23- Qualcosa non quadra
ATTENZIONE: D'ora in poi faremo una specie di gioco... Dedicherò un capitolo a tutte coloro che troveranno nella storia riferimenti alle canzoni di Fede e Riki!
-Cosa hai messo in questa valigia?- Chiede, mentre posiziona la mia valigia sul reggi-valigie.
-Riko, solo lo stretto necessario per non farti fare brutta figura- Faccio spallucce, aprendo la cerniera del mio trolley ed iniziare a tirarne fuori vestiti di ogni genere. -Non mi faresti fare brutta figura neanche se tu andassi a giro tutta la settimana in costume. Anzi no: te non andrai in giro in costume, perché non ho voglia di essere processato per aggressione in luogo pubblico.- Mi lascia un bacio sulla guancia ed inizia a disfare la sua valigia. Bussano alla porta, così guardo l'ora sullo schermo del cellulare. Sono le 16:47, il che significa che stiamo per lasciare Venezia. Vado ad aprire e trovo il nostro maggiordomo, o meglio "maggiordoma", con un vassoio di canapè è una bottiglia di champagne in mano.
-Benvenuti a bordo!- Entra nella stanza, spostandomi dalla soglia con poca gentilezza. -Vi lascio l'aperitivo di benvenuto e vi invito a partecipare al corso di sicurezza alle ore 18, una volta lasciata la Laguna. Il corso si terrà al ponte 3 sui lati esterni della nave.- Annuisco, ma lei ha occhi solo per Riccardo. Non pensavo che maggiordomo fosse sinonimo di soubrette. -Bene, signor Marcuzzo, Le auguro un buon proseguimento di crociera e non esiti a chiamarmi per qualsiasi Sua necessità.- Piuttosto che chiamarti muoio di sete, di fame e faccio la doccia senza shampoo e bagnoschiuma, stronza!
Riccardo le sorride e la accompagna alla porta. Brutto stronzo anche lui. Continuo a riporre le mie cose nell'armadio che ci siamo divisi: due cassetti e un'anta per uno. Subito dopo aver tolto un paio di pantaloncini di jeans, deciso di versarmi un po' di champagne ed andare a godermi la partenza dal balcone. Inizio a sorseggiare il liquido dorato, appoggiata al vetro che impedisce la mia caduta in mare. Dopo un po' senti due mani cingermi la vita da dietro ed io mi irrigidisco.
-Ha voluto che tu le facessi un autografo sul décolleté? E di conseguenza si è dovuta spogliare?- Chiedo, senza spostare lo sguardo dall'orizzonte.
-Come lo sai?-
-Perché conosco quel tipo di ragazze- Faccio per rientrare in camera, ma lui mi riprende per i fianchi e mi bacia. -Riccardo, lasciami-
-Scherzavo. Anche se l'autografo lo ha voluto... Però su un semplice pezzo di carta- Spiega, accarezzandomi la guancia destra.
-È uno scherzo idiota- Lo avvicino a me, prendendo un lembo della sua maglia fra le dita, dopo aver ovviamente appoggiato il bicchiere su un tavolino.
-Sei il mio idiota...- Inizio a lasciargli baci umidi sulla mascella, fino ad arrivare all'angolo delle labbra.
-Già, sono il tuo idiota...- Lascia la frase leggermente in sospeso e mi bacia. La sua barba appena accennata mi fa il solletico e sorrido nel bacio, cosa che lo porta ad aumentare la presa sui miei fianchi.
-Cosa stavi facendo prima?- Mi chiede dopo aver concluso il bacio ed essersi seduto su una sedia. Mi siedo sulle sue gambe e riprendo in mano il flute.
-Affogavo il mio dolore nell'alcol.- Spiego, finendo il contenuto del bicchiere. -Sai di essere un po' scema, giusto?- Io annuisco lentamente, sorridendo beffarda, mentre lui fa un video alla Venezia "in movimento" da pubblicare nelle sue Instagram Stories.
-Pronto per imparare ad usare il fischietto e la lucina tipo Rose di Titanic?- Gli chiedo, mentre prendiamo posto su due sedie libere. C'è tantissima gente: c'è chi è seduto e c'è chi è in piedi. -Speriamo di non finire come il Titanic- Abbassa lo sguardo, soffocando una risata.
-Non vedo l'ora di trascorrere questa settimana con te. Solo noi due.- Faccio incontrare i nostri sguardi, mentre lui porta il braccio sinistro dietro le mie spalle e la mano destra sulla mia coscia.
-Anche io!- Mi lascia un bacio sulla guancia, per poi iniziare a "concentrarsi" sul corso della sicurezza, il quale dura circa una mezz'ora, giusto il tempo necessario per farci godere un bellissimo tramonto, una volta rientrati in camera.
-Io andrei a farmi una doccia- Mi avvisa, togliendosi la t-shirt e lasciandola cadere sul copriletto beige. Io annuisco, approfittando della sua assenza per cambiarmi, ma soprattutto per scegliere cosa indossare. Apro l'anta della mia parte d'armadio e osservo i vestiti che ho portato. Scelgo un vestito rosso di Dolce & Gabbana, appartenente ovviamente al mio passato, dato che con la mia disponibilità economica al momento credo che non riuscirei neanche a comprare una busta con il logo D&G. Prendo dei sandali argento di Jimmy Choo, per poi andare a truccarmi.
-Tu così non esci!- Mi volto verso di lui e lo trovo con la bocca aperta, intento a fissarmi.
-E non hai ancora visto i vestiti per le prossime serate!- Gli faccio l'occhiolino, per poi finir di applicare il rossetto dello stesso colore del vestito.
-Allora rimarrai qui dentro tutta la settimana!- Indossa dei pantaloni neri ed una t-shirt bianca, per poi spruzzarsi il suo amato One Million e aggiustarsi il ciuffo. Mi siedo sul letto, aspettando che abbia finito di prepararsi. Poco dopo mi fa cenno di andare e prende la sua giacca di pelle nera. -Stai benissimo!- Gli dico, mentre ci dirigiamo verso gli ascensori. Lui mi sorride e mi lascia un veloce bacio sulla guancia, per poi prendermi per mano e farmi strada fino al ristorante. La sala è già strapiena di gente e l'atmosfera è già parecchio animata. -Suite 1007.- Esclama rivolto al maitre, che con passo sostenuto ci accompagna al nostro tavolo, il numero 187. Il cameriere mi tira indietro la sedia per farmi sedere ed io gli sorrido cordialmente, nonostante senta lo sguardo di Riccardo fisso su di me e sul ragazzo.
-Sei geloso?- Gli chiedo, appena vedo il cameriere allontanarsi. -Avrei volto farti sedere io- Fa il broncio ed io faccio intrecciare le nostre dita sopra al tavolo. Guarda le nostre mani unite sopra alla tovaglia bianca e sorride istintivamente. -Facciamo che dopo mi porti dall'ascensore alla cabina in braccio...-
-Aggiudicato- Afferma, spostando lo sguardo su di me. -Chi lo avrebbe mai pensato che ci saremmo ritrovati qui? Quel 9 giugno mi rendesti la vita difficile, anzi quasi impossibile... Non mi era mai capitato di dover fare una foto con una che non fosse una mia fan. Sinceramente non capivo il motivo per cui tu fossi lì e soprattutto non sapevo cosa fare. E il peggio doveva ancora arrivare! Ma la cosa importante è che adesso siamo qui. Insieme.- Sorrido in risposta e se non avessimo avuto un tavolo a separarci, lo avrei baciato volentieri.
-Cosa gradite da bere?- Ci chiede il nostro cameriere, il quale, a quanto dice la targhetta, si chiama David. E' molto carino ed ha degli occhi verdi stupendi, anche se mai stupendi quanto quelli di Riccardo. La camicia bianca gli aderisce perfettamente al torace, mettendo in mostra degli addominali scolpiti. Forse lo sto fissando un pò troppo... -Fede?- Riccardo mi riporta sulla terra ed io mi maledico per aver anche semplicemente buttato l'occhio su qualcuno di diverso da lui. -Sì, scusami... Sono un pò stanca... Comunque te cosa prendi?-
-Io prendo una RedBull- Il ragazzo digita qualcosa sul suo tablet, per poi rivolgersi a me. -Per me una CocaCola- Sorrido e lui si congeda velocemente.
-Credo che siamo i soli a prendere bibite del genere... Guarda nei tavoli accanto! Bevono tutti il vino- Inizio a ridere, ma lui non sembra per niente divertito dalla situazione. -Mi puoi spiegare cosa c'è che non va?- Gli chiedo, cercando il suo sguardo.
-Vorrei saperlo io da te! Sei diversa, Fede! E' il primo vero giorno che passiamo del tutto insieme e non abbiamo fatto altro che litigare. Non voglio che la vacanza finisca per mostrare solo le nostre debolezze, come coppia intendo-
-Io sono già stata su questa nave, okay?-
-Posso sapere cosa c'entra? E poi con chi ci saresti venuta?- Ribatte, per poi accorgersi di averlo quasi urlato. Il cameriere ci porta le nostre bevande e cogliamo l'occasione per ordinare anche la nostra cena. -Io prendo il cocktail di gamberetti come antipasto e poi direi... Il filetto di baccalà. Come dolce credo la Sacher Torte- Sorrido e il ragazzo completa l'ordine ascoltando quello che vuole il mio fidanzato.
-Riccardo, io non ho voglia di litigare. E' stata dura per me risalire su questa nave, okay?-
-Più che ho pagato tutto, è stata anche dura!? Ma ti rendi conto di quello che dici?- Sbatte un pugno sul tavolo, facendo tremare tutti i bicchieri, per poi continuare a fissarmi negli occhi, cercando di capire cosa io stia nascondendo. -Perchè non capisci che per me questa nave è ricca di ricordi bellissimi, che però allo stesso tempo mi distruggono?-
-C'entra la tua famiglia?- Alzo lo sguardo e mi irrigidisco. -C'entra tuo padre?- Continua ed io mi passo una mano tra i capelli. Sto iniziando a sudare: sento addirittura i capelli umidi poggiarsi sul collo. Fede, calma. Respiro profondamente, ma lo sguardo di Riccardo in questo momento non mi infonde in nessun modo sicurezza. -Come sai di mio padre?-
Nota Autrice
Spero che l'idea di quel "gioco" vi piaccia😂 Tornando al capitolo, chissà cosa verrà fuori sul passato di Fede? In realtà però noi sappiamo già un bel pò di cose, è Riki a non sapere niente. Come andrà secondo voi? Mi scuso per eventuali errori, ma ho scritto dal cellulare ed è sempre più difficile combattere contro il correttore😂
Allyxx
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