Capitolo 48
«Io e Carlo abbiamo deciso di sposarci».
Sposarci...
Sposarci...
A quelle parole Margherita si sentí mancare la terra sotto i piedi.
«Che cosa?»fu l'unica domanda in grado di esprimere.
Katherine prese per mano Carlo, gesto che le fece salire la nausea. Sapeva che a lei quell'uomo non le era mai piaciuto, fatto che si era aggravato dopo la spiacevole esperienza con Nicolas. Come aveva potuto tenerle nascosta una cosa simile e agire alle sue spalle, prendendola in tale modo per stupida?
«Tesoro, sapevo che questa notizia ti avrebbe spiazzato, soprattutto tenendo conto che ho notato che pur essendo passati anni, non hai accettato la mia separazione con tuo padre» .
«Avresti comunque dovuto dirmelo subito»mormoró lei, mentre si sentiva dentro ribollire di rabbia.
«Non avresti mai accettato. Ma ho bisogno di voltare pagina e Carlo é la mia possibilità di essere di nuovo felice».
Sentí le lacrime pizzicarle gli occhi. Negli ultimi tempi, forse per via di quello che le accadeva attorno sembrava essere diventata piú sensibile.
«No!»Si alzó di scatto, tenendo le mani chiuse a pugno.«Questo matrimonio non s'ha da fare*. E sei un'illusa se pensi di trovarmi d'accordo!»
E dopo aver espresso tali parole uscí dalla stanza e si avvió verso la porta, incurante di cambiare le pantofole con un paio di scarpe per uscire.
Arrabiata e disperata si fiondó fuori casa e velocemente scese le rampe di scale e prima del previsto si trovò fuori dalla palazzina, dove venne aggredita da un vento gelido, pur essendo metà Maggio.
Si strinse nella felpa che per fortuna aveva avuto l'accortezza di indossare e cominció a correre verso il portone del palazzo di Seth, l'unica persona che voleva vedere in quel monento e che la semplice presenza avrebbe placato le emozioni che la tenevano sotto torchio.
Attraversó la strada con attenzione, e a passo svelto raggiunse il portone.
Schiacció il campanello del citofono dell'appartamento di Seth e pregó che le aprisse presto.
Nel silenzio che albergava in quel momento il rumore del suo portone che veniva riaperto rieccheggió elle sue orecchie e dalla sua posizione notó con orrore che Carlo si era lanciato in suo inseguimento. In quel momento fermo pochi centimetri fuori dalla soglia del portone si guardava attorno nel tentativo di trovarla. Sarebbe bastato poco perché la trovasse.
Come un ancora di salvezza avvertí che qualcuno aveva tirato su la cornetta del citofono.
«Chi é?»domandó una voce ben diversa da quella di Seth, ma che Margherita riconobbe subito.
«Hugo, ti prego aprimi»lo supplicó.
«Bambolina? Ma cosa ci fai sotto casa a quest'ora?»
«Non ho tempo di spiegarti adesso. Aprimi ti prego. Devo vedere Seth».
Sentí il Dannato borbottare qualcosa che pareva un:«Rischio che quella testa di cazzo se la prenda con me».
«Mi assumeró ogni colpa di questo gesto Hugo»lo tranquilizzó lei.
Sentí Hugo sospirare e finalmente avvertí il portone scattare. Nello stesso momento in cui Carlo la individuó.
Avvertí distintamente chiamarla per nome ma ormai lei era già entrata e si era chiusa il portone alle spalle. Con la coda dell'occhio lo vide attraversare la strada nel momento in cui l'unica macchina che stava transitando in quel momento stava per svoltare l'angolo, che inchiodó ad almeno dieci centimetri dall'uomo.
Margherita non assistette ad altro e cominció a salire le scale, mentre le lacrime le offuscavano la vista. Dopo quella che parve un'eternità raggiunse l'appartamento di Seth, trovando Hugo ad attenderla sulla soglia.
Il Dannato non le fece domande e si fece da parte per permetterle di entrare. La ragazza lo ringrazió con un timido sorriso e dopo aver raggiunto il soggiorno si sedette sul divano. Hugo arrivó poco dopo con un plaid che porse alla ragazza in cui si avvolse creando una sorta di bozzolo.
«Seth sta facendo la doccia ma deve quasi aver finito. Dovrebbe arrivare da un momento all'altro».
Ecco cos'era quel leggero scrosciare che aveva sentito ma a cui non aveva dato molto peso.
Annuí debolmente e le sue fantasie la portarono a immaginare un Seth sotto il getto dell'acqua che accarezzava dolcemente ogni centimetro della sua pelle. Ovviamente la sua immaginazione non si fermó solo a quello e al solo pensiero arrossí.
«Se tu fossi venita qualche minuto fa lo avresti pure sentito cantare»disse Hugo rompendo il silenzio.
La ragazza lo fissó con curiosità. Una volta Seth aveva accennato alla sua incapacità nel canto, ma lo aveva sempre preso come una specie di scherzo.
Nel vedere quell'espressione sul volto della ragazza Hugo sorrise divertito.«Si ogni tanto lo fa. Meglio per te che non l'hai sentito. Sarà tutto quello che vuoi Bambolina, ma non si puó dire che sia un degno cantante».
«Canta cosí male?»
«Bé, se consideri che stona come se non ci fosse un domani e sbaglia tutti i ritmi, lo giudicheresti bravo? Le mie povere orecchie non lo soppportano piú».
Margherita ridacchió. «Dai, non puó essere cosí male».
Hugo la fissó di traverso.«Una volta che fa la doccia ti chiamo, così ti traumatizzerai un po' con me».
La ragazza fece per replicare ma sussultó quando sentí il getto dell'acqua spegnersi e dopo pochi minuti aprirsi la porta del bagno.
Avvertí dei leggeri passi in avvicinamento e per un attimo la sua determinazione vacilló. Si sentiva davvero una stupida a essere arrivata in quel modo, ma disperata com'era le era sembrata l'unica cosa da fare.
Vide Seth sbuccare dal corridoio che portava al bagno e alla sua stanza, con indosso solo un paio di pantaloni di tuta neri a vita bassa. I riccioli castano scuro bagnati sembravano quasi neri ed erano decorati da leggere goccioline che sicuramente non era riuscito a tamponare con l'asciugamano.
Si bloccó sopreso quando intravide la ragazza dagli occhi gonfi di lacrime. Non passarono neanche due secondi che Margherita si ritrovó avvolta tra le sue forti braccia.
«Meg»sussurró Seth, inspirando tra i suoi capelli in cui aveva affondato il viso. Lei si lasciò avvolgere da quell'abbraccio che ebbe quasi il potere di scacciare ogni problema.
A malincuore il ragazzo si staccò poco dopo per fissarla negli occhi.«Cos'é successo?»domandó preoccupato, gettando un'occhiata a Hugo che subito alzó le anni in segno di difesa.
«Eh no, non guardare me. Non é colpa mia se si trova in queste condizioni».
Il Mezzo Demone si acciglió e riportó la sua attenzione su Margherita in attesa di risposta.
«Ha...ha ragione...Hugo non c'entra. La colpa é di mia madre»singhiozzó lei.
Seth le si sedette accanto e l'intimó a poggiare la testa contro la sua spalla cosicché potesse stringerla con il braccio.
La ragazza lo fece e versó tutte le lacrime che aveva a disposizione nelle ghiandole lacrimali. Quando si fu calmata alzó lo sguardo su Seth.
«Ti ho bagnato di lacrime, scusami».
Seth le sorrise.«Non é la fine del mondo. Mi ci voleva una seconda doccia»scherzó.
Marghe ridacchió e si asciugó gli ultimi residui del liquido biologico con il dorso della mano.
«Va meglio adesso?»le domandó il ragazzo preoccupato.
Lei annuí e si strinse le mani.
«Cos'é successo che ti ha ridotto in questo stato?»
Margherita fece per rispondere quando le note della sua suoneria cominciarono a riecheggiare nella stanza.
Nella fretta non si era ricordata del telefono adagiato nella sua tasca della felpa. Lo tiró fuori e lesse sul display il nome della madre. Con un gesto secco rifiutó la chiamata e poggió il cellulare sul tavolino davanti al divano.
Avvertí lo sguardo intenso di Seth su di sé, e per questo si voltó nuovamente verso di lui.
«Cosa c'é?»domandó lei un po' confusa di fronte al suo sguardo intenso.
Il ragazzo inclinó la testa di lato.«Questa suoneria...l'ho già sentita il giorno in cui hai scoperto la verità sul mio conto. Quando sei letteralmente fuggita dal sottoscritto».
«Non sono fuggita. Avevo solo bisogno di riordinare le idee»si difese Marghe.
Seth sorrise furbescamente.«Faró finta di crederci. Ma non cambiare discorso. A proposito della tia suoneria...é davvero bella».
«Non è propriamente una suoneria vera e propria. É "Bruceró per te" dei Negrita. É la mia canzone preferita in assoluto»spiegó lei.
Seth si morse il labbro.«Potresti...farmela sentire una volta? Sono davvero curioso di sentirla per intero».
La ragazza non capí tale interesse ma accettó. Sbloccó il cellulare e andó nella playlist cliccando quasi subito sulla canzone.
Subito le note di "Bruceró per te" si levarono nella stanza. Seth chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sulle parole. E lo stesso fece Margherita. Ogni volta che la sentiva si emozionava come accadeva poche volte nella vita. E caso strano quella canzone le faceva pensare proprio il ragazzo seduto al suo fianco.
A canzone finita Seth riaprí gli occhi e la fissó.«É davvero...molto bella. Sembrava quasi...una dichiarazione d'amore. Un uomo innamorato della sua metà a cui infonde coraggio».
Margherita lo fissó a bocca spalancata. Era quello che aveva pensato lei stessa.
«Davvero? Pensa il cantante la scrisse per la moglie in un momento un po' triste della loro vita. Lei era malata di cancro e lui per starle accanto e non permetterle di arrendersi le ha dedicato questa canzone». Prese fiato.«Ammetto che non sapevo tale motivazione fino a qualche mese fa, ma fin da principio l'ho sempre pensata come hai detto tu a una dichiarazione d'amore. E poi mi ha ispirata per il protagonista maschile di una storia che sto scrivendo».
Non appena pronunció quelle parole si bloccó di colpo. Non poteva averle pronunciate sul serio. Sperava che Seth non gli avesse dato molto peso, e invece...
«Tu scrivi?»le domandò con gli occhi che brillavano.
Margherita si fece rossa per l'imbarazzo e si sentí la gola secca. Solo pochissime persone erano a conoscenza di questa sua passione. Un po' per timidezza, un po' per pudore aveva custodito gelosamente tale segreto.
«S-si ecco...ne ho alcune in corso...e una in particolare dove...»cominció a dire ma le parole le si ingarbugliarono l'una con l'altra, strappando a Seth un sorriso.
«Se non te la senti di parlarne non vi é alcun problema»la rincuoró.
La ragazza scosse la testa.«No. Non voglio che ci siano segreti tra noi».
E gli illustró brevemente ogni trama delle fanfiction che stava scrivendo. Si soffermarono sul crossover dove i personaggi del Mondo Emerso di Licia Troisi si ritrovavano a partecipare al terribile gioco degli Hunger Games.
«Io ucciderei Ido. Quello gnomo non mi piace da quando ha ucciso Deinoforo»disse Seth.
«Credimi, l'ho già fatto ed é quasi scoppiata una rivolta popolare. Ho rischiato di trovarmi una folla inferocita armata di forconi sotto casa».
Seth ridacchió.«Ma se é un personaggio inutile che si trova sempre in mezzo ai piedi»protestó.
Marghe sorrise.«Attento a non farti sentire dai suoi fans. Rischi la forca».
«Non ho paura di quelli. Esistono cose ben peggiori».
E detto da un Mezzo Demone suonava davvero piuttosto veritiero.
La ragazza prese coraggio e formuló la fatidica domanda:«Vorresti...leggere qualcosa?»
Seh non se lo fece ripetere due volte ed acconsetí prima che Marghe avesse modo di cambiare idea. Per fortuna molte delle storie che aveva scritto erano pubblicate su un sito apposito. Mentre le leggeva constató, come aveva immaginato fin dall'inizio, che la ragazza aveva del talento. Se avesse superato un poco la sua timidezza e avesse tirato fuori la storia giusta sarebbe potuta benissimo diventare una promettente scrittrice.
«Sei davvero molto brava»disse restituendole il telefono.
«Lo dici tanto per dire vero?»
«Assolutamente no. Non mentrei mai su una cosa del genere. Penso davvero a quello che ti ho appena detto».
Marghe a quelle parole sentí il cuore sciogliersi, e la contentezza che provava in quel momento aveva accantonato il litigio con sua madre. E il merito del ritorno del buonumore era tutto di Seth.
Fece per sporgersi ler baciarlo, quando avvertí suonare il campanello.
«Aspetti qualcuno?»
Seth annuí.«Il fattorino con la mia cena»rispose alzandosi dal divano per andare ad aprire, senza maglietta.
Marghe fu quasi tentata a fargli notare quel particolare ma ormai il ragazzo aveva già lasciato la stanza.
Lo sentí parlare con il tizio che balbettó qualche parola sconnessa, e chiudere la porta, il tutto in pochi secondi.
Rientró nella stanza con in mano un cartone di pizza.
«Se lo sapevo avrei ordinaro due pizze »si scusó.«Ma non homproblemi a condividerla»aggiunse.
Marghe fu tentata a rifiutare, dato che non se la sentiva di privarlo della cena, ma il suo stomaco la tradí.
Seth ridacchió.«Qualcuno qui é affamato».
«Un poco»si scusó Marghe.
«Allora dacci dentro. Io non ho molta fame». Mentiva. Se ne avesse avuto la possibilità avrebbe mangiato anche un bisonte...anche se l'idea non era poi cosí allettante.
Margherita annuí mordendosi il labbro senza dare segno di prendere l'iniziativa.
«Cosa c'è?»domandó Seth.
La ragazza prese fiato prima di rispondere.«Carlo e mia madre si vogliono sposare»rispose diretta.
«Cosa?»domandó sorpreso ul ragazzo.
Marghe si strinse le spalle.«È per questo che ho litigato con lei e non ho intenzione di parlarle»riveló con amarezza.
Seth l'attiró nuovamente a sè.«Meg...non ne avevo idea. Devi esserne distrutta».
«Già e la cosa peggiore è che non posso dirle il.motivonper cui ora odio di più quell'uomo»riveló alludendo alla faccenda di Nicolas. «Dice che sposandolo ritroverà la sua felicità eccetera. Forse ti sembrerà un pensiero egoistico ma alla mia di felicità non ci pensa? Ho dovuto sopportare la separazione con papà...e adesso questo? Per quanto ancora vorrà rovinarmi la vita?»
Seth sospiró.«A volte si compiono scelte all'apparenza giuste ma che per altri possono essere sbagliate. Lei crede di far bene, ma quello che non capisco è perchè non ha tenuto conto di quelli che provi». La fissó intensamente.«Sai, mio padre, pur essendo un Demone Purosangue e all'apparenza estraneo a dimostrazioni d'affetto, mette sempre in primo piano noi figli e il bene dell'Inferno...sempre che non vada contro la sua incolumità».
«Tuo padre è piú intelligente»borbottó facendo ridacchiare Seth.«Dipende dai momenti. A volte non lo sopportavo».
«Ti manca?»
Seth ci mise un po' a rispondere.«Un po' si, cosí come la mia quotidianità nell'Inferno. Eppure, al tempo stesso, sono ricordi che sbiadiscono se paragonati con i momenti che ho passato e passo con te».
Marghe si accoccoló ancora di più a lui.«Ti amo. Sei l'unica persona che in questo momento ha il potere di rendermi felice».
Seth le sorrise dolcemente.«Ne sono davvero lusingato».
«Posso farti una domanda?»
«Spara».
«Come mai il fattorino che ti ha portato la pizza stava balbettando?»domandò Marghe deviando il discorso. Per un po' non voleva più sentir parlare di sua madre e Carlo. E Seth era un vero maestro a distrarla
Seth scoppió a ridere.«È rimasto folgorato dalla mia bellezza, ovviamente».
Margherita alzó gli occhi al cielo.«Il tuo ego è unico».
«Lo so che lo adori».
«Io adoro tutto di te».
Seth sorrise facendo comparire un'adorabile fossetta sulla guancia.
«Sono io che amo tutto di te credimi. Non cambierei nulla per nulla al mondo».
Bè...in verità la ragazza avrebbe tanto desiderato che qualcosa cambiasse come l'aggiunta di qualche centimetro in altezza dato che si sentiva una nana, e una certa dose di coraggio e determinazione di cui a volte era carente.
Vide Seth si alzarsi dal divano e recuperare il telecomando.
«Mentre mangiamo la pizza, che ormai deve essere diventata un cubetto di ghiaccio, possiamo guardarci un bel film. Ti va?»propose il ragazzo con un sorriso.
Margherita annuí e il ragazzo prese posto al suo fianco.
«Sei molto gentile».
«Per cosí poco mia dolce Meg?»
Margherita fece per replicare che tutto quello che faceva ler lei, l'amore che provava non erano affatto poco. Ma poco prima che potesse pronunciare quelle parole Seth aprí il cartone della pizza, che risultó essere una margherita.
«É la mia preferita»si scusó lui con una leggera nota d'imbarazzo mentre la poggiava sul tavolino davanti al divano mentre con l'altra mano pigiava sui tasti del telecomando alla ricerca del canale giusto.
Le sue dita si fermarono quando sentí le prime note di "My hearth will go on", la canzone piú celebre del film di Titanic.
«Ti piace Titanic?»le domandó.
La ragazza inspiró. «Io...non l'ho mai visto»ammise arrossendo.
Seth la fissó con aria incredula.«Stai scherzando? Non l'hai mai mai visto?»
«Non ne ho mai avuto l'occasione»ribatté.«É una brutta cosa?»domandò mordendosi il labbro.
Seth si sporse e cominció a stuzzicargliele.«É una cosa risolvibile»le sussurró, scostandosi e facendola posizionare comodamente contro il suo petto.
Marghe poggió una mano esattamente sopra il suo cuore che pulsava a ritmo lento e ipnotico.
Si concentró quasi subito sul film, prendendo immediatamente in simpatia quel pazzoide simpatico di Jack Dawson, mentre gustavano la pizza accompagnata da un'immancabile latina di cola.
E mano a mano che procedeva arrivó il celebre pezzo dove Jack e Rose erano sulla prua della nave, bellissimi nella loro rappresentazione di una libertà apparente. E quando arrivó la scena del bacio la ragazza alzó d'istinto il volto verso Seth, ritrovandolo anch'esso a fissarla.
«Se mi fissi in quel modo non riuscirei a trattenermi nel baciarti»le mormoró con voce roca.
Margherita si lassó la lingua sulle labbra.«E io non farei nulla ler fermarti».
Seth allora si sporse verso di lei e poggió le labbra sulle sue, assaporandole lentamente, senza alcuna fretta. Un bacio fugace che peró era riuscito a soddisfare entrambi.
«Ok ora basta sconcertrarsi. Guardiamo il film».
La ragazza riprese fiato e si riposizionó comodamente contro di lui.
Quando arrivó al momento in cui Cal, il promesso sposo di Rose, incastró il povero Jack facendo scivolare nella sua tasca il Cuore dell'Oceano, un diamnte blu a forma di cuore, strinse le labbra contrariata.
«É un essere spregevole quell'uomo»si ritrovó a dire.
Seth ridacchió facendo vibrare il petto. «Su questo siamo d'accordo Meg. Peccato che chi ha girato questo film non ha fatto giustizia».
«In che senso scusa?»
«Nel senso che lui per quanto sia un uomo disgustoso, essendo di prima classe e a quell'epoca ritenuto piú importante, sopravviverà alla strage, mentre delle persone innocenti di terza classe moriranno. Bé, anche se per salvarsi farà ricorso a un trucco che sinceramente mi farebbe venire voglia di strozzarlo».
Margherita si ritrovó ad annuire completamente d'accordo con le sue ultime parole.
Rimasero ancora in silenzio, ma quando arrivó il pezzo in cui la nave cominciava a inclinarsi, la ragazza sussultó.
«Seth...Jack...Jack é prigioniero! Perché non lo vanno a salvare?»domandó in preda a una strana oppressione. Era sempre stata un tipo emotivo soprattutto davanti ai film, dove si immedesimava talmente tanto che se accadeva qualcosa di sentimentalmente compromettente si ritrovava a piangere come una fontana.
Seth la strinse forte a sé.«Non preoccuaprti. C'é ancora tempo prima che finisca il film. Non morirà in questo momento»la rassicuró. Difatti qualche minuto dopo di film arrivó Rose che non senza problemi riuscí a liberarlo, facendo scappare alla ragazza un sospiro di sollievo. Che duró pochissimo dopo il susseguirsi delle scene successive.
«Perché? Perché non li provano a salvare?»domandò facendo riferimento ai membri di servizio che impedivano a quelli di terza classe di salire sul pontile e accedere alle sciluppe che bastavano unicamente per metà dei membri a bordo.
«A quell'epoca non consideravano quelle persone come tali. La persone ricche che si credevano chissà chi e padroni dell'universo passavano avanti. Non contava che anche nella terza classe ci fossero donne e bambini. Prima l'elité, e poi gli altri».
Margherita sentí gli occhi pizzicarle. «Li stanno condananndo a morte...»
«Gli uomini sono sempre stati delle bestie se per preservare la loro vita. Hanno calpestato ogni moralità se questo significava sooravvivere. E in una situazione simile come biasimarli? Se fosse stato per salvare te anch'io avrei ricacciato indietro ogni senso morale e avrei fatto di tutto per salvarti, come Jack ha fatto e farà con Rose».
Margherita si stropicció gli occhi. Sapeva che era sbagliato ma era facile fare tanto i moralisti se non si era coinvolti in prima persona.
Il film procedette e quando arrivó al punto dell'inabissamento completo del Titanic sentí crescere una piccola spranza. Jack e Rose erano entrambi vivi e sopravvissuti. Per loro non restava altro che la pkssibilità che qualche scialuppa di salvataggio facesse dietro front per salvarli. Ma mano a mano che le scene si susseguirono avvertí dentro di sé che stava per accadere qualcosa di tremendo.
E dopo qualche minuto ne ebbe la conferma. Jack...Jack salvó la sua amata, facendola stare sdraiata su una porta di legno, o quello che era, per tenerla lontana dall'acqua gelida.
Ma per il ragazzo non vi fu nulla da fare. Morí per permettere alla ragazza di continuare a vivere. Un estremo atto d'amore, la morte piú dolce eppure al tempo stesso tremenda.
Margherita si ritrovó a singhiozzare come se sentisse su di sé il dolore straziante di Rose che la morte di Jack aveva casusato.
«Va tutto bene Meg»la tranquilizzó il ragazzo.
«Lui...lui é morto per salvarla»singhiozzó lei.«Meritavano...meritavano un lieto fine. Come puó la vita essere cosí crudele verso delle persone cosí buone?»
«Il motivo non si sa. Pensa che alla fine di tutto si ritroveranno entrambi in Paradiso».
Manrghe lo fissó confusa.«Non mi sarei mai aspettata di sentire una cosa simile da parte tua».
Seth sorrise divertito.«Solo perché sono un Mezzo Demone non vuol dire che non creda che le persone che meritano non debbano non finire in mezzo ai pennuti».
La ragazza alzó gli occhi al cielo.«Non ti passerà mai la voglia di chiamarli in quel modo vero?»
Seth fece spallucce.«Non é colpa mia se li associo a dei polli, o peggio ancora a dei piccioni».
Marghe ridacchió e si asciugó le lacrime con il dorso della mano. Aveva versato piú lacrime quel gjorno che tutta la sua vita messa insieme.
Seth di tutta risposta le porse un fazzoletto.
«Sai che ti trovo sexy anche con gli occhi gonfi di pianto?»
La ragazza scoppió a ridere.«Stai scherzando? A confronto uno zombie é molto piú bello della sottoscritta».
«Forse solo te non ti rendi conto del potere che hai su di me in qualsiasi momento. Per te farei quasiasi cosa, anche a costo della vita. Per te patirei le pene piú indicibili se per tenerti al sicuro».
Marghe lo fissó sconvolta.«Dimmi che stai scherzando».
Seth scosse la testa.«Invece si. Per me vali piú di qualsiasi altra cosa al mondo».
«Non ne vale la pena».
Seth non rispose e l'attiró a sé, stringendola forte a sè.
E le parole della canzone che Marghe gli aveva fatto sentire cominciarono a risuonare nella sua mente, soprattutto il ritornello:
"Bruceró per te
mi feriró per te.
E bruceró per te
Mi ammaleró per te"
Avrebbe protetto la ragazza da tutto e da tutti, anche a costo della sua vita. E quella sarebbe stata la sua muta dichiarazione d'amore.
La sua promessa a vita.
*cit. Promessi Sposi di Manzoni (non perchè questo tizio mi sta simpatico ma perchè ci stava troppo 😂😂)
E poi ma quanto è bello Seth? 😍😍(nella foto inserita nel capitolo😊😊)
Angolino dell'autrice:
Buonsalve :D
Yeee sono riuscita a sfornare questo capitolo 😊 è stata dura, soprattutto scrivere la parte straziante con il film Titanic che, come Marghe, ho visto per la prima volta solo di recente 😅, ma che mi ha fatto piangere come una fontana😭(Jackkkkk ti adoravo troppo ooo😭😭😭).
Spero vi sia piaciuto :3
A presto(speriamo...ci metteró tutto l'impegno possibile per aggiornare presto...ma tra studio e tirocinio è tosta ma non mi do per vinta 💪🏼)
FreDrachen
P.s: il video allegato è la canzone Bruceró per te 😊 piccolo consiglio concentratevi più che sul video di per sè sulle parole della canzone 😍😍😍
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro