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Capitolo 46

15/05/2015

«Vuoi andare già via? Ancora é lontano il giorno: non era l'allodola, era l'usignolo che trafisse il tuo orecchio timoroso:canta ogni notte laggiú dal melograno; credimi amore, era l'usignolo».

Margherita e Seth spuntarono dal balcone, dopo aver interpretato la loro prima e unica notte di fuoco e passione prima dell'esilio in teoria definitivo di Romeo. Il ragazzo la prese per mano e chinó un poco la testa.

«Era l'allodola, messaggera dell'alba, non l'usignolo. Guarda amore, la luce invidiosa a strisce orla le nubi che si sciolgono a oriente; le candele della notte non ardono piú e il giorno in punta di piedi si sporge felice dalle cime nebbiose dei monti. Devo andare: é la vita, o restare a morire».

Marghe gettó un'occhiata quasi di disprezzo in direzione, nell'immaginario collettivo, dell'orizzonte.

«Quel chiarore laggiú non é la luce del giorno, lo so: é una meteora che si libera per te dal sole questa notte, la torcia per farti lume sulla via di Mantova; dunque rimani ancora, c'é tempo per andare».

Seth le sorrise dolcemente.«Mi prendano pure, sarà certo la morte, ma sono felice se tu vuoi cosí. Diró, allora, che là, quel grigio non é l'occhio del mattino ma il fioco riverbero della fronte di Cinzia; che non é l'allodola a battere la volta del cielo, cosí alta su noi. Io voglio restare, non voglio piú partire: vieni, o morte, sarai la benvenuta! Vuole cosí Giulietta».

Pur essendo finzione quelle parole le trafissero il cuore. Se ci fosse stato Seth al posto di Romeo non avrebbe mai voluto che morisse. E per fortuna anche la protagonista la pensava così.

Notando il suo turbamneto Seth aggiunse: «Che c'é, anima mia? Parliamo, non é giorno».

Parliamo un corno! Ma che accidenti stava pensando Shakespeare quando stava scrivendo quel pezzo?

Margherita poggió le mani sul suo petto come per incitarlo ad allontanarsi.«É giorno, é giorno: dunque, presto, và via! É l'allodola che canta fuori tono forzando su dissonanze e aspri acuti. Dicono che l'allodola divida con dolcezza ogni accordo: questa non ci divide con dolcezza; e ancora, che l'allodola e il rospo ripugnante abbiano scambiato i loro occhi: cosí avessero o anche della voce, poi che quella voce lotta il nostro abbraccio, perché ti caccia da me, col suo richiamo al giorno. Oh, và, ora và; si fa sempre piú luce».

Seth strinse le labbra e si costrinse ad annuire. «Sempre piú luce! Sempre oscura di piú la nostra pena!»

Lucia entró in scena con espressione trafelata. «Signora

Margherita si voltó verso di lei.«Nutrice

«Vostra madre viene qui. Il giorno é spuntato; siate prudente, guardatevi intorno». Ed uscí di scena.

Margherita si voltó verso Seth. «Allora, o balcone, fai entrare il giorno e uscire la vita!»

«Addio, addio; ancora un bacio e scendo». Seth le scoccó un ultimo fugace bacio sulle labbra, nulla a che vedere con quello focoso che si erano scambiati neanche due giorni prima che al solo pensare le si coloravano le goti di rosso, scese giú dal finto balcone che per fortuna non era esageratamante rialzato da terra, ed atterró con estrema agilità. Se ci fosse stata Marghe al suo posto sarebbe senz'altro caduta di sedere, conoscendo appieno la sua estrema goffagine.

«Sei dunque andato via cosí, amore, signore, mio sposo, mio amico? Voglio avere tue notizie ogni giorno; ma ogni ora, ogni minuto sono molti giorni. Oh, con questo modo di misurare il tempo diventeró vecchia prima di rivedere il mio Romeo».

Seth le sorrise dolcemente. «Addio! Non perderò un'occasione per mandarti i miei saluti, amore».

«Ti ringrazio; ma ci rivedremo ancora?»

Il ragazzo annuí con estrema convinzione.«Certo, e tutte queste sofferenze serviranno per fare più dolci i colloqui nel tempo che sarà nostro».

«Oh mio Dio, ho nell'anima un triste presagio. Ti vedo, ora che sei giú come un morto in fondo alla tomba. Forse non vedo bene, ma tu mi sembri pallido».

Possibile che Giulietta avesse veramente avuto quel cattivo presagio nel loro futuro? Di certo ormai quella domanda sarebbe rimasta senza risposta.

«Credimi, amore mio, anche tu ai miei occhi sembri pallida; l'angoscia ha sete e beve il nostro sangue. Addio, addio!» E con quelle parole Seth uscí dalla scena.

Marghe si poggió con le braccia al parapetto del bancone improvvisato.«O fortuna, fortuna! Tutti gli uomini ti chiamano volubile. Se tu sei volubile, che farai di lui, che tutti stimano cosí fedele? Sii incostante, fortuna, perché cosí spero che non lonterrai a lungo lontano, ma lo rimanderai presto da me».

Rientró in quella che doveva fungere da stanza ma che in realtà altro non erano che delle scalettine che le permettessero di uscire dal palazzo improvvisato.

Ok...non era andata male come recitazione. O almeno, cosí sperava.

La professoressa Basetti batté le mani. «Per oggi fermiamoci. Barbieri, Grigori. Siete stati davvero bravissimi nelle vostre parti, tenendo conto che é da poco tempo che provate. Da venerdí prossimo non avrete parti in comune a parte l'ultima scena. L'atto finale».

L'atto finale. Quello che le faceva sempre salire le lacrime ogni qual volta lo leggesse o vedesse interpretato in qualche film dedicato a questa splendida opera. La scena piú crudele eppure la più romantica in assoluto. L'estremo attimo che legó per sempre i due sventurati amati.

E cosa c'é di tanto piú dolce che legarsi in eterno alla persona amata?

Certo se Romeo avesse aspettato un momentino forse avrebbero avuto il loro lieto fine insieme, ma il buon caro vecchio Shakespeare non era della stessa opinione. Ma non era di certo la tragica fine a togliere magia a quel'opera eterna.

«Molto bene. Manca meno di un mese all'interpretazione finale. Continuate cosí a ripassare le vostre parti. Ci vediamo venerdí prossimo».

I ragazzi si affrettarono a raggiungere le loro cose per prepararsi a tornare a casa.

Marghe fece altrettanto, soddisfatta di essere riuscita a interpretare la sua parte al meglio. Forse era la vicinanza di Seth a darle la carica a dare il massimo in ogni cosa che faceva.

Il ragazzo in questione avvicinó il viso al suo orecchio.

«Facciamo la strada insieme? Ho visto con l'app che parte un bus tra una decina di minuti».

La ragazza si voltó sorpresa. Dopo il suo disastroso tentativo di due giorni prima di fargli prendere il bus non si sarebbe mai aspettata tale proposta. E come dargli torto! Per enorme sfiga quel viaggio era stato un verso inferno, riuscendo quasi a creargli un rigetto nei confronti di quel mezzo, tanto che al ritorno Seth aveva chiamato un taxi che li riportasse a casa.

«Ma non mi avevi espresso in chiaro e tondo che non avresti piú messo piede su quella "trappola infernale" come l'hai definito?»

Seth le sorrise.«Di solito non mi rimangio la parola data, ma volevo dare una chance al bus, dato che so che lo prendi per la maggior parte delle volte per andare a scuola».

A quelle parole si commosse. Aveva affrontato la sua avversione nei confronti del mezzo per passare del tempo con lei.

«Sei davvero gentile Seth».

La prese per mano.«Per stare con te farei questo e altro».

Usciti da scuola vennero investiti da un'aria davvero frescolina, tanto che Marghe si strinse nel giubotto infilando le mani nelle tasche. Per tutta la durata della recitazione un pensiero l'aveva assillata senza sosta.

Guardò di sottecchi Seth al suo fianco, il suo profilo armonioso e perfetto quasi divino.

Si morse il labbro insicura se tirare fuori quell'argomento o meno. Ma in un modo o nell'altro doveva andare affrontato prima o poi.

Seth dovette intuire qualcosa perché le chiese:«Tutto a posto Meg? Ti trovo piú silenziosa del solito».

Ah, se n'era accorto alla fine.

Voltó lo sguardo verso il ragazzo che la stava fissando in evidente attesa di una risposta.

«Si si. Non c'é nulla che non vada»mentí.

Ma gli occhi dovevano averla tradita perché Seth si mise a ridacchiare.

«Non sei capace a mentire, lo sai Meg?»

«É che mi vergogno a chiedertelo»ammise lei.

«É una cosa che dopo che me l'avrai rivelata mi farà scappare via a gambe levate?»

Margherita si fece rossa d'imbarazzo.«Forse».

Seth si piazzó di fronte a lei e la costrinse a fermarsi.«Eddai, non tenermi sulle spine. Allora? Di cosa si tratta?»

La ragazza deglutí, quasi temendo la sua reazione dopo la sua domanda.

«Hai...hai mai pensato per noi due la parola con la S?»

Seth aggrottó le sopracciglia confuso.

«Non sono mai stato bravo con gli indovinelli».

Marghe deglutí.«Quello che sto cercando di dirti e se hai mai pensato a noi due uniti in un rapporto...piú intimo».

A quelle parole il ragazzo capí.

«Mi stai chiedendo se ho mai pensato di fare sesso con te?»

Marghe si fermó e si nascose il viso tra le mani. Ecco, adesso avrebbe senza ombra di dubbio pensato che fosse una depravata. Ma contro ogni aspettativa Seth gliele scostó delicatamente.

«Come mai questo pensiero Meg?»

La ragazza si innumidí le labbra.«Bé ecco, é uno dei tanti fattori che tengono su una relazione e poi pensavo che essendo un maschio hai senza dubbio...delle esigenze».

Seth ridacchió. «Perdonami se rido ma chi ti ha detto queste cose?»

«Nessuno. Nei romanzi funziona quasi sempre cosí».

«Meg, la vita non é come un libro lo sai. Puó somigliarci, puó talvolta sostituirla ma a volte le cose non vanno come vengono descritte. Diciamo che talvolta i personaggi sembrano peggio di conigli in calore».

Marghe lo fissó a bocca aperta.«Stai insultando dei libri!»

«Non tutti, buonaparte»si giustificò Seth con un mezzo sorriso.

«Quindi mi stai cercando di dire che non dovremmo farlo per non sembrare dei conigli in calore? Ho afferrato il concetto?»domandó delusa.

Seth sospirò. «Non ho mai detto di non volerlo fare».

«Ma non hai neanche detto il contrario».

Il ragazzo prese le mani della ragazza tra le sue.«Senti ti prometto che lo faremo, ma solo ed esclusivamente quando sarai pronta».

«E se ti dicessi che voglio farlo?»

«No non é vero. Ti sembra solo un'avventura, non una scelta fatta con cuore e cervello».

«Ma io vorrei darti di più. Questa potrebbe rimanere l'unica cosa che non ti ho mai dato. E chissà quante altre ragazze ti hanno donato tale...»

«Solo con una ho intrattenuto un tale rapporto, ed era un'anima di un Villaggio Carnale della Landa della Lussuria. Dovevo solo vincere una scommessa che ho fatto con uno dei miei fratelli. E in quel momento non ho provato nulla se non il piacere lussurioso e primordiale del rapporto in sé. Invece quando vorró farlo con te vorrei provare qualcosa di unico e speciale e cercare lo stesso di farlo provare a te».

A quelle parole Margherita sentí gli occhi innumidirsi.«Accidenti...non so che dire»ammise infine, non sapendo veramente come esprimere i pensieri che le scorrevano nella testa in quell'istante.

Seth ridacchió.«Per il momento non devi dire nulla Meg. Pensa bene e finché non sarai pronta io saró qui ad aspettarti».

«Non riesco a credere che Dani ti creda cosí pericoloso. Sei in assoluto la persona piú adorabile di tutto il pianteta, se non di tutto il Sistema Solare».

«Bé sarebbe strano di tutto il Sistema daro che la Terra é l'unico pianeta abitabile»ribatté lui divertito, per poi assumere un'espressione seria.«Bé il tuo amico non ha tutti i torti. Io non sono affatto una persona buona, anzi! Certa gente é meglio che non si trovi lungo il mio cammino. Ma in parte hai anche ragione. Io sono...diverso dagli altri in cui é piú visibile questo loro lato oscuro. E forse la gran parte della motivazione di ció sei te».

«Me?»domandó Marghe indicandosi con l'indice.

Seth le sorrise.«Tu sei in grado di volermi far desiderare di sopprimere la mia larte oscura e di essere una persona...buona. Per te».

D'istinto la ragazza l'abbracció seppellendo il viso contro il suo petto.«Come si fa a non amare una persona come te?»

Sentí il petto vibrare sotto la sua testa.«Eh già. Sono una persona indispensabilissima per la vita».

Allontanó il capo di scatto.«Certo credici Msr modestia»ribatté con un sorriso divertito.

Finalmente dopo quella piccola sosta raggiunsero il capoliena del bus e si sedettero in due posti in fondo.

Per fortuna in quel momento il convoglio mezzo vuoto.

Marghe si accoccoló su se stessa e poggió la testa contro la splalla di Seth che la cinse con un braccio.

«Posso farti una domanda?»se ne uscí lei.

«É parente di quella che mi hai fatto prima?»indagó Seth con l'ombra di un sorriso divertito.

«Bé si. Insomma quella tua prima volta...»

Seth alzó gli occhi al cielo. «Per l'Inferno Meg, non mi dire che sei gelosa».

«Gelosa no, curiosa si»ammise la ragazza.

Il ragazzo si morse il labbro se si osservó attorno indeciso. Marghe dovette intuire ció che gli stava passando per la testa perché aggiunse sottovoce:«Non credo che le persone presenti possano sentirci. Non credo che l'udito umano arrivi a tanto».

Difatti loro erano gli unici nella parte posteriore del bus, mentre il resto si era accalappiato i posti vicini alla porta.

Seth annuí.«É stata semplicemente una sfida. Nathan, uno dei miei fratelli, ha scommesso che non avrei avuto mai il coraggio di fare sesso con un'anima per di piú con molti anni piú del sottoscritto»spiegó.

«Quanti anni?»

«Venticinque. Parecchi piú di me che ne avevo solo quindici, quasi sedici. Ero da poco diventato Principe Ereditario in seguito alla morte del mio...predecessore». La voce a fine frase gli s'incrinó e la ragazza intuí che il ragazzo fosse stato molto legato al suo predecessore.

«Il tuo predecessore...ti manca vero? Eravate molto legati?»

Seth deglutí a fatica.«Era il ritratto perfetto del guerriero. Leale, forte, coraggioso il modello a cui tutti aspiravano di diventare, me compreso. Sai all'inizio, quando ho sviluppato i miei poteri seppur precocemente, facendomi guadagnare punti nella gerarchia, non ero in grado di controllarmi. Ho mandato in infermeria tanti dei miei fratelli che attualmente non ricordo con l'esattezza di quanti fossero. Se avessi continuato su quella linea e non mi fossi dato una regolata mi avrebbero...abbattuto».

Marghe a quell'ultima parola arricció il naso contrariata.«Il termine abbattere mi fa piú pensare a belve pericolose».

«La nostra parte oscura é guidata da sensi primitivi quasi animaleschi e all'inizio tutti sembriamo degli squilibrati privi di ogni morale. E per il bene della Landa i soggetti che continuano a rimanere tali vengono eliminati»spiegó Seth.

«E il tuo predecessore? Che ruolo ha in questa storia?»

«Fu lui a farsi carico di me e a insegnarmi a controllarmi. E dopo mesi e mesi di pazienza ci riuscí. I miei poteri si stabilizzarono ed é stato grazie a lui che sono ancora vivo»concluse.

«Cosa gli é successo?»domandó Margherita temendo la risposta.

Seth abbassó il capo, e la ragazza temette di essersi spinta troppo oltre con la sua curiosità.

Ma alla fine il Mezzo Demone rialzó la testa, gli occhi che cominciarono a vibrare. In essi Marghe scorse rabbia e rancore, che per fortuna non erano indirizzati a lei.

«É stato ucciso dagli Angeli»rispose cercando di soffocare le emozioni crescenti. «Era sulla Terra, in missione. É stato attaccato da un gruppo di Angeli che l'hanno barbaramente fatto fuori».

Marghe in quelle parole avvertí una miriade di emozioni:dolore, rabbia, mancanza. Quel Mezzo Demone era davvero stato speciale per Seth.

«Come si chiamava?»

«Jonathan. Jonathan Sky».

Per un attimo la ragazza pensó a Jonathan Cristopher Morgesten, il suo personaggio preferito della saga degli Shadowhunter, ma ovviamente quel Jonathan immaginario non era esattamante lo stesso che era stata una figura importante ler il suo ragazzo.

D'istinto lo strinse in un forte abbraccio.

«Non so cosa si prova a perdere una persona cara, ma penso che per te sia stata dura. E sai una cosa? Credo che, dovunque si trovi adesso, sia fiero di quello che sei diventato».

Seth contrasse la mascella.«Non ne sono certo. Lui era un tipo all'antica...non credo che avrebbe mai approvato la nostra relazione».

«Avresti trovato il modo di convincerlo».

Il Mezzo Demone annuí con lo sguardo rivolto verso un punto indefinito e perso nei suoi pensieri.

E Marghe desideró di avere delle maxi pinzette che le permettessero di estirpare dalla sua mente i brutti ricordi.

«Credo che ti sarebbe piaciuto»disse all'improvviso.«Simpatico e cordiale, uno di quelli che sa cosa fare al momento giusto».

«Un tuo sosia insomma. Quanti anni aveva piú di te?»

«Dieci».

Marghe sorrise.«Ok, allora sarebbe stato una versione di te piú vecchia».
Immaginó nella sua mente una versione di Seth leggermente più vecchia, avvolta in un'armatura scintillante e a cavallo di un nobile destriero. Una scena irrealizzabile ma che le scaldò il cuore.

Finalmente riuscí a strappare un sorriso al ragazzo.«Tu ci scherzi su, ma veramente ci assomigliavamo, se non fosse stato per la differenza di età che ovviamente si vedeva, e per gli occhi. Lui li aveva piú chiari e penetranti dei miei».

«I tuoi mi piacciono da impazzire»esclamó Marghe forse con troppa enfasi.

Seth ridacchió.«Ho sempre pensato che tu avessi un debole per i miei occhi».

Lei di tutta rispota gli regaló una debole gomitata.«Prima o poi verró schiacciata dal tuo enorme ego, lo sai questo vero?»

«Ammettilo che quando faccio cosí mi trovi altamente attraente».

Margherita alzó gli occhi al cielo. «Mi sono innamorata di un bambino, ecco la verità».

Seth di tutta risposta avvicinó il viso al suo orecchio, e con il respiro le fece un leggero solletico.«Io invece mi sono innamorata della ragazza piú affascinante mai esistita».

«Sei...un adulatore»riuscí solo a mormorare lei con il cervello andato completamente nel pallone.

«Non ho mai affermato il contrario»ribatté lui scostandosi e stirando le labbra in un sorriso radioso e lucente, potente e distruttivo come il Sole.

Fece per rispondergli quando lui si chinó per regalarle un piccolo bacio casto.

«Io scendo alla prossima»le disse in tono di scuse.

Marghe si affacció dal finestrino per constatare dove fossero. Non si era manco accorta che fossero partiti, tanto era presa dal discorso, ma mancavano ancora un bel po' di fermate a quella dove dovevano scendere.

«Scusami Seth ma ti sei trasferito nelle ultime ore?»

Il ragazzo scoppió a ridere.«Ma scherzi? Non mi schioderei dal mio appartamento neanche se scoppiasse l'Apocalisse. No, il fatto é che mi sono iscritto...in palestra».

Subito la mente di Margherita immaginó un Seth fasciato in una maglia aderente che lasciava intravvedere i suoi muscoli scolpiti, e i pantaloni di tuta a cavallo basso...ok, doveva trovare un modo per trattenere i suoi ormoni impazziti.

Lanció un'occhiata al ragazzo constatando che a differenza della maggior parte delle volte quel giorno indossava veramente un paio di pantaloni di tuta che lasciavano molta immaginazione.

«Perché non vieni con me? Ci divertiremo»le propose Seth.

Non ebbe il tempo di rispondere che lui la prese per mano e la trascinó fino alla porta d'uscita del bus.

Palestra? L'unico movimento che il suo corpo tollerava o era fare zapping con il telcomando spaparanzata sul divano oppure ticchettare sulla tastiera o oggetti affini per scrivere, o ancora meglio il movimento della mano ler girare le pagine dei libri. Il termine palestra nel suo vocabolario interiore non voleva dire altro che tremenda ed estrema fatica.

«Non credo che sia una buona idea. Sono la negazione assoluta quando bisogna mettere in moto il corpo»ammise.

Non era abbastanza prevedibile con le curve che si ritrovava?

«Suvvia, sono certo che riusciró a fartela amare».

«Come mai ti sei iscritto?»domandó lei, ignorando le sue ultime parole. Non voleva illuderlo per il suo sogno irrealizzabile.

«Diciamo che questa decisione è stata dettata dal mio bisogno di mettere in moto il corpo. Quando ero all'Inferno passavo le mie giornate a rincorrere e a catturare gli eventuali Dannati che tentavano la fuga, e venendo qui sulla Terra mi sono ritrovato...a non avere piú occasioni simili. E io odio stare a non far niente, ho bisogno di mettere in moto il corpo. Altrimenti potrei dire addio a questi magnifici pettorali e addominali»rispose mostrando in modo buffo i suoi muscoli, facendo cosí ritrovare la ragazza d'accordo con lui.

«Se vuoi ti accompagno»acconsentí infine lei.

Cominciarono a camminare l'uno di fianco all'altro.

Seth fece un sorriso sornione.

«Sai che ti sto immaginando sul tapirulan?»disse all'improvviso.

Gli occhi di Marghe a quelle parole si sgranarono, e se fossero stati in un cartone animato sarebbero usciti sicuramente dalle loro orbite.«Ti prego Seth, non continuare...»

«Ma no aspetta, lasciami finire. Immaginati te che corri sul nastro, i capelli raccolti in una morbida coda che ondeggia a ritmo, i tuoi vestiti zuppi di sudore...»

«Sudore? Ma che accidenti di scena fantastica ci trovi in una situazione simile?»

«Aspetta, ci sto per arrivare. Dunque tu sei lí che corri mentre il sottoscritto casualmente farà una pausa e sempre casualmente si siederà alle tue spalle e ti fisserà come un bravo perfetto maniaco. Ah, e ti ho già detto che trovo il tuo lato B estremamente sexy?»

Marghesi fece rossa per l'imbarazzo. «Seth!»

Il ragazzo scoppió a ridere,una risata roca e sexy. «Non devi imbarazzarti quando ti faccio certi complimenti che sottolineano solo l'ovvietà».

L'ovvietà? Ok, aveva sentito che l'amore metteva il prosciutto sugli occhi ma cosí era davvero eccessivo.

«Seth io...»

«Senti, non vorrei forzarti. É solo che mi sembrava una buona idea per passare del tempo insieme».

«Apprezzo davvero il tuo impegno, é solo che in primis non sono vestita adeguatamente, e secondo non credo che dopo che tu abbia visto la mia prestazione voglia uscire ancora con me».

Seth a quelle parole sorrise dolcemente.«Meg, credi sul serio che io possa smettere di amarti solo perché non ti senti alla mia altezza per le prestazioni fisiche? Ti amo e ti ameró per sempre per quello che sei. E se stare con te significa che non potró ammirare il tuo fighissimo lato B, é lo stesso. E poi non per andarti contro ma sei perfetta vestita cosí»rispose, indicando poi i suoi leggins e accennando alla felpa che indossava sotto il cappotto.

A quelle parole Marghe si commosse, e si alzó in punta di piedi per scoccargli un fugace bacio.

«Ok mi hai convinta. Andiamo, prima che cambi idea».

Parti tratte dall'atto III,scena V di "Romeo e Giulietta"di William Shakespeare, edizione Oscar Mondadori. Traduzione di Salvatore Quasimodo

Angolino autrice:

Buonsalve 😊
Dunque...volevo dirvi che le parti tratte da Romeo e Giulietta dove entrambi recitano, non ce ne saranno più fino al capitolo che sarà dedicato al saggio finale in cui ci sarà la parte importante che ancora non ho ancora fatto recitare loro...naturalmente le prove continuano ^^ ahah state certi che non batteranno di certo la fiacca ù.ù

E il discorso "piccante" tra i due? Vi giuro ho riso cone una matta mentre scrivevo quel pezzo (soprattutto pensando all'imbarazzo di Marghe 😂).

E poooiii il nostro caro predecessore di Seth, Jonathan. Non sarà l'unica volta che ne sentiremo parlare, anzi! Ho in serbo per voi una bella sorpresa nel secondo libro proprio legato a lui e a Seth ^^ (si sto cominciando a gettare le basi per i libri a seguire ù.ù).

E per finire la nostra povera Marghe convinta ad andare in palestra😂 va bè...le voglio troppo male a 'sta poveretta😂

Nei prossimi...eh eh...ho in mente di fare cabum! Un bel po' di casino nella povera vita di Marghe 😅 (no non per Seth, non preoccupatevi...per ora almeno😎)

A presto :-*
FreDrachen

P.s: il prossimo capitolo sarà la carta l'identità di Clara (evviva😒😑😅😂)...si vede quanto sono felice vero? 😂😂

Pps: ho in mente di creare una raccolta,una sorta di spin off di tutta la saga, dove inseriró diversi "momenti mancanti" della storia per esempio episodi che non ho inserito nella struttura principale ma che mi piacerebbe condividere con voi oppure scene eliminate di qualche personaggio non importantissime ai fini della trama vera e propria ma che ci permette di capirli più a fondo :)

Ovviamente la aggiornerò a pari passo con la storia in corso ed evitando possibili spoiler di avvenimenti futuri 😊

Cosa ne pensate? Vi piace come idea? 😍😍 comunque pensavo come prima di descrivervi il primo tentativo di Seth con i bus...ahah mi viene da ridere al solo pensarci 😂😂 poraccio che trauma gli ho fatto venire XD

Ho già fatto la copertina(giuro mi sono innamorata di quest'idea 😍😍):

Cosa ne dite? 😊😊

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