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19 - Tattoo

Arriva la sera e Louis sente quello a cui non è abituato. Il silenzio. Non era mai stato sicuro che il silenzio fosse qualcosa che potesse sentire perchè teoricamente dovrebbe essere il contrario, giusto? Qualcosa che non sentiamo, che non può crearci problemi perchè non esiste. Beh sicuramente è qualcosa che crea problemi a lui e che lo assorda, quindi, di fatto è qualcosa.

Ma stanotte è molto diverso. Le persiane della finestra sono aperte. Questa è una cosa incredibilmente nuova ormai, perchè è abituato all'oscurità di quella stanza che gli aveva fatto dimenticare quanto fossero meravigliose le ombre e i contorni di quel posto la notte. Sente sua sorella e Peter fuori dalla stanza ridere per qualcosa che aveva detto Fiona mentre andavano nelle loro camere.

Ed ora il punto focale del discorso. La sua stanza non è vuota, non si sente solo e di sicuro non lo è perchè c'è un materasso sul pavimento che non usava da anni. Letteralmente, era la prima volta che Peter veniva a conoscenza della sua esistenza.

"È in qualche modo comodo quell'affare?", chiede Louis sistemandosi dentro al letto.
Indossa i soliti pantaloni della tuta e spera che Harry non si accorga che pantaloni e maglietta, non sono i suoi. Beh, i pantaloni sono vecchi, nonostante ora per Louis calzino a pennello, ma probabilmente Harry non se li ricorda. La maglietta invece è un aggiornamento, un primo piano dell'Harry di adesso.

"Molto", risponde Harry, ma non sembra molto convinto, in realtà sembra dolorante.

"Quella roba sarà ricoperta da insetti minuscoli e... sporcizia".

"Sopravviverò", dice Harry e Louis spera di non essere troppo ovvio. Non è che poi ci sia qualcosa su cui essere ovvio... forse. Ma se Harry non sta capendo, Louis è sia salvo che deluso.

"Ok", risponde semplicemente, tirando su le coperte fin quasi a raggiungere il mento, la testa ed i polpastrelli sono le uniche cose visibili. Guarda Harry con la coda dell'occhio, ha le mani sotto la testa a mo' di cuscino (come se un cuscino vero fosse inutile per lui), sta guardando il soffitto e le lenzuola gli arrivano appena un po' più su dei fianchi. Sembra sia comodo e e Louis non vorrebbe far altro che fissarlo, memorizzare sempre di più i suoi nuovi tratti. Vuole memorizzare tutto in modo da avere un'immagine chiara nella sua testa così che non possa dimenticarla e non sia sfocata.

Harry piega la testa di lato, rimanendo normalmente poggiato sul cuscino ed i suoi occhi vanno diretti verso Louis. Le labbra si incurvano in un piccolo sorriso, anche piuttosto furbetto, simile ai suoi occhi. Il verde che brilla per il blu.

"Ciao", dice in tono roco e Louis mentalmente prende un respiro profondo e rotea gli occhi. Lo sta facendo impazzire. Sente anche le guance accaldate, probabilmente anche arrossate ed è una notte fredda. La stanza non è nemmeno tanto illuminata perchè lui si senta così. Non può farlo, lui - e Harry - devono darsi una calmata.

Louis guarda subito da un'altra parte, cercando di comportarsi in modo naturale tanto quanto possa esserlo girarsi così tanto in fretta da rompersi quasi il collo sul cuscino. Harry ride, fottutamente scontato, ma non è proprio una risata da 'ti sto prendendo in giro', era più un 'quello era carino', che è piuttosto disgustoso in realtà.

"Rude", scherza e Louis non può guardarlo, perciò continua a guardare avanti con le labbra serrate e gli occhi annoiati.

"Cosa?", chiede e non capisce perchè la sua voce esce così acida ma Harry lo prende come uno scherzo, perciò va tutto bene.

"Ti ho salutato e tu mi hai ignorato", risponde Harry in tono infantile.

"Ciao", risponde Louis con tono scocciato che in realtà gli costa un certo sforzo perchè invece gli viene da ridere. Verrebbe fuori una risatina, quindi è davvero meglio che stia calmo.

"Wow Tomlinson", Tomlinson, fottutamente Tomlinson:"che entusiasmo".

"Non chiamarmi Tomlinson", è sbagliato tanto quanto 'amico'*, e davvero, Louis non ne ha bisogno. Louis va bene, Lou fa troppo male, è per questo che esiste il suo nome, quello che la maggior parte delle persone usano. Una cosa normale, Styles:"la fai sembrare una cosa formale".

"Derek ti tratta in quel modo", ed ora il suo tono è leggermente cambiato.

"Ew, ma perchè ci stai pensando", Louis fa una smorfia e finalmente guarda di lato, Harry non incontra i suoi occhi, sta guardando il soffitto come prima.

"È... uscito e basta".

"Derek è un tipo formale di suo. È per questo che lo fa. Tu no", 'perchè una volta dicevi che ero tuo'.

"Perchè?"

"Perchè... è che- è quello che è, credo", sbuffa.

"Ok", dice semplicemente e poi cala il silenzio.

Silenzio.

Arriva mezzanotte e Harry sta ancora fissando il soffitto.

Trenta minuti dopo, i suoi occhi sono chiusi.

L'una e Louis lo sta ancora fissando.

L'una e trenta e Louis sta parlando da solo.

Il silenzio gli risponde.

Non gli manca Harry come le altre notti, ma la sua anima invece si.

L'una e quarantatré e Louis sta cambiando posizione per la quarta volta.

Il muro è freddo e non c'è nessuno a scaldarlo.

L'una e cinquantasei e Louis sta guardando di nuovo il ragazzo addormentato sul materasso ed in quel momento non vede un Harry di ventiquattro anni.

Due e ventuno e Louis sta ripercorrendo tutta la giornata nella sua testa.

Ma alle due e trentacinque, si sente solo e alle due e cinquanta si addormenta con pensieri negativi che lo invadono improvvisamente.



~*~



Louis sta lentamente aprendo gli occhi, non distingue nulla perchè è tutto buio ed i suoi occhi sono troppo stanchi e fermi sull'incubo che stava facendo. Sente le guance bagnate - dannazione, stava piangendo di nuovo nel sonno. Non riesce ancora a muoversi, riesce a malapena a sentire qualcosa, ancora in trance, tremante e assonnato dall'incubo. C'è qualcosa che non va, non sta andando come al solito. A quest'ora Zayn di solito sta provando a svegliarlo o si sta accoccolando accanto a lui perchè probabilmente ha urlato abbastanza forte perchè Zayn lo raggiunga, inoltre ci sarebbe la luce accesa e non si sentirebbe così sudato e accaldato perchè Zayn lo starebbe aiutando anche con quello. Ma non sta succedendo niente del genere.

Sta probabilmente versando l'ultima lacrima salata che ha ed il suo cuore corre veloce, ma cerca di concentrarsi sul recuperare la vista. Non riesce a muovere il corpo, ma non è che ne abbia una qualche intenzione in realtà.

Ad un certo punto sente l'altra differenza rispetto al solito, quella che gli fa sentire che qualcosa non va.

Qualcuno gli sta tenendo la mano. Non solo la sta tenendo, ma la sta anche accarezzando. Lenti ed invisibili cerchi che vengono disegnati sul dorso della sua mano. E cos'è questa sensazione di calore. Questa sensazione di sollievo e come se gli stesse venendo trasferita dell'energia attraverso quella mano.

Sente dei sussurri, non capisce cosa dicano, ma allo stesso tempo sente che se apre gli occhi, può sentire. Può sentire perchè riesce anche ad intravedere Harry, ancora seduto sul pavimento, le braccia allungate sul materasso stringendo la mano di Louis. La testa appena appoggiata sul braccio, osservando il suo stesso gesto e Louis è in adorazione.

Quindi era solo un sogno.

"Va tutto bene, tutto bene amore mio", sente, i tratti di Harry molto più scuri di quello che dovrebbero, ma lui può ancora vederli.

"Fai andare via questi incubi, puoi farlo", Louis scommette che stia andando avanti così da alcuni minuti ormai:"pensa al giorno in cui mi hai insegnato a nuotare e sono dovuto salire sulla tua schiena perchè stavo quasi annegando nella piscina", continua a dire dolcemente, una piccola risata che gli scappa dalle labbra al ricordo:"o a quando mi sono ammalato e ti sei preso cura di me. Sei stato così bravo con me, il mio Louis", Louis sussulta, Harry è lì, va tutto bene:"pensa a quel giorno che hai segnato il goal che vi faceva vincere la partita e tutti stavano festeggiando e ti cercavano, tu invece hai corso fino agli spalti per abbracciarmi. Abbiamo festeggiato per tutto il resto del giorno e siamo andati a mangiare il gelato in quel posto dove andavamo sempre", Louis respira a fatica, cercando di stabilizzare il respiro. I suoi occhi sono completamente aperti adesso e riesce davvero a vedere Harry. È ancora in po' in trance, il vero Louis non è davvero in quella stanza, ma riesce ancora a parlare.

"Harry?", avrebbe dovuto essere abbastanza forte da farsi sentire, ma era uscito come un sussurro, la sua voce è debole e roca per il sonno.

"Si, piccolo, sono qui"

"Sei qui...", ripete, la voce dolce adesso, le labbra che si incurvano guardando il ragazzo dai capelli ricci seduto sul pavimento e che gli sta ancora tenendo la mano:"perchè sei seduto per terra?", chiede chiudendo gli occhi un'altra volta. Harry gli stringe la mano ed alza la testa dal materasso:"Dev'essere freddo. Sei andato in bagno?".

"Ehm... si", Louis mugola cercando di accomodarsi sul cuscino, tenendo la mano stretta a quella di Harry:"tutto bene?"

"No. 'On sto bene perchè non sei accanto a me", continua a parlare dolcemente, sembrando più piccolo, molto più piccolo di quanto sia in realtà:"dai sbrigati". C'è silenzio per un secondo, ma poi Harry si muove, lascia la mano di Louis e sale sul letto accanto a lui. Cerca di accoccolarsi accanto al ragazzo più grande che automaticamente annulla la distanza tra i loro corpi. Mette la mano sull'addome di Harry e poggia la testa sul suo avambraccio. Harry sospira, ma lo lo tiene fermo:"Caldo", sussurra, la voce ovattata dal tessuto della maglietta di Harry.

Harry posa la mano libera sul viso di Louis per pulirgli le poche lacrime rimaste sulle guance. Il ragazzo più grande sorride con gli occhi chiusi e si lascia andare a quel tocco.

"Voglio rimanere a letto tutto il giorno", continua:"mamma e papà probabilmente vanno a lavoro e Zoe bada a Peter, no?".

"Domani è Domenica Lou", Harry ridacchia.

"Giusto...", Louis annuisce, gli occhi semi aperti, ma senza capire veramente cosa stesse dicendo:"niente scuola allora", dice contento, poggiando di nuovo la testa sul braccio di Harry.

Di nuovo silenzio.

"Niente scuola", ripete Harry triste. Si sente che è triste, ma Louis non se ne accorge. Per Louis è come se in questi cinque anni passati non fosse successo nulla.

Louis mugola allora, la mano di Harry, che prima era sulla sua guancia, ora era sul suo petto, senza davvero toccare quella di Louis, ma il ragazzo dagli occhi blu, ne apre uno e mette una mano sul suo polso, cominciando a giocare con il suo bracciale, proprio come faceva un tempo, chiaramente non rendendosi conto di non avere più il suo.

Le loro mani corrono su e giù sul petto di Harry, seguendo il suo respiro. Però dopo pochi secondi, Harry sospira e toglie la mano per far smettere Louis di giocare con il braccialetto:"Louis...", lo chiama e per un attimo, Louis percepisce qualcosa di diverso nel suo tono di voce, nel modo in cui lo nomina, ma non ha tempo di reagire:"torniamo a dormire, ok?"

"Si, ok", risponde Louis tenendo ferma la mano quando Harry si allontana:"stai bene?"

"Si", risponde Harry stringendo la mano con la quale stava tenendo Louis per un fianco.

"I tuoi non fanno problemi? Ti lasciano stare qui domani?"

Silenzio. Un silenzio più lungo.

"Buona notte Lou", insiste Harry e si avvicina un po' per lasciargli un bacio sulla testa:"dormi bene adesso, per favore", Louis mugola e usa Harry come cuscino, chiudendo gli occhi stanchi un'altra volta.



~*~



Al mattino, Louis si sveglia con le coperte tirate su fino al collo, il cuscino splendidamente morbido e la sua posizione diceva 'sono stato comodo tutta la notte'. Alza la testa e guarda verso il materasso dove sarebbe dovuto essere Harry addormentato, vedendo le lenzuola e la coperta tirate su e ordinate. La luce del sole del mattino entra dalla finestra aperta, illuminando la stanza che in qualche modo sembra meno vuota del solito. Ma comunque non familiare.

Grugnisce, affondando la testa nel cuscino di nuovo. Si gira mettendosi pancia all'aria e rimanendo a fissare il soffitto. Che noia.

Prende il telefono dal comodino, chiaramente ignorando la foto nella vecchia cornice e controlla l'orario. Nove di mattina.

Non c'è possibilità che possa riaddormentarsi, nonostante vorrebbe, quindi si alza, spinge le coperte in fondo al letto ed esce dalla camera.

Scende al piano di sotto dopo essersi lavato il viso ed i denti. Sente la TV della cucina e quando entra vede sua sorella appoggiata al bancone con una tazza vuota in una mano ed una rivista accanto a lei.

"Buon giorno", dice e quando Zoe alza lo sguardo verso di lui, sorride istantaneamente.

"Buon giorno fratello".

"Hai visto Harry?"

Posa la tazza e guarda di nuovo Louis:"Si è alzato piuttosto presto e ha detto che andava a correre. È un'abitudine? Perchè non è-"

"Una cosa da Harry?", la interrompe Louis ridacchiando:"Apparentemente ora lo è".

"Beh... bene", anche Louis annuisce.

"Stava bene?"

"Credo di si", Zoe scrolla le spalle:"non posso dirlo con certezza, Louis", finisce triste, ma Louis decide di ignorare quel particolare e lasciar perdere.

"Ho fame", dice cambiando argomento. Finisce per vagare per la cucina in cerca di un po' di cereali, troppo pigro per provare a fare qualcos'altro. Arriva Fiona e lo aiuta, dopo che lui aveva detto 'perchè hai cambiato posto a tutte le cose importanti per me in questa casa?', quasi facendo preoccupare Fiona perchè pensava fosse serio e che si fosse sentito come se non appartenesse più a quella casa, il che è assurdo, Louis sa bene di avere ancora i suoi spazi lì. Solo che sa che al momento non è quello giusto.

Prima che Louis possa finire il suo latte e la conversazione con sua madre e sua sorella a proposito della cena di quella sera, Harry compare in cucina e Louis ha bisogno di un momento. O due. Forse tre. Perchè porca puttana.

La maglietta è come se gli fosse stata dipinta addosso, lasciando vedere tutti i suoi contorni, quelli dei quali Louis ignorava l'esistenza. I suoi capelli sono bagnati e quasi grondavano acqua il che faceva capire che stesse piovendo:"Buon giorno. Scusate, piove".

Ovvio.

"Ciao caro. Vuoi che ti prenda un asciugamano? Che ti faccia un tè o qualcos'altro?", chiede Fiona alzandosi dalla sedia sulla quale era seduta.

"No, no. Finite la vostra colazione, sono venuto qui solo per ridarle le chiavi che mi aveva prestato", dice avvicinandosi alla sorella di Louis per dargliele, con un sorriso educato e dolce. Sta fottutamente grondando acqua e Louis presto comincia a grondare saliva dalla bocca:"ed è meglio che vada a farmi una doccia", finisce, indicando, senza nessun motivo particolare, verso l'ingresso.

"Però hai comunque bisogno di un asciugamano", Fiona ridacchia.

"V-vado io a prenderglielo", parla Louis finalmente, cercando di articolare i pensieri nella sua testa. Il corpo di Harry in quella maglietta bagnata, Harry che torna nella sua vecchia casa dopo una corsa, Harry che sorride dolcemente a sua sorella, Harry con le sue fottute chiavi. Louis è un coglione perchè lo sta fissando e perchè ha difficoltà a respirare e a parlare:"ho appena finito", dice, ignorando il fatto di avere ancora del latte e dei cereali nella sua tazza, ma chi è lui per deludere Harry Styles che vuole farsi una doccia calda nel suo vecchio bagno?

Harry gli rivolge un piccolo sorriso e Louis si alza per uscire dalla cucina e dirigersi verso l'ingresso, salendo poi le scale. Harry per prima cosa si leva le scarpe da ginnastica, lasciandole in fondo alle scale prima di seguirlo.

Vanno in camera di Louis dove Harry tira fuori dei vestiti asciutti mentre Louis va nel bagno adiacente a prendere degli asciugamani che Harry possa usare.

"Scusa per l'acqua sul pavimento", dice Harry piegandosi e rovistando dentro la borsa e Louis non dovrebbe pensare a quel giorno - tra i tanti - quando avevano fatto un bagno insieme e si erano scordati gli asciugamani e avevano dovuto andare in giro nudi per casa di Louis.

Avevano bagnato tutto il pavimento, senza vergogna finché Harry non era caduto e Louis aveva avuto l'impellente bisogno di sdraiarsi sopra al suo corpo nudo e baciarlo. Baciarlo lì nel bel mezzo dell'ingresso, quando da un momento all'altro la sua famiglia sarebbe potuta tornare e trovarli in quello stato. A a quel tempo, a Louis non interessava, aveva il suo migliore amico e poteva baciarlo. E lo aveva fatto - ovviamente dopo aver riso per la sua caduta - si era messo sopra Harry, due corpi nudi uno contro l'altro, il freddo che veniva scaldato, teneri gesti che venivano condivisi, amore che veniva dato, mano nella mano, tra i due e... fanculo, era così bello. Louis sapeva di poter fare qualsiasi cosa, tutto quello che aveva fatto era perfetto per Harry, tutto era abbastanza, anche solo loro due erano abbastanza e Louis non vedeva nessun tipo di problema. Erano felici, avevano un pavimento bagnato da asciugare, ma erano felici. E mentre Harry continuava a scusarsi per aver dimenticato gli asciugamani e aver bagnato per terra, Louis lo baciava e lo ringraziava per quello. Per tutto.

"Grazie", dice Louis e no. No. Non può fare così, non lo sta facendo davvero, è cresciuto, sono cresciuti, ora non possono tornare indietro. Louis non può amarlo. Louis guarda Harry e non riesce a sentire amore. Sente solo tristezza e nostalgia e questi non sono sentimenti da provare verso una persona. Specialmente qualcuno come Harry.

"Scusami?", chiede Harry, alzando la testa e cercando di guardare Louis, confuso.

"Ho detto che non fa niente. E qui ci sono degli asciugamani", dice velocemente, posandoli sul materasso dove dorme Harry.

"Grazie", Harry sembra strano, Louis ne è sicuro, ma non farà niente a riguardo. Non ci penserà nemmeno.

Louis rimane impalato lì, dietro a Harry, senza sapere cosa fare poi, quindi quando Harry si gira, trovandosi faccia a faccia con il ragazzo più grande, non riesce a trattenersi. Rimane lì a fissare il ragazzo più alto chiedendosi se, andando via debba dire qualcosa e pensando a cosa farebbe se rimanesse nella camera e se Harry lo troverebbe strano, non lo sa e - :"È un tatuaggio quello?", chiede Louis guardando il petto di Harry, con occhi vaganti.

Harry guarda giù, come se nemmeno lui fosse a conoscenza di quel particolare sul suo corpo. Ma Louis cerca di guardare più da vicino, da sopra la maglietta bagnata ed in parte anche dal colletto, si vedono due macchie su entrambi i lati, sotto alle clavicole e sul serio, cos'è? Louis vuole sapere, nemmeno immaginava che a Harry piacessero queste cose, Harry ha fatto un tatuaggio e Louis non sa quando e perchè e quale sia il suo significato, se ne ha. E Louis sta pensando e non può, devo smetterla*, dice a se stesso. Harry sembra non sia nemmeno a suo agio parlando di questo argomento.

Quando Louis apre bocca per scusarsi - sarebbe uscito tipo un 'scusami ma puoi dirmi cos'è?' - il suo telefono squilla e probabilmente ne è grato. Decisamente. Alza lo sguardo verso Harry, al suo viso, per un momento, e non dice nemmeno una parola, lo sorpassa per andare a prendere il telefono sulla scrivania.

Zayn, legge sullo schermo e grazie Zayn, grazie.

"Ciao piccolo", Louis risponde subito e Harry, che era rimasto lì impalato nello stesso posto, va verso il materasso per prendere gli asciugamani.

"Io vado...", dice titubante, di nuovo, indicando il bagno e Louis gli alza il pollice - la situazione non potrebbe farsi più strana - e Harry si allontana. Louis sbuffa nel bel mezzo di qualcosa che Zayn aveva detto e che lui chiaramente non aveva sentito.

"Era Harry?"

"Si", risponde Louis sedendosi sul bordo del letto.

"Tutto ok, Louis?"

"Scusa, si. Un po' spaesato, solo che...", si era anche dimenticato che teoricamente ce l'aveva con Zayn. Non arrabbiato, deluso più che altro. Ma si, lo è e questo influenza il modo in cui parla e si comporta con lui e perfino come lo guarda:"ok, si, cosa mi stavi chiedendo prima?"

"Ti ho solo chiesto come stavi"

"Bene", non è una bugia.

"Bene? Sinceramente mi hai lasciato in po' confuso quando mi hai detto che portavi Harry con te..."

"È stata una decisione presa all'ultimo minuto", si morde il labbro inferiore sente aprire l'acqua della doccia dal bagno.

"Pensi che sia stata... Una buona scelta?"

"Si", risponde senza pensare:"si, lo è stata, voglio dire... sono tutti felici. La mia famiglia. Ed anche io. Penso sia stata una buona scelta. All'inizio è stata dura, soprattutto con mio padre, puoi immaginare, ma ieri le cose sono migliorate e... wow, ancora non riesco a credere a quello che sta succedendo", ridacchia. Deve liberarsi, deve smettere di pensare troppo, di trasformare le cose buone in cattive, deve focalizzarsi sul minuto, sul presente perchè devi lasciar fuori tutto il resto se vuoi goderti il momento.

E Louis forse è ancora un po' troppo incasinato per farlo, ma deve. Deve permettersi di essere felice perchè alla fine, l'unico che può farlo è solo lui, l'unico a fare le scelte.

"Quindi... È tutto ok tra voi due?"

"Si, la vita è bella".

"Questo è meraviglioso, piccolo", e Zayn sembra davvero felice per lui e questo gli fa mancare improvvisamente il ragazzo dai capelli scuri. Ha a che fare con lui ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette da quando ha memoria ormai, non può scordarsi di lui. Louis deve continuare a dare valore alla presenza di Zayn nella sua vita, nonostante al momento, sia deluso.

"E tu come stai?", chiede perchè basta parlare di se. Basta.

"Oh. Io sto bene, si. Mi sento un po' solo".

"Torno domani, tesoro, non ti preoccupare", Louis scherza:"ma perchè non esci con Liam o anche Niall?"

"Sono andato a fare colazione con Niall ieri".

"Liam..."

"Oh, si... no, forse gli farò una chiamata oggi", e Louis pensa che davvero quando lui e Zayn sono lontani e parlano al telefono, sembrano come sua sorella ed il suo ragazzo, o sua madre che parla con le sue amiche e... Louis pensa che sia una buona cosa. Perchè Louis ha bisogno di questo, Louis ha ancora bisogno di Zayn, perchè per molto tempo, a Londra, è stato tutto quello che Louis aveva. Louis non può scordarselo.

Così, continuano a parlare finché la conversazione non diventa semplicemente chiacchiere e su cose che probabilmente avevano fatto un mese prima, o ricordando cose che avevano vissuto insieme e tutto questo era lontano anni luce della questione 'Louis è deluso da Zayn'*, ma Louis cerca di ignorarlo per un po'.

"Ok, vai allora. Ci vediamo domani, piccolo. Ti voglio bene", dice Zayn nello stesso momento in cui Harry torna dal bagno, vestito e con l'asciugamano intorno alle spalle ed al collo per evitare che i capelli gli bagnino la maglietta. Sembra comodo e fresco e Louis vuole odorarlo.

No, Louis non vuole odorarlo.

"Ciao amore. Ci vediamo domani", risponde Louis e attacca.

"Ciao", dice Harry e Louis sente il bisogno di sorridere, un po'.

"Ciao", risponde, Harry si gratta la nuca e Louis si alza.

"Ok, quindi oggi abbiamo la cena a casa del ragazzo formale?".

Alla tua vecchia casa.



~*~



La cena sta andando piuttosto bene. Doveva andare così. I Johnson sono molto amichevoli, ma non il tipo di persone con le quali Louis penserebbe di poter interagire così bene - perchè troppo snob, troppo pretenziosi e troppo diversi dai genitori di Harry - ma Louis apprezza la loro compagnia ed anche la sua famiglia - Peter escluso perchè non vede l'ora di uscire da quella dannata casa per rimettersi al computer. I genitori di Louis e di Derek avevano passato la serata a parlare di come andavano le cose, come se di solito non si vedessero tutti i giorni, mentre Zoe parla con la ragazza di Derek - che Louis aveva chiamato 'fidanzata' per errore e Harry si era complimentato profusamente - e Louis, Harry e Derek parlano in generale. Dell'università, visto che Harry voleva sapere delle loro esperienze, nonostante Derek fosse più grande. 'I migliori anni della mia vita' aveva risposto Derek con un ghigno mentre Louis borbottava 'i peggiori anni della mia miserabile vita'.

Va avanti così e Louis si rende conto di quanto Harry sia davvero in grado di integrarsi perchè improvvisamente comincia a parlare con Zoe e Cassie - la ragazza di Derek, la tipica bionda con gli occhi verdi.

"Da quando vivo a New York, abbiamo girato la maggior parte degli Stati Uniti, perciò ora gireremo l'Europa. Ma comunque New York rimarrà sempre un posto speciale per noi", dice Cassie stringendo la mano di Derek sopra al tavolo. Louis aveva pensato che lei stesse con lui per i soldi e per tutto quello che poteva darle, ma con tutta sincerità, Louis conosce quello sguardo. Il modo in cui lo guarda è bellissimo e Louis non può sbagliarsi se lo vede con il suo paio di occhi blu.

"Mi piacerebbe tantissimo visitare New York", commenta Zoe, guardando la coppia con interesse ed adorazione.

"Trovati un lavoro e sposati, forse sarai abbastanza fortunata", Louis scherza, alzando un sopracciglio e provocandola.

"E tu Harry?", Harry guarda l'uomo seduto al tavolo davanti a lui.

"Sono stato solo a Seattle", risponde. Quindi aveva vissuto a Seattle.

"Ci sono stato una volta con i miei per affari, ma senza avere tempo di visitare il posto e di apprezzare l'ambiente. Cassie però ci va spesso", dice Derek:"dimmi ti piaceva?"

"Era ok. Ci ho vissuto per circa due anni e mezzo, ma onestamente, non c'è niente di meglio di Londra".

"Ora vivi a Londra?", chiede Cassi, i suoi occhi brillanti incollati ai tratti di Harry. Lui annuisce con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Ci vivevo, ma nonostante viaggi tantissimo ora, è ancora il posto che amo di più. Sei andato in America dopo essertene andato da qui, giusto?", chiede Derek e Louis sa che non è colpa sua se non sa che questo non è l'argomento preferito di Harry, ma con tutta onestà, vorrebbe buttarlo giù dalla sedia. Da quando sono entrati in quella casa, Harry non si è nemmeno guardato intorno, non ha dimostrato nessun tipo di curiosità per quel posto, sembra quasi come la prima volta che Louis ha messo piede in quella casa consapevole del fatto che non appartenesse più a Harry, ma ai suoi nuovi vicini.

"Esatto".

"Cosa ti ha fatto cambiare idea e fatto andare a Londra? Perchè non qui?"

"Ehm, è... una storia lunga", dice a disagio, guardando Louis per un momento.

"Vivevi qui Harry?", chiede Cassie mostrando interesse.

"Si, è il vecchio proprietario di questa casa, tesoro", Derek risponde al posto di Harry. Cassie sembra sorpresa e Louis si chiede quale sia il suo problema, perchè si è accorto del modo in cui guarda Harry, come se lo stesse esaminando e Louis non capisce come Harry non sia infastidito dal suo comportamento. Forse non se n'è accorto, ma Cristo, Louis si.

"Oh, mio Dio", dice allora e poi guarda Harry un'altra volta, con gli occhi spalancati, la bocca quasi a formare una 'o' perfetta:"tu sei Styles, vero?"

"Si", risponde Harry, non balbetta, il tono è fermo e Louis è molto colpito.

"Sapevo di averti già visto da qualche parte", sorride e Harry vaga con gli occhi:"sei mio cugino".

Che cazzo.

"Cosa?", Harry quasi ride:"Scusami ma non credo che ci conosciamo", Louis guarda Harry e poi la ragazza. No. Non sta succedendo davvero. Non si somigliano nemmeno - ok, forse gli occhi, ma Louis non riesce ad immaginarsi la famiglia di Harry. Harry che ha dei cugini. Questo è assurdo.

"Si. Ne sono certa. Sei cresciuto così tanto, non mi stupisce nemmeno il fatto che tu non mi riconosca perchè ogni volta che venivi a trovarci non guardavi mai nessuno. E questo quando venivi con i tuoi", continua e Harry la guarda più confuso che mai:"sono la figlia di Lizzie. La sorella di Sarah", e cazzo. Louis vede gli occhi di Harry spalancarsi, guardando la ragazza con orrore. Contrae la mascella, la gola probabilmente asciutta, i pugni chiusi sul tavolo e Louis vorrebbe posargli la mano sulla spalla. Rilassarlo. Fare qualcosa, ma invece rimane a fissare il ragazzo, aspettando do vedere cosa accade dopo:"stai... bene?", chiede Cassie, abbassando le sopracciglia.

"Si", risponde Harry monotono. Tutti al tavolo sono all'oscuro di quello che sta succedendo, ma Zoe sta guardando Louis probabilmente nello stesso modo in cui lui guarda Harry:"mi dispiace, questa cosa mi ha colto di sorpresa. Io non... scusami se non ti ho riconosciuto", la voce che si spezza, ma Louis è impressionato da quanto stia reagendo bene.

"Non fa niente, non mi aspettavo niente di diverso", Cassie non è nemmeno una di quelle persone che Harry direbbe di aver visto quando passava il Natale con la sua famiglia a Londra. In realtà sembra molto carina:"non posso credere di stare parlando con te. Non puoi nemmeno immaginare come sono andate le cose da quando sei sparito. Cioè... Posso usare questo termine?", e Louis vorrebbe buttare giù dalla sedia anche lei anche se sta parlando attentamente e non con tono di chi sta giudicando, ma più che altro preoccupato.

"Non fa niente... credo", non è vero.

"Stai bene? Voglio dire, hai una casa? Un lavoro?"

"Si", continua a rispondere così e Derek li guarda attentamente.

"Dio", scuote la testa e Louis non ne è sicuro, ma sembra si stia addirittura emozionando. Fa parte della famiglia, giusto? Harry non riesce nemmeno a trovare la forza per muoversi. Louis si chiede se stia respirando:"tutto questo è folle. Probabilmente non ci crederai, ma il giorno in cui sei scappato", sospira:"tua mamma ha chiamato la mia. Era... sembrava malata, fuori di testa. Parlava del biglietto che avevi lasciato e di come tuo padre non aveva nemmeno voluto chiamare la polizia per cercarti", Harry chiude gli occhi e Louis sta per raggiungere il suo limite e questo è buono perchè sembra che il limite di Harry sia quello di Louis.

"Stavano affrontando le pratiche di divorzio e tu che te ne sei andato-"

"Stai cercando di farmi sentire in colpa per essermene andato da quel posto?", Harry la interrompe, sembra davvero scocciato, facendo si che tutti interrompano le loro conversazioni per guardare lui e Cassie. Derek sembra così confuso che se non fosse per il momento, sarebbe esilarante.

"Mi dispiace", Harry si massaggia le tempie. Gli occhi di Louis sono fissi sul suo profilo e dannazione, vorrebbe toccarlo, deve, deve aiutarlo con questa situazione.

"No. Mi dispiace", dice Cassie di fretta, come se volesse far arrivare il suo messaggio a Harry il prima possibile:"non era mia intenzione. Capisco... più o meno, perchè te ne sei andato. Sto solo cercando di farti capire che gli importava di te. Parlo soprattutto per Sarah, ma so che è lo stesso anche per David. Quando te be sei andato sono stati davvero male".

"Ne sono certo", Harry quasi ride e poi si guarda intorno, accorgendosi di avere tutti gli occhi addosso:"per favore possiamo semplicemente non..."

"Harry forse sarebbe il caso che tu ti mettessi in contatto con loro. Sono passati anni".

"No", dice Harry secco e Louis a questo punto non può fare a meno di posare la mano sul suo avambraccio, un semplice gesto per ricordargli che lui è lì e che sta bene. Harry si blocca immediatamente dal dire quello che stava per dire e guarda di lato, a Louis. Louis annuisce tenendo gli occhi incastrati con quelli verdi:"mi dispiace, questo è estremamente rude e maleducato da parte mia, ma penso che ora sia meglio che io... vada", dice Harry guardandosi intorno, sembravano tutti uno più scioccato dell'altro.

Harry mette entrambe le mani sul tavolo e si alza, allontanandosi dalla sala. Louis guarda sua madre, che gli fa tonnellate di domande solo guardandolo negli occhi, non osa guardare suo padre, per paura di trovare nel suo sguardo, qualcosa che non vuole vedere. Guarda Zoe che gli sta dicendo 'vai, vai, vai!', senza dire una parola. Per Louis è abbastanza, guarda Derek e la sua ragazza - la cugina di Harry- e si alza.

"Mi dispiace, scusatemi", dice velocemente ed anche lui si allontana più in fretta che può. Per la seconda volta, si sente il rumore della porta che sbatte, stavolta è Louis.

Louis non ha nemmeno bisogno di pensare o di cercare Harry, corre giù per le poche scale ed arriva sul marciapiede. Vede una figura camminare piuttosto velocemente sulla strada e Louis lo segue. Potrebbe anche sembrare inquietante, ma Louis non sa se in questo momento sia una buona idea piombare accanto a Harry. Non saprebbe nemmeno cosa dire, quale sarebbe la cosa giusta, quello di cui Harry avrebbe bisogno e vorrebbe sentirsi dire. Così lo segue, finché non raggiungono il loro solito parco.

Harry stavolta non si siede sotto l'albero, si toglie le scarpe ed i calzini, arrotola i jeans e va a sedersi vicino al lago, i piedi che toccano l'acqua ghiacciata. Louis lo guarda e decide finalmente di avvicinarglisi. Si siede in stile indiano, vicino a Harry, sente l'erba bagnata sotto al sedere, ma guarda verso il cielo, esattamente come sta facendo anche il ragazzo più piccolo. Al contrario di Londra, pur essendo il cielo di un colore scuro, ci sono le stelle e Louis si sente vivo. Dopo tutto quello che è successo, riesce ancora a sentirsi vivo guardando un cielo pieno di stelle, con il sole accanto a se.

"Ciao", dice Louis dopo qualche minuto, guardando di lato e ritrovandosi faccia a faccia con i tratti di Harry. È così coraggioso, Harry è così dannatamente coraggioso, lo era tanto tempo fa quando Louis lo conosceva bene e lo è diventato ancora di più, infatti adesso è un eroe.

"Hey", si sente la voce debole di Harry e lentamente si gira verso Louis.

"Non ti si stanno congelando i piedi sott'acqua?", chiede guardando le gambe di Harry e poi lui di nuovo.

"Assolutamente si", Harry scrolla le spalle e cade il silenzio. Louis non sa cosa dovrebbe fare e questo lo sta letteralmente uccidendo, l'erba sotto di lui, gli sta divorando ogni pezzo, lo sta trascinando giù nello sporco e glielo sta lasciando fare. Non gli interessa perchè non sta essendo per niente utile. Inutile e anche fumatore. Prende il suo pacchetto di sigarette dalla giacca e anche l'accendino. Se lo stanno davvero uccidendo, allora morirà con la nicotina in circolo come causa di morte perchè non vuole dover affrontare la vergogna.

"Me ne dai una?", chiede Harry mentre Louis sta già per fare un tiro portandosi la sigaretta tra le labbra con le dita. Per un momento, guarda Harry, attentamente.

"Togliti dalla testa che io ti lasci diventare dipendente da questa merda".

"Non diventerei dipendente. Sarebbe solo questa volta ed io... ho bisogno di qualcosa per distrarmi. Guarda di nuovo il cielo, ma senza guardare Louis in faccia dopo quella negazione.

"Sono qui. Per distrarti, intendo", Louis si porta di nuovo la sigaretta tra le labbra, facendo un lungo tiro stavolta, soffiando poi fuori il fumo nella direzione del lago. Harry non dice una parola e Louis non vorrebbe fumarne un'altra, ma Harry gli sta rendendo tutto più difficile.

"Siamo tu ed io", dice mentre Louis finisce la sigaretta e per quanto ami fumare in pace e silenzio, ormai è anche abituato a quanto sia rilassante fumare con Zayn, perciò ora questo silenzio lo mette a disagio e non è molto gradito.

"Cosa è tu ed io?", chiede Louis, il cuore che batte all'impazzata nel petto, butta via la sigaretta spenta.

"Il mio tatuaggio", correzione, il cuore di Louis non sta più battendo forte, si è proprio fermato:"non letteralmente", ridacchia Harry, lui può ridacchiare mentre Louis è paralizzato e guarda l'uomo senza più sentirsi le gambe:"non è che mi sono tatuato le nostre facce sul petto", continua e poi per un momento guarda Louis che continua a fissarlo, pallido, probabilmente sta andando in arresto cardiaco e Harry continua a ridere:"si", si schiarisce la gola:"sono due rondini. Quello a sinistra sono io, e quello a destra sei tu", il cuore di Louis continua a non battere:"l'ho fatto quando mi sono trasferito a Londra e dopo averti visto con Zayn. Vuoi sapere cosa vogliono dire?", incontra gli occhi di Harry. Probabilmente ha un aspetto terribile, ma in questo momento è troppo morto per rendersi conto di qualsiasi cosa. Se ha un senso.

"Per favore", Louis sente uscire da se stesso, ma non riesce a riconoscere la sua stessa voce, non capisce di stare parlando.

"Libertà. Quello che abbiamo sempre voluto insieme", comincia e Louis sente già gli occhi bruciare:"significa che entrambi abbiamo trovato la nostra strada che sia con l'aiuto dell'altro o no. Ce l'abbiamo fatta. Il fatto che una rappresenti te, significa anche che sarai sempre con me, che sei una parte di me. Libero o no, sei qui, così quando sentirò di non farcela, tu sarai qui per guidarmi", finisce e Louis inghiotte a secco.

Harry Styles si era tatuato permanentemente sulla pelle qualcosa di così simbolico e importante per loro. Ricorda a Harry Louis, è una parte di Louis. Harry Styles è pazzo e non si è mai dimenticato di lui.

Louis stringe le labbra e annuisce. Louis annuisce perchè non ci sono parole che possano esprimere come si sente in questo momento. Vorrebbe dire grazie, ma non ha la forza nemmeno per quello. Anche Harry annuisce, come se stesse rispondendo o qualcosa di simile, come se stessero davvero comunicando in questo modo. Ed è abbastanza.

"È assurdo", dice Louis allora, la voce che si spezza. Non vede l'ora di abbracciare Harry, di averlo tra le sue braccia, assicurarsi che sia reale e che sia lì, con quei cavolo di piedi ancora dentro l'acqua:"anche io ne ho fatto uno", confessa e Harry lo guarda incuriosito, rivolgendogli completa attenzione:"e nello stesso posto, merda!", affonda le dita tra i capelli, spostandosi la frangia di lato:"dice 'È quello che è'".

"Che significa?"

"La vita. Che la vita è quello che è. Noi ora siamo qui perchè è quello che è. Il dolore la tristezza, la colpevolezza, l'amore, la speranza... è quello che è. È quasi come fosse destino, è così per un motivo ed il risultato sarà sempre qualcosa di buono".

"Stai dicendo che tutto quello che ci è successo ha avuto i suoi lati positivi e che era destino che succedesse?"

"Non sto dicendo che era destino, ma è successo per una ragione. Ed ha avuto i suoi lati positivi per me, si. Come Zayn per esempio, un diverso punto di vista sul mondo e tu hai detto, ed io sono d'accordo, che la nostra relazione non era sana e qui di la vita ha fatto in modo di cambiare questo aspetto. Ha cambiato noi. Ma ora tu sei tornato e sei libero. Siamo liberi. Significa qualcosa. In qualche modo, quando ho fatto questo tatuaggio, mi aspettavo cose positive ed ero pronto ad accettare quelle negative".

Harry guarda Louis per un lungo momento, probabilmente molto più lungo di quello che si era preso Louis per guardare Harry. Poi apre le braccia chiamando Louis. Si avvicina a Harry, adagiandosi tra le sue braccia. Harry mette le sue intorno alle spalle e se lo avvicina.

"La notte scorsa hai avuto un altro incubo", dice Harry e Louis pensava che avrebbe parlato dei suoi genitori e di quello che era successo pochi minuti prima. Ma apparentemente non sembrava ancora il momento giusto:"ti ricordi qualcosa?", Louis scuote la testa:"ho cercato di calmarti come l'altra volta. Stavolta non mi hai chiamato Zayn".

"Ti ho chiamato Zayn l'altra volta?!"

"Si, pensavi che fossi Zayn", Louis cerca di parlare ma Harry non glielo permette:"mi hai chiamato Harry stavolta, ma credo che tu abbia perso la cognizione del tempo perchè parlavi come se... come se non fosse successo niente. Come se io vivessi ancora qui e fossimo ancora adolescenti e andassimo a scuola insieme-"

"Oh Dio", Louis sbuffa, quasi entrando in panico.

"No, no... non fa niente. Voglio dire, è stato strano, molto strano e mi sono sentito... credo di essermi sentito triste".

"Ho fatto qualcosa che-"

"No!", Harry lo interrompe:"No, assolutamente, hai detto un po' di cose ma niente di male, te lo assicuro. Hai parlato di rimanere a letto tutto il giorno e poi... hai parlato dei miei genitori", Louis alza lo sguardo verso l'uomo più piccolo, in maniera apologetica:"ironico, vero?", ridacchia, ma la sua espressione crolla, ma nonostante tutto, si avvicina Louis ancora di più, i loro corpi premuti l'uno contro l'altro:"Ed ora mi rendo conto che hai ragione. Io sono libero. E lo amo, è meraviglioso. Mi rende felice", ride per se stesso, ma Louis lo vede; Louis lo vede e vuole continuare a vederlo così:"perciò vedere lei stasera", comincia e Louis non sa come, ma Harry trova il modo per nascondere il viso nell'incavo del suo collo, poggiando la testa sulla sua spalla:"mi ha fatto provare così tanta paura che tutto questo possa finire".

"Non succederà, lo sai che non possono farti niente", dice Louis dolce.

"Lo so, ma solo l'idea di vederli... mi terrorizza", sbuffa e Louis sente il suo alito caldo sulla sua spalla:"quello che ha detto... a loro non interessa, non gliene è mai interessato. Non li ho mai capiti, soprattutto non ho mai capito perchè mi hanno sempre dato così tanto odio invece che amore", fa una pausa.

"Ma... onestamente Louis, se i miei genitori fossero stati diversi, non credo che sarei stato capace di amarti tanto quanto ho fatto", a Louis si blocca il respiro in gola:"perchè eri l'unica persona che avevo da amare, l'unica persona che mi abbia dimostrato il significato di quella parola", Louis sente la mano di Harry stringergli l'altra spalla e Louis sente. Louis sente le labbra di Harry sfiorargli appena la pelle calda del suo collo. Baciarlo, un tocco veloce, lento, quasi impossibile da sentire, ma c'è. Questo piccolo gesto:"perciò hai ragione. È quello che è".








A presto!

-A.

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