Capitolo 16
Tornai al tavolo e ripensai a ciò che era appena successo.
Asciugai con il dorso della mano una lacrima ormai seccata che stazionava sul mio zigomo.
Mi sentivo tremendamente in imbarazzo, ma anche coraggiosa. Insomma, non era una cosa da tutti affrontare la realtà.
Spesso, quando ci si trova in situazioni scomode si cerca in tutti i modi di scappare. È istintivo. Normale.
In molte occasioni ero stata codarda e passiva. Per evitare casini indesiderati lasciavo semplicemente perdere. Ma nel caso dei miei sentimenti per Calum Hood, no. Non volevo esserlo.
Sapevo che prima o poi l'avrebbe scoperto. Era inevitabile. Vivevamo insieme! Speravo solo di poter rimandare questo momento in eterno.
Non avevo preparato neanche un discorso. In ogni caso aveva sentito tutto da dietro la porta. Qualsiasi cosa avessi detto per smentire tutto sarebbe risultata inutile.
Non avevo avuto altra scelta se non rivelargli tutto una seconda volta faccia a faccia.
Raggiunsi Harry, già in piedi pronto ad andare via insieme agli altri, e presi la mia borsa. <<Siamo pronti per andare?>>
Mio fratello mi guardò e probabilmente intuì qualcosa. Non era così difficile da capire la situazione. In ogni caso non mi chiese niente per fortuna; annuì solamente.
<<Bene>> sussurrai fredda.
<<Sam, aspetta!>>
Mi voltai immediatamente. Calum era di fronte a me. Aveva le guance leggermente arrossate, e un accenno di affanno.
Seriamente, non capivo per quale motivo lui dovesse essere stanco. Okay, il tavolo non distava dieci metri dal bagno, ma neanche un chilometro. E Calum pareva aver corso anche di più. Da un ragazzo atletico come lui mi aspettavo più resistenza.
<<Perché sembri essere a metà di una maratona, Calum? Hai seguito l'esempio di Ettore, facendo tre volte il giro del locale prima di affrontarmi?>> chiesi sarcastica.
Lui scosse la testa accennando un sorriso. <<Ah ah ah. Molto divertente.>>
Cercò di ristabilire il respiro, mentre io sbuffavo più volte.
<<Devo dirti alcune cose>> disse finalmente.
<<Finalmente!>> tirai un teatrale sospiro. Io ci avevo messo due minuti a dirgli ciò che provavo, e lui invece si prendeva tutto il giorno.
Sentii picchiettarmi la spalla, mi voltai e trovai Michael con i suoi occhi limpidi
<<Ehm, ragazzi, magari è meglio uscire. Per non dare nell'occhio, sapete.>>
In effetti un paio di occhi erano puntati su di noi pronti a farsi i cazzi nostri. Michael aveva ragione, era meglio allontanarsi.
Uscimmo dalla porta sul retro fermandoci in un parcheggio abbandonato poco più in là.
Ashton, Luke, Jennifer, Michael e Harry si schierarono a semicerchio di fronte a me.
Calum era a circa un metro di distanza da me, ma stranamente non provavo tutto questo grande imbarazzo.
Gli bastò un cenno del capo per fare allontanare mio fratello e compagnia bella.
Loro sapevano qualcosa che io invece ignoravo. Bene.
<<Okay. Adesso è quasi tutto pronto>> annunciò.
Lo guardai confusa. Quasi?
Tutto avvenne all'improvviso. Non ero decisamente pronta a tutto ciò.
Calum si avvicinò lentamente, poggiò le sue grandi mani, leggermente fredde, ai lati del mio viso, chiuse gli occhi e mi baciò.
Sbarrai dagli occhi dalla sorpresa. Rimasi paralizzata. Il mio cuore accelerò i battiti e con molta probabilità anche lui lo sentiva martellare con insistenza nel mio petto.
Chiusi anche io gli occhi e approfondimmo il bacio. Le nostre labbra si muovevano lentamente; non avevamo alcuna fretta a quanto pare.
Posai le mie mani sul suo addome coperto dalla maglia leggera che indossava. Afferrai proprio l'indumento per tenermi salda a lui.
Le sue labbra erano morbidissime e il suo naso gigante non mi dava troppo fastidio. Era tutto così... incredibile. Sembrava un sogno. Troppo bello per essere vero.
Dopo quella che sembrava un'eternità ci staccammo per prendere fiato.
<<Era questo che mancava?>> gli chiesi guardandolo negli occhi.
Annuì.
<<Mi sei mancata così tanto Sam>> sospirò afflitto dopo alcuni minuti.
Gli lanciai un'occhiata confusa. Cosa intendeva esattamente? Gli ero mancata?
<<È arrivato il momento che tu sappia la verità.>>
Non ci stavo capendo niente. Probabilmente avrei capito meglio una lezione di fisica che il comportamento di Calum. E io in fisica facevo veramente schifo.
<<Quale verità?>>
<<Sam, io ti amo.>>
Mi guardò intensamente negli occhi. Io non sapevo cosa dire. Lui era innamorato di me? Calum Thomas Hood, 20 anni, bassista e cantante di una delle band più famose al mondo, ricambiava i miei sentimenti?
Ma in quale universo?!
<<Calum, smettila di scherzare e passa al sodo. Il fatto che io ti abbia rivelato ciò che provo per te non ti autorizza a prendermi per il culo, chiaro?>>
<<Io non voglio essere un semplice amico, Sam. Io voglio essere il tuo ragazzo. E magari un giorno tuo marito. Voglio creare una famiglia insieme a te. Voglio solo te al mio fianco. Voglio stare insieme a te.>>
Le sue parole mi destabilizzarono. Erano parole sincere. Lui provava davvero qualcosa per me. Qualcosa molto più grande rispetto a quello che provavo io per lui, probabilmente. Non capivo come in un mese poteva essersi innamorato così follemente di me. Addirittura da voler mettere su famiglia con me...
Non che non volessi stare con lui, certamente. Era solo inquietante, tutto qui.
Gli sorrisi pronta a dirgli - per la terza volta - che anche io volevo stare con lui, quando mi rivolse uno sguardo triste che mi fece bloccare.
<<Ma prima c'è una cosa di cui devo parlarti. Non voglio avere segreti con te, non voglio nasconderti niente, non voglio perderti un'altra volta. Voglio costruire una sana relazione con te e sono sicuro che anche tu lo vuoi. Probabilmente non crederai a ciò che sto per dirti, non lo accetterai e me ne dirai di tutti i colori, ma sappi che l'ho fatto per non spaventarti. Non mi avresti comunque creduto. Solo adesso capisco di aver sbagliato a non raccontarti tutto ciò subito, ma non è mai troppo tardi.>>
<<O almeno spero.>> aggiunse sottovoce.
<<Calum, non ci sto capendo niente. In ogni caso sono qui pronta ad ascoltarti.>>
Ero davvero preoccupata e curiosa. Morivo dalla voglia di sapere cosa aveva da dirmi. Anche se avevo il sospetto che non sarebbe stata una cosa bella.
Lo vidi prendere un sospiro per poi iniziare a parlare.
<<Quando tu eri piccola, avrai avuto circa sei anni, ti trasferisti con la tua famiglia qui in Australia per motivi di lavoro dei tuoi genitori. Abitavi proprio nella casa accanto alla mia. Mi ricordo che la prima volta che ti vidi non potei fare a meno di pensare a quando fossi carina, così piccola e dal viso dolce.>> si fermò un attimo, forse rievocando un bel momento.
Io dal mio canto raggelai al suo racconto. Io e Calum ci conoscevamo sin da quando eravamo bambini?
<<Il giorno dopo le nostre famiglie si presentarono e noi due iniziamo a diventare amici. Per i primi sette anni fummo semplicemente migliori amici, poi il giorno del tuo tredicesimo compleanno ti chiesi di diventare la mia fidanzata. Tu accettasti con le lacrime agli occhi per poi baciarmi. Eravamo i ragazzi più felici della terra.>>
Iniziai a piangere. Non ricordavo niente di tutto ciò che stava dicendo. Imprecai mentalmente. Perché a me? Perché proprio a noi due? Perché? Fanculo all'incidente e a questa cazzo di amnesia.
<<Poi un anno dopo tu partisti per Londra. Ero distrutto. Non uscivo più con nessuno, neanche con Mike, Ashton e Luke. Rimanevo chiuso nella mia camera aspettando che tu rispondessi ai miei messaggi. Poi l'incidente mi distrusse del tutto. La sera prima ti scrissi che finalmente il coach della squadra in cui giocavo mi aveva assegnato il ruolo di titolare. Da te era già mattina e mi aspettavo che mentre io dormivo mi avresti scritto, come le altre volte. Ma non arrivò mai un messaggio di risposta. Ti mandai altre mille messaggi, ti chiamai, chiamai tuo fratello, i tuoi genitori, ma nessuno di loro rispose. Iniziai a preoccuparmi, credevo ti fossi già dimenticata di me, mentre la realtà era un'altra, ben peggiore rispetto a quella pensata da me. Un mese finalmente rispondesti al telefono. Non mi riconoscevi. Non ti ricordavi di me. Tua mamma mi disse di lasciarti in pace, che stavi ricominciando da capo. Ma io non capivo. Andai in frantumi. Ti ho odiata, purtroppo. Credevo avessi fatto la finta tonta perché non volevi più stare in mia compagnia. Ti ho odiata pur continuando ad amarti. Eri sempre e comunque il mio punto fisso. Poi andammo in tour con gli One Direction e finalmente Harry mi raccontò tutto. E se fosse stato possibile ci stetti ancora più male. Avevo fatto delle conclusioni sbagliate. Ti avevo disprezzata mentre tu non c'entravi niente.>>
Non riuscì più a parlare. Mi avvicinai cauta e lo abbracciai. Incominciò a piangere a dirotto sulla mia spalla. Lo lasciai fare.
Quando si calmò, rialzò il viso arrossato, stanco e disperato. <<Quando ti ho rivista al concerto, ero incredulo. Ti avevo ritrovata dopo tanto tempo. Ho offerto io a Jennifer l'opportunità di lavorare con noi. Sapevo avrebbe subito accettato e sapevo anche che tu non l'avresti lasciata sola con quattro strani ragazzi. Non potevo lasciarti di nuovo. Non potevo. Ho bisogno di te, Sam. Ho bisogno di te per stare bene. Per favore, capiscimi. Perdonami se non te l'ho detto prima, ma non sapevo come fare. Perdonami, perdonami, perdonami.>>
Ricominciò a piangere, e io gli asciugai le lacrime che gli scorrevano lungo le guance. Aveva sofferto così tanto per colpa della mia famiglia. Non capivo perché non volevano farmi riprendere rapporti con Calum.
Scostai Calum tenendolo per le spalle. Era arrivato il momento di crescere e di mostrarmi matura, anche quando avrei solo voluto scappare e rimuginare su ciò che avevo appena ascoltato.
Non era il momento di comportarsi da bambina. Capivo ciò che provava Calum più o meno. So che deve essere stato difficile per lui rivelarmi tutto. Si era portato questo peso per un mese e accettavo il suo coraggio nel dirmi tutto ciò.
<<Calum, qui nessuno deve chiedere scusa a nessuno. In effetti, questo tuo temporeggiare non è stato molto astuto. Principalmente perché mi sento un po' presa in giro. Io mi sono confidata con te l'altra notte credendo tu non sapessi niente, mentre in realtà già eri a conoscenza di tutto. Purtroppo io non ricordo niente di ciò che hai detto, ma sono sicura che riusciremo pian piano a ricreare lo stesso rapporto che c'era prima. Te lo prometto.>>
Mi guardò sorpreso. Probabilmente non si aspettava una reazione così calma da parte mia, ma le sue parole mi avevano realmente colpita. Aveva sofferto così tanto per me, non volevo farlo soffrire ancora. Volevo che fosse felice. Volevo renderlo felice come da piccoli. Volevo essere felice come da piccola.
E chissà, magari avrei recuperato i miei ricordi oscurati dall'amnesia.
Gli asciugai le lacrime mentre tra le sue labbra spuntava un sorriso.
<<Ti amo, Sam.>>
Lo baciai sorridendo per poi abbracciarlo.
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Ashella's notes
Scrivere questo capitolo è stato un parto. Davvero, è stato molto difficile. Cioè sono arrivata a 2000 parole aiuto. Però mi sono venuti in mente due colpi di scena che metterò in atto tra circa due capitoli :)
(Vi faccio un piccolo spoiler: scopriremo perché la madre di Sam ce l'ha con Calum. Non vedo l'ora boh).
Comunque inizialmente avevo ideato una scena -fritta e rifritta tra l'altro- dove Sam appena saputo che tutti quanti, compreso Harry, le avevano mentito/tenuta nascosta la verità sarebbe scappata per stare lontana da tutti e da tutto. Buuut poi mi sono detta 'facciamo che invece lei la prende bene e dopo ci butto un evento molto più tragico della scappatella'. E quindi ecco a voi una Sam apprensiva e coccolosa :) spero vi piaccia!
Probabilmente nel prossimo capitolo ricomincia il tour dei 5SOS = lavoro per le due donzelle hahahah (ma non ne sono sicura)
SIAMO A 915 VISUALIZZAZIONI.
Ma ciaone! Vi adoro! Grazie mille a tutti coloro che seguono la storia, la votano e la commentano xx
Già è giovedì.. ancora due giorni e la prima settimana di scuola sarà conclusa. Io già sono distrutta ma vbb.
Vi lascio che devo vedere la 6x01 di American Horror Story. Già sto sclerando hahah.
Vi voglio bene 💖
Per qualsiasi cosa:
Twitter: @Justins_cake
Un bacio,
Ashella.
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