcuno era un Grifondoro. Ma davanti ad una risposta del genere non aveva affatto modo di replicare. Si limitò a guardare William con occhi penetranti: "Veda di non fare altri danni, signor Weasley"
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Antheo era seduto davanti al Lago Nero con un volto perso nel vuoto. Quello che gli aveva detto Felix lo aveva scosso profondamente. Si sentiva tradito, e allo stesso tempo meschino per aver quasi mandato al macello i suoi amici. Non li condannava, loro volevano solo aiutarlo, ma ora si trovava in bilico tra due scelte: smascherarli e farli finire nei guai, cosa più sensata sapendo a cosa andavano in contro, oppure affiancali e prendersi piuttosto tutta la colpa.
Era come essere in una schacchiera: i pedoni si muovevano nella stessa direzione e nello stesso modo ed insieme formavano una barriera che impediva di raggiungere il re. Se lui avesse fatto una mossa falsa, diversa dagli altri, avrebbe aperto una breccia che avrebbe decretato la sconfitta.
Non poteva permettere che Weasley potesse smascherare i ragazzi, ora doveva scegliere se agire della ragione o nella fedeltà.
"Eccoti dov'eri! Mi hai fatto fare il giro della scuola almeno tre volte" la voce lagnosa di Weasley lo fece sobbalzare leggermente, ma Antheo non si girò. Aspettò cche lo raggiunse vicino al Lago Nero.
"Lestrange io devo dirti una cosa, ma ti conviene non alzarti se non vuoi avere un mancamento"
"So già cosa vuoi dirmi" disse Antheo impassibile, non avrebbe permesso ad un Grifondoro di distruggere la dignità e la reputazione dei suoi amici, lui un giorno sarebbe stato a capo della Causa e non voleva oerdere seguaci. Si alzò e si girò piano verso Weasley, intenzionato a venire meno alla loro collaborazione: "Non ti permetterò di andare oltre Weasley, mi dispiace. So chi sono i colpevoli, e non ti permetterò di finire la tua missione della giustizia"
"Cosa?!" fece sorpreso e confuso Wealsey, ma Antheo era stato chiarissimo. In fondo lo aveva detto tante volte, loro erano nemici e sempre e comunque sarebbero stati l'uno contro l'altro; collaborare implicava una tregua fino a che non avessero capito chi fosse il vero colpevole, ma ora che lo sapevano, non era necessario essere uniti, il patto si fermava lì.
Il Grifondoro se lo doveva aspettare, non poteva fidarsi di un Serpeverde, in più sapendo che esso era anche un Mangiamorte avrebbe dovuto tenere la gusrdia più alta. Antheo gli puntò la bacchetta contro lasciandolo per un attimo pietrificato dalla sorpresa, per poi fargli realizzare le sue vere intenzioni, non lo avrebbe fatto agire oltre e piuttosto avrebbe seguito i suoi genitoricad Azkaban, costi quel che costi.
"Tu sei pazzo Lestrange!" disse poi Weasley "Preferisci essere condannato al posto dei tuoi amici rischiando così tutte le opportunità che le tue conoscenze ti permetteranno?!"
"Io ho una sola opportunità Weasley: sono un servo del Lato Oscuro!" disse lanciando un incantesimo non verbale che scaraventò Weasley indietro di alcuni metri. Il Grifondoro cercò di alzarsi velocemente e schivò a fatica gli altri schiantesimi che gli vennero inflitti, per poi estrarre la sua bacchetta e contrattaccare.
Non si sarebbe aspettato un tale rifiuto, eppure Antheo aveva sempre dimostrato di poter collaborare a fatica e gli aveva già detto che il loro era un puro interesse personale, ora ne valeva della reputazione di Sybil, Nathan e Ismael.
Il loro duello si accese di più, né Weasley né Antheo voleva arrendersi e riconoscere di non poter fare più niente, sembrò che volessero lì concludere una volta per tutte il loro affronto e riconoscere chi era il più forte.
Se qualcuno fosse venuto lì in quel momento, di sicuro si sarebbe spaventato a vederli tanto malconci, ma Antheo questa volta non si sarebbe fermato, non avrebbe tradito i suoi amici e non lo avrebbe fatto con nessuno, Weasley sarebbe rimasto a bocca asciutta. Dovevno aver passato un quarto d'ora buono a lanciarsi incantesimi, a malapena si accorsero delcsole che iniziava a calare.
"Non sei obbligato a farlo Lestrange!" disse poi Weasley mentre schivava un altro schiantesimo "Non puoi pagare per gli altri!"
"E perché dovrei farlo?!" fece Antheo caricando un altro colpo, non era intenzionato ad ascoltarlo, poteva essere un inganno che lui voleva evitare.
"PERCHÉ NON É QUELLO CHE VOGLIONO!!" disse Wealsey con tutto il fiato che aveva in corpo. A quella frase Antheo si bloccò di colpo. Aveva ragione: i suoi amici non avevano mai agito per fargli del male, e se luicsi fosse preso la colpa, loro non se lo sarebbero mai perdonato.
Felix prima gli aveva detto di fermarli, che erano fuori controllo e dentro un terribile guaio, e la stessa cosa gliela stava dicendo Weasley anche se in un altro modo, ma perché la sua testa era tanto incasinata?
"Io non ti biasimo Lestrange, so che ci tieni alla loro amicizia, ma in questo modo sarà peggio e tu contribuirai solo a distruggerli del tutto" Weasley si avvicinò al Serpeverde, ora che lo vedeva inoffensivo. Abbassò il braccio con la bacchetta puntata mente Antheo fissava il vuoto, inerme e in preda alla confusione.
"Devi fermarli, altrimenti ci andrete di mezzo tutti e quattro"
"Nonposso mettere in pericolo i miei compagni... "
"Non ti sto chiedendo questo" fece Weasley con tono risoluto, lo vedeva fermo in una crisi mentale, sapeva che era instabile e che il suo stato d'animo gli impediva di ragionare lucidamente. Ma lui gli stava solo dicendo di reagire e di fermare tutto quello prima che potesse sfociare in altro, in fondo, magari per pura bontà, i suoi amici non ne avrebbero risentito tanto e lui avrebbe avuto almeno gli ultimi anni di scuola tranquilli.
Antheo aveva gli occhi che gli tremavano, non sapeva dove guardare e come agire, non sapeva come l'avrebbero presa gli altri e nemmeno come smascherarli, erano bravi a nascondere determinati problemi e ad agire nell'ombra, quando cresci nel Lato Oscuro, una cultura te la fai sempre.
"Weasley..." disse alla fine, completamente in preda ad un abbattimento terribile di umore, sapendo che ormai poco poteva fare se non affidasi del tutto al suo peggior nemico, poteva essere uhno stupido scherzo, ma non aveva alternative "Ho bisogno del tuo aiuto"
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