15 - Failure
"Louis?", è la prima cosa che Louis sente non appena aperta la porta dell'appartamento ed entra. Zayn è seduto sul pavimento, la schiena premuta contro la porta della sua stanza, il telefono in una mano e le chiavi della macchina accanto a lui.
Louis fa un passo indietro quando Zayn lo guarda con gli occhi lucidi, alzandosi velocemente:"Gesù Louis", si porta Louis vicino, avvolgendo le braccia intorno a lui, mentre il ragazzo più grande tiene le braccia lungo il suo corpo, tenendo le buste della spesa.
"Mi hai fatto preoccupare un bel po'", sospira, il corpo freddo contro quello di Louis, ma lo abbraccia comunque stretto, con una mano sulla nuca.
Il ragazzo dagli occhi blu aggrotta le sopracciglia e lo allontana, spingendolo dal petto:"Che cavolo stai dicendo?".
"Ho provato a chiamarti da quando sono tornato a casa, tipo quattro o cinque ore fa", dice frustrato, ora:"non hai risposto e ho visto che avevi fatto té e toast e che erano rimasti sul bancone della cucina. Ho pensato che fosse successo qualcosa. O che fossi scappato come l'ultima volta".
Oh si, l'ultima volta.
Quando si erano trasferiti nell'appartamento, fin dall'inizio, a Louis non era piaciuto. Gli incubi erano sempre peggiori e Zayn continuava a chiedergli (in tono scherzoso che però nascondeva serietà) quando sarebbero andati a cercare Harry. Sembra così tanto tempo fa, ma erano passati solo quattro mesi. Ma Louis era così smarrito e disperato di trovare un posto da poter chiamare 'casa', che era scappato, camminando per le strade, sentendosi ancora più solo di come si sentiva all'inizio.
Zayn era impazzito e aveva passato tutta la notte a cercarlo, trovandolo poi seduto ad una fermata dell'autobus, congelandosi, la mattina dopo. Era stato solo un altro momento in cui Louis non aveva capito quanto Zayn ci tenesse. Di come avesse qualcuno che a lui ci tenesse, forse non come voleva, ma ciò di cui aveva bisogno si.
"Ero con Harry", dice Louis semplicemente, guardando Zayn confuso e con la voglia di aprire di nuovo la porta ed andarsene di nuovo.
"Perché non mi hai risposto? Anche Liam ha provato a chiamarti. Gesù Louis, che cavolo?", Zayn cerca di fargli vedere che è triste nei confronti del ragazzo dagli occhi blu, non sa bene dove mettersi le mani, gli occhi che vagano guardando Louis, non credendo alla situazione.
"Non... non l'ho sentito?", Louis non voleva sembrasse una domanda, ma scrolla le spalle e supera Zayn dirigendosi verso il salone.
"Stronzate. Lo senti sempre, è sempre con te", parla un po' più forte e Louis stringe i pugni accanto al suo corpo. Arriva al bancone e vi posa sopra le buste.
"Beh stavolta non ci stavo facendo particolarmente attenzione, ok?", dice Louis fermo, guardando diretto al suo amico. Era così di buon umore, il fatto questo stesse succedendo ora, più il modo in cui ultimamente si sentiva nei confronti di Zayn, non faceva altro che peggiorare le cose.
"Ero preoccupato, perché ti comporti come se non abbia importanza?".
"Più semplice di così, non lo è. Sto bene, vedi?", indica se stesso muovendo le mani davanti al busto. Zayn grugnisce e scuote la testa.
"Odio quando mi fai questo", sbuffa tirandosi indietro i capelli e guardando il soffitto. Louis rotea gli occhi, 'non sono io che vado in giro a dire i segreti degli altri'*, vorrebbe dire Louis, ma dannazione, si fida di Zayn... si merita che sia Zayns stesso a dirgli quello che ha fatto.
"E' stata una serata lunga, dovresti andare a dormire", Louis decide di dire, contraendo la mascella mentre cammina verso Zayn, ma solo per dargli uno sguardo veloce e oltrepassarlo per andare a togliersi la giacca e posarla sul divano.
In ogni caso i suoi movimenti sono interrotti quando Zayn lo prende per un braccio, lo fa girare e sdraiare sul divano, velocemente. La schiena che ci sbatte contro piuttsto forte e la testa che si posa sul cuscino. Chiude stretti gli occhi per l'impatto, ma poi Zayn lo tiene per i polsi, sedendosi sopra a Louis e l'altra mano su una spalla.
"Smettila", Zayn mezzo urla.
"No, tu smettila", Louis lo guarda infyriato:"smettila di toccarmi in questo modo", cerca di liberare i polsi dalla presa di Zayn, ma il ragazzo dai capelli scuri non glielo permette.
"E' l'unico modo che ho per avere la tua attenzione in situazioni come questa, apparentemente", dice Zayn sedendosi esattamente sulla zona pubica di Louis. Louis continua a cercare di liberarsi, ma è inutile. Si morde il labbro e guarda altrove.
"Odio quando fai così. Lo odio", quelle parole le sussurra. Lo fa sentire debole, come se ci fosse sempre qualcuno a comandarlo, qualcuno che cerca sempre di buttarlo giù nonostante sia lontanissimo dal cielo.
"Lo so. Ma sai anche quanto odio quando mi respingi in questo modo modo", prova a dire Zayn severo, ma fallisce quando guarda Louis, guardando la distanza, il petto che si alza e abbassa velocemente e sa, lo sa come si sta sentendo il ragazzo dagli occhi blu. Zayn lo conosce così bene, tanto quanto Louis consce lui. Ma Louis ha bisogno di qualcuno che lo conosca meglio di lui stesso, qualcuno che gli faccia notare ciò che non sa o cose che è troppo egoista per notare.
"Mi stai facendo male".
"Non ti sto facendo male", Zayn sbuffa, ma lascia il polso di Louis in ogni caso per andare a prendergli il mento con la mano, per farsi guardare in faccia:"stai bene, piccolo?".
"No. Hai rovinato il mio umore", sbuffa Louis e anche se Zayn continua a tenergli fermo il viso per farsi guardare, Louis guarda da un'altra parte con gli occhi:"stavo bene. Magnificamente, ma tu hai rovinato tutto", 'guardarti ultimamente mi fa quest'effetto'.
"Mi dispiace", dice Zayn onesto, la voce più dolce e comprensiva si, ma anche fermezza:"ma per favore, cerca di capire quando sono preoccupato. Perché, nota della giornata", letteralmente:"ci tengo Louis", lo dice proprio come qualcuno che è così abituato a dirlo, proprio come qualcuno che deve dirlo così tante volte, dovrebbe sembrare:"e devi dirmi questo tipo di cose. Dove vai e come ti senti perché io te lo dico. Sfortunatamente, non riesco ancora a capirlo da solo, perciò è compito tuo-"
"Lo so", Louis lo interrompe, la voce non è alta, e dolce in realtà. Guarda Zayn sopra di sé, è bizzarro e quasi divertente, ma sa che Zayn lo fa solo quando non riesce a controllarlo, quando sa che a Louis non gliene sta importando un cazzo, quando dovrebbe:"so tutto quanto".
"Sai che ci tengo?".
Louis sospira di nuovo profondamente:"Si", e non è una bugia, è solo qualcosa difficile da dire, qualcosa alla quale a volte è difficile credere. Accade sempre nei momenti più inopportuni e strani.
"Grazie...", dice Louis come sempre. 'Grazie per tenerci'*.
Zayn sorride e lo sguardo di Louis si addolcisce. Mette una mano sullo zigomo di Louis e lo accarezza con il pollice. Pois, la sua espressione cambia in qualcosa che Louis non riesce a decifrare. E poi in quel momento Zayn si avvicina, in direzione delle labbra di Louis e che cazzo. Louis sussulta subito e cerca di spingere ancora di affondare la testa ancora di più nel cuscino per respingerlo.
"Che cazzo?", chiede Louis confuso e guardando Zayn come se fosse un qualche tipo di strana creatura.
Gli occhi di Zayn si spalancano e si allontana velocemente, togliendosi da sopra Louis, sedendosi dal lato opposto del divano, senza però essere troppo lontano.
"Hai appena cercato di baciarmi?".
"Cazzo", Zayn si massaggia le tempie guardandosi in grembo:"mi dispiace".
Louis si alza e si mette seduto accanto a Zayn, accigliato, guardando il suo amico che ha gli occhi fissi sul pavimento.
"Zayn?"
"Ho detto che mi dispiace, ok?", Zayn alza la testa e urla a Louis. Si accorge subito del suo tono e di quanto possa essere stato rude, ma quando apre la bocca per parlare, Louis lo interrompe.
"Questa non è qualcosa per la quale ti scusi e basta", Zay allontana lo sguardo un'altra volta:"ti piaccio o roba simile?", chiede più diretto possibile. Non è arrabbiato, ma cavolo, stiamo parlando di Zayn. Erano amici da così tanto tempo, i migliori amici possibili in questo momento, Louis gli doveva molto, Zayn c'era sempre stato per come Louis aveva bisogno e non aveva mai fatto nulla che avrebbe potuto ferirlo. Ma ora questo e Louis si sente come se qualcosa fosse fuori posto. "Perché cazzo, è una cosa che non potrei affrontare al momento, Zayn".
"No", chiarisce subito:"non mi piaci... in quel senso".
"E allora perché l'hai fatto? Pensi che sarebbe andato bene? Perché siamo amici ed io sono gay?", si impanica e Zayn sgrana gli occhi, sa cosa sta facendo Louis e cosa sta pensando. Pensa che Zayn stia facendo quello che lui faceva con Harry, che onestamente dovrebbe essere l'ultima cosa a cui dovrebbe pensare.
"NO. Piccolo, ascolta, no... non è, Dio, non è quello il motivo", Zayn alza la mano per toccargli la spalla, ma Louis respinge il contatto:"non vederla così, per favore. Louis io-"
"Cos'è, ora sei gay?"
"No", nega velocemente come poco prima:"cioè... non lo so... non credo".
"Allora cosa-".
"E' stato il nostro bacio", Zayn lo interrompe, impedendogli di urlare, Louis guarda il ragazzo dai capelli scuri attonito:"quello della festa di Capodanno... non so cosa mi ha detto la testa, ma è stato... è stato diverso. Quella sera con Stella... qualcosa non andava e ho incasinato tutto. Forse è stato perché ero ubriaco, ma", sospira evitando il contatto visivo:"sono confuso, stavo cercando di capire cosa ci fosse che non andava".
"Usandomi? Per vedere se provi qualcosa per me? Per gli uomini?", Louis sbuffa, scuotendo la testa.
"No!, Louis non vederla così, ti scongiuro", dice e prende la mano di Louis nella sua, più veloce che può, così che l'altro ragazzo non potesse ritrarla.
"Non ti stavo usando. E non mi sento in quel modo nei tuoi confronti, resta", lotta con le parole:"credo che ci sia qualcosa che non va in me al momento. L'ho baciata quando siamo usciti e mi sono ritrovato a pensare che forse avrei preferito un uomo", Louis corruga le sopracciglia e Zayn gli lascia andare la mano per mettersela in testa, sospirando profondamente, frustrato:"Non sei tu. Non è... non sei tu".
"Allora chi?", Louis alza le sopracciglia.
"Non lo so. E' questo il problema, mi sento perso e confuso".
Louis lo guarda incuriosito. Si ricorda bene il tempo in cui aveva cominciato a combattere con se stesso per via della sua sessualità, era stato frustrante e disorientante. E la cosa peggiore era stata che Harry non aveva aiutato. C'erano stati momenti nei quali Louis dava la colpa a Harry perché era quello che lo faceva sentire in quel modo, tanto quanto diede la colpa a se stesso, quando Harry aveva fatto coming out con lui.
Ora con Zayn è un po' diverso. A Zayn non piace Louis. Louis non riuscirebbe ad affrontare una cosa simile, sarebbe davvero una bomba per lui, in un certo senso.
"Vai in un bar per gay e fatti scopare", dice Louis allora, posando la mano sulla spalla di Zayn. Dice piuttosto serio.
"Louis, quello non mi sarebbe d'aiuto".
"Cavolo, potrebbe. Oppure bacia Liam. O Niall, visto che è nuovo nella tua vita, forse è il ragazzo senza volto con il quale ti immagini di baciarti", arriccia il naso nominando il ragazzo biondo.
"Louis, io non-", Zayn fa una smorfia:"non comincerò ad andare in giro a baciare i miei amici".
"Perché no?", scrolla le spalle:"Hai provato a baciarmi. Non dire che perché con me è diverso o ti picchio. Dico sul serio", lo è davvero.
Zayn sposta lo sguardo e lo rivolge verso il soffitto:"Non lo so amico. Ho paura", grugnisce portandosi entrambe le mani sul volto. Si alza allora, scuotendo la testa e prendendo sigarette e accendino dal tavolino, dirigendosi verso la finestra per fumare.
"Perché? Pensi che ti piaccia Niall?"
"No", Zayn ride dopo aver aperto la finestra. Accende la sigaretta e se la mette tra le labbra:"non mi immagino che possa piacermi".
"Che schifo", Louis tira fuori la lingua.
"Ti incazzeresti se fosse così?", lo sfida.
"Cazzo, si!", dice indignato, ma poi si ferma per un secondo a pensare:"O no. Quel tipo deve piacermi, sai, per Harry".
"Si, lo so", Zayn fa un altro tiro di sigaretta e la tira via, tenendola tra le dita:"grazie per aver ascoltato i miei sproloqui e le mie parole confuse".
"Quando vuoi. Mi dispiace non poterti aiutare più di tanto", Zayn scrolla le spalle e guarda fuori dalla finestra:"non pensarci troppo, fai quello che ti passa per la testa e che così di botto ti sembra essere la cosa migliore".
"Ci proverò. Ma per ora va bene così, mi sono solo impanicato".
"Si, anche io a suo tempo", Louis unisce le ginocchia e si morde l'interno della guancia, guardando le mani che vanno su e giù sulle sue cosce:"c'è altro che vuoi dirmi?", guarda Zayn, che si irrigidisce e probabilmente questo è abbastanza per Louis da capire.
"In realtà no", risponde Zayn e Louis pensa che abbia frequentato un corso di teatro e che gli avesse mentito anche su quello perché sembra convincente, sembra sicuro e sembra proprio qualcuno del quale fidarsi ciecamente.
Louis annuisce. Erano ubriachi e forse Liam non intendeva quello che aveva detto... Il che ok, probabilmente non era andata così, perché Liam quando è ubriaco, è quel tipo di persona che dice tutto quello che la sua anima aveva trattenuto, il tipo che degli agenti segreti farebbero ubriacare per rubargli delle informazioni... Louis è sicuro che Zayn gli stia mentendo.
Sospira e questo non migliora per niente il suo umore. Liam sa, ed ora? Non c'è niente che possa fare e non è che ci sia qualcosa di male. Ma Zayn aveva tradito la fiducia di Louis, ora Liam probabilmente sa che è gay, ora Liam sa il motivo per il quale a volte Louis non è felice. Non vuole essere visto come un debole.
~*~
Due settimane passano e Louis ha avuto troppo lavoro da fare, anche solo per accettare gli inviti di Harry a vedersi. Troppo lavoro anche solo per preoccuparsi dell'argomento Zayn. Troppo lavoro per pensare al fatto di non essersi lavato i capelli la sera prima e che quindi avrebbe dovuto farlo il giorno dopo, tirare lo sciacquone del bagno dell'appartamento e mettere lo zucchero nel suo caffè. L'ultima cosa non era più di tanto un problema, non ha bisogno di zucchero, ha bisogno di caffeina, fanculo alle persone che pensano che gli insegnanti di teatro non abbiano tanto lavoro da fare.
"Fanculo", urla, buttando per aria i fogli dello spettacolo che sta preparando, da dare agli studenti insieme a degli esercizi e cose delle quali deve parlare loro a lezione. E' solo a metà della correzione dei test teorici che avevano fatto la scorsa settimana. Non aveva dormito molto la notte precedente, non aveva ancora pranzato ed era troppo stressato. Quello è uno di quei giorni in cui odia essere un insegnante non così importante.
"Woah, non dovresti dire cose del genere così ad alta voce", Louis alza la testa, le dita ancora affondate nei capelli, ritrovandosi davanti Liam con una piccola scatola trasparente in mano.
"Oh sei solo tu...", sospira tirandosi su gli occhiali sul naso.
"Mi fa piacere vedere la tua felicità nel vedermi", scherza Liam:"sei chiuso qui dentro dalle otto di stamattina. Di Lunedì. Della scorsa settimana", scherza Liam, ma il tono rimane comunque un po' preoccupato:"Zayn mi ha chiesto di portarti il pranzo perché lui sta tenendo delle lezioni extra per alcuni studenti e non può venire", dice avvicinandosi e posando la scatola con una baguette enorme dentro. Erano forse in Francia ora?
"Lo mangerò più tardi, devo sbrigare un po' di lavoro prima della prossima lezione, nonché anche l'ultima, grazie a Dio", alza le mani per aria.
"Mangia ora, ultimamente sei troppo debole", Liam appoggia la vita alla scrivania, incrocia le braccia al petto e guarda l'uomo.
"Sto bene", sospira massaggiandosi le tempie:"voglio finire questa roba. Siamo quasi alla pausa e quello è ciò che mi spinge ad andare avanti. Ho bisogno di una pausa e se ho così tanto lavoro da sbrigare, non potrò godermela".
"Sembri sempre più stressato di noi sul lavoro", Liam ridacchia, ma Louis rotea gli occhi.
"Se questo è il tuo modo per dirmi che non devo essere stressato per il mio lavoro perché voi, insegnanti di Inglese, molto più prestigiosi, non lo siete e che lavoriamo meno di voi, allora, ti suggerisco cortesemente di andare a fanculo", dice in un certo sento divertito, ma allo stesso tempo prendendo le sue parole seriamente. Troppo seriamente.
"Di nuovo, non dovresti imprecare così, ad alta voce", Liam ridacchia e poi gli avvicina il suo cibo:"Mangia."
"Ok Liam. Ma vai, sto perdendo il mio preziosissimo tempo con te".
"Va bene, va bene, Mr Simpatia", Liam scuote la testa:"senti, solo una cosa...", comincia e Louis lascia cadere la penna sulla scrivania.
"Sapevo che volevi qualcos'altro da me".
"Non è come credi", Liam comincia, facendosi prendere dal panico e mettendosi sulla difensiva:"è solo che... che c'è che non va con Zayn?", Louis aggrotta le sopracciglia e Liam lo prende come un segnale per continuare:"si comporta in maniera strana ultimamente. Cioè... il tipo di strano che non è mai. Il tipo di strano che di solito sei tu", arriccia il naso e Louis sbruffa.
"Grazie, Liam. Venire nella mia aula per diffamarmi dritto in faccia è estremamente bello e carino da parte tua. Lo apprezzo molto", Louis finge di asciugarsi le lacrime da sotto gli occhi e poi si mette una mano sul cuore.
"Mi fa piacere che tu non abbia perso il tuo senso dell'umorismo, nonostante la stanchezza", Liam annuisce:"Ma scusa... hai capito però, no?".
"Si", dice Louis comprensivo:"ma non ci ho fatto caso", aggrotta le sopracciglia:"è strano in generale o solo con te?"
"In generale", Liam fa una pausa:"e con me. Conta come in generale, no?", chiede allora e Louis annuisce, roteando gli occhi, 'perché devo avere a che fare con degli idioti?'
"Giusto", finisce Liam.
"Altro?"
"Pensavo che magari potessi...", si ferma e si morde il labbro inferiore, spostando lo sguardo:"niente, lascia perdere, magari parliamo poi. Un'altra volta, quando sei meno... impegnato"
"Idea fantastica", dice Louis d'accordo, sorridendo appena e prendendo i test dalla pila di fogli accanto a lui.
"Mangia", ripete Liam dopo essersi già incamminato:"ci vediamo Louis"
"Ciao!", dice Louis guardando i fogli e senza prestare particolare attenzione.
Quando finisce uno dei compiti ed è finalmente concentrato e deciso a finirli entro le tre di pomeriggio, il suo telefono vibra sul tavolo, vicino al cibo ormai dimenticato, che Liam aveva avuto la gentilezza di portargli.
"Questo è un cenno divino. E non vuole farmi lavorare", borbotta e lo prende per controllare il messaggio ricevuto:'Posso chiamarti un attimo?', dice.
Aveva parlato con Harry per telefono solo poche volte. Due delle quali erano quelle in cui Louis aveva declinato i suoi inviti ad uscire perché troppo stanco, troppo lavoro, troppo sonno per affrontare la vita, e le altre tre era solo Harry che voleva vedere come stesse Louis. I vestiti di Louis erano ancora da Harry e quelli di Harry da Louis. E probabilmente ci sarebbero rimasti per un bel po'. Anche Louis lo aveva chiamato. Una volta. Per sentire il ragazzo dagli occhi verdi perché gli sembrava davvero scortese non ricambiare la premura. E anche perché voleva. Soprattutto perché voleva.
Così accetta il segnale divino che Dio gli stava mandando e digita il numero di Harry per chiamarlo.
"Oh Louis", dannazione, Harry e la sua voce sempre felice.
"Come stai oggi?"
"Meglio di ieri, ma rimango comunque un cadavere che cammina, ma un giorno vedrò la luce", scherza, poggiando il gomito del braccio che non sta tenendo il telefono, sulla scrivania.
"Ti guiderò io", Harry ride.
"Molto gentile da parte tua".
"Beh non ti ruberò molto tempo, dal momento che probabilmente sei impegnato", Harry comincia di nuovo:"mi sembrava giusto chiamarti per raccontarti questa cosa perchè sai..."
"Lo so", dice Louis visto che Harry non continuava, ma in realtà non lo sa. Beh forse un po'.
"Bene", Harry ride di nuovo. Sembra così contento e riposato. Dannazione, Louis vuole un letto:"allora, oggi ho un colloquio di lavoro. Per fotografo commerciale. Ho trovato una compagnia che sta cercando personale per diverse cose. È tipo perfetto, capisci?"
"Davvero? È fantastico Harry!", dice Louis, un sorriso che si dipinge sul suo volto.
"Lo so! Se mi prendono potrò lavorare con i cataloghi, giornali, programmi e... wow!", fa un respiro profondo e non si sente più così stanco:"Pensa se dovessi piacergli? Ho sentito che pubblicano anche un libro con le collezioni di alcuni fotografi e le loro tecniche e consigli... è un sogno, è-"
"Quello che hai sempre voluto", lo interrompe Louis, un sorriso enorme in faccia, gli occhi che brillano, offuscando le occhiaie scure intorno.
"Si...", dice Harry piano:"Gesù è irreale",
"Ce la farai"
"Lo spero. Ma non voglio essere troppo sicuro di me così da non rimanere troppo deluso se per caso non dovessi farcela", dice con la voce più bassa.
"Non pensare così. Ottimismo, giovane Harry, è questa la chiave", lo incoraggia contento:"mantieni la calma, parla bene e spacca tutto. Adoreranno te ed il tuo carisma", Harry ridacchia dall'altra parte del telefono e Louis darebbe qualsiasi cosa affinché quella potesse essere la sua suoneria.
"Grazie", Louis scommette che stia sorridendo ed è meraviglioso.
"Non c'è di ché. E grazie anche a te... per avermelo detto"
"Volevo condividerlo con te", dice Harry contento. C'è silenzio per alcuni secondi e Louis spera che Harry stia ancora sorridendo, proprio come lui.
"Beh ti faccio sapere se ce la faccio-"
"Che così sarà"
"-hanno detto che sarà veloce", continua Harry ridacchiando:"perciò si... se mi prendono, voglio festeggiare, perciò tieniti libero dal lavoro"
"Farò del mio meglio. Per te", lo provoca.
"Ottima risposta. Ora vado e ti lascio al tuo divertimento solitario"
"Molto incoraggiante".
"È un piacere", ridono:"ciao Louis, abbi una buona giornata"
"Anche a te, giovane Harry", Louis sorride e forse erano rimasti in silenzio per altri secondi prima di attaccare. Sicuramente.
~*~
'Sono un tale fallimento, non ho ottenuto il lavoro'. Legge Louis due giorni dopo.
È Venerdì, tardo pomeriggio e lui è davanti alla sua scrivania, esattamente come da due settimane a questa parte, i compiti sono corretti e riconsegnati, i fogli di lavoro quasi finiti e può sentire la libertà chiamarlo. Però quel messaggio gli fa guardare il telefono per alcuni secondi, con il cuore in mano e la bocca semi aperta, senza la voglia di continuare a fare nulla.
Lo stesso giorno del colloquio, aveva ricevuto da Harry un altro messaggio che diceva 'sono piuttosto fiducioso, è andato davvero bene, Louis, sono così felice', che ok, è un sinonimo di felicità per quanto riguarda Louis. Ora ricevere invece quel messaggio, lo prende alla sprovvista, perché quando vede sullo schermo 'nuovo messaggio da Harry', è convinto che sarebbe stato tutto un altro messaggio. Poi però... Harry lo avrebbe chiamato se avesse ottenuto il lavoro. Louis ora immagina Harry raggomitolato su sé stesso sul divano a mangiare gelato, con il viso corrucciato e le tende dell'appartamento chiuse, così che fosse tutto buio. Ma nemmeno quell'immagine di Harry, rispecchia la realtà.
Louis allora lo chiama perché Harry può essere triste solo in sua presenza, perciò può cambiare le cose. Suona quattro, cinque, sei, sette volte prima che si attacchi la segreteria telefonica. Prova ancora e ancora, senza ricevere mai risposta.
"Cazzo", sussurra. Si guarda intorno. Non ha altre lezioni, è rimasto solo per aspettare Zayn, come sempre e aveva cercato di finire il lavoro che aveva da fare. Sono le cinque del pomeriggio, Harry molto probabilmente ha finito il turno. Raggruppa le sue cose e le sistema nella borsa, prende le chiavi della macchina e di casa (grazie al Cielo oggi Zayn aveva le sue) ed esce dall'aula.
'Sto arrivando', scrive a Harry, ma non blocca ancora lo schermo del telefono, prima manda un altro messaggio a Zayn:'Sto andando da Harry, è urgente, fatti dare un passaggio da Liam, non so quando torno. E' il tuo turno per la cena. xx'.
Quasi finisce addosso a degli studenti e insegnanti, troppo concentrato a guardare il telefono e a sbrigarsi per uscire da lì.
~*~
Bussa alla porta due volte, senza ricevere risposta. Non c'è dubbio che sia stato un bussare leggero, ma Harry non gli aveva risposto e Louis riesce solo a pensare che Harry non lo voglia lì, non voglia la sua compagnia. Louis non è pronto a sentire Harry che gli dice di andare via perché vuole stare da solo, per la prima volta, da quando hanno quattordici anni. Louis ha quelle immagini salvate nella memoria, non vuole dimenticarsi di nulla di tutto ciò che aveva passato con Harry.
"Harry?", decide di dire ad alta voce, ma comunque bussando delicatamente alla porta:"Apriresti la porta per favore? Ti prego?", si morde il labbro inferiore. Non sente niente dall'altra parte, forse non era a casa? Forse era andato a fare una passeggiata? Una corsa? Forse non era ancora tornato a casa... Louis non lo sa. Cazzo, Louis non lo sa. Non sa quale sia la routine di Harry, cosa decide di fare ora le volte in cui è triste, perché quando lo conosceva lui, sarebbe andato da Louis, quando erano ancora a Doncaster. E' impossibile sapere cosa faccia ora Harry.
Forse va da Niall. Pensa Louis. Guarda in basso verso al piccolo tappetino davanti alla porta che dice 'i vicini hanno roba migliore', che lo fa ridere appena, nonostante quello che sta pensando al momento.
I vicini. Louis alza la testa e si gira guardando la porta di... Ed? Si Ed, era quello il suo nome. Va verso la porta dell'appartamento di Ed e bussa due volte.
Venti secondi dopo, il ragazzo rosso appare alla porta indossando una felpa enorme e dei pantaloni della tuta:"Oh salve!", dice sorridendo appena a Louis, ovviamente sorpreso di vedere il ragazzo dagli occhi blu.
"Mi dispiace disturbarti amico", comincia Louis educatamente, vorrebbe solo ridere al momento per la faccia che Ed sta facendo. E' strano, sembra strano, ma anche divertente, il che rende difficile a Louis comportarsi in maniera formale:"ma non è che per caso hai visto Harry?"
"Vedere Harry per caso è la botta di fortuna della giornata", scherza e Louis si acciglia appena, non capendo il riferimento, ma continua comunque:"fortunatamente si. Quando sono tornato dalle lezioni, stava rientrando a casa con una busta della spesa in mano. Sembrava giù. Davvero. Non mi ha nemmeno salutato come fa di solito e non ho visto il suo caloroso sorriso. Di conseguenza la mia giornata fa schifo", dice divertito, ma allo stesso tempo Louis nota che probabilmente sta dicendo la verità.
"Non risponde alla porta" dice Louis triste. Harry è sicuramente a casa, ma non ha la decenza di aprirgli la porta.
"Questo non sembra affatto da Harry", Harry aggrotta le sopracciglia:"ti ho visto da queste parti solo una volta, due forse? Ora... siete buoni amici?", Louis fa un passo indietro a quella domanda improvvisa.
"Ehm, più o meno", risponde, grattandosi dietro la testa:"lo conosco da molto molto tempo".
"Molto tempo?", alza le sopracciglia e Louis sospira.
"Da quando siamo bambini", e dirlo ad alta voce fa sentire Louis in maniera incredibile. Sul serio. Sta facendo vedere al mondo che è l'unico a conoscere il passato di Harry, l'unico che conosceva Harry a quel tempo. Vorrebbe poter dire la stessa cosa anche di adesso.
"Oh", Ed sembra sorpreso:"ok, ascolta, pensi che io possa fidarmi a darti le sue chiavi di casa?"
"Hai le sue chiavi di casa?"
"Si. E lui ha le mie. Un modo per avere un mazzo di chiavi di scorta. E poi quando torno a casa, Harry viene qui per dar da mangiare al gatto. E' una merdina pigra e testarda che ama solo i suoi spazi nell'appartamento e non riesce ad abituarsi a quello di Harry", in quell'esatto momento un gatto giallo/arancione fa la sua comparsa ai piedi di Ed strusciandosi sulle sue caviglie:"parli del diavolo", Louis ridacchia.
"Puoi fidarti. Mi faresti un enorme favore se potessi prestarmele", Ed annuisce e scompare nell'appartamento. Il gatto non lo segue, si siede davanti a Louis come a sbarrargli l'ingresso nella casa. Fissa Louis, praticamente negli occhi, mettendolo parecchio a disagio, muovendo la coda dietro di sé. Louis alza un sopracciglio guardando il gatto, che invece sposta lo sguardo, mantenendo alto il mento, mostrando superiorità.
'Bestiaccia presuntuosa e viziata', pensa Louis ridendo appena. Ed torna dopo qualche secondo.
"Scusa per l'attesa", dice avvicinandosi frettoloso alla porta e porgendo a Louis una chiave semplice e dorata.
"Grazie mille, ti devo un favore amico!", Louis sorride appena e Ed gli risponde. Guarda il gatto che fino a quel momento aveva continuato a guardarlo, ma quando Louis gli aveva posato gli occhi addosso, la bestiaccia arancione, gira lentamente la testa verso il suo padrone, miagolando:"Ciao a te", Louis ridacchia ed il gatto si mette su tutte e quattro le zampe e se ne va, dando la cosa a Louis, il quale semplicemente scrolla le spalle.
"Ignoralo", il gatto miagola a quelle parole:"ci vediamo, ridammi la chiave quando puoi", Ed sorride e agita la mano a Louis prima di chiudere la porta.
Louis fa un respiro profondo e si dirige verso la porta di Harry. Bussa un'altra volta, nessuna risposta dopo dieci secondi, così infila la chiave nella serratura per aprila. La spinge lentamente, apre la porta su una visuale abbastanza completa dell'appartamento di Harry. Entra e si chiude la porta dietro le spalle, nell'esatto momento in cui guarda avanti, vede Harry seduto sul materasso, le gambe allungate e la schiena appoggiata al muro, la finestra aperta che lascia entrare l'aria fredda. Forse non è al buio, ma Louis aveva ragione su una cosa. Ha una piccola confezione di gelato vuota accanto a sé, con un cucchiaino dentro. Il computer proprio davanti con la musica accesa e Louis pensa che non abbia acceso la radio perché aveva bisogno di canzoni specifiche.
Harry guarda velocemente dov'è Louis, i capelli sembrano più lunghi di quello che Louis aveva pensato in un primo momento, c'è solo qualche riccio in mezzo a tutta quella matassa, le labbra sembrano troppo rosse, come se fosse stato lì a morderle ancora e ancora.
"Ciao", la voce di Louis viene fuori a fatica dalla sua gola. Tossisce per alleviare il disagio":mi dispiace essere piombato qui così, hem, Ed mi ha dato la chiave", finisce inghiottendo e poi tossendo di nuovo.
Sa che Harry sta sospirando ancora e guarda lontano da Louis. Sbatte leggermente la testa contro il muro sotto la finestra e guarda il soffitto - o semplicemente avanti?
"Non è un buon momento per parlare. Ragion per cui non ho aperto la porta. E non ho risposto alle tue chiamate", dice Harry rauco. Non sembra particolarmente arrabbiato, il che, Louis pensa, è già un traguardo. Se fosse successo a Louis, avrebbe dato di matto e questo gli ricorda che Harry è quello calmo ora. Lo era sempre stato in un certo senso.
"Mi stai cacciando, quindi?", dice Louis, ferito. Incredibilmente ferito perché cazzo, sapeva che sarebbe successo, ma non voleva affrontarlo. Rimane fermo, senza ancora il coraggio di muoversi.
"Un po'", risponde Harry secco e quella non è una risposta. E' lontana anni luce dall'essere una risposta decente:"potresti andartene per favore, Louis? Mi dispiace", sembra veramente dispiaciuto, ma Louis ha imparato che quella non è la cosa migliore da fare. Ok, non è la persona adatta a pensarla così, allontana spesso le persone, soprattutto Zayn... anche sua madre, è il suo passatempo preferito praticamente. E' così abituato che addirittura evita di farle avvicinare. Ma è di Harry che stiamo parlando, Louis è cocciuto e ha allontanato Harry non volendolo, contro il suo volere, per quasi cinque anni, non permetterà che succeda ancora.
Harry è cambiato, ma dopo questo, Louis pensa che una parte di lui sia tornata fuori riportandolo al vecchio Harry. L'Harry minuto e piccolo di dieci anni, che non sapeva che Louis gli sarebbe stato accanto da quel momento in poi, che lo avrebbe fatto parlare, fatto smettere di sfogarsi su un vecchio diario perché pensava di non saper parlare. Quello che l'avrebbe fatto diventare una persona più felice.
"Non vado da nessuna parte, Harry", ride ironicamente, ma comunque deciso.
"Per favore".
"No", insiste Louis:"stai forse scherzando? Pensi davvero che io possa semplicemente prendere e andarmene da quella porta perché me lo chiedi? perchè vuoi stare da solo?
"Niall lo farebbe", quasi sussurra e Louis fa due passi avanti.
"Buon per me che io non sia Niall, no?", chiede retoricamente, ma restando serio. Niall lo avrebbe fottutamente lasciato da solo nelle sue condizioni peggiori. Niall avrebbe lasciato Harry da solo con i suoi pensieri, da solo con la sua tristezza, da solo al buio. Harry non ha uno Zayn nella sua vita, perché il suo Zayn era sempre stato Louis.
"Fottutamente meraviglioso", finisce e cammina verso il materasso dov'è Harry, senza ancora incontrare i suoi occhi.
"Louis, no", dice, finalmente guardando il ragazzo più grande. Le labbra strette in una linea dritta e guarda Louis severamente, come non lo aveva mai guardato prima:"mi sento patetico ed un fallimento al momento. Non ho bisogno di gente che mi menta. Specialmente tu. Non ho bisogno che tu mi dica cose nelle quali nemmeno credi, ma che pensi possano farmi sentire meglio. Non è così ed io-", sospira frustrato e si mette entrambe le mani nei capelli, affondandovi le dita:"sono un casino in questo momento e non voglio che tu mi veda in questo stato. Sono incazzato. Molto incazzato con me stesso".
Louis gli si siede accanto. Cercando di ignorare il divieto di Harry nel farlo avvicinare. Non ignorerà il resto però.
"Sei bellissimo", dice Louis, le parole che gli scappano di bocca così facilmente, così tanto facilmente che lascerebbero chiunque senza fiato. Poi ghigna quando Harry lo guarda confuso. I suoi bellissimi occhi verdi vagano un momento, per poi spalancarsi il momento dopo:"vedi? Non è una bugia e probabilmente non è nemmeno la cosa migliore da dire al momento. Cioè non la cosa giusta", Harry piega la testa e lo fissa per un attimo, prima di spostare lo sguardo di lato, verso il muro. Louis è sicuro che stia ridendo e semplicemente non volesse far vedere di aver colpito nel segno.
"Harry", dice dolcemente, mettendo una mano sulla spalla di Harry. Il ragazzo più giovane lo guarda, ma poi guarda in basso chiudendo gli occhi.
"Forse se avessi finito l'università, ce l'avrei fatta", confessa e Louis allontana la mano:"hanno preso un'altra persona perché aveva qualificazioni migliori", scuote la testa e sorride debolmente. Un sorriso morto e freddo:"se non fossi scappato via e avessi finito, prima di venire qui, se avessi sopportato un altro po', un po' meglio, se fossi stato più forte avrei potuto farcela", continua. Louis è preso alla sprovvista dalla sua voce, è roca e lo distrugge, lo distrugge perché sa che sta parlando con sé stesso, che è incazzato con sé stesso, che stesse combattendo contro sé stesso:"Ma sono un disastro, non è vero? Lavoro in una caffetteria, così lontano da quello che sognavo, vivo una vita così lontana da ciò che mi aspettavo perché sono debole, perché sono scappato dalla merda", sta urlando e non si sta ancora rivolgendo a Louis. Louis lo lascia fare, sperando di non incontrare i suoi occhi tristi:"L'ho vista come una speranza, come un'opportunità per cominciare la mia vita per come l'avevo programmata. Sei comparso tu ed ora avrei potuto avere un lavoro migliore, un lavoro che mi avrebbe permesso di fare quello che avevo sempre voluto. Avrei guadagnato un po' più di soldi per comprare un appartamento migliore, con un vero letto, per l'amor di Dio. Non stavo vivendo con così tanta speranza dentro come in questi ultimi mesi, da non so più nemmeno quanto. Ora mi sento devastato, distrutto", sospira dopo aver dato una veloce occhiata a Louis.
Louis non aveva realizzato che forse Harry si stesse sentendo nel suo stesso modo.
"Voglio fare ciò che mi rende felice, Louis", finisce. La voce triste e le sue parole colpiscono Louis come milioni di pezzi di vetro buttatigli addosso. Guarda il tizio triste - ragazzo, sembra proprio Harry, Louis lo sapeva, non all'apparenza, ma in qualcos'altro, in tutto il resto, perché era quello che importava, per Louis - lo guarda in un modo tale, un modo che meriterebbe una foto così che Harry possa appenderla al muro.
Poi annuisce. Louis semplicemente annuisce, non ha niente da dire e sa, è grato di sapere che Harry non si aspetta che lui dica qualcosa, non vuole che Louis dica qualcosa. Vuole solo che capisca e Louis lo capisce completamente.
Harry sospira sollevato, guardando Louis come avrebbe sempre dovuto. Poi si protrae in avanti e lascia che la sua fronte cada sulla spalla di Louis, appoggiandosi lì. Louis per un attimo rimane paralizzato, non sapendo dove mettere le mani, cosa fare e perfino smettendo di respirare per non disturbare l'uomo più piccolo.
"Solo per un po'", sussurra Harry, 'rimani così per sempre se vuoi'. Louis riesce a sentire il lieve profumo del suo shampoo mischiato al suo profumo, il corpo di Harry è abbastanza vicino da scaldare Louis... o forse è solo il suo cuore. Dopo qualche secondo si avvicina al collo di Louis, i capelli che gli solleticano il mento e Louis cerca di fare del suo meglio per non muoversi e si scusa mentalmente ogni volta che respira. facendo andare su e giù la testa di Harry insieme al proprio corpo. Sente il respiro caldo di Harry quando meno se lo aspetta, colpirgli la pelle del collo, facendogli venire i brividi.
Harry supporta il suo peso con le mani premute contro il materasso, mentre si avvicina al collo di Louis e poi... Louis non è sicuro, è troppo lontano dalla Terra, troppo lontano da quella realtà, troppo lontano da quel presente, ma è quasi certo di aver sentito, sentito le labbra di Harry toccargli flebilmente la pelle, proprio tra le clavicole e il collo.
Quel punto, quello stesso gesto, quella stessa fottuta sensazione, Louis è sicuro che ci vada abbastanza vicino, abbastanza vicino alla realtà. I fiori sbocciano da soli, i petali non cadono, i colori sono infiniti ed inimmaginabili. La vita sta rinascendo dalla morte.
Alla fine, Harry semplicemente si allontana, senza nemmeno incontrare i suoi occhi - e Louis ne è grato perché ha paura del suo sguardo, di cosa Harry possa vederci se lo guarda - e torna nella stessa posizione in cui Louis lo aveva trovato quando aveva aperto la porta.
Il ragazzo dagli occhi blu si mette a contare le pieghe del lenzuolo, come appaiano le ombre sulla stoffa bianca, trasformandosi in una tonalità di grigio. Quando alza la testa il suo volto accaldato sente lo shock dell'aria fredda che viene dalla finestra. Ispira ed espira ed il silenzio comincia a farsi assordante.
Tira fuori il foglio di carta che aveva nella tasca della giacca, quello al quale aveva pensato subito tra i corridoi e che aveva scritto con le gambe sui sedili della macchina, con un libro sotto ed usando la penna blu e rossa che aveva usato per correggere i test dei suoi alunni.
"Tieni", Louis la posa in grembo a Harry e lui lo guarda curioso:"dai, su", Harry sposta attentamente lo sguardo da Louis per prendere il pezzo di carta. Lo apre, il cuore di Louis perde un battito e quando nota Harry dare una prima occhiata alla scrittura strana e creativa, apre la bocca per aggiungere 'leggilo ad alta voce - come l'ultima volta-', ma Harry non ne ha bisogno.
"Ricorda che non c'è niente come il fallimento", comincia e le labbra si incurvano subito in un sorriso appena accennato:"da lui puoi solo imparare. A volte impari ciò che non va e va bene così. E a volte quello che sembra un fallimento terribile finisce per essere la miglior cosa che ti sia mai successa", Harry incrocia lo sguardo di Louis quando alza la testa per guardarlo:"ed il risultato sarà migliore di quello che avresti potuto immaginare. Perciò rilassati", Harry ridacchia per le ultime parole. Louis nota come i suoi occhi si muovono e si accorge che lo stesse rileggendo velocemente nella sua testa.
"L'hai fatto di nuovo", scuote la testa, la tristezza che non sembra più essere presente.
"Fatto cosa?"
"Sorprendermi con lettere di questo tipo", Harry sorride con dolcezza e genuinamente. Louis annuisce di nuovo. Si ricorda quel bigliettino stupido che aveva dato a Harry quando era stato male, il giorno di San Valentino. Se lo ricorda troppo bene:"grazie mille", Louis nota come Harry si sporga in vanti come se stesse per fare qualcosa - forse abbracciarlo, perché no? Ma esita e si allontana cercando di camuffare i suoi movimenti.
Si sposta sull'altro lato invece e Louis lo vede allungarsi per prendere qualcosa. Cerca di non farsi vedere, ma vede quello che vuole. Harry apre un libro vecchio e marrone, con pezzi di carta che cadono, la copertina mezza rotta, sporca, con lettere nere sbiadite scritte sopra e pezzi di carta rotti penzolanti. Mette la lettera nell'ultima pagina e lo richiude per rimetterlo sul pavimento.
Il diario.
Louis realizza allora. Che forse certe cose - un sacco di cose - sono ancora le stesse dopo tutti quegli anni oscuri, Che Harry, dopo tutto, non deve preoccuparsi perché c'è ancora speranza. Tanta speranza, perché il mondo aveva cominciato a girare intorno al sole ed anche Louis e Harry di nuovo insieme, da qualche parte.
A presto!
-A.
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