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13 - Cure

"Harry, ti prego aspetta", dice Louis senza fiato, smette di correre, si mette le mani sulle ginocchia ed abbassa la testa, cercando di riprendere fiato. Vorrebbe che fosse già tempo per la pioggia, così da sciogliere tutta la neve e sarebbe più facile correre... o semplicemente perché così si fermerebbero perché Louis è già stanco. Sudato. Louis non è una di quelle persone che sudano, lo odia - è una cosa nuova per lui.

Erano lì da quanto? Mezz'ora? Di più? E Harry non si ferma, anche adesso, continua a correre sul posto guardando Louis con il sorriso derisorio più grande di sempre. Non avevano nemmeno parlato perché, 'no Louis, ti stanchi troppo facilmente, perciò non parlare', che aveva detto con un tono di voce così familiare che Louis non aveva potuto far altro che obbedire.

Louis non sa nemmeno dov'è. Vicino ad un giardino che sembra più una foresta se non fosse per la strada ed i piccoli negozi su un lato. E' Domenica mattina, Londra sembra un deserto e Louis sta correndo come un pazzo, congelandosi il sedere.

Indossa dei pantaloncini ed è inverno. Chi cazzo lo fa? Nessuno. Solo Harry può e non sta nemmeno indossando il giacchetto, perciò lo aveva messo Louis fin da quando erano usciti dall'appartamento perché 'tanto l'avrei tolto in ogni caso, perciò meglio ora'.

"Non hai dell'acqua vero? Possiamo fare una pausa?", prova a sorridere ma esce fuori più una smorfia che non riesce a convincere Harry.

"Sei così scarso. Lo sapevo. Ma non possiamo fermarci", ridacchia e Louis grugnisce, la sua gola sa di sangue e gli fa male. Non è allenato e Harry non ha pietà. Lui invece lo è, è atletico, Louis non potrebbe essere più impressionato, ma si, Harry l'aveva ormai impressionato, quindi ora poteva benissimo smetterla.

Ora potevano benissimo tornare indietro, fare un'altra colazione e dormire ancora un po'. Louis ha sonno.

"No, ti prego, abbi pietà", piagnucola Louis e 'ti prego, fermati per un momento, mi stai dando fastidio con i tuoi saltelli', pensa e sul serio, perché non può dirlo?

E:"Ti prego Harry, fermati un momento, mi stai dando fastidio con i tuoi saltelli", Harry ride di nuovo.

"Dai Louis", scuote la testa e ricomincia a correre, i capelli tirati indietro con una bandana, che Louis gradisce molto, ma in questo momento lo irrita. Harry che respira lo irrita.

"Stai lasciando che un vecchio uomo muoia qui? Non è così?", comincia a correre lentamente e si sente davvero come se stesse per morire, corre come una ragazza durante la lezione di educazione fisica.

"Si, bravo, scappa dalle tue responsabilità, se non stessi per morire, starei applaudendo", sente Harry ridere ancora più forte e questo lo fa ridere appena. Solo un po' tanto.

Harry si gira, ricomincia a correre tornando indietro, le braccia con lo stesso ritmo, avanti e indietro accanto al suo corpo:"Avevi detto che eri in forma. Cosa è successo?", urla così che Louis possa sentirlo. le poche persone per strada non gli prestano molta attenzione, probabilmente hanno fretta.

"Ti meriteresti di cadere in questo momento. Ti maledico", urla Louis debole.

"Ma quando mai", ride:"Dai Louis facciamo una gara. Se vinci tu ci fermiamo per un po' ok?", sorride e no, Louis è troppo debole, le gambe gli fanno troppo male per uno scatto - Harry invece era esattamente come quando avevano appena iniziato a correre, vuole il suo segreto - ma quel sorriso. Quel sorriso vince tutto.

"D'accordo, solo che-", alza un dito e si ferma di nuovo, cercando di controllare il respiro. Harry si avvicina e ricomincia a correre sul posto.

Louis lo guarda e ghigna, il petto che va su e giù velocemente per la stanchezza. Harry aggrotta le sopracciglia, ma il sorriso di Louis si allarga in quel momento, l'uomo dagli occhi azzurri si alza e comincia a correre più veloce che può. Harry urla il suo nome e comincia a correre seguendolo subito.

Lo raggiunge subito e Louis si guarda indietro ritrovandosi faccia a faccia con Harry con un sorriso trionfante sulla faccia, superando Louis e notando quanto lo stesse prendendo in giro facendogli vedere quanto fosse facile batterlo.

"Scarso", urla oltrepassandolo e Louis gli scruta la schiena. Fa un respiro profondo, raccoglie le sue ultime forze e corre più veloce, fa uno sgambetto a Harry, facendolo inciampare e cadere per terra proprio quando stanno per arrivare alla fine della strada per poi girare a destra.

Louis gli corre incontro, le braccia per aria e urla:"Sono uno stregone!"

Si ferma e gli gira intorno con un ghigno sulla faccia. Alza un sopracciglio e vede Harry seduto sul pavimento freddo, con le gambe allungate davanti a lui.

"Ho vinto. Chi è quello scarso ora?"

"Hai imbrogliato", dice Harry con voce roca, cercando di nascondere il divertimento:"se mi fossi fatto male seriamente?"

"Non ti sei fatto male?", Louis finge disappunto, camminando verso di lui."merda, speravo in un ginocchio sanguinante o cose del genere", Harry scuote la testa e Louis gli offre la mano per aiutarlo ad alzarsi.

Harry la guarda e poi torna a guardare Louis e la accetta, la sua mano enorme si adatta perfettamente a quella più piccola di Louis. Louis lo tira su, facendolo arrivare troppo vicino una volta in piedi. La fronte di Louis raggiunge appena il mento di Harry, Louis deve alzare lo sguardo per vedere meglio quegli occhi verdi chiari. Le loro mani sono ancora incastrate l'una nell'altra, un po' sudate, entrambi i respiri pesanti, ma quello di Louis è più pesante. Harry sorride, ricambiando lo sguardo del ragazzo più basso, il fiato caldo che colpisce direttamente il viso di Louis.

Louis si schiaffeggia mentalmente e si riprende:"E' ora della mia meritata pausa", dice troppo di fretta e lascia la mano di Harry tanto veloce, quanto lo aveva aiutato ad alzarsi. Si allontana per il giardino-foresta e si siede sulla panchina più vicina. Harry lo segue, sedendosi accanto a lui mentre Louis tira fuori il pacchetto di sigarette che aveva infilato nei pantaloncini di Harry prima di uscire, insieme all'accendino.

"Non dovresti fumare Louis", sospira Harry vedendo Louis portarsene una alle labbra e accendendola.

Louis scrolla le spalle e soffia fuori il fumo, guardando avanti e cercando di concentrarsi su quel poco calore che gli procura e del sapore che sente in gola:"Me l'hanno già detto in molti, perciò risparmiatelo", dice duro, non volendo davvero usare quel tono:"scusa", dice più dolcemente:"è solo che... morirò in ogni caso, non mi importa granché se prima o dopo", scrolla le spalle.

"Non dire così".

"Perché", Louis ridacchia.

"La nostra vita è già così breve, non vuoi godertela al massimo? Ci sono centinaia di cose positive da vivere. Dannazione Louis, mi hai insegnato molto meglio di così", Harry scuote la testa, il tono è alto, ma Louis sa che lo sta facendo per essere ascoltato. Essere ascoltato veramente. E' strano sentire una cosa del genere, Louis non ci era più abituato.

'Mi hai insegnato molto meglio di così'. Faceva ridere Louis.

"Ti ho insegnato una marea di bugie. Cose in cui non credevo", dice Louis, facendo un altro tiro dalla sigaretta.

"Questo non è vero", si intromette Harry, in parte ferito, Louis dovesse confessare, se n'è accorto, ma continua a guardare avanti verso la città.

"Credevi a ciò che mi dicevi. So che è così".

Louis sospira:"Sei ancora così ingenuo Harry?", Harry fa una smorfia guardandolo, gli occhi che si sforzano di riconoscere la persona che vede:"Io non riconosco nemmeno me stesso. Cos'ero e cosa sono. Non mi conosco e non riesco a capire nulla di tutto ciò che ti dicevo", scuote la testa.

"Allora ricomincia a crederci", la voce di Harry sembra così entusiasta. Come riesce ad essere così? Sembra un ragazzo così felice e vivace. Louis pensa che Harry sia diventato la persona che lui voleva anni prima, ma senza il suo aiuto. Ora che non ha la presenza di Louis nella sua vita, è più felice, aveva più vitalità. Apparentemente quello che aveva anni fa, non era abbastanza.

"Tu ci credi?", chiede al ragazzo più piccolo guardandolo storto:"No. Probabilmente nemmeno te le ricordi. Sei felice adesso e ci sei riuscito da solo, senza bisogno del mio dannato aiuto", il tono più alto, alzandosi dalla panchina fredda. I pantaloncini sono bagnati, probabilmente come quelli di Harry. Fa l'ultimo tiro di sigaretta e la butta.

"Che stai dicendo?", Harry alza le sopracciglia. Sta guardando Louis in modo stano e sconosciuto... ma ancora, non c'è familiarità tra loro in questo momento.

"Stronzate. Sto dicendo solo stronzate", ride sarcastico, passandosi il braccio sulla fronte sudata:"Dai forza, dimmi di calmarmi, adesso"

"Louis, stiamo litigando di nuovo?", Harry abbassa la testa.

"A quanto pare. Non facciamo altro, non siamo in grado di avere una conversazione civile, a passare del tempo insieme, te ne sei accorto?", dice freddo ed allo stesso tempo divertito. Come se tutto questo fosse divertente.

"Dobbiamo metterci un po' di impegno, Louis. Non possiamo crearci problemi dove non ce ne sono. Altrimenti ecco quello che succede".

"Oh ma sei tu quello che si sta sbagliando, Styles, ce ne sono in abbondanza di problemi qui", continua, camminando avanti ed indietro come un pazzo. Come erano finiti così?

"In cosa dobbiamo mettere dell'impegno? Cioè, seriamente, dimmelo tu, perché al momento non vedo niente. Mi sta solo facendo ancora di più a pezzi e ancora più triste", mezzo urla, Louis non si pente di averlo detto, è solo che sarebbe dovuto essere qualcosa solo tra sé e sé, perciò perché diavolo l'aveva detto ad alta voce a Harry?

"Perché ti rende triste?", Harry si alza, non sapendo dove mettersi le mani, ciò nonostante le avrebbe usate per parlare. Louis sbuffa guardandolo, parla calmo, ma quello perché non era mai stato uno che urlava, ma Louis vede quanto sia infastidito.

Louis scuote la testa, stanno litigando in un giardino, Louis non è proprio dell'umore per sentirsi uno straccio... se abbia un senso. Stava andando troppo oltre. Si gira e comincia a camminare.

"Louis", sente harry, ma lo ignora, camminando più veloce verso la strada.

"Porca puttana, Louis", Harry lo afferra per un braccio e lo fa voltare."smettila di scappare".

"Perché è una cosa che mi riesce bene, non è vero?", sputa:"beh, ho imparato dal migliore", paralizzato. Harry è paralizzato e lascia il braccio di Louis.

"Non sono scappato. Lo sai benissimo"

"Come ti pare", Louis fa un passo indietro, non avrebbe dovuto dirlo, lo sguardo di Harry lo mostra chiaramente:"non sei stato tu a dire che non dovevamo discutere?", prende le sigarette dalla tasca. E' l'ultima:"Allora smettiamola di parlarci. Semplice", finisce, accendendola.

"Smettila di fumare Louis, porca puttana", mezzo urla Harry, tirando uno schiaffo alla mano di Louis facendo cadere la sigaretta per terra. Louis lo guarda sorpreso.

"Non hai risposto alla mia domanda".

"Beh nemmeno tu hai risposto alla mia", urla Louis di rimando.

"Beh perché è una domanda fottutamente stupida. In cosa dobbiamo impegnarci? Seriamente Louis? Pensi davvero questo su tutta questa situazione? Su di noi? Anche tu eri d'accordo sul ricominciare. Ci sto provando ok? Ci sto fottutamente provando perché l9o voglio".

"Vedi? E' proprio questo che mi ammazza. Non c'è nessun noi. Anche io ci sto provando", grugnisce e si mette una mano in testa:"ma è fottutamente difficile", dice aspramente, guardando Harry e puntandogli contro l'indice, come stesse per infilzarlo nel petto. "Siamo cambiati. Tu non sei più lo stesso e vedere quanto sei maturato, quanto la tua vita sia... così diversa, mi fa male, ok? Non credo di riuscire a farcela, mi viene voglia di mollare tutto", confessa. Harry deglutisce, solo aria e fa un passo indietro, aumentando la distanza tra i loro corpi.

"Fa male anche a me", dice Harry piano:"ma non è per lo stesso tuo motivo. E' perché è difficile anche per me e tu non lo vedi. Non lo vedi e io mi sento come se in realtà non mi volessi di nuovo nella tua vita", fa una pausa. Una lunga pausa. Gli occhi verdi di Harry trafiggono Louis. Non può respirare, sbatte le palpebre ed ha la sensazione che si ha a volte quando sei nel letto, di cadere.

"Non lo stai dicendo sul serio", Louis abbassa il tono. Gli occhi che si stanno riempiendo di lacrime, vorrebbe prendersi a schiaffi, ma invece tira su con il naso, si strofina gli occhi per un secondo per pulirsi le lacrime e guarda Harry serio:"non puoi essere serio", continua:"stai parlando della persona che per tutto questo tempo ha tenuto quella dannata foto nel portafoglio, per ricordarsi di te ogni giorno. Perché era troppo doloroso farlo da solo. Perché era solo una delle tante cose che ti sei lasciato alle spalle. Perché è stato il tuo dannato modo per dirmi addio. Alla persona che ti ha amato di più in vita tua", sente le lacrime pizzicargli gli occhi e bagnargli le guance.

Harry fa un passo avanti e allunga una mano:"Lou..."

"Non chiamarmi in quel modo", si nasconde il viso tra le mani:"come puoi dire che non ti voglio nella mia vita, quando le poche persone che ho intorno mi direbbero 'non hai bisogno di lui' e avrebbero ragione perché si Harry, non ho bisogno di te, ma avevamo un rapporto così malsano che non c'è modo in cui io possa guarire perché ti volevo, ti voglio più di qualunque altra cosa e questo è infinitamente peggio. Perciò non osare dirmi ancora una cosa del genere", finisce.

Harry guarda Louis sorpreso, scioccato, mentre il ragazzo dagli occhi blu continua a coprirsi la faccia con le mani,piangendo silenziosamente. Il mondo era loro una volta, cosa era successo? Questi non sono loro, questi non sono Harry e Louis.

"Louis io avevo-", Harry viene interrotto dal suono del suo cellulare. Louis ne è in parte grato, onestamente. Ha paura di ascoltare Harry, cosa ha da dire, ascoltare ciò che non vuole e poi rispondere con parole che non vorrebbe mai dire ad alta voce:"è Niall, io-", comincia harry, ma... Niall.

"Ovviamente", Louis singhiozza:"forza, rispondigli. Io me ne vado perché ovviamente è Niall, il tanto caro Niall", non riesce più nemmeno ad urlare, è pietoso.

"Non dirmi che tutto questo è colpa di Niall...", chiede Harry con già il telefono in mano, ma rifiutando la chiamata e tornando a prestare attenzione a Louis.

"No. No tutto. Ma sai cosa? In parte si perché mi sento... mi sento tradito, mi sento rimpiazzato. E' ovvio che adori quel ragazzo, scommetto che siete migliori amici. O di più. Si, perché no? E' perfetto, non è così? Probabilmente è mille volte meglio di me. Ha tanto di più che io non avevo? Che non potevo darti? Dillo, così io posso smettere di pensare a cosa posso aver fatto di sbagliato e cosa ci trovi in lui di tanto speciale", si copre la bocca nell'esatto momento in cui finisce. Cazzo. Louis non sa come sia il loro rapporto, cosa sia, ma si ritrova comunque ad essere... geloso. E' quello che pensa da un po'. Niall ha Harry e lui no. Non sente niente per Harry... è strano, ma probabilmente è una di quelle cose che rimane comunque. Sentirsi in questo modo è normale. E' la loro amicizia che manca di più a Louis, il pensiero di avere qualcuno come Harry accanto, sentirsi come si sentiva. Era qualcosa di unico e meraviglioso ed è andato. Nessuno può biasimarlo.

"Sei geloso...", non è nemmeno una domanda, quella di Harry, è un'affermazione e Louis si permette di provare pietà per sé stesso al momento.

"Si, perché ho paura che qualcuno possa renderti più felice di quanto facevo io", e da quando Louis era tornato ad essere così diretto?

Harry fa un passo avanti:"Louis, il mio-", si ferma. Il mio Louis, Louis si ricorda ancora.

"Posso assicurarti che nessuno mi ha mai fatto e mai mi farà più felice di te", Louis alza lo sguardo su di lui, la voce di Harry è tenera e non ci sono tracce di rabbia o di delusione.

"Nessuno ti ha mai sostituito e mai lo farà. Non ho mai provato e mai proverò per qualcuno, quello che provavo per te. E oh Louis, vorrei potermi sentire di nuovo in quel modo perché mi manca tremendamente".

Louis annuisce:"Manca anche a me...", sussurra avvolgendosi il corpo con le braccia.

"Non la senti più, vero?", Louis scuote la testa. E' fatta. L'ha ammesso:"Nemmeno io", sbuffa Harry. Cazzo.

"Mi dispiace aver rovinato tutto tra noi, al tempo. Sai che mi dispiace terribilmente, anche se forse non ha nessun valore, mi dispiace davvero. Hai tutte le ragioni del mondo per essere incazzato con me. Ma Niall... non è colpa di Niall, ok? Io e lui... siamo solo meri buoni amici.

"Ho visto il modo in cui lo guardi, il modo in cui gli sorridi", Louis sposta lo sguardo e Harry si avvicina ancora di più.

"Allora ti sei accorto di quanto sia lontano dal modo in cui guardavo te e ti sorridevo", probabilmente. Ma Louis non riesce a vederlo.

"Non riesci nemmeno a parlarmi come si deve, è come se...", sbuffa, incapace di guardare Harry.

"Perché ho sempre sentito come se non ti importasse, Louis. Non riuscivi- non riesci nemmeno davvero a guardarmi. Mi sento come se tu non lo volessi, come se non mi avessi ancora perdonato".

"L'ho fatto. E' solo che... mi sento di non farcela. Lo voglio, tantissimo, solo che non so se ne sono capace", Louis sente Harry avvicinarsi, sente le dita di Harry sfiorargli il mento per alzargli la testa e facendo sì che Louis lo guardasse.

"Guardami", e Louis lo sta guardando e vedendo:"Fidati di me su questo", la voce di Harry è praticamente tutto ciò che ha bisogno di sentire dopo ogni incubo, per calmarlo. Il modo in cui lo dice... a Louis è mancato, si era quasi dimenticato che lo facesse sentire così speciale.

Louis alza una mano per prendere quella di Harry. Non intreccia le loro dita come avrebbero fatto tempo fa, dannazione, le cose che dovrebbe stare facendo, dovrebbe essere baciare il loro solito punto, tra le clavicole e il collo, ma un posto del genere, un gesto del genere e la tenerezza non esistono più. Così tiene la mano di Harry guardando a come appaiono insieme e poi torna a guardarlo in faccia.

"Pensi che possiamo farlo? Voglio dire, non dico tornare ad essere come prima... la nostra amicizia era così unica che non possiamo... ma qualcosa che gli vada vicino. Perché mi manchi Harry, così fottutamente tanto", Harry guarda con tenerezza il ragazzo più piccolo e poi sorride, annuendo.

Louis sente le scintille nel petto, vedendo un sorriso del genere.

"Possiamo fare tutto quello che vogliamo. Cerchiamo di fare del nostro meglio, si?", Louis annuisce come risposta:"Pro-promesso?", Louis gli lascia la mano e lo guarda con gli occhi spalancati:"Scusa. Per favore... mi dispiace, ok, niente promesse, solo...", sospira:"niente promesse. Faremo del nostro meglio".

Si", dice Louis debole.


~*~


Louis arriva all'appartamento intorno alle undici, dopo essersi ricordato di avere una chiave di riserva sulla mensola della luce nell'atrio (non una buona idea). Lui e Harry avevano terminato la loro corsa, erano tornati da Harry perché di solito mangia della frutta dopo la corsa perciò l'aveva preparata anche a Louis. Nel frattempo, Louis si era guardato intorno nella stanza di Harry solo per avere un altro assaggio della sua vita. Almeno di quello che poteva prendere. Harry è ancora un mistero ed ora Louis era chiuso a chiave lontano da lui ed aveva perso la chiave. Si chiede se l'abbia qualcun'altro e se sia da qualche parte in attesa che Louis la ritrovi.

Ma Louis si mette ad esaminare le foto con Harry che ha tenuto nel corso di questi anni. Louis pensa che dietro ad ognuna ci sia una storia, ma non lo scoprirà mai. Ce n'è qualcuna con altre persone e Louis ci scommette che sono sconosciuti. Ci sono anche foto che Louis riconosce e riconosce i posti e quelle... quelle sono le uniche delle quali conosce la storia che c'è dietro. Sono proprio poche. Così, quando Louis apre la posta dell'appartamento, dopo che Harry lo aveva accompagnato, sente di stare per crollare. Aveva usato tutte le sue energie quella mattina (quelle poche che aveva), non solo fisicamente, ma anche emotivamente. C'è troppo da metabolizzare e lui voleva solo sentirsi da solo ed avere tempo per pensare perché... Harry aveva tenuto l'orsacchiotto, Harry lo aveva ascoltato mentre parlava dei suoi sogni, trasformandolo nell'unica persona alla quale ne avesse parlato e poi... poi erano passati dall'essere quasi proprio agio l'uno intorno all'altro, all'avere una discussione nella quale molte cose erano state dette e scoperte, per poi sentirsi di nuovo strani in presenza dell'altro. Non è facile. Non sarà facile. Louis vorrebbe che lo fosse.

Si fa una doccia calda, mette i vestiti di Harry nella lavatrice (ricordandosi di aver dimenticato i suoi da Harry, merda), fa una lista di ciò che avrebbe dovuto comprare la prossima volta che fosse andato a fare la spesa e si sdraia sul divano. Nessun segnale di Zayn, il che vuol dire che ha un po' di tempo per se stesso.

Deve anche parlare con Niall. Per scusarsi e anche quello sarebbe stato tutt'altro che facile. Sa di essere stato ingiusto con lui, ma anche adesso non sa come dovrebbe sentirsi nei confronti del suo rapporto con Harry. Sa che non sono affari suoi, dannazione, certo che lo sa, ma lo infastidisce ancora un po'. Però sa anche che se accettasse la presenza del ragazzo, sarebbe un passo avanti per migliorare le cose tra lui e Harry.

Ma aggiungiamolo alla lista delle cose che dovrà fare poi. Poi, poi, poi.

Chiude gli occhi, ma sa che non riuscirà ad addormentarsi, così li tiene semplicemente chiusi, beandosi del profumo della candela che aveva accaso poco prima.

Dovrebbe preparare le lezioni per il giorno dopo, ma si sente estremamente pigro e stanco che probabilmente ci avrebbe pensato poi. Un argomento noioso per gli studenti, ma comunque molto importante.

Non passa molto tempo, che si ritrova sdraiato sul divano con le coperte addosso, pensando a come potesse essere la sua vita parallela, se è come vorrebbe davvero o meglio ancora, apre pigramente gli occhi quando sente il rumore della porta che si apre. Compare Zayn con indosso ancora metà dei vestiti della sera prima.

"Buon giorno", dice Zayn, alzando un sopracciglio, ma mantenendo un tono di voce dolce e apprensivo. Louis inghiotte, sta guardando Zayn in questo momento sapendo che ha detto a Liam di lui e Harry e cazzo, se n'era andato senza dire una parola la notte pri,a, con le loro chiavi e senza preoccuparsi minimamente di Louis. Louis era abituato ad avere sempre Zayn al suo fianco quando è ubriaco, si era abituato a Zayn che gli dice dove va e preoccupandosi prima di come stesse lui. Louis odia ammetterlo, ma si è abituato a Zayn, si era affezionato. Non poteva permetterlo.

"Ciao", lo saluta sedendosi sul divano. Zayn si dirige verso di lui e si accuccia davanti al ragazzo dagli occhi blu, le mani a lato delle cosce di Louis.

"Stai bene? Mi dispiace per ieri sera, io-"

"Non devi giustificarti, Zayn", Louis ridacchia appena. Sta mentendo. Si odia, vuole e ha bisogno che Zayn gli spieghi. Vuole che Zayn gli chieda scusa per tutto, odia il fatto di sentirsi in questo modo.

"Ma ti ho lasciato lì senza dire una parola. Come sei tornato a casa? Avevo io le chiavi, oh Dio, eri ubriaco? Piccolo, davvero, mi-"

"Zayn, per favore", insiste Louis, l'espressione crolla, vorrebbe dire ancora 'non devi scusarti', ma non vuole mentire ancora. E' stanco di incasinare tutto con le persone, non contando il fatto che non sopporterebbe una lite con Zayn. Inoltre, vuole vedere fino a che punto arriva, quanto ci metterà prima di scoppiare, quando Zayn deciderà di dirgli che aveva parlato con Liam. E quando.

"Sto bene".

"E' successo qualcosa?", Zayn piega la testa per guardare Louis in faccia. Louis alza la testa immediatamente.

"No", Zayn aggrotta le sopracciglia.

"Dove hai dormito?Chi ti ha portato a casa?"

Louis picchietta lo spazio accanto a lui sul divano:"Proprio qui, Liam, ho chiesto a Delilah di aprirmi la porta giù ed ho usato il doppione della chiave, che per la cronaca, non è nascosta in un buon punto", mente, beh in gran parte, dire che era stato Harry a riportarlo a casa avrebbe creato domande, quelle che al momento, Louis non vuole ascoltare.

Zayn posa la mano sulla guancia di Louis.

"Sembri così stanco, amore. Mi dispiace molto", Louis inghiotte di nuovo. Ha mal di gola, gli succede quando beve troppo alchool la sera prima.

Louis respinge gentilmente la mano di Zayn:"Sto bene. Davvero", sorride appena:"Dobbiamo fare un po' di spesa", si alza velocemente dal divano, lasciando Zayn sul pavimento nella stessa posizione:"non oggi però. Forse domani dopo lavoro o qualcosa del genere. Credo che farò qualcosa da mangiarci ora".

"Possiamo ordinare take away. Non sembra che tu stia particolarmente bene per cucinare", anche Zayn si alza. Louis implora mentalmente affinché non si avvicini troppo.

"Vorrei del cibo vero. Sarà veloce"

"Oppure possiamo mangiare dei cornflakes. Sai, l'ultima spiaggia", Zayn ridacchia.

"Nah. Cucino", Louis si gira e va verso la cucina. Si mette un grembiule e inizia ad affaccendarsi fingendo di ascoltare i racconti di Zayn sulla notte precedente. Louis sa come ignorarlo e fingere di stare bene con lui intorno.




















Buona sera splendori!!

Due aggiornamenti in una settimana, mi volete bene?

Io sono stressata dagli esami e dalla dieta ricominciata. Ho fame.

Vado a mangiare una pesca.

A presto!

-A.

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