IV || SECONDO ANNO: ESPLOSIONI
SECONDO ANNO
<<Signorina Granger>> tuona la voce di Piton, bassa e minacciosa. Il professore di pozioni cammina con passo leggero alle spalle della ragazza, il lungo mantello nero che accarezza con un fruscio il pavimento. Hermione non lo guarda, ma sente addosso l'occhiata sprezzante che ricade sul suo calderone. <<Per essere una strega brillante come tutti i miei colleghi dicono, devo ammettere con mio rammarico che in pozioni non solo non riesce ad eccellere, non raggiunge neanche la sufficienza >>
La ragazza, ora presa dal panico, era convinta fino a pochi passaggi prima che tutto stesse andando per il verso giusto. Ha seguito ogni passaggio della pozione alla lettera, ma da quando ha lasciato cadere il distillato di corno di Erumpent nell'intruglio, uno sgradevole odore ha cominciato a levarsi dal calderone e ha perso qualsiasi controllo sulla sua apparentemente perfetta pozione esplosiva.
Alle parole del Professor Piton tutta la parte di Serpeverde dell'aula scoppia fragorosamente a ridere. Anche qualcuno dei Grifondoro, Hermione potrebbe giurarlo.
Che imbarazzo, pensa, tenendo la testa bassa e guardando il miscuglio verde acido addensarsi sotto i suoi occhi. Probabilmente sarebbe svenuta a causa dell'odore che emanava la sua posizione. Almeno, sarebbe stata una scusa per essere portata via da lì.
Hermione odia l'ora di pozioni. Odia non riuscire a mettere in pratica tutte le sue conoscenza in materia semplicemente per una mancanza di praticità che, ne è sicura, potrebbe tranquillamente guadagnare con un professore meno prevenuto e meno minaccioso. Soprattutto, odia dividere quell'ora con i Serpeverde.
<<'Mione, vuoi per caso una mano?>> le domanda Ron, dandole una leggera gomitata sulle costole e ridacchiando con tono sommesso. Anche il soprannome è di scherno. Ron non si azzarderebbe mai a darle un nomignolo, sarebbe un gesto troppo affettuoso. E comunque, 'Mione suona davvero male.
Ron se la spassa dinanzi a quel momento d'imbarazzo di Hermione, felice che per una volta non sia lui la mira di Piton, cosa che ultimamente accade più che frequentemente. Nonostante il suo gongolare per il fallimento di Hermione, non smette neanche per un momento di mischiare il contenuto del proprio calderone con la bacchetta.
Hermione gli fa una boccaccia veloce, cercando di non farsi vedere da nessuno. E' scontato che, questa volta, la posizione del ragazzo rosso non è ancora esplosa solo grazie alla partecipazione di Dean Thomas, con il quale divide il calderone e che ha accuratamente preparato e pesato tutti gli ingredienti, lasciando a Ron il solo compito di mescolare. Non che Dean sia un genio delle pozioni, semplicemente è un po' meglio di Ron.
<<Quindi è così che ci si sente? Ad essere te?>> controbatte la ragazza, indirizzando al Grifondoro dai capelli rossi un'occhiataccia.
<<Ah-ah>> pronuncia lui, non facendo in tempo a rispondere con una linguaccia che qualcosa gli afferra la nuca e gli spinge la testa violentemente verso il tavolo da lavoro, facendolo quasi finire faccia a faccia con la posizione esplosiva nel suo calderone.
<<Weasley, non credo tu sia nella posizione di poter ridere della Granger>> lo riprende Piton, ancora nella parte dell'aula occupata dai Grifondoro nonostante i Serpeverde siano intenti a fare altrettanta confusione <<Dovresti piuttosto piangere pensando che ci sono voluti due anni della tua mediocre vita perchè quasi ti riuscisse la tua prima pozione>>
Altre risate si levano dalle cravatte verdi e questa volta Hermione si decide a lanciare un'occhiataccia verso i banchi di quell'aula dei sotterranei occupati dalle serpi velenose. Tyger e Goyle sghignazzano rumorosamente mentre Draco Malfoy, al centro tra loro, ricambia lo sguardo della ragazza con un lato del labbro sollevato con superiorità.
La sua pozione è, molto probabilmente, perfetta. Hermione non ha mai capito se la sua bravura in pozioni dipenda da una sua effettiva propensione o dal fatto che Piton l'abbia eletto suo pupillo dal primo giorno che hanno fatto lezione in quell'aula, fatto sta che trova insopportabile la sua abilità in quella materia.
Avrebbe di gran lunga preferito che fosse un incapace, sarebbe stato un altro punto su cui attaccarlo ogni volta che - e capitava spesso - lui si impegnava a ricordarle quanto inferiore fosse a causa del suo "sangue marcio".
La ragazza decide di non dargli ulteriore soddisfazione e torna di testa sul suo libro, provando a concentrarsi alla ricerca di un modo per salvare la sua pozione ma, in realtà, finendo con l'immaginare svariati scenari gradatamente cattivi che desidera con tutto il cuore capitino a Malfoy.
Niente di ciò che ha accuratamente immaginato, però, accade in quell'ora. Neanche la cosa più stupida, ad esempio che la pozione di qualcuno gli tinga per sbaglio quelli odiosi capelli biondi. O lo costringa a rasarseli tutti.
<<Non così in fretta, Granger>> la blocca Piton alla fine della lezione, avvicinandosi al suo banco. Harry e Ron, pronti a svignarsela il prima possibile da quel posto umido e buio per correre a pranzo, la stavano aspettando mentre lei infilava i libri in borsa. Udendo la voce di Piton s'irrigidiscono entrambi. Hermione alza lo sguardo, timorosa, sentendosi come sempre sopraffare dalla figura tenebrosa del poco amichevole professore di pozioni <<Malfoy>> tuona poi, alzando una mano scheletrica e chiamando a rapporto il suo ragazzo d'oro. O meglio, d'argento.
La serpe dai i capelli biondi tirati all'indietro e la divisa perfettamente stirata raggiunge con passo felpato il trio e il professore, facendo scorrere gli occhi tondi e grigi tra i presenti.
<<Potter, Weasley, andate>> esclama Piton, quasi fosse una minaccia <<Granger, tu resta qui con Malfoy. Fatti spiegare come si fa una pozione esplosiva decente. Malfoy, riceverai dieci punti per il tuo sacrificio>>
Hermione spalanca la bocca per protestare, mentre i pochi alunni ancora presenti lanciano al gruppetto occhiate incuriosite e i suoi miglior amici cercano qualcosa alla quale appigliarsi per salvarla.
Draco Malfoy è l'unico a sorridere, ma è un gesto che non ha niente di caloroso, o amichevole. E' solo felice perchè il gesto di Piton, più che un sacrificio, gli consente di salire sul piedistallo davanti a tutti, lasciando Hermione inerme ai suoi piedi. La ragazza quasi riesce a sentire i suoi pensieri. Se ne parlerà per tutta la settimana, Draco Malfoy che dà ripetizioni ad Hermione Granger. Una vergogna.
Harry allunga una mano verso il polso dell'amica e lo stringe frettolosamente, lanciandole uno sguardo compassionevole.
<<Ci vediamo dopo, Herm>> sussurra, prima che i suoi occhi chiari siano costretti a tirarsi indietro e a lasciarla lì nei sotterranei con il loro personalissimo nemico.
<<Herm, questa caduta di stile non mi sorprende. Non ti escono le pozioncine?>> la prende in giro il biondino, una volta che anche Piton lascia l'aula. Fa scivolare la tracolla di pelle di drago per terra e poggia il mantello su una delle sedie, lisciandolo prima di avvicinarsi al banco da lavoro e alzare gli occhi su di lei con un sorriso strafottente.
<<Non chiamarmi così>> lo riprende lei, sbuffando. Vorrebbe sbattere la testa contro il libro di pozioni, ma si trattiene per orgoglio. Qualsiasi cosa farà in quell'aula, sola con Malfoy, sarà usato contro di lei per secoli. Lo sa bene.
<<E come dovrei chiamarti? Granger? Sanguesporco?>> il ragazzo, come sempre, lascia trapelare con facilità quella parola della sue labbra, come se stessero amabilmente chiacchierando davanti ad un The, come se non fosse l'insulto più pesante di tutto il mondo magico. <<Anche se è un disonore, per me, dover passare del tempo insieme, ho tutte le buone intenzioni di riuscire davvero ad insegnarti questa pozione. Sai che smacco. Finirà negli annali.>>
Hermione, che un po' ha imparato a comprendere il funzionamento dei meccanismi del suo bacato cervello, si complimenta con sé stessa per aver compreso anche questa volta il modo in cui avrebbe metabolizzato quell'evento. Sopportare la sua presenza per brillare poi, davanti a tutti.
E' un comportamento così insopportabile, ma che Draco Malfoy abbia una personalità insulsa lo si capisce anche solo con uno sguardo. Altezzoso, arrogante e spocchioso, pur di spiccare in mezzo alla folla e mettersi in mostra venderebbe il suo migliore amico. Presumendo che ne abbia uno.
<<Solo i miei amici mi chiamano così>> puntualizza lei, con il suo solito modo di fare puntiglioso ed un dito che, incontrollato, fa ondeggiare davanti al viso di lui <<E tu, Malfoy, non sei mio amico>>
Solo un anno prima, Draco aveva anche tenuto a precisare che mai sarebbero potuti essere amici, due come loro.
<<Grazie a Salazar>> controbatte il ragazzo, sbuffando. Con quel soffio riesce a ricacciare al proprio posto un ciuffo di capelli sfuggito alla precisa acconciatura ed Hermione trova la scena particolarmente buffa.
Draco fa finta di niente, mantenendo per il resto del tempo una compostezza che un ragazzino di dodici anni non dovrebbe essere capace di avere. Si muove sinuoso tra i banchi dei Serpeverde, condividendo con Hermione la convinzione che gli ingredienti messi loro a disposizione da Piton siano migliori di quelli dei Grifondoro.
<<Perchè noi ce le meritiamo, le cose migliori>> aggiunge, tornando da lei con le mani piene di buste e ampolle.
<<E' facile così essere il migliore della classe>> puntualizza la ragazza, intenta a svuotare il calderone davanti alla sua postazione che poi pulisce con un incantesimo.
Draco si lascia andare in una smorfia mentre accende un fuoco con un tocco di bacchetta.
<<Semplicemente, tutti quegli ingredienti di qualità superiore sarebbero sprecati nelle mani di una come te. O come Weasley, o San Potter. Effettivamente, Granger, ti rendi conto che tutti i Grifondoro fanno davvero pena in pozioni? Non che eccelliate particolarmente in altro>>
Hermione non risponde alla provocazione, cominciando piuttosto a leggere ad alta voce gli ingredienti necessari per la pozione e a controllare che Malfoy li abbia recuperati tutti.
<<Radici di Biancospino sfilettate, Tintura di Zolfo due gocce...>>
Mentre rilegge la lista una seconda volta per memorizzare le quantità, tamburella con una mano sulle pagine del libro e con movimenti fluidi dell'altra indica gli ingredienti man mano che li nomina.
<<Nessuno ti ha mai insegnato a non gesticolare?>> la blocca subito Draco, lanciandole un'occhiata tagliente <<E' forse una dote, sbracciarsi, nel mondo babbano?>> la sua voce è sprezzante come sempre, eppure più che insultarlo di rimando Hermione gli fa il verso, godendo divertita della sua espressione scioccata. Nessuno, probabilmente, aveva mai scimmiottato Draco Malfoy.
<<Poi dite che non siete diversi da noi...>> le risponde, alzando gli occhi al cielo.
<<Oh, sta' zitto Malfoy>> lo blocca subito lei, prima di inoltrarsi in discorsi che renderebbero quella permanenza in aula ancora più invivibile. Senza attendere risposta riprende a leggere la preparazione degli ingredienti per la Pozione Esplosiva, questa volta tenendo le mani legate dietro la schiena. Quando si rende conto di aver effettivamente fatto qualcosa che vada a genio a Malfoy quasi si maledice, ma è troppo tardi e le mani ora le servono non per gesticolare ma per sfilettare la radice di biancospino che lui le passa sul banco.
Lavorano fianco a fianco, in silenzio, per buona parte della preparazione. Hermione lancia qualche occhiata al ragazzo, studiando con curiosità il suo fare preciso, metodico. I due hanno un approccio obiettivamente diverso. Draco lavora con maestria, tenendo tutto sotto controllo e saltando da una preparazione all'altra con fare leggero ma sicuro. Tutto, in lui, è preciso ed elegante. La schiena dritta, la mascella serrata, quell'espressione di sfida, quasi fosse in competizione persino con sè stesso. Non sono cose che si imparano quelle. Draco è stato cresciuto in quel modo dal primo giorno.
Hermione, al suo fianco, si sente improvvisamente sciatta.
La sua parte del ripiano è in disordine, nonostante nella sua mente sia tutto chiaro. Ha la camicia arrotolata sull'avambraccio e i capelli legati in una crocchia improvvisata, il modo in cui tiene la bacchetta per mescolare le sembra sbagliato, tutto sembra fuori posto, in confronto a lui.
<<Guarda, è che sei così abituata a gesticolare che non sai neanche girare bene>> la riprende infatti il ragazzo, quando la sua attenzione passa dall'estrarre il liquido dal corno di Erumpent al calderone davanti al quale lei sta amalgamando la pozione ormai a metà della preparazione.
<<Cosa c'è di sbagliato nel mio mescolare?>> domanda lei con rabbia nella voce, rendendosi conto di non essere il massimo ma cercando comunque di mantenere la testa alta e la dignità che la contraddistingue.
<<Osserva>> sbotta Draco, afferrando la bacchetta dal ripiano e facendo spostare la ragazza con una spallata. Hermione lancia fulmini e saette al puffo biondo al suo fianco, senza la minima voglia di ammettere che è vero, persino il modo in cui lui mescola la pozione sembra decisamente più corretto ed efficiente del suo. Non commenta quindi, però prende mentalmente appunti e silenziosamente torna al suo posto. Non è certo una stupida. E' solo che è così difficile dare retta a Draco Malfoy. E' per questo che la stessa scena si ripresenta pochi minuti dopo, impegnando i due ragazzi in un acceso battibecco su come dovesse essere inserito il liquido di Corno di Erumpent.
<<Devi metterlo piano e con un moto circolare>> sostiene Draco con fermezza, piantando i suoi occhi grigi in quelli di lei e mostrando una certa insofferenza nel vedersi contraddire.
<<Moto circolare? Ma sul libro non c'è!>> controbatte, convinta che lui lo stia facendo apposta a rendere quella preparazione un inferno e che molto probabilmente tante delle cose che le dice sono una cavolate per gonfiare il suo ego o prenderla in giro <<Se dice versare liquido di corno di Erumpent, senza altre specificazioni, io lo verso e basta>>
<<Questo, è perchè tu sei una maledetta so-tutto-io, e non chiedi mai!>> esclama il biondo, ora con un sorrisino saccente <<Io ho chiesto a Piton come andasse versato, e lui ha detto così. Anzi ha aggiunto che si farebbe un gran casino a metterlo nel modo sbagliato>>
Hermione lo guarda con le palpebre assottigliate, le labbra strette, cercando uno straccio di verità su quel viso spocchioso e dai lineamenti fini. L'unica cosa della quale riesce a convincersi alla fine è che Malfoy ha degli occhi molto interessanti, un po' inquietanti, ma a loro modo bello. Questo però non le risulta per niente utile per quella che è diventata la pozione più difficile che abbia mai preparato.
<<Fidati, Herm>> mormora lui con scherno alla fine di quello scambio di sguardi, accentuando quasi con disprezzo quel suo soprannome e alzando le sopracciglia con sfida.
Fidarsi. Di Malfoy.
Per il solo modo in cui ha utilizzato il suo nomignolo per sfotterla, Hermione capisce che deve averla presa in giro per tutto il tempo. E che non potrà mai fidarsi di lui.
Con un gesto veloce e repentino afferra dal ripiano l'ampolla con il liquido da incorporare alla pozione e senza pensarci due volte lo versa tutto d'un fiato, non curandosi troppo del modo in cui il liquido argenteo finisce nel calderone.
L'attimo dopo si sente un botto, poi davanti ai suoi occhi diventa tutto nero.
Non è morta, si rende conto. Non ancora almeno. E' semplicemente esplosa la Pozione Esplosiva.
Il che, con Malfoy accanto che ancora non riesce a vedere ma del quale immagina l'espressione, è paradossalmente peggio.
<<Te l'avevo detto>> ruggisce Draco quando la coltre di polvere nera si spande e i loro occhi riescono ad incontrarsi. Hermione non può fare a meno di scoppiare a ridere nel vedere l'elegante e sopraffino Malfoy ricoperto interamente di fuliggine. Quando quest'ultimo si rende conto del perchè la ragazza sta ridendo in quel modo lancia un urlo che sarebbe capace di rompere le mura di quell'aula e farla sprofondare ancor più sotto terra, seguito da insulti a cascata contro Godric, contro i Grifondoro, contro Hogwarts e contro la Granger <<Avresti dovuto fidarti, stupida Sanguesporco>> conclude, rabbioso, tirando via la camicia da dentro i pantaloni per poterla sbattere meglio e lanciandole sguardi carichi di odio. Prima che usasse quella parola avrebbe definito la scena esilarante.
Hermione ora però si sente ribollire di imbarazzo, di collera, mentre si costringe a tenere la mano chiusa in un pugno per non dargliela direttamente su quel bel nasino dritto.
Un anno fa, quando è cominciata la sua personale sfida contro Draco Malfoy, si è ripromessa che sarebbe stata in grado di dimostrargli quanto sia degna di essere chiamata strega. Quanto poco importi il sangue, la provenienza della sua famiglia, le sue origini babbane, in confronto alla sua intelligenza, alla sua bravura, alle sue capacità.
In quel momento, tuttavia, non le sembra di essere sulla buona strada per provare il suo punto.
<<Come potrei mai fidarmi di te?>> si ritrova a gridare senza più riuscire a trattenersi, frustrata, sentendo le guance rosse sotto la polvere che ancora la ricopre, con gli occhi che potrebbero esplodere da un momento all'altro in un pianto nervoso. Si chiede perchè debba sempre andare così con lui, perchè le faccia sempre venir voglia di piangere. <<Sei crudele, e viscido, e mi odi. Nessuno a questo mondo potrebbe mai fidarsi di te>>
Draco comincia a racimolare la sua roba ancor prima che Hermione finisca la frase, dopo averla guardata senza battere ciglia durante quegli insulti. Si sistema con indifferenza, come se fosse improvvisamente solo nell'aula. La ragazza si sarebbe aspettata una risposta, mente tutto ciò la spaventa ancora di più.
<<Vado a togliermi di dosso questa polvere e la tua puzza>> esclama lui, chiudendosi il mantello attorno al collo e muovendo i primi passi verso l'uscita nell'aula di pozioni. E' schifato, arrabbiato tanto che sembra in procinto di attaccarla come solo la serpe che è saprebbe fare. <<Per colpa tua, farò tardi alle selezioni del Quiddich>>
Le passa accanto velocemente, portando con sé sprezzo e fulligine.
Così scompare, lasciandola sola a ribollire in un calderone fatto di tutte le cose cattive che avrebbe voluto dirgli e gli incantesimi che avrebbe potuto lanciargli. Per un momento Hermione pensa di corrergli dietro e inventarsi qualcosa per metterlo in ridicolo, ma le gambe non accompagnano quel pensiero e neppure gli occhi, che stupidamente cominciano a lasciar andare le lacrime che era riuscita a trattenere fino a quel momento.
Con la bacchetta ripulisce l'aula, coprendo grazie al rumore di ampolle e attrezzi metallici il suono dei singhiozzi. Poi raccoglie le sue cose e lascia quel lugubre posto dove solo dei Serpreverde riuscirebbero a sopravvivere, accatastando insulti per Malfoy che prima o poi gli riverserà contro.
Purtroppo per lei, quella non è né la prima né l'ultima volta che Piton la obbliga a passare la sua pausa pranzo con Malfoy durante la prima parte dell'anno. Ogni volta che per il professore le sue pozioni non sono soddisfacenti, richiama all'ordine Malfoy e lo invita a rispiegarle alla Grifondoro.
Lui non le lascia più toccare niente, lei lo osserva e basta.
Usa un po' di quegli insulti che aveva stipato dopo la prima, disastrosa, lezione. Lui si sbizzarrisce inserendo la parole "sanguesporco" non appena può.
Ma Hermione non è certo una stupida.
Alla fine, riesce a trarre qualcosa di positivo da quelle ore supplementari di pozioni con il bulletto delle serpi. Pensa a Draco quando comincia a preparare la Pozione Polisucco, nascosta nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Chiude gli occhi e si fa guidare da ricordo del modo attento, quasi dolce, con cui Draco mescola gli intrugli nel calderone. Cerca di imitare il suo ordine, la sua precisione. Ogni volta che pensa che userà quella pozione proprio per raggirare lui, un sorriso soddisfatto s'impossessa delle sue labbra, e quel pensiero è proprio il pizzico di magia in più necessario per rendere la sua prima Pozione Polisucco perfetta.
Se solo Draco sapesse.
Se solo Piton sapesse.
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