21 - Leaving
Mette da parte il diario di Harry e si alza. Finalmente si alza e cammina verso Harry, accucciandosi accanto a lui, non appena lo raggiunge. Le mani viaggiano dalle gambe di Harry, alle braccia, al viso. Fa in modo che il ragazzo più piccolo lo guardi con la mano premuta contro la sua guancia e con quella libera, sposta di lato una ciocca dei lunghi capelli di Harry. Finalmente.
Poi Louis annuisce.
"Capisco".
Harry fissa Louis, le labbra appena schiuse, come se stesse cercando qualcosa sul viso di Louis, nei suoi occhi, nel suo tocco, nell'interezza di Louis. Louis sta appena sorridendo, ma Harry continuava ad avere quell'espressione vuota, le guance accaldate per il gesto di Louis ed erano passati anni dall'ultima volta che era successo. Una vita da quando questi due avevano condiviso uno spazio così piccolo, dove potevano sentire l'altro respirare, dove potevano sentire l'altro vivere.
"Tu... si?", Harry sussurra, la voce che viene fuori a malapena, ma Louis capisce. Potrebbe capire anche solo leggendo le sue labbra. Louis leva le mani dalle guance di Harry, facendole scivolare come se gli stesse accarezzando la pelle. Lo sguardo di Louis crolla e guarda verso il pavimento, però le sue labbra sono ancora curvate in un sorriso:"Si", risponde tranquillo, insicuro se Harry lo senta o meno.
E quello è il momento in cui tutta quella situazione colpisce Louis, così forte che che ha difficoltà a tenersi insieme. Questa era un qualcosa di enorme, quello che era appena successo era qualcosa alla quale Louis nemmeno osava pensare, menzionare, anche solo pensare che che fosse una buona idea parlarne con Harry. Non erano state dette le parole precise, era stato tutto molto vago, pieno di metafore e parole che Louis deve decifrare. Ma a suo tempo era bravissimo in quello, a leggere Harry e questo è quello che è appena successo, quindi Louis si sente di nuovo libero.
Harry non era riuscito a dirlo, per paura delle conseguenze, di come sarebbero potute uscire fuori quelle parole, ma quello che Louis aveva letto, gli aveva fatto capire che erano ancora sulla stessa pagina, dello stesso libro, erano semplicemente stati strappati e si erano persi. Ma ora erano stati ritrovati e dovevano tornare al loro posto perchè il libro avesse senso di nuovo, perchè loro... loro erano la parte importante.
Harry ha ancora Louis nel suo cuore e non c'è modo in cui possa uscirne. Ci sono ferite, come le ha anche Louis, ma questo non significa che non possano essere curate. Quello che sente Harry - e quello che, porca miseria, sente anche Louis - è qualcosa tra la cotta e dire 'ti amo' a qualcuno veramente. Non ci sono ancora arrivati, perchè Harry è innamorato dell'idea di essere innamorato di Louis. Vuole amarlo, vuole provare ancora quella meravigliosa sensazione, il calore, la comodità, il sollievo di sapere di avere qualcuno accanto che lo protegga, che lo faccia sentire al sicuro. Tutto questo aveva fatto andare avanti Harry per anni, Harry viveva per quel sentimento, viveva per lui e lui soltanto. Il suo futuro era Louis, il suo presente era Louis, tutto era LouisLouisLouis.
Harry sa che non può ferire di nuovo Louis. Non può e non permetterà che succeda, lo distruggerebbe, distruggerebbe entrambi. E nemmeno Louis permetterà che succeda, non si permetterà di crollare un'altra volta ed illudersi di poter riavere quella felicità che una volta aveva conquistato. È per questo che lui, entrambi, hanno paura paura di provare si nuovo. Tutta questa cosa è complicata perchè hanno una seconda possibilità di fare tutto meglio, per fare tutto diverso, così che non ci sia spazio per gli errori.
Quindi il punto centrale qui è che Harry amava amare Louis e gli fa venire voglia di provarci di nuovo, di tornare indietro e tornare ad avere la relazione che avevano prima. Ma prima non era sana, prima era dipendenza, prima era irrazionalità... prima erano una cosa sola. Ma Louis e Harry sono due persone, due persone con idee differenti, pensieri differenti, menti e corpi differenti. Non possono buttare via tutto e commettere gli stessi errori, non possono ferirsi e ferire gli altri. È per questo che Louis continua a dire che le cose non possono più essere come prima, non perchè sia impossibile, non perchè pensa che possano farcela, ma perchè possono essere migliori. Possono essere in grado di costruire qualcosa di migliore, ma comunque con la stessa magia.
Così a Louis viene da piangere perchè capisce tutto questo, gli fa quasi venire mal di testa, ma ora sa che non è da solo a questo punto.
Si lascia cadere, quasi come se il suo corpo avesse ceduto, solo per lasciar andare la testa sulle gambe di Harry, dopo che il ragazzo dai capelli ricci le aveva allungate davanti a se. Harry quasi viene colto di sorpresa, soprattutto quando poi Louis lo abbraccia in vita, nello stesso momento in cui gira la testa lasciandola sulle sue cosce.
"Non sapevo se sarebbe stata una buona idea parlarne, ma avremmo dovuto farlo molto prima", parla piano, sentendo il tessuto dei jeans di Harry sulla guancia e Harry è ancora un po' teso da quella mossa improvvisa, ma torna presto alla normalità. I loro respiri cominciano a venire fuori all'unisono, Harry mette le mani di lato e Louis tiene le sue saldamente attorno alla vita di Harry. Non pensa nemmeno a quanto sembri strano, a quando possa diventare scomodo essere sdraiati sul pavimento. Ma non gli interessa, dannazione, sta succedendo.
"Harry...", sussurra Louis, dopo qualche minuto di silenzio:"dovremmo provare... dovremmo provare, ti prego. Qualcosa di meglio", sussulta, letteralmente, cercando di trattenere le emozioni, nonostante gli occhi gli brucino e questo interferisca con la sua gola.
Harry sospira, ma Louis non osa nemmeno guardarlo in faccia, chiude anche gli occhi per non cadere in tentazione. All'improvviso sente la mano di Harry sulla testa, all'inizio è semplicemente lì, solo per avere un contatto e dire a Louis che lui è lì. Poi inizia a giocare con le ciocche di capelli piccole e sottili di Louis, rigirandosele tra le dita, affondando fino alla cute, accarezzandogli i capelli in un modo così tenero che non era così nemmeno quando era Zayn a farlo, quando voleva confortarlo.
"In questi anni hai...", c'è una pausa e Louis apre gli occhi sentendo la voce di Harry:"hai avuto qualcun altro?", e di nuovo silenzio perchè Louis non riesce nemmeno a pensare una risposta. Ma Harry non smette di accarezzargli i capelli e Louis decide di rafforzare la presa attorno alla sua vita.
Ma Harry sta aspettando una risposta e Louis dovrebbe dargliene una.
"No.", risponde Louis dolcemente:"Non potevo", Harry annuisce, nonostante non possa vederlo:"ma questo non significa che... sai", sospira e chiude di nuovo gli occhi.
"Lo so", Harry smette di muovere le dita, ma lascia la mano suo suoi capelli. Lascia andare la testa all'indietro appoggiandola contro il muro.
"È stato all'università, non ha significato... non significava niente, te lo giuro", la sua voce viene fuori fragile ed in parte anche triste:"la maggior parte delle volte ero ubriaco e lo facevo per provare qualcosa a me stesso. In modo stupido. Ma questo è ciò che sono diventato, stupido. E smarrito".
"Hey", Harry muove di nuovo le dita, cercando di rilassare un po' Louis:"sei ancora in tempo per trovare te stesso. Niente è perso per sempre"
"È quello che ho intenzione di fare".
"Non posso essere la tua medicina, Louis", Louis si irrigidisce sulle gambe di Harry:"tu eri la mia ed è stato tossico per noi. Puoi farlo da solo. Anche io avrei potuto farlo da solo, ma sapevo che ci fossi tu e quindi non ci ho nemmeno provato. Non è buono".
"Ma tu ce l'hai fatta da solo. Te l'ho sempre detto che lo stavi facendo da solo", Louis prova a muoversi per guardare Harry, ma il ragazzo più piccolo, mette l'altra mano sui suoi occhi, tremante.
"Mentivi. Sapevi di stare facendo la maggior parte del lavoro. Anche io lo sapevo. Ma ora va bene, Louis. Ti sono ancora estremamente grato", finisce con quelle ultime parole andando dai capelli di Louis alla pelle del collo, accarezzandola con il pollice, facendo rabbrividire Louis:"ed io ti starò accanto, comunque. Non significa che... non significa che non ci sarò", Louis sospira sollevato, cercando di annuire.
"E tu... hai avuto qualcuno?", Harry ride, non una risata vera e forte, ma quasi ironica.
"Ho baciato solo una persona", confessa allora, le dita che massaggiano il collo di Louis, la cui espressione si rilassa pian piano.
"Era Niall?", Harry ride di nuovo, stavolta più piano e finisce con un sospiro.
"No, Louis", risponde dolcemente e allora le spalle di Louis si rilassano:"non so chi fosse, ero uscito con lui però ed anche Stella, il giorno del mio compleanno. Mi hanno portato in questo posto ed era... sai, un posto strano", ora è il turno di Louis di ridere, notando quanto Harry si stia imbarazzando e quanto sembri innocente :"ma si... non contava niente. Non ho mai cercato qualcuno, forse è per questo che l'amore non è mai venuto da me. Non lo volevo", fa una pausa.
I polpastrelli di Harry non sono più freddi grazie al calore della pelle di Louis:"Hai mai baciato Zayn?", chiede Harry all'improvviso e in modo piuttosto naturale, come se quella domanda fosse rimasta sulla punta della sua lingua in attesa di venir posta per molto tempo:"sento che... quello che avete voi due è qualcosa di veramente...", si ferma ma finisce velocemente:"prezioso".
Louis potrebbe dire milioni di cose per cambiare argomento, per far cambiare idea a Harry ed anche a se stesso, ma... devono essere onesti no? Stanno parlando, cercando di capire ogni cosa, quindi Louis deve parlare, non può nascondere le cose. Quindi va diretto.
"L'ho baciato. Una volta", confessa ed è sicuro che Harry abbia annuito, allora alza la testa per uno sguardo veloce e lo vede stringere le labbra e guardare avanti, continuando con i gesti dolci sulla pelle di Louis:"è stato... è stato alla festa di Capodanno, dopo la nostra conversazione", sussurra e desiderando che non fosse mai stato necessario dire quelle parole, perchè lo sa, sa cosa penserà e dirà ora Harry.
"Oh"
"Mi dispiace", abbraccia di nuovo Harry per la vita e cazzo, adesso dovrebbe pensare che sia strano? Il fatto che stiano parlando di cose del genere in questa posizione, con Harry che accarezza la nuca di Louis, toccandolo appena, mentre Louis sente gli occhi umidi con la testa sulle cosce di Harry, dovrebbe essere strano. Dovrebbe. Ma ci sono così tante cose che stanno succedendo che Louis non può preoccuparsi anche di quello:"Lo so, lo so cosa stai pensando e te lo giuro che è stato l'unico che ho baciato perchè sapevo... sapevo quanto avessi sempre voluto quel bacio di Capodanno con me", affonda la testa nel tessuto della maglietta di Harry:"ed anche io lo volevo, non sai quanto. Da sempre. Te lo giuro, anche prima di credere di amarti come facevo, ci pensavo. Mi dispiace di averlo rovinato per noi, ma... sarebbe", sussulta, pulendosi il visto sulla maglietta di Harry che è scioccato sentendo il bagnato delle lacrime di Louis:"sarebbe mai successo? Succederà mai? Io non penso... non lo so, mi dispiace, io-"
"Hey piccolo", lo chiama Harry dolcemente ed il suo tono di voce è così tenero, così calmo e lo chiama 'piccolo', Harry lo chiama 'piccolo' e non 'amico', non semplicemente Louis, ma 'piccolo' e c'è questa tenerezza nel suo tono che Louis riconosce, ma allo stesso tempo sembra uno di quei video amatoriali dove la voce di Harry è ancora così giovane e proprio come quella che dovrebbe essere quella di un adolescente. Si sente nostalgico:"va tutto bene... è...", sospira mentre Louis cerca di contenere i suoi singhiozzi. Comincia a spostare la frangia di Louis dalla sua fronte e cerca di fare del suo meglio per pulire le piccole lacrime di Louis:"non piangere".
"Non so nemmeno perchè sto piangendo", Louis si lascia andare al tocco delle dita di Harry e prende un respiro profondo:"ho iniziato ad odiare piangere veramente tanto".
"A nessuno piace piangere, Louis", Harry gli accarezza le tempie:"ma fa bene piangere".
"Non sempre"
"Invece si. C'è mai stata una volta in cui hai pianto e poi non ti sei sentito meglio? Non è il contrario?", Louis si prende un po' di tempo per pensare. Si asciuga il viso sui jeans di Harry un'altra volta e poi stringe il bordo della sua maglietta, tirando su con il naso.
"È vero", risponde roco e Harry gli picchietta delicatamente la testa stavolta. Il silenzio li circonda e Louis si prende quel tempo per pensare, fissando di nuovo il vuoto, aspettando che i suoi occhi si riprendano e che lui processi l'episodio. Non è nemmeno sicuro di cosa stia succedendo, ma lo affronterà. Harry è lì, lo saprà sicuramente affrontare.
Non sa quanto tempo sia passato, non gli interessa nemmeno più di chiamare Zayn, non ha voglia nemmeno di muoversi, ma in qualche modo sbadiglia, facendogli lacrimare gli occhi di nuovo e quello è il segno per Harry che deve reagire.
"Hai sonno".
"No", Louis nemmeno riconosce la sua voce:"solo... Molto comodo"
"Sei sdraiato sul pavimento Louis", Harry ride:"e comincia a farmi male il sedere", ed ora invece è il turno di Louis per ridere:"sarai stanco per il viaggio e tutto il resto", Louis mugola e rimane nella sua posizione sulle gambe di Harry:"quindi andiamo a letto".
"No!", protesta, allungando la parola nonostante la sua voce suoni debole e quasi come quella di un bambino.
"Si!",Harry cerca di imitare il suo tono e Louis non capisce - non capiva mai di solito quando succedevano queste cose - ma in qualche modo Harry riesce a muoversi, spostando la testa di Louis dalle gambe, ma riuscendo anche a prenderlo in braccio. E cavoli se non è forte. Louis non aveva bisogno di sapere che Harry riuscisse a prenderlo in braccio a mo' di sposa e tirarsi su dal pavimento solo con la forza delle sue gambe.
Louis letteralmente grugnisce quando Harry lo prende tra le braccia e comincia a camminare. Non ha nemmeno tempo di mettere le braccia attorno al collo di Harry - ma sente i muscoli del petto e delle spalle, premuti contro il suo corpo ed è davvero troppo - perchè arrivano subito al materasso e Harry si piega sulle ginocchia per far sdraiare Louis nella parte del letto dove aveva dormito l'ultima volta.
"Harry...", Louis mette il broncio, non è più cosciente delle sue azioni, si sente come se stesse galleggiando, tutto quello che era successo gli aveva fatto raggiungere il suo limite ed era davvero comodo prima, al contrario di ciò che potesse sembrare.
"Louis...", risponde Harry, un piccolo sorriso che gli compare sulle labbra e Louis vorrebbe davvero ridacchiare e forse sta anche arrossendo, ma rimane a guardare quel ragazzo meraviglioso, il cui viso è proprio sopra al suo:"tutto ok?", chiede e Louis annuisce:"vuoi che ti prenda il pigiama?", Louis scuote la testa:"dormi così?", Louis si morde il labbro:"io non ti spoglio, piccolo", Harry ride e Louis sbuffa, sconfitto. Harry scuote la testa, con ancora un ghigno stampato sulle labbra, e poi si abbassa per lasciare un bacio sul naso di Louis. Continua a ridere anche quando si allontana. Deve continuare a sorridere, specialmente quando guarda a fondo negli occhi blu di Louis. È un peccato che la camera sia illuminata solo dalle luci di Natale che ha Harry:"mi vado a cambiare per mettermi a letto, ok?".
"Ok", mormora Louis.
Harry si allontana e si alza dal materasso, tirando su le coperte per coprire Louis per poi andare a spogliarsi per infilarsi il pigiama. Louis è discredito, dopo tutto quello che è successo riesce ancora ad essere discreto, ma non può fare a meno di guardare come i muscoli di Harry si flettano per il modo in cui si toglie la maglietta dalla schiena, come sono le sue braccia mentre si sbottona i jeans e il tatuaggio di Harry. Il tatuaggio di Harry per Louis. Si lascia andare ad un debole sorriso a quel ricordo, di non tanto tempo fa.
Harry torna verso il materasso, sdraiandosi accanto a Louis:"Pensi che sarai in grado di dormire?"
"Rimarrai qui?", chiede Louis in un piccolo, minuscolo sussurro.
"Certo".
"Allora si", risponde e spera davvero di avere ragione. Davvero.
Harry gira la testa verso Louis, solo per guardarlo un'ultima volta ed il ragazzo più grande ci prova veramente a non guardarlo, gli occhi troppo stanchi per fare anche quello. Harry distoglie lo sguardo e si gira, dando la schiena a Louis e coprendosi meglio con le coperte.
"Buona notte Lou", dice e le labbra di Louis si muovono per dire le stesse parole, ma non esce nessun suono e quindi si arrende:"e si", dice e Louis corruga la fronte nonostante quanto abbia sonno:"si, dovremmo provare qualcosa di meglio", finisce e Louis non riesce a spiccicare parola, stavolta non solo per il sonno, ma anche perchè non gli sono rimaste altre parole. Quindi forse rimane sveglio un po' più a lungo di quanto dovrebbe, il silenzio che gli fa compagnia, ma alla fine si addormenta e forse riesce anche a fare dei bei sogni. Non lo sa perchè è come se non sognasse niente, che di per se, non è per niente male.
~*~
Il giorno dopo, Louis si sveglia e forse si lascia un attimo prendere dal panico, non solo perchè si ritrova in un letto completamente diverso da quello in cui si era svegliato ultimamente, ma anche perchè è da solo. Ed è Martedì. Deve andare a lavorare.
Si siede velocemente sul materasso e si guarda intorno, il cuore che gli batte all'impazzata nel petto, si sente stordito e così confuso che è difficile anche solo tenere gli occhi focalizzati su un punto. Si accorge di avere gli stessi vestiti del giorno prima, ha sonno ed i capelli gli stanno dando parecchio fastidio. Probabilmente è un casino.
Si trascina sul pavimento, fuori dal presunto letto e cammina verso l'area della cucina. Vede una tazza di caffè e un post it giallo di fianco, sul bancone:'Sarà freddo ormai, mettilo nel microonde. Sono andato a correre, mettiti comodo o torna a dormire perchè eri davvero carino. -H.'
Louis ha tempo per sorridere appena a quella nota, ma poi prende il telefono dalla giacca che era ancora sul divano, per controllare l'ora. Ha due chiamate perse da Zayn, ma non le guarda nemmeno, sono quasi le otto e un quarto, è fottuto. Se lo rimette in tasca e poi mette la tazza a scaldare nel microonde come gli aveva detto Harry e nel frattempo prende lo stesso bigliettino e scrive:'Sono dovuto andare a lavoro, grazie per tutto, ci vediamo molto presto.x'
Non pensa nemmeno al fatto se suoni bene o meno perchè non ha tempo. Fa in bagno, fa pipì, si lava la faccia, si sistema i capelli, si spalma un po' di dentifricio sui denti perchè è troppo di fretta per tirare fuori lo spazzolino. Torna in cucina, beve il caffè mentre cerca di infilarsi le scarpe senza aiutarsi con le mani, ma ne esce fuori un vero disastro.
Quando ha finito, mette la tazza nel lavandino, si infila la giacca e prende la borsa. Ora il grande problema è come dovrebbe arrivare a lavoro se non ha modo di sapere se ci sia qualche autobus che ferma là intorno e non ha soldi con se al momento? Sta correndo giù per le scale, la borse che sbatte forte contro ciascun gradino, non ha davvero idea di come farà.
Harry si sarebbe dovuto ricordare che sarebbe dovuto andare a lavoro oggi, i sarebbe dovuto portare la sua macchina, Zayn avrebbe dovuto rispondere al dannato telefono e... e... cazzo. Non può saltare il lavoro e probabilmente è troppo cocciuto per chiamare Zayn e farsi venire a prendere da Harry. E poi, verrebbe? Avrebbe risposto al telefono, nonostante avesse chiamato Louis un'ora fa?
"Hey amico!", Louis si gira velocemente verso l'ascensore, dopo aver raggiungo il piano terra. E forse è Ed quello che gli sta parlando, ma lui vede solo un angelo. Un angelo dai capelli rossi, ma quello è solo un dettaglio insignificante.
"Ciao Ed", cerca di comportarsi normalmente, come se non stesse respirando pesantemente dopo essere sceso di corsa dalle scale con una borsa dietro, come se nei suoi occhi non fosse evidente l'ansia, come se i suoi capelli fossero in quello stato solo perchè quella mattina aveva deciso di sistemarli in quel modo.
"Tutto bene?", alza un sopracciglio guardando negli occhi blu del ragazzo:"Sembra che tu sia un fuggitivo", Ed guarda la sua borsa e lo guarda meglio in faccia:"hai appena svaligiato casa di Harry?", Louis di solito riderebbe, ma in questo caso annuisce. Sta annuendo come un fottuto idiota il che fa ridere Ed ancora più rumorosamente:"Ok, non glielo dirò. Devo andare a lezione ora, quindi non ho tempo per preoccuparmene", anche Louis si ritrova a ridere, ma poi decide di parlare.
"Senti amico scusa, probabilmente questo suonerà molto sconveniente, ma beh... ho un problema", stringe forte la borsa tra le mani.
"Oh, io amo i problemi. Ho sempre amato i problemi", scherza Ed, chiaramente ironico.
"E chi no, giusto?", Louis ridacchia:"ma si, io devo andare a lavoro e Harry ha deciso di essere salutare ed è andato a correre, quindi di conseguenza non so come arrivarci. E sto facendo tardi", sospira.
"Vuoi un passaggio quindi?"
"Hem, se non è un problema?", dice con cautela, ma Ed sorride, semplicemente.
"Ma certo amico", dice dirigendosi verso l'esterno, facendo cenno a Louis di seguirlo. Non ha nemmeno tempo per ringraziare il rosso perchè arrivano subito alla macchina e poi parla:"Hey, per quanto riguarda le chiavi di Harry-"
"Oh si, ce le ho nel portafoglio, grazie per essertelo ricordato".
"No, no...", Ed lo interrompe con una piccola risata:"non è per quello... hum, puoi tenerle", Louis smette subito di rovistare nella sua borsa in cerca del portafoglio e guarda il ragazzo con le mani sul volante:"Cosa? No", aggrotta le sopracciglia, ma Ed praticamente lo ignora, accendendo la macchina.
"Si. Sei un bravo ragazzo e lo conosci meglio di tutti quelli con cui esce. Si fida molto più di te che di tutti quelli con cui parla negli ultimi anni. Penso che sia più pratico che l'abbia tu", Louis torna dritto con la schiena sul sedile e guarda il rosso.
"Non posso tenerle. Sono tue, Harry le ha date a te, tu ne hai bisogno e lui vuole che le abbia tu. Non le ha date a me, sono nuovo nella sua vita e-"
"Nuovo?", Ed ride e Louis dovrebbe sentirsi offeso per il modo gli sta ridendo in faccia, ma l'aspetto del ragazzo non glielo permette:"se sei nuovo nella sua vita, allora perchè parla di te dal primo giorno in cui sono entrato nel suo appartamento ed ho visto quella foto appesa al muro di un ragazzo con gli occhi blu che combaciavano perfettamente con il suo enorme sorriso solo perchè ti stava guardando? Non sei nuovo nella sua vita, altrimenti non staresti lasciando il suo appartamento alle otto del mattino dopo averlo portato Dio solo sa dove per tre giorni. Si, me ne sono accorto", finisce e Louis non è in grado nemmeno di guardarlo negli occhi. Di che colore sono gli occhi di Ed? Non lo saprà mai, non lo saprà mai.
"Non posso tenerle", finisce per dire Louis guardando in basso verso le sue ginocchia. Sente Ed avviare la macchina dopo essersi lasciato scappare uno sbuffo dalle labbra. Harry potrebbe anche arrabbiarsi perchè Louis ha le sue chiavi e non lo pensa solo per il modo in cui aveva reagito Harry quando Louis aveva aperto la porta il giorno che lui non gli aveva risposto. È un grande passo e Louis pensa che le cose siano già andate abbastanza avanti e troppo velocemente. Louis ha bisogno di una pausa, ha bisogno di rallentare oppure verrà investito in pieno da un autobus.
Poi Louis spiega a Ed che è un insegnante e dove lavora. Ed probabilmente non si accorge che Louis sta ancora cercando il portafoglio nella borsa e poi tirare fuori le chiavi - decisamente ignorando la foto che ancora tiene lì, di lui e Harry che si baciano. La tiene in mano, stringendo il pugno fino a farsi lasciare il segno sul palmo della mano.
Ed ferma la macchina davanti alla scuola non troppo tempo dopo che la campanella aveva suonato l'inizio della prima lezione:"Grazie mille, mi hai salvato la giornata", dice Louis sorridendo più che può. Anche Ed gli sorride ed annuisce.
"Non c'è problema. Non andavo di fretta comunque e poi mi piaci, amico".
"Anche tu mi piaci", Louis ride:"però non il tuo gatto. Non mi piace il tuo gatto".
"A nessuno piace", povero gatto.
"Allora io vado. Tieni", dice mettendo la chiave dell'appartamento di Harry nel vano sotto alla radio.
"Va bene", Ed annuisce, come se stesse accettando la sua decisione:"se hai bisogno di qualcosa, sai dove vivo".
"Grazie. Passa una buona giornata", Louis sorride e scende dalla macchina con tutte le sue cose. Da qui inizia tutto.
Corre, incontra alcuni studenti per i corridoi che probabilmente avevano dormito troppo ed ora sono nella sua stessa situazione, ma non è nella posizione di discuterci.
~*~
"Louis!", Louis si sente chiamare mentre cammina per il corridoio verso la sua stanza, dopo che erano finite le lezioni della mattina. Non si guarda indietro, stringe forte il libro nella mano lungo il corpo e continua a camminare:"Louis", lo chiama di nuovo Zayn, ma lui si infila velocemente nell'ufficio - gli piace chiamarlo così nonostante sia uno spazio piuttosto piccolo e lo condivida con altri insegnanti e lui abbia a disposizione solo un piccolo tavolo:"non hai sentito che ti chiamavo?", anche Zayn entra e Louis posa il libro sul tavolo e poi sedendosi accanto alla borsa lasciata sul pavimento.
"Zayn", prova a sembrare normale. Fallendo miseramente:"no, scusami"
"Invece si, stronzo", rotea gli occhi e si piega sulla scrivania di Louis, incrociando le braccia al petto. È in forma, molto più di quanto Louis si ricordasse. Tutto quello che era successo gli aveva quasi fatto dimenticare che gli mancasse un po' Zayn, ma è quasi un insulto vederlo ancora più bello dell'ultima volta. Ha una cravatta allentata intorno al collo, il primo bottone della camicia bianca è aperto, le maniche tirate su fino ai gomiti lasciando intravedere alcuni dei tatuaggi che ha sul polso e sul braccio, i capelli tirati su in un ciuffo disordinato che Louis onestamente avrebbe solo a casa dopo una lunga giornata, ma Zayn sembra stupendo anche quando cammina sul marciapiede.
Anche Louis gira gli occhi al cielo ma solo per distogliere lo sguardo. È circondato da persone bellissime che non può scoparsi.
"Sto bene e tu? È un bel po' che non ci si vede eh?", Louis sorride e Zayn conosce quel sorriso, lo conosce fin troppo bene.
"Hey, mi dispiace, mi fai spiegare?"
"Tu?", ripete, senza far perdere forma al suo sorriso. Louis non riesce a crederci che sia così in forma.
Zayn sbuffa rassegnato, deve farlo alla maniera di Louis:"Sto bene"
"Bene", risponde Louis, annuendo e sorridendo, quello stupido e falso sorriso. Poi guarda giù, per riprendere il libro e sistemare i fogli per la prossima lezione, nonostante sia in pausa pranzo.
"Piccolo...", Zayn si avvicina alla sedia di Louis e si accuccia accanto a lui, poggiandosi sulle punte dei piedi.
"Non chiamarmi così!", dice Louis fin troppo brutalmente e se ne accorge, mordendosi il labbro inferiore:"nom chiamarmi in quel modo... qui", si corregge, in tono più dolce.
"Mi dispiace. Mi dispiace non solo per quello, ma anche per ieri. Sapevo che stavi tornando a casa, ma io...", sospira:"e non ho risposto alle tue chiamate. Non l'ho fatto di proposito, te lo giuro, io-"
"Dov'eri?", chiede Louis interrompendo il suo amico. Zayn lo guarda piuttosto sorpreso, che ok, Louis capisce perchè, ma alza comunque un sopracciglio e ripete la domanda:"Dov'eri?"
"Ero con Liam", Louis aggrotta le sopracciglia:"siamo usciti insieme".
"Per tutto quel tempo? E non hai potuto nemmeno rispondere al telefono?", Zayn apre la bocca ma la richiude subito.
"Lo so... avrei potuto", Zayn abbassa lo sguardo e poi si alza:"sono stato distratto, lo so che non è una buona scusa... ma è così"
"Siete andati in un bar? Non lo fate mai se il giorno dopo dovete andare a lavorare. Mi hai chiamato solo alle sette e mezza stamattina, è stato lì che ti sei reso conto che forse mo serviva un passaggio per tornare a casa e poi andare a lavoro?"
"No, merda", dice Zayn frustrato e poi si passa le dita tra i capelli:"sono solo andato da lui. Forse abbiamo bevuto troppo vino ed è finita che sono rimasto lì", Louis non riesce davvero a credere alle sue orecchie, è troppo strano. È come se Zayn si fosse scordato di lui, Zayn non si scorda mai di lui. Tranne che per quella volta in cui se n'era andato con Stella, Louis avrebbe dovuto continuare ad essere incazzato ma non era stato così, ma stavolta non lo sa. Questo non è Zayn, Zayn non fa così, Zayn non lo delude mai, ma ultimamente, dopo aver saputo che aveva raccontato tutto a Liam, non sa più niente.
"Giusto", annuisce:"non voglio sapere nient'altro", dice più calmo possibile.
"Louis"
"Non c'è problema. Va tutto bene", prende un respiro profondo e poi alza lo sguardo con un piccolo sorriso sulle labbra:"non mi devi dare spiegazione di quello che fai o meno", ma perchè lo sta dicendo? "Vite separate, ricordi?", sorride ampiamente, ma non con gli occhi, i suoi occhi guardano Zayn in maniera totalmente vuota, ma il suo sorriso riesce a mascherarlo.
"Hey...", Zayn cerca di parlare e si avvicina di nuovo, ma Louis non glielo permette. Non vuole che Zayn veda che questa cosa lo ha distrutto, non ha bisogno che Zayn cerchi di leggere i suoi pensieri e di aiutarlo, non c'è bisogno che si preoccupi per questo.
"Smettila. Non ci provare", dice calmo, senza guardare Zayn:"ho detto che è tutto ok. Basta che non ti dimentichi di me alla fine della giornata", ricorda al ragazzo dai capelli scuri.
C'è silenzio per qualche secondo, ma alla fine Zayn parla:"Ok, mi dispiace", Louis annuisce:"come ci sei arrivato qui? Hai passato bene la notte?".
"Mi ha dato un passaggio il vicino di Harry perchè lui era andato a correre. E si, ho passato bene la notte", cerca di fare del suo meglio per mantenere un tono normale e deve davvero sembrare che non sia successo niente, deve sembrare che quello che ha appena detto sia la verità. Deve essere una brava persona per se stesso e in qualche modo sa che se cerca di costringere Zayn a parlare, a farsi dire che cosa sta facendo, come se stesse controllando ogni suo passo, come è stato negli ultimi anni, poi si sentirà in colpa. Si sentirà in colpa perchè continua a dipendere sa Zayn, perchè continua a pensare che Zayn sia un 'per sempre', che Zayn gli deve dire tutto, perfino quello che fa nella sua vita... si sentirà in colpa perchè sta continuando a fare le cose in maniera sbagliata.
"Bene. Siamo a posto?"
"Certo", Louis annuisce e posa la mano sul polso di Zayn amichevolmente, ma lo allontana subito.
"Bene", ripete Zayn e poi si dirige verso la sua scrivania, accanto a Louis.
Louis prende il telefono e vede due messaggi di Harry, ma non vuole ammettere che li stesse aspettando:'NON POSSO CREDERE DI ESSERMI SCORDATO CHE DOVEVI ANDARE A LAVORO OGGI, MI DISPIACE.'
'Ed mi ha mandato un messaggio dicendomi che ti aveva dato un passaggio, non posso credere che l'abbia fatto lui invece che io.'
Louis scuote la testa, ma risponde:'Non ti preoccupare. Sono arrivato in tempo e non è colpa tua se non conosci i miei orari, COME AL CONTRARIO IO CONOSCO I TUOI. Scherzo. Se pranzassimo insieme, così posso perdonarti?x'*
La risposta arriva prima di quello che si aspettasse:'Potrei già essere uscito per venirti a prendere.'
Louis non può far altro che sorridere quando legge e non perde tempo a raccogliere le sue cose, senza preoccuparsi di prendere nient'altro che il suo cappotto, visto che non ha soldi con se - poi dovrà ridare i soldi del pranzo a Harry - e poi incamminarsi verso il corridoio.
"Dove vai?", chiede Zayn notando che Louis si sta allontanando.
"A pranzo con Harry".
"Oh. Pensavo che saremmo andati insieme anche con Liam. Come sempre sai?"
Cazzo.
"Si, ehm... scusa, non vorrei davvero rovinare questa routine e lasciarvi, ma-"
"No, è ok", Zayn sorride e sembra davvero genuino. Louis non capisce:"vai pure. Divertiti, sono contento che adesso tra voi vada tutto bene", Louis risponde annuendo.
"Anche io".
~*~
Passano due settimane e Louis non capisce la sua vita. È strano, non sa come sentirsi, non sa come riesce a dormire, non sa come riesce ad uscire dal suo appartamento per andare a lavoro e poi tornare sentendosi bene. Normale. Felice.
Ha fatto la persona più tollerante di sempre con Zayn. Ci parla come prima di partire per Doncaster. Gli fa vedere che sta bene, che stanno bene. Mangia spesso con Harry dopo il lavoro e se non è con lui, lo va a trovare in caffetteria con Zayn e Liam. È sempre bello nel mezzo della giornata, vedere Harry, vedere i suoi occhi, il suo sorriso, vedere cosa fa mentre di solito Louis è a lavoro.
È bello, è accogliente ed a Louis va bene tutta questa situazione. Gli piace credere di stare facendo le cose nel giusto modo. Gli piace pensare di aver messo se stesso al primo posto perchè finalmente riesce a prendersi cura di se stesso senza che ci pensi qualcun altro. Ha bisogno degli altri, si, ma ha bisogno anche di se stesso. Ha bisogno di essere la sua stessa medicina.
Chiama anche sua madre più spesso, il tempo non lo infastidisce, le lezioni vanno bene, ultimamente parla con Johnathan dopo le lezioni, quasi tutti i giorni, gli piace di nuovo quello che fa, anche il suo appartamento gli piace un po' di più perchè ha iniziato a guardare fuori dalla finestra, non solo quando deve fumare e ha anche smesso di dormire sul divano. Ancora non gli piace la sua camera, ben che meno il suo letto. Ancora non gli piace sentirsi solo, non riesce a stare da solo nell'appartamento o per strada. Cerca di avere sempre qualcuno accanto. La maggior parte delle volte è Harry, specialmente da quando ha deciso di andare a prenderlo tutti i giorni dopo il lavoro. Ma quella è solo una scusa perchè alla fine Harry torna al suo appartamento con la sua macchina e anche Louis torna da Zayn con la sua macchina.
Va lì solo per fare una passeggiata con Harry per la strada fredda, vede anche Niall troppo spesso, ma lo saluta comunque e Niall gli sorride sempre prima di tornare a prestare attenzione a Stella o alla sua chitarra.
È domenica mattina e Louis non ha la sbronza del giorno dopo e molto presto si fa pomeriggio e non sta dormendo, né è seduto sul divano a guardare la tv con Zayn. Hanno pranzato a casa - c'era anche Liam per qualche ragione - Louis ha cercato di cucinare qualcosa, il che è finito con loro che ordinavano cinese d'asporto e poi aveva finito un po' di lavoro, dal momento che Zayn aveva fatto il suo quella mattina e poi era andato a fare un po' di spesa con Delilah. Assurdo, lo sa, ma va bene così, gli fa bene avere a che fare con persone nuove e lei vive nel loro stesso condominio ed a Louis era sempre piaciuta per come apparisse, il modo in cui sorride e dice sempre 'buon giorno' a tutti, come Louis non fa mai, ma vorrebbe. Aveva incontrato Liam mentre andava, probabilmente per fare compagnia a Zayn oppure perchè erano come studenti del liceo ai quali piaceva lavorare insieme. Per questo era crollato lì per un po', ma se n'era andato ancor prima che Louis finisse di lavorare.
"È da un po' che non abbiamo tempo per noi...", dice Zayn quando Louis entra in cucina e se l'avesse guardato gli avrebbe chiesto perchè fosse vestito in quel modo e non con la tuta e la felpa:"magari possiamo uscire oggi. Mi mancano i nostri vecchi tempi".
Louis lo guarda, Zayn ha i piedi sotto al tavolino da caffè mentre guarda qualche documentario sugli squali. Louis direbbe che sta parlando con la tv.
"Oggi?"
"Si. Perchè no?", e finalmente Zayn toglie lo sguardo dallo schermo per guardare Louis.
"Ehm, si ok, ma ora sto uscendo con Harry", Zayn alza un sopracciglio perchè no, non lo sapeva.
"Oh, lascia perdere allora. Possiamo uscire un'altra volta", e si gira di nuovo verso lo schermo.
"Non ha senso", dice Louis camminando verso il suo amico:"è solo per il pomeriggio. Possiamo uscire quando torno. Forse possiamo anche andare a cena e a vedere un film. Oppure farci una maratona Marvel come facevamo sempre".
"Possiamo coccolarci?", chiede Zayn, la speranza che gli riempie gli occhi.
"Certo che possiamo, perciò preparati", Louis sorride.
"Perfetto. Divertiti con Harry, scrivimi quando stai per tornare", Louis annuisce e si allontana di nuovo.
"Ok amore", sente Zayn ridere ed è un suono meraviglioso, non solo perchè è Zayn, ma anche perchè è merito di Louis. Louis ha tirato fuori quel suono da Zayn ed è molto meglio che sentirlo urlargli contro per la preoccupazione mentre lui è piegato sul water con le lacrime agli occhi.
~*~
"Dove andiamo?", chiede Louis guardando di lato, il profilo di Harry. I suoi occhi sono puntati avanti, ma Louis riesce a vedere la fossetta che gli spunta sulla guancia solo al suono della voce di Louis.
"Pensavo non l'avresti mai chiesto", scherza Harry, proprio nel momento in cui si fermano ad un semaforo. Unisce le mani, strofinandosele:"andiamo all'acquario", Louis che fino a quel momento stava ridendo, si ferma e guarda Harry con attenzione. Il ragazzo dagli occhi verdi lo sta guardando, il suo sguardo ed il suo sorriso dolci e caldi.
"All'acquario?", dice, ma solo per sentire quella parola che gli esce di bocca e... ricordarsi.
"Si, ti va bene?", dice Harry e Louis non capisce come il suo tono di voce su questo argomento possa essere così neutro.
"Si...", dice lentamente. La luce diventa verde e Harry parte, ma Louis si ricompone e sente il bisogno di ripetersi con un tono più sicuro:"si", Harry continua a sorridere continuando a guardare la strada davanti a se e Louis non è nessuno per continuare a guardarlo, ma lo fa comunque.
Raggiungono il parcheggio dell'acquario e Louis non riesce a dire una parola e non riesce a chiedersi, né tanto meno a chiederlo a Harry, il perchè lo abbia portato lì. Aveva semplicemente scritto a Louis se volesse uscire perchè si stava annoiando e che sarebbe stato un peccato sprecare una giornata di sole come quella, che era così insolita. Louis aveva accettato perchè fino a quel momento non aveva avuto niente di meglio da fare.
Si chiede se non stia provando troppo, se non stiano provando troppo visto che nessuno dei due ha più toccato l'argomento 'provare qualcosa di meglio'. Louis vorrebbe parlarne, ma non saprebbe cosa dire, quindi vorrebbe solo far presente a Harry che sta aspettando che dica quello che ha da dire, perchè gli piace quel tema, gli da speranza e gli scalda l'anima. Non sa cosa dovrebbe provare, cosa pensare, quindi forse è per questo che non sa cosa dire e non dice nulla.
La sua anima è così staccata dal suo corpo che non si accorge nemmeno di quello che gli succede intorno quando entrano nell'edificio e Harry paga i loro biglietti.
"Hey!", protesta Louis svegliandosi dal trance:"Ho i soldi stavolta. Posso pagare!", Harry lo ignora e cammina oltre:"Sto parlando con te Styles", dice Louis ad alta voce, camminando velocemente verso Harry, qualche passo dietro di lui.
"Ti sto ascoltando Tomlinson, adesso muoviti", alza il braccio invitandolo a raggiungerlo, senza davvero guardarlo e continuando a camminare.
"Lasciami pagare il mio", Louis si ferma e sembra quasi un bambino perchè sbatte anche i piedi per terra.
Harry si ferma e Louis vede le sue spalle andare lentamente su e giù, il che significa che sta prendendo un respiro profondo. Si gira, un ghigno sul viso e poi cammina verso Louis. L'uomo più basso fa un passo indietro e rimane sorpreso per il modo in cui Harry lo raggiunge, in particolare la sua mano.
"Questo non è un tipo di discussione che si fa solo quando due persone sono ad un appuntamento?", chiede Harry e non aspetta la risposta, non vuole una risposta. Tiene la mano di Louis nella sua e lo trascina dentro a grandi passi. Louis spalanca gli occhi nel vedere la schiena possente di Harry, i ricci che si muovono e ok. Ok.
Si calma. La situazione si fa davvero più calma, girano per l'acquario e Louis è troppo affascinato da ciò che vede sopra e intorno a se. È tutto così blu, così bello e lo fa sentire come se fosse davvero sott'acqua. È libero, in pace, è tranquillo e rilassante e semplicemente vaga senza nessuna preoccupazione, la sua mente è libera e quasi si dimentica che ci sono altre persone.
Harry gli rimane sempre accanto, la macchinetta fotografica appesa al collo, è impegnato nel fare foto, ma non si dimentica mai di Louis. E nemmeno Louis si dimentica di lui. Continua a guardarsi indietro per vedere se Harry è lì, ma non si accorge del modo in cui lo guarda dopo aver scattato una foto.
"Louis!", sente la voce di Harry mentre guarda quei pesci strani, troppo sopraffatto per leggerne il nome, ma sapendo che se lo facesse, non sarebbe comunque in grado di pronunciarli. Louis si gira per incontrare il suo sguardo, le sue labbra deformate in un sorriso solo all'idea di vedere quanto sia bello Harry con il riflesso della luce blu sul viso, in contrasto con lo scuro dello sfondo. In quello stesso momento, Harry si mette la macchinetta davanti agli occhi e scatta una foto a Louis.
Gli occhi di Louis si spalancano, no, no, no, no:"No", cammina verso Harry provando ad impedirgli di guardare la foto che aveva appena scattato, con l'intento di rubargli la macchinetta e cancellarla:"Dammi, dammela", dice un po' troppo forte quando Harry indietreggia con Louis che prova a prenderlo. Harry allontana la macchinetta con una mano e con l'altra spinge via Louis delicatamente.
"Smettila", Harry ridacchia, ma sul serio, Louis non ci trova niente da ridere al momento.
"Harry fammela cancellare"
"No", Harry fa una smorfia ma con ancora un mezzo sorriso sulle labbra:"che problemi hai?"
"Nessuno", Louis abbassa lo sguardo, rendendosi conto di quello che sta facendo:"fammela... cancellare e basta. Non guardarla", sembra un idiota, ma è una situazione pressoché disperata. Harry non risponde e Louis, confuso da quel silenzio, alza lo sguardo e vede Harry che guarda lo schermo della macchinetta:"Harry..."
"Sembri...", comincia Harry senza spostare gli occhi dalla foto:"pensavo che i tuoi occhi stessero bene con questo blu", dice e Louis nota come la sua voce sia cambiata rispetto a prima. Si permette di avvicinarsi al ragazzo più alto:"perciò volevo...", si ferma e Louis era quasi sicuro che si sarebbe scusato, ma poi lo guarda e quasi gli viene un attacco di panico perchè cosa sta succedendo? Si sente una sensazione di sopraffazione nello stomaco, si sente come sull'orlo di un abisso, o forse è quasi come se stesse cadendo dalla sedia, o come se avesse saltato un gradino delle scale, ma invece che durare solo un momento, continua. Cosa aveva visto Harry in quella foto? Aveva visto quello che Louis temeva oppure qualcos'altro ed era rimasto deluso o... sollevato. Sollevato non andava bene. La delusione lasciava Louis confuso:"Louis... io non posso volerti più di quanto ti voglia adesso. Mi ucciderà".
Louis inghiotte, ha bisogno di bere dell'acqua, schiude le labbra e gli occhi si spalancano, un po' di più. Sente una sensazione familiare in gola e vorrebbe muoversi, vorrebbe fare un passo avanti, ma non vuole che accada adesso.
Louis vorrebbe dirgli 'no, smettila' e che non lo vuole così tanto, non lo vuole in quel modo e che può ancora farcela, ma non riesce a trovare il coraggio per dirlo.
"Ma ti vorrò molto di più", continua e Louis vorrebbe scappare via. Ma vuole anche continuare ad ascoltarlo:"e né tu, né io saremo in grado di fermarlo", fa un passo avanti verso Louis e gli posa una mano sulla guancia:"ed io ne sono molto grato".
"Rimarrai ucciso..."
"Tu sarai lì per me", risponde Harry semplicemente e forse era il modo perfetto in cui quelle parole erano venute fuori che avevano fatto tremare Louis.
Louis torna alla realtà con Harry che tiene la mano sulla sua guancia, guardandolo perso e va bene così. Va decisamente bene così per Louis:"Va bene, andiamo avanti", Louis si allontana e comincia subito a camminare, Harry dietro di lui sorride ma lo segue tronfio.
~*~
Louis non sa come sia successo, ma in qualche modo, Harry era anche riuscito a portarlo fuori a cena, dal momento che avevano passato così tanto tempo dentro l'acquario. Louis avverte un senso di déjà vu quando Harry si ferma con la macchina davanti ad un ristorante italiano. Vorrebbe picchiarlo, ma poi Harry gli fa capire di sapere cosa stava facendo perchè aveva parlato del giorno in cui, a Liverpool, per il loro appuntamento, lo aveva portato in un raffinato ristorante italiano, dove aveva speso quasi tutti i suoi soldi, quindi Louis vorrebbe ucciderlo. Ma la differenza tra oggi e quel giorno di anni fa, è che stavolta non hanno ordinato una Pepsi, ma il miglior vino che hanno. L'alcool rende tutto più facile per Harry e Louis lo lascia fare, ricordando altri dettagli del loro primo appuntamento e che stesse per morire per quanto fossero pieni dopo il dolce, perciò fondamentalmente a Louis piace vedere questa giornata come una rimpatriata. Due vecchi migliori amici insieme per ricordare i vecchi tempi.
Poi Harry riporta Louis a casa e forse è un po' troppo stordito ed è un po' troppo tardi, ma ha la testa tra le nuvole.
"Grazie mille per stasera", dice Louis, prolungando la 'a' della parola grazie.
"È stato un piacere", risponde Harry e Louis gli sorride, non solo per quelle parole, ma anche perchè le guance di Harry sembrano fin troppo rosse e gli occhi fin troppo splendenti.
"Grazie", ripete Louis, ora più piano, la voce roca ma tenera.
"Non c'è di che", risponde Harry nello stesso modo, nessuno dei due che riesce a staccare gli occhi dall'altro e Louis annuisce.
"A presto", è il turno di Harry di annuire, ma poi scuote la testa e prima che Louis possa aprire del tutto la portiera della macchina, parla.
"Voglio finire di spuntare tutte le caselle bianche della lista", Louis si blocca e rimane a guardare un punto scuro preciso della macchina di Harry:"grazie per avermela ricordata", Louis alza la testa e guarda un'ultima volta il ragazzo dai capelli ricci. Non può far altro che sorridere ed annuire di nuovo, non ci sono parole adeguate a tutto questo.
Perciò 'andare all'acquario', fatto. E questo non può far altro che rendere felice Louis.
"Buona notte", dice Louis prima di aprire lo sportello ed andarsene. Harry probabilmente aveva detto qualcos'altro, ma lui non l'aveva capito.
Entra nell'edificio, chiama l'ascensore e poi spinge il tasto del suo piano. Prende le chiavi dalla tasca dei jeans ed apre la porta. Va in cucina dove vede la luce dello schermo del televisore che illumina lo spazio. Quando entra, vede Zayn che fuma accanto alla finestra aperta, la tv dimenticata e sostituita dal cielo.
Cazzo.
Louis è davvero molto grato di avere dell'alcool in circolo in questo momento.
"Zayn?", chiama il suo amico. Il ragazzo dai capelli scuri non reagisce al suono della sua voce, ma continua a fumarsi la sua sigaretta:"Lo so amico... mi dispiace. Non avrei voluto, ma mi sono dimenticato. Mi fa sembrare uno stronzo, lo so", ammette cercando una qualche reazione dal ragazzo.
Zayn spinge la sigaretta nel posacenere lentamente, il che rende Louis quasi nervoso:"Mi hai sempre visto come se fossi lui", il cuore di Louis finisce sul e quando fa un passo indietro è sicuro di averlo calpestato.
"Cosa?"
"Volevi lui quindi mi hai usato come migliore amico".
"Fermati qui", dice forte, al contrario della voce di Zayn che sta facendo venire da vomitare a Louis. Zayn finalmente incontra gli occhi di Louis, sembra quasi calmo, ma Louis sa che è il suo modo di approcciarsi con lui. Sa che cambierà e passerà alla mossa successiva, ma Louis non vuole, non ne ha bisogno.
"Devi sapere cosa stai facendo e quello che ti ho sempre nascosto".
"Come mi hai nascosto di aver detto tutto a Liam?", si copre le labbra con le mani, non voleva dirlo. Non voleva dirglielo in questo modo. Avrebbe dovuto dirglielo Zayn.
Zayn nemmeno reagisce alle sue parole, non sembra sorpreso, non sembra nemmeno si senta colpevole. Mantiene la stessa espressione del primo momento in cui aveva incontrato lo sguardo di Louis:"L'ho fatto per aiutarti", Louis vorrebbe ridere, sul serio:"tutto quello che faccio è per aiutarti".
"Anche dimenticarti di me quando siamo usciti tutti insieme e tu te ne sei andato con Stella, oppure quando sono tornato da Doncaster e tu eri da Liam? Anche quello era per aiutarmi?"
"Ti rendi conto che mi stai attaccando per questo, dimenticandoti di tutto quello che ho fatto per te?", Louis apre la bocca, scioccato.
"Fottiti. Non voglio ascoltare questa roba", Louis scuote la testa e si gira.
"Devi ascoltarmi invece, Louis", Zayn continua a parlare con quel tono calmo ed è questo che fa imbestialire di più Louis, Zayn sa cosa sta facendo e Louis lo odia. Vorrebbe urlare, ma si morde forte il labbro inferiore per impedirlo:"Louis", Zayn lo chiama e lui sente una mano afferrargli il polso, impedendogli di andarsene e poi Zayn lo spinge contro il muro, vicino a lui.
"No!", gli urla in faccia Louis:"Sono stanco di te che mi tratti così. Non lo farai ancora", cerca di liberarsi dalla presa di Zayn, ma lui era sempre stato più forte, sapeva sempre come comportarsi così. Zayn sa di aver toccato un argomento che a Louis non piace, ma deve ascoltarlo e sa come affrontare questa cosa.
"Riesci anche solo ad immaginare come mi fai sentire, Louis? Pensaci, per una volta, prova a pensare come si sentono gli altri", ora parla più forte vicino a Louis. Il ragazzo dagli occhi blu li serra, non ce la fa. Non ce la fa e non vuole provare a pensare a come si stia sentendo Zayn:"L'hai ritrovato e ti sei fottutamente dimenticato di me".
"No!", urla Louis, dimenandosi, gli occhi che si stanno inumidendo per quanto si sente frustrato, ma questo fa si che Zayn gli afferri anche l'altro polso.
"Si Louis. Ho sempre saputo che volevi sostituirlo e che mi stavi usando. Ma mi sono sempre comportato come se andasse bene. Ma non voglio che mi allontani adesso".
"Non è vero. Non lo farò. Non posso farlo, sto facendo le cose per bene stavolta, non siamo solo io e lui. Non posso farlo di nuovo".
"Tu ti stai dimenticando di me, Louis".
Louis scuote la testa, serrando la mascella e Zayn lo guarda triste:"Hai sempre visto lui invece che me. È per questo che mi hai baciato alla festa di Capodanno, è per questo che dopo quegli incubi mi hai sempre chiamato Harry".
"No, Zayn, per favore...", Louis ormai ha smesso di provare a liberarsi.
"È per questo che mi hai sempre fatto fare con te quello che di solito facevi con lui. È per questo che quando litighiamo, tu non ti scusi mai per primo, perchè di fatto, per te, non ne vale la pena. Tutto questo fa fottutamente male, Louis", la voce di Zayn si spezza e no, non può stare succedendo, Louis non può permettere che questo accada. Zayn sta perdendo la sua forza e Louis non vuole vedere il modo in cui lo sta guardando, non vuole vedere i suoi occhi. Zayn non piange mai.
Louis vede la sua opportunità quando Zayn allenta la presa sui suoi polsi, per spingerlo via e liberarsi. Zayn perde l'equilibrio e f qualche passo indietro, ma quando Louis lo guarda, lo vede con le braccia davanti agli occhi.
"Smettila", urla Louis:"non puoi dirmi una cosa del genere. Io non... tu sei Zayn, lo so che sei Zayn".
"Ma tu hai sempre voluto che fossi lui", sta piangendo quando toglie le braccia dal viso, Louis vede le piccole lacrime che gli scendono dagli occhi, una cosa di cui Louis non era mai davvero stato testimone:"e questo non ti ha mai fatto vedere tutto quello che farei per te, quanto abbia sempre voluto che tu stessi bene ogni volta che ti sentivo piangere nel bel mezzo della notte, o quando ti vedevo ubriacarti e perdere te stesso. Adesso è arrivato lui e tutto di botto sei pieno di vita. Gliene sono molto grato, ma è solo opera sua. È ricomparso solo ora, quando io ti ho dato tutto, ma non ho mai avuto la possibilità di sentire che ti avessi aiutato davvero. Che stavi davvero migliorando. Era lui il colpevole per il modo in cui stavi ed il motivo per il quale stavo cercando di rimetterti insieme", Zayn tira su con il naso e si pulisce il viso con le maniche della maglietta:"non mi ascoltavi, perchè alla fine della giornata vedevi i miei occhi invece di quelli verdi che speravi di vedere. Avrei potuto abbracciarti, avrei potuto dirti parole per stringerti, ma tu avresti sempre e comunque voluto i suoi baci e mi dispiace non averti mai potuto dare quello. Ci ho provato a ricordarti che ero Zayn... ma tu volevi che facessi finta di essere qualcuno che non ero".
Louis è paralizzato. Tutto il mondo ed il corpo di Louis si congelano. Le lacrime smettono di cadergli dagli occhi ed il loro colore si scurisce, diventa quasi nero. Smette anche di respirare per qualche secondo, letteralmente, troppo scioccato per reagire in un qualche modo. Sta avendo un attacco di panico, ma rimane in silenzio, se lo sta tenendo dentro perchè ora è tutto troppo fresco, troppo presto, tutto troppo buio. Non vuole che si faccia ancora più buio.
"Vattene", dice, senza emozioni.
"No".
"Vattene. Adesso", Zayn scuote la testa:"se non te ne vai adesso, me ne vado io", gli fa male al cuore anche solo pronunciare queste parole:"e sarà ancora peggio".
"Peggio per chi?", Louis guarda Zayn, gli occhi che quasi lo stanno sfidando, che osano. Louis non risponde, ma Zayn capisce la risposta.
Il ragazzo dai capelli scuri stringe le labbra, prende la giacca dal divano e lascia la cucina. Louis rimane in piedi a guardare il punto del pavimento colpito dalla luce della TV che è l'unica cosa che gli fa capire che là fuori c'è ancora vita, che sta ancora respirando. Qualche minuto dopo sente la porta d'ingresso venire sbattuta e allora si concede di crollare.
Louis ha problemi a respirare, ma non si merita l'aiuto di nessuno in questo momento. Deve farcela da solo. Anche se Zayn se n'é andato - aveva la valigia con se - l'aveva fatto per Louis. Sarebbe sempre stato peggio per Louis, qualsiasi fosse stata la situazione. Andarsene per lui è una parola molto forte.
Louis non riesce a lasciare nessuno, ma può sopportare di essere lasciato, perchè l'aveva già fatto. Non avrebbe mai potuto lasciare nessuno, sapendo il dolore che si sarebbe lasciato dietro. Già lo sentiva. Sarebbe stato egoista.
Buona sera splendori!!
Scusate l'aggiornamento in tarda serata, ma non ho avuto tempo.
Comunque ho superato lo scoglio più grande del libro.
92 pagine. E ho detto tutto.
Vi ricordo che da questo capitolo in poi, ci sono una serie di capitoli molto lunghi e perciò i tempi di aggiornamento saranno un po' più lunghi.
Grazie per la pazienza.
A presto!
-A.
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