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24 - Universe

Louis è su un aereo, guarda fuori dal finestrino e vorrebbe vomitare, guarda alla sua destra e vorrebbe saltar giù dall'aereo. Non sa davvero come dovrebbe sentirsi, quella vista gli fa vedere un'infinità di traguardi conquistati, di colori chiari, di vita, di avventure e del paradiso, ma allo stesso tempo lo fa pensare più del dovuto. Sta andando in America e questo lo porta al lato accanto al suo. Harry. Sta andando con Harry e si sente in colpa. Una parte di lui gli sta dicendo che 'si, Harry te l'ha chiesto perchè ovviamente avrà bisogno di te quando si ritroverà davanti i suoi genitori, non può farlo da solo', ma dall'altra parte, qualcosa gli dice che dovrebbe sentirsi in colpa. Ha fatto sentire male Harry per tutto quello che era successo, per entrare sempre nel panico, per averlo lasciato e per averlo fatto diventare insicuro... ora Louis ha obbligato Harry a rimanergli appiccicato, non sapendo se in realtà voglia scappare.

Louis deve tornare a lavoro in meno di una settimana ed è in viaggio. Di nuovo. Oh, e ovviamente vedrà i genitori di Harry. Quelli che gli avevano drasticamente cambiato la vita, quelli che tecnicamente lo odiavano, quelli che Louis aveva cercato di evitare il più possibile, quelli che Louis odiava di più fin da quando era piccolo. Si, proprio un giorno come un altro.

Perciò gli riesce difficile parlare con Harry, la scusa è che è la prima volta che si trova su un aereo e si sente un po' male. Non vomiterà. Forse perchè Harry è anche troppo vicino, il suo profumo è troppo buono ed è troppo carino, assonnato e coccoloso. Louis vorrebbe posare la testa sulla sua spalla e dirgli che non deve essere nervoso perchè andrà tutto bene. Perchè Harry è nervoso, Louis glielo legge negli occhi e nel modo in cui gioca con l'anello o con il braccialetto al polso, il modo in cui guarda Louis, troppo spesso, quasi cercando aiuto, ma non sa che dentro di se, Louis sta facendo lo stesso.

Decide di chiudere gli occhi e quando li riapre, un'ora dopo, gli occhi di Harry sono posati su di lui ed il cielo ha cambiato colore. La faccia di Harry lo coglie di sorpresa, perchè lo sta guardando come se l'avesse beccato facendo qualcosa che non avrebbe dovuto sapere. Ricorda quando succedeva, ma quando Harry beccava Louis a fissarlo, avrebbe sorriso, proprio come avrebbe fatto Louis, perciò perchè questo?

Allora Louis sorride, aprendo pigramente gli occhi e stiracchiandosi sul suo sedile, perchè, perchè no?

"Non c'è bisogno di guardarmi in quel modo", ridacchia poi, perchè si sente più rilassato, soprattutto perchè in quel piccolo lasso di tempo, ha dormito e non ha avuto incubi, al contrario di quanto si aspettasse, perchè i suoi pensieri erano tutti di preoccupazione e timore per quello che sta per succedere:"sorridi", rimane con il sorriso sulle labbra e nonostante Harry sia un po' scioccato da tutto ciò, sorride perchè fa bene a Louis. Si sente al caldo ed improvvisamente, nel giro di pochi minuti, sembra che tutto vada bene.

Harry prende in mano una cuffietta, quella che non sta usando e la porge a Louis. Annuisce e l'accetta, mettendosela nell'orecchio. In riproduzione c'è 'Senza Parole', di Ray Lamontagne e conosce questa canzone. La conosce molto bene. Guarda Harry accanto a se ed il ragazzo non lo sta più guardando, sta paciosamente guardando avanti. Louis lancia uno sguardo al telefono di Harry sulle sue gambe, ma è bloccato. Aspetta finché non finisce la canzone e ne inizia un'altra. 'Non ti amo' di Ron Pope inizia e Louis vorrebbe piangere, conosce molto bene anche questa canzone. Harry sta ascoltando la playlist che avevano l'uno per l'altra.

Mentre Louis vorrebbe piangere, Harry sorride ed il ragazzo più grande vorrebbe picchiarlo, il che è quasi divertente. L'ultima volta che Louis aveva sentito questa canzone era al ballo della scuola, ballando lentamente tra le braccia di Harry, sussurrandosi le parole a vicenda. Ironico. Louis guarda Harry mentre mormora le parole con le labbra, quelle meravigliose labbra che si muovono insieme alla canzone e lo guarda stupefatto.

Il ragazzo dagli occhi verdi guarda Louis un'altra volta, sempre quel sorriso sulle labbra mentre mima quelle parole che Louis non sta più nemmeno ascoltando, cerca di sentirle dalla voce di Harry mentre le sue labbra si muovono.

'E tutto quello quello che so è che tu sei la parte di me che continua a darmi forza

E quello che voglio è che affrontiamo un per sempre

Rimanendo insieme, gli occhi alzati verso il cielo, tra le braccia dell'altro'

E questo ha del surreale, ma Harry riesce a seguire parola per parola, la voce dell'uomo che viene da quella cuffietta, ma Louis sente il suo tono roco, sussurrando quelle parole come se fossero in una stanza buia, l'unica luce che entra è quella della finestra aperta e loro devono fare piano perchè la notte glielo fa fare e allora sussurrano. Harry è adorabile e Louis deve guardare da un'altra parte, altrimenti Harry vedrà e farà cantare al ragazzo più piccolo il resto della canzone, per lui.

~*~

Atterrano all'aeroporto e Louis è confuso sul come faranno davvero questa cosa. Forse si perderanno, Louis non era mai stato a Seattle prima d'ora e Harry non c'era più stato negli ultimi tre anni. In un primo momento aveva pensato che Cassie fosse lì ad aspettarli per guidarlo dove dovevano andare, in fondo, lei aveva messo Harry in mezzo a questa cosa, era compito suo aiutarli. Ma non era successo e Harry forse aveva tutto programmato nella sua testa, ma Louis non aveva la più pallida idea di cosa sarebbe successo durante quella giornata. Non sa dove avrebbero dormito, se i genitori di Harry sapessero che erano lì, come li avrebbero trovati, quando sarebbero ripartiti... è tutto incerto e Louis si rende conto che quello non è il suo posto, non è dove dovrebbe stare.

Trova questa situazione troppo strana, troppo surreale. È una sensazione che non riesce nemmeno a descrivere perchè non sa nemmeno come si sente. È come se non esistesse e la sua anima avesse lasciato il suo corpo e quindi lui non stia davvero vivendo il momento, non sa cosa stia succedendo.

Ha difficoltà a camminare ed a portarsi dietro la borsa, ma ha Harry proprio accanto a lui, che tiene l'altra maniglia - hanno fottutamente condiviso una borsa, Louis si sente come se stesse sulle nuvole - e sono salvi, nonostante si chieda se Harry si senta più o meno nello stesso modo, forse anche peggio e non ci sta davvero pensando.

"Harry...", si sente dire mentre escono dall'aeroporto e probabilmente è la sua preoccupazione a parlare più forte. Letteralmente ad alta voce.

"Si?", Harry smette di camminare e guarda Louis, rivolgendogli la sua piena attenzione. Lo capisce.

"Come... che facciamo ora?", si morde il labbro inferiore e vorrebbe stringere Harry, vorrebbe mettere le mani sulle sue guance, accarezzargli gli zigomi con i pollici perchè sembra senza emozioni, ma ansioso allo stesso tempo, nonostante stia cercando di non darlo a vedere. Ma non abbastanza affinché Louis non lo veda.

"Cassie mi ha dato un indirizzo. I miei genitori... lo sanno", Louis si chiede cosa staranno pensando e se quando vedranno Harry, sua madre piangerà e suo padre si sentirà come se il cuore gli stesse per cadere dal petto, per poi abbracciarlo. Sa che non accadrà, ma dovrebbe. Dall'altra parte, Louis spera di poter convincere Harry a fare marcia indietro e scappare via anche solo dal vedere quelle persone:"voglio che ti fidi di me su questo", dice dopo aver spostato lo sguardo:"sarà strano, probabilmente confusionario, ma ce la farò. Ho solo bisogno di sapere che sei al mio fianco. Puoi farlo?", chiede lanciandogli uno sguardo per un attimo.

"Certo", Louis sente il bisogno di rispondere subito.

"Grazie", sorride appena e Louis ha bisogno di vederne ancora, ma per ora accetterà quello che Harry gli offre.

Così salgono su un taxi e Harry ha dovuto ripetere l'indirizzo tre volte, perchè la prima non era riuscito a pronunciare correttamente il nome della strada e poi per il suo accento che l'autista non capiva, il che era stato piuttosto strano, ma almeno avevano guadagnato un po' di tempo prima di dirigersi verso la casa alla quale Cassie li aveva indirizzati - la casa dei genitori di Harry, suppone Louis. Non sarà inappropriata tutta questa situazione? Tutto sarà inappropriato, Harry comparirà dal nulla dopo anni, con Louis accanto. Ma i suoi genitori hanno divorziato, quindi suo padre sarà a casa della ex-cognata. E perchè ora? Perchè Harry aveva deciso di andare proprio ora? Perchè Cassie gli aveva parlato?

Louis continua a giocare con le sue dita, a rigirarsi il braccialetto sul polso e a mordersi il labbro inferiore mentre vanno, Harry nemmeno se ne accorge, continuando a guardare fuori dal finestrino del taxi. La vita gli sta giocando un brutto scherzo, Louis spera solo che ora siano abbastanza intelligenti da non cascarci.

Louis cerca di distrarsi, osservando la città che scorre fuori dal finestrino, guardando il profilo di Harry, ma tutto lo fa sentire ancora più ansioso. Guardare la città gli ricorda perchè sono lì, guardare Harry, gli ricorda che lui è ancora più nervoso. Potrebbe guardare l'autista, ma lo terrorizza. Gli da la sensazione che il viaggio duri più di un'ora quando in realtà ci vogliono solo venticinque minuti.

Il traffico è claustrofobico e l'edificio sembra più alto di quello che aveva immaginato. È Seattle dopo tutto, non New York, aveva pensato. Il sole lo acceca quando guarda il cielo dopo che sono scesi dalla macchina. Harry paga l'uomo con i pochi dollari che ha nel portafoglio ed allora Louis si rende conto di dove sono.

Sono arrivati, la vista è assurda e gli edifici fanno sentire Louis come se la sua stessa vita, costasse meno dei suoi vestiti. Gli fa vedere la differenza tra i palazzi a Londra e questi. Ci sono troppe finestre, sono troppo grossi, troppo luminosi... troppo costosi. Si sente più piccolo di quanto si senta in realtà.

Decide di fare un respiro profondo e spegnere totalmente il cervello. Guarda di lato, verso Harry, che ha la loro borsa tra le mani e nota che sta guardando l'edificio nel suo stesso modo, ma non sorpreso quanto Louis.

Il taxi se n'è andato da qualche minuto e si chiede se siano rimasti immobili sul marciapiede perchè Harry non riconosce il posto e pensa che si siano persi. Beh, se si sono persi davvero 'torniamo a Londra dove dobbiamo stare', pensa Louis e vorrebbe davvero dirlo ad alta voce, ma di certo non sarebbe la cosa migliore. E sa, sa a cosa stia pensando Harry in questo momento e a cosa no e di sicuro non sta pensando a che probabilmente sono persi.

Il ragazzo dagli occhi blu abbassa lo sguardo e vede la mano libera di Harry lungo il suo fianco e decide di prenderla nella sua. Non nel modo in cui Harry aveva tenuto la sua dopo anni, ma nel modo in cui facevano quando camminavano per strada molto prima che pensassero la stessa cosa, essere innamorati. Intrecciano le dita e quando Harry guarda Louis, Louis continua a guardare il modo in cui ancora combaciano perfettamente, il che fa si che anche il ragazzo dagli occhi verdi guardi quel gesto.

Louis lo sente stringergli la mano più piccola e poi fare un respiro profondo:"Ok, andiamo", dice, la voce dolce e bassa, ma Louis annuisce e si dirigono verso l'edificio, quello con il numero che Harry aveva visto sul foglietto che gli aveva dato Cassie.

La cosa divertente succede quando Harry da la borsa a Louis per non lasciargli la mano mentre lui immette il codice d'entrata per l'area residenziale.

Louis tiene gli occhi incollati con i tratti del ragazzo più alto perchè ne vale la pena, ne vale la pena guardare come il suo viso, la forma delle sue labbra il luccichio nei suoi occhi cambino.

Louis trova fin troppo stancante la quantità di codici e roba varia devono passare attraverso per arrivare al piano giusto con l'ascensore e la cosa è che in quell'edificio specifico, possono vivere solo due famiglie. Louis si sente più a disagio, ogni respiro che fa. Quando l'ascensore si ferma, vedono l'unica porta alla quale si può bussare. Anche il pianerottolo sembra pretenzioso ed a Louis viene da vomitare.

Con le mani ancora intrecciate, Harry lo guida davanti alla porta enorme e bianca per suonare il campanello:"Vai", dice veloce e Louis ha bisogno di prendersi un momento per guardare Harry e chiedersi se è questo che vuole davvero. Se Harry è qui di sua spontanea volontà o perchè l'ha visto come un obbligo, perchè potrebbe davvero non volerlo fare:"veloce".

"Sei sicuro?", chiede Louis con cautela:"Sei sicuro di volerlo fare? Ne hai bisogno?", dice enfatizzando le parole che riteneva necessarie.

"Si. Si, ne ho bisogno. Per favore Lou", finalmente guarda Louis e cazzo, il ragazzo più grande ora vorrebbe che non l'avesse fatto perchè quello sguardo avrebbe fatto saltare Louis giù da un ponte se Harry gliel'avesse chiesto. Allora annuisce, annuisce e suona subito il campanello. La presa di Harry sulla sua mano, si era fatta sempre più stretta, ma Louis non aveva osato lamentarsi del dolore, si stava trattenendo mordendosi il labbro inferiore.

Poi la porta si apre.

E Louis non aveva mai visto quella persona.

Il suo cuore batte ancora. Ma quello di Harry forse si era fermato da un bel po'. Forse era rimasto tra le nuvole.

"Harry?", dice la donna e Louis nota alcuni tratti che potrebbero ricordargli qualcuno. O forse 'due qualcuno' più precisamente. La voce di Harry gli rimane incastrata in gola, ma Louis cerca di analizzare l'espressione della donna. Non sembra arrabbiata né triste... nemmeno così sorpresa. Ma sembra qualcosa e Louis non sa se è una cosa positiva o meno.

È come se avesse cercato di mantenere un certo contegno e forse ci aveva messo troppo impegno e Louis aggrotta le sopracciglia. È grato che Harry non gli abbia lasciato la mano perchè se la donna l'avesse guardato, si sarebbe girato e se ne sarebbe andato immediatamente.

"Per favore, entrate", dice e non lo abbraccia? Non avrebbe detto nient'altro? Deve essere la madre di Cassie, quindi la zia di Harry. Louis non ha il tipo di rapporto che dovrebbe con il resto della famiglia, ma cavolo, sua zia gli vuole bene, l'avrebbe abbracciato.

Louis vede il pomo di Adamo di Harry muoversi senza sosta ed internamente sta urlando 'guardami, ti prego', con gli occhi. Ma Louis è stupido perchè Harry non lo ascolterebbe e Harry è stupido perchè dovrebbe sapere che Louis se potesse starebbe urlando per farsi guardare.

Harry lascia la mano di Louis e pensa che quello sia il momento. Quello è l'inizio di tutto, il momento in cui cambia tutto. Louis vorrebbe prenderla di nuovo, fermarlo e scappare da quello che sta per succedere, ma Louis non può. Non può farlo, non può influenzare Harry, deve fare quello che ha deciso, Louis è lì solo per supportarlo in tutto quello che fa, anche se decide qualcosa che a Louis non piace o sulla quale non è d'accordo. Non sono affari suoi, non lo sono mai stati e mai lo saranno.

Così Harry inizia a camminare e Louis lo lascia entrare, per poi seguirlo. La zia di Harry, della quale Louis non ricorda il nome al momento, guarda Louis per un momento prima di chiudere la porta dietro di loro e poi annuisce e Louis spera che sia il suo modo per fargli capire che va bene che lui stia lì.

Passano due porte, per poi ritrovarsi in una stanza grande, enorme, che era insieme salone e sala da pranzo. È molto luminosa grazie alla finestra ed ha troppo bianco e blu. Louis lascia la borsa, vede due persone sedute sull'enorme divano vicino alla finestra e questo è il momento in cui Louis avrebbe davvero bisogno che Harry gli prendesse la mano per non scappare via. Ed il momento in cui vorrebbe stringere Harry per portarlo con se. È in contraddizione, ma Louis non sa quale sia il lato più forte.

La madre di Harry si alza subito dal divano, una mano che le copre le labbra, mentre il padre era rimasto seduto nello stesso punto, i polpastrelli delle mani uniti tra loro, sulle gambe e gli occhi spalancati guardando Harry. Sembrano più vecchi. Molto più vecchi. Louis pensa che sembrino più vecchi di quello che dovrebbero, soprattutto Sarah. Ma forse è perchè Louis non aveva mai davvero prestato loro attenzione e vederli ora era praticamente uno shock.

Harry è paralizzato accanto a lui, non si muove, non sussulta, Louis pensa che non stia neanche sbattendo le palpebre, ma spera davvero che stia respirando. Non è la stessa sensazione di quando Louis ha visto Harry per la prima volta alla caffetteria, poco tempo fa, è diversa e porta con se altre sensazioni, paure ed emozioni. Louis si azzarda a pensare che è più difficile per Harry vedere i suoi genitori adesso, rispetto a quando aveva visto Louis. Louis non lo biasima, vorrebbe solo fare qualcosa per cambiare la situazione.

"Figlio mio...", è Sarah a parlare, quasi in agonia, insieme ad un sospiro e Louis si rende conto che la donna vorrebbe muoversi, ma senza trovarne le forze.

"Non chiamarmi in quel modo", risponde Harry velocemente, la voce aspra e Louis riconosce quel tono. È lo stesso che lui aveva usato con Harry quando aveva bussato alla porta dell'appartamento per la prima volta, per parlare:"non sono tuo figlio".

Louis scuote la testa, vorrebbe disperatamente dare voce ai suoi pensieri, ma ancora una volta, non può farlo, per Harry. Ma Harry non può reagire in quel modo e deve capirlo da solo, è tutto così incasinato da far entrare Louis nel panico. Ma non lo farà, rimarrà stabile per amore di Harry. Per Harry.

Sarah apre la bocca, ma la richiude subito, riportandosi il pugno chiuso alle labbra. Non sembra quella che era una volta e questo rende Louis più tranquillo, al contrario di David, del quale Louis non è esattamente certo di che persona sia.

"Non sei qui per litigare con noi", dice David e no, no, Louis non vuole che lui parli. Si era quasi dimenticato di quanto lo terrorizzasse la sua voce. Ed anche Harry perchè fa un passo indietro, finalmente si muove:"sei qui perchè così possiamo parlare", l'uomo si alza, la sorella di Sarah è andata in un'altra zona della casa. Guarda verso Louis e oh, le ginocchia quasi gli cedono, Louis non capisce come Harry riesca a tenersi in piedi per più di venti secondi:"Louis", dice David e si accorge di quanto stia tentando di non suonare troppo incasinato. È incredibile di come lo abbia riconosciuto e di come si ricordi il suo nome. Louis pensa che probabilmente lo abbia scritto in una lista nera:"penso che dovremmo parlare dopo, ma ora, potresti lasciarci?"

"No", risponde al posto suo - ma in realtà non avrebbe mai detto qualcosa:"lui resta. Non potete più dirgli di andarsene."

"Calmati Harry, per favore", sussurra Louis in modo che solo i due possano sentire. Con la mascella contratta ed i pugni chiusi lungo i fianchi, Harry guarda il ragazzo più basso. Il verde nei suoi occhi è quasi irriconoscibile e Louis sa che ha bisogno di essere stretto. Sa anche che Harry non piangerà, aveva sempre avuto questa specie di regola di non piangere davanti alle persone, e per 'persone', si intende i suoi genitori. Sotto certi punti di vista è una cosa buona, ma Louis sa anche che è peggio quando piange in silenzio dentro di se, senza versare nemmeno una lacrima.

"Ok", dice David rispondendo al commento di Harry e forse quello era un inizio. Una parte di Louis vorrebbe ancora andarsene soprattutto se stanno per affrontare la conversazione davanti a lui.

"Puoi venire a sederti?", suo padre continua a mantenere un tono moderato e Sarah rimane in piedi, nella stessa posizione, dietro di lui. Harry scuote la testa come risposta, le labbra chiuse in una linea dritta:"Hai qualcosa da dirci?"

Louis vaga con gli occhi, è davvero serio quest'uomo? Guarda Harry e vede che sta per scoppiare a ridere, ma non le risate divertenti, ma quelle amare, perchè tutta questa situazione è tristemente divertente.

"Sai bene cosa voglio dire", Harry invece continua a parlare duramente.

"Per favore, dillo", è Sarah a parlare stavolta, Louis non avrebbe mai pensato di vederla così fragile.

"Voi due mi avete rovinato la vita e mi avere fatto vivere nella tristezza per anni", sputa allora Harry, senza troppi giri di parole. Tutti lo sapevano. Anche Cassie aveva detto di aver provato a capire perchè se ne fosse andato.

David annuisce, come se nel frattempo continuasse a ripetersi ancora ed ancora quelle parole nella sua mente. Louis spera che se le porti nella tomba.

"Qualcos'altro?", chiede.

Harry scrolla le spalle, cercando di fare del suo meglio per non guardare le due persone a qualche passo di distanza da lui:"Non siete mai stati i miei genitori", dice, non più duro come prima. Sarah sussulta, ma David annuisce. Louis trova tutto molto bizzarro, si sente perso e non c'è possibilità che ritrovi se stesso lì:"vi ho odiati", ora è Louis a sussultare e ad essere preso alla sprovvista da quelle parole.

Guarda preoccupato il suo amico. Harry non aveva mai detto quelle parole ad alta voce, forse a se stesso, Louis non lo sa, ma non lo aveva mai detto in questo modo. Una volta aveva detto:'A volte li odio. Odio è una parola forte, non posso dirla. Li odio un po', ma sono i miei genitori, giusto?'*. Non l'aveva mai detto in modo così diretto prima d'ora, aveva sempre fatto vedere a Louis che l'unica cosa che provava verso di loro fosse la tristezza, la paura e sofferenza, perchè l'Harry bambino, avrebbe solo voluto ricevere l'amore della sua famiglia. Harry non odia le persone, l'Harry di adesso perdona le persone. Ma ora sembra troppo arrabbiato per ricordarsi le belle parole che gli erano state dette, le parole e le situazioni che che gli avevano fatto credere in se stesso.

"Ci odiaVI?", chiede David, guardando davvero il suo interlocutore, apparentemente. Sarah invece sembra solo che abbia bisogno di sedersi.

"Si", Harry mantiene la testa bassa e Louis vorrebbe urlare 'alza la testa, mantieni forte il tuo cuore'*, ma nessuno lo ascolta:"non valete più il mio odio. Non vi meritate più niente da me. Non posso più fare questo a me stesso", ouch, Louis chiude gli occhi e conta fino a tre. Non può fare niente, è lì solo per supportare Harry, per ricordargli che ha lui.

"Harry", lo chiama Sarah, la voce flebile, in quella stanza enorme e viene quasi inghiottita dalla voce di David.

"Lo capiamo", e, che cazzo? Gli occhi di Louis si spalancano, ma Harry non reagisce a quelle parole:"è per questo che vogliamo dirti che ci dispiace", Sarah alza lo sguardo verso l'uomo accanto a lei. Harry non dice niente, Louis si sente come la pecora nera circondata da quelle bianche.

"David ed io siamo davvero molto dispiaciuti per tutto quello che ti abbiamo causato", continua Sarah, dopo che David le aveva annuito:"ci siamo resi conto di non essere stati le persone che avremmo dovuto, nei tuoi confronti e nei nostri", la voce le si spezza ad un certo punto, ma si ricompone:"ci è voluto il modo in cui te ne sei andato ed un mese per capire ciò che avevamo fatto per tutta la nostra vita. Per darci la colpa di tutto, perchè è colpa nostra", confessa pentita:"e Lo- Louis... dobbiamo delle scuse anche a te. Ci sono così tante cose da dire, non riesco a trovare le parole al momento", Louis non riesce a credere a ciò che sta sentendo. Sarah fa un passo avanti, ma si ferma:"non ci aspettiamo che tu ci perdoni. Ci vorrebbe una vita intera, ma...", sospira.

"Vorremmo che tornassi qui e rimanessi con noi", David completa la frase di sua moglie e quello è il momento in cui crolla tutto. Anche Harry. Ma anche il cuore di Louis.

"Sarà dura. Ripartire da zero, cercando di recuperare i pezzi che abbiamo calpestato. Ma non è una causa persa", Harry comincia a scuotere la testa, non del tutto in grado di formare una frase coerente e Louis è senza parole, la sua mente ha smesso di funzionare e tutto davanti a lui è sfocato.

"Quando Cassie ci ha detto di te, tutto quello di cui avevamo parlato, ha preso forma. Abbiamo pensato ad un modo per contattarti. Posso trovarti un lavoro in qualsiasi campo tu voglia, puoi fare una vita migliore qui", Harry continua a scuotere la testa, impedendo ai brutti pensieri di infiltrarsi.

'Non possono ferire Harry. Non possono ferire Harry. Harry non ti lascerà', continua a ripetersi Louis nella sua testa.

"Ascolta Harry", continua David, capendo chiaramente il messaggio di Harry:"so cosa stai pensando", si avvicina:"ma io e tua madre-"

"No!", riesce a dire Harry, David sospira, probabilmente per controllarsi.

"Ci siamo dati un'ultima opportunità. Siamo una famiglia ora, siamo persone migliori per noi stesse, grazie a te. Tu che te ne sei andato, ci ha aperto gli occhi, ci ha fatto voler essere una famiglia", Louis è scioccato, spalanca la bocca perchè non è possibile che stia sentendo ed ascoltando una cosa del genere, che stia permettendo che Harry ascolti tutto questo.

"State forse dicendo che andarsene è stata una cosa buona?", Louis avanza, mettendosi proprio davanti a Harry, come se in questo modo, lo stesse proteggendo:"Che vederlo allontanarsi dalle vostre vite, ha avuto dei lati positivi?", sta quasi urlando, le vene sul collo che escono e poi si rende conto che guarda quelle due persone - soprattutto David ora - nello stesso modo di anni fa. Prova ancora le stesse cose, come se loro avessero ancora potere su tutto.

"State letteralmente dicendo che avere Harry nella vostra vita, vi ha impedito di essere delle brave persone. Voi siete una disgrazia e dovreste vergognarvi di dirlo ad alta voce dopo tutto quello che gli avete fatto", dice, indicando Harry dietro di se:"e soprattutto dopo avergli chiesto di tornare nelle vostre vite".

"Louis", David fa un altro passo indietro e non è cambiato, il modo in cui guarda Louis, non è cambiato e Louis sa che quest'uomo non sarà mai capace di preoccuparsi delle persone che ha intorno:"non puoi semplicemente venire qui e dire certe cose. Non sai niente al momento e stiamo cercando di avere una conversazione civile", non ce la fa quasi più a controllare il suo temperamento, ma è una buona cosa perchè Louis vuole avere la conferma che è ancora lo stesso uomo che ha portato il suo Harry, via dalla sua vita. Che aveva trasformato la vita di Harry, in un tunnel senza fine.

"State scherzando, giusto?", Louis ride ironico, riesce quasi a sentire il respiro pesante di Harry dietro di lui:"Questa è follia. Siete voi quelli che non sanno niente, non sapete quanto deve costare ad un bambino essere trattato male dai propri genitori. Guardare i suoi amici che abbracciano le loro mamme e trovarlo un gesto strano, ma ritrovarsi ad invidiarlo. Voi avete fatto questo a Harry, lo avete fatto sentire come se non si meritasse niente perchè continuavate a dargli niente. Perchè un letto per dormire e cibo da mangiare, non è abbastanza. Questo non è essere una famiglia, non siete pronti per darglielo ed è di fatto troppo tardi per provarci", finisce Louis, la voce alta, è difficile mantenere stabile il respiro e i nervi saldi.

Sarah sembra che stia per piangere ed il modo in cui David lo sta guardando gli farebbe venire voglia di alzare gli occhi al cielo.

Ma l'uomo davanti a lui, apre la bocca per parlare, ma la richiude subito quando viene interrotto da un bambino che entra nella stanza correndo e ridendo. Gli occhi di Louis si concentrano sul bambino che corre nella direzione di Sarah con un sorriso sulle labbra.

"James!", la zia di Harry compare, più o meno correndo, ma è quasi impossibile con i tacchi che ha ai piedi:"mi dispiace, è scappato", sbuffa e cammina verso il bambino. Louis lo guarda confuso, ma quasi intrigato dalla scena.

"Aspetta", dice David prima che la donna lo tiri su dal pavimento. Sarah aveva posato una mano sulla testa del bambino, con un piccolo sorriso sulle labbra mentre lo guarda. Louis gli da due anni, non più di tre:"Harry, questo è James. Tuo fratello", Louis per poco non si rompe il collo per guardare subito Harry dietro di lui, gli occhi spalancati e le ginocchia che tremano. Era stata una pessima idea, tutto lo era stato, gli occhi di Harry si stanno riempiendo di lacrime, le labbra coperte dalla mano e non sta guardando Louis. Sta guardando avanti verso le persone con le quali un tempo viveva e il bambino, il fratellino più piccolo che aveva sempre desiderato, ma che sapeva non avrebbe mai avuto perchè se i suoi genitori non potevano amare lui, come avrebbero potuto amare un altro bambino?

Louis si sente esattamente nello stesso modo in cui si era sentito quando aveva trovato Harry in un angolo del bagno, seduto sulle mattonelle fredde con il sangue che gli scendeva dai polsi. Si ricorda quella sensazione, lo ha segnato talmente tanto, che sarebbe impossibile non farlo e sperava di non doversi sentire in quel modo mai più, perchè avrebbe dovuto proteggere Harry per non vederlo mai più in quello stato. Non è esattamente la stessa cosa di anni fa, ma Louis vede davanti a se, un Harry fragile ed, ancora una volta, è colpa dei suoi genitori.

"Siamo una famiglia ora. Possiamo farcela, devi solo farne parte, perchè è qui il tuo posto", finisce David e ok, Louis non nota nessuna nota di cattiveria o crudeltà nel suo tono di voce, ma non possono fare questo a Harry. Non possono più fargli del male, hanno avuto più di vent'anni per fare decentemente i genitori, hanno avuto più di vent'anni per rendersi conto di tutti i loro errori, ma l'unica cosa che hanno fatto è stata far sentire peggio Harry. Sono stati crudeli, non meritano una seconda possibilità perchè tutto il tempo che Harry aveva vissuto con loro aveva voluto dire dargli tutte le possibilità del mondo. Avevano battuto il record.

"Il mio posto non è qui", dice Harry senza lasciar parlare Louis, perchè se l'avesse fatto, non sarebbe stato così educato nel parlare come sta facendo lui:"non posso farlo", sta crollando, Louis lo sa e deve allontanare lo sguardo dalla faccia di Harry perchè vederlo in quello stato lo ucciderebbe:"non siete stati in grado di amarmi, ma ora avete avuto un bambino? Ora la chiamate 'famiglia'?", sente Harry singhiozzare e 'andiamo via, andiamo via, andiamo via', pensa:"non potete farmi questo. Non potete assolutamente farmi questo. Non ve lo permetterò, non permetterò a me stesso di cascarci", continua Harry. Sarah cammina verso Harry, senza fermarsi e quando raggiunge Louis, Harry fa un passo indietro e tira su con il naso:"no", la voce gli si spezza, ma continua:"non posso farlo, in nessun modo", dice amaramente:"Vorrei. Vorrei avere questa famiglia. Una famiglia vera", cazzo:"ma non posso. Il mio posto non è qui. Non mi avete voluto per tutti quegli anni, non potete avermi adesso", Louis stringe le labbra e cerca di rimanere fisso su un punto sul pavimento per controllarsi. La cosa peggiore di tutto ciò è che Harry non sembra più nemmeno arrabbiato, sembra davvero triste:"Vorrei dirvi che mi dispiace, ma non posso", anche la sorella di Sarah guarda la figura alta in casa sua, sorpresa da quella scena:"non ve lo meritate".

Louis sente una mano toccargli il polso e nonostante le sue parole, il tocco è gentile. Sorprendentemente gentile:"Inoltre, un semplice 'mi dispiace' non funziona, non sistema niente. Anche Louis merita di sentire di meglio", finisce e Louis vorrebbe urlare, vorrebbe che si sistemasse tutto per magia. Una volta ci credeva, ma con il passare degli anni, si era dimenticato anche il suo significato. Ora, ora che gli servirebbe, non può farci nulla. Lo uccide.

Louis si sente trascinato quando Harry comincia a muoversi, prende la borsa dal pavimento e Louis non può fare nulla per fermare Harry. Alla fine è una sua decisione e Louis la rispetta. La rispetta più di quello che pensava quando erano atterrati.

"Harry, Harry ti prego, no", Sarah lo chiama e Louis sente il rumore dei suoi tacchi dietro di loro:"dove- dove state andando?", chiede con cautela e Harry si ferma, Louis non riesce a guardare la donna, ma Harry si.

"Ce ne andiamo. Staremo in un hotel o qualcosa del genere", Louis non capisce nemmeno dove trovi la forza per rispondere alla domanda.

"Possiamo darti dei soldi! Parl-"

"Non voglio i vostri soldi", sputa Harry e poi fa un respiro profondo:"non c'è nient'altro da dire".

"Invece si, solo-"

"Arrivederci", apre la porta e si porta dietro Louis, velocemente, sbattendosi violentemente la porta alle spalle.

Louis è estremamente grato di essere venuto con lui.



~*~



Lo sforzo per trovare un hotel che fosse economico e che avesse anche posto per loro, era stato notevole, soprattutto per il fatto che per tutto il tempo, Harry non era riuscito a dire una parola a Louis. Louis lo rispettava, ma si era ritrovato più di una volta a volersi strappare i capelli dalla testa. O dalla testa di Harry.

Quando finalmente ne avevano trovato uno - non così economico, perchè altrimenti sarebbe stata mezzanotte e avrebbero finito per dormire per strada - la prima cosa che aveva fatto Harry, era stata buttarsi in doccia, ignorando un Louis stanco e affamato, solo in una camera d'albergo. La vista dalle finestre non era male, quindi l'aveva lasciata aperta e si era steso sul letto, senza chiedersi se Harry preferisse quello o magari il divano-letto o se avrebbero dormito insieme. Era di nuovo un'abitudine? Oppure era successo le altre volte per la situazione?

Louis decide che sia la prima opzione. Fa parte di loro.

Così rimane sdraiato sulle coperte, le gambe allungate ed aperte sul materasso. Troppo stanco per alzarsi, ma troppo sotto l'effetto del jatlag per dormire. Non sa cosa pensare e chiaramente non può.

Quando il rumore dell'acqua cessa, si aspetta che Harry esca da un momento all'altro, ma non accade. Decide di non preoccuparsene per altri minuti, sapendo che è un momento in cui Harry deve stare da solo con se stesso e di riprendersi a modo suo. Louis si spoglia, buttando i vestiti in un angolo, guarda la borsa ai piedi del divano ed è troppo lontana e si lascia cadere di nuovo sul materasso. Adesso anche le braccia sono spalmate sul letto.

Poi sente la porta aprirsi ed alza la testa per guardare verso Harry. I capelli davanti alla fronte, mezzi bagnati, mezzi mossi, gli occhi troppo rossi per aver fatto solo una doccia. L'asciugamano grigio stretto intorno alla vita, poco sotto la V dell'addome ed esce lasciando che i vapori del bagno escano con lui lasciando la porta aperta.

"Ti crea qualche problema se mi sdraio accanto a te?", Louis sente le guance infiammarsi non solo per quello che aveva detto Harry, ma anche perchè lo sta guardando come se lo avesse sorpreso a scrutarlo.

"No", risponde troppo semplicemente, troppo velocemente, ma fa spazio accanto a se per Harry.

Harry si avvicina tranquillamente e si sdraia sul lato destro del letto, i capelli bagnati sparsi sul cuscino, le mani posate sul petto caldo e l'asciugamano intorno alla vita che fa pendant con le coperte. Louis continua a guardare di lato, a guardare Harry, mordendosi il labbro inferiore perchè quello è troppo. Sono sdraiati su un letto, l'uno accanto all'altro, mezzi nudi. Harry è completamente nudo sotto quell'asciugamano e lui... beh lui è completamente nudo sotto la biancheria.

"Come ti senti?", chiede Louis, schiarendosi la gola perchè apparentemente la sua voce aveva deciso di venire fuori rauca e per niente normale.

Harry mugugna* e si prende del tempo prima di rispondere:"Hanno avuto un bambino", dice e Louis decide che è arrivato il momento di girarsi, puntando il gomito sul materasso e reggendosi la testa sul palmo della mano, fronteggiando Harry.

"Hai visto il modo in cui Sarah lo guardava? Ed il modo in cui David ha detto che ora sono una famiglia?", Louis sa che è una domanda retorica, ma vorrebbe rispondere 'si e questo è quello che ti saresti sempre meritato:"tecnicamente ora ho un fratello", ride, di nuovo una risata amara, che trasmette tristezza:"cioè, non credo nemmeno che quel bambino sia mio fratello", Louis sospira e decide di mettere una mano tra i capelli di Harry.

"Assomiglia a te quando eri piccolo", si azzarda a dire Louis, arricciandogli la ciocca di capelli con le dita.

"Si", Harry sorride appena:"ha gli stessi capelli chiari. Mi chiedo se diventeranno ricci un giorno".

"Anche io", anche Louis sorride, solo guardando quella fossetta che fa la sua comparsa sulla guancia:"Perchè? Perchè sei voluto venire qui e parlarci, Harry?", chiede Louis, un po' triste, dopo alcuni secondi di silenzio. Harry scuote la testa meglio che può e Louis smette di accarezzargli i capelli.

"Pensavo di meritarlo. Un'ultima parola. Un'ultima spiegazione. Sapere come stanno senza di me, sapere come mi sarei sentito dopo averli visti di nuovo. Sono stati loro a dire a Cassie che volevano parlarmi. Penso che mi abbia fatto sentire meglio".

"Hai pianto, Harry. Hai pianto per tutto il tempo che sei stato sotto la doccia".

"È vero", dice, gli occhi ancora puntati sul soffitto:"ma mi sento bene. Specialmente dopo aver sentito cosa avevano da dirmi. Quindi che facciano quello che vogliono. Sono estranei per me e la questione si chiude qui. Sto bene", guarda Louis e sorride. Sorride e basta e Louis sente del calore salirgli dalle cosce alla pancia:"sto bene davvero, Lou", continua a sorridere e Louis si concentra solo su quello. Sulle sue labbra. Guardare ed ammirare quanto sia vero quel sorriso e che sia proprio davanti a lui. Così vicino:"Grazie, davvero. Se non fosse stato per te lì... sei il mio salvatore, lo sai? Sei ancora il mio salvatore, la mia ancora", Louis si sta sciogliendo su quel materasso, si sta sciogliendo per le parole di Harry, per il modo in cui lo sta guardando, per il modo in cui sorride... tutto di lui lo fa sciogliere. Ha un sapore dolce:"Grazie...", sussurra, le parole che gli scivolano sulla lingua lentamente e finiscono dritte in profondità nelle vene di Louis.

Gli occhi verdi di Harry viaggiano dagli occhi di Louis alle sue labbra, mentre gli occhi di Louis non si erano mai staccati dalle sue. Le labbra sottili di Louis. Louis si passa la lingua tra le sue mantenendole umide e vede Harry inghiottire, il sorriso che momentaneamente sparisce.

"Louis...", tira fuori Harry, quasi come se fosse senza fiato.

"Harry...", risponde Louis, chiamandolo praticamente nello stesso modo.

Quello è il via libera di Harry. Posa velocemente la mano sulla guancia di Louis e preme le proprie labbra sulle sue. Non c'è esitazione, non c'è provocazione, non si prende del tempo per guidare le proprie labbra verso quelle di Louis, lo fa e basta. Perchè era disperato e perchè lo volevano entrambi. Entrambi lo volevano e ad entrambi era mancato.

Louis è veloce a rispondere e lo sa, sa come fare, conosce le labbra di Harry come il suo corpo. Muovono le labbra, proprio come dovrebbero, senza sbagliare niente.

Harry sovrasta il corpo di Louis con il proprio, una mano vicino alla sua testa, mentre Louis lascia le sue attorno al collo di Harry. Lo tiene lì, fermo, facendolo andare ancora più a fondo, senza lasciarlo andare. E non se ne andrà.

Passa le mani sulla spina dorsale di Harry facendolo rabbrividire e Louis sa che sarebbe successo per il modo in cui gli aveva toccato la pelle con i polpastrelli e Harry aveva risposto mordendogli appena il labbro inferiore per far si che Louis aprisse la bocca e lasciasse entrare la sua lingua. Louis aveva sempre amato il fatto che in qualsiasi momento, Harry sapesse sempre di menta e profumi costosi e così è anche adesso e lo fa impazzire. Impazzire.

Harry ha la lingua quasi giù per la gola di Louis e gli unici rumori che si sentono in quella stanza d'albergo, sono quelli del letto, respiri pesanti e canzoni impacciate delle loro labbra unite.

Arriva un momento in cui Louis deve stringere tra le mani delle ciocche di capelli dietro la nuca di Harry e spingerselo addosso, il suo corpo cede sotto quelle pressioni, premendosi contro quello di Louis e si, si. Questa è la sensazione che stava cercando. Si permette di lasciarsi scappare di bocca un suono più forte e di inarcare appena la schiena.

Le mani di Harry sono ovunque su di Louis, ha bisogno di contatto e contatto e contatto. Non è mai abbastanza, è caldo, è casa. Louis è casa e Harry è l'universo, loro sono le stelle e il loro mondo è il sole.

"Lou...", Harry praticamente mugugna, incapace di contenersi dallo strusciarsi contro la coscia di Louis e Louis lo asseconda. A Louis non frega assolutamente nulla, perchè nemmeno lui riesce a controllare i movimenti dei suoi fianchi, il che non fa che dare a Harry la frizione che sta cercando.

"Dio, Harry", tira fuori Louis quando Harry si allontana facendo separare le loro labbra, solo per baciargli la mascella e poi continuare lungo il collo. Gli succhia la pelle lasciando scie umide e segni rossi sulla sua pelle. Così bello:"riesci ancora a farmi impazzire".

"Si?", Harry gli sussurra all'orecchio per poi mordergli e leccargli il lobo.

Il corpo di Louis trema sotto di lui ed emette un suono che dovrebbe essere imbarazzante, a metà tra un sussulto ed un gemito, ma molto, molto acuto, cercando di dire:"si", ma non ci riesce, soprattutto perchè Harry lo conosce.

"I versi che fai, fanno ancora impazzire anche me" lo provoca ghignando. Louis si morde il labbro fino a sentire il sapore del sangue:"voglio sentirli sempre", Louis non riesce a trattenersi dal fare lo stesso verso di poco prima, la mano che scivola dalla schiena di Harry fino bordo dell'asciugamano. Lo srotola dalla vita di Harry e lascia che gli cada addosso. Harry attacca le labbra alla curva del collo di Louis baciando e succhiando quel punto di nuovo, mentre Louis tira via l'asciugamano, buttandolo sul pavimento.

"Ti prego...", sussurra Harry sulla pelle di Louis, un respiro bollente che gli punge le vene e cazzo, Harry inizia a strusciarsi proprio sull'erezione di Louis. E Louis lo sente completamente, è nudo e vuole guardare. Vuole guardare Harry, ma prima ancora vuole chiedergli il permesso, vuole chiedergli se va bene, nonostante sappia che è così. Ma non ce la fa e allora chiude gli occhi, getta la testa all'indietro ed apre la bocca, sopraffatto dal piacere.

"Vuoi che mi fermi?", sussurra Harry, la voce debole e bassa, continuando a muovere i fianchi a rallentatore, ma nel modo giusto.

Louis riesce solo a scuotere la testa, stringendo Harry per i fianchi e cercando di muovere anche i suoi contro il materasso.

"Dio", Louis sussulta, muovendosi appena più velocemente, così che Harry possa capire ed imitarlo:"è bellissimo".

"È passato così tanto tempo", dice Harry, scontrandosi con i fianchi di Louis ed andando anche lui più veloce, scivolando appena un po' più su e strusciandosi contro sulla pancia di Louis e questo è peggio, è peggio per entrambi. Harry sente la sua pelle e Louis sente Harry:"mi sento così vicino a te", sussurra Harry e Louis sta gemendo e non avrebbe mai pensato che sarebbe finito in questo stato solo strusciandosi, semplici movimenti senza nemmeno essere completamente nudo. Nessuno sarà mai in grado di ridurlo così... a meno che non sia Harry. Harry ci riesce, sapeva che Harry sarebbe stato l'unico a ridurlo in questo stato, così bisognoso.

Louis non riesce nemmeno a dire una parola in questo momento, lascia fare Harry, sul serio, in questo momento potrebbe anche solo guardare Harry mentre fa lo stesso sulle coperte che verrebbe nei boxer, senza nemmeno essere toccato.

Il contatto è meraviglioso ed erano anni che Louis non ne aveva, di questo tipo. Il tipo che gli dava Harry.

"Piccolo segreto", sussurra Harry. Louis era sempre stato quello più rumoroso, quello che gemeva e mugolava di più, ogni volta che riceveva di più da Harry:"negli anni passati, mi sono toccato solo pensando a te", Louis geme più forte stavolta, l'immagine di Harry in un letto o sotto la doccia che sta pensando a lui e a come l'uno toccava l'altro si solito, venire urlando il nome dell'altro, lo fa impazzire:"tu vuoi toccarmi, so che lo vuoi", Louis mugola come se stesse piangendo, soprattutto quando concorda con Harry:"ma non ti permetterò di farlo", dice, stringendo i polsi di Louis tra me mani e premendoli contro il materasso, accanto alla sua testa.

"Harry...", piange Louis, gli occhi erano rimasti chiusi per tutto il tempo, perdendosi il ghigno disegnato sul viso di Harry, ma ad ogni movimento si era morso il labbro o le labbra erano diventate una 'o' perfetta.

"Vicino. Molto vicino", geme Harry, strusciandosi proprio sopra al membro duro di Louis, ancora più veloce e quando Louis sta per gemere ancora, attacca le labbra alle sue:"sto per venire", avverte Louis, stringendo la presa sui suoi piccoli polsi, sentendo, su uno di essi il braccialetto uguale al suo.

"Ti prego, fallo", riesce a dire Louis ed è veloce, ma Harry è rumoroso. Più di quando Harry non lo abbia mai sentito. Quando Louis sente un liquido caldo colpirgli la pelle, probabilmente è la goccia che gli fa traboccare il vaso perchè sta venendo anche lui, quasi in maniera dolorosa, dentro la sua biancheria.

Harry sta ancora godendo sopra di lui, le labbra che sfiorano appena il loro punto, il respiro irregolare e Louis è scioccato da quello che è appena successo. E a cosa sta succedendo perchè ha un Harry nudo sopra di se che gli sta venendo sullo stomaco.

"Scusami", grugnisce Harry, guardando appena in basso, allenta la presa sui suoi polsi e Louis coglie l'occasione per liberarsi:"mi dispiace tanto...", e non si sta scusando solo per essere venuto addosso a Louis, ne è certo.

"Hey", dice Louis e prende il viso di Harry tra le mani, una mano su ogni guancia, costringendo a guardarlo e cazzo, era passato un po' di tempo dall'ultima volta che era rimasto a fissare quell'uomo in uno stato simile, accaldato e completamente in trance:"va bene così", sorride:"va benissimo".














Buona sera splendori!!

Scusate il ritardo, ma sono tornata ora a casa dall'università.

Anche questo capitolo, secondo me è un capolavoro, e vedrete il prossimo!

Visto che non posterò altro prima di Natale, vi auguro un Buon Natale ed a presto!

-A.

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