31 - Hour
Quattro ore sono passate. Quattro. Quindi ora sono le nove di sera ed in quel lasso di tempo erano successe molte cose.
Louis era rimasto calmo nei quindici minuti in cui Niall aveva cercato di confortarlo, nonostante avrebbe avuto bisogno di qualcun altro al proprio fianco. Ma non era possibile in quel momento e se non avesse continuato a stringere Louis, l'uomo più grande avrebbe avuto un esaurimento proprio lì.
Era stato tutto più o meno sotto controllo finché non era arrivato un medico. Louis aveva alzato la testa e nell'esatto momento in cui aveva visto l'uomo con il camice bianco si era alzato il più in fretta possibile, impedendo a Niall di fermarlo ed aveva preso l'uomo per farlo parlare. L'unica risposta che aveva ottenuto era stata che avrebbe dovuto aspettare perchè ancora non potevano dargli informazioni. Louis aveva cominciato ad urlare come un pazzo e Zayn era arrivato mentre gridava:'come diavolo fa a sapere di chi sto parlando se non le ho dato nemmeno il nome?!'.
Non era lo stato peggiore in cui Zayn avesse visto Louis, ma la realtà è che sapeva benissimo che sarebbe peggiorato. Zayn aveva portato Louis di nuovo alla sedia, gli si era accucciato davanti e preso in mano i polsi, tenendoglieli in grembo. Louis aveva cercato di liberarsi come al solito, ma Zayn è comunque più forte, quindi lo aveva tenuto fermo, senza dire nemmeno una parola.
Era ancora troppo presto perchè Louis capisse di dover aspettare prima che qualcuno potesse andare a comunicargli buone o cattive notizie e quindi aveva cominciato a piangere. Le lacrime non volevano smetterla di rigargli il viso e non poteva nemmeno nascondersi da Zayn per il modo in cui gli stava tenendo i polsi e fermo sulla sedia e non aveva nemmeno una spalla su cui piangere perchè Niall e Liam - che ovviamente era andato con Zayn - li stavano guardando a qualche passo di distanza e non era stata una scelta di Zayn di abbracciare il suo migliore amico.
Parole come:'Mi aveva promesso che non mi avrebbe lasciato, abbiamo litigato oggi, non ce la faccio' e:'non voglio vivere senza di lui', avevano cominciato a lasciare la bocca di Louis ed automaticamente Zayn aveva stretto la presa attorno ai suoi polsi. Il dolore scorreva nelle vene di Louis e singhiozzi incontrollati rendevano quelle parole incoerenti.
'Piccolo, ascolta la mia voce. Non puoi affrontare questa situazione in questo modo. Aspetterai come chiunque altro in questo edificio sta facendo e dovrai avere un po' di fiducia. Non renderti le cose ancora più difficili e nemmeno a noi e alle persone intorno che ti stanno guardando. Sarai forte. Tanto quanto Harry lì dentro. Ce la fa. Con te ci sono io.'
Louis non aveva smesso di piangere e nemmeno di tremare, ma stava iniziando a calmarsi. Zayn si era concesso di sedersi accanto a lui dopo il suo piccolo discorso e gli aveva stretto la mano, guardandolo. Erano rimasti così per trenta minuti e Niall aveva imparato che il suo modo di comportarsi con Louis non era stato il migliore, ma nemmeno il peggiore e Louis continuava a fissare il pavimento ed a mugugnare tra lievi singhiozzi:'Questo è un incubo e mi sveglierò presto'.
Dopo quei trenta minuti, Niall si era seduto accanto a Zayn e gli aveva spiegato quello che sapeva sull'incidente. Gli occhi di Zayn si erano riempiti di lacrime, ma non aveva pianto, aveva sbattuto le palpebre liberandosene e si era seduto di nuovo accanto a Louis, sussurrando:'ci sono io accanto a te adesso' ed il ragazzo dagli occhi blu aveva sussultato, ma non aveva detto una parola, lasciando che il suo migliore amico gli stesse accanto per il momento.
Così ancora non sanno nulla. Un altro medico era andato in sala d'attesa, ma per parlare solo con un altro gruppo di persone. Non erano buone notizie e Zayn deve stringere Louis accanto a sé come se fosse un bambino, impedendogli di alzarsi ed attaccare il medico.
Il modo in cui quelle persone reagiscono alle notizie non è buono e a quanto pare Louis non ce la fa per loro. Sente qualcosa sul coma ed un brivido gli scorre lungo la spina dorsale. Si alza scrollandosi Zayn di dosso ed uscendo dalla sala. Zayn decide di non seguirlo, perchè sa che fa così quando è troppo, si trova uno spazietto e si isola. Zayn non sa ancora come affrontare questi momenti e pensa che non imparerà mai, soprattutto perchè sa che è qualcosa in cui Harry riesce. Qualcosa che ha provocato Harry.
Liam torna dai distributori con una barretta di cioccolato ed un caffè. Dá la barretta a Niall che gli sorride appena e va a sedersi accanto al suo ragazzo per la prima volta da quando era arrivato all'ospedale e finalmente trova il coraggio di parlare:"Come stai?"
"Non bene. Ma decisamente meglio di lui, il che mi preoccupa un bel po", risponde Zayn accettando il caffè:"Grazie", gli occhi di Liam sono rossi e Zayn non osa nemmeno guardarlo perchè sa che aveva pianto e non per il fatto che Harry fosse lì, ma perchè aveva visto il modo in cui aveva reagito Louis, il modo in cui Zayn lo aveva aiutato ed il modo in cui entrambi sembrassero così disperati di uscire da lì.
"Pensi davvero che Harry ce la farà?", Zayn si morde il labbro, Liam posa la mano sulla coscia di Zayn, stringendola appena.
"Avevo un cugino che era rimasto coinvolto in un incidente stradale. È stato colpito da una macchina il cui conducente era ubriaco. Aveva la cintura e stava guidando con prudenza, stava andando a comprare i fiori per il compleanno di sua mamma, ma non è stato lui quello fortunato. Non era giusto, non se lo meritava, non era stata colpa sua, ma il peggio è stato per lui ed è stato lui a morire. Odio mentirgli, ma a volte so che devo perchè... non so niente", Zayn sbuffa quasi colpevole. Stringe la presa attorno al bicchiere di plastica finché le dita non gli diventano bianche e guarda il colore scuro del caffè, chiedendosi se in quel momento i suoi occhi siano dello stesso colore a causa della rabbia e delle emozioni che ci sono dentro:"Ma so anche che non sono pronto per affrontare una cosa del genere. Voglio che Harry stia bene e non so se è giusto che lo dica, ma non lo voglio solo per lui e perchè è mio amico, ma soprattutto per Louis. Non sono pronto ad occuparmi di lui se a quel ragazzo là dentro succede qualcosa. Una cosa è lui che soffre sapendo che Harry è vivo, ma non accanto a lui perchè non può, un'altra cosa è che soffre perchè sa che non può riavere indietro Harry e che non è stata una sua scelta andarsene. Che sarebbe potuto rimanere", finisce Zayn, stringendo le labbra, Liam lo mima.
Prende la mano di Zayn nella sua e si porta le nocche alle labbra, lasciando un bacio su ognuna:"Ti amo", Zayn annuisce, troppo travolto da tutte le emozioni per ricambiare. Guarda il suo ragazzo, lo bacia e posando la testa sulla spalla di Liam. È il suo turno per essere stretto.
Stella compare cinque minuti dopo e va dritta verso Niall, che la abbraccia stretta e rimangono così per alcuni minuti prima di allontanarsi. Ha ancora addosso i vestiti da lavoro e si vede bene che sta tremando, mentre Niall la aggiorna su tutto, tutto quello che sa, il minimo indispensabile.
Tre sigarette dopo, Louis rientra. Gli occhi fissi sul pavimento, si siede lontano dal gruppo, senza incontrare lo sguardo di nessuno. Stella lo segue con i suoi occhi grigi, ma non trova il coraggio per dire qualcosa.
Sono tutti troppo fragili, troppo in fondo ad un buco nero per muoversi e reagire alla vita intorno a loro. Soprattutto Louis, sta respirando solo perchè è naturale e non deve stare a pensare ad inalare ossigeno ogni secondo, per sopravvivere, quindi quello è l'unico motivo per cui lo fa. Non si accorge nemmeno del tempo che passa. Non si accorge nemmeno del tempo che passa, nonostante abbia lo schermo del telefono sbloccato, mentre fissare la foto sua e di Harry al festival di Leeds è una tortura.
Non gli piace il dolore. Stavolta è dura, non gradito e vorrebbe fermarlo. I muri sembrano più grigi di quando sono arrivati, ci sono meno persone in giro, ma quelli che se ne vanno, escono tra le lacrime e il dolore, il sole è un bel pezzo che è tramontato, lasciando la stanza buia e più triste. È davvero lo scenario peggiore possibile.
Louis sente gli occhi bruciare tanto quanto il proprio corpo, per diversi motivi perchè quelli dei suoi amici stanno bruciando lui e le lacrime gli stanno mandando a fuoco gli occhi blu, il che è ironico.
Louis ormai, alle sette e mezza passate, ha rinunciato a guardare con speranza i medici che entrano nella sala o si aggiravano nei paraggi, sa che non gli porteranno nessuna notizia. Vede Niall e Stella seduti davanti a lui, che lo guardano con pietà. Louis non vuole la loro pietà, non vuole che si dispiacciano per lui. Dovrebbero dispiacersi solo per Harry, dispiaciuti e preoccupati. Louis ancora crede di potersi prendere cura di sé stesso nonostante sia sprofondato in un buco nero.
Zayn e Liam si sono scambiati gesti che anche Louis avrebbe bisogno di scambiare con qualcuno, il che gli ricorda che non può. Ha visto Liam piangere un po' nell'ora passata, ma era stato comunque lui a confortare Zayn e non il contrario. Inoltre non avevano fatto nulla per parlargli o avvicinarsi da quando gli avevano chiesto se volesse mangiare qualcosa e lui li aveva ignorati e dopo aver respinto Zayn l'ultima volta che aveva provato, forse l'aveva interpretato come un:'lasciami in pace, non voglio parlare con nessuno o potrei esplodere e distruggere l'edificio'. E Louis avrebbe davvero potuto trovare il coraggio di farlo, perciò Zayn era rimasto accanto a Liam, ben lontano da lui.
Pensa di essersi addormentato tra tutti quei momenti di agonia, probabilmente cercando di alleviare il dolore, ma gli aveva solo fatto realizzare che non fosse soltanto un incubo. È la realtà perchè si è svegliato con le guance bagnate per le lacrime che cadono ed è sicuro di aver visto un Harry in una pozza di sangue sul pavimento del bagno.
Nessuno dei suoi amici accorte in suo soccorso, soprattutto perchè non ci sono più. Beh c'è Stella seduta nello stesso punto in cui si ricorda di averla vista l'ultima volta. Lo sta guardando in modo strano, ma vede della preoccupazione e dell'allarmismo nel sul sguardo. Incontra i suoi occhi quando va ad asciugarsi i propri, ma non dice nulla. Pensa che la prossima volta che parlerà, la sua voce non verrà fuori in modo normale.
"Co-come ti senti?", chiede esitante.
Louis appoggia la testa al muro accanto a sé. È freddo, sta tremando, non solo per tutta la situazione, ma anche perchè sta congelando. Il muro contro il quale è poggiato è troppo freddo e troppo scomodo, la sedia ancora peggio e la sua giacca sapeva troppo di Harry, quindi aveva dovuto toglierla.
Sarebbe bello parlare ed interrompere quel silenzio, ma non è davvero dell'umore e forse non ne ha nemmeno la forza.
"Ehm, gli altri sono andati di sotto per mangiare qualcosa, Zayn sembrava quasi che stesse per svenire per quanto era pallido", Louis viene invaso da un'onda di preoccupazione, sapendo che avesse bisogno del suo fabbisogno di zuccheri giornaliera e quando il livello di stress e ansietà raggiungono il limite, la pressione sanguigna va giù facilmente e può capitare che svenga per qualche secondo. Poi si ricorda che Liam è con lui, starà bene finché sarà con lui per cui cerca di non pensarci troppo:"andavano anche a chiamare Ed. Apparentemente Delilah non è in città quindi Liam ci ha detto che è meglio se non le diciamo nulla".
'A meno che non muoia, perchè se così fosse, dovremmo dirglielo. Forse chiamare anche i suoi genitori, la possibilità che vivano con il rimorso di non essersene occupati abbastanza è molto alta, se lo meritano. Poi vivrebbero solamente con il loro piccolo e prezioso figlioletto', pensa Louis ed è tanto patetico quanto miserabile. Ha bisogno d'acqua, cibo e forse anche di un'altra sigaretta.
È come se Stella gli stesse leggendo il pensiero, lo guarda terrorizzata e sta per scoppiare:"Louis!", lo fa davvero e chiama il suo nome a voce alta. Non lo smuove di un millimetro, rimane fermo sulla sedia come se non fosse successo niente.
"Cioè parla, dannazione! Non è giusto!", 'no, cazzo. No che non lo è, non è giusto che un uomo così giovane sia in sala emergenza per una cosa del genere':"Stiamo cercando di affrontarla al meglio che possiamo. Non cercare di peggiorare la situazione", 'Perchè c'è un modo migliore per affrontarla. Dovrei stare qui a sorridere e parlare come se il mio ragazzo non fosse in pericolo di vita. Perchè se non reagisco come tutti voi, allora sono il peggiore':"e tu sei rimasto seduto lì seduto su quella sedia come se tutto fosse di nuovo perso. Ti sei arreso?", 'zitta, zitta, zitta. Non sai niente'.
"È così?", tiene ancora la bocca chiusa:"Louis!", urla di nuovo e compare Niall, camminando velocemente verso di lei e poi mettendosi le sue mani sulle proprie spalle. Le sussurra qualcosa, probabilmente qualcosa tipo:'Non devi fare così con lui'.
Zayn cammina fin davanti a lui e gli passa una bottiglietta d'acqua. È il massimo che Louis fa. Alza la mano, accettandola. Zayn gli offre un sorriso stanco e Louis sa che non vuol dire niente di tutto quello che un sorriso vorrebbe dire normalmente, è solo per ricordargli, che in questo momento, se lo ha o meno, non gli cambia nulla.
~*~
Sono le undici quando Louis sente uno dei medici dire 'Harry Edward Styles' ed in un primo momento pensa che sia uno scherzo, poi però vede tutti gli altri rivolgere la propria attenzione all'uomo lì in piedi con un foglio di carta in mano. È probabilmente l'ultimo ad alzarsi, ma è il primo ad affiancarlo.
"S-si", si schiarisce la gola e nessuno parla, è come se si fossero scordati che Louis non avesse spiccicato parola per quasi cinque ore:"Come sta?"
L'uomo guarda giù attraverso gli occhiali e rilegge il foglio. Il cuore di Louis sta per saltargli fuori dal petto, non è pronto. Non è pronto a sentire ed una gran parte di lui vorrebbe scappare e correre all'appartamento e nascondersi lì. Ma rimane lì, la parte più piccola sta vincendo, quindi rimane lì.
"Beh la situazione è questa", Louis prende un respiro profondo, mentre gli altri smettono di respirare. Stringe i pugni e vorrebbe poter affondare le unghie nella pelle:"in un primo momento abbiamo pensato che il signor Styles avesse un improvviso attacco cardiaco, sul luogo dell'incidente, poiché il respiro era molto corto ed era incosciente. Invece aveva un paio di concussioni il che appunto lo ha portato all'incoscienza per molto tempo, seguito da vomito e forti mal di testa, in seguito all'impatto della testa con il finestrino. Abbiamo dovuto tenerlo sotto osservazione per evitare che si ripetessero ed effetti collaterali eventuali e monitorare se ci fossero problemi alla memoria a breve termine e minimizzarne il rischio. A causa del vetro rotto presenta da medie a serie lacerazioni e tagli, un braccio rotto ed un ginocchio infortunato".
"Sta bene?", chiede Louis nel momento in cui l'uomo finisce.
"Ha avuto molta fortuna, avrebbe potuto andare molto peggio, ma l'altra macchina non l'ha colpito direttamente, quindi si, rimarrà tra noi".
Louis si ritrova a respirare, fottutamente sollevato, sa che non dovrebbe, sa che Harry sta soffrendo e che probabilmente è ancora troppo sotto shock e non sta di certo bene, ma è sollevato. Sta bene. Ce la farà e Louis ha bisogno di una sedia perchè sente le ginocchia cedergli ed il battito cardiaco un tutto il corpo.
Sente i suoi amici dire qualcosa ed anche scambiarsi qualche parola, ma non riesce nemmeno a vedere bene, il suo corpo è l'unica cosa presente lì, perchè santo Cielo, credeva sarebbe stato lui a morire lì. Quelle ultime ore erano state un inferno e Louis sta piangendo di nuovo senza accorgersene.
"Si, ma può entrare solo la famiglia per il momento", risponde il medico alla domanda di qualcuno e Louis sente solo quello, la risposta.
Sente le mani asciugargli le guance e chiaramente parla per disperazione:"Sono io la sua famiglia".
"Che grado di parentela ha, signore?", chiede l'uomo gentilmente guardandolo, Stella è andata a sedersi con la testa tra le mani, scioccata da tutta la situazione.
"Sono il suo ragazzo", risponde Louis semplicemente.
"Sono spiacente, ma questo non è esattamente-"
"Sono l'unica famiglia che ha e che mai avrà qui, perciò la prego di considerare la cosa. La prego!", ed eccolo lì, Louis sta implorando l'uomo di lasciarlo entrare e forse ha funzionato. Guarda Louis attentamente e nonostante ci metta un po', annuisce e tira fuori dalla tasca un cartellino per visitatori.
Louis si dimentica di chiunque intorno a lui, quasi si dimentica chi è quando il medico gli fa cenno di seguirlo nel corridoio.
C'è odore di morte, ma Louis è in uno stato tale, che nemmeno gli interessa perchè Harry è vivo. Beh, gli hanno detto così, ma ha bisogno di vederlo con i propri occhi per crederci, per trovare di nuovo pace. Ha bisogno di prove perchè è in agonia e non gli sembra vero che rivedrà di nuovo Harry. Aveva vissuto il momento in cui credeva di averlo perso per sempre, davvero stavolta e in maniera molto più drastica e si rende conto che ama talmente tanto quel ragazzo da aver quasi bisogno di lui per funzionare. Non va ancora del tutto bene e non è sano, ma Louis sa che questa è una di quelle cose che non sarà in grado di sistemare. Vivere senza Harry.
Il medico di ferma davanti ad una porta mezza aperta, indicandola:"Presto verrà trasferito in un'altra stanza, ma per stanotte rimarrà qui".
"Passerà la notte qui?", chiede Louis attonito, non c'è da stupirsi, ma cavolo, Louis vuole portare il suo uomo a casa e prendersene cura.
"Ovviamente, anche domani. Dobbiamo tenerlo sotto controllo in caso succeda qualcosa".
"Ma... è tipo, in pericolo?", chiede Louis cauto.
Il medico sorride e mette una mano sulla spalla di Louis:"Non si preoccupi, starà bene. Ce ne prenderemo cura", e questo probabilmente era quello di cui Louis aveva e ha bisogno di sentire dopo tutto:"Adesso la lascio. Se succede qualcosa chiami un medico, probabilmente ora si è addormentato di nuovo, ma sta bene e probabilmente si sveglierà un po' intorpidito e stanco, ma non c'è motivo di preoccuparsi", finisce l'uomo e si allontana con un sorriso educato. Louis sente subito un senso di calore dentro di sé, va tutto bene giusto? Deve andare tutto bene.
Prende un altro respiro profondo e si gira verso la porta:"Merda", sussurra a sé stesso e sente di nuovo gli occhi pizzicargli per le lacrime, ha il naso rosso, la schiena dolorante ed il corpo infreddolito, ma sta per vedere Harry. Ha bisogno di vedere Harry.
Quando apre la porta, vede che c'è solo un letto nella stanza, sulla sinistra. Louis non perde tempo ad entrare, chiudendosi la porta alle spalle ed avvicinandosi.
Vede Harry e fa male. Si ricorda di quella volta in cui Harry era caduto nel lago e si era preoccupato a morte e poi era andato a trovarlo senza che nessuno lo sapesse. Non aveva fatto male come ora, perchè quella volta Harry non aveva il braccio destro ingessato, tubi nel naso, la flebo al braccio ed il viso con così tanti tagli. Ha gli occhi chiusi e Louis ha bisogno di vederli aperti per essere sicuro.
Si sente come se dovesse avere un attacco di panico da un momento all'altro, ma si siede sulla sedia accanto al letto e rimane a guardare il viso gonfio di Harry da vicino. Non è niente di estremamente grave, ma Louis vede un cerotto sopra al sopracciglio, anche l'occhio è un po' gonfio ed il labbro ha sanguinato. Vede dei tagli anche dalla parte delle clavicole, per poi arrivare al braccio ingessato.
Louis si permette di alzare una mano e toccargli il viso ed accarezzargli gli zigomi, dolcemente:"Cristo santo, Harry", sussurra:"guarda come mi hai ridotto. Mi hai ridotto piuttosto male", sospira profondamente, scendendo dalle guance al labbro gonfio, evitando i tubi:"ti ricordi quando sei caduto nel lago e pensavo saresti morto tra le mie braccia?", ridacchia, ma la sua espressione crolla subito, andando a stringere la mano libera di Harry, sul suo petto. Fa su e giù e questo in qualche modo, Louis si rilassa anche solo guardando quei movimenti:"Non so come, ma sembrava meno doloroso di quello che mi hai fatto passare oggi", mette il gomito sul materasso ed alza la mano di Harry, portandosi le nocche vicino alle labbra:"Maledetto bastardo, pensavo che saresti morto", sente le lacrime scorrergli sulle guance:"che mi avresti lasciato proprio quando mi avevi promesso di non farlo. Abbiamo anche litigato non sarebbe stato il modo giusto per dirti addio", sospira di nuovo, baciando ancora una volta la pelle di Harry, per poi guardarlo in faccia e vedere che gli occhi sono già aperti e puntati su di lui:"Hey..."
"Ciao!", risponde Harry, la voce roca e debole, ma riesce a sorridergli. Louis scommette che i suoi occhi sono più rossi di quelli di Harry:"non piangere per me, splendore", Louis si porta la mano di Harry dalle labbra alla propria guancia, abbandonandosi a quel contatto e chiudendo gli occhi per liberarsi delle ultime lacrime.
"Non farmi mai più una cosa del genere. Ti amo"
"Ti amo anche io. Sono qui, Lou", libera la mano dalla presa di Louis e gli asciuga le lacrime:"mi dispiace se ti ho fatto preoccupare", dice e Louis vorrebbe sdraiarsi sul pavimento, pensare alla vita ed a quello che gli era successo in quei ventisei anni di vita precedente. Si ricorda Harry dire quelle stesse parole in un letto di ospedale, molti anni prima e si rende conto che i suoi sentimenti per questo ragazzo sono cresciuti in maniera incredibile.
"Faresti bene ad esserlo. Molto dispiaciuto", singhiozza, il labbro inferiore tremolante.
"Vorrei davvero tanto baciarti in questo momento", dice Harry e Louis apre gli occhi per guardare la sua espressione. Louis si alza dalla sedia, affonda la mano sul materasso accanto al corpo di Harry e si avvicina, premendo le proprie labbra all'angolo delle sue, con molta cautela, mentre l'altra mano gli accarezza il lato del viso e dei capelli. Harry sussulta per il dolore, ma per poco.
"Mi sei mancato", dice Louis, le labbra ancora sopra a quelle di Harry:"da zero a dieci, quanto dolore senti?"
"Forse un sei e mezzo", grugnisce quando Louis si muove per sedersi di nuovo:"sette", si corregge e Louis gli prende di nuovo la mano, accarezzandogli il dorso con il pollice:"la testa sembra che stia per esplodermi, ho il sapore di sangue in bocca, mi fa male la gola... mi fa male tutto il corpo. Non riesco a muovere la gamba sinistra", Louis annuisce e gli rivolge uno sguardo dispiaciuto e nel momento in cui apre la bocca per dire qualcosa, Harry lo ferma:"non credo di voler sapere davvero cosa mo è successo... però cos'è successo a chi guidava l'altra macchina? Non mi ricordo molto, ci sono state altre vittime?", Louis annuisce e si prende un po' di tempo prima di parlare.
"Una. Non ce l'ha fatta ad arrivare in ospedale".
"Oh", Louis è certo che Harry possa mettersi a piangere da un momento all'altro, quindi gli stringe appena la mano.
"Piccolo, non pensarci adesso, per favore", Harry stringe le labbra e si rende conto di avere un taglio, sussultando per il dolore un'altra volta.
"Ho bisogno di dirti una cosa su dove stavo andando e-"
"No", Louis scuote la testa:"no, no, no. Tu adesso ti riposi, niente discorsi", Louis sa che sta per protestare, ma non glielo permette:"Riposati. Per favore", Harry sbuffa, ma annuisce, o quanto meno ci prova:"io starò qui".
"Si?"
"Certo", Louis annuisce, Harry gli sorride e forse è a quel punto che si concede di chiudere di nuovo gli occhi.
Louis pensa ad un piccolo Harry sdraiato su un letto del genere, quattordici anni fa e che sembra quasi lo stesso ragazzo, quello che sta davanti a lui. Lo stesso viso pallido, gli stessi capelli sottili, le stesse labbra rosa, ma soprattutto lo stesso cuore che Louis è così grato che stia ancora battendo.
~*~
Louis non si addormenta. Apparentemente il medico gli aveva permesso di rimanere in camera con Harry per tutta la notte. Harry riesce a dormire per un discreto numero di ore, svegliandosi solo due volte. La prima volta, un'infermiera era entrata per controllare e Louis ne aveva approfittato per uscire, prendersi un caffè e fumarsi una sigaretta. Vede anche i suoi quattro amici più Ed, che probabilmente era arrivato più tardi, seduti sulle stesse sedie dove li aveva lasciati. Stella e Zayn stanno dormendo, quindi parla solo con Liam, Niall ed Ed. Gli spiega lo stato di Harry, facendoli sentire tutti un po' più sollevati. Niall chiede a Louis:'E tu come stai?', a cui risponde:'Decisamente meglio' ed un sorriso.
La seconda volta che Harry si sveglia, parlano per un po', ma Harry non riesce esattamente a formare frasi coerenti per la stanchezza e per gli antidolorifici. Aveva fatto una complessa dichiarazione d'amore per Louis, si lamenta perchè il cielo quella notte non fosse blu e piagnucolato per non potersi scopare Louis contro il muro, perchè lo voleva davvero tanto. Louis non può fare altro che ridere sentendo certe cose, soprattutto perchè Harry ha un occhio semi aperto e parla come se fosse ubriaco.
Quando si riaddormenta, Louis lo controlla per un po' e intorno alle sei, decide di chiamare sua madre. Sa che è un orario per il quale può preoccuparsi, quindi quando Fiona risponde al telefono poco prima che la chiamata finisse in segreteria telefonica, non rimane sorpreso dal suo tono allarmato, lo stesso che aveva sentito così tante volte, tanto tempo fa.
"Louis? Louis che è successo?"
"Io sto bene adesso mamma", sussurra a qualche passo di distanza dal letto di Harry:"avevo bisogno di parlare con qualcuno".
"Adesso? Sono le sei del mattino, che è successo?", chiede disperata:"Sono qui, parlami".
"Hem, Harry è in ospedale", Louis inizia a sentirla entrare nel panico e visto che non può davvero parlare più forte che un sussurro, lascia che gli faccia tutte le domande che vuole, senza prestarvi troppa attenzione perchè sa che lo farebbe stare solo peggio:"ascoltami per favore", dice dopo che lei gli aveva detto di non lasciarsi prendere dal panico. A lui, che stava parlando con il tono più calmo di sempre fin dall'inizio:"adesso sta bene. Non ha un bell'aspetto, ma starà bene. È rimasto coinvolto in un incidente stradale e l'hanno portato qui ieri pomeriggio", quelle parole gli bruciano in gola. Si strofina gli occhi stanchi e poggia la testa contro il vetro guardando fuori, le luci della città:"Gesù mamma, pensavo che sarebbe morto".
"Amore, o mio Dio, perchè non mi hai chiamato prima? Il mio povero cuore, il mio bambino, sta davvero bene?"
"È stanco mamma. È stato piuttosto brutto, ma ha avuto fortuna", sospira e va a strofinarsi le tempie:"ero così spaventato che penso sarò io quello che non si riprenderà".
"Arriviamo oggi, tesoro, parlo con tua sorella e vedremo di stare lì per metà giornata, d'accordo?"
"Si... si, sarebbe bello. Grazie mamma", dice, la voce che diventa più dolce.
"Di niente tesoro", risponde e Louis ridacchia per il fatto che l'avesse chiamato con tre nomignoli diversi in pochi minuti.
C'è silenzio, ma Fiona non gli chiede se sia ancora lì, non chiede niente, lo lascia fare, finché Louis non decide di parlare di nuovo:"mamma ho qualcosa da dirti", lei mugugna per rispondergli:"ok...", fa un respiro profondo, non aveva respirato bene per le ultime quattordici ore, infatti non sa come non sia ancora svenuto:"non voglio parlarne con Harry", guarda verso il suo ragazzo che è ancora addormentato nello stesso letto:"cioè, sa della... situazione in generale, ma non quello che sto provando in questo momento", Fiona mugugna di nuovo, giusto per fargli capire di poter andare avanti:"non te l'ho mai detto, ma da quando Harry se n'è andato, anni fa, ho cominciato ad avere degli incubi che mi impediscono di dormire. Non è migliorata finché io e Harry non abbiamo risolto questa cosa... risolto noi*. Sono sempre la stessa cosa, Harry che soffre, Harry che muore, io che non sono in grado di aiutarlo e lui che mi dice che sono stato io a lasciarlo", si lascia scivolare lungo il muro e si siede sul pavimento:"credo di aver iniziato ad avere qualche tipo di disordine legato all'ansia, Zayn voleva aiutarmi quando ci siamo incontrati, ma io continuavo ad andare nel panico ogni volta. Ho sbagliato un sacco mamma... e so di essere un adulto ora, ma ancora non riesco a prendermi cura di me stesso da solo. Ed ho bisogno di Harry nella mia vita. Ed anche di Zayn. E di te e papà, di Peter e Zoe. Ho bisogno di tutti nella mia vita, altrimenti mi sentirei solo e triste. Zayn mi diceva che avevo bisogno di qualche tipo di aiuto. Come dicevi di Harry, ricordi? Ma non voglio. No. Ma stanotte non mi sono permesso di addormentarmi, perchè sapevo che avrei avuto di nuovo gli incubi", sbuffa sonoramente e si pulisce il naso con il dorso del braccio:"Mamma? Dimmi qualcosa che ho bisogno di sentire".
"Ti amo, bambino mio e sono molto fiera di te", dice, in qualche modo un po' emozionata.
"Mamma..."
"Ma è questo quello che hai bisogno di sentirti dire", dice tranquilla e quando Louis sta per dissentire dicendo 'no, non è vero', lei parla prima, come se non volesse sentire:"invece si, Louis. Non pensi che non sapessi che non stavi bene? Certo che lo sapevo. Ma so anche che eri e sei tanto forte da riempire il vuoto e sostituirlo con le cose positive. Qualcosa che solo tu sentirai essere giusta. Nessuno lascerà nessuno ora come ora, lui rimarrà, tu rimarrai ed io posso prometterti una cosa. Posso dirti da madre che ora come ora non hai nulla di cui preoccuparti. Credo in voi due e credo che riuscirai a fare ciò che credi sia meglio per te."
"Sei sicura mamma?"
"Si. Si, lo sono, Louis", risponde e Louis si morde il labbro inferiore per trattenersi dal sorridere. Fin da quando era bambino aveva sempre creduto alle parole di sua madre, lei aveva sempre ragione, è l'unica donna nella sua vita, oltre sua sorella che sa chi lui sia e chi non allontanerà mai.
"Grazie mamma. Ti amo", Louis è certo che stia sorridendo dall'altra parte del telefono.
"Ti amo anche io tesoro. Ci vediamo tra un po', ok? Stai attento".
"Si, mamma. Anche voi", attacca e va bene così. Louis sta bene e Harry si sveglierà tra poco perciò per prima cosa deve fare qualcosa.
~*~
Sono le nove di mattina quando Louis entra di nuovo nella stanza di Harry ed è già sveglio con un'infermiera accanto in procinto di andarsene dopo aver controllato le sue condizioni e avergli dato le medicine. Sorride a Louis e gli dice che più tardi, Harry potrà cambiare stanza. Si accorge che non ha più il tubicino nel naso e la flebo, il che sono buone notizie.
"Buon giorno bell'addormentato", lo saluta Louis, chiudendo la porta con la mano libera ed avvicinandosi a Harry, che gli sta sorridendo:"ti ho portato una cosa", dice, porgendogli un enorme bouquet di fiori:"non avevano le margherite stavolta"
"Lou...", Harry lo prende con la mano sana e se lo avvicina al naso per odorare le rose:"sono meravigliose, le amo".
"Io amo te", Louis prende di nuovo il mazzo per metterlo in un vado accanto al letto.
"Ti amo", risponde Harry e Louis si avvicina per baciargli le tempie:"mi sento un po' meglio oggi. Da zero a dieci direi un cinque. Non ho più vomitato".
"Lo so. Sono stato qui tutta la notte, amore"
"Ah si?"
"Ovviamente. Abbiamo anche parlato, la seconda volta che ti sei svegliato".
"Dio, non mi ricordo nulla", si aggiusta sul letto e Louis gli sistema il cuscino, stringe gli occhi dolorante, ma dura poco e torna a sorridere a Louis.
"Beh, hai detto delle cose un po' strane", Harry cerca di alzare un sopracciglio, sembrando confuso:"si, piuttosto carino quando mi hai detto quanto mi ami e quello che provi per me fin dall'inizio. Poi però le cose sono cambiate quando mi hai detto che volevi scoparmi contro il muro e sentirmi gemere forte", il viso di Harry diventa paonazzo, mormora 'oh Dio' e si porta la mano in faccia, grugnendo dopo essersi reso conto che non fosse stata una buona idea:"lo so", Louis ride e per Harry è un po' doloroso, ma lo fa comunque:"mamma sta arrivando".
"L'hai chiamata?", chiede Harry alzando la voce, sembra stia decisamente meglio e Louis non riesce a pensare a quanto sia forte per stare recuperando così velocemente da ieri che sembrava quasi non ce l'avrebbe fatta. Louis se lo tiene per sé però.
"Si. Dovevo comunque parlarle", dice piuttosto serio, senza guardare Harry negli occhi ed il ragazzo dagli occhi verdi aggrotta le sopracciglia, guardando attentamente il suo ragazzo.
"Stai... bene?"
"Tu stai bene?", chiede invece e se Harry fosse stato di un altro umore, lo avrebbe fatto rispondere per primo.
"Si"
"Allora anche io sto bene", Louis sorride e quel sorriso fa essere Harry meno preoccupato.
"Devo parlarti di una cosa", è il turno di Harry per sembrare e suonare serio, Louis aggrotta le sopracciglia, ma si sistema sulla sedia, il ché è praticamente impossibile perchè è di plastica ed è troppo corta anche solo per poggiarci la testa:"puoi sdraiarti accanto a me?", suggerisce Harry e Louis sa che è una pessima idea ed ha la paranoia di potergli fare male.
Però vede lo sguardo sul viso di Harry e quanto sia disperato di vedere Louis vicino a se in quel modo. Porta Louis a pensare che per quello che ha da dirgli, ha bisogno di averlo così vicino. Non sa se pensare che sia una cosa buona o meno.
Allora Louis annuisce e si alza, aiuta Harry a spostarsi dall'altro lato. Sembra dolorante, soprattutto per il ginocchio, ma Louis si sbriga e si sdraia accanto a lui, occupando il minor spazio possibile così che Harry possa ancora stare comodo.
"Devo preoccuparmi?", chiede Louis, le mani sulla pancia e guardando il soffitto.
"Non credo", guarda di lato, Harry sta sorridendo ora, il che gli fa correre un brivido lungo la spina dorsale. È bello, ha un occhio ed un labbro gonfio, tagli vari sulla faccia, cerotti sul sopracciglio, ma è comunque bello e Louis è troppo innamorato. Ha bisogno di maggiore contatto, perciò porta la mano destra tra di loro per andare a prendere la mano sinistra di Harry, intrecciando le loro dita.
"Dimmi, allora".
"Ok. È un po' lunga", Louis annuisce e si avvicina per baciargli la spalla e tornare subito nella sua posizione:"per prima cosa, voglio scusarmi per la nostra discussione", istantaneamente Louis scuote la testa, ma Harry lo zittisce subito dicendo:"sono io quello che sta parlando ora", Louis sbuffa e si morde il labbro inferiore:"voglio scusarmi perchè mi sono reso conto di quello che ho detto. La tua reazione è stata esagerata, si, ma... avrei dovuto aspettarmelo. Soprattutto perchè la conversazione non è andata come avrebbe dovuto. Ma... avevo uno scopo con quella conversazione, ok? Anche se avremmo potuto parlarne in altro modo e sarebbe potuta andare meglio", Louis annuisce, improvvisamente ritrovandosi estremamente curioso:"il che ci porta a dove stessi andando prima che avvenisse l'incidente", la voce di Harry si abbassa e sembra che quell'argomento lo renda quasi triste. Louis gli stringe appena la mano ed iniziando ad accarezzarla con il pollice:"ho un nuovo lavoro", gli occhi di Louis si spalancano e sente Harry andare nel panico ed a diventare teso, perciò decide di tenersi l'emozione per sé e lasciarlo finire.
"Grazie", dice Harry rendendosi conto che Louis stesse facendo del suo meglio per non parlare:"sono stato assunto, ma ora... non ne sono più tanto sicuro? Io non... non lo so", sbuffa.
"Perchè non me ne hai parlato prima?"
"Louis!", lo avverte guardandolo e Louis capisce che Harry ha bisogno di spazio e tempo per fare questo discorso:"Non volevo deluderti un'altra volta", Louis sta per aprire di nuovo la bocca, ma Harry continua:"volevo prima essere sicuro di aver avuto il posto, prima di dirtelo. Non volevo poi dirti che non l'avevo avuto", allontana lo sguardo da Louis per guardare il soffitto:"il fatto è questo, sono andato al colloquio e mi aspettavo che mi prendessero, ma volevo sentirlo dire da loro prima di dirtelo. Il marito di tua sorella, George mi ha aiutato", gli occhi di Louis si spalancano di nuovo, sorpreso per quel risvolto:"avevamo parlato al loro matrimonio. Mi aveva detto che se le foto fossero state buone e che se avessi lavorato sodo, lui le avrebbe fatte vedere ai suoi amici che lavorano in un'agenzia fotografica. Quando mi ha detto che agenzia fosse, sono quasi svenuto, è una delle migliori a Londra, Louis. Fanno sfilate di moda, servizi fotografici con le modelle, per giornali da Glamour a Vogue, vanno in tutto il mondo per fotografare posti per le riviste e lavorano anche con i matrimoni come ho fatto io, è semplicemente... meraviglioso. Un'occasione che capita una volta nella vita", Louis guarda Harry e lo vede sorridere solo a quell'idea:"fondamentalmente sono stato assunto come principiante. Comincerò come assistente e mi faranno fate i lavori minori, li aiuterò ed imparando il necessario, ma mi hanno assicurato che l'anno prossimo, se tutto va bene, potrò essere promosso perchè le capacità le ho. Ieri dovevo andare lì da loro solo per firmare il contratto. Sono arrivato, ho parlato con l'amico di George, ho firmato ed avrei dovuto iniziare a lavorare questa settimana. Come faccio se sono ridotto in questo stato? Perdendo i primi giorni del mio nuovo lavoro. Ho anche già lasciato l'altro, sono fottuto".
"Piccolo..."
"Non voglio chiedere altri favori a George e prendermi altri privilegi. Non è professionale e-"
"Harry!", lo chiama Louis sedendosi, poggiando la schiena al cuscino:"Ti rendi conto di aver già ottenuto il lavoro? Quello che è successo non cambierà le cose. Non ti licenzieranno perchè hai avuto in incidente stradale. Gli farai vedere i referti dell'ospedale per giustificare l'assenza e capiranno."
"Sono una grande compagnia, Louis! Non funziona così!"
"Invece si. Funzionerà così, andrà bene per te stavolta. Parlerò con George e non importa che sia un privilegio. Puoi averlo, lo avrai per poter inseguire i tuoi sogni. Oh mio Dio Harry, ce l'hai fatta davvero. Riesci ad immaginare quanto io sia felice in questo momento?", Harry sentendolo, sorride timidamente, cerca anche di nascondere il viso e di non guardare Louis, ma è praticamente impossibile. Louis si avvicina di nuovo e gli bacia il collo esposto:"sono così fiero di te, amore mio", Harry si abbandona a quel tocco, chiudendo gli occhi per il piacere e vorrebbe fare le fusa.
"Non ho ancora finito però"
"No? Spero altre buone notizie", Louis ghigna, il respiro caldo che si infrange ancora sulla pelle di Harry.
"Dipende. Dipende da te. Dal mio lavoro. Ed ora dalla mia macchina", ride a quell'ultima frase, Louis mugugna e struscia il naso nell'incavo del suo collo prima di allontanarsi del tutto.
"Se dipende da me, allora è un si", Louis mezzo scherza, Harry ghigna guardando di lato e cercando di cambiare di nuovo posizione per stare più comodo e Louis vede la sua espressione di nuovo dolorante.
"D'accordo...", abbandona indietro la testa e chiude gli occhi:"sai che non appena inizierò a lavorare, prenderò un'anticipo di tremila sterline. Quindi all'incirca tremila sterline al mese, fanno un totale di trentaseimila sterline all'anno. Quando mi promuoveranno, verrò pagato per ogni foto che scatto, quindi se sarò fortunato, sarà anche di più", Louis aggrotta le sopracciglia, ma Harry lo guarda solo per chiedergli:"tu prendi circa duemilacinquecento sterline al mese, giusto?", Louis annuisce e lui sposta di nuovo lo sguardo:"questo ci da all'incirca un totale di cinquemilacinquecento sterline al mese-"
"Stai cercando di insegnarmi la matematica o cosa?", Louis continua ad avere la fronte corrucciata, smettendo di accarezzare la mano di Harry con il pollice:"Perchè non ci sto capendo nulla di quello che mi stai dicendo".
"Sto cercando di dirti che vorrei condividere una casa con te", le labbra di Louis si schiudono ed i suoi occhi blu si fanno più chiari e luminosi guardando Harry:"beh, condividere non è la parola giusta. Voglio vivere con te", Louis non parla, continua a fissare Harry, che lo sta guardando, all'inizio sorridendo, ma ora inarca le sopracciglia cercando di carpire una risposta. La risposta non arriva ed aggrotta le sopracciglia:"Lou, potresti dire qualcosa? Questa posizione è piuttosto dolorosa e sto cominciando a preoccuparmi. È troppo presto? Non vuoi? Capisco se è così, in realtà non volevo chiedertelo così presto, ma tua sorella ha detto che secondo lei avresti detto di si".
"Mi-mia sorella...?", chiede sussurrando e lentamente.
"Si. Volevo chiedertelo da molto tempo. Tipo da molto prima di Natale. È stata tua sorella a chiedermi se lo avessi in mente, soprattutto se avessi avuto il lavoro e ha detto 'ora tu e Louis potrete realizzare i vostri sogni e avere un appartamento a Londra, sono sicura che sarà d'accordo', e ho capito che era esattamente quello che volevo".
"Esattamente quello che volevamo...", Louis lo corregge, ancora attonito e focalizzato su un tratto del viso di Harry:"ci hai pensato davvero?"
"Si. E mi sono già guardato intorno per delle case. Anche se ne troviamo una piccola che possiamo affittare per due o tremila sterline, andrebbe bene. Staremmo bene. Io non volevo accettare, ma tua madre ha detto che può aiutarci. Come ha fatto con tua sorella, quindi ci darebbe circa diecimila sterline all'inizio.
"L'ha detto mia mamma?", Louis lascia la mano di Harry e si siede con le gambe incrociate e guardandolo scioccato. È come se questo momento non stia accadendo. Harry vorrebbe muoversi adesso, ma non fa altro che peggiorare le cose quando riesce solo a girare il collo dal lato di Louis e muovere la mano sinistra.
"Mi dispiace aver fatto tutto questo senza parlartene prima e dopo la conversazione che abbiamo avuto, capisco che non vuoi lasciare da parte Zayn. Ma tecnicamente non succederà e forse potrei aver già parlato anche con lui di questa cosa", Harry si ferma, cercando di ricevere la risposta che aspettava, cercando di capire la reazione di Louis e cosa stia pensando, ma il ragazzo più grande non gli sta ancora dando ciò che vuole:"riconosco che sia un passo enorme nella nostra relazione, ma vedi, abbiamo vissuto praticamente insieme, siamo sempre stati così Louis. Fanculo", chiude gli occhi stretti e sposta lo sguardo dal suo ragazzo:"vorrei solo poter scappare in questo momento", grugnisce:"mi dispiace, io-"
"Stai zitto", dice Louis, non sembra affatto arrabbiato, ma non sembra nemmeno dei più cordiali:"sei un'idiota. Se fossi stato io a fare una cosa del genere, avrei detto direttamente una cosa tipo 'Harry vuoi vivere con me?, prendiamo un appartamento, impacchettiamo la nostra roba e trasferiamoci. Facciamo sì che i nostri vecchi piani non vengano dimenticati'", dice mezzo serio e mezzo scherzando. Harry lo guarda confuso, il che fa sghignazzare Louis. Fottutamente sghignazzare:"tu invece hai fatto un discorso intero, detto una marea di stronzate... fondamentalmente hai diretto un intero fottuto film", ride e si avvicina per baciare la guancia di Harry, appoggiando la fronte contro la sua tempia e rimanendo lì per qualche secondo:"Che ne dici invece se facciamo così", sussurra, baciandolo un'altra volta:"per prima cosa esci da quest'ospedale, io mi prendo cura di te nel tuo appartamento, poi quando il tuo braccio avrà recuperato e avrai cominciato a lavorare, andiamo a vedere quelle case, eh?"
"Sono così innamorato di te", anche Harry sussurra, girando la testa verso Louis, che con cautela gli bacia velocemente le labbra e poi sorride.
"Anche io".
~*~
Dopo che Harry è stato spostato in un'altra stanza, arriva la famiglia di Louis e riescono a vederlo, insieme ai loro cinque amici. Niall è letteralmente scoppiato a piangere e gli mostra tutto il suo disappunto per aver aspettato ventuno ore per vederlo così bene. 'Ho la faccia gonfia ed un braccio contro il petto, Niall', aveva protestato Harry, ma è costretto a stare zitto quando Peter salta sul letto e quasi gli mette fuori uso anche l'altro braccio. Louis per poco non lo butta fuori dalla finestra per l'urlo di dolore che Harry aveva lanciato.
Louis lascia gli altri con Harry e si mette in disparte ad osservare la scena. Può finalmente respirare normalmente e sorridere finche non gli fanno male le guance.
Sua mamma va a parlare con lui, ma non tocca il soggetto di cui avevano parlato al telefono e gliene è grato. Lei sa bene che se avesse voluto parlarne, avrebbe portato lui stesso la conversazione su quell'argomento. Invece parlano delle diecimila sterline che ha promesso a Harry, lei sorride e decide invece di parlare di quanto lui e Harry siano cresciuti. A quel punto Louis è costretto a lasciarla o avrebbe iniziato a piangere perchè sta parlando della loro adolescenza, un argomento molto emozionante.
Così esce dalla stanza, perchè non vuole davvero essere presente quando arriverà l'infermiera e si ritroverà dieci persone in una stanza così piccola e decide di prendere un po' d'aria fresca.
Prende l'ultima sigaretta dal pacchetto nella tasca dei jeans, portandosela alle labbra ed accendendola.
"Cosa c'è che ti preoccupa adesso?", sente da dietro. Non si gira, continua a guardare il cielo, dimenticandosi dell'enorme quantità di macchine parcheggiate davanti a lui.
"Un po' di cose", risponde Louis e poi si, guarda di lato trovandosi faccia a faccia con Zayn, che gli sta chiedendo una sigaretta:"è l'ultima", dice e butta fuori il fumo prima di passarla a Zayn.
"Hai davvero fumato un pacchetto intero?", Louis annuisce con espressione colpevole, ma Zayn decide di non parlarne oltre:"Sta bene, Louis. È qui con te", Louis sorride appena a quelle parole e poi sospira.
"Si, lo so", pensa alla sua prossima mossa e decide di avvicinarsi a Zayn ed appoggiarsi con la testa sulla sua spalla.
"Allora cos'è che ti preoccupa, piccolo?", Zayn lo avvolge con un braccio, tenendoselo vicino.
"Noi", Zayn non chiede, non aggrotta nemmeno le sopracciglia a quelle parole, continua semplicemente a fumare:"anche tu mi rimarrai accanto?"
"Sempre", risponde semplicemente e Louis fa un piccolo sforzo per guardarlo.
"Anche quando andrò a vivere con Harry?"
"Pensi che ti abbandonerei se andassi a vivere con Liam?"
"Vai a vivere con Liam?", chiede invece Louis, ignorando il fatto che nessuno stesse rispondendo propriamente alle domande fatte.
"No. Non ancora almeno, non ne abbiamo ancora parlato. Non siamo seri come lo siete voi".
"Questo non è vero. Voi due vi frequentate da molto più tempo rispetto a me e Harry", protesta, ma Zayn non la prende come se fosse arrabbiato.
"Voi due avete una storia, Louis. Sai che lo vorrai per sempre. Lui sa che vuole una vita con te. È diverso", e lo è, Zayn ha ragione e Louis si ferma un attimo per pensarci, per analizzarlo a fondo e sa che Zayn ha fatto una buona osservazione. E quell'osservazione è giusta.
"Non penserò che mi hai lasciato", dice poi Louis dopo qualche secondo di silenzio, affondando il viso nel petto di Zayn e stringendolo in vita:"sarai ancora con me"
"Io ti avrò ancora", dice allora Zayn con un timido sorriso sulle labbra. Quando i loro sguardi si incontrano, Louis si prende un po' di tempo per guardare Zayn, per guardarlo davvero. Zayn sta annuendo come per concordare con qualcosa che sta dicendo Louis:"È una rottura?", non doveva essere una domanda, ma era venuta fuori così.
Louis si morde il labbro inferiore, esita di nuovo, ma poi alza lo sguardo e si avvicina per baciargli l'angolo della bocca. Sente Zayn irrigidirsi a quel contatto, ma poi si rilassa e gli stringe il fianco:"È una rottura", concorda Louis, allontanandosi. Zayn gli sorride ed alza la mano per accarezzargli uno zigomo:"Grazie".
"Di nulla, piccolo".
-3!!!!!!!
-A presto!
-A.
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