35. Her
[Her]
Mi svegliai stropicciandomi gli occhi e sedendomi accuratamente sul letto. Mi guardai attorno, ma Harry non c'era. Così, mi lasciai cadere di nuovo sul letto, sbuffando. Mi poggiai al comodino per alzarmi in piedi, a causa di un forte mal di testa, ed andai in bagno. Ero nella stanza di Harry ed il bagno oltre che era in camera, era anche più vicino. Mi slanciai e riuscii a stento ad alzarmi per restare in piedi.
Percorsi quei pochi metri che mi separavano dal bagno, con grande fatica e finalmente riuscii ad arrivarci. Mi sedetti sul water e sbuffai rumorosamente. La testa non voleva smettere di pulsare eppure pensavo che con qualche ora di riposo, sarebbe sparito. Mi alzai dal water per prendere la scatola del pronto soccorso, così che dopo non avrei dovuto alzarmi per farlo.
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[Her]
Harry era fuori da un'ora e mezza e sentivo la sua mancanza. So che era stupido perché lo vedevo tutti i giorni persino a scuola, ma oramai era l'unica mia ancora di salvezza che mi era rimasta. Harry era l'unico appiglio che avevo, l'unico che mi proteggeva, che aveva cura di me, che si preoccupava stessi bene e che mi avrebbe teso la mano sacrificandosi, pur di salvarmi dal precipitare in un burrone.
Sentii il tintinnio della porta e sgranai gli occhi per qualche secondo. Quando, però, vidi la figura di Harry entrare nella stanza, mi rilassai visibilmente. Mi feci forza e mi sedetti sul letto, lentamente. Lui rimase semplicemente poggiato allo stipite dell porta a fissarmi. Notai l'ombra di un occhio nero, il labbro spaccato, il naso che sanguinava, zoppicava leggermente e si teneva lo stomaco.
Avanzò verso di me respirando affanosmente, come se avesse corso, e si sedè al mio fianco. Lo feci distendere, gli alzai la maglietta e solo allora vidi un grosso livido nero sullo stomaco. Era esteso, molto esteso.
"Cazzo, Harry! Che cosa è successo?" Alzai la voce, ma non mi rispose. "Ti ha picchiato?" Di nuovo nessuna risposta da parte sua. "Harry, rispondimi!" Gridai, stavolta piangendo e con la voce tremolante.
"Sì, ma sto bene." Tossì.
Fece una smorfia di dolore e gli si mozzò il respiro. Gli tolsi la maglietta ed i jeans neri e li gettai al suolo. C'era un taglio da coltello sulla coscia, abbastanza profondo, ed uno più superficiale sull'addome.
"Non dovevi andare, Harry." Soffiai.
"Ma lui ti sta facendo soffrire e glie lo lasci fare, eh?" Strinse gli occhi.
"Non dovevi andare da solo, potevi chiamare almeno Zayn o Niall. Tu eri solo e loro erano in tre, perché cazzo non lo capisci?" Scoppiai in lacrime. "Lascia che chiami l'ospedale."
"No." Disse duro. "Voglio che mi curi tu."
"Ti prego... Non so curarti i tagli."
"Devi cucirli."
"Non posso. Per favore, lasciamelo fare."
"Piccola..." Sussurrò. "Non piangere." Mi fece avvicinare e mi asciugò una lacrima.
"Se vieni con me, mi lascerò curare." Annuii e lo abbracciai, per poi dargli un bacio a fior di labbra.
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[Her]
"La gamba tornerà come prima in meno di una settimana, per il resto niente di grave."
"Grazie mille." Lo ringraziai.
"Prego." Rispose e se ne andò.
"Harry, andiamo a casa e riposati."
"Anche tu, principessa. Voglio che tu dorma nel mio letto, abbracciata a me. Voglio sentirti e stringerti come non ho mai fatto prima. Non posso e non voglio perderti, per niente al mondo." Sussurrò sulle mie labbra.
"Non voglio che tu te ne vada. Sei importante per me. Sei l'unico di cui mi fido e di cui non dubito." Sorrise e mi baciò dolcemente e poi con passione.
Mi prese in braccio nonostante il taglio, ormai chiuso dai punti e ricoperti da una benda, e tornammo a casa. Arrivati, mi adagiò sul letto e lo aiutai a distendersi. Alzai le coperte e ci mettemmo sotto. Mi prese dai fianchi e mi avvicinò a lui protettivamente, per poi darmi un bacio sulla tempia ed ci addormentammo insieme.
Not even God above, can separate the two of us.
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