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Capitolo 20

Camminavamo da non so quanto tempo, ma non ero stanca. Anzi, al contrario, ero desiderosa di scoprire cosa mi attendeva.

Avevamo percorso almeno i miei primi tredici anni di vita ormai. Man mano mi ero riappropriata dei miei ricordi.

Io e Diana continuammo a chiacchierare per altri buoni dieci minuti. Mi disse che in paradiso si stava davvero bene, Dio era un gran capo e si era pure fatta tante amiche tra cui la Madonna, solo che purtroppo non riusciva ad apprezzarlo al cento per cento perché era solo un'anima inconsistente.

<<Ma se non potete avvertire l'acqua sulla pelle, perché avete una piscina con idromassaggio?>>

Diana rise. <<Per dopo. Prima o poi ci sarà il giudizio universale e allora ci reincarneremo.>>

<<Oh>> commentai sorpresa. <<Quindi ci reincarneremo sul serio?>>

<<Questo non ti è dato saperlo!>> rispose facendomi una linguaccia adorabile.

Ci fermammo davanti ad una bolla. <<Ci siamo>> disse fra sé e sé.
La guardai interrogativa, ma lei si limitò a guardarmi. Mi prese per mano e mi trascinò all'interno del ricordo.

Era come nel mio sogno ricorrente. Solo che stavolta riuscivo a sentire i pensieri della me del passato.

Ero appena uscita da scuola e stavo camminando lungo Oxford Street per tornare a casa. Ero felice, era stata una giornata molto positiva, avevo persino preso un ottimo voto in fisica. Mi vidi prendere il telefono e accendere la musica. Canticchiavo try hard e sorridevo fiera di dove quei ragazzi erano arrivati. All'improvviso la notifica di un messaggio mi distolse dalla strada. Era un messaggio di Calum. "Sammy, sono diventato titolare!" diceva.

Osservai con orrore la scena seguente. Io che sorridevo mentre attraversavo la strada, il guidatore del furgoncino che guardava annoiato altrove, l'impatto.

Diana poggiò la mano sulla mia spalla. <<Mi dispiace.>>

Sentivo gli occhi pungere, pronti ad aprirsi in un lungo pianto. Continuai a guardare la me del passato che nel frattempo era agonizzante per terra. Dalle mie labbra usciva solo un flebile suono interrotto dai continui singhiozzi. 'Calum'.

A quella vista non ce la feci più e piansi, piansi come non avevo mai fatto. Davanti ai miei occhi c'era una vita spezzata, la mia vita spezzata.

Diana mi aiutò a calmarmi. Mi rialzai e insieme a lei uscii dalla bolla.
<<Adesso sai veramente tutto.>> disse con una nota di dispiacere.

<<Grazie>> risposi.
<<Grazie per avermi mostrato la realtà. Io, io non posso crederci.>>

Lei annuì. <<È normale. Ti ho dato tantissime informazioni nel giro di poche ore, sarai traumatizzata, però questa era la tua vita, la tua vera vita e dovevi sapere.>>

Scossi la testa dandole ragione. Finalmente tutto mi era chiaro. Finalmente riuscivo ad apprezzare il mio rapporto con Calum. Era come se tutti i miei infantili sentimenti fossero riaffiorati grazie a questi ricordi, rafforzandosi.

<<Come sta Calum?>>
Diana mi guardò incerta. <<Lotta tra la vita e la morte.>>

Strabuzzai gli occhi.
<<Come te d'altronde>> continuò.
<<Mi stai dicendo che sia io sia Calum potremmo morire?!>> quasi urlai.
<<Non posso rispondere a questa domanda. I piani sono chiari solo a Dio.>>
<<Beh, allora di' a Dio di allungare i nostri piani!>> replicai indispettita.

<<Penso già lo stia facendo, sai?>>
La guardai interrogativa.
<<Devo andare. Anzi, devi andare. Il tuo tempo qui è scaduto. Sappi che ti voglio bene. Di' a mamma e papà che non ho mai smesso di pensarli e di non portare rancore nei confronti di Calum. Salutami anche lui e i suoi amici.>>

Annuii abbracciandola forte. <<Mi mancherai>> sussurrai sulla sua spalla.

<<Anche tu.>>

-

Mi svegliai con un fortissimo mal di testa. Gli occhi bruciavano, avevo sete, respiravo male ed ero affaticata. Quando riuscii ad aprire bene gli occhi capii di trovarmi in ospedale. Quelle macchine che mi avevano accompagnato per molti mesi erano tornate. In sottofondo sentivo i battiti del mio cuore mentre al mio braccio vi era collegata una flebo. Un'infermiera mi impose di stare ferma. 'E chi si muove' pensai. Ero davvero, davvero stanca. Dopo qualche minuto arrivarono dei medici che mi staccarono dalle macchine.

<<Portatemi da lui.>> ripetei più volte.
I medici si scambiarono una lunga occhiata. <<Va bene.>>

Camminai svelta, anche se incespicando, per tutto il lungo corridoio, desiderosa di vederlo.

Seguii i medici fino alla porta 104. Già dalle piastrelle potevo scorgere la sua figura stesa supina sul letto.

Entrai nella stanza e il mio cuore perse un battito. Calum, il mio Calum, era lì con me, vivo. I battiti del suo cuore erano i suoni più belli che le mie orecchie potessero sentire.

Era bellissimo. Pur essere pieno di canule e pallido come un cadavere.
Mi schiarii la voce, barcollando mentre mi avvicinavo al lettino. Mi sedetti su uno sgabello e strinsi la sua mano nella mia.

<<Ehi>> lo salutai accennando un piccolo sorriso.

<<Sai, mentre ero in coma ho fatto un viaggio assurdo, a livelli che anche Dante se li sogna>> continua ridendo.

<<In pratica, improvvisamente, mi sono ritrovata sospesa in una stanza immensa piena di bolle. E indovina chi ho incontrato? Diana. Mia sorella. Non ricordavo nemmeno di averne avuta una.>>

Calum continuava a non dare segni di risposta ma io sapevo stesse ascoltando o almeno lo speravo.

<<È stato grazie a lei se ho recuperato la memoria. Calum, finalmente ricordo tutto. Tutto. Noi due. Il giorno in cui ci conoscemmo. I bellissimi momenti passati insieme. Il mio tredicesimo compleanno. Quando partii per Londra... l'incidente.>> dissi intristendomi nell'ultima parte.

Continuai a guardarlo fin quando non scoppiai a piangere.
<<Calum, ti prego. Torna qui. Mi manchi. Voglio recuperare tutti i giorni persi.>>

Appoggiai il mio viso bagnato sulle nostre mani quando all'improvviso la sua mano si mosse, ricambiando la mia stretta.

Alzai i miei occhi lucidi verso il suo viso incontrando i suoi mezzi addormentati, mentre le sue labbra si aprivano in un sorrisetto strafottente.


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Ashella's notes

Vi chiede un immenso perdono!
Sono stata molto assente dal mondo di wattpad principalmente per la scuola. Soprattutto nel mese di novembre mi sono sentita col fiato sul collo, davvero non ce la faccio più. Probabilmente perché nel frattempo sono stata a ben due concerti: il primo dei The Vamps con i New Hope Club e il secondo di Justin Bieber, ovvero la persona per me più importante. E niente adesso mi sento realizzata hahahah.

In più non ho avuto ispirazione e più rileggevo lo scorso capitolo più storcevo il naso, ma tutto sommato questo capitolo non mi fa tanto schifo.

Detto questo, spero voi siate rimasti. Vi ringrazio per supportare questa mia piccola passione. Vi voglio bene e spero riusciate a realizzare i vostri sogni come io sto realizzando i miei :)

Ps: spero si sia intuito perché la madre di Sam ce l'abbia con Calum hahah

Un bacio,
Ashella.

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