Capitolo 56
La donna fece irruzione nella casa con la stessa foga di una persona posseduta da chissà che entità folle. I capelli sfuggiti dai bigodini che avevano trasformato la capigliatura in una creniera non miglioravano certo il suo aspetto.
Si fermò non appena scorse Margherita e Daniele che avevano assunto un'espressione sconvolta.
Ridusse a due fessure gli occhi.«Ora facciamo i conti».
Seth arrivò in quel momento e guardò la donna evidentemente seccato.
«Se non vuole che faccia qualcosa di cui potrei pentirmene la prego di uscire da questa casa».
La donna si raddrizzó malgrado gli acciacchi e rimanesse estremamente più bassa del Mezzo Demone.
«Non prendo ordini da un teppista come te».
Seth contrasse le labbra.
«Le ho detto di uscire. Subito».
«Ho avvisato la polizia e presto verranno qui a portarvi in galera».
Il ragazzo vide subito Meg sbiancare di colpo ed è per questo che si rivolse a Daniele.
«Cos'è successo esattamente?»
Il Mezzo Angelo deglutì a disagio.«Abbiamo avuto un problema con il microonde»balbettò infine.
«Tutto qui? Non vedo come questa befana centri con questo».
«Come ti permetti?»domandò lei scandalizzata. «E comunque queste...persone hanno fatto esplodere quel microonde facendomi perdere diec'anni della mia vita. E poi quando mi sono presentata alla porta e gliel'ho detto cordialmente mi hanno rifilato quello che è rimasto dell'elettrodomestico e mi hanno sbattutto la porta in faccia».
«E allora cosa ci fa ancora qui?»
Non essendo le parole che si aspettava dicesse, la donna s'acciglió. «Come prego?»
«Ha detto che ha perso diec'anni della sua vita. E allora la mia domanda è perchè è ancora qui e non all'Inferno?»
Sia Marghe che Daniele fissarono Seth a bocca spalancata, mentre la donna divenne rossa paonazza dalla rabbia.
«Come osi rivolgerti a me in questo modo?»
«Io mi comporto con le persone nel modo che meritano. E lei non merita affatto rispetto. Non dopo come ha fatto irruzione in casa mia e per le bugie che mi ha rifilato».
«Non sono affatto bugie. Mi hanno rifilato per davvero quel catorcio e mi hanno maleducatamente mandato via».
«Ma io non metto in dubbio questo»rispose Seth serio.«Ma di come si è comportata con loro. Sono più che certo che li abbia aggrediti ferocemente».
«Come osi insinuare che...»
«Stia zitta»la gelò Seth.«Non voglio più sentire una sola parola uscire dalla sua bocca. Ne ora ne mai. E se non vuole che riveli al mondo della sua particolare scorta di Lei Sa Cosa le conviene liberarsi subito dalla mia vista».
Aveva parlato con voce calma ma Margherita intuiva la sua rabbia. Era davvero furente e se la donna avesse continuato a provocarlo cos'avrebbe potuto fermarlo?
«Non hai alcun diritto di darmi ordini screanzato! Sai quanto godrò nella vista del tuo arresto?»
«Le. Ho. Detto. Di. Smetterla!»esplose lui, con gli occhi che brillano ed un'espressione che Marghe aveva visto solo in due casi: lo scontro tra lui e Nicolas e quando aveva pestato Paolo che l'aveva baciata il giorno prima.
La donna cacciò un urlo.«Topi! Ci sono topi ovunque!»
Stupidamente Marghe si guardò attorno alla ricerca dei roditori ma non li vide, e allora capí che Seth stava facendo uso della sua dote paranormale.
Il Mezzo Demone stirò le labbra in un sorriso cattivo. «È quello che si merita. Ogni singolo roditore che le salirà lungo il corpo. Le loro code lunghe e nude che scivoleranno lungo la pelle, da brivido vero? E oltretutto affonderanno i loro denti nella sua carne. Immagini le malattie che le trasmetteranno. Secondo lei esiste rimedio alla peste bubbonica. O se anche ci fosse i soccorsi arriverebbero a salvarla?»
Per tutto quel tempo aveva parlato con voce vellutata caricando ogni singola parola del suo potere. Via via la donna era passata da uno stato di panico a terrore puro. Urlava con quanta piú voce aveva in corpo, si agitava come per scacciare quelle creature di cui aveva una paura incodizionata ma che in realtà vivevano solo nella sua mente, frutto del potere di Seth.
E sia Marghe che Dani non seppero davvero cosa fare. Quest'ultimo doveva intervenire subito per evitare il peggio, mentre Marghe se da una parte credeva fosse giusto, dall'altra ne era ripugnata.
«Seth smettila»lo implorò quasi Daniele e il Mezzo Demone non schiodò gli occhi da quelli della sua vittima che aveva assunto un colorito da far concorrenza a quello di un vampiro, e il respiro le si era fatto più irregolare come se non riuscisse a incamerare più aria nei polmoni.
«Perchè dovrei? Vi ha aggrediti senza una motivazione valida, cercando di propilarmi le sue scuse patetiche».
«Seth...»mormorò Marghe, e quella volta il Mezzo Demone volse lo sguardo su di lei e lesse nei suoi occhi la stessa mita richiesta di Daniele.
Solo che a lei diede ascolto.
Con un sospiro si voltò nuovamente verso la donna e lasciò la presa sulla sua mente che crollò a terra ansimando.
«La prossima volta non sarò così clemente»sibilò imperioso.«Ma non appena lascerà questa casa dimenticherà tutto quello che è successo qui dentro. E all'arrivo dei carabinieri si costituirà consegando loro il suo più vizio: gli spinelli».
Daniele lo fissò a bocca aperta.«Ma come fai a sapere che si fa di marijuana?»
Seth scrolló le spalle.«So riconoscere il suo odore, dato che molti dei miei fratelli ne fanno uso»spiegò brevemente senza neanche voltarsi.«E ora si levi dai piedi prima che mi penta di questo atto magnanimo»ordinó alla donna, liquidandola con un cenno della mano ed ella sotto potere di Costrizione non potè fare altro.
Non appena la donna uscì dalla casa Seth sbattè la porta e ritornò nella sala, sul volto un'espressione impercrutabile.
Margherita cominció a tormentarsi le mani, non sapendo come comportarsi.
«Seth io...»cominció la ragazza ma fu Hugo appena entrato nella stanza a interromperla.
«Se cerchi il colpevole di tutto questo sono io»esclamò con voce repentoria.
Marghe lo fissó sopresa.
Serh sospiró passandosi una mano tra i capelli.«Non importa. Tanto non funzionava granchè. Avete fatto bene a disfarvene».
Gli altri tre lo fissarono a bocca aperta.
«Quindi non sei arrabbiato?» domandó cautamente Margherita, beccandosi di risposta un sorrisetto divertito da parte di Seth.
«Sta tranquilla Meg»la rassicuró avvicinandosi fino a fermarsi ad un soffio dal suo orecchio. «Potresti aiutarmi a trovarne uno nuovo quando hai voglia».
La ragazza avvertí il ritmo del suo cuore accelerare non tanto per quello che le aveva detto, ma per via della sua vicinanza.
Riuscì solo ad annuire prima di venir avvolta tra le braccia salde di Seth.
«Spero che quella megera non ti abbia traumatizzata troppo»le mormorò dolcemente.
«Bè un po' si. È vero, le abbiamo propinato il microonde scassato, ma non pensavo la prendesse in questo modo».
«E quindi niente punizione per me Mezzo Demone?»domandò Hugo incrociando le braccia al petto in segno di sfida.
«Se non la smetti di comportarti così si che mi vedrai».
I tre lo fissarono sorpresi e Seth si ritrovò a puntualizzare:«Come ho già detto non è successo chissà che. Neanche lo usavo».
Mentiva e Hugo lo sapeva. Lo aveva visto piú volte sfruttarlo per scaldarsi qualcosa a pranzo, ma sopratutto per i pop corn che divorava tendenzialmente di fronte a un bel film.
Ma sapeva il motivo per cui aveva taciuto sulla verità. La bambolina non meritava questo ulteriore problema sulle spalle.
Per questo se ne stette in silenzio a osservare il Mezzo Demone che salutava la sua ragazza con un bacio che manco poco che la facesse sciogliere, e il Mezzo Angelo con un cenno del capo.
Pur essendo un'ora ancora abbastanza decente Margherita dopo aver guardato il cellulare annunciò con rammarico di dover tornare a casa. Da che aveva capito la madre di Margherita era un po' ansiata se non vedeva rincasare la figlia dopo averla contattata, sopratutto dopo la morte di Nicolas.
La ragazza salutò anche lui con un cenno della mano, e Seth quasi sbuffó infastidito.
Hugo si ritrovò a sorridere divertito e in parte intenerito da quella ricciolina che aveva scalfito la corazza che si era costruito intorno al cuore e che era perdurata per anni. Non provava per lei lo stesso sentimento che la legava a Seth, ma un qualcosa di simile all'affetto.
Era riuscita dopo Marianne a risvegliare le sue emozioni. E ora era da un po' che non era più sicuro di sè, e pensava ai suoi trascorsi come se fosse un soggetto estraneo ad essi non la causa.
Non si era neanche accorto di essersi seduto sul divano e portato la testa fra le mani. Senso di colpa, odio per se stesso. Ecco cosa stava attraversando il suo corpo come scosse elettriche.
Quando percepì nuovamente la presenza di Seth si sentí quasi colto in fragrante, in un momento di vulnerabilità. Doveva aver appena accompagnato i suoi ospiti alla porta e risolto il problema con le forze dell'ordine, e ora aveva fatto ritorno in soggiorno. Alzò lo sguardo e si ritrovò gli occhi appannati e fece del suo meglio ad asciugarsi le lacrime. Ma a Seth quello non sfuggí, ma per fortuna sua non chiese nulla a riguardo.
Si sedette sulla poltrona e per un attimo rimasero in silenzio.
Fu il Dannato a parlare per primo, infastidito da quel silenzio.«Scusami per il tuo cazzo di microonde. So che lo reputavi indispensabile malgrado tu abbia detto il contrario alla tua ricciolina e al suo amico pennuto».
Serh sospirò e si convinse ad affrontarlo.
«Per quanto ancora andrai avanti con questa farsa?»
Hugo fu preso in contropiede.
«Non so di cosa tu stia parlando».
«Non mentirmi. Sai esattamente a cosa mi riferisco»disse indicando il suo volto con gli occhi ancora rossi di pianto.
Accidenti, se n'era accorto.
«Nulla che ti riguardi»gli soffió contro seccato.
Qualche tempo prima per una mancanza di rispetto cosí lo avrebbe preso di peso e scaraventato a terra, e se gli andava bene solo impalato con un'arma. La cosa peggiore invece era l'uso dei suoi poteri sovrannaturali.
E invece lo vide limitarsi a chiudere gli occhi, e lui lo prese come un segno che non volesse usare le sue tremende doti.
«E cosa mi dici di Meg?»
Quella domanda lo spiazzò. Dove accidenti voleva andare a parare?
«A che gioco stai giocando Mezzo Demone?»
«Ti hanno mai detto che non si deve rispondere a una domanda con un'altra domanda?»
«Come faccio a risponderti se non so dove vuoi andare a parare?»
«Invece lo sai benissimo».
«Non ho intenzione di fregarti la ragazza se è quello che vuoi sapere. È troppo giovane e ingenua per i miei gusti».
«Tu dici? Tu la reputi ingenua, eppure non ti sei fatto problemi a confessarle tuttti i tuoi peccati».
Hugo s'irrigidì. Come cazzo faceva a saperlo?
«Non so di cosa tu stia parlando»mentì, negando la verità.
Seth riaprì gli occhi, e sotto il suo sguardo capitolò.
«E va bene, ho raccontato alla bambolina i miei trascorsi».
«E...»
«E cosa?»domandó seccato.
«Da quel giorno non sei piú lo stesso».
Se n'era accorto dunque? Eppure aveva cercato in tutti i modi di continuare ad essere fastidioso e petulante.
«Non so di cosa tu stia parlando. Sono lo stesso di quando anni fa uno stronzo della tua specie ha messo fine alla mia vita».
«Invece no. Provi sensi di colpa. Ammettilo che le tue azioni stanno cominciando a gravare sulla tua anima».
«Cazzate».
«Tu dici? E di questo cosa mi dici?»
Estrasse dalla testa dietro dei jeans un quadernetto consunto, lo stesso che Margherita aveva intravisto di sfuggita prima che il Dannato andasse ad aiutarla con il microonde.
«Come cazzo hai fatto a prenderlo?»domandò retoricamente ricordando poi di averlo lasciato sul tavolo che aveva di fronte alla finestra con le tende perennemente tirate.
«Lo hai lasciato incustodito. Se davvero volevi tenernelo nascosto dovevi averne piú cura e non lasciarlo aperto in modo invitante».
«Era nella mia stanza. Non avevi il diritto di entrarci».
«Invece si Hugo». Lo sventolò in aria. «Allora non mi vuoi dire di cosa si tratta?»
I denti di Hugo scricchiolarono. «Presumo che tu lo sappia e che lo abbia letto vero?»
«Qualcosa si»fu la risposta.
«Bene allora dimmi dove vorresti andare a parare».
«È grazie a Meg vero? È da quando hai parlato con lei che sei confuso. Non sai se continuare a credere di esser nel giusto o se tutto quello che hai fatto fosse o no...sbagliato».
Hugo cercó le parole per negare quella pesante constatazione del ragazzo, senza trovarne.
«E con questo? Vorresti propilarmi qualche cazzata sul fatto che quelli come me malgrado tutto non potranno mai essere salvati e che ormai è inutile ave capito di aver sbagliato?» Si alzó, gli occhi che scintillavano.«Vuoi sentirtelo dire? Benissimo ti accontento subito. Si, sono divorato dai sensi di colpa, e si è stata la tua bambolina ad aprirmi gli occhi. Mi fa fatto capire di aver sbagliato. La mia vita non è stato altro che un susseguirsi di sbagli a cui ormai non posso più rimediare. Ma malgrado pensi questo, mi sento rotto, divorato da un mostro che gode del mio dolore».
Quando finì si sentí senza fiato. L'espressione di Seth era imprescutabile e Hugo si vergognó di quel suo improvviso svisceramento dei suoi sentimenti.
«Bene adesso che sei a conoscenza dei miei complessi potresti lasciarmi in pace? Già sto di merda di mio. Ci manchi solo te a infierire».
Quasi si pentì di quelle ultime parole perchè Seth si alzò e gli si avvicinó.
Malgrado fosse un armadio largo il doppio del ragazzo d'istinto si ritrasse.
Sapeva benissimo che il Mezzo Demone avrebbe potuto piegarlo in tutti i modi possibili, sia dal punto di viata fisico che psicologico.
Chiuse gli occhi e avvertì le mani di lui poggiarsi una per braccio. E quando lo sentí parlare in lingua demoniaca si preparò a provare un dolore indicibile, certo che avrebbe attivato i suoi sigilli.
Ma inaspettatamente ció non avvenne, anzi. Avvertí quasi un peso abbandonarlo, facendolo sentire meglio.
Ebbe il coraggio di aprire gli occhi solo quando lo sentì lasciare la presa su di sè.
Con stupore trovò la sua epidermide senza alcuna traccia dei tremendi segni neri che caratterizzavano i sigilli che Seth gli aveva impresso prima dell'inizio del loro soggiorno sulla Terra.
«Non temi che possa provare a ucciderti ora che non hai più i sigilli che ti permettevano di controllarmi?»
«No. Sono certo che tu non sia così stupido».
«Nutri troppa fiducia Mezzo Demone».
Si stupì nel vedere Seth scoppiare a ridere senza ombra di cattiveria.
«Sta per scoppiare l'Apocalisse? Oppure sei stato sostituito da un alieno senza che me ne sia accorto com'è successo in quel film che hai guardato qualche sera fa?»
Seth si scoprì stavolta sorridere tristemente.
«Forse un tempo eri perduto Hugo, ma non adesso. Sei libero di compiere la tua scelta, qualsiasi essa sia».
«Ma che cazzo stai farneticando? Sei impazzito all'improvviso per caso? Non posso e tu lo sai. Sono un Dannato e la mia anima apparterrà per sempre all'Inferno».
«Non se la svincolo»puntualizzò.
«Solo il Boss può, o un Demone Purosangue. E non mi pare che tuo padre sia molto incline a questa pratica».
Seth alzó gli occhi al soffito. «Non intendevo farti tornare in vita. Non ti allargare troppo. Intendevo farti diventare un'Anima Errante».
Le Anime Erranti erano coloro non legate nè al Paradiso nè all'Inferno e che potevano camminare tra i vivi senza aver la possibilità di interagire con loro, a meno che non fossero creature sovrannarurlai o soggetti predisposti più sensibili alla loro presenza. Era grazie a loro che si era diffusa la figura del fantasma.
«È una pratica possibile?»
Seth annuì.«Se l'anima in questione si è un qualche modo pentito delle sue azioni ha questa possibilità di riscatto».
«Quelli come te non credono nel riscatto di noi Dananti. Cosa ti ha fatto cambiare idea?»
«Molte cose. Ma non ho intenzione di discutere adesso di quello in cui credo o no. Allora, la proposta è abbastanza allettante?»
Si lo era. Significava essere libero da quel luogo che per anni lo aveva torturato riportando a galla ogni sua paura piú profonda, ghermendo senza alcuna pietà la dua mente. E avrebbe scommesso tutto che era stata Margherita a cambiarlo radicalmente, e in meglio.
«Prenderó in considerazione la tua proposta. Ma per il momento staró qui, sempre che la mia presenza non ti dia fastidio».
«Sembra strano dirlo ma senza mi sentirei un po' solo senza».
«Sei cambiato. Non sei piú lo stronzo megalomane, sadico...»
«Vacci piano con i complimenti. Potrei rimangiarmi tutto».
Hugo alzò gli occhi al cielo.«Vedi anche te di non allargarti troppo. Solo perchè abbiamo siglato questa sorta di accordo non significa che smetteró di prenderti per il culo».
«Vorrei ben vedere. Poi chi insulto?»
Hugo sorrise sotto i baffi stando ben attento a non far vedere a Seth che era riuscito a divertirlo.
«Bene ora che abbiamo smesso questa confessione posso riavere il mio quaderno?»
Serh con un sospiro teatrale glielo porse e il Dannato si affrettó a riprenderselo.
«Comunque fossi in te non scriverei le cose cosí telegrafiche. Ci vuole troppo poco tempo a spoilerarle».
E quando Hugo di spalle gli fece il dito medio scoppiò a ridere.
Angolino di un'autrice morta e risorta:
Hola a tutte/i👋😊
Aggiorno dopo un'eternità sxusatemi 😭 ma ho avuto diversi problemi all'uni (che pian piano si stanno risolvendo) e che mi hanno buttata così giù che avevo poca ispirazione (oltre ovviamente allo studio che mi toglie momenti che potrei dedicare alla scrittura...ma dettagli)😔 ma tornerò pian piano ad aggiornare con un ritmo più decente( non normale...decente 😅😂)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto malgrado adesso la storia stia proseguendo abbastanza tranquilla (ma la fine non sarà così...preparatevi già psicologicamente 😈😇😂)
Comunque ringrazio tutti voi che state continuando a seguire la storia malgrado sia lenta cone una tartaruga ad aggiornare 😅😍
FreDrachen
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro