14 - Again
Arriva la fine della giornata, un Lunedì e Louis non è ancora andato a fare la spesa, anzi è rimasto in un appartamento vuoto, solo ascoltando i rumori che provengono dalla finestra mezza aperta e preparandosi una cena in anticipo, che comprende toast e tè. Zayn è ancora a lavoro, è dovuto rimanere più a lungo e a Louis non aveva dato fastidio prendere l'autobus. E' ancora arrabbiato. Molto arrabbiato e non riesce più a fingere il contrario davanti a lui. Zayn probabilmente si era accorto che qualcosa non andasse bene, ma Louis non faceva altro che usare la scusa che fosse stanco, che era una scusa di merda, suvvia... è Lunedì, è il giorno in cui si dice 'ho sonno'. Perciò Louis aveva fallito miseramente. E Zayn aveva capito che semplicemente non gli andasse di parlare.
Louis si ritrova ad immaginarsi l'appartamento di Harry nella testa. Immaginarsi come possa essere la sua vita quotidiana ai giorno d'oggi.
Louis ancora non lo sa ed ora che ne ha avuto un assaggio, ne vuole ancora, ancora ed ancora. Vuole sapere ogni cosa, nonostante al tempo stesso ne voglia rimanere il più lontano possibile. E' ancora molto difficile per lui.
Non riesce ad abituarsi, ma il fatto di aver dormito nello stesso letto di Harry, Sabato notte gli fa provare certe cose. Gli fa mancare certe cose, più precisamente, lo aveva fatto sentire bene, ma anche tutte le sensazioni che portano alla tristezza. Ma Non ne ha motivo ora, in ogni caso, la sua mente si era abituata velocemente alla presenza di Harry ed improvvisamente lo vorrebbe accanto come una volta, vuole esplorare e sapere tutto.
La gente dice sempre che faccia più male la notte ed apparentemente, urlare nel cuscino alle tre di notte è l'equivalente romantico di avere il cuore spezzato. E c'erano state volte che era stato così, ci sono ancora volte che sono così, con Louis. Tuttavia, non gli piace descriverlo come 'avere il cuore spezzato'. Perché a volte erano le sei di un Lunedì pomeriggio e lui è in piedi davanti al bancone della cucina, aspettando che il tostapane tiri fuori la sua fetta. L'odore della polverosa luce del sole e del tè 'earl grey', fa sentire a Louis la mancanza della vitalità che aveva nei confronti della vita e non sa cosa fare con se stesso.
Oggi è un po' diverso. Alza la testa, smettendo di guardarsi le ciabatte blu sbiadite e decide di smettere di essere così. Il toast esce dal tostapane, ma non gli è difficile ignorarlo e far finta che non abbia buttato minuti interi, aspettandolo. Il tè è quasi alla temperatura in cui gli piace berlo, ma sarebbe rimasto sul ripiano fino a freddarsi del tutto.
Prende il telefono dalla tasca della giacca e chiama il numero del nome che aveva digitato.
"Pronto?"
"Ciao, Harry", la voce di Louis è dolce, come se solo pochi minuti fa non stesse affrontando la sua solita battaglia con la vita. E' probabilmente la prima volta che si sente di aver vinto.
"Come stai?"
"Molto bene. E tu?", sente suoni confusi venire dall'altra parte. E' a casa, Louis lo capisce.
"Sto bene", risponde:"senti, non è che, ehm, vorresti accompagnarmi a fare un po' di spesa? Zayn rimarrà a scuola fino a tardi e io devo davvero andarci oggi. Ma odio andarci da solo", chiede, senza paura, la voce più ferma che può, è solo un po' bizzarro. Dovrebbe stare ridendo. Come Harry in quel momento:"E' stupido, non è vero?", ride nervosamente, picchiettando le unghie sul ripiano e masticandosi il labbro. Grandioso, Louis, invitare qualcuno a fare la spesa è un'idea meravigliosa:"scusa".
"Nessun problema".
"Beh si, non ho idea di cosa mi sia venuti in mente. E' meglio che vada prima che il traffico aumenti. Chiamami. Oppure no, no, non chiamarmi. Cioè solo se vuoi. Si, se vuoi, va bene", farnetica e si mette una mano sulla fronte.
"Che stai dicendo?", chiede Harry ancora ridacchiando:"Vengo con te".
Louis sente la faccia infiammarsi:"No. No, non c'è bisogno. Probabilmente hai di meglio da fare e io ti sto solo infastidendo", sbuffa.
"Correzione, stai facendo lo stupido", Harry ride:"ho detto che vengo perché voglio. Inoltre, anche a me servirebbero delle cose, è più di una settimana che non vado al supermercato".
"Oh", e davvero, oh. Louis si ritrova a sorridere ed a portarsi una mano alla guancia:"Ok allora", sente altri suoni confusi e chiavi sbattere tra loro.
"Mi sto avviando verso di te. Dammi quindici minuti più o meno"
"Ok. Grazie".
"Non ringraziarmi, Lou", e attacca.
Esattamente quindici minuti dopo, Harry appare e Louis non gli apre nemmeno la porta giù di sotto, corre di sotto, usando le scale. Le scale. E vede Harry fuori dalla porta, venire investito dal vento freddo che soffiava e facendogli ricadere i ricci davanti al viso. Louis ridacchia a quella scena, ma si ricompone subito.
Comportati naturalmente.
"Ciao", Louis sorride. Il sole è già sparito dal cielo, nonostante avesse passato tutto il giorno a nascondersi tra le nuvole. Perciò fa freddo e Louis impreca nel momento in cui realizza di aver lasciato i guanti in macchina.
Harry sorride e si avvicina a Louis. Si piega in avanti, posando un bacio veloce sulla guancia di Louis. E' abbastanza affinché il ragazzo dagli occhi blu si accorga che le sue labbra morbide sono fredde e che probabilmente la sensazione era la stessa di anni fa. Louis non ha bisogno che gli venga ricordato che quelle stesse labbra, una volta erano premute contro le sue.
Sembra un po' sorpreso per il gesto improvviso, ma Harry non sembra capire. Forse da parte sua è naturale, adesso.
"La macchina è giusto dall'altro lato della strada", la indica:"è meglio che andiamo", dice come se quel semplice bacio fosse qualcosa di normale. Lo è. Beh... non proprio.
Louis annuisce comunque e lo segue. Si siede al posto del passeggero ed al contrario dell'ultima volta che si era seduto lì, non è il silenzio a predominare. Chiacchierano un po', della loro giornata. Harry ne sembra curioso. Di cosa aveva parlato Louis con i suoi studenti, cosa aveva mangiato Louis per pranzo, a cosa aveva sorriso nel corso della giornata... e Louis non aveva una conversazione del genere da un po'. Non aveva più avuto occasione di raccontare la propria giornata a qualcuno prima di ora. Si era dimenticato che fosse meraviglioso avere qualcuno accanto curioso della sua vita, attento a ciò che sta dicendo. E' diverso da quando parla al telefono con sua mamma.
Anche Harry gli racconta della sua giornata mentre sono imbottigliati nel traffico. Gli racconta della bambina che era uscita dal locale con tutta la cioccolata calda sulla maglietta, della vecchia coppia che era andata lì per fare colazione insieme ed anche il casino che aveva fatto in cucina con i pastelli. Aveva finito per stare un'ora in più per ripulire tutto. Louis ride per il modo in cui Harry gli racconta queste cose, fa ancora la stessa faccia che faceva quando si metteva a pensare ai dettagli ed ha lo stesso tono di voce esaltato che Louis crede di ricordare.
Parcheggiano quando arrivano al Walmart, davvero l'ultima spiaggia. Prendono uno stesso carrello per entrambi e si infilano nel casino che è il negozio a quell'ora. Louis fa quasi i capricci per essere lui a guidarlo, Harry si arrende, ma gli rimane accanto tutto il tempo.
Si era totalmente scordato come fosse fare questo tipo di cose con Harry. Si era totalmentedimenticato e non riesce a ricordarsi com'era quando era piccolo. Non sa se era lo stesse rispetto a come si stava sentendo ora. Louis non immaginava che avrebbero potuto diventare così domestici così improvvisamente, perché fare spesa con Harry in quel momento era come farlo con Zayn. Louis pensa che sia carino, strano, ma carino.
"Louis fai attenzione per favore", sospira Harry e Louis ride. Continua a stare sopra al carrello ed a scivolare con quello, senza che i piedi tocchino il pavimento, per la corsia.
"Signore, per favore, si sposti", urla ad un uomo che non si stava spostando. Si sposta con un'espressione infastidita, se non si fosse spostato, Louis non avrebbe certo interrotto la sua corsa.
"Mi dispiace molto", Harry si scusa al posto del ragazzo dagli occhi blu:"Louis, finirai per far male a qualcuno o per farti male tu stesso", urla, camminando veloce dietro a Louis, dopo aver preso una scatola di cereali.
"No, non succederà", Louis ridacchia, guardando avanti. Harry posa la scatola nel carrello, guardandolo, mettendo la mano dietro la schiena di Louis e cercando di tenere il passo.
"Quanti anni hai, seriamente?", chiede Harry divertito e scuotendo la testa. Louis ferma il carrello e si appoggia a terra con un piede lasciando su l'altro. Guarda di lato il ragazzo più alto e si piega appena per avvicinarsi al suo viso.
"Ho di nuovo diciotto anni", ghigna e riprende il via, immaginando probabilmente di stare su uno skaterboard invece che su un carrello della spesa.
Harry continua a corrergli dietro e a scusarsi con le persone alle quali per poco Louis non sape sopra con quelle ruote piccole, continuando ad infilare roba sua e di Louis nel carrello.
"Qual è la cosa più folle che hai fatto qui dentro fin'ora?", chiede Louis allora, mentre Harry cerca uno shampoo. Louis cerca di annotarsi quale usi Harry ora e di cosa sappia. Non è più al cocco.
"Oh ce ne sono così tante", Harry sospira drammatico e Louis fa una smorfia:"è vero", guarda velocemente Louis, che alza le sopracciglia e posa il gomito sul manico.
"Per esempio?"
"Beh...", riprende a camminare, facendo si che Louis lo segua, dopo aver messo delle cose che voleva nel carrello. Più di metà di quello che avevano preso è di Harry e sembra quasi che in fin dei conti non fosse Louis quello che aveva bisogno davvero di andare al supermercato.
"Una volta sono venuto qui con Stella, sai, la ragazza bionda", Louis annuisce, certo che se la ricorda:"e abbiamo fatto finta di scambiare i clienti per commessi e gli ho chiesto dove potessi trovare del lubrificante e i preservativi", dice un po' timidamente. Louis scoppia a ridere.
"Non è vero", Louis sta davvero cercando di non sdraiarsi per terra dalle risate, tenendosi la pancia.
"Invece si. Lo giuro".
"Oh Santo Cielo. Non posso crederci. Tu? Harry Styles? Gesù, cosa mi sono perso", si pulisce le lacrime dagli angoli degli occhi:"Devi farlo ora. Posso credere che tu ne abbia avuto il coraggio, solo se lo vedo", dice tra le risate.
"No", Louis si ferma.
"Sapevo che non potevi essere cambiato così tanto".
"L'ho fatto, E' che... è stato così imbarazzante e dopo mi sono sentito malissimo", ride appena.
"Fallo", Louis insiste. Harry prova a parlare, ma Louis lo interrompe:"O lo fai o ti faccio sdraiare per terra come un pazzo e urlare 'offro il mio corpo come tributo'", incrocia le braccia al petto e guarda Harry compiaciuto.
"Sarebbe meno imbarazzante".
"Sei sicuro? Una volta l'ho fatto fare a Liam e per poco non l'hanno arrestato", gli occhi di Harry si spalancano e cerca di parlare di nuovo, ma stavolta si blocca da solo.
Inghiotte e mentre Louis ghigna, si guarda intorno, cercando di individuare una vittima. La trova. Una ragazza giovane che sembra anche piuttosto riservata. Louis gli lancia uno sguardo di incoraggiamento, ma Harry cammina nervosamente verso la ragazza. Louis lo vede prendere un respiro profondo e toccarle una spalla.
"Mi scusi signorina, ma lei lavora qui giusto? Si, senta, sa dove posso trovare il lubrificante? E magari anche i preservativi? Festa grande stasera e vado di fretta, ma non riesco a trovarli", Louis si copre subito la bocca con le mani per non far sentire le sue risate. Harry lo ha detto con una voce così ferma e seria che non era possibile non trovarlo esilarante.
La ragazza fa un passo indietro e gli lancia uno sguardo duro e terrorizzato, con gli occhi spalancati. Fa una smorfia e poi gli tira il pacco di fazzoletti che aveva in mano e si allontana velocemente. Louis ora si abbandona alle risate fragorose e Harry si gira verso di lui, cercando di mantenere una faccia seria ed infastidita, fallendo dopo soli due secondi.
"Non posso credere di averlo fatto. Di nuovo", Harry ride camminando verso il ragazzo più basso:"sono un ragazzo di ventiquattro anni, che va in giro a prendere per il culo la gente dentro Walmart con un tizio più grande di me che sembra un diciottenne".
"Sembro forse un diciottenne?", chiede Louis, smettendo di ridere ed alzando un sopracciglio.
"Beh...", vede Harry avvicinarsi, il pacco di fazzoletti ancora in mano e perché dovevano continuare ad avvicinarsi? "Senza la barba, lo sembri più o meno", sorride.
"Spero che non sia una cosa negativa", si acciglia.
"Non lo è", continua a sorridere, un sorriso dolce e familiare. Louis pensa solo a quanto stia crescendo e quanto vorrebbe tornare ragazzo e poi c'è Harry che dice che sembra che abbia di nuovo diciotto anni:"Ti servono dei fazzoletti?", alza la scatola davanti a Louis, cambiando sorriso e insieme a quello, argomento.
Louis ride:"In realtà no", Harry sbuffa, fingendosi irritato.
"Li andrò ad offrire a qualcun altro allora".
"Non lo farai davvero".
"Hai visto cosa ho appena fatto? Sono inarrestabile ora", scherza Harry, scrollando le spalle, dirigendosi verso una vecchia coppia più avanti.
Louis deve seguirlo, ovviamente, portandosi dietro il carrello. Cerca di fare del suo meglio per contenersi e nel momento in cui Harry saluta la coppia e Louis sente il telefono squillare nella tasca.
"Ciao mamma", dice dopo aver risposto alla chiamata:"tutto bene?", chiede un po' preoccupato.
"Ciao amore mio. Si, è che non chiamavi da un po', ero preoccupata", Louis ride appena:"come stai?"
"Sto bene", risponde nello stesso momento in cui sente Harry chiedere 'le serve per caso una confezione di fazzoletti? Me li ha dati una signora e io non so che farci', facendo ridere fragorosamente Louis.
"Per cosa stai ridendo?", chiede Fiona, ridendo appena per ciò che aveva sentito da Louis. Quando ride sembra sempre così felice. Lei se ne accorge.
"Oh niente di speciale", risponde Harry guarda Louis una volta che la coppia aveva accettato i fazzoletti e la sua faccia è impagabile. Sta guardando Louis chiedendogli letteralmente aiuto perché probabilmente sta per pisciarsi addosso per le risate. Il ragazzo più grande gli fa cenno di andare avanti, facendogli capire che fosse attento a ciò che faceva, nonostante fosse al telefono.
"Dove sei?".
"Oh, da Walmart, dovevo fare un po' di spesa", dice un po' nervoso. Harry ora sta ridendo con la coppia e Louis non ha capito come si fossero capovolte le carte.
"Con Zayn?", dice felice. Louis ora vorrebbe strapparsi tutti i capelli.
"Certo", mente, se Fiona avesse saputo che in realtà era con Harry, sarebbe stata o troppo arrabbiata o troppo felice, ma in entrambi i casi avrebbe avuto uno scompenso... e avrebbe anche potuto essere entrambe le cose allo stesso tempo.
"Non ti ruberò molto tempo. Volevo solo sapere se verrai il mese prossimo. Avevi detto intorno a Febbraio? Devo dirlo a Zoe un po' di tempo prima così che possa venire anche lei".
"Oh", lo aveva quasi dimenticato:"si... penso di si. Dio, grazie di avermelo ricordato, mamma".
"Certo che si", dice Fiona divertita:"sei stato molto impegnato?"
"Un po', si e anche troppe cose a cui pensare", aggiunge.
"Sei felice?", Louis ama sua madre, Gesù, darebbe qualsiasi cosa per vivere ancora sotto il suo stesso tetto, vederla e parlarle tutti i giorni e assicurarsi che sia tutto in ordine a Doncaster. Lei non sarebbe stata così preoccupata se le cose fossero andate in quel modo.
Louis vede Harry salutare la coppia e tornare verso di lui con un ghigno sul viso che ben presto si trasforma in una risata.
"Si mamma. Molto", sorride vedendo Harry avvicinarsi.
"Questo è meraviglioso, amore", sta sorridendo. Louis è sicuro che stia sorridendo.
Harry apre la bocca per parlare, ma Louis alza l'indice per fermarlo e dirgli di aspettare. Rimane con un sorriso in faccia, tanto simile a quello di Harry.
"Ora devo andare, ma ti chiamo prima che posso".
"Prenditi il tuo tempo. Ti voglio bene, stai attento".
"Ti voglio bene mamma", attacca e poi guarda Harry:"Hanno preso i fazzoletti?", scherza Louis, ma ora Harry lo guarda serio.
"Era Fiona?", il sorriso di Louis crolla, ma annuisce.
"Scusa, è che...", ride aspramente:"mi manca. Mi mancano tutti lì", Louis annuisce di nuovo. Vorrebbe dire 'anche tu manchi a loro, anche a Daisy per l'amor del Cielo', ma non può.
"Scusa", ripete Harry:"comunque gli servivano i fazzoletti, quindi gli ho solo fatto un favore", Louis non finiva di sorprendersi a quanto velocemente Harry cambiasse umore. Anche Louis vorrebbe avere questo tipo di controllo.
~*~
Louis pensa di non aver mai impiegato così tanto tempo per questo tipo di spesa. Lui e Zayn sono sempre veloci, perché questo posto dopo un po' li fa sentire male, sotto tutte quelle luci, ma questa volta, non era stato così. Louis si era perfino quasi divertito.
"Vai a casa ora?", chiede Harry con le buste in mano. Non avevano comprato molta roba, giusto il necessario, ma quelle piccole cose sembravano dozzine.
"Ehm, penso di si".
"Oh, beh, io ho comprato le lasagne, se non te ne fossi accorto.
"Si, ho visto", Louis ridacchia.
"Bene. A meno che tu non abbia già dei piani con Zayn, potresti venire da me, possiamo mangiare insieme e stare un po' insieme. Ovviamente se vuoi", cerca di tirare su le mani con le buste, forse per sfregarsi la nuca, ma ci rinuncia subito.
Louis non ha nessun piano. Soprattutto con Zayn. Ben che meno con Zayn, più che altro. Inoltre vuole passare del tempo con Harry. Quell'ultima ora sembrava essere stata di granlunga migliore di quello che si aspettava.
"Ehm, perché no?", sorride e Harry... anche Harry sorride, ma sa che il suo non può essere paragonato con quello del ragazzo dagli occhi verdi. E' così genuino e ampio.
"Bene. Molto bene", annuisce con ancora addosso quello stupido sorriso.
"Bene. Molto bene", ripete Louis, prendendolo in giro e cercando di imitare la sua voce roca. Harry gli lancia un'occhiataccia e lo spinge, appoggiandosi a lui con il corpo, facendolo barcollare dalla parte opposta:"Stai attento, titano".
"Titano?"
"Si, sono giganteschi e hanno degli stupidi sorrisi in faccia".
"Ah si?", fa una smorfia e Louis scrolla le spalle, facendo ridere Harry. Ha quel tipo di risata che farebbe venire voglia a chiunque di fare battute solo per sentirla.
Arrivano alla macchina e dopo aver messo le buste della spesa nel portabagagli, entrano e Harry guida verso il suo appartamento. Deve imparare la via, memorizzare la strada. Deve fottutamente farlo.
Raggiungono il palazzo e dopo che Harry ha parcheggiato in uno dei posti riservati all'abitazione, Louis prende le sue buste con la roba che doveva stare in frigo ed entrano. Il complesso è più piccolo di quello di Louis, perciò tecnicamente dovrebbero viverci meno persone.
"Buona notte", Harry saluta l'uomo della porta davanti alla sua. Un'altra cosa nuova che Louis ha imparato di Harry è che saluta chiunque. Un po' diverso da Louis.
"Oh, ciao Harry", il tizio dai capelli rossi gli sorride e poi guarda di lato verso Louis.
"Com'è andato il concerto questo week end?"
"Fantastico, amico, la prossima volta vieni con me", Harry ridacchia per il commento, ma annuisce.
"In ogni caso questo è Louis. Louis, questo è Ed, il mio vicino di casa non così rumoroso", gli fa un occhiolino, lui gli fa un sorrisetto e poi sorride educatamente.
"Piacere di conoscerti. Ti stringerei la mano, ma le tue sembrano occupate", dice Ed e Louis sorride. E' meraviglioso che tutti qui avessero condiviso dei sorrisi così dolci.
"Va bene così. Anche per me è un piacere conoscerti".
"E' meglio che vada ora. Passate una buona serata voi due", Ed sorride e apre la porta del suo appartamento per entrare. Harry fa lo stesso e quando entrano, posano la spesa sul bancone per poi metterla a posto.
"Ricordami delle mie cose nel tuo frigo, dopo", dice Louis.
"Sarà fatto, così non succederà come con i tuoi vestiti", scherza Harry.
"I tuoi sono da me".
"I tuoi ovviamente li ho bruciati", Harry cerca di sembrare serio e Louis si accorge di quanto sia migliorato. Ridono e dopo poco cominciano a preparare il cibo e la tavola dopo che Harry aveva acceso la radio.
Louis non fa questo tipo di cose con Zayn. Fa un sacco di cose con Zayn che di solito faceva con Harry, molte delle quali di proposito, ma preparare la cena parlando e ridendo in questo modo è qualcosa alla quale Louis non è più abituato. Come la colazione. C'è questa sorta di connessione che Louis sentiva quando erano più piccoli, quella sensazione domestica. E' troppo presto per pensare in questo modo, ma forse dopotutto, non sarebbe scomparsa.
Il telefono di Louis aveva squillato già due volte, tutte chiamate di Zayn, ma aveva deciso di ignorarle e mettere il telefono in modalità silenziosa. Non voleva avere a che fare con il suo amico in quel momento. Si sentiva in modo strano ed indescrivibile ed è come se non fosse sicuro di essere vivo, quindi è come se non si sentisse di vivere. Non ha senso, ma ha accanto Harry, quindi deve stare sognando.
Più o meno a metà della preparazione qualcuno suona alla porta.
"Qualcuno che suona di sopra?", chiede Louis guardando Harry, che ora indossa un grembiule con scritto 'non so cucinare, sto solo facendo finta', cosa della quale Louis è praticamente sicuro e quel dettaglio non era cambiato, mentre prepara dell'insalata.
Stanno cucinando lasagne precotte, Cristo, era come ai vecchi tempi.
"La porta di sotto ha qualche problema se non te ne sei accorto. Potresti rispondere per favore?"
"Certo", Louis scrolla le spalle, scocciato, ma cammina verso la porta e la apre.
"Spero che tu abbia abbastanza cena per-", Louis sgrana gli occhi. Il fottuto Niall. Ok, no. Non può odiare il ragazzo. E seriamente, dovrebbe sentirsi in colpa per avergli fatto gonfiare l'occhio in quel modo. Louis riesce a vedere un livido lì intorno, ora meno viola e più giallo, le labbra ancora un po' indolenzite.
"Oh. Ciao Louis", dice, il tono di voce non così amichevole al quale Louis si stava abituando, ma comunque dolce, anche se un po' tremolante ed insicuro.
"Ciao", risponde semplicemente Louis. Onestamente (non) aveva cercato di assumere un tono cordiale e non freddo.
"Niall?", Harry spunta fuori da dietro Louis.
"Hey!", il ragazzo biondo sorride:"Scusa, non sapevo che avessi compagnia. Ho pensato di fare un salto per cenare insieme, ma possiamo parlare domani o cose così", Louis non sente Harry rispondere. Dannazione, probabilmente vuole che Niall gli faccia compagnia, invece o insieme a Louis, non ne è sicuro, ma ci scommette che questa sia più o meno una cosa che succede spesso. Niall che si presenta senza preavviso, il che è strano, ma Louis deve sopportarlo...
"Rimani", dice allora Louis, guardando in basso.
"Cioè, abbiamo abbastanza cibo, no?", Louis guarda Harry che lo guarda insicuro. Annuisce appena.
"Allora rimani, E' ok", dice Louis, spostandosi di lato per far entrare Niall e chiudere la porta.
"Sei sicuro?", Louis vorrebbe ridere. Ha paura.
"Non spetta a me dirlo. Ma faresti meglio a non dire nulla ed entrare prima che cambi idea", dice forse un po' troppo diretto e forse se ne pente un po', visto il modo in cui Harry lo sta guardando, ma ne vale la pena per la velocità con cui Niall entra, evitando di guardare negli occhi il ragazzo castano.
~*~
La cena è strana. Fottutamente strana a dirla tutta. Louis nota lo sforzo che Harry sta facendo per non deluderlo, così non si sente escluso. Detta così, non sembra brutto, ma lo è... E' imbarazzante e Harry non è poi così discreto. Ride nervosamente quando Niall si rivolge direttamente a lui, guarda attentamente Louis quando parla ed anche quando sta zitto (attenzione, è inquietante), se ne esce con gli argomenti più strani con Louis (il tempo era la cosa peggiore, Louis lo aveva ignorato) e a volte arriva ad ignorare cosa sta dicendo Niall perché sa che Louis non saprebbe di cosa stessero parlando.
Così ora sono in silenzio. Tutti avevano rinunciato a parlare e Niall e Louis avevano finito i loro piatti, mentre Harry era solo a metà.
"Forza, vai", dice Niall e Louis mantiene la sua espressione annoiata, reggendosi la testa sul palmo della mano, evitando il contatto visivo con Niall e guardando i muri.Almeno quelli erano interessanti.
"Cosa?", chiede Harry alzando la testa.
"Al bagno. Stai facendo quella cosa con la gamba e muovendo i piedi", sospira Niall e Louis aggrotta le sopracciglia. Perché lui non era a conoscenza di quel dettaglio?
"Io non-"
"Non ci uccideremo a vicenda", scherza Niall e Louis alza un sopracciglio pensando 'parla per te'.
"Ok", Harry guarda entrambi e si alza per poi camminare verso il bagno e chiudere la porta.
"Lo conosci proprio bene eh?", chiede Louis diretto, Niall sembra cambiare leggermente quando lo guarda, come se si fosse trasformato in un'altra persona.
Scrolla le spalle come risposta e Louis crede di meritare di meglio.
"Quando vi siete conosciuti?", Louis non sa la loro storia, perciò spera che Harry ci metta un po' in bagno (ovvero che stia cagando), così che potessero parlare.
"Quando ha cominciato a lavorare in caffetteria", risponde secco. Louis annuisce.
"Ci avete messo poco ad andare d'accordo?", Niall scrolla di nuovo le spalle. Louis cambia la mano sulla quale teneva appoggiata la testa:"Senti amico, sto solo cercando di fare conversazione".
"Chiedigliele a lui allora queste cose. So dove vuoi andare a parare".
"Dove?", Louis ghigna guardando attentamente il ragazzo biondo. Niall sbuffa.
"Non voglio litigare".
"Stai dicendo che litigheresti con me se fosse necessario?", Louis lo sfida, sopracciglia alzate ed un'espressione compiaciuta sulla faccia.
"No, Ma tu si", dice semplicemente, la voce neutrale ed ora senza nessun accenno di paura. Forse Louis lo farebbe. Forse:"Senti, io sono consapevole del fatto che vi siete conosciuti molto tempo fa e che eravate davvero buoni amici ed ora mi vedi come una specie di nemico o roba simile. Amico, non ti ho fatto nulla e ci terrei davvero a rimanere in buoni rapporti con te perché Harry sembra davvero felice di averti intorno e non hai motivo di vedermi come una minaccia. E' solo che", si passa le dita tra le mani tra i capelli:"tengo molto a Harry, nonostante ad ora tu lo conosca comunque meglio di me, ci tengo. Quindo so che sei importante per lui, se così non fosse non avrebbe tenuto le vostre foto, il braccialetto, l'orsacchiotto, Gesù, ha tenuto con sé, tutta la vita che avete passato insieme ogni giorno. Io non voglio entrare in questa cosa in nessun modo. Qualsiasi cosa voi due stiate cercando di costruire. Ma devi capire che ora anche io faccio parte della sua nuova vita", finisce e Louis non si sta più tenendo la testa sulla mano, non ha più l'espressione compiaciuta e il ghigno, lo sta semplicemente fissando. Fissando pensieroso probabilmente.
Decide che non vuole picchiare Niall, né tanto meno urlargli contro per aver detto quelle parole. Inghiotte, processa cosa ha appena sentito, evitando quegli occhi blu così tanto più carini dei suoi.
"Mi dispiace per averti preso a pugni. E per non essere stato giusto in tutta questa storia. Penso sia... complicato", riesce a dire, continuando a non guardare Niall.
Niall annuisce anche se non riesce a vederlo:"Cerco di mettermi nei tuoi panni, Louis. E più o meno lo capisco. Perciò è ok. Cioè, prendermi a pugni non è ok. Ha fatto male. Parecchio", ridacchia:"ma possiamo ricominciare? Un giorno".
Louis si gira verso di lui un'altra volta. Sembra tutt'altro che impressionato, ma in realtà è tutto il contrario, sta solo cercando di mantenere la propria reputazione. Non che ne abbia una, ma il poverino crede che l'abbia.
"Ok. Credo", dice velocemente:"Dimmi solo una-", si sente rumore dal bagno dell'acqua del lavandino e poi aprirsi la porta, quindi Harry appare, camminando verso di loro.
"Oh, siete ancora vivi", ghigna e si siede. Niall ride, ma Louis continua a guardare il ragazzo biondo. Voleva chiedergli come fosse Harry ora. Voleva avere la prospettiva di altre persone su Harry, chi è ora, se è davvero felice come si descrive...
"Beh ragazzi, ora io vado", dice Niall, alzandosi e prendendo il suo piatto per metterlo nel lavandino:"E' stato, ehm, carino", sorride.
"Già?", chiede Harry e poi guarda Louis che però non incontra il suo sguardo.
"Si, credo che farò quello che mi hai consigliato ieri", sospira, guardando Harry e sulla faccia di Louis compare della confusione.
"Oh, buona fortuna!", Harry sorride.
"Ci vediamo", Niall gli tocca la testa:"Ciao Louis".
"Ciao", dice Louis forzando un sorriso. Ok, deve lavorarci. A piccoli passi.
Harry continua a guardare la porta per alcuni secondi anche una volta che Niall è uscito:"E' successo qualcosa?", chiede allora e Louis si porta il bicchiere d'acqua alla bocca già schiusa, deglutendo e poi guardando Harry.
"No. E si, mi sono scusato con lui, non ti preoccupare", si alza e porta il suo piatto nel lavandino, decidendo di cominciare a lavarli.
"Se l'hai fatto perché la vedevi come un'imposizione da parte mia, allora non avresti dovuto parlarci".
Louis ferma quello che sta facendo e si gira per fronteggiare Harry seduto sulla sedia.
"Non è così", alza la voce, ma poi fa un respiro profondo. No. "L'ho fatto perché volevo, era la cosa giusta da fare e ho pensato che fosse una cosa buona e che ti avrebbe reso felice", confessa girandosi per l'ultima volta, decidendo contro il suo istinto, che non avrebbero discusso. Non c'è assolutamente bisogno di creare una tempesta in un bicchiere d'acqua come fa spesso ultimamente.
C'è silenzio e poi Harry parla:"Grazie", dice e Louis lo sente avvicinarsi. Sente Harry dietro di sé e rimane congelato di nuovo. Poi il ragazzo più alto gli mette una mano sulla spalla. Le scintille sono lì:"E' importante per me, che voi due andiate d'accordo, intendo. Perciò, per favore".
"Quindi devo farlo perché me lo stai chiedendo", scherza girando il viso verso di lui.
"Ho detto per favore".
"Allora posso anche non andarci d'accordo". ghigna e Harry cerca di nascondere la sua risata.
"Sarebbe carino da parte tua se cercassi di comportarti bene nei suoi confronti", alza le mani:"è solo un suggerimento", Louis ridacchia.
"Ok", annuisce:"ci proverò. Per te però, non perché io lo voglia, quindi è ovvio che lo sto facendo per te", prova a dire, seriamente. Harry sorride, gli occhi luminosi e Louis non pensa abbia colto il tono ironico, ma comunque è vero quello che ha detto.
~*~
"L'ho conosciuto all'università ed è stata probabilmente l'unica persona che abbia davvero dimostrato un po' di interesse nei miei confronti", risponde Louis.
Avevano pulito velocemente la cucina e si erano seduti sul divano dove Harry gli aveva fatto vedere dei video su Youtube che aveva trovato divertenti e poi altre foto che aveva scattato, ma non ancora stampato. louis si era sentito speciale, perché Harry aveva pensato a lui e aveva voluto mostrargli quelle cose. Cose sue personali, gli piaceva pensare. L'argomento 'Zayn' era uscito fuori dal nulla, nessun contesto e Louis aveva trovato strano sentire Harry dire 'parlami di Zayn'.
"Non è stato facile per me lasciarlo avvicinare all'inizio onestamente e non so come un giorno mi sono ritrovato a pensare di dargli una possibilità per... per tenerci", sospira. Harry lo guarda meglio, sedendosi sulle sue gambe e muovendosi di lato per guardare il ragazzo dagli occhi blu.
"Ma l'ho fatto e non so... è bello averlo intorno, è stato come la luce nel tunnel oscuro nel quale stavo vivendo, senza casa", Harry lo guarda attentamente e anche incuriosito. Se Harry avesse parlato di Niall in quel modo, Louis si sarebbe sentito davvero male, ma vede che a Harry non importa minimamente.
"Mi fido molto di lui, in fondo viviamo insieme. Mi conosce bene, lui... sa anche di te. E' stata l'unica persona alla quale abbia parlato di te, tutto quanto. Mi ha detto che mi avrebbe aiutato a trovarti", ridacchia guardandosi in grembo:"è strano dirti queste cose, ma ha finito per essere la mia ancora di salvezza, conosce le mie debolezze, le mie paure, tutto di me... E' diventato quello di cui avevo bisogno nella mia vita. Non mi piace ammetterlo, ma è tipo... un migliore amico per me", sospira."ma è ancora così diverso da ciò che eravamo noi. Ho provato a non sentire differenze, ma cavolo, c'è ancora così tanto vuoto dentro di me che non ho potuto evitarlo".
"Tutti questi anni mi sono chiesto se fossi solo Louis e sono grato che non lo fossi. Sono grato che tu abbia avuto lui", Harry sorride e Louis lo guarda sorpreso. Non era qualcosa che si aspettava di sentire:"devo molto a Zayn", poggia la schiena contro il divano di nuovo ed ora è il turno di Louis di muoversi per guardarlo.
"Niall è il tuo... Zayn?", Harry ridacchia per il modo in cui ha formulato la domanda.
"In realtà no. Niall è davvero un buon amico, il primo che mi sono fatto quando mi sono trasferito qui. Gli ho raccontato di te perchè mi ha chiesto chi fosse il ragazzo delle foto che tengo appese ai muri.
"Hai mie foto sul muro?".
"Si, vicino a quella della giraffa che mi lecca, vicino al materasso", ride appena. Louis deve guardarle più da vicino... "ma il punto è che mi sentivo troppo in colpa per cercare di costruire con niall un'amicizia che si avvicinasse a quello che avevamo noi. Non gli ho mai parlato del mio passato e lui lo rispetta, non mi fa sentire solo e questo è tutto quello di cui ho bisogno. Come Stella. Anche lei è una buona amica", sorride e si guarda in grembo come aveva fatto prima Louis:"nessuno ti ha sostituito, vedi?", dice piano. Louis si chiede se fosse stato abbastanza piano da poter pretendere di non aver sentito.
"Le nostre conversazioni sono sempre così intense, Gesù", dice Louis dopo qualche secondo, allargandosi nel suo spazio sul divano:"hai qualcosa per rompere il ghiaccio, in cucina?", chiede guardando l'uomo dagli occhi verdi.
"Ci hai appena pensato tu", ride facendo sorridere Louis a quel suono piacevole.
"Io dovrei andare", dice dopo aver guardato l'orologio:"si sta facendo piùttosto tardi".
"Ti do un passaggio", dice Harry alzandosi.
"Non ha senso. Prenderò un taxi o un autobus".
"Sono cosa? Le undici, non ne troverai di vicini a questa strada a quest'ora", protesta e anche Louis si alza prendendo la sua giacca. Harry va in cucina per prendere la roba di Louis dal frigo. Non c'è nessun motivo per discutere, perderà.
"Non ti scordare i miei vestiti", lo avverte Louis. Harry cammina verso di lui con le buste e sorride beffardo.
"Lasciali dove stanno, così abbiamo una scusa per vederci di nuovo", Louis sposta lo sguardo velocemente mormorando 'come se ti servisse una scusa', sottovoce.
Harry probabilmente lo ha sentito, ridacchiando e dandogli leggere pacche sulla schiena affinché andassero.
Louis apprezza la luce della notte attraverso la finestra, dalla macchina, durante tutto il tragitto. Il silenzio finalmente non lo mette a disagio e non è insopportabile, non fa venire voglia a Louis di saltar fuori dalla macchina non appena si fermano ad un semaforo.
Harry ferma la macchina proprio davanti al palazzo di Louis e Zayn, la strada è deserta a quell'ora.
"Grazie per il passaggio. La prossima volta prendo la macchina così non mi devi accompagnare così tardi con così tanto freddo".
"Non c'è problema Louis", dice sorridendo, mostrando quelle fastidiose fossette, che Louis ancora adora così dannatamente tanto.
"Mi sento come se fossi tuo figlio. Specialmente se tu sei così alto e io sembra che abbia diciott'anni senza barba".
"Perché parli sempre della mia altezza, figlio? Mi mette a disagio", finge di essere irritato e Louis semplicemente ride. Harry si lascia scappare un sorriso senza accorgersene, le luci dei lampioni fuori illuminano le loro facce, i colori dei loro occhi si fanno più scuri e l'aria è ancora un po' fredda, appannando appena i vetri.
"Non te l'ho detto", Harry interrompe il loro silenzio:"ma forse avrei dovuto", ghigna e Louis fa un'espressione per farlo continuare:"sei diventato ancora più bello, Lewis. Non è giusto. Pensavo fosse impossibile, ma cazzo", scuote la testa, incrociando le braccia al petto.
Gli occhi di Louis si spalancano e ok, non può incolpare il freddo per le sue guancie arrossate.
Non sa cosa fare, cosa dire, non può semplicemente rispondere con un 'grazie, anche tu', meriterebbe un poema come risposta, ma i suoi polpastrelli sono così freddi e credeteci o no, gli fa tremare il cervello.
"Vai ora, è tardi, figlio", scherza, il bastardo scherza.
Louis si concede di muoversi (più che altro si forza a muoversi), prende le sue buste, vicine ai piedi, in una mano e apre la portiera della macchina.
Quando esce, non la chiude subito, ma si piega e disegna uno smiley sul finestrino e scrive pigramente 'è stato carino'. Chiude la portiera e si incammina, perdendosi il modo in cui il volto di Harry si illumina.
Louis sale le scale con il sorriso sulla faccia, non si ricorda quando sia stata l'ultima volta che aveva sorriso per se stesso, da solo. La sensazione è bellissima e gli fa pensare che forse tutto questo ne vale la pena, forse andrà tutto bene, vuole che vada tutto bene, forse era destino che andasse così.
Onestamente, se lui e Harry si fossero incontrati per la prima volta, rifarebbe tutto d'accapo. Tutti i disastri, tutto. Rifarei tutto d'accapo.
-A.
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