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16 - Sorry

La settimana seguente, Louis comincia ad andare a lavoro con un enorme sorriso in faccia, con solo una tazza di caffè e capelli e denti sistemati per bene. Potrebbe dare tante motivazioni per spiegare questa cosa, ma solo una sembra essere quella corretta. Venerdì se ne andrà a Doncaster e tornerà solo Lunedì. C'è qualche sorta di vacanza in corrispondenza di metà primavera o roba del genere, a Louis non interessa il motivo perché non deve lavorare, visiterà la sua famiglia e stavolta si sentirà un po' meno miserabile.

Louis ha fatto caso al modo in cui si comporta Zayn. Vero, è strano, ma dopo la conversazione che hanno avuto, Louis più o meno lo capisce. Zayn ancora non gli ha detto cosa ha fatto, perciò è sicuro che ormai non lo farà. Avrebbe semplicemente lasciato vivere Louis senza fargli sapere che Liam sa qualcosa in più del suo passato ora. Ma il passato non conosce Liam.

Cammina per il corridoio con una borsa in spalla ed un libro che aveva appena finito di leggere sotto l'altro braccio. Sorride agli studenti e agli insegnanti, che lo risalutano e quando guarda di lato, vede Jonathan contro l'armadietto, sorridere ad un altro ragazzo. Louis arriva alla conclusione che sia il suo migliore amico, per quello che si ricorda. Almeno sta bene.

Louis arriva alla macchina e Zayn è già dentro. La radio è accesa e lui sta guardando alcuni fogli, probabilmente dei saggi dei suoi studenti. Louis va verso il sedile del guidatore, visto che Zayn occupa già quello del passeggero.

"Sei in ritardo", dice per prima cosa quando Louis gli si siede accanto.

"Si, scusa", si gira per posare la borsa ed il libro sui sedili posteriori.

"Dovevo finire di fare delle cose con gli studenti e ho finito per fare tardi", Zayn mette la chiave nell'iniettore al posto di Louis, perché era lui ad averle.

Louis esce dal parcheggio:"vuoi andare da qualche parte?"

"No. hai qualcosa in mente?"

"Devo fare un salto da Harry. Ma prima devo passare dall'appartamento per prendere la sua roba, perciò ti lascio lì"

"Certo", dice Zayn, abbassando il volume della radio:"a che ora pargti oggi?"

"Il treno parte alle sei", risponde Louis. Zayn annuisce e Louis si chiede cosa farà in quei tre giorni a casa finché Louis non torna. Potrebbe chiedergli di andare con lui, ma Louis sente che Zayn non è dell'umore giusto per avere a che fare con la famiglia di Louis e probabilmente ha del lavoro da fare... Forse anche lui sarebbe andato a trovare la sua famiglia. Nonostante anche loro vivano a Londra, non li vede spesso.

Quando Louis arriva all'appartamento, salgono le scale e cerca di preparare la valigia più che può così che quando tornerà da casa di Harry non avrà molto altro da fare. Sono le quattro e mezza, quindi ha esattamente un'ora e mezza per prepararsi. Gli deve bastare.

Dopo aver preso la roba del bagno, aver infilato in borsa due paia di jeans, tre felpe e la biancheria, prende i vesiti di Harry (i pantaloncini e la maglietta ormai da lungo tempo dimenticati) e li mette in una busta per poterglieli portare.

'Lasciali lì, così abbiamo una scusa per vederci di nuovo' ed è un buon momento per usare quella scusa, no? Louis vuole solo vederlo prima di andare via per il week end. Anche se, potrebbe benissimo semplicemente andare lì e dire a Harry 'hey sono venuto qui solo per vederti e salutarti perché parto per tre giorni'. No... non potrebbe. Si sentirebbe patetico, senza pensare a come potrebbe reagire Harry. Sarebbe strano, perciò si, buon momento per usare quella scusa.

"Torno tra qualche minuto", urla dall'ingresso, mentre Zayn è in cucina, probabilmente guardando la TV. Gli risponde urlando un 'ok' e Louis lo prende come assenso per uscire.

Ci mette secoli per arrivare da Harry a causa del traffico, più di quindici minuti. Si sta già preoccupando per il fatto che probabilmente non avrà abbastanza tempo. Ma dannazione, vuole vedere Harry, ne ha bisogno.

Quando Louis sale le scale dell'edificio (non avevano ancora riparato la porta), si appunta mentalmente di prendere la chiave di Harry visto che non l'aveva ancora ridata ad Ed. Spera che il ragazzo non ce l'abbia con lui per questo.

Bussa due volte ed al contrario della volta precedente in cui Louis era venuto, Harry apre subito. Probabilmente era arrivato a casa da non molto perché aveva su ancora il cappotto. I capelli tirati di lato ed il suo solito sorriso carismatico ed educato.

"Ciao, Louis", lo saluta, spostandosi di lato per lasciar entrare Louis.

"Ciao a te", Louis ghigna guardando in alto verso il ragazzo più piccolo, le pieghette agli angoli degli occhi che fanno la loro comparsa:"scusa se sono venuto senza avvisarti..."

"Adoro questo tipo di sorprese", dice Harry guardandolo in adorazione e Louis potrebbe stare a fissarlo tutto il tempo, ma giusto, ha un treno da prendere.

"Beh, sto usando una scusa per venire a trovarti", scherza mostrandogli la busta con i vestiti di Harry che teneva in mano.

"Speravo li tenessi", Harry si toglie la giacca e la appenda all'attaccapanni vicino alla porta. Louis si accorge che lo fa proprio in quel momento, per non incontrare gli occhi di Louis.

"Oh. Va bene", ridacchia. Non può fottutamente ridacchiare, quanti anni hai, Louis?:"però rivorrei i mieie", Harry ride e lo guarda di nuovo.

"Te li avrei ridati comunque. non mi stanno", ghigna per poi dirigersi nella parte in cui dovrebbe essere la sua stanza, per prendere qualcosa dalla sedia accanto al materasso.

"Mi auguro che tu non stia cercando di insinuare niente", Louis cerca di fare il serio.

"Certo che no", dice Harry camminando verso di lui con un ghigno in faccia e passando a Louis i suoi vestiti. Gli era mancato quel paio di jeans. Harry glieli mette nella stessa busta che Louis aveva usato per portaren i suoi:"Perdita di tempo", sbuffa drammaticamente.

"Cosa? Venire qui? No", dice Harry cercando di essere serio, ma in fondo scherzando come Louis.

"Invece si. Ma comunque, ora vado", Harry lo prende per un braccio per fermarlo.

"Puoi rimanere", dice dolcemente, la sua voce viene fuori quasi in un sussurro e nessuna traccia di divertimento ora.

Louis apre la bocca, pronto per dire 'si certo' e considera di buttarsi lì e dimenticarsi del treno che deve prendere. Invece dice:"Seriamente ora. Mi piacerebbe molto", senza pensare al fatto di aver posato la sua mano su quella di Harry mentre parla, ma la toglie velocemente ed anche Harry gli lascia il braccio:"ma ho un treno da prendere. Sono venuto anche per salutarti", Harry si acciglia:"il che, beh, è patetico", ride nervosamente:"perché torno Lunedì".

"Oh", dice quasi sollevato e Louis non si rende conto di aver detto la parola 'salutarti' come se se ne stesse andando:"vai a trovare la tua famiglia?"

"Si, ho bisogno di cambiare aria per un paio di giorni", Harry annuisc:"da quant'è che non ci vai?", chiede Louis insicuro.

"Un bel po'", Louis ridacchia alzando di nuovo la busta con i vestiti, rendendosi conto che forse la cosa migliore è non toccare quell'argomento.

Chiaramente sta prendendo le parole di Harry molto seriamente. Avrà finalmente una maglietta di Harry con il suo odore, il suo odore di adesso e che non sia vecchia di cinque anni, per dormirci.

"Prego", Harry sorride appena. Louis si prende un po' di tempo per guardarlo, pensando a cosa dire, facendo un passo avanti nella sua immaginazione, ma senza farlo davvero, finché non incontra gli occhi di Harry ed inghiotte.

"Dovrei andare davvero, ora", indica la porta e si gira, Harry lo segue verso la porta.

"Fa' buon viaggio", dice Harry prima che Louis gli sorrida come per ringraziarlo.

"Ci sentiamo più tardi", dice solo per non dover dire 'arrivederci'.

Harry chiude la porta e Louis non ha controllo sui suoi piedi per muoversi ed andarsene. Rimane su quel ridicolo tappetino con quello strano messaggio e guardando avanti alle porte vuote dell'ascensore.

Ha quarantacinque minuti ora. Il tempo limite per arrivare in orario, ma non può. Non può andarsene e sta solo perdendo tempo. Gioca con le dita accanto al suo corpo, respira pesantemente e si rigira, rimanendo nello stesso posto. Stringe forte la maniglia della borsa e scuote la testa senza un motivo particolare.

Poi bussa di nuovo. Tre volte.

Harry apre la porta veloce e guarda louis confuso. Quando sta per aprire bocca per parlare, Louis non esita nemmeno un momento.

"Vuoi venire con me?", sputa, gli occhi di harry si spalancano imitando quelli di Louis perché che cazzo sta pensando?

Giusto, non sta pensando. Non sta pensando, non ha pensato molto ultimamente... Non si è fermato e non ha pensato a pro e contro quella decisione. Harry riesce a cambiarlo in un batter d'occhio. Cambiarlo sparendo per poi cambiarlo ancora riapparendo nella sua vita.

Nella sua vita.

Louis lo vuole fottutamente tanto. Vuole Harry di nuovo nella sua vita, come si deve e ci è già talmente dentro che non può essere se stesso, non può restare con i piedi per terra.

Ora sta facendo quello che aveva smesso di fare molto tempo fa. Combattere per la sua vita e la sua felicità.

"Cosa stai dicendo Louis?", chiede Harry scioccato, fuori di se con gli occhi che vagano su Louis come se fosse uno sconosciuto. Non lo è più. Non lo era mai stato.

"Lo so, è folle", dice Louis muovendo le mani ed è impressionato da se stesso per non stare già dicendo 'lascia perdere'*, perché non vuole lasciare perdere, non lo farà. Non si arrenderà. Non vuole che Harry pensi che non lo voglia nella sua vita:"E' fottutamente folle", ride appena sarcastico:"ma te lo sto chiedendo perché voglio che tu venga. A Doncaster", Harry scuote la testa, apre la bocca per dire qualcosa e di conseguenza Louis alza la voce:"con me. A trovare la mia famiglia".

"No", dice freneticamente senza nemmeno lasciar dire le ultime parole a Louis.

"Ti prego Harry. Ti sto chiedendo solo questa cosa", è disperato, Gesù, Louis è disperato. È un passo così grande, enorme, ma non ha paura di cadere perchè pensa che Harry gli sarà accanto per prenderlo. Ma lo farà?

"Ti prego, vieni con me. Andrà tutto bene, te lo-", 'te lo prometto'. Si morde la lingua e quella è l'occasione di parlare per Harry.

"Non posso venire Louis", continua a scuotere la testa in un modo che fa male al cuore di Louis, perchè mostra quanto Harry glielo stia negando:"mi odiano Louis. Io non posso... no".

Louis stringe le labbra e gli occhi... non se ne accorge (e probabilmente nemmeno Harry), ma sembrano così tristi, così diversi da tutte quelle volte che aveva visto Harry come speranza, vita, liberà. Se Harry conoscesse Louis come tanti anni fa, se avessero quella connessione che prima di ora non si era mai interrotta, avrebbe notato quanto Louis sia stato a pezzi per questo.

"Loro non odiano...", Louis abbassa la voce, gli occhi in cerca di spazi vuoti dietro Harry o di lato:"non ti odierebbero mai, Harry, come puoi dire una cosa del genere?", è arrabbiato, ma, dannazione, non può darlo a vedere.

"Perchè...", sospira.

"Cazzo, non ti odiano Harry, ok?", ripete fermamente:"gli manchi, non puoi nemmeno immaginare quanto manchi a quella famiglia, alla mia famiglia, a me.... è cambiato tutto perchè c'è bisogno di te lì", Harry fissa Louis senza parole. Louis scuote la testa massaggiandosi le tempie e sospirando:"mi lascia ancora senza fiato andare in quel posto e sapere che non ti vedrò. Guardare le strade, guardare dalla finestra, guardare all'angolo della mia stanza, alla porta di casa e vedere le ombre di due ragazzi felici che si guardavano, che si parlavano", 'che si amavano':"semplicemente... vivi e sapere che non succederà ancora", sussulta ed allontana lo sguardo da Harry. Dagli occhi di Harry, dal tocco di Harry:"Cazzo", grugnisce.

"Louis...", sussurra Harry cercando di raggiungerlo.
"Ti sto chiedendo solo questa cosa", dice, ignorando il tono di voce di Harry ed i suoi gesti:"solo questo favore. Vieni con me. Stai per il week end. È davvero importante per me e per loro, te lo assicuro. Possiamo anche...", si ferma ed inghiotte:"possiamo anche finirla qui, poi. Se questo è quello che vuoi, non ci vedremo mai più. Non ci parleremo più, non ti disturberò più, andrà bene così perchè questo è il mio ultimo desiderio. Poi ok, non ci sarà bisogno che mi parli, non dobbiamo-"

"Louis!", mezzo urla:"Louis", addolcisce la voce. La mano di Harry afferra il gomito di Louis per avvicinarselo. C'è una distanza di sicurezza tra i loro corpi, ma questo non impedisce al petto di Louis di alzarsi e abbassarsi velocemente, guardando il ragazzo più piccolo:"voglio parlarti. Voglio vederti ogni giorno, voglio sentirti ogni mattina e poter stare tranquillo la notte sapendo che stai bene. Questo è quello che voglio io. Questo è quello che voglio da ora in poi e che duri per il per sempre che meritiamo. Non voglio più perderti di vista. Per favore", accarezza la parte superiore del braccio di Louis, dolcemente:"È che sono così spaventato", poi gli mette una mano tra i capelli in maniera apprensiva.

Louis annuisce, capendo:"Anche io. Ma ho vissuto con così tanta paura negli occhi, tristezza nel cuore e rabbia nelle vene che ora voglio che le cose cambino. Così tanto", Harry si morde il labbro inferiore, la mano ad afferrarsi la nuca:"Harry ti prego", fa un passo avanti ed Harry che lo guarda con occhi morti, le punte dei loro nasi che quasi si toccavano, i loro aliti caldi che colpivano l'altro. Louis prende il polso di Harry, quello della mano che era dietro al suo collo e la tiene ferma:"Ti prego", mormora, le labbra che si muovono, suoni che ne escono a fatica.

Harry apre la bocca e poi la richiude. Si passa la lingua sui denti e poi osserva attentamente il modo in cui Louis gli prende il polso, il che fa si che Louis lo lasci andare lentamente:"Va bene", Louis sorride.

~*~

Harry si addormenta durante il viaggio sul sedile del treno.
Erano quasi arrivati in ritardo per prenderlo, inoltre per comprare i biglietti all'ultimo minuto. Harry aveva preparato delle cose velocemente e sulla strada per l'appartamento di Louis e Zayn aveva chiamato Stella per farsi sostituire nel turno di Lunedì, visto che comunque gliene doveva uno.

Poi aveva chiamato Niall dicendogli che stava andando a Doncaster con Louis. Nessun'altra spiegazione. E sentire tutto quello, sentire Harry dirlo così casualmente (ma Louis nota la sua espressione), era stato strano.

Quando erano arrivati all'appartamento e Zayn aveva visto Harry, era rimasto a fissarlo. O seguendo Louis con gli occhi mentre si spostava per prendere qualcosa o fissando Harry, che si era seduto sul divano imbarazzato (proprio in pizzo), le mani sulle ginocchia, la schiena nemmeno poggiata sullo schienale e guardando un punto fisso. La luce del DVD.

Louis non aveva avuto tempo per spiegare, ma dovrà eventualmente trovarlo. Glielo aveva detto quando Zayn lo aveva abbracciato stretto, baciato la fronte e detto 'fai attenzione piccolo', aveva sussurrato nel suo orecchio ed aggiunto 'ti scrivo'.
Aveva anche notato il modo in cui Harry li aveva guardati, specialmente quando Zayn lo aveva chiamato con quel nomignolo. Ma Louis non lo aveva capito. Davvero.
Le sue ginocchia si muovono in continuazione, i piedi a tamburellare sul pavimento con ansia e spostava in continuazione lo sguardo da fuori dal finestrino del treno, al ragazzo addormentato davanti a lui.

Prende il telefono dalla tasca, lo sblocca e lo blocca di nuovo, lasciandoselo in grembo.

Poi lo riprende un'ultima volta ed apre la casella dei messaggi: 'Prepara la cena per una persona in più.x', scrive e lo manda a sua madre, mettendo subito il telefono in silenzioso perché sa che il prossimo messaggio che lei gli avrebbe mandato, sarebbe stato qualcosa riguardante Zayn ed al fatto che fosse lui ad andare insieme a Louis e non voleva leggerlo. Non vuole leggerlo sapendo che è Harry che sta portando con se ed era fatta, non c'era più via di scampo.

È nervoso, ma emozionato e felice e sta per morire per tutto questo tutto insieme.

Il treno si ferma e sembra ci abbiano messo più di tre ore invece che meno di due. Tutti cominciano ad alzarsi dai loro sedili, ma Louis aspetta per qualche altro secondo. Poi si alza e cammina verso Harry. Gli scuote leggermente le spalle finché il ragazzo non sussulta, mezzo sveglio. Apre pigramente gli occhi, tutti e due insieme, così lentamente. Il broncio sulle labbra che diventano subito una linea dritta e automaticamente si sposta i capelli dal viso con le dita e guarda Louis.

È quasi come si ricorda, quando svegliava Harry accanto a sé. Harry si sarebbe svegliato solo un'ora dopo (a volte anche di più), ma Louis sarebbe rimasto lì, accanto a lui - a volte a coccolarlo, altre solo a guardarlo, troppo prezioso per essere toccato - e lo avrebbe fissato, non in maniera inquietante, semplicemente innamorato, solo per vedere il momento in cui Harry si fosse svegliato e guardare il modo in cui i suoi occhi avrebbero ripreso vita istantaneamente e avrebbe sorriso. Louis lo avrebbe fatto sorridere già di prima mattina.

"Siamo arrivati", sussurra Louis. Harry sbadiglia e si stiracchia.

"Va bene, andiamo", Harry è nervoso. Louis lo vede bene, non è proprio a suo agio e nonostante abbia qualcosa che non riesce bene a decifrare, ultimamente ha assistito a molte scene, perciò aveva imparato a capire.

Prendono i loro bagagli ed escono dalla stazione a passo svelto.

Louis tira fuori il telefono dalla tasca. Due messaggi.

"Hem, ci viene a prendere qualcuno?", chiede Harry guardando Louis immerso nel suo telefono.

Gli ci vuole un po' di tempo quando legge 'viene anche Zayn?', che Louis era sicuro Fiona l'avesse scritto molto emozionata, e 'avete bisogno che vi veniamo a prendere?'
"Hum, no. Andiamo a piedi. Sono solo quindici minuti. Va bene?", Harry annuisce e Louis è sicuro che Harry già non riesca a ricordare più niente di tutto quello. Quindi non si ricordava che la stazione fosse vicino alla città e al loro - suo - vicinato.

E mentre camminano, in silenzio, Harry si guarda intorno, le strade, le case, le persone ed il marciapiede sul quale sta camminando, proprio come aveva fatto quando erano andati a Manchester.

Louis guarda Harry mentre si avvicinano al loro vicinato. Si accorge di quanto stia tenendo stretta la borsa in mano, come si guardi intorno, quasi paranoico e Louis sa che se ci fosse stato il sole in cielo, sarebbe stato ancora peggio.

Si fermano.

Si fermano sul marciapiede. Harry inghiotte e Louis lo guarda triste.

Harry guarda la sua vecchia casa. Louis darebbe la vita pur di sapere cosa stia pensando, cosa stia vedendo. Quale parte della sua memoria stia rivivendo. Il primo giorno, quando erano piccoli, il giorno in cui Louis gli aveva bussato alla porta per dirgli che avrebbe avuto un fratellino, quel giorno caldo d'estate quando Louis lo aveva chiamato per andare al loro giardino, il giorno che era scappato da lì per andare a raccontargli cosa fosse successo con i suoi genitori... o forse il giorno che era uscito da quella casa sapendo che prima o poi sarebbe andato via. Louis però spera sia un bel ricordo.

"Ci vi-vive qualcuno?", chiede debole stringendo le labbra e mantenendo lo sguardo fisso sulla casa. Conosce la risposta in realtà, le luci sono accese.

"Si", risponde Louis facendo attenzione.

"Quindi l'hanno venduta", mormora a se stesso. Louis annuisce come se stesse rispondendo ad una qualche domanda.

"Andiamo", Louis richiama la sua attenzione tirandogli appena il tessuto della manica della giacca.
Harry guarda Louis, ma comincia a camminare, seguendolo, quando salgono le scale, Harry lo ferma prendendogli un braccio.
E Louis pensa che che stiano avendo troppo contatto, troppi tocchi e non andava bene.

"Aspetta. Solo un po'", Harry era quasi in lacrime. Harry, probabilmente per la prima volta, stava cadendo a pezzi per tutta la nostalgia, il passato e per il dolore dei ricordi perduti, e non Louis. Louis è nervoso, ansioso per tutto. Per come reagirà la sua famiglia, per come saranno le cose d'ora in poi, come Harry avrebbe affrontato tutto questo... ma ora è Harry a sentirsi peggio.

Sta respirando pesantemente, spostando lo sguardo dalla porta alle scale. Non guarda Louis, non riesce a smettere di muovere le dita, i suoi occhi sono lucidi. Non per qualcosa di bello, ma perché erano pieni di lacrime.

Fa un respiro profondo, tira su con il naso e quello è il momento in cui Louis decide di avere un altro contato con lui. Mette la mano sul collo di Harry, sotto i capelli lunghi. Muove appena e lentamente i polpastrelli per calmarlo.

"Rilassati. Andrà tutto bene", sorride appena, giusto in tempo perché Harry lo veda. Annuisce, i ricci che pendono accanto alle sue orecchie e Louis sente il bisogno impellente di spostarli. Toglie la mano e stringe il pugno.

Quando Harry annuisce un'altra volta e guarda avanti, Louis lo prende come un 'ok, andiamo, ora posso', così alza la mano e suona il campanello.

Sentono rumori di qualcuno che corre e di qualcuno che cammina con i tacchi alti. Louis riconosce la voce di sua madre, ma non capisce bene quello che sta dicendo.

Poi la porta si apre. E c'è Peter con Zoe proprio dietro di lui.

Peter apre la bocca per dire subito qualcosa, ma la richiude appena vede Harry. I suoi occhi blu vagano sull'uomo alto. Louis vede come gli occhi di Harry brillino nel vederlo, come diventino umidi e probabilmente sta pensando 'sei cresciuto così tanto'.

E poi c'è Zoe con i suoi tacchi alti che la rendono più alta di Louis - non va bene per niente - i capelli raccolti in un cipollotto ed è semplicemente bellissima. Si copre la bocca con la mano guardando con occhi lucidi quel ragazzo perduto, quel ragazzo che lei si ricordava molto più giovane, così tanto diverso e nel suo cuore non c'era speranza, ma lo vede ora. Ed è tutto così veloce e Louis si sente come se non fosse lì e guarda sua sorella che sembra essersi scordata che gli avesse detto che lo aveva trovato.

Corre verso Harry, le scarpe che fanno troppo rumore, sbattendo sul pavimento, singhiozza un 'oh mio Dio' e salta tra le braccia di Harry. Il ragazzo più alto la prende, avvolgendo immediatamente le braccia attorno al suo corpo minuto. Louis guarda la scena, gli occhi che già gli bruciano, la gola che gli fa male per le troppe emozioni che sta trattenendo e rimane lì a guardare. Zoe affonda il viso nell'incavo del collo di Harry e a Harry scappa un piccolo sorriso tra le lacrime che le stanno bagnando la spalla.

Louis sente Zoe mormorare qualcosa senza molto senso nelle sue orecchie, ma Harry le risponde 'Lo so, mi dispiace, anche per me è bello rivederti'.

Poi Peter guarda Louis per un momento e poi Harry e rimane confuso ancora per un attimo, ma poi capisce e si ricorda di tutte le foto, si ricorda piccoli flash in fondo alla sua memoria e dice:"Harry?".

Harry e Zoe si separano, ma lei gli rimane accanto e Harry continua a tenerla stretta a se dal busto. Guarda il giovane ragazzino, annuisce, un lieve sorriso sulle labbra - ma davvero genuino - le lacrime che gli rigano il viso e tutto questo sta distruggendo il cuore di Louis, ma sta adorando essere testimone di questa scena, non curandosi del fatto che tutti si siano un po' dimenticati di lui accanto alla porta.

Peter cammina verso Harry e lo abbraccia da un fianco. Harry lo stringe con il braccio libero e posa il mento sulla testa del ragazzo.

"Sembri così diverso, amico", sussurra Harry, Zoe guarda i due maschi e posa la testa sulla spalla di Harry in adorazione.

"Anche tu", dice Peter.

"Lo so".

Anche Louis pensa 'lo so'.

Ma sta trattenendo così tante cose, il suo cuore gli si sta strizzando nel petto e sta avendo difficoltà a respirare, ma la scena, quello che sta succedendo davanti a lui, è meraviglioso.

Guardano tutti subito dentro quando il rumore di qualcosa che si infrange a terra fa eco dentro le loro orecchie.

"Mamma...", dice debole Louis, gli occhi spalancati sulla grossa ciotola di riso distrutta in mille pezzi a terra, quella che probabilmente stava portando in sala da pranzo. Lei è scioccata, letteralmente. Si copre la bocca con entrambe le mani. Gli occhi che viaggiano veloci sull'uomo non così lontano da lei e Louis giura di non averla mai vista così.

Harry stringe le labbra guardando la donna.

"Mamma, va tutto bene", Louis alza la mano, lascia cadere la valigia e cammina verso sua madre, per tenerla dalle spalle. Sta andando bene, ma sta trattenendo troppo:"Mamma stai bene? Stai bene, vero?", parla piano, vicino a lei, un braccio intorno alle sue spalle e l'altro sulla mano che aveva vicino.

Fissa Harry, le mani ancora a coprirle la bocca e Louis pensa che se in un primo momento si fosse paralizzata, ora è troppo scioccata anche solo per reagire. Ed anche Harry. Harry non riesce a né a muoversi né a dire una parola.

"Cosa- cosa fa lui qui?", chiede, la voce soffocata dalle mani. Louis apre bocca e poi la richiude, non sapendo cosa dire, la cosa giusta da dire:"Non è Zayn", Louis chiude gli occhi e stringe le labbra.

"Perché?", continua a mormorare Fiona. Louis la lascia andare e fa un passo indietro.

"mi dispiace", dice allora Harry, senza lasciare il tempo a Louis per pensare a qualcosa da dire per calmarla. Harry scoppia in lacrime, per davvero stavolta, facendo allontanare Zoe e Peter. Louis guarda l'uomo mentre si porta le mani sul viso, le lacrime che gli scendono sul viso e rumorosi singhiozzi che gli escono dalla gola. Non sa cosa fare. Andare a stringere Harry, implorarlo di smettere di piangere e scusarsi per averlo fatto venire o andare a calmare sua madre, che ora sta guardando il ragazzo più piccolo, con gli occhi lucidi, le mani lungo i fianchi e la bocca aperta.

"Mi dispiace davvero tanto", Harry continua a piangere:"mi... dispiace tanto", si pulisce la faccia con le mani, ma le lacrime continuano a scendere.

Louis si morde le labbra e fa un passo avanti, ma viene fermato da Fiona che lo tiene dal braccio. Cammina verso la porta, camminando sui resti delle ciotola. I fratelli di Louis la seguono con gli occhi finché non arriva accanto a Harry.

Harry la guarda, gli occhi iniettati di sangue la fissano, le guance bagnate e Louis non crede che Fiona sia forte abbastanza da essere triste o arrabbiata nel vederlo in questo stato.

"Oh, figliolo", sospira e avvolge le braccia intorno a Harry, proprio come la prima volta che lo aveva abbracciato quando era un bambino. E Louis è estremamente grato di aver portato qui Harry.


~*~

Louis e Fiona rimangono in silenzio per tutta la cena. Non che sia una cosa negativa, Louis non avrebbe parlato comunque, è occupato a guardare il modo in cui Harry parla con i suoi fratelli e come non sia per niente come si immaginava. E' ancora meglio perché le loro facce si somigliano, è tutto reale e sta succedendo davvero, una cosa che Louis non pensava sarebbe mai successa.

Fiona non ha niente da dire. Non ancora. per prima cosa, ha bisogno di parlare con Louis, poi si sentirà meglio e potrà parlare con Harry.

Louis è sorpreso dal fatto che Harry (e nemmeno sé stesso) non abbia cominciato a piangere ancora perché Peter sta continuando a chiedere cose sul passato. 'Non riesco a ricordare, di solito giocavamo insieme? So che passavi Natale con noi e quelli sono stati gli anni migliori. Ho ancora la zebra che mi avevi regalato e la foto con te. Puoi insegnarmi a disegnare, è per un progetto a scuola'. Louis può ancora immaginarlo mentre gli chiede di essere suo fratello come faceva sempre, per il modo in cui stanno parlando.

E poi Zoe comincia a raccontargli le novità, di lei che sta finendo l'università, del suo ragazzo - 'si, la cotta per te mi è passata', ha detto - di come adori vivere a Manchester ora.

Louis di come vadano d'accordo già dal primo momento, quando lui non ne era stato capace, quando avrebbe dovuto reagire come Zoe per esempio e invece no. E vede ora, quanto probabilmente sarebbe stato molto meglio, quanto avrebbe fatto sentire meglio Harry e... anche sé stesso.

Finiscono di mangiare, Harry si offre per aiutare a sparecchiare, ma Fiona rifiuta educatamente, dicendo che l'avrebbe aiutata Louis. E' strano e Louis si accorge di quanto Harry sia a disagio anche solo parlando con lei e ricevendo quella risposta. Normalmente... beh, non normalmente, ormai, ma in passato, Harry avrebbe aiutato senza nemmeno chiedere, questa casa era la sua, ora no. Louis in realtà non crede più sia nemmeno sua.

Segue Fiona in cucina con i piatti in mano, mentre Peter, Zoe e Harry rimangono in salone. Louis vede lo sguardo che gli lancia Harry subito prima, non capisce e questo gli fa male. Sente l'impellenza di capire, lo uccide ogni più piccola cosa che gli fa capire sempre di più che hanno molta strada da fare.

"Louis...", lo chiama Fiona con il suo tono dolce e calmo. Sapeva che sarebbe successo nell'esatto momento in cui lei aveva detto di non aver bisogno dell'aiuto di Harry. Continua a mettere i piatti nella lavastoviglie, senza guardare sua madre:"Louis, sto parlando con te", sospira e Louis sa che si fosse appena appoggiata al bancone dietro di lui.

"Hai solo detto il mio nome. Sto ascoltando", dice lui debole. Vuole che vada tutto bene, non vuole che sua madre si preoccupi per tutta questa situazione. Vuole che accetti Harry di nuovo, vuole che Harry accetti lui di nuovo e vuole perdonare tutti ed essere perdonato.

"Louis guardami", dice ferma e Louis si sente come se avesse di nuovo undici anni, che cavolo?

Finisce di mettere i piatti nella lavastoviglie e raddrizza la schiena per guardarla. Sembra preoccupata, un po' triste, ma c'è ancora quel suo solito luccichio e Louis ne è davvero grato.

Louis lo apprezza molto perché gli ricorda che lo ama, gli ricorda tutte quelle cose che gli aveva sempre detto e che lo avevano sempre confortato.

"Si, madre?"

"Non credo che sia una cosa buona per te", dice subito e Fiona ha sempre ragione, l'aveva sempre avuta e sempre l'avrà. E lui ha venticinque anni e la pensa ancora così, quando ne avrà quaranta, penserà ancora così, ma ora... ora questo lo distrugge perché non è d'accordo con le sue parole.. Nemmeno un po'.

"Cosa?"

"Amore, stavi andando così bene, eri così felice. Eri così felice e-"

"Non lo ero", la interrompe, chiudendo gli occhi per un momento:"non ero felice. A volte potrei esserlo stato, ma non sono mai stato felice e non stavo nemmeno bene. Ho mentito. Ho mentito per tutto questo tempo. A me stesso più che altro, perciò ti prego, pensa a quello che stai per dire, mamma. E' davvero importante".

"Sono confusa ed è stata una sorpresa, io... perché non me l'hai detto?".

"Perché ho pensato che avresti dato di matto. Questo non era qualcosa da dire al telefono e quando sono venuto a Natale... non potevo dirtelo. Sono successe un sacco di cose...", sbuffa frustrato, come farà a spiegarglielo? Come farà a farle capire, farla vedere dal suo stesso punto di vista?

"Quando... beh quando..."

"Non molto tempo fa. Tre, quattro mesi? Non lo so esattamente", ride, un sospiro che gli scappa.

"Cosa gli è successo? Louis, lo sai quanto sono stata preoccupata. Così preoccupata, per tutti questi anni, ci tenevo così tanto, era come un figlio per me e so quando bene ti ha fatto", si porta le mani alla testa:"Oh mio Dio...", comincia a camminare per la cucina e Louis si morde il labbro inferiore.

Per favore, voglio che vada tutto bene.

"Mamma", posa una mano sulla sua spalla per calmarla. Lei si ferma e lo guarda, Louis sta sorridendo. C'è Harry in soggiorno che parla con i suoi fratelli, deve solo dire le parole giuste a sua madre, per farle vedere.

"Va tutto bene", continua a sorridere, stringendole la spalla:"avevi ragione. Non è stata colpa sua, anche lui mi ha pensato. E' andato in America, se te lo stessi chiedendo, perché i suoi genitori l'hanno obbligato. Avevi ragione. E' stato forte, sta meglio e lui... mamma, mi sono ritrovato ad ammirarlo ancora così tanto. E' così dispiaciuto. Molto, molto dispiaciuto per tutto questo e gli credo. E lo rivoglio nella mia vita. Come amico. Come migliore amico, di nuovo, sarebbe meraviglioso. Sarà dura, ma è possibile. Sono molto felice di averlo qui di nuovo. Solo... fidati di me".

"Louis...", dice, la sua voce si fa dolce di nuovo, proprio come era sempre stato abituato. Poi annuisce e Louis sorride.

"Grazie", la abbraccia stretta.

"Sono felice di riaverlo qui comunque", sussurra tra i suoi capelli:"mi è mancato molto", Louis annuisce con la faccia sulla sua spalla, il sorriso ancora presente.

Ora è tempo di affrontare suo padre, che probabilmente tornerà presto da lavoro.

Per favore, voglio che vada tutto bene.











Buongiorno splendori!! Dunque, questo è uno dei miei capitoli preferiti e spero di aver fatto un buon lavoro con la traduzione perché ci tengo.

Non vi nascondo che i pochi voti e i commenti assenti mi hanno buttato molto giù, ma ormai ho praticamente fatto tre quarti del lavoro e non posso e non intendo tirarmi indietro.

A quei pochi che ci sono ancora, mando il mio più sincero grazie. Non sapete quanto è difficile fare questo 'lavoro' e almeno c'è qualcuno che lo apprezza.

Buona Domenica, a presto.

-A.

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