I || SESTO ANNO: LASCIARSI ANDARE
SESTO ANNO
Ogni sentimento ha un peso specifico, unico e diverso. La taratura però cambia da persona a persona e forse è proprio ciò che ci rende particolari.
Qualcuno è più fortunato, per loro i sentimenti positivi pesano più di quelli negativi, tanto da riuscire quasi sempre a sopraffarli. Per altri è il contrario.
Hermione non ha ancora capito a che gruppo appartenga, le piace però convincersi che le sia riservato un posticino nel mezzo dove non sono i sentimenti in sè a pesare ma la persona alla quale sono legati.
L'amore, ad esempio, era sempre stato qualcosa di lontano, così flebile in confronto all'affetto che provava per Harry e Ron. Era sempre stata convinta che niente sarebbe mai stato più forte di ciò che sentiva quando i suoi migliori amici ridevano, quel senso di appartenenza, di completezza.
Questo finchè non ha visto per la prima volta un paio d'occhi tristi illuminarsi per lei, solo per lei, e tutto è cambiato.
Amare una serpe ha un peso non indifferente, un peso che non aveva mai associato a quel sentimento.
Amare una serpe significa stringere la mano alla morte ed esserne non solo consapevole, ma quasi felice di accoglierla, perchè più dolce il pensiero di essere accompagnata verso la fine da lei piuttosto che rimanere soli. Significa restare inerme, con le braccia aperte ed i vestiti sfatti, seduto sul pavimento freddo del bagno a ridere e piangere, in uno strano limbo tra la guerra e la pace. Guardarsi e non avere niente da dire. Guardarsi e, senza parlare, dirsi tutto. Tutto ciò che importa.
Amare una serpe vuol dire non arrendersi.
Anche quando l'oscurità incombe.
Anche quando sembra imbattibile.
Ed è per questo che Hermione non lascia il polso di Draco, lo stringe tra le dita gracili nonostante lui le chieda di non farlo, nonostante cerchi disperatamente di liberarsi.
<<Tu non sei questo>> gli grida lei, alla base delle scale della torre di astronomia.
<<Hai ragione>> risponde Draco, con lo sguardo vuoto, la mascella contratta. Tutti i suoi sensi sono in allerta e, come l'animale che tanto lo rappresenta, seppur tenuto in gabbia dalla presa di Hermione, sembra pronto a strisciare via da lì. Sinuoso. Letale. <<Io sono molto peggio di così>>
La ragazza stringe, se possibile, ancora di più la presa, sentendo la voglia di prenderlo a pugni crescere davanti a quelle insinuazioni, all'idea che Draco ha di sé stesso, così diversa dalla persona che è davvero.
Sa che non è davvero la sua presa a trattenerlo.
Se volesse, potrebbe divincolarsi senza troppi sforzi.
E' sempre stato molto più forte di lei.
Però Hermione è riuscita a sopraffarlo, a volte. L'ha imparato in tutti questi anni, guardandolo da angoli diversi, provando esperienze diverse, tanto distanti tra loro che è grazie ad esse che ora sente di avere una almeno una panoramica del ragazzo pallido che la fissa con i denti stretti e un'intensità tale nello sguardo da far pulsare la vena sulla fronte, una crepa palpitante sul marmo liscio che è la sua pelle.
Draco Malfoy. Più statua che uomo. Più rabbia che pace.
<<Silente tiene a te, lo sai benissimo. Come potresti guardarti allo specchio dopo averlo ucciso?>> cerca di infierire Hermione. Ora lui non riesce più a guardarla negli occhi così lei lascia andare il braccio per aggrapparsi velocemente al suo viso. Lo racchiude tra le sue mani, tenendolo fermo davanti al suo tanto vicino quasi da far sfiorare i loro nasi. <<Se questo non ti basta, fallo per me. Fallo per me.>>
La pelle di Draco, diafana, si tende vicino alle labbra per mostrarle un triste sorriso. C'è una verità nascosta nei suoi occhi di ghiaccio, ma come tante altre cose che Hermione non è riuscita a far venire a galla resterà chiusa in quel mare gelido che c'è dietro la sua testa, e al centro del suo petto.
La ragazza si sporge verso le sue labbra, tentando il tutto per tutto, ma lui gira il volto e l'unica cosa che Hermione riesce a baciare, con goffaggine, è la sua mascella affilata. Lascia cadere le sue mani, sentendosi ferita e quasi morire quando guarda il viso di lui contrarsi in un'espressione di dolore.
<<Farò quello che mi è stato chiesto>> le dice, la voce che è in realtà un tremito <<E tu non dovrai perdonarmi. Sarò per te lo stesso essere aberrante che ero prima, e che sono sempre stato. Così sarà più facile...>>
<<Cosa? Cosa potrebbe mai essere più facile dopo questo?>> lo interrompe, spalancando gli occhi e quasi boccheggiando, sull'orlo di una crisi, mentre quel discorso risucchia tutta l'aria intorno.
<<Odiarmi>> taglia corto Draco, ora suonando quasi sprezzante, con quel ghigno sul viso che l'aveva caratterizzato per anni. Lo sguardo assottigliato, un lato delle labbra sollevato con spocchia <<E lasciarmi andare, come ti ho sempre detto di fare>>
Hermione non avrebbe fatto neanche mezzo passo indietro, continuando a non credere a nessuna delle sue parole, e lui lo sapeva. Per questo Draco prende in mano la situazione, estraendo la bacchetta dalla tasca della giacca nera e puntandola sotto il mento della ragazza.
<<Salvami almeno da questo e vattene>> mormora guardandola dritto negli occhi, bello come un angelo e terribile come il demonio <<Salvami dal doverti schiantare>>
<<Scordatelo, Malfoy>> cambia tono allora Hermione, sentendo il suo cuore sgretolarsi lentamente nel tornare a chiamarlo per cognome, ma realizzando i motivi superiori per cui non avrebbe dovuto farlo salire su quella maledetta torre <<Ho provato a salvare la tua anima, ora salvo la scuola>>
La ragazza infila una mano sotto il mantello alla ricerca della bacchetta ma non è veloce abbastanza.
L'attimo dopo è per terra, contro il muro di pietra, mentre Draco si è già allontanato e sale velocemente le scale della torre di astronomia. Distrugge metà degli scalini sotto di lui, frantumando al tempo stesso tutti i ponti che pietra dopo pietra erano riusciti a costruire tra loro.
Sparisce presto oltre la porta dell'osservatorio.
Eppure anche nella rabbia, mentre si dà un contegno e cerca di capire quale possa essere la prossima mossa, una parte di lei ancora lo giustifica. Non sarebbe bastato uno stupido schiantesimo a concederle il privilegio di odiarlo, nè i suoi banali modi di liberarsi di lei, tantomeno quello sguardo freddo e senza cuore. Avrebbe voluto, ma non era abbastanza.
Forse, neanche se avesse ucciso Silente ci sarebbe riuscita.
Forse, questo sarebbe stato il suo tremendo destino: amare un angelo trasformato in mostro che non ha mai imparato a ricambiare, e che per quel che lui pensa amore ha fatto tutte le scelte sbagliate, perdendo sé stesso pur di difendere il suo nome.
🙆🏼♀️🙆🏼♀️🙆🏼♀️
non dovrei essere qui a pubblicare questo capitolo, ma purtroppo quando mi metto qualcosa in testa non riesco ad abbandonarlo.
Quindi, SALVE A TUTTI!
SI! ECCO UN'ALTRA DRAMIONE!
non vedevate l'ora ehhhhh
Sto scrivendo di loro per la mia sanità mentale, perché li amo troppo e perché ho un po' questa sfida con me stessa di riuscire a scrivere qualcosa di non troppo scontato e che possa farci emozionare (si, farci, perché sono la prima che se emoziona per le proprie storie)
Questa è più una intro in realtà, un punto di partenza. La linea temporale della storia stessa non sarà lineare, ma questo lo vedremo più avanti!
Prometto aggiornamenti settimanali almeno per i prossimi 4 capitoli (non mi era mai successo ma SI! Ho dei capitoli già pronti, pazzesco). Gli aggiornamenti saranno di domenica (ma oggi è sabato!!! Eh vbb, chi mi conosce sa che in realtà non sono brava a rispettare le scadenze. Cosa c'è di meglio di un capitolo inaspettato ??? Certo, come no)
Va bene, dopo aver rifatto lo spazio autrice più confuso della mia vita mi dileguo che c'è la sessione, sperando che dopo aver pubblicato questo riuscirò a studiare senza pensare a incantesimi e un certo biondino.
alla prossima,
Donna🙋🏼♀️🌸
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