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Kim Namjoon -

«Certo che sei impossibile, y/n! Di coccio. Testarda e di coccio..!»
«Questo già l'hai detto» dico con l'intento di far innervosire la mia migliore amica.

È così divertente..

Lei sbuffa sonoramente per poi battere a terra un piede, frustrata «Ma che faccia tosta!»
Ridacchio.

Bingo!

Afferra un cuscino e me lo lancia; con non so quale riflesso felino riesco ad evitarlo, spostandomi in tempo.
La guardo con espressione falsamente offesa «Un attacco a sorpresa? Sei caduta in basso Yu-»
Mi lancia un'occhiataccia «Se non la smetti di punzecchiarmi vedrai chi è che cadrà, chissà, forse dal quinto piano, anche con un armadio addosso magari: che te ne pare?» minaccia, puntandomi un dito contro.
Sospiro, buttandomi di peso sul materasso. Afferro lo stesso cuscino che pochi istanti prima stava per decapitarmi e me lo pigio contro la faccia«Yunaaa» mi lamento. La voce attutita dalla stoffa.
La ragazza si addolcisce, sedendosi accanto a me «Perché non vuoi partecipare? Sei brava, anche molto; inoltre hai creato un capolavoro. Sarebbe uno spreco...»
Sposto il cuscino e fisso il soffitto bianco.

È successo che ho scritto un racconto poco tempo fa: una storiella che non solo definirei per bambini, ma che nemmeno si può definire un romanzo. In realtà, se devo dire, ero riuscita a realizzare qualcosa che potrei definire "lontanamente decente": parla di un amore impossibile.

Sospiro «L'hai letta anche tu, no? È frivola e tremendamente banale.» le ricordo, ma Yuna sembra irremovibile.
«Ma cosa dici, y/n!» scatta «Sì, è vero: sarà anche basata su una tematica molto ricorrente, ma ti assicuro che non è affatto banale! È coinvolgente, innanzitutto; hai scritto tutto così dettagliatamente che sembra di trovarsi proprio in quel castello, e di provare le stesse emozioni della protagonista. E i sentimenti contrastanti... Dai, Piuma D'Inchiostro, fai vedere a tutti quanto vali!».
Arriccio il naso a sentir quel nome: il mio "nome d'arte" che la mia migliore amica mi avrebbe appioppato alle scuole medie.
Mi alzo a sedere, il cuscino stretto al petto «Yuna, no. N. O. Arrenditi. Non voglio partecipare a nessuna competizione, non ora e di certo non con quella storiella da quattro soldi»
La mia migliore amica sorride all'improvviso, un sorrisino malizioso che non promette affatto bene.
«Beh, in fondo non che mi importi tanto la tua opinione: "Arrenditi","Non voglio partecipare", "Non mi convincerai mai"," Non ci vado"» mi scimmiotta, cercando di imitarmi.
Mi acciglio «Che vorresti dire?»
Yuna ridacchia, incrocia le braccia e alza il mento con fare vittorioso «Perchè tanto, al concorso, ti ci ho già iscritta.»

Cala il silenzio; devo ancora metabolizzare cosa mi ha appen...

«COSA DIAMINE AVRESTI FATTO???» le grido, scattando in piedi e sgranando gli occhi.
«Ho detto: ti ho già iscritta al concor..»
Mi fiondo su di lei, scuotendola per le spalle «COSA CAVOLO HAI FATTO??!!»
Yuna mi scolla da lei, allontanandosi.
«Ho dovuto, tu non l'avresti mai..»
Mi stringo i capelli tra le dita sottili. «Certo che non l'avrei fatto! Non voglio!»
«Dai, y/n, non è mica la fine del mondo..»
«Questo lo dici tu.» le punto contro un dito accusatorio «Quando mi derideranno, mi umilieranno per la storiaccia che ho scritto- e sarà tutta colpa tua- TU ne pagherai le conseguenze.»
Yuna si sdraia sul letto, a pancia all'aria «Resta il fatto che ho già inviato tutto al comitato che dovrà giudicare le opere, non puoi tirarti indietro.»

Serro la mascella.

«Ehi musona» mi chiama la mia amica.
«Che vuoi?»
Mi fa un occhiolino «Abbi fiducia in te stessa, mmh?!»
Alzo gli occhi al cielo e sorrido.

Non riesco ad arrabbiarmi con lei, proprio non ci riesco.

__ __ __

«Esco a prendere qualcosa. Che ti prendo? Brioche? Caffè? Un po' di calma in barattolo?» mi domanda Yuna con un sorrisino, mentre aspettiamo il verdetto dei giudici.
Scuoto la testa, nonostante avrei davvero bisogno di darmi una bella calmata.
«Sono a posto, grazie», non sembra convinta, eppure annuisce ed esce dalla libreria.

Ho mezz'ora per darmi una calmata.

Mi dirigo verso gli scaffali, lontana dai giudici, dal chiacchiericcio e soprattutto dagli altri concorrenti con cui non ho assolutamente intenzione di fare conversazione.
Mi immergo prima nei romanzi d'amore, quelli gialli, per poi fiondarmi nel reparto "classicici" e adocchiarne uno in particolare.
«Goethe!» esclamo, per poi alzarmi sulle punte e allungare le dita verso il piccolo volume di "I dolori del giovane Werther".

«Questo è uno dei modi migliori per cadere contro uno scaffale» sento ridacchiare prima che una mano, molto più in alto della mia, afferri il libro che cercavo.
Mi volto di scatto, rossa in viso, ritrovandomi di fronte il sorriso comprensivo e dolce di uno sconosciuto dal quale nascono due profonde fossette.
Il tale si rigira il volume tra le mani «Goethe, eh. Secondo l'ordine questo libro non dovrebbe stare così in alto.» constata, alzando un sopracciglio.
Decido di rimanere in silenzio, mentre lui non smette di sorridere. Mi riscuoto, rendendomi conto che lo sto fissando troppo.
«Oh, ecco a te.» dice, porgendomi il libro. Rimango un attimo imbambolata, poi lo afferro, chinandomi per ringraziarlo e scusarmi per il disturbo.
Sorride anche di più, forse addirittura imbarazzato da tutte quelle scuse «Non è nulla, ma fa attenzione la prossima volta: non ci sarò sempre a prendere i tuoi libri sugli scaffali più alti»
Arrossisco e annuisco «S-si io..non avevo davvero intenzione di leggerlo» rivelo.
Fa una risatina divertita, chiara, cristallina «Un rifiuto categorico riguardo i classici tedeschi?»
Sgrano un attimo gli occhi e cerco di giustificarmi.

Ci manca solo che faccio la figura dell'ignorante di fronte a qualcuno che sembra essere uscito da un romanzo.

«N-no, anzi. Sto solo impiegando il tempo prima de...»
Mi mordo il labbro, il che lo rende solo più curioso «Momento relax in libreria prima dopo essere fuggita dagli impegni?» cerca di indovinare.
«N-no..» mi porto una ciocca dietro l'orecchio.

Avrei dovuto legare i capelli, sto scottando dall'imbarazzo e ci manca solo che inizi a grondare sudore.

Assottiglia lo sguardo, facendosi quasi determinato «Cerchi lavoro qua dentro?»
Scuoto la testa «N-no io...»
Incrocia le braccia «Il tuo ragazzo ti ha dato buca e ti sei rifugiata tra i libri» prova, con un sorrisino beffardo.
Arrossisco, agitandomi «N-no no!» mi difendo.
«Niente ragazzo o niente buca?» continua, mettendomi in difficoltà.
«N-niente buca.. e ragazzo.. cioè.. nessuno dei due..»
Lui ridacchia, intenerito dal mio comportamento «Quanta foga, bastava un semplice "nessuno dei due"»
Abbasso lo sguardo.
«In realtà è per.. sì, insomma.. per il concorso» spiego, e gli si illuminano subito gli occhi, tanto che si avvicina, incuriosito.
«Quello di oggi? Ne fai parte?》
«Si, cioè.. io non avrei voluto»
«Come mai?»
«Non è che la mia storia sia così.. interessante»
«Questo fallo decidere ai lettori o, nei mio caso, agli ascoltatori» mi sorride, appoggiandosi con una braccio allo scaffale, senza però farlo muovere di un centimetro «forza, di che parla la storia?»
Alzo un sopracciglio.
«N-no davvero, non è un granché..» ma d'un tratto si avvicina, col sorriso su quelle labbra che sono costretta a fissare.
«Chiunque ti abbia iscritto a questo concorso con la forza penso l'avrà fatto per una buona ragione, non credi?» sussurra ad un passo dal mio viso.
Mi ritrovo ad alzare lo sguardo quando vedo che mi sta porgendo una mano «RM» si presenta «È il mio nome d'arte, se vogliamo chiamarlo così. Un minimo di convenevoli te li devo, così da non essere più classificato come un completo sconosciuto. Tu sei...»
«P-piuma d'Inchiostro» rispondo, notando un verso di apprezzamento da parte sua.
Mi guarda dall'alto: la sua altezza è notevole, ma stranamente non è questo dettaglio a farmi sentire così piccola, sembra quasi la sua aura.
Alzo lo sguardo, nei suoi occhi scuri, e sospiro «È principalmente una storia d'amore»
Lui si acciglia, non capendo.
«Prima mi hai chiesto della storia, quindi..»
RM continua a fissarmi, con un sorrisino stampato sulle labbra «Oh, mi piacciono i lieto fine amorosi»
«E allora ne sarai deluso»
Si stacca dallo scaffale, interessato «Perchè ?»
«Non tutte le storie d'amore hanno per forza un lieto fine»
«Di che parla» non sembra una domanda, ma quasi un ordine.
«Una misera dama di corte che arde di un amore impossibile per il principe del castello» dico, con un tono volutamente superficiale per sottolineare quanto la mia storia sia inappropriata.
«Non vedo perché debba essere impossibile» commenta.
«Beh, è evidente: lei non ha minimamente a che fare col principe e il suo mondo di lussi e ricchezze basato su un rango sociale alto»
«Se lui la ama non vedo davvero il perché non possano vivere felicemente insieme» si difende, come se l'avessi offeso.
«Lui non sa nemmeno dell'esistenza di lei!»
Si fa più deciso «Se lei lo ama così tanto è impossibile che il principe non se ne sia accorto!»
Gesticolo freneticamente «E invece lo è: lei resterà sempre sola nei bassi fondi della sua miseria e lui risplenderà sempre in tutta la sua grandezza senza accorgersi della dama. Magari un giorno ci sarà un matrimonio combinato, o lui s'innamorerá di un'altra: resta il fatto che tra quei due non nascerà MAI nulla. Questo non vale solo per la mia storia ma spesso e volentieri è la realtà, nuda e cruda» ribatto animatamente, forse anche troppo.

RM distoglie lo sguardo appena finisco per poi passarsi una mano tra i capelli biondi tinti, facendoli ricadere morbidamente sulla fronte. Dopo un attimo di imbarazzante silenzio, riprende parola «Forse hai ragione, ma c'è sempre l'eccezione alla regola. Sai anzi cosa penso? Che sì, quella dama non sarà mai notata da QUEL principe, ma verrà il giorno in un ce ne sarà un altro che non solo la noterà, ma s'innamorerà perdutamente di lei, giorno dopo giorno, sempre più del giorno precedente, fino alla fine della sua esistenza»
«RM» per un attimo alza lo sguardo nel mio, una scintilla strana gli passa negli occhi.
Guarda l'orologio al suo polso «Piuma d'Inchiostro» mi sorride «spero di rivederti presto. È stato...» mi prende il libro dalle mani, appropriandosene, facendo carezzare le nostre dita per un attimo: le mie fredde e piccole, le sue affusolate e calde.
«...un piacere conoscerti» conclude. Si china alla mia altezza, sorridendo dolcemente per poi sussurrarmi all'orecchio «Buona fortuna, anche se non penso ti servirà» e così com'è arrivato, scompare.

«Su forza, y/n! Ti ho cercato dappertutto. Veloce, stanno iniziando!» sento la voce di Yuna alle mie spalle, prima di essere malamente tirata per una manica fino al tavolo dei giudici, dall'altra parte della libreria.
«La classifica sarà composta da primo posto, secondo posto e infine il terzo, per ogni genere.»

Non mi aspetto nulla.

Letti i vincitori dei generi fantascienza, giallo, storico, arriva il turno di "varie".
«Primo posto: Danielle Baurde! Complimenti, complimenti signorina. Col suo racconto...»
Distolgo lo sguardo, posandolo sulla punta delle mie converse.

«Secondo posto: Jaynga..? Originale nome d'arte signorino...»
Sospiro.

Chi ci sto a fare qui?

«Terzo ed ultimo posto: Piuma D'Inchiostro! Se la signorina vuole salire sul palco a ritirare...»
Sgrano gli occhi.
Yuna grida felice, beccandosi occhiatacce da tutti i presenti mentre mi spinge verso i giudici.
L'uomo mi porge una piccola coppa di bronzo «Congratulazioni signorina»
Scuoto la testa «Guardi, deve esserci un errore...»
Lui ride, negando «Se devo dire la verità sua premiazione è stata una decisione ardua da prendere: la maggior partedella giuria pensava di non darle il terzo posto, ma all'ultimo minuto uno dei nostri più esperti giudici ci ha... aperto gli occhi. Il suo è un racconto davvero molto avvincente e interessante».
Lo ringrazio e faccio giusto per andarmene, quando l'uomo mi ferma sull'ultimo «Scusi, stavo giusto per dimenticarmene: questo è per lei. Mi è stato personalmente affidato proprio da quel collega che le è stato decisivo per la sua premiazione» mi allunga un oggetto.
Faccio per prenderlo quando sgrano gli occhi sull'oggetto in questione.
Il giudice si acciglia «Per caso non le piace il genere?»
Sorrido tra me e me, afferrando il volumetto «Affatto, adoro i classici tedeschi» e così mi allontano, sentendo una strana e calda sensazione farsi largo nel mio petto, mentre stringo a me la copia di "I dolori del giovane Werther" su cui, sulla prima pagina, c'è scritta solo un'abbreviazione: RM.

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