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10 - The Sun

"Mi state fottutamente prendendo in giro?", urla, dimenticandosi del dolore alla testa, faceva un male cane, ma quello è quello che vuole, sbattere la porta abbastanza forte da svegliare Niall e Harry nel suo letto.

Eccoli là, Niall con il suo torso pallido esposto, con l'aria assonnata e probabilmente non con il migliore degli umori e Harry che alza la testa dalla spalla del ragazzo dai capelli biondi e guardando Louis confuso, con addosso solo i boxer e una maglietta.

"Louis... ", lo chiama Harry, facendo fare a Louis un piccolo passo indietro.

Il ragazzo più piccolo sembra ancora piuttosto spaesato rispetto a quello che sta succedendo, dal momento che si è appena svegliato.

"Oh non provarci nemmeno!", dice il ragazzo dagli occhi blu, furioso e guardando entrambi gli uomini nel suo letto in modo tale da sembrare che si sentisse dieci volte peggio di quanto già non fosse il suo post-sbornia.

"Non provare nemmeno a dirmi di calmarmi nel mio appartamento, nella mia camera mentre te ne stai sdraiato sul mio letto con lui", urla Louis, letteralmente urlando in modo da far capire ai loro vicini che ci fosse una lite là dentro, mentre punta il dito contro Harry rivolgendosi a lui.

"Louis per favore, non c'è bisogno di tutto questo", dice Harry in maniera fin troppo calma e a Louis non serve tutto questo, non adesso. E' ad un passo dallo strapparsi i capelli ed il modo in cui Harry parla, mettendosi seduto così casualmente sul letto di Louis, lo stesso letto in cui ha passato in quantificabili notti insonni, desiderando di avere un Harry accanto a sé, ma non poteva. Con un altro ragazzo.

"Faresti meglio a non parlarmi con quel tuo tono calmo, del quale non sono particolarmente fan al momento", dice duro e Harry rimane spiazzato, pietrificandosi e guardando Louis:"non posso credere a quello che vedo".

"Posso spiegarti", dice Harry piano, perché non c'è davvero nessun bisogno di urlare, deve rimanere calmo. Ma abbassa lo sguardo, tirandosi la maglietta sulle cosce, intimidito dal modo in cui Louis lo sta guardando.

"Risparmiamelo", ride Louis isterico:"voi due avete scopato nel mio letto. Nel mio letto", urla ed il suo tono è talmente ripugnante, talmente pieno di disgusto e così fuori controllo che è come se la stanza stesse girando, facendogli venire il volta stomaco... E' incredibile quello che sta vedendo, quello che ha visto. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe potuta succedere una cosa del genere. In realtà non sa con precisione come si sente al riguardo, come dovrebbe reagire, ma sa che è qualcosa che non gli piace per niente. Pensava che Harry (ma anche Niall), avrebbero avuto un po' più di rispetto. Louis nemmeno si aspettava di vedere Harry a casa sua per l'amore di Dio.

"Cosa?", Harry guarda il ragazzo dagli occhi blu, sconcertato, gli occhi e le labbra spalancate e le dita che riescono ad arrivare alla fine della maglietta per stringere il tessuto tra le mani.

Louis segue la mano di Niall che si posa sulla schiena di Harry per accarezzarla e infastidirlo ancora di più.

"Che cazzo dici, amico?", dice Niall stavolta, il suo tono che non si accordava per niente con il tocco gentile su Harry. Louis pensa che sia meglio per lui, tacere, perché la sua voglia di picchiarlo era già alta, o semplicemente buttarli fuori dalla sua camera.

Beh in realtà...

"Andatevene. Voi due, andatevene!", continua ad urlare, stavolta facendo un passo indietro verso la porta ed indicandola, facendo loro cenno di andarsene.

Quando Harry apre la bocca, cercando di parlare, Louis non glielo permette:"Vi ho detto di andarvene", dice ancora più forte.

"Che cazzo sta succedendo qui?", la porta viene aperta velocemente e Louis guarda subito Zayn, che entra nella stanza con profonde occhiaie scure, gli stessi capelli spettinati ed un'espressione infuriata.

Regola numero uno quando si vive con Zayn: non lo si sveglia la mattina, specialmente se la sera prima ha bevuto. Regola numero due: lui è l'unico autorizzato a svegliare gli altri, se davvero vuole. Regola numero tre: non lo si infastidisce la mattina. (Louis infrange spesso questa regola).

"Non sono cazzi tuoi", sputa Louis, girando gli occhi al cielo e guardando oltre le spalle di Harry.

"Beh, lo sono eccome se mi sveglio così presto con qualcuno che urla".

"Louis sta semplicemente –"

"Louis sta semplicemente niente!", Louis interrompe Niall, sapendo che stesse per tirare fuori qualche scusa, qualcosa che Louis non voleva sentire e per la quale nemmeno aveva pazienza.

"Stai zitto e fa quello che ti ho detto!"

"Louis, potresti cortesemente smetterla?", Zayn rotea gli occhi, portandosi la mano alla testa, probabilmente immaginando cosa fosse appena successo.

"Incredibile!", mugugna e scuotendo la testa ed allontanandosi dalla camera a passi veloci.

"Louis", sente la voce di Harry e si gira, ormai quasi arrivato in salone, sapendo che lo stesse seguendo.

"Non rivolgermi la parola in questo momento. Non posso credere che voi l'abbiate fatto nel mio letto".

"Ed io non riesco a credere che tu possa pensare una cosa del genere!", gli risponde Harry, ancora scioccato da quello che sta sentendo. Zayn e Niall compaiono da dietro, guardando entrambi.

Louis guarda Niall furiosamente, ha un terribile mal di testa, probabilmente con ancora dell'alchool in circolazione nel sangue, la gola secca e senza sapere dove mettersi le mani. Non avrebbe dovuto chiudere la finestra.

"Amico, ti stai comportando in maniera assurda al momento", commenta Niall, senza urlare e nonostante stesse dicendo quelle parole, risultava ancora una persona gradevole, frustrante.

"Ah io mi sto comportando in maniera assurda?!", Louis ride ancora, cominciando a camminare avanti e indietro sul pavimento di legno.

"Non riesco a credere a quello che hai appena detto, Louis. Non avrei... non ho nemmeno...", Harry sospira, l'espressione che crolla e gli occhi che mostravano tutta la sua amarezza. Fantastico Louis, fai un cerchio e applaudi alla tua stupidità.

"Andate fottutamente a vestirvi. Entrambi", tossisce, freddo, guardando Harry. La maglietta non è abbastanza lunga su di lui – addosso a Louis lo sarebbe, sembrerebbe (un po') gigante lo odia – arriva solo appena sotto la vita e Louis può vedere benissimo le sue gambe lunghe e affusolate, ma comunque muscolose. Che cazzo, non si era svegliato pronto per tutto questo.

"Louis!", lo chiama Zayn ed è un avvertimento. E' un avvertimento che lo sveglia e gli fa capire che sta superando i limiti.

"Cosa? Non mi è permesso essere incazzato, è questo che stai dicendo?", continua ad urlare e Harry lo sta guardando con orrore. Non è più un bambino, non ha diciotto anni, non è più il migliore amico di Louis, Louis è cieco e non riesce a ricordare, non riesce a capire che lui odia ancora quando le persone discutono e si urlano in faccia a vicenda, è ancora qualcosa che lo tocca nel profondo.

Vede Niall avvicinarsi a Harry, la mano ancora sulla schiena e sussurrandogli, come se fosse in grado di capire chiaramente cosa stesse succedendo, cosa stesse provando ognuno di loro. Louis lo odia.

Nel frattempo Zayn si avvicina a Louis:"Non quando ti comporti in maniera assurda", dice, forte abbastanza perché tutti lo sentano, ma poi rivolgendosi solo a Louis dicendo piano:"impara prima ad ascoltare gli altri e anche se avessero fatto qualcosa, non sono affari tuoi", dice Zayn tutt'altro che dolce, totalmente lontano dall'esserlo, si adatta perfettamente alle sue parole, si adatta perfettamente ai sentimenti di Louis.

"Cosa ci facevate voi due là dentro allora?", chiede ai due ragazzi, che stavano parlando tra loro.

Niall lo guarda ed è un casino, è uno sguardo di scuse, comprensivo, protettivo e stanco. Ma non parla, invece ci pensa Zayn:"Gliel'ho detto io di rimanere ieri notte. Erano andati via tutti, tu eri ubriaco marcio, Liam è scomparso ed io sono rimasto da solo con Harry perché Niall era crollato. Non potevamo portarlo giù fino alla macchina e visto che era venuto con Harry, gli ho detto che potevano rimanere", chiarisce Zayn e in qualche modo, sembra arrabbiato. E non è solo perché lo avevano svegliato.

"Ovviamente", è tutto quello che Louis dice, il suo tono ancora rauco, ma viene fuori in quel modo solo perché è cocciuto e non gli piace sentirsi umiliato.

Louis lo odia e adesso si rende conto di cosa ha appena fatto, cosa ha fatto ultimamente e cosa ha pensato. Harry lo sta guardando con amarezza e Louis teme quello sguardo, lo ha rincorso per tutto quel tempo, senza lasciarlo andare. Ormai gli si è incollato addosso, si sente come se ormai quello sguardo faccia parte di lui. Lo irrita, questa sensazione... ma era stato talmente tanto nell'oscurità, così abituato alla sensazione di vuoto, che non c'è nessun modo per riempirlo... perché, senza volerlo, era lui stesso a non permetterlo.

"Louis, mi dispiace, non c'è bisogno di litigare in questo momento", Harry parla. Niall sta toccando Harry, le pupille di Louis si dilatano a quella vista, Harry sta giocando con le sue dita lungo i fianchi e Louis nota quanto possa sentirsi a disagio in quel momento.

Il ragazzo più grande scuote la testa:"Non dispiacerti", sputa, non capendo perché continuasse ad essere così freddo. Ma perché aveva pensato in quel modo di Harry? Perché era saltato direttamente a quella conclusione? Perché si era comportato da stronzo?

Sembrava che stesse facendo di tutto per non piacere alla gente e per non far andare le cose per il verso giusto.

Cammina all'indietro, Louis vorrebbe scappare via (è bravo in questo), o forse anche saltare dalla finestra e volare. Vede quelle tre persone che lo guardano e la stanza sta girando, ha la nausea e si ricorda all'improvviso di stare affrontando un doloroso post-sbronza.

Poi Zayn urla:"Louis!", facendo un passo avanti e Louis sente ancora più dolore.

"Fanculo!", si lamenta, i tre ragazzi gli corrono incontro, ma solo Harry riesce ad afferrarlo, evitandogli di cadere e fare altri passi sui vetri rotti che c'erano sul pavimento dalla notte precedente quando a Liam erano caduti i bicchieri dalle mani.

"Perché questa merda è qui?", mugola Louis con gli occhi serrati, alzando il piede in aria, sedendosi sul divano.

"Sono di ieri notte, non abbiamo pulito", spiega Zayn disperato, accucciandosi davanti a Louis mentre Harry fa la stessa cosa, aiutandolo a tenere il piede alzato.

"Amico, stai bene? Merda sta sanguinando, sta fottutamente sanguinando, io... è-".

"Zitto!", urla Louis, interrompendo l'attacco di panico di Niall, afferrando l'angolo del divano per il dolore.

"Si sente male quando vede il sangue", Harry difende l'Irlandese e Louis avrebbe girato gli occhi al cielo se non fosse stato così concentrato sul suo piede.

"Aiutami!", grugnisce tra i denti, a causa del bruciore alla ferita.

"Zayn prendimi delle bende, una pinzetta e un panno bagnato, per favore", chiede Harry svelto, per poi esaminare la ferita di Louis. Zayn annuisce e si allontana velocemente.

"Sei fortunato che è solo il piede sinistro".

"Fortunato? E tu questa la chiami fortuna? Fa un male cane", dice Louis, gli occhi rivolti appena un po' verso l'alto, verso Harry che continua a tenergli il piede alzato dalla caviglia.

"Amico troppo sangue sul pavimento. Troppo sangue", dice Niall uscendo da lì, probabilmente dirigendosi verso il bagno per vomitare.

"Calmati ok?", dice Harry più forte. Finalmente parla quando Louis continua a muoversi e a grugnire. Lo guarda sorpreso e poi Harry sospira:"solo per un po'".

"Si, certo, perché non sono mai calmo, no? E adesso, adesso che ho dei fottuti pezzi di vetro ficcati nel piede e sto sanguinando... certo, scusa se sto sclerando", gli rinfaccia e Harry contrae la mascella e aumenta la presa sulla sua caviglia.

Zayn torna con tutto quello che Harry gli aveva chiesto poco prima, interrompendo la piccola discussione:"Ecco qui", dice il ragazzo dagli occhi nocciola, appoggiando la roba sul pavimento.

"Grazie", dice Harry senza guardarlo ed ignorando l'occhiataccia di Louis su di sé.

"Cercherò di togliere il vetro il più velocemente possibile e poi pulisco tutto e ti metto la fasciatura, ok?"

Louis annuisce, mordendosi il labbro. Zayn nel frattempo va a pulire il pavimento, togliendo i vetri, prima che qualcun altro potesse ferirsi, mentre Harry procede con quello che aveva detto. Louis si sente come una ragazzina, urlando e gemendo per il dolore.

"Sto per svenire!", sussulta, gli occhi spalancati sentendo Harry toccare la ferita con le pinzette:"stai andando troppo a fondo, ti prego fermati!", continua ad urlare, stringendo la stoffa del divano tra le mani:"Fa male! Aio, aio, aio!"

Harry ride, girando gli occhi al cielo:"Non la sto nemmeno toccando adesso, Louis".

"Stai mentendo. Ti prego basta, sto per svenire, non sto scherzando Harry".

"Louis", ride ancora, tenendo il piede di Louis fermo:"stenditi sul divano o non riesco a levarti gli altri pezzi".

"Ce ne sono ancora?? Hai praticamente già tirato fuori un bicchiere enorme. C'è sangue ovunque"

"Non ti lamentare così tanto Louis. La ferita è piccola ed era un pezzetto minuscolo", il ragazzo più piccolo sbuffa divertito, continuando a guardare in basso verso la pianta del suo piede.

"Fai piano, ti prego. O mio Dio", dice Louis senza veramente sdraiarsi sul divano come gli era stato detto e cercando in tutti i modi di guardare Harry mentre tirava fuori i pezzetti dalla ferita nonostante continuasse a ripetersi di non guardare.

"Ho quasi fatto", Harry cerca di nascondere il suo sorriso e Louis sicuramente non si accorge delle piccole carezza alla caviglia:"sei ancora una tale femminuccia per queste cose, Louis. Ti ricordi quella volta quando ti sei tagliato in cucina con un coltello, ma era tipo il taglio più piccolo di sempre, ma sembrava che stessi per piangere e mi hai fatto andare a comprare i cerotti alle otto di sera, nonostante non avessi modo per farlo", comincia con un enorme sorriso, rimanendo concentrato su quello che sta facendo invece di guardare Louis.

E Louis avrebbe dovuto notarlo, invece no:"E poi di ho picchiato e ha cominciato a sanguinare ancora di più? Si, lasciamo perdere", dice con tono mezzo infastidito, mezzo divertito. Harry invece ride ancora di più, Zayn dice loro che sarebbe andato a controllare Niall, ma probabilmente neanche l'hanno sentito. E davvero, Louis, guarda quello che sta succedendo.

"Voilà!", Harry posa le pinzetta da una parte e prende il panno bagnato.

"Cosa? Hai finito?", chiede Louis confuso e cerca di guardare su, distratto dal dolore.

"Si", risponde ridacchiando:"non ti ho fatto male vero, regina del dramma?", dice premendo il panno sulla ferita e ripulendo il sangue.

"Ah, ora fa male!", prova a liberare il piede dalle mani di Harry, già sudando, ma Harry gli lancia un'occhiataccia, azzittendolo e tenendolo fermo.

Mette le bende intorno al piede di Louis con attenzione e Louis lascia che Harry si prenda cura di lui. E per la prima volta, è lui quello a cui stanno mettendo le bende. Non vuole sapere come Harry sia diventato così bravo in questo.

"Fatto", finisce, pulendo il sangue dal pavimento e mettendo tutto quello che aveva usato sul tavolino da caffè. Si siede accanto a Louis, mentre questo controlla lo stato del suo piede.

"Da uno a dieci, quanto ti fa mele?"

"Prima era un otto, ma tipo per dieci secondi, ora è solo un quattro", confessa, non osando guardare Harry:"grazie".

"E' tutto ok. Stai più attento la prossima volta".

Rimangono in silenzio. Un silenzio strano e scomodo. Louis si morde le unghie, cercando di non toccare il pavimento con il piede e Harry si guarda intorno.

"Questo posto è un disastro".

"Mi dispiace", dicono nello stesso momento, entrambi rivolgendosi lo sguardo. Il ragazzo dagli occhi blu, alza lo sguardo al soffitto:"ero ancora un po' ubriaco", dice ridendo amaramente, ridendo a se stesso, ridendo per quanto la sua frase fosse patetica:"fanculo, è una vita che uso sempre la stessa scusa. Ma mi dispiace davvero per quello che ho detto Harry", torna a guardarlo, incontrando un paio di occhi verdi:"sono patetico ok? Non sto cercando di ottenere uno sconto e pretendere che ti dimentichi quello che ti ho detto e fatto... non solo oggi, ma anche ieri..."

Tu non sai niente, mi senti? Non conosci nemmeno me, non puoi sapere quello che sto provando.

Ma io non ti voglio qui...

Perché Louis ricorda, ricorda brevi momenti dell'ultima volta nonostante non vorrebbe affatto. Si ricorda sempre le cose brutte, sempre.

"E' tutto ok", Harry risponde e Louis si pietrifica. Guardando quel mezzo sconosciuto in un modo che le parole non possono descrivere.

Harry aveva detto quelle due parole. Aveva detto quelle parole e per Louis volevano dire 'va bene che le persone mi feriscano. O che mi trattino male'.

Louis avrebbe voluto dire qualche parolone importante delle sue, dedicargli una poesia, dirgli la verità e fargli vedere (ancora una volta) quanto sia sbagliato sentirsi in questo modo, ma non lo fa. Invece, torna a guardarsi in grembo e si pente di tutto quello che ha fatto nella sua vita.

"E' solo che non voglio che le cose vadano in questo modo. Tra noi. Così difficili e come se parlare fosse un peso".

"E' un peso per te?", chiede Louis dubbioso, i suoi occhi trovano di nuovo la via per i tratti dell'uomo davanti a lui.

"No. No, non lo è. E' forse un po' strano, ma penso che sia normale. Dobbiamo imparare a conoscerci di nuovo".

'Io non ti conosco'.

"Non so, è solo che, non possiamo litigare in questo modo. Ok?"

"Ok", Louis concorda. Harry dice qualcosa sottovoce, ma Louis non riesce a capirlo. Non ha il coraggio di farglielo ripetere.

"Ci sono ancora un sacco di cose che voglio chiederti", dice poi Harry.

"Non posso rispondere adesso".

"Lo farai un giorno?", non si stanno guardando, nonostante Louis voglia vedere l'espressione di Harry perché lui non riesce ad immaginarsela... non riesce.

"Si", è la semplice risposta di Louis.


~*~    


Le vacanze di Natale erano presto finite e Louis ci mise un po' a realizzare che fosse l'inizio di gennaio e che stavano per cominciate un nuovo anno. Erano cambiate molte cose in realtà e anche se, per Louis, quel tipo di festeggiamenti non significavano nulla, doveva ammettere che quell'anno sarebbe stato molto diverso dal precedente.

La neve sta già cadendo, l'aria è anche troppo fredda, gli studenti sono sempre gli stessi, Louis è sempre lo stesso, vive ancora con Zayn, è ancora a Londra, quindi anche quello è sempre uguale. Ma c'è una piccola differenza che cambia tutto.

Harry.

Aveva trovato Harry. Si ricorda ancora quando aveva detto che se qualcuno gli avesse portato via Harry, lui l'avrebbe rincorso, lui l'avrebbe trovato... E lo aveva fatto. Ci pensa, nonostante cercasse di far sembrare il contrario, pensa alle promesse che si erano fatti e che erano state dimenticate o infrante, questa ce l'aveva fatta. E' ancora triste perché un giovane Louis non avrebbe mai pensato che sarebbe dovuto correre dietro ad un giovane Harry, che in qualche modo, nel corso della loro vita, avrebbero preso strade diverse, che si sarebbero fatti male.

Perciò questa è ancora qualcosa che fa bloccare Louis, qualsiasi cosa stia facendo, per pensarci.

Per pensare alle stelle, non le vede, ma 'le stelle sono nei tuoi occhi Lou'.

"Liam ti ha risposto al telefono poi?", Louis chiede a Zayn, due settimane dopo che la scuola era ricominciata, di mattina presto, mentre si stanno preparando per andare a lavoro.

Non sono in ritardo, Louis ha cominciato a mettere la sveglia per conto suo. A volte era perfino già sveglio.

"No", sospira Zayn, dopo aver finito il suo caffè (con fin troppo zucchero).

"Cosa sarà successo? Pensi che sia successo qualcosa?".

"Non lo so", Zayn scrolla le spalle, prendendo la giacca dal divano:"ma lo vedremo a scuola e l'altro giorno l'ho visto entrare qui dentro, ma andare a parlare con Delilah".

"Delilah?", chiede Louis, spalancando gli occhi:"Delilah la ragazza con i capelli rosa, Delilah la nostra vicina?"

"Proprio quella Delilah", annuisce.

"Pensi che qualcosa bolla in pentola?", chiede Louis, la faccia visibilmente interessata all'argomento, prendendo le chiavi dal bancone.

Zayn lo segue verso l'ingresso per poi aprire la porta per uscire:"Non sono affari nostri. Ma credo che ci stia evitando", dice suonando irritato.

"Non ha senso, non abbiamo fatto niente di sbagliato", dice Louis entrando in ascensore senza lasciar entrare per primo, l'uomo che era lì ad aspettare prima di loro. Zayn sbuffa, scuotendo la testa per il comportamento del suo amico, lasciando passare l'uomo, la cui faccia non sembra particolarmente felice, per poi mettersi di fianco a Louis.

"Beh, ci hai parlato alla fine? Non credo", continuano la conversazione mentre l'ascensore scende, senza fermarsi – mille grazie:"è sparito dalla festa di Capodanno".

"Forse è solo impegnato", dice Louis, dubitando lui stesso delle sue parole.

"Comunque. Ho parlato con Niall", dice Zayn mentre escono dall'ascensore e poi dal palazzo, diretti verso la loro macchina.

"Zayn, sei serio?", Louis rotea gli occhi:"Bel modo di cambiare discorso", applaude manifestando la sua ironia.

"Non commento nemmeno", è il turno di Zayn di roteare gli occhi, un'altra volta:"E' una bella persona, sai? Molto amichevole, un bravo ragazzo con cui farsi una risata e lavora in un negozio di musica, davvero fico".

"Buono a sapersi, magnifico", Louis sorride:"peccato che non te l'ho chiesto", Louis prende le chiavi e apre la macchina dopo averla raggiunta, dando uno sguardo all'orario sul suo polso e facendosi mentalmente due conti su quanto tempo ci avrebbero impiegato ad arrivare a lavoro con il traffico.

'Otto della mattina. Non è un orario umano in cui essere svegli', pensa e hanno venti minuti per essere a scuola. C'è ancora tempo.

"Smettila di essere infantile", dice Zayn sedendosi al posto del passeggero e Louis sbuffa a quel commento:"quello che sto cercando di chiederti è se hai parlato con Harry", Louis si paralizza, prima di accendere la macchina.

"Sono stato un poò impegnato, ma lui mi ha scritto qualche volta, perciò si, un po'".

"Lui ti ha scritto? Tu mai?", per Louis è facile ignorare Zayn ora che sta guidando, deve restare concentrato. Non può affrontare questa conversazione, ma è di Zayn che si parla, non avrebbe lasciato cadere il discorso così facilmente.

"No."

'Tu non mi volevi qui, vero?'

"Perché?", Louis scrolla le spalle, girando lo sterzo a destra:"non vuoi che questa cosa funzioni, Louis? Seriamente".

"Certo che lo voglio", risponde, trattenendosi dall'accendere la radio per porre fine a quella conversazione:"ma non è facile, è strano e quando lo guardo...", sospira e si ferma ad un semaforo:"non so se sono pronto per questa cosa. Specialmente se le cose continuano ad andare in questo modo".

"Lui ti sembra pronto invece?", Louis guarda Zayn per un momento, prima di guardare avanti e notare che a regolare il traffico, per via della neve, ci fossero i poliziotti e quindi capire che non si fossero davvero fermati per il semaforo.

"E' questa la cosa, lui lo è. Lui si sente pronto. Parla così casualmente, manda messaggi solo chiedendomi come sto, oppure solo salutandomi o chiedendomi quando torniamo alla caffetteria. E' strano perché in tutto questo non c'è niente di normale".

Zayn sospira rumorosamente e Louis mantiene le mani sul volante, le nocche che diventano bianche e le dita appena viola.

Zayn gli offre i guanti che di solito tiene nel vano dello sportello e Louis li accetta, infilandoseli.

"Non pensare e basta Louis. Cosa ti dice sempre tua madre? Fai ciò che ti rende felice, giusto?", Louis annuisce appena:"Allora fallo e basta. Lo dici sempre, cosa c'è ora di diverso?"

Tutto.

"Invitalo a vedere lo spettacolo a scuola oggi", continua Zayn.

"Non verrebbe. Pensi che... Dio, non verrà mai", Louis scuote la testa.

"Sono al novantanove per cento sicuro che direbbe di si".

"E quell'un per cento?", Louis ghigna guardandolo con la coda dell'occhio, quando la fila comincia pian piano a muoversi.

"Se non lo inviti, non verrà".

"Divertente", Louis ride appena, ma si ferma, non è davvero dell'umore.

"Cosa ti aspetti da Harry?", Louis aggrotta la fronte e si gira completamente verso Zayn. Rimane a guardarlo per troppo tempo, finché non sente una macchina suonargli da dietro per farlo muovere.

"Che intendi?"

"Tra quattro mesi, o magari un anno, cosa ti aspetti da lui? Cosa vuoi essere per lui? Dove vi vedi?".

Louis si prende del tempo per rispondere. La macchina davanti a lui, si allontana, si ferma, guarda il poliziotto e si allontana anche lui. Lentamente.

"Suo amico. Voglio che sia di nuovo presente nella mia vita.


~*~    


"Pronto?"

"Louis? Ciao".

"Hey Harry", Louis ridacchia, notando quanto sembrasse sorpresa la voce di Harry, rispondendo al telefono.

"Stai lavorando?"

"No, è il mio giorno libero", risponde e Louis conosceva la risposta, l'aveva chiesto solo per far finta di no.

"Ah bene", tamburella con le dita i tasti del piano nell'aula di teatro:"hem, senti, ti ho chiamato per chiederti una cosa. Cioè, più o meno, non è davvero una richiesta. Credo. Ma implica una domanda, ma credo che Zayn una volta mi abbia detto che non può ritenersi una domanda, può-".

"Hey Louis", Harry ridacchia e Louis rimane in silenzio. Sente delle voci dall'altra parte dell'apparecchio, probabilmente Harry stava guardando la TV o robe del genere:"calmati", ormai ha sentito questa frase così tante volte, ma stavolta la voce di Harry sembrava più dolce. Tuttavia sembrava comunque più roca al telefono.

"Giusto", dice Louis:"stasera a scuola abbiamo uno spettacolo, con i miei studenti e, hem, vuoi venire? E' aperto a tutti".

"Oh", sembra ancora più sorpreso:"Vuoi davvero che venga?", sembra insicuro e Louis non può biasimarlo, ovviamente, ma glielo sta chiedendo perciò poteva voler dire solo che Louis lo volesse davvero.

"Credo".

Harry sospira dall'altra parte.

"Si", Louis si corregge.

"A che ora?"

"Alle nove".

"Va bene", dice Harry entusiasta.

"Davvero? Grande. Ti scrivo per messaggio l'indirizzo, si terrà nell'auditorium della scuola", Harry mugugna per confermare di aver capito:"puoi portare il tuo, hem, Niall".

"Porterò il mio Niall allora", Harry ride più forte, Louis invece non capisce la sua risata:"solo che non so se lavora a quell'ora. Te lo farò sapere".

Louis sente il campanello suonare:"Ok allora. Ora devo tornare a lavoro, ci vediamo stasera".

"A stasera, Louis", Louis non è sicuro, ma crede di aver sentito un sorriso nella sua voce prima che mettesse giù, ma in ogni caso, si può sentire un sorriso?

In realtà no.


~*~ 


 "Siete stati tutti meravigliosi", Louis sorride ai suoi studenti, tutti seduti con ancora i loro costumi e il trucco addosso, dopo aver messo in scena 'Romeo e Giulietta':"sono davvero molto fiero del nostro lavoro di squadra, soprattutto perché l'opera non è stata messa su nel modo tradizionale. Siete stati tutti molto responsabili nei confronti di un lavoro così tosto, con soli quattro mesi di prove. Mi aspetto che lo spettacolo di fine anno venga ancora meglio. Non saranno ammessi errori. So che potete riuscirci perfettamente ed inizieremo presto così da poter avere più tempo", finisce, guardando i suoi studenti che avevano gli occhi lucidi.

Sono orgogliosi e grati, questo è ciò che Louis ama vedere. Era stato ansioso per tutto lo spettacolo, probabilmente più di loro, ma ne era valsa la pena. Adesso si sente bene davvero, incoraggiato dopo aver visto il suo lavoro e quello dei suoi studenti venire mostrato a tutti... sentire gli applausi fa sentire a Louis la mancanza di molte cose, ma sarebbe rimasto lì per ascoltarli, avrebbe lasciato che quel suono lo invadesse.

"Miss Lawrence vi darà dell'acqua, poi potrete andare a cambiarvi e andare a festeggiare, ve lo meritate", Louis sorride e alcuni studenti vanno a parlargli prima di andarsene e lui ne è estremamente lieto, è lì che lui appartiene, a loro piace il suo lavoro, è importante per loro perché tutti condividono la stessa passione.

"Grazie Mr Tomlinson", Jonathan è l'ultimo ad andare da lui, si scambiano un sorriso e Louis gli stringe amichevolmente la spalla.

"Non c'è di che ragazzo, avete fatto quasi tutto da soli".

"Non è proprio così. Ci ha aiutato molto, signore. E non parlo solo per me stesso".

"Grazie per le tue parole", Louis annuisce, sorridendo calorosamente:"comunque come stai?"

"Meglio, e lei come sta signore?"

"Anche io sto meglio", continua a sorridere. Jonathan si guarda intorno prima di continuare.

"Dylan è venuto a vedermi stasera".

"Davvero? Avete risolto allora?"

"Ci stiamo lavorando", e Louis vorrebbe ridere perché è curioso. Vorrebbe anche dire a quel ragazzo che anche Harry era venuto a vedere lo spettacolo (spera) e che anche loro stanno cercando di far funzionare le cose. C'è speranza. C'è speranza e Louis vuole crederci così tanto.

"Cercherò di farle sapere quando si sarà sistemato tutto. Magari le racconterò cosa è successo veramente".

Louis annuisce:"Prenditi il tuo tempo ragazzo. Voglio che tu stia bene".

"Grazie Mr Tomlinson", Jonathan sorride:"si ricordi che c'è sempre speranza e che non possiamo continuare a guardare il pavimento, quello che vogliamo vedere, è proprio qui. Davanti a noi", il ragazzo dagli occhi verdi sorride e Louis guarda oltre le sue spalle e lo vede. Vede altri occhi verdi che lo guardano, sono caldi, brillano riducendo a niente le stelle degli occhi di Louis perché quegli occhi... quegli occhi hanno il sole dentro.

Louis sorride e non sa da dove venga fuori perché era sicuro di stare già sorridendo.

"Hai ragione ragazzo", dice Louis guardandolo. Il ragazzo si volta, vedendo l'uomo che Louis sta guardando.

"Certo che ce l'ho signore", scherza e Louis lo guarda per un istante per ridere:"ora devo andare. Ci vediamo Lunedì", lo saluta e si allontana mentre Harry si avvicina a Louis.

Si morde le labbra mentre Louis si morde l'interno della guancia:"Ciao. Come sei arrivato fin qui?"

"Mi ci ha portato Zayn, è andato a parlare con alcuni studenti apparentemente", Louis annuisce e nota che Niall alla fine non fosse venuto il che voleva significare che avrebbe lavorato fino a tarda notte quella sera, era molto dispiaciuto per questo, sarebbe voluto venire davvero.

"Grazie per essere venuto, è davvero importante", dice, le parole che gli escono di bocca così facilmente. Il viso di Harry si illumina e sorride, la fossetta che spunta fuori dalla sua guancia. La pelle che sembra così morbida e di cristallo.

"I tuoi studenti hanno davvero molto talento, Zayn mi ha raccontato quanto duramente abbiate lavorato tutti quanti".

"Molto duramente", Louis si aggiusta gli occhiali sul naso, gli stavano dando non poco fastidio.

"E tu usi di nuovo gli occhiali", Harry ghigna e Louis riesce quasi a ricordarsi tutte le volte che Harry gli aveva detto di usarli, almeno a scuola perché era il momento in cui ne aveva più bisogno, tutte le volte che glieli aveva passati quando studiavano insieme, pulendoli per lui.

"Ora li metto più spesso".

All'improvviso, dal nulla, probabilmente fuori contesto, Harry stringe le braccia intorno al corpo di Louis chiudendolo in un abbraccio veloce, ma stretto, ma lungo abbastanza da potergli dire:"Sono fiero di tutto quello che hai ottenuto".

"Non ho ottenuto nulla", dice Louis, sistemandosi la maglietta non appena Harry si allontana, un po' scioccato dal gesto.

"Invece si. Anni fa mi congratulavo con te per lo spettacolo in cui hai fatto Danny Zuko a scuola e ora mi sto congratulando con te per lo spettacolo che hai diretto".

"Comunque sono sempre a scuola", sospira ed il sorriso di Harry sparisce.

"Potrebbe comunque essere l'inizio di qualcosa di buono", sorride di nuovo e Louis può solo sorridere per quell'espressione divertita.

"Bene, per ora sono soddisfatto", si tira indietro i capelli:"dovremmo uscire un giorno. Questo week end o quando vuoi", suggerisce senza guardare direttamente l'uomo alto il cui sorriso diventa enorme e limpidissimo.

"Si, ok. Posso portare anche uno dei miei amici della caffetteria che non hai ancora conosciuto", Louis alza un sopracciglio e poi capisce.

"Oh si, sicuro. Tu hai già conosciuto i miei amici, quindi. Lo dirò anche a Liam, è stato un po' impegnato ultimamente e non so se verrà", continua Louis cercando di non far vedere la sua delusione. Ovviamente avrebbero invitato tutti i loro amici. Avevano amici diversi adesso. Sono ancora mezzi sconosciuti. Sono più grandi adesso, non si sarebbero visti a casa per guardare un film e parlare per ore:"ma Zayn verrà di sicuro".

"Anche Niall. Non deve lavorare domani e io lavoro solo fino a fine pomeriggio Sabato, perciò possiamo vederci dopo cena", Louis sorride e annuisce d'accordo.

Vede Zayn avvicinarsi a loro perciò sorride. Si congratula con lui, abbracciandolo e baciandogli la fronte, Louis nota il modo in cui Harry li guarda. Nota come non sia lo stesso modo in cui lui guarda Harry e Niall, perché a Harry non interessa.

Non gli importa.




Buona sera splendori!! 

Allora vi sono mancata?! 

Vi è mancata questa storia?! 

Scusate il ritardo, ma non avevo internet, computer e il wifi dove di solito mi attacco l'estate, non funzionava e quindi ho aspettato di tornare in città. 

Ebbene si, l'estate è finita e d'ora in poi faremo tutta una tirata fino alla fine di questa storia.

 In bocca al lupo per tutto quello che avrete da affrontare questo nuovo anno. 

A presto. 

-A. 

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