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Capitolo 63

Marghe sbirciò dalla piccola fessura che il sipario lasciava tra le sue due tende. Scorse davvero un mucchio di gente ad assistere alla rappresentazione, e quel fatto non la fece sentir meglio.

Individuò subito sua madre che aveva insistito troppo a portare anche Carlo e Clara. Ovviamente pur dopo una debole resistenza aveva dovuto desistere.

«Pronta?»domandò la voce calda di Dani alle sue spalle.

Si voltò cercando di nascondere la sua preoccupazione, ma non vi riuscì del tutto. Difatti il suo migliore amico le sorrise dolcemente.

«Non ti preoccupare Marghe. Andrai alla grande»la rincuorò, e la ragazza si passò la mano sul vestito che le avevano fatto indossare, il primo dei due che era costretta a mettere. Questo era rosso mattone con la gonna che le scendeva fino a terra e con il corpetto, che le stringeva in poco in vita, decorato con particolari intessuti con fili color oro.

«Ho paura di avere vuoti di memoria improvvisi o di avere una crisi di panico».

«Non succederà. Ti sei impegnata tanto ad arrivare a questo punto».

«Certo. Si è data da fare solo per rubare la scena a qualcun altro »si intromise una voce astiosa.

Marghe si voltò di scatto di lato sopresa di vedere Emma lì dietro le quinte.

Daniele si frappose tra lei e l'amica con fare protettivo.

«Non dovresri essere qui»le disse assotigliando gli occhi.

«Se per quello neppure te Quattrocchi»gli rinfacciò lei acidamente, per poi riportare la sua attenzione su Margherita.

«Ti senti bene eh? Mi hai rubato la parte e adesso sarai te al centro dell'attenzione».

Marghe assunse un'espressione sopresa e in parte addolorata.

«Non sono stata io, ma la prof a cambiare le parti».

«Si certo. Invece sono più che certa che l'avrai fatto sicuramente per stare accozzata al tuo ragazzo».

«Ma se non stavamo neanche insieme a quei tempi».

In verità Seth le aveva rivelato da poco che dietro a quel cambio c'era lui, ma se ne guardò bene dal pronunciarlo ad alta voce. In fondo non voleva che il ragazzo venisse evirato da Emma.

«Non m'importa. La scena, le attenzioni...tutto doveva essere mio!»ribattè l'altra in modo isterico.

«Come tutto del resto»ribattè Marghe con una tale sicurezza che non sapeca di possedere.
Emma fu presa in contropiede, non aspettandosi una simile reazione.

«Cosa stai dicendo?»

«Lo sai perfettamente. Ti è sempre piaciuto stare al centro di tutto. A scuola, ovunque dovevi avere gli occhi puntati addosso».

«Ovviamente. Quelli come me meritano tutte queste attenzioni, al contrario di quelle come te che meriterebbero di vivere nell'ombra come dei topi se non peggio».

«Hai sempre pensato a qjesro anche quando eravamo amiche? No perchè non so se ti ricordi ma fino alla prima media siamo sempre state inseparabili».

«Ero una sciocca. Non ero consapevole del tutto di quello che ero».

«Perché?»

Emma non capì e Marghe continuò:«Perchè tutto questo? Perchè ti sei fatta quest'idea sulle persone? Perchè hai gettato alle ortiche senza pensarci due volte un'amicizia che perdurava da anni?»

«Vuoi davvero saperlo?» Si avvicinò di qualche passo e poi sorrise.«Perché quelli come me non devono mischiarsi a feccia come te. Perchè tu non vali niente e se avessi continuato a stare in tua compagnia avrei sicuramente fatto la tua fine».

«Emma smettila»la minacciò Dani con sguardo furente, ma un'occhiata da parte di Marghe lo dissuase a cedere alla voglia di darle un pugno in faccia.

Il Mezzo Angelo non era quasi mai incline alla violenza ma quando c'era di mezzo Margherita tendeva a comportarsi istintivamente andando talvolta contro la sua natura.

«È qui che ti sbagli Emma. Io sono felice di quello che sono. Tu sei circondata da tante amicizie ma quali sono quelle vere? Io a differenza tua ho pochi amici ma buoni e preferisco così. E poi tu mi definisci feccia...ma non lo sono veramente le persone che si atteggiano come te?»

Dani si portò una mano davanti alla bocca per nascondere un sorriso che si sarebbe tramutato presto in una risata, mentre Emma sgranò gli occhi, sorpresa e in parte offesa dalle parole appena pronuciate da Margherita.

E senza risponderle girò i tacchi e si diede a una simil fuga.

Marghe sospirò e le spalle si afflosciarono appena. Era appena uscita vincitrice con Emma e la cosa l'eletrizzava non poco.

«Mi sono perso qualcosa?»s'intromise Seth, appena giunto in prossimità della ragazza e Daniele, e in arrivo da uno dei camerini improvvisati cje aveva sfruttato per indossare i capi che avrebbe tenuto per tutta la durata della rappresentazione.

«Ti sei perso uno scontro epocale tra Marghe e Emma»lo aggiornò brevemente il Mezzo Angelo.

Seth s'accigliò.«Ancora quella stronza? Se la trovo gliene dico quattro...»

«Non credo che ne sia il bisogno Seth»s'intromise Marghe con un mega sorriso.«Credo che non mi darà più fastidio».

Il ragazzo la fissò per un tempo quasi interminabile, alla fine le sorrise e le scompigliò i capelli.

«La mia piccola Meg è cresciuta. Sono davvero fiero di te».

«Seth ti prego risparmia i capelli. È già tanto che li abbia sottoposti alla tortura della piastra».

Il ragazzo di tutta risposta prese tra le sue dita una ciocca di capelli della ragazza, cercando di attorcigliarsela attorno al dito, gesto che con le molle che di solito catatterizzavano la capigliatura della ragazza era senza dubbio più facile.

«Ti ho mai detto che ti preferisco di gran lunga riccia?»brontolò a mezza voce e Marghe gli sorrise.

«Perchè così non ti piaccio?»

«Tu sei sempre bella Meg. Solo che così non sembri...te. ma in fondo la mia è solo una questione di abitudine non avendoti mai vista liscia».

«Neppure io»si aggiunse al discorso Dani.«E per una volta concordo con il Cornuto qui di fianco. Spero che ritornino presto agli antichi splendori».

«Sono d'accordissimo»gli diede manforte Seth, accigliandosi solo quando si ricordò l'apellativo con il quale era stato apostrofato.

«Scusami potresti ripetere come mi hai chiamato?»

«Corrnuto. Non è quello che sei? Hai le corna nella tua vera forma. Mi sembra lecito dato che te mi chiami Pennuto o Piccione».

«Non è colpa mia se avete questa similitudine con i volatili. Cornuto invece suona molto dispregiativo».

«Non è colpa mia se mi ricordi un...»

«Potete rimandare la vostra discussione a dopo la rappresentazione?»si intromise Marghe troncando quellp che sembrava l'inizio di una lunga discussione, sicuramente dai tratti accesi.

Seth sfoderò un sorriso languido.«Per la verità per dopo avevo in mente di passare un po' di tempo con te».

Margherita avvertì il cuore nel petto battere con in ritmo più accelerato del solito.

Essendo la sua prima relazione seria, anzi la prima in assoluto, non riusciva a cogliere le intenzioni del ragazzo nelle sue parole.

E per questo pur sentendosi abbastanza sciocca glielo dece notare, e Seth di tutta risposta le regalò un sorriso a trentadue denti.

«Non posso dirti nulla Meg. È una sopresa».

Marghe fece per rispondere ma l'arrivo della prof Basetti non glielo permise.

Dopo che lei e gli altri si furono stretti attorno, la donna si premurò di elogiare ognuno di loro per il lavoro fatto in tutti quei mesi e li spronò di dare il meglio quella sera. E che lo spettacolo avrebbe avuto inizio di lì a poco. Daniele era in pratica stato cacciato poco prima dalla prof che lo aveva intimato a raggiungere il suo posto tra il pubblico.

Margherita non si sentì rincuorata da quelle parole bensì sentì crescere dentro di sè una sorta di ansia da prestazione. Aveva paura di rovinare tutto, solo che un suo errore avrebbe rovinato anche pa performance gli altri.

Seth se ne accorse subito del disagio della ragazza, in fondo continuava ad essere attratto dalla Paura degli altri.

«Andrà tutto bene Meg»le sussurrò all'orecchio, e il suo respiro lieve scatenò brividi lungo il corpo della ragazza.

«Ho paura di rovinare tutto».

«Non accadrà. Respira profondamente, scaccia dalla tua mente ogni pensiero e lasciati andare. Pensa di essere te Giulietta, incanalati nel personaggio e fallo completamante tuo».

Margherita seguì i consigli del ragazzo cercando di regolarizzare il respiro e il battito del suo cuore e permettendo all'essenza di Giulietta di uscire dalle parole di Shakespeare e prendere possesso di lei in senso metaforico.

Quando alzò gli occhi verso Seth lo fece con una nuova determinazione. Al ragazzo non sfuggì e per questo le regalò un fugace bacio.

Ad un segnale della prof seppe che lo spettacolo aveva avuto inizio.

«Andiamo Meg! Spacchiamo un po' di culi»la spronò alzando due pollici.

La ragazza sorrise a quelle parole.

Seth soddisfatto si girò ma non in tempo prima che Meg notasse che indossava un paio di calzamaglia azzurrine che lasciava intravvedere ogni singolo dettaglio, ma sopratutto tutto l'equipaggiamento inferiore. Non si poteva dire che il suo ragazzo non fosse dotato. E neppure riuscì a ignorare il lato B anch'esso perfetto.

Solo che l'occhiata ai piani bassi non sfuggì a Seth che le regalò un sorriso sensuale rigirandosi completamente verso di lei.

«Ti piace quello che stai guardando?»

Marghe alzò lo sguardo verso di lui incatenando i suoi occhi con quelli verdi intenso di Seth, arrossendo subito dopo come un pomodorino.

«Ecco...io...scusa. Spero di non averti messo in imbarazzo...»

Seth le si avvicinò e le fece poggiare le mani entrambe sul suo petto sodo e scolpito avvolto quel giorno in una camicia beige chiaro sotto una giacca azzurrina, abbigliamento simile a quello utilizzato da Davide Merlini nel musical "Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo".

E a Seth doveva ammettere stava davvero bene. Sembrava uno del millecinquecento appena catapultato nel ventunesimo secolo.

Per un attimo Marghe si ritrovò a pensare se Seth si fosse trovato nella storia cone rivale di Romeo, ma sopratutto chi dei due avrebbe scelto Giulietta.

Nulla da togliere a Romeo ma per lei non c'era paragone. Seth avrebbe stravinto anche indossando degli stracci.

«Mi fa piacere che mi guardi. Perchè tutto questo è e rimarrà sempre tuo»dichiarò indicando tutto se stesso, e se possibile la temperatura attorno a loro si fece rovente. Anche solo quel semplice gesto non le era mai parso così sensuale come in quel momento.

Fece per rispondere ma Paolo si avvicinò a loro con fare spavaldo, come se non avesse avuto alcun precedente con loro, gesto che irritò non poco il Mezzo Demone.

«Non vorrei fare il rompiscatole ma dobbiamo andare in scena». Gettò un'occhiata eloquente a Marghe che però anzichè esserne lusingata dimostrò subito palese disagio, che non passò inosservato a Seth.

«Se non ti volti dall'altra parte o meglio non ti levi dalle palle ti cavo gli occhi. E non sto scherzando»gli soffiò posizionandosi davanti alla ragazza come per proteggerla, irridigendo i muscoli e tenendosi pronto a dare un cazzotto all'altro nel caso avesse avuto il coraggio di ribattere.

Ancora aveva in mente quel giorno delle prove dove di fronte a lui aveva baciato la sua ragazza. In quel momento l'aveva mezzo massacrato ma evidentemente non aveva imparato la lezione visto il sorrisetto divertito che il ragazzo gli lanciò, quasi un tacito invito a farsi avanti.

E Seth l'avrebbe ben accontentato se Marghe non gli avesse poggiato una mano sul suo pugno chiuso desideroso di entrare in collisione con il volto rubicondo di Paolo.

«Vattene»si limitò infine a sibilargli tra i denti, facendolo sembrare minaccioso. Difatti Paolo se la squagliò con la coda tra le gambe non prima di aver gettato un'occhiata risentita a Seth.

Il Mezzo Demone non appena il ragazzo non si più nel suo campo visivo si rilassò e sorrise a Marghe quasi in tono di scuse.

«Quel tizio mi fa sempre salire il sangue alla testa. E poi non mi è piaciuto come ti ha guardata»si giustificò, con un tono di voce per cui Marghe non riuscì a tenergli il broncio.

«Seth approvo davvero quello che hai fatto. E tranquillo, non ce l'ho con te»lo rincuorò, e Seth di tutta risposta si chinò per baciarla.

Ma le loro labbra non riuscirono a sfiorarsi che stavolta fu Lucia a interromperli.

«Si sta avvicinando il vostro momento. Vi consiglio di prendere i vostri posti»disse loro scusandosi con lo sguardo per averli interrotti.

Seth emise un basso sospiro.

«Ma ce l'hanno tutti contro la nostra intimità per caso?»

Marghe gli sorrise.

«In fondo hanno ragione. Tra poco tocca a noi». Si fece passare il braccio del ragazzo sulle spalle e gli sorrise.«Dopo avremo tutto il tempo che vogliamo».

«Non vedo già l'ora che sia dopo».

Lo spettacolo proseguì senza intoppi.
Margherita su suggerimento di Seth cercò di immedesimarsi al meglio nei panni di Giulietta incurante di tutti gli occhi dei presenti puntati addosso. In particolar modo quelli di Carlo e Clara. Più volte aveva notato che la stavano guardando con aria di sufficienza come se recitare per loro fosse una cosa di poco conto. Forse perchè in effetti era così. Per loro che recitavano in ogni singolo momento della loro vita non doveva essere un'impresa così titanica. E per questo Marghe cercò di dare il meglio di sè caricando di passione ogni singola parola pronunciata, così come nei gesti ed espressività. Tanto che per un momento riuscì quasi del tutto ad estraniarsi da tutto e tutti.

E nei momenti in comune con Seth aveva occhi solo per lui. Non erano solo i vestiti a renderlo così simile al Romeo, che trasudava dall'opera originale.

Lui era Romeo.

Il suo Romeo.

Quando la baciò durante la loro prima scena insieme e poi le successive sembrava quasi che le baciasse ogni volta l'anima, facendola sentire la persona più importante. Come se tutto il resto fosse inutile.

Nell'atto dello scontro tra Paride e Romeo Seth non si risparmiò e il povero Paolo dovette parare alla ben meglio i colpi dell'altro, che sicuramente avrebbero lasciato dei lividi. Poi dopo l'ultimo, che se avesse maneggiato in'arma vera gli avrebbe tolto la vita, Paolo cadde a terra fingendosi morto dopo aver pronunciato le sue ultime parole:«Oh, mi ha ucciso! Se tu fossi pietoso, dovresti aprire la tomba e mettermi accanto a Giulietta».

Seth, malgrado sapesse che era tutta una recita pronunciò con difficoltà la sua battuta, preda com'era di una sorta di gelosia ingiustificata.

E dopo aver deposto in malo modo Paolo, incurante di fargli male, si avvicinò a Margherita immobile come una statua, sdraiata sulla lastra in marmo che si erano procurati per quell'occasione.

Le prese una mano e a quel contatto percepì un leggero sussulto, così come lo sfarfallare delle ciglia. Era certo che la ragazza stesse combattendo contro se stessa per non aprire gli occhi, e la cosa lo divertì.

In quel momento indossava un altro vestito. Non più color passione, bensì della purezza. Una sorta di camicia da notte lunga, che conferiva alla ragazza un aspetto angelico.

Ricominciò a parlare, e in ogni sillaba pronunciata cercò di infondere tutta la passione di cui era capace, e gli parve per un attimo di fondersi con il vero Romeo. Si diceva che fosse solo un personagggio inventato dalle parole di Shakespeare, eppure in quel momento pareva avesse preso vita che che lo guidasse nell'interpretare la sua parte.

«Occhi, guardatela un'ultima volta, braccia, stringetela nell'ultimo abbraccio, o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa. Vieni, amara guida, vieni, scorta ripugnante. E tu, pilota disperato, avventa veloce su gli scogli la tua triste barca stanca del mare. Eccomi o amore». Tirò fuori dalla tasca della giacca che indossava una fiala, che conteneva semplice acqua anzichè il veleno che condusse a una rapida morte Romeo. Se la portò alla bocca e gettò la testa all'indietro quando bevve il contenuto tutto in una volta.

Con un respiro strozzato ai limiti della teatralità si portò una mano sul cuore.

«O fedele mercante, i tuoi veleni sono rapidi: io muoio con un bacio!»

E si lasciò cadere sulla lastra, accanto a Margherita, assumendo con il corpo una posa quasi pittoresca e tragica, cercando in tutti i modi di non crollarle letteralmente addosso.

Entrò in scena il ragazzo nei panni di frate Lorenzo, che si chiamava Lorenzo(viva la fantasia), con una lanterna, una teca di ferro e una vanga. Si trattenne in un discorso con Baldassarre alias un certo Adriano.

E dopo che quest'ultimo se ne andò Lorenzo esclamò:«Romeo!»per poi osservarsi attorno, soffermandosi sul sangue e le armi. «Ahimè, che cosa vuol dire questo sangue sull'entrata della tomba? Che significano queste spade sporche di sangue, in questo luogo di pace? Romeo! Oh, com'è pallido! E chi c'è ancora? Come? Anche Paride? E tutto insanguinato? E quando sarà avvenuta questa sventura? La fanciulla si muove».

Margherita aprì gli occhi e si ossevò attorno spaesata.

«O frate consolatore, dov'è il mio Romeo? Ricordo bene dove avrei dovuto trovarmi. E infatti sono qui. Dov'è il mio Romeo?»domandò con fare preoccupato.

Lorenzo si voltò di scatto alla sua destra.«Sento rumore, esci da quel luogo di morte, di putrefazione e di sonno non naturale. Una forza superiore a cui non possiamo opporci ha constrastato i vostri progetti. Vieni, vieni via! Il tuo sposo è morto e si trova al suo fianco; e anche Paride. Vieni, ti farò entrare in un convento di monache. Non perdiamo tempo, ora, non domandarmi; la guardia sta per arrivare. Vieni, andiamo via, buona Giulietta. Non è prudente restare qui». Le porse la mano ma lei la rifiutò.

«Ebbene, vattene; io non ti seguirò».

Lorenzo con evidente rassegnazione lasciò la scena e Margherita si posizionò semisdraiata di fianco al corpo di Seth. Notò solo un impercettibile movimento a livello del petto che le ricordasse che in verità Seth non era affatto morto. Ma doveva far finta che lo fosse.

«Che c'è qui? Una tazza, stretta ancora dalla mano del mio fedel amore. Capisco, è stato il veleno a ucciderlo prima del tempo».

Gliela prese dalle mani e fece per bere.

«Oh, egoista! L'ha bevuto tutto e non ne ha lasciato una goccia amica per me. Ora lo bacerò: forse un po' di veleno e rimasto sulle sue labbra e basterà a darmi una morte consolatrice».

Poggiò le labbra su quelle accoglienti di Seth che si stirarono in un impercettibile sorriso, segno che stava cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere, mandando a monte tutta la rappresentazione. Tuttavia il ragazzo le mordicchiò leggermente il labbro, tanto che Marghe riuscì a stento a ricacciare in gola un urletto...o un gemito di piacere. Finito lo spettacolo gliene avrebbe dette quattro.

«Le tue labbra sono calde»sussurrò ad un soffio dal suo viso.

Sentì rumore di passi e una voce:«Giudaci ragazzo. Quale è la strada?», domanda sicuramente rivolta al paggio di Paride.

«Ancora rumore! Devo fare presto. Oh, caro pugnale! Questo è il tuo fodero! Riposa qui e fammi morire».

Sfoderò il pugnale, anche nel suo caso in plastica, che Seth portava assicurato dalla cintura ed inscenò un falso pugnalamento.

Si lasciò cadere sul petto di Seth, ritrovandosi a percepire i battiti del suo cuore e il respiro lento, che però accelerò un poco. Forse stava cercando di trattenersi dall'alzare la mano per accarezzarle la guancia.

Marghe si ritenne soddisfatta della reazione del ragazzo. Le sembrava una punizione adeguata per quel morsetto di poco prima.

Sentì chiaramente le battute delle famiglie rivali e del Principe, e cercò in tutti i modi di rimanere il più a lungo possibile immobile.

E alla fine dell'atto calò il sipario.

Angolino dell'autrice...percy ma ritrovata😂😂(questa battuta squallida potevo anche risparmiarvela😱😅😂):

Buondì 😍
Dunque... sicuramente mi avrete data della dispersa 😅 ma come potete ben vedere sono viva 💪🏼siete contente/i?😊

Per farmi perdonare ho fatto questa fotomanipolazione della Maseth durante la loro rappresentazione di Romeo e Giulietta:

Che forse era meglio non fare eh?😅

No non scappate! Non era mia intenzione spaventarvi 😭😭

Anyway, ripresi dallo shock(vi siete riprese/i vero?😱👀) vi anticipo che il prossimo capitolo sarà...particolare dal punto di vista dei contenuti...sarà presente un certo tipo di scena ancora non sperimentata dalla Maseth(di adesso per comodità li chiamerò così😍vi piace l'idea?) che spero di non banalizzare o rendere troppo "superficiale"(se sarà così mi scuso già in anticipo...sono ancora poco pratica a scriverle😅).

Vi siete già fatte/i già un'idea di quello che sarà?😏

A presto!

FreDrachen

P.s: volevo anche dirci che tra qualche giorno posterò una "sorpresa" legata a questa storia ;)

Pg instagram della storia:

fredrachen_stories

(link in bio😏)

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