Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

5 - Fading memory

Non è strano come le persone cambino e crescano separate e smettano di parlare? Come sei così abituato a vivere con qualcuno nella tua vita e all'improvviso semplicemente, non sono più lì. Come devi crescere, abituandoti alla nostalgia e cercando di vivere la tua vita senza quella persona? E poi un giorno, senza aspettartelo, senza preavviso, vedi quella persona, con la quale giuravi che sareste rimasti amici per sempre, con la quale probabilmente avevi fatto migliaia di cose, con la quale probabilmente avevi i ricordi migliori, con la quale probabilmente avevi fatto dei piani per il futuro... e poi riesci appena a pensare a qualcosa da dire. O forse hai troppe cose da dire e finisci per dire ciò che non avresti voluto. Poi finalmente capisci che da qualche parte lungo il percorso, nel tuo rapporto qualcosa è andato storto, è successo qualcosa che ha cambiato quella bella sensazione che avevi con quella persona... e probabilmente non sarai mai più vicino a quella persona in quel modo, il che è triste. E ti fa pensare, rimpiangere le cose, sentire la mancanza le cose, chiederti cosa è andato storto? E perché? Perché è dovuto finire? Perché volevi dannatamente tanto che non finisse.

Louis pensa che sia una delle cose più tristi che abbia affrontato recentemente.

E sa che tutti lo provavano nella vita (se non perdi delle persone, non stai vivendo davvero), lui l'aveva fatto durante e dopo l'università... Ma non parlando in particolare di Erika, la ragazza con la quale aveva parlato per sei mesi al suo primo anno di college e poi non ci aveva parlato mai più, che aveva visto il giorno in cui si era trasferito a Londra. O Daniel, il ragazzo con cui aveva parlato di più nella sua classe di teatro e poi aveva saputo essersi trasferito a Parigi. O persino Lola e Philip, i migliori per uscire la sera, che aveva incontrato tre settimane prima all'alimentari.

E' del suo migliore amico che sta parlando. Il suo fidanzato. Correzione. Ex migliore amico ed ex-fidanzato. Perché da Erika, Daniel, Lola e Philip non si aspettava niente... Non si aspettava che gli promettessero una vita. Non glielo avevano promesso.

Harry lo aveva fatto.

Harry aveva promesso molto. E mentre Louis non si aspettava di mantenere i contatti con quelle quattro persone, se lo aspettava da Harry. Si aspettava molto.

Ora non ha nulla.

"Hai ancora me", aveva detto Zayn la notte dopo (Louis non era andato di nuovo a lavoro) dopo la discussione di Louis con l'uomo dagli occhi verdi. Dopo essere scappato per una passeggiata da solo. Scappato. Perché era stato troppo.

E Louis lo sapeva - sa di avere Zayn. Per adesso. Ed è contento che anche Zayn non gli abbia promesso una vita. Ancora.

Louis chiamò la madre quella stessa sera, solo per sentirla parlare. Non disse niente, Fiona sapeva che qualcosa non andasse bene, ma non chiese. Solo il solito. Sei felice? Che Louis ignorò perché non era in grado di rispondere in quel momento.

Alla fine andò a lavorare il giorno dopo perché si ricordò di dover andare avanti. Andare avanti di nuovo.

Sembrava uno schifo, non aveva detto buon giorno a nessuno e aveva passato la sua pausa nell'auditorium guardando il pianoforte e suonandolo nella sua mente. Bevve altro caffè, lavorò per un po', sostituì il pranzo con due sigarette, suonò ancora il pianoforte mentalmente, fece lezione (parlando con una voce morta e insegnando agli studenti come fingere il pianto e assegnandogli poesie triste), bevve altro caffè, fumò altre sigarette, lavorò fino a tardi e tornò a piedi all'appartamento (potrebbe aver ignorato Zayn).

Il giorno dopo Liam gli parlò e gli chiese come andasse. Era totalmente confuso e totalmente preoccupato, ma Louis gli disse che forse un giorno glielo avrebbe raccontato, quando si fosse sentito pronto e di non provare a chiedere a Zayn perché non glielo avrebbe detto.

Il resto della giornata fu uguale.

Venerdì Jonathan finalmente comparve in classe e apparentemente anche lui le aveva saltate. Louis pensò che sembrasse patetico, esattamente come lui.

"Hey Jonathan", chiamò il ragazzo che era pronto per andarsene, dopo aver raccolto il suo zaino dal pavimento.

"Si, Signor Tomlinson?", la sua voce sembrava peggio di quella di Louis, il che fece pensare al più grande di essere molto più abituato del ragazzo al dolore.

"Non sembra che tu stia bene", tentò di dire nel tono più interessato possibile, affinché il ragazzo non credesse che fosse un qualche tipo di insulto.

"Perché non sto bene. Ma va bene così", sorrise ed era così cinico che fece venir da vomitare a Louis e nonostante avesse fatto solo colazione.

"Ugh, odio quando la gente lo dice", Louis roteò gli occhi e sarebbe potuto diventare davvero uno stronzo in quei giorni nei quali avrebbe preferito morire piuttosto che sentirsi in quel modo.

"Che cosa?"

"Va bene così", cambiò tono di voce per essere ancor più pungente e scrollò le spalle sarcasticamente. 

"Non va bene sentirsi una merda, Jonathan, non farti ingannare te stesso", disse un po' più forte, però, il ragazzo non sembrò infastidito.

"Erm, si, ma andrà tutto bene alla fine".

"Non del tutto. Lascerà le cicatrici", disse debole, sembrava stanco e lui lo sentiva, quindi si appoggiò al pianoforte, come l'ultima volta. 

"Va meglio con il tuo, erm, amico?"

"No", rispose Jonathan. Se il ghiaccio avesse potuto parlare, il suono sarebbe stato lo stesso. "E lui è il mio migliore amico".

"È o era?", la voce di Louis sembrava... No, Louis sembrò uno stronzo.

"E'. C'è sempre speranza...", abbassò lo sguardo, cercando di non mostrare quanto dispiacere gli stesse provocando sentire quelle parole di Louis:"anche se mi sento come se fosse tutto finito".

"Forse è così. Gli amici non rimangono per sempre".

"Miglior amico. E' il mio migliore amico", ripeté Jonathan, un po' infastidito, i suoi occhi verdi lo mostravano chiaramente, ma la sua voce rimase calma e fredda.

"Fa differenza?", disse Louis annoiato. Non sembrava nemmeno che stessero avendo una conversazione come le altre volte, come dovrebbero avere un insegnante e il suo studente.

"Si certo. Non dovremmo stare in questa situazione, non dovremmo essere arrabbiati e litigare in questo modo".

"Oh Jonathan sei ancora così giovane", scosse la testa e la sua voce uscì ferma e stava davvero facendo del suo meglio per parlare con calma, quando in realtà avrebbe voluto urlare per tutta la vita. O almeno quello che ne restava:"Questo non significa niente, è comunque una persona, può commettere errori e può comunque essere quello che non dovrebbe essere. Ciò significa che può comunque ferirti. Lasciandoti a pezzi che solo tu sarai lì per raccogliere".

Jonathan guardò il suo insegnante con gli occhi spalancati, poi si corrucciò e sembrava confuso come se la persona di fronte a lui non fosse la stessa che gli aveva detto che non aveva un bell'aspetto.

"Questo non ha senso, signore, mi dispiace. Dylan non mi lascerebbe mai, non mi ferirebbe di proposito. La persona che mi dimostra di essere, è la persona che è veramente", disse, la sua voce sembrava più viva nominando il suo migliore amico e sembrò così sicuro di quello che stava dicendo che Louis avrebbe voluto avere diciotto anni e non essere il suo insegnante per tirargli un pugno e fargli vedere la realtà.

"Questa è la vita vera. In base a quale principio non ti lascerebbe da solo? Forse ti lascerà senza una parola, mostrandoti quanto fosse importante il vostro rapporto", rise amaramente. 

"O ancora peggio, ti dirà quanto ti ama, quanto profondamente si sia innamorato di te, il giorno prima, ti prometterà il mondo come se il giorno dopo dovesse essere al tuo fianco come sempre. Ma non ci sarà. Non ci sarà e sarai solo a pensare a come non sarai mai in grado di dirgli quanto anche tu lo amassi. Provaci. Prova a dirgli quanto lo ami e che vorresti di più da lui. Ti prometterà il Paradiso, ma ti lascerà all'inferno", ormai stava gridando, il sangue che gli ribolliva nelle vene e Jonathan... Jonathan aveva fatto un passo indietro come se stesse lentamente scappando da quel pazzo.

"Signor Tomlinson...", Jonathan lo chiamò piano, spaventato e... triste. Louis lo aveva intristito più di quello che era prima.

"Merda", imprecò sotto voce, senza farsi sentire:"mi dispiace. Mi dispiace Jonathan", disse con le mani tra i capelli e si avvicinò al ragazzo, ma non più di tanto. 

"Non volevo insinuare nulla. Io non... non è affare mio. Non so cosa sia successo tra voi due, non dovrei fare questo tipo di assunzioni. Sono stato così sgarbato, mi scuso. Non prenderla male, per favore", disse disperatamente e il ragazzo lo guardò curioso.

"C'è qualcosa che non va, signore?"

"No. Voglio dire, sono abbastanza giù ultimamente e questo tira fuori il peggio del mio umore. Non avrei dovuto parlare in quel modo e dire certe cose, che non avevi bisogno di sentire".

"Un uomo saggio mi ha detto una volta che è meglio parlare piuttosto che tenersi dentro tutti i pensieri negativi dentro di se", Jonathan sorrise appena e le sue parole fecero ridere Louis.

"Non devi ascoltare un vecchio uomo sproloquiare dei suoi problemi".

"Lei non è vecchio."

"Non ho sicuramente diciotto anni", scosse la testa e poi sospirò. Avrebbe voluto.

"Beh, mi dispiace se qualcosa la sta tormentando. Ma non lasci che prenda il sopravvento su chi lei veramente è e si ricordi di lottare per ciò che vuole. Sia felice perché la vita è troppo breve per viverla immersi nella delusione", Jonathan sorrise, cercando di non far vedere quanto le parole di Louis lo abbiano ferito.

Louis pensò che forse il ragazzo dopo tutto, capiva cosa fosse il dolore.

"Grazie ragazzo", anche Louis gli sorrise e vide Jonathan prepararsi per andarsene. 

"Oh, ascolta", il ragazzo lo guardò girando solo le spalle:"dimentica quello che ho detto, solo... non aiuta affatto".

"No, invece si. In qualche modo, lei ha comunque ragione, signore. Come sempre".

E Louis percepì la tristezza in quella voce.

E aveva ragione su ciò che aveva detto.

E quella volta, quando uscì dal lavoro, non ci pensò due volte ad entrare nel negozio più vicino, lungo il ritorno, per comprare altre sigarette e una bottiglia (o due, per un'altra volta, magari) di vodka.

~ * ~

"È ubriaco. Di nuovo", Zayn sospira oltrepassando la porta d'ingresso, con Liam al suo fianco dopo essere usciti.

È dicembre ormai, il che significa che è passato un mese da quando Louis aveva parlato con Harry. Il che significa che è un completo disastro da allora. Il che significa che ha iniziato nuovamente ad odiare se stesso.

"Mi dispiace che tu debba vederlo in questo stato", Zayn parla camminando verso Louis che sta urlando dalla cucina.

"Ho visto Louis ubriaco molte volte prima d'ora", ridacchia Liam camminandogli accanto.

"Si... ma questa volta è diverso", dice quasi sussurrando, non essendo sicuro di volere che l'amico lo sappia.

Liam lo guarda come per dirgli che quella fosse un'affermazione opinabile,  ma non chiede nulla, è stato molto tollerante con il comportamento di Louis negli ultimi tempi.

"Louis!", lo chiama Zayn entrando nella stanza.

"Zayn, baby!" Louis apre le braccia, appoggiandosi sul bancone, con una bottiglia di vino? È vino questa volta?

Anche il salotto è un pasticcio, i cuscini e le coperte sono sul pavimento così come un vetro rotto, Zayn è sicuro che Louis sia finito in una lotta abbastanza pesante con se stesso.

"Louis, guarda questo posto", dice Zayn stanco e Liam che gli cammina dietro, come se stesse approfittando della sua schiena per nascondersi.

"Hai portato Liam", Louis sorride cercando di guardare dietro di lui, quasi perdendo l'equilibrio:"Ciao ragazzino, come va? Bello come sempre vedo", sorride e Liam non risponde.

"Pulirai tu questo posto", impone Zayn, prendendo la bottiglia dalle sue mani e mettendola nel lavandino.

"Mi stai rovinando la festa", Louis mette il broncio e quando cerca di raggiungere nuovamente la bottiglia, Zayn non glielo permette.

"Questa festa è stata fatta per umiliarti", dice Zayn piano ma con tono duro, così che solo Louis possa sentirlo:"sei un insegnante Louis. Non è più il caso di bere da solo in questo appartamento solo perché ti va".

"Sono un insegnante, e quindi cosa? Voi due dite che il mio non è un vero lavoro. Che non lavoro sodo e veramente", ride, dicendolo ad alta voce.

"Comportati bene, per favore", Zayn abbassa la testa e la scuote di nuovo. Afferra il braccio di Louis per farlo sedere sul divano.

"Non toccarmi in questo modo", Louis allontana la mano di Zayn e lui è costretto a lasciarlo per il modo in cui sussulta.

"Hey amico, va tutto bene", interviene Liam, ma Louis lo ignora guardando il pavimento.

"Louis, per favore non hai più diciannove anni, non farlo di nuovo".

"Di nuovo?", chiede Liam a Zayn, ma il ragazzo dai capelli scuri gli fa segno di aspettare e non parlare.

E si, di nuovo. Tutti dovrebbero aspettarselo. Louis sa dov'è Harry ora, ma non può parlare con lui, stare con lui. Dice che sta andando avanti, aveva detto che che sarebbe andato avanti, ma non lo ha fatto e non sta facendo. Sta solo seppellendo se stesso sempre più a fondo in questo casino. Come? Facile, ferendosi.

Non voleva farsi così male, ma un pomeriggio, in un giorno piovoso Louis stava facendo una passeggiata (solo per sentirsi ancora più vicino a quel tempo triste) e non sa come, non sa proprio come fosse finito a davanti a quell'adorabile caffetteria. Guardò dentro per apprezzare l'ambiente gradevole e poi eccolo lì. A lavorare e sembrare fin troppo felice.

Louis si era allontanato con un dolore al torace ricordando quella scena e non poteva ripetere lo stesso errore.

Ma lo fa. E aveva memorizzato tutta la scena per poterla rivivere di nuovo. Vedere quel ragazzo ancora. E ancora. E ancora.

Aveva cominciato ad andare lì quasi ogni giorno, cercando di capire quando facesse le pause così da non sprecare tempo andando lì senza vedere il ragazzo.

Quando lo vedeva, solo per due minuti, da lontano fuori dalla finestra, era come incontrarlo di nuovo. Cercando i dettagli perduti e nuovi. Imparando ancora il modo in cui i suoi occhi cercavano qualcosa e il loro aspetto quando vedeva qualcosa che meritava di essere ammirato. Imparare di nuovo come le sue labbra si incurvava per formare un sorriso perfetto con quelle fossette che dicevano ciao.

Imparare di nuovo il modo in cui guardava e parlava con le persone. Imparare per la prima volta come interagiva con le persone che lo circondavano. Come ora, lui, arricciava le labbra mentre pensava invece di tirare fuori la lingua. Come ormai era abituato a legarsi i capelli in una coda di cavallo quando gli davano fastidio invece di usare un cappello o una delle bandane per capelli di Zoe.

Cercava di abituarsi al suo nuovo aspetto adesso... era quasi possibile perché Louis non riesce ancora a ricollegarlo al piccolo Harry accanto a lui nella cornice a casa a Doncaster. Quindi era ancora tutto sfocato.

Louis cercò di incontrarlo da lontano solo due minuti ogni giorno. Tentava di rimanere al suo posto ogni volta che vedeva Harry parlare con la stessa impiegata, quella dai bei capelli che aveva servito Louis. Cercava di non urlare vedendo il ragazzo biondo, che andava a suonare e cantare nella caffetteria, abbracciarlo come se lo conosce da anni. Anni.

Era difficile accettare la persona dietro quel bancone quando l'ultima volta che Louis lo aveva visto, lui era l'unica persona con cui Harry parlava, l'unica persona alla quale era concesso di toccarlo.

Oggi Louis avrebbe voluto toccarlo, ma rimase al suo posto. Se ne stava andando quando quegli occhi verdi si fermarono su di lui.

Era stato come incontrare il suo sguardo per la prima volta di nuovo, come un mese fa. Se ne andò dopo aver guardato quell'espressione confusa e vuota.

Così si era lasciato affogare nel liquore e nel dolore.

"Voglio andare a casa", dice Louis, non parlando più ad alta voce.

"Sei a casa. Sono qui piccolo, andiamo a sederci, ok?", Zayn gli offre la mano e Louis la accetta. Lo guida verso il divano e fa sedere lì il ragazzo ubriaco.

"Sono un deluso."

"Delusione", lo corregge Zayn:"e non lo sei, amore. Sai che non lo sei, perciò per favore non buttarti giù".

"Tu mi odi adesso. Sono un casino", sospira:"non sono ubriaco, Zayn... ma sono un casino".

Zayn gli tiene la mano sulla schiena, andando su e giù, guardando Liam, che li guarda a sua volta, ancora confuso.

"Non ti odio. Io ti voglio bene, tanto, te lo ricordi?", Louis scuote la testa e Zayn sospira di nuovo:"sei più calmo adesso?"

"Mi lascerai?", chiede Louis, ignorando la domanda di Zayn.

"Non lo farò".

"E Liam?", Louis guarda Liam per un secondo prima di guardare di nuovo Zayn.

"No", risponde Liam al posto di Zayn:"sono qui Louis", Zayn gli rivolge uno sguardo grato.

"Anche lui lo aveva detto", Louis ghigna e Zayn guarda i suoi occhi vuoti, con estrema tristezza:"e invece non è qui. Tu sei qui, Zayn", Zayn non dice nulla e Louis continua:"l'ho visto in questi giorni, ma lui non sa che lo sto guardando", scuote la testa e con tutta onestà, suona come un pazzo:"ma credo che oggi mi abbia visto. Sembra così diverso Zaynie. Forse non è davvero lui e ho sbagliato", Louis scrolla le spalle.

"Andiamo a letto a Louis", Zayn lo prende per il braccio ma Louis si allontana, come se lo avesse fisicamente ferito.

"No. Non mi piace quel letto, ho paura di dormire Zayn", dice secco.

"Non hai paura di dormire Louis. Devi solo smettere di pensare per un po'".

"Smetto. Ma quando chiudo gli occhi tutto quello che vedo sono immagini che mi spaventano. Sembrano così vere".

"Non sono reali, Louis", Zayn scuote la testa e posa la mano sulla spalla di Louis, stringendola appena:"amore, andiamo a letto e basta, okay? Bevi un bicchiere d'acqua e andiamo. Per favore, per me".

"Portami Harry. Il mio Harry, non quello di adesso, quello di prima. Quello piccolo. Allora sarò in grado di dormire".

"Tutto questo non ha senso, amore", Zayn si alza e gli offre di nuovo la mano, ma Louis non l'accetta:"per favore", insiste:"Louis, tutto questo deve finire, parlerò con tua madre e le dirò cosa sta succedendo".

Louis comincia a ridere di nuovo:"Sono un bambino adesso? Mi vedi come un bambino, quindi devi dire a mia madre che non mi sono comportato bene?"

"Sai cosa intendo. Penso che ti faccia davvero bene andare a Doncaster tra due giorni, devi parlare con lei o con tua sorella".

"Sì perché non vedi l'ora di sbarazzarti di me", Louis sorride e si alza dal divano senza l'aiuto di Zayn.

"Piccolo, sai che non è così, voglio il tuo bene."

"Non chiamarmi così. Lui non vorrebbe che me ne andassi come te, sai? Mi vorrebbe intorno tutto il tempo", grida Louis, quasi in lacrime.

"Okay Louis", anche lui si alza:"come ti pare. Ti voglio bene okay? Guardami", prese il viso di Louis tra le mani:"ti voglio bene e tu non riesci fottutamente a vederlo a volte perciò comincia a renderti conto che sono qui come dovrei. Non come tu vorresti, perché non sono lui, ma come ne hai bisogno. Sono Zayn il ragazzo che ti ha incontrato all'università, non quando avevi sette anni, e io sono il ragazzo che si è preso cura di te quando eri a pezzi"

Louis sta ribollendo, sembra furioso, stringendo gli occhi stanchi, lucidi e rossi. Allontana le mani di Zayn ancora una volta, in modo veramente freddo e si allontana dal soggiorno dirigendosi in camera sua.

"Amico, non so cosa stia succedendo con lui, ma sto cominciando a preoccuparmi", dice Liam dopo qualche secondo che Zayn continuava a guardare là dove Louis era uscito dalla visuale.

"Non è davvero compito mio parlartene. Mi dispiace. E mi dispiace anche per questo momento", dice Zayn tranquillamente e sedendosi sul divano, spogliato dai soliti cuscini e coperte, che giacevano sul pavimento.

"Lo so. Ma anche tu adesso sembri giù", Liam cammina verso il suo amico e si siede accanto a lui:"non è neanche affar mio chiedertelo, ma che sta succedendo? È passato un mese e ho sempre cercato di far finta che tutto andasse bene come se il comportamento di Louis fosse normale, ma... si ubriaca ogni settimana a casa da solo, e tutti i giorni non dice una parola perché è troppo stanco e assonnato".

"Non posso...", Zayn sospira:"e' complicato Liam. Louis mi odierebbe se te lo dicessi senza il suo permesso, anche, se so che vuoi aiutare, ma non sarà così solo perché te ne parlerò".

Liam guarda giù e poi prende la mano di Zayn nella sua. Zayn si acciglia, ma non allontana il tocco. 

"Non puoi saperlo... e potrei essere in grado di aiutarti. Questa cosa sta coinvolgendo entrambi. E voi due siete miei amici. Tengo ad entrambi e a volte vorrei supportarvi in certe cose, ma non posso. Questa volta voglio".

Zayn lo guarda per un breve attimo e poi allontana la mano da quella di Liam:"È una storia lunga e io seriamente, non posso raccontarti, tipo, i dettagli, ma Louis è ferito, da molto tempo ormai, al contrario di quello che dice. Quando era un bambino ha conosciuto una persona che ha iniziato a significare molto lui. Davvero molto, Liam. Ha cominciato ad essere la sua vita. Da che era il suo migliore amico si è trasformato nel suo amore. Non riusciresti a capire l'amore di Louis per quella persona solo con me che te lo racconto, dovresti sentire lui che te lo racconta, che ti racconta tutte quelle storie e momenti. E' bellissimo, e lui era davvero tanto innamorato. Lo erano entrambi. Ma quella persona lo ha lasciato, senza una parola, senza alcuna spiegazione".

"Lo ha lasciato così?", chiede Liam stupito e Zayn pensa che per un momento, mentre lui gli stava raccontando tutto questo, Liam potesse davvero capire tutto amore che Louis sentiva a quel tempo.

"Proprio così, dopo anni che stavano insieme. Gli ha semplicemente lasciato una lettera, comunque senza spiegazioni. Ha completamente distrutto Louis. E io ho conosciuto quel Louis triste, quel Louis che pensava che la sua vita non avesse nessun significato... Mi ha fatto pensare , mi ha fatto venire voglia di sapere chi fosse Louis dopo quella perdita. E' cambiato negli anni e  ho cercato di aiutarlo più che potevo. Ma quel Louis adesso, è tornato e io sono disperato".

"Cazzo, non dirmelo Zayn", lo interrompe Liam:"non dirmi che quando siamo andati in quella caffetteria Louis ha visto... lui."

Zayn annuisce:"Lo ha visto. E' per questo che è scappato. E ho portato qui il ragazzo qualche giorno dopo e hanno parlato ma è stato peggio Liam, ho solo peggiorato la situazione e so che Louis vorrebbe indietro la sua vecchia vita, so che non è felice, ma... cazzo, mi ucciderà", Zayn si copre il viso con le mani e curva la schiena per raggiungere le ginocchia.

"Non lo farà. Sa che vuoi solo aiutarlo", dice Liam dolcemente.

"No, no... non avrei dovuto dirtelo. Louis non ha mai parlato di quel ragazzo, a nessuno. Mi ha sempre detto che non vuole che nessuno sappia di questa storia", Zayn guarda di lato, verso il suo amico ed è incredibili quanto sembrasse pentito. Ma il peso di Zayn sul suo petto era troppo grande e doveva parlare con qualcuno, doveva aiutare Louis:"Non so cosa fare per aiutarlo. Deve andare avanti, voglio dire, pensavo lo avesse fatto, ma è ovvio che non l'ha fatto. Ho provato a fare del mio meglio, ma adesso non lo so. Non posso parlare con sua madre, lei saprebbe come aiutarlo, ma lui non mi perdonerebbe mai", 'come non lo farebbe se scoprisse che ti ho detto tutto questo', pensa.

"Louis può andare avanti solo se ne ha motivo, può migliorare solo se lo vuole. Chiaramente non è così e il fatto che tu abbia portato qui il ragazzo, non significa che tu abbia peggiorato le cose. Non è così. E' solo che devono davvero parlare".

"E' vero... beh, più o meno. Louis ha detto un bel po' di stronzate e non gli ha permesso di spiegare nulla, apparentemente. E' arrabbiato con lui Liam, da troppi anni... perciò gli ha buttato tutto in faccia, e poi dopo se n'è pentito".

"Beh, aveva bisogno di dire quelle cose dopo essersele tenute dentro per tutto questo tempo, ad un certo punto. E' stato positivo quello. Ora ha bisogno di tempo per schiarirsi le idee in modo che possano parlare di nuovo, sta volta per davvero".

"Beh, il tempo non è una cosa che Louis apprezza in questo momento. E come vedi, non gli sta facendo bene per niente. Non so cosa fare ora per impedirgli di torturare se stesso".

"Niente. Non farai nulla. Non puoi aiutarlo questa volta. Lascia che si torturi, imparerà che non funziona così e proverà qualcos'altro. Forse a quel punto proverà qualcosa di meglio che possa funzionare".

~ * ~

Louis partì per Doncaster la mattina successiva, prima del previsto. Ma lui sentiva di non appartenere da nessuna parte, quindi in quel momento aveva preferito sentirsi in quel modo in un altro posto.

Aveva lasciato un biglietto sul frigorifero che diceva: 'Sono partito per Doncaster questa mattina, ho pensato che fosse meglio che rimanere qui a incasinare tutto. Mi dispiace per ieri... e per le due settimane passate. Non meritavi niente di tutto ciò. Parliamo più tardi, prenditi cura di te, love.xx'

Louis odiava andarsene senza salutare, ma sapeva che se avesse affrontato Zayn quella mattina non sarebbe stato piacevole. Aveva anche sistemato il casino che aveva combinato Louis la sera precedente il che fece solo sentire peggio Louis. Zayn avrebbe probabilmente detto che andava tutto bene così da non far sentire peggio Louis e non avrebbero litigato. Ma Louis non si meritava quel tipo di gentilezza, si sarebbe meritato di essere preso a schiaffi in faccia.

Quando arriva a casa è una sorpresa poiché non aveva chiamato sua madre per dirle che sarebbe arrivato oggi.

Lo saluta abbracciandolo stretto e gli prende il viso con entrambe le mani per guardarlo bene. Nota qualcosa, ma ancora una volta non dice nulla, perché sa che se Louis vuole parlare, lo farà, ma senza alcuna pressione.

Passa il pomeriggio con Fiona visto che Carl aveva portato Peter alla sua lezione di chitarra e poi doveva andare in ospedale per fare un po' di lavoro.

Quindi erano solo lui e sua madre... e beh, Daisy in grembo a lei, mentre parlavano davanti al caminetto.

"Quando arriva Zoe domani?", chiede cambiando argomento su cosa Fiona avesse da fare fino a giovedì, per la Vigilia di Natale.

Louis odia ancora il Natale. Beh, ad un certo punto aveva imparato ad amarlo di nuovo, ma presto il suo entusiasmo era svanito nuovamente. Inoltre era solo lui e la sua famiglia. A mezzanotte e mezza, più o meno, Carl sarebbe andato a dormire, Fiona a pulire la cucina e poi Louis sarebbe rimasto a guardare i soliti vecchi classici film di Natale con Zoe e Peter, mentre Daisy scaldava loro i piedi finché non avrebbe deciso di andare dal lato di Fiona.

È un po' triste perché si ricorda ancora quanto era emozionato da bambino di andare a Manchester per vedere suo nonno e stare con lui per Natale... poi, quando morì, Harry lo aveva aiutato ad amare di nuovo il Natale (entrambi si erano aiutati in quello). Ora, non c'è nessun tipo di emozione in famiglia.

"Solo martedì, voleva uscire con alcuni amici prima di venire", risponde Fiona, portandosi la tazza alle labbra, per finire il suo tè.

"Solo martedì? Io vado venerdì".

"Beh, rimani qui più tempo allora, tesoro".

"Non posso, ho detto a Zayn che sarei tornato venerdì", i suoi genitori vivono a Londra, quindi erano solo a venti minuti dal loro appartamento e ultimamente stava vivendo da solo, quindi a Louis non piaceva l'idea di lasciarlo in quell'appartamento da solo per troppo tempo.

"È un peccato. Ormai non vieni quasi più qui", dice Fiona triste e Daisy salta dal suo grembo per appoggiarsi ai piedi di Louis. Non la accarezza più come faceva una volta.

"Lo so mamma, ma è difficile. È come se fossi ancora all'università perché posso venire qui solo durante le pause", Fiona sospira per quella risposta.

"Sono qui i Johnson?", chiede Louis, cambiando di nuovo l'argomento della conversazione.

"No, sono andati a New York per Natale e Capodanno", ridacchia lei e Louis grugnisce.

"Maledette persone ricche", scherza:"speravo di parlare con Derek. Sta bene?"

"Sì, ho trovato una ragazza adorabile".

"Era ora, forse ora riuscirà a lasciare la casa dei suoi".

Proprio quando Fiona sta per dire qualcosa sentono dei rumori e Louis riconosce due voci familiari che parlano tra di loro.

"Mamma, dici a papà che la mia presentazione è prima di Natale perché non crede che io...", Peter interrompe la sua sua frase quando vede suo fratello seduto accanto alla madre. Il suo volto si illumina, rivolgendo un sorriso a suo fratello maggiore.

Le labbra di Louis si curvano, formando un sorriso grande come quello di Peter. Si alza immediatamente e apre le braccia per abbracciare il fratellino. Beh, non così tanto ino ormai, perché fondamentalmente ora è alto quanto Louis. Quando Louis aveva sedici anni era così piccolo e adesso invidia la statura del fratello.

"Mamma aveva detto che saresti arrivato solo domani!", dice il ragazzino dagli occhi blu, guardando Louis.

"Sì, beh... sorpresa!", risponde Louis e va bene... Zayn aveva ragione. Tornare a casa per un po' forse gli avrebbe fatto bene. Almeno, se la sentiva di sorridere e non avrebbe potuto bere fino a non ricordarsi più nulla, con le lacrime agli occhi e la rabbia nelle vene.

Non poteva far vedere alla sua famiglia quanto fosse una delusione...

~*~

Louis non avrebbe mentito dicendo che no si sarebbe aspettato di dormire meglio quella notte nel suo letto. Perché ci sperava. Tornare a casa, lo faceva sempre sentire meglio. L'aveva sempre amata, la sua stanza... la sua vita lì. Ma no... in quel momento, quella stanza - quell'intero posto e vita - non fa per lui. Sembra così sbagliato dormire in quel letto con lenzuola così fredde - più fredde di quelle di Londra - che stavano facendo diventare di ghiaccio il suo cuore. Sembra così sbagliato avere la sensazione di aver bisogno di mettersi accanto due grossi cuscini, premuti contro la schiena così da non essere vicino al muro freddo, ma per sentire comunque qualcosa contro di se. È così sbagliato lasciare chiuse le persiane dalla finestra solo perché non c'è nessun motivo - non ce n'è nessuno - per tenerle aperte. Inoltre voleva che la stanza fosse totalmente a buio così che potesse combaciare con la sua anima. Ha freddo e non c'è nessuno che lo riscaldi.

Non c'è nessuno che gli parla con un sussurro fino alle tre del mattino, non c'è nessuno con cui ascoltare il suono della pioggia che cade di fuori, c'è solo Louis e una cornice sul comodino e una vecchia scimmia di peluche sulla sua scrivania che una volta gli era stata regalata da un negozio di souvenir durante un safari.

Questo posto non è buono per lui - specialmente in quel momento - perché è pieno di ricordi e cose che Louis si era lasciato alle spalle per poter andare avanti. Tornare qui dopo quello che era successo a Londra, non era andare avanti, anzi, stava tornando indietro.

Si alza dal letto, non si azzarda ad accendere la luce - se cade sul pavimento, fanculo, il dolore sarebbe comunque più lieve di quello che sentirebbe se si guardasse attorno - e si dirige verso il pianerottolo. Pensa di andare a dormire nella stanza della sorella, ma si ricorda che il letto è sfatto, pensa di andare sul divano di sotto, ma quello non è comodo come quello che aveva nell'appartamento.

Opta per l'ultima opzione che è quella di andare nella stanza di Peter. Apre la porta e non si sorprende nel vedere la luce dello schermo del computer portatile che illumina il volto di Peter.

"È tardi", sussurra e il ragazzo alza lo sguardo per vedere Louis. All'inizio sembra allarmato, probabilmente pensando che fosse Carl, ma quando vede Louis, sorride.

"Lo stesso vale per te", Louis cammina e lasciando la porta socchiusa.

"Insonnia", confessa e Peter lo guarda preoccupato. Il ragazzo chiude il computer  e lo posa sul pavimento, accanto al suo letto, accendendo la lampada.

"Questo è strano", dice, ma tira di lato le coperte, invitando il fratello:"vieni allora."

Gli rivolge un sorriso piccolo a bocca chiusa e cammina verso di lui. Peter fa scendere Daisy dal letto in modo da poter uscire subito dalla stanza e solo dopo quello Louis si infila sotto le coperte.

"Qualcosa non va?", chiede Peter e Louis scrolla le spalle, entrambi poggiando le spalle contro la testata. Louis sente più caldo ora e la stanza di Peter è bella, ama il fatto che l'anno scorso l'avessero cambiata. 

"Si... c'è qualcosa che non va", Peter arriccia il naso e si siede in stile indiano e voltandosi dal lato di Louis. Ma Louis continua a guardare avanti. 

"Hai litigato con Zayn prima di partite? E' per questo che sei tornato a casa prima?"

Louis scuote la testa come risposta. È incredibile - o forse no - che quando si sentiva un po' giù tutti pensassero che avesse litigato con Zayn.

"A proposito, come sta? Non lo vediamo da quando vi siete trasferiti".

"Sta bene", 'meglio di me, sicuramente', pensa Louis. Ma sta mentendo a se stesso o almeno, si sta sbagliando.

Peter annuisce:"Allora... cosa c'è che non va? So che non sono mamma, né Zoe. Ma sono tuo fratello e sono più grande ora...".

Louis lo guarda, sorride appena e poi sospira tristemente:"Ti, tipo... manca ogni tanto?"

Peter alza il sopracciglio e guarda confuso il ragazzo più grande:"Co-chi? Zayn? Non saprei, fratello lui - "

"No. Non Zayn... sai chi", e cazzo, Louis si intristisce ancora di più capendo che ormai non erano più solo 'Louis e Harry'... sono Louis e Zayn e tutti potrebbero pensare che sia quasi la stessa cosa, ma diavolo, non lo è.

"So chi?!"

Louis si guarda in grembo:"Lascia perdere. Eri piccolo, probabilmente ti sei dimenticato - dimenticato - di lui", dimenticato, come si può anche solo pensare di dimenticare qualcuno?

"Picc-oh", Peter si blocca:"stai forse parlando di... oh", cala il silenzio e Peter guarda sulla sua mensola, vedendo quelle due zebre uguali e una foto che ringraziando il Cielo Louis non aveva né visto né realizzato la sua esistenza, perché era stata scattata il giorno prima che lui se ne andasse. Il giorno del ballo.

"No", dice poi:"no, non mi sono dimenticato di lui. Penso che non avrei potuto. Manca anche a me", si sdraia mettendosi le mani dietro la testa come cuscino e guardando il soffitto.

Louis nota come avesse detto 'anche a me'.

"Non posso credere che lo stiamo nominando. Ti ho sempre ammirato per questo. Mi piaceva Har - ", si blocca:"scusa...", guarda verso di Louis, incontrando gli occhi di suo fratello:"avrei voluto ricordare tutto di lui e di quello che facevamo. È triste che non ci sia riuscito. Ma mi manca ancora e vorrei ancora che fosse qui. Per il tuo bene. E per il bene di questa famiglia. Mi sono reso conto che tutto è cambiato dopo... dopo quel giorno. È strano quanto fosse importante, non solo per te ma anche per tutti noi", Peter sospira e Louis lo guarda, ascoltando attentamente quello che sta dicendo.

"Non te l'ho mai detto, Louis e mi dispiace tirarlo fuori adesso. Ma mi ricordo che più o meno una settimana dopo quel giorno, forse, che ho cominciato a sentirti piangere nella tua stanza. Ricordo che non era la prima volta che ti vedevo o sentivo piangere, non ricordo bene il motivo di quella volta, ma so che era anche per lui... ma quella volta fu peggio e sembrava ancora più doloroso. Volevo aiutarti, come Zoe o la mamma, ma non c'era modo", Louis lo vede chiudere gli occhi:"mi dispiace per questo. E mi dispiace che tu abbia pensato di dover per forza farmi vedere che stavi bene, anche se sapevo che non lo eri. Mi dispiace che sia dovuta essere mamma a spiegarmi quello che gli era successo, al posto tuo. Mi dispiace aver parlato di lui, quando non avrei dovuto. Mi dispiace per quello che papà ti disse quella volta e per come ti ha fatto sentire".

"Hey...", dice Louis dolcemente, cercando di farlo smettere perché Peter si stava scusando per cose che non avevano molto senso e Louis si stava pentendo di aver tirato in ballo l'argomento.

"Fa ancora male?", Louis annuisce:"mi dispiace. Ma è per questo che ti ho sempre ammirato. Tu sei come un modello per me, fratello", ridacchia, facendo sorridere anche Louis.

Beh, almeno non era una delusione per suo fratello:"Ma non dovresti voler essere come me".

"Oh, ma non voglio. Ti vedo come qualcuno che dovrei seguire... come, non potrei mai essere come te. Non avrei mai potuto essere più bravo di te, Louis", dice Peter e non c'era traccia di sarcasmo come al solito. Lo dice con tanta onestà che la sua voce assume un tono intenso.

Louis può solo sorridere:"Ti abbraccerei se non fossi in quella posizione. Cioè, questo è davvero strano", ridacchia Louis.

"Non lasciare che questo sia un problema", dice il ragazzo sedendosi per accogliere il fratello fra le braccia, per abbracciarlo forte:"penso che tu abbia bisogno di questo tipo di abbraccio comunque", sussurra mentre Louis lo abbraccia.

"Tu hai bisogno di una fidanzata", scherza Louis allora, facendo ridere forte Peter, che si allontana per tapparsi la bocca in quel momento.

Louis scuote la testa divertito, ma è ancora piacevole. Si, si sente ancora meglio quando spengono la luce del comodino, infilandosi sotto le coperte e Louis pensa che in realtà dormirà benissimo quella notte. Perché ora sa che suo fratello lo ammira, si rende conto di avere ancora una famiglia che lo ama e Zayn che si preoccupa per lui, nonostante tutto, ha una bella vita e... che non è l'unico al quale mancasse Harry.

Non è l'unico al quale mancasse Harry fino al punto che lo avrebbe voluto lì. Sentirne la mancanza come se fossero le prime settimane nelle quali aveva dovuto abituarsi alla sua assenza.

Ma un'altra differenza di questa sera è che, nonostante pensasse che Harry gli avrebbe tenuto sempre la mano quando invece non avrebbe mai più toccato la sua pelle, facendogli ricordare con quanta facilità se ne fosse andato e quanto intensamente sentisse le sue mani ancora su tutto il corpo, sapendo che non le avrebbe sentite mai più, facendo si che non rimanesse niente di lui, se non quel ricordo che lentamente sbiadiva... questa notte, Louis si approfitta di quel ricordo per addormentarsi. Perché lo fa ancora sorridere, lo riscalda, lo fa sentire al sicuro, perché sa di essere stato amato, una volta, come lo amava Harry. Non esiste sensazione migliore perchè anche la nostalgia più profonda, non era niente paragonata a quel sentimento enorme e meraviglioso.





Buona domenica splendori!! 

Dunque io sono reduce da due concerti di Tiziano Ferro all'Olimpico di Roma e mi sta saltando in testa di andarne a fare anche un altro, come se già due non bastassero per non farmi riprendere mai più. 

Detto questo, per tre giorni questa settimana non ho fatto un cavolo e quindi son due giorni che praticamente traduco senza sosta. 

Come sempre spero che vi piaccia. 

Dal prossimo capitolo, entriamo davvero nel vivo! 

A presto! 

-A.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro