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Capitolo 7

Era passata una settimana da quando avevo accettato di lavorare con i 5 Seconds of Summer.

Chiamarono manager e tizi vari che acconsentirono subito - a quanto pare c'era proprio carenza di personale - all'entrata mia e di Jennifer nel gruppo.

Ci trasferimmo in casa Cashton e sorpresa, sorpresa, anche i Muke decisero di abitare con noi. Avevo il leggero presentimento che a Luke interessasse la mia migliore amica. Ovviamente non ne ero sicura, però quando stavano insieme lui era molto preso. E, ad essere sinceri, anche lei lo era, non più come fan per lo meno. A detta sua aveva superato lo sgomento.

Io dal canto mio non potevo chiedere di meglio. Quella casa era enorme e accogliente, i ragazzi mi trattavano bene - meglio della mia famiglia in tutti questi anni - Sydney era fantastica, poi era estate e la cosa mi metteva allegria. Forse perché presto sarebbe arrivato Natale.

Tra tutte le festività più compleanno quella che che preferivo maggiormente era proprio il Natale. Mi piaceva come le città diventassero gioiose.

Nella mia breve vita avevo passato solo due tipi di Natale: uno inglese e l'altro australiano.

Si festeggiava la stessa cosa, ma erano totalmente diversi.

In Inghilterra infatti la festa cadeva in inverno, mentre in Australia era estate.

Praticamente o sotto la neve vestita a cipolla per via del freddo o in costume da bagno pronta ad entrare in acqua.

Non sapevo sinceramente quale preferissi.. Alla fine gli anni passati in Inghilterra e che io ricordavo erano stati tre...

Mentre in Australia avevo passato solo un anno e mezzo.

Ma il Natale australiano era certamente più caloroso di quello inglese: in tutti i sensi.

Mi girai svogliatamente nel letto. Stavo morendo di caldo, nonostante avessi addosso una semplice canotta con dei pantaloncini. Sbloccai il telefono e controllai l'orario.

Erano solamente le nove del mattino. Come al solito non avevo nessuna chiamata persa da parte dei miei. Ma questo era normale, mi sarei sorpresa del contrario.

Quello che mi sorprese fu un messaggio da parte di Harry.

"Ehi sorellina, come te la stai cavando? Ho saputo che lavorerai per i 5 Seconds of Summer."

Probabilmente l'aveva informato qualcuno della band.

"Ehi Harry, qui tutto bene, tu?
Comunque sì. In primavera esce il nuovo cd e inizieranno subito dopo il tour. E allora entriamo in gioco io e Jennifer"

Dopo alcuni minuti arrivò la sua risposta.

"Che bello! Non vedo l'ora di sentire il nuovo album. Perché non mi hai detto niente riguardo la proposta?"

Se l'era un po' presa. In effetti, non aveva tutti i torti. Di solito informavo sempre Harry se mi accadeva qualcosa di particolare, ma stavolta non me l'ero sentita.

Mentre sceglievo cosa scrivere arrivò un altro suo messaggio che mi fece stringere il cuore.

"Sammy, lo sai che io ti voglio bene, e che ci tengo alla tua felicità. Mi dispiace non poterti stare accanto, ma appena avrò tempo ti verrò a trovare, tra poco iniziano le vacanze pure per me"

"Grazie H, anche io ti voglio bene. Spero di vederti al più presto. Quando finisci di girare il film?"

"Tra due settimane. Ora devo andare. Salutami Jen e i ragazzi xx"

Mi alzai dal morbido e caldo letto, presi il cambio e andai in bagno per rinfrescarmi con una doccia e fare i miei bisogni.

Probabilmente ancora nessuno era sveglio, così feci tutto con calma. Dopo essermi lavata, asciugai i miei capelli castani e diedi una forma ad onda alle punte bionde.

Uscii vestita, sistemata e profumata ma sbattei contro il petto, alquanto tonico, di qualcuno. Alzai gli occhi e ritrovai il viso di Calum a pochi centimetri dal mio.

Cercai di non far defluire il sangue alle guance, ma ormai era tardi.

<<S-scusa>> mormorai imbarazzata cercando di non far scendere il mio sguardo più in basso del suo collo. Per evitare ciò decisi di guardare il suo enorme naso <<Non ti avevo visto.>>

Era abbastanza rigido. Come sempre d'altronde... Che avesse problemi col genere femminile?
<<Non ti preoccupare.>>

Aveva detto una cosa carina ma risultava sempre freddo e scostante. Aveva intorno a sé una barriera invalicabile. Credevo che dopo l'episodio della medicazione più scale le cose tra di noi sarebbero cambiate. Invece lui era sempre lontano.

In questa settimana ogni mio singolo passo mi faceva restare in attesa del suo, che però non arrivava.

Rimanemmo a guardarci negli occhi per quelli che parvero minuti interminabili.

Entrambi avevamo gli occhi marroni ma di un'intensità diversa: i suoi scuri, i miei chiari.

Erano troppo familiari, come se avessi passato molti momenti ferma ad osservarli.

Ma come al solito non ricordavo nulla. Niente di niente. Solo un vuoto.

Alla fine si schiarì la voce e fece cenno di voler entrare, non mi ero neanche resa conto di essere sulla soglia della porta e di bloccare il passaggio.

Mi spostai uscendo definitivamente, per poi mormorare una sorta di scusa quasi non udibile.

Scossi la testa e andai a svegliare gli altri: era tempo di scendere da Starbucks.

Ormai era la mia ossessione, qui a Sydney.

Ma non mi sembrava giusto svegliare quei dormiglioni solo scuotendoli, così andai in cucina e presi una ciotola di medie dimensioni. La riempii con dell'acqua e aggiunsi qualche cubetto di ghiaccio per renderla ancora più fredda.

Entrai silenziosamente nella stanza di Luke. Stava dormendo profondamente. Era disteso a pancia in su, un'espressione serena sul viso. Indossava una canotta e dei boxer.

Mentre tenevo la bacinella con l'acqua con la mano destra, con la sinistra presi il telefono dalla tasca, lo sbloccai e iniziai un video.

Quando fui pronta svuotai tutta l'acqua con tanto di ghiaccio sulla faccia del povero sventurato.

Aprì gli occhi di scatto e gli scappò un urletto adorabile e molto acuto. Non riuscii a trattenermi e liberai una fragorosa risata. Staccai il video e aspettai che proferisse parola.

<<Questa me la paghi, Sammy>>

Iniziai a correre mentre lui si liberava del ghiaccio caduto dentro la canottiera. Prese la bacinella e si diresse in cucina.

Il suo intento era quello di inzupparmi, ma non glielo avrei permesso. Loro erano le vittime ed io la colpevole. Adocchiai in salone un tranquillo Ashton che ascoltava musica seduto sul divano con l'aria condizionata sparata.

Non avevo mai fatto questo genere di cose, ma avevo deciso di ricominciare, di vivere diversamente almeno un anno della mia triste vita ed Ash sarebbe stato la prossima vittima.

Lukey finì di riempire la ciotola e corse verso di me. Nello stesso momento il batterista si alzò e io ne approfittai. Mentre Luke stava per farmi fare l'ice bucket challenge con uno scatto girai intorno ad Ash e l'acqua lo inondò.

<<Ma che cazzo...?>> imprecò il riccio.

Ci guardammo negli occhi e poi scoppiammo a ridere.

Ci ritrovammo un'ora dopo sotto, pronti ad uscire. Ma mancavano ancora Michael e Calum.
<<Dove sono Calum e Michael?>> chiesi.

<<Stanno per scendere, tranquilla.>> rispose Luke.

Jennifer

Tastai la tasca per prendere il telefono ma non lo trovai. Inizialmente mi assalì il panico, ma poi mi tranquillizzai pensando di averlo lasciato sopra.

<<Ragazzi, probabilmente ho scordato il cellulare in camera. Vado a prenderlo, ci metto due secondi.>> e mi diressi su per le scale.

Mentre salivo sentii delle voci provenire dalla stanza di Michael. Quella che sentivo era proprio la sua voce. La mia camera era proprio attaccata alla sua, stavo per entrare quando mi bloccai sentendo Michael dire una frase abbastanza ambigua.

<<Calum, sei sicuro che la Sam che conoscevi tu sia lei?>>

Stavano parlando di una certa Sam. Che fosse la mia amica? Cercai di captare il più possibile, per capire di chi stessero parlando esattamente. Sapevo che dovevo farmi i fatti miei, ma ero troppo curiosa.

<<Si, Michael, è lei. Ieri ho parlato con Harry.>>

Harry?

<<Capisco. Cos'hai intenzione di fare?>> domandò Michael.

<<Non so. Harry mi ha detto di non accennare niente riguardo al suo passato, ma non ci riesco. Voglio che lei sappia. Voglio che lei ricordi tutti quei momenti passati insieme, voglio che lei si ricordi di me, del suo migliore amico, del suo primo fidanzatino.>>

<<Sai che non può.>>

<<Per adesso mi basta controllare stia bene. Ma non so fino a quando riuscirò a resistere...>>

Ero paralizzata. Stavano parlando sul serio della Sam che conoscevo io. Sapevo ciò che aveva passato la mia migliore amica, Harry me ne aveva parlato. Mi aveva detto anche che era legata moltissimo a un ragazzo nella sua 'precedente vita', era un punto di riferimento per lei, ma che purtroppo lei ormai non ne era più a conoscenza dato che i genitori avevano deciso di farle tagliare i rapporti con lui. Anche per questo i genitori di Sam mi stavano alquanto sul cazzo. Non permettevano alla figlia di ricostruire i suoi primi quattordici anni di vita, di ricostruire le sue amicizie, di ricostruire tutto.

In ogni caso non credevo che quel ragazzo fosse proprio Calum Hood. Non ci potevo credere. Era assurdo.

Adesso capivo perché Calum era così rigido. Cercava di non lasciarsi andare, cercava di mostrarsi freddo trattenendosi dal mostrare i propri sentimenti.

Ecco perché aveva acconsentito a tenere me e Sam in casa sua, pur dovendo soffrire.

Non sapevo cosa fare. Ero indecisa sull'entrare o meno, ma loro due mi precedettero.

Probabilmente avevo causato qualche rumore e loro se ne erano accorti perché improvvisamente si girarono preoccupati e incrociarono il mio sguardo.

E allora mi presi di coraggio ed entrai nella stanza. Avevo altre alternative?

**********

Ashella's notes

Alla fine, ieri sono andata a dormire alle quattro perché ho continuato a scrivere :) stamattina avrei voluto aggiornare ma è arrivato il messaggino con mi informava di aver finito internet. Fuck.

La gif Muke non c'entra un cazzo con la storia ma era troppo bella e la dovevo mettere da qualche parte.

Spero il capitolo vi sia piaciuto ;)

Votate e commentate if u want

PS: mi sono fatta Tumblr e non capisco un cavolo hah. Anyway se mi voleste aggiungere sono @5secondsfjustin :)

(Viva l'originalità)

PPS: DOMANI ASH FA 22 ANNI, SCLERO.

Okay basta.

Twitter: @Justins_cake

Un bacio,
Ashella.

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