✧༺Eterni Rivali༻✧
-Poe Pov-
La solitudine, per gran parte della mia vita, è sempre stata mia compagna.
Senza contare ovviamente il mio fedele animale, Karl. Lui di certo è insostituibile.
Diciamo che... essendo una persona molto introversa, non riuscivo a trovare il mio posto, come se non sapessi cosa fare o dove stare...
Sin da piccolo, non riuscivo ad integrarmi con gli altri e tantomeno trovare il coraggio per provarci.
Proprio per questo mi chiudevo in me stesso, cosa che in realtà, faccio tutt'ora.
Pensavo che nessuno mi capisse o potesse farlo, ma non avevo ancora appreso che in realtà la fonte di questo problema, fossi proprio io.
Il non provarci, mi faceva pensare che non potessi avere affinità con nessuno tantomeno relazioni o affetti nei confronti di un qualcun altro.
Oramai però, era troppo tardi per ricominciare o riprovarci, il mio mondo era stato ricoperto da un lenzuolo color petrolio che mi affogava e mi portava sempre più in profondità e di conseguenza, mi impediva di uscirne.
Era passato troppo tempo e quello che avrei potuto considerare come "Periodo di giovinezza" si era concluso all'arrivo dei miei 22 anni, quando lo incontrai per la prima volta.
Andavo ancora all'Università e a quel tempo, a parte essere il classico secchione della scuola, attiravo anche abbastanza l'attenzione date le mie doti da scrittore, agli occhi di quei determinati personaggi molto influenti dell'Ateneo.
Non per vantarmi, ma avendo una buona testa, molto spesso mi venivano richiesti favori ed altre cose che a me davano solamente fastidio, per questo tendevo ad isolarmi. Alla fine però, riuscivo a svolgere alla perfezione tutte quelle richieste, nessuno riusciva a superarmi in questo.
Le persone si accorgevano di me, solo nel momento del bisogno, quando a loro era più comodo.
Ma un giorno la mia vita cambiò drasticamente.
Come mio solito mi trovavo nel giardino di quell'immensa struttura e stavo leggendo un semplice libro, giusto per rilassarmi e non pensare a tutte quelle frustrazioni che mi svolazzavano in testa.
Ad un certo punto, mentre leggevo, constatai di non riuscire più a leggere una singola parola di quel libro. Sembrava che il sole che prima batteva forte su di me si fosse oscurato all'improvviso.
Ma le mie domande ricevettero immediatamente delle risposte con il solo sollevare la testa.
Un ragazzo dinanzi a me si era postato.
Portava una camicia bianca, con sopra un gilet nero, un cravatta viola lasciata lenta per comodità e dei semplici pantaloni a pinocchietto color nocciola.
I suoi capelli neri come la pece svolazzavano con la leggera brezza, ed il suo sorriso smaliante riempiva tutto il suo viso roseo.
Lo guardai ed inizialmente non capii cosa volesse da me.
Poe:" Posso fare qualcosa per voi...?" Chiesi timidamente, con il mio classico tono di voce molto delicato e sottile.
Il ragazzo mi guardò porgendomi un sorriso a trentadue denti e piegandosi verso di me fece sì che i nostri volti si avvicinassero l'uno all'altro.
Ranpo:" Tu dovresti essere Edgar Allan Poe, se non erro?"
Poe:" C...Chi desidera saperlo...?" Chiesi timoroso.
Il ragazzo tornò alla sua postura eretta e portandosi le mani sui fianchi rispose:" Io, Edogawa Ranpo! Genio indiscusso nonchè eccezionale detective! Sono davvero sorpreso che tu non mi conosca!"
Lo scrittore rimase interdetto da quelle parole, come se lo avessero colpito nel profondo.
Dovrei conoscerlo?
Mi deve essere sfuggito qualcosa.
Oppure... Si sta solo burlando di me?
E allora risposi:" E cosa desidera da me il Detective Edogawa Ranpo?"
Il ragazzo mi guardò sorridendo in modo beffardo:" Io ti sfido."
Poe:" Eh?"
Il corvino puntò il suo sottile dito verso la mia direzione per poi ribattere:" Ti sfido ad un duello! Tutti sostengono che tu sia un genio riguardante enigmi e problemi, cosa che ovviamente non metto in dubbio, ma voglio vedere se riesci ad arrivare al mio livello! Al livello di un vero e proprio genio!"
...
Rimasi come pietrificato da quelle parole, ed onestamente non sapevo il perché. L'unica cosa che provavo in quel momento fu... solamente eccitazione.
Non riuscivo a spiegarmelo, sentivo solo un fremito improvviso ma non di paura bensì di esaltazione.
Sentivo come se, finalmente qualcuno, avesse la stoffa o per lo meno la voglia, di capire cosa il giovane scrittore Edgar Allan Poe stesse pensando o su come ragionasse.
Infine decisi di chiudere quel libro, del quale avevo già capito il finale e guardare il ragazzo dritto negli occhi.
Poe:" Accetto con molto piacere la vostra proposta, Edogawa Ranpo." Ribattei infine.
Il ragazzo sorrise e dalla sua reazione sembrava al settimo cielo, come se avessi accontentato uno sciocco desiderio.
Io non sapevo di cosa il detective fosse capace, ma ero sicuro di vincere quella partita, ma non avrei mai creduto che la mia vita sarebbe finita definitavamente quel giorno.
Durante la nostra partita, sembrava che la vittoria fosse tranquillamente nelle mie mani.
Un caso di omicidio, servito su un piatto d'argento. Bisognava comprendere chi, fra gli invitati di quella villa, fosse il criminale che ad ogni ora avrebbe ucciso un'ulteriore vittima.
Intrighi, fraintendimenti, enigmi ed anche doppi giochi. I punti fondamentali per risolvere quel caso complicato li si trovavano nei più minimi dei dettagli che il corvino lasciava per scontato considerandoli inutili.
Pensavo che tutto sarebbe filato liscio ma non potei nemmeno immaginare che faccia il mio volto avesse espresso quando capii che il ragazzo, senza quegli indizi, era riuscito a risolvere quel caso.
Ma come...?
Poe:" Com'è possibile... Come hai fatto...?"
Queste furono le uniche parole che la mia bocca riuscì ad esprimere a quella visione.
Nella mia testa scorrazzavano così tante domande che mi sarebbe servita più di una vita per esporle tutte allo scaltro detective.
L'altro ragazzo mi sorrise dolcemente e guardandomi disse:" Beh, per un detective eccezionale come me, questo non era nulla. Anche se devo ammettere..."
Alzai lentamente il volto verso il suo, curioso delle sue parole.
Il ragazzo continuò:"... Nessuno dei miei sfidanti fino ad ora... era mai riuscito a mettermi in difficoltà. In genere riuscivo a finire questi duelli in meno di 60 secondi, massimo 61. Ma tu...hai reso questo sfida autentica e soprattutto eclatante! Te ne sono grato... Però!" Disse puntandomi un dito contro:" Non sei ancora arrivato al mio livello! Dovrai fare MOLTO di meglio, per raggiungere il mio genio mio caro scrittore! Sei ancora molto lontano dalla mia cima!"
Poe:" Cosa... Cosa dovrei fare per raggiungere un tale livello!?" Dissi come disperato, come se non riuscissi a reprimere la mia curiosità.
Ranpo:" Impegno, ecco cosa! Forse ci vorranno ore, giorni, anni! Ma se continuerai ad impegnarti con tanta serietà e costanza, i risultati saranno evidenti!"
Poe:" Capisco. Ce la farò, Edogawa Ranpo. Ti sconfiggerò." Dissi in maniera quasi minacciosa.
Ranpo:" Non desidero altro. Aspetterò pazientemente il giorno, in cui tu riuscirai a superarmi anche se lo vedo molto lontano~" Rispose con tono molto provocatorio.
Non sapevo di preciso cosa mi stesse accadendo ma provavo come un senso di... rabbia. Volevo raggiungere quella cima anche a costo della vita, anche se dall'altro lato quel ragazzo mi aveva letteralmente stregato.
In tutta la mia vita non ho mai conosciuto un qualcuno con una tale capacità.
Poe:" Stai pur certo, che quel giorno arriverà."
Il detective mi rivolse un sorriso soddisfatto per poi aggiungere:" Catch me if you can, Mr Edgar~"
Lo guardai sorpreso:" Ma questa..."
Ranpo:" Vedo che lo hai notato!" sorrise.
...
Poe:" Questa è... una famosa citazione espressa dall'accerrimo nemico di Sherlock Holmes"
Ranpo:" Esatto! Dal suo rivale numero uno!" Puntò nuovamente il dito verso di me, ma stavolta, rimasi davvero sorpreso da quella sua espressione anzi, dal vedere il suo volto "completo".
Verde.
Questo fu il colore che mi sovrastò. Due smeraldi portava il giovane detective al posto degli occhi, così ipnotizzanti che risultava impossibile distogliere lo sguardo.
Il giovane continuò:" Le nostri parti sono state assegnate. Io, Edogawa Ranpo, sotto la veste dello scaltro detective Sherlock Holmes e tu Edgar Allan Poe come mio famigerato rivale, come il Professor James Moriarty."
Quelle sue parole mi colpirono profondamente facendomi provare delle sensazioni che il mio spirito non aveva mai provato prima.
Poe:" Accetto. Accetto la tua sfida, Edogawa Ranpo"
Quello... fu l'errore più grande della mia vita.
Accettare quella maledetta sfida aveva segnato la mia fine.
Scrissi pagine su pagine, libri su libri; mi chiusi fra le mure oscure della mia casa solo per trovare un qualcosa, un qualche colpo di genio che avrebbe portato Edogawa Ranpo alla resa.
Inizialmente presi questa sfida come un qualcosa di personale, una sottospecie di vendetta ma, quando lo rividi, dopo 6 lunghi anni, potei constatare che non era cambiato assolutamente niente fra me e lui.
Le sue doti intellettive, il suo potere, erano troppo per me.
Infatti, come previsto, riuscì a risolvere il mio libro, il lavoro di quei 6 anni come se fosse nulla.
Io non riuscivo a capire...
Come faceva quel ragazzo a bruciare anche la più piccola delle mie speranze?
Che cosa frustrante...
Quando mi rivide dopo tutti quegli anni sembrò anche essersi dimenticato di me, tsk, che mi sarei dovuto aspettare...?
Ero devastato, non sapevo davvero cosa fare.
Ranpo:" Ricordavo bene..."
Poe:" Uhm...?"
Cosa vuoi dirmi...?
Che ricordavi alla perfezione di quanto fossi ingenuo? Nel non riuscire a vincere un duello utilizzando i miei stessi attacchi?
Oppure che uno scrittore come me non avrebbe mai potuto raggiungere il tuo livello da detective?
Ranpo:" ...Il tuo stile di scrittura è sempre stato sublime" Disse il detective sorridendomi dolcemente.
-!?
Il mio volto si tinse leggermente di rosso, pensavo si sarebbe preso gioco di me per non essere riuscito a raggiungerlo, di non essere arrivato a quella cima a cui tanto aspiravo.
Poe:" T-Tu ricordi... Ma sono passati-"
Ranpo:"- 6 anni e 38 giorni per essere precisi! Uff! Pure tu potevi convocarmi prima! È raro che il proprio rivale ti faccia aspettare così tanto! Mi sono annoiato a morte!" Disse in modo quasi infantile.
M-Mi... Mi sta... rimproverando!?
Poe:" Io non pensavo che-"
Ranpo:"-ADADADA! Aspetta un momento!" Fece per darmi le spalle ed avvicinarsi alla donna che lo aveva accompagnato con la busta, premio della nostra sfida, contenente informazioni importanti sul piano del nostro capo, il Signor Francis Scott Key Fitzgerald:" Yosano-San! Mi faresti l'immenso piacere di iniziare ad avviarti? Io ho alcune cose di cui discutere con il Signor Edgar!"
La donna prese la busta e sorridendo rispose:" D'accordo, ma ne sei sicuro?"
Ranpo girò il volto verso la mia direzione e riportandolo dopo poco verso la donna esclamò:" Sicuro! Non hai nulla di cui temere! Avverti il Presidente, che tutto andrà bene, basterà seguire le mie informazioni! E poi smettetela di trattarmi come un bambino! Ho ben 26 anni! Anzi sono il più grande, il vostro Senpai!" Rispose il ragazzo facendo un'espressione offesa, gonfiando le guance.
Beh, facendo quell'espressione non è che ci convinci molto sai...?
Yosano:" D'accordo d'accordo! Mi affido a te allora." Sorrise e porgendomi un inchino concluse dicendo:" Arrivederci, Signor Edgar"
Poe:" A...Arrivederci..."
Ero leggermente scosso, non mi sarei mai aspettato un tale comportamento ma soprattutto una simile reazione! Dopo tutto quello che è successo... sono rimasti così calmi!?
Come mio solito, avendo la testa fra le nuvole, non mi resi nemmeno conto di aver Ranpo letteralmente dinanzi a me.
-!?
Ranpo:" Bene! Adesso torniamo a noi!" Disse il ragazzo piegandosi leggermente verso di me:" Eheheh~ Vedo che non sei cambiato per nulla~ Sei sempre il ragazzo timido di quando andavamo all'Università" Disse ridendo.
Poe:" B-Bhe nemmeno tu mi sembri tanto diverso!" Dissi ancora più rosso in volto.
Cos'era quella sensazione!?
C-Che diavolo mi prende!?
Ranpo:" Sai Poe-Kun... era da tanto che aspettavo questo giorno!"
Poe:" Cioè il giorno in cui avresti vinto nuovamente contro di me?" Dissi in tono funereo, deluso dall'ennesima sconfitta.
Ranpo:" Beh, a tutti piace vincere no? Ma non è per questo che aspettavo impazientemente questo giorno!" Disse sorridendomi ed avvicinandosi sempre di più a me.
T...Troppo vicino...
Poe:" E-E allora quale sarebbe il moti-" Il mio discorso fu interrotto dallo stesso Ranpo, che con un dito sollevò il mio viso facendo avvicinare le nostre labbra e creando così un vortice di colori grazie all'unione dei nostri occhi.
Il verde brillante come uno smeraldo unito al viola intenso come un'ametista.
Ranpo:" Il motivo? Semplicissimo! Volevo rivedere il mio acerrimo rivale e vedere se anche in questa manche mi avrebbe stupito... come quel bellissimo giorno di 6 anni fa~" Disse stampando tali parole sulle mie labbra.
Il mio cuore stava letteralmente implodendo.
Non capivo come quel ragazzo riuscisse a farmi impazzire ogni volta.
Erano passati tanti anni e quello che pensavo fosse odio represso nei suoi confronti... si era tramutato in un amore profondo ed incondizionato ma soprattutto NON ricambiato.
Un segreto, che mi lacerava dall'interno.
In tutti quegl'anni, non sono mai riuscito a togliermi il ragazzo dalla testa nonostante forzassi me stesso di considerarlo un nemico.
Le sue impressionanti deduzioni finivano ripetutamente in prima pagina sul giornale ed io non riuscivo proprio a trattenermi.
Compravo sempre quei giornali restando al passo con tutte le sue "avventure" come un vero proprio fanboy.
Poe:" I...Io..."
Ranpo:" Vedo che ti sono mancato parecchio nee~"
Poe:" N-NO!! C-Cioè-" Abbassai furtivamente lo sguardo, come se avessi commesso un errore e fossi pronto per essere punito.
Io... Io...
Ero spaventato... non sapevo come rispondere...
E se...avesse capito ciò che provo!?
C-Come reagirebbe!??
Ranpo:" Poe-Kun."
La sua voce, il suo richiamo, mi fece sollevare la testa e puntare lo sguardo verso di lui.
Poe:"...Eh...?"
Il ragazzo mi sorrise in modo dolce e poggiando le mani sul mio volto, accarezzando i miei capelli rispose:" Poe-Kun... non c'è bisogno di mentire"
Quell'affermazione per me, fu il vero e proprio colpo di grazia.
Non avevo mai provato emozioni del genere, infatti non riuscii a contenermi.
Delle calde lacrime, iniziarono a rigare il mio volto pallido diventato roseo per l'imbarazzo.
Il detective sorrise ed infine mi fece spazio fra le sue braccia.
Mi accarezzava dolcemente i capelli e fra un singhiozzo e l'altro mi disse:" Sfogati pure Poe-Kun, te lo meriti. Dopo tutto il tuo duro lavoro, ti ci vorrebbe proprio una bella vacanza!" mi strinse:" Ti sei impegnato moltissimo, lo so, l'ho perfettamente constatato. Dopotutto, siamo rivali, ed alla fine ci compensiamo l'un l'altro! Ma ciò non implica che non possano andare d'accordo no?"
Il detective poggiò le labbra sul mio capo, fra i miei capelli dicendo:" Lo sai Poe... Anche tu, mi piaci tanto..." Disse infine soddisfatto, come se avesse indovinato un'altra delle sue previsioni.
-!?
...
Come è possibile...
Come fai a sapere sempre tutto...?
KYAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SCUSATEMI RAGAZZI SE CI HO MESSO TANTO! Ma come spiegato in un'altra storia, che vi consiglio di leggere, ho avuto diversi problemi familiari che mi hanno impedito di scrivere.
AD OGNI MODO, CERCHERÒ DI ESSERE PIù FREQUENTE!
Per ora vi lascio questa SOFT Ranpoe, E QUINDI LA SHIP PIÙ BELLA DEL MONDO-, e poi passerò a One Shots un po più HOT~
Anyway, spero vi piaccia dato che, ne sono onestamente fiera!
Detto questo ci vediamo alla prossima!
Bye bye!
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