Quindicesima parte
"Perché?" si chiese Katsuki mentre guardava il ragazzo sotto di lui che si era appisolato dopo che il calore si era placato, "Perché se sono un'Alpha non sono riuscito ad annodarlo?" urlò all'altro sé stesso che allo stesso tempo stava ringhiando con forza, la bava che colava dalla bocca mentre guardava anche lui Izuku con gli occhi chiusi e un dolce sorriso sulle labbra.
Il suo membro ancora duro era dentro il piccolo Omega che dal canto suo stava sognando beatamente il suo Alpha che lo proteggeva da qualunque problema sarebbe comparso loro davanti.
Per il verdino non vi era stato nulla di sbagliato in quel rapporto consumato forse un po' troppo velocemente, ma comunque ricco di amore e passione, per lui quello che era avvenuto in quella stanza era una cosa giusta e che finalmente aveva preso il giusto posto che spettava a quel rapporto che avevano instaurato.
"Noi siamo un'Alpha...avremmo dovuto legarlo a noi e ingravidarlo con i nostri cuccioli." urlò quella piccola parte che era Omega in Katsuki.
La disperazione si stava annidando stretta attorno al suo cuore che doleva come mai aveva fatto prima di allora.
Dopotutto per lui era sempre stata una certezza quella di stare con Izuku, e ora che avrebbe potuto farlo come Alpha, le cose non andavano come lui aveva sperato.
Quando lo aveva visto in ospedale e aveva sentito il suo odore per la prima volta dopo che la ghiandola gli era stata strappata, lì aveva capito che il verdino era il suo Mate.
Doveva solo trovare il modo per rendere quel legame tra loro vero e duraturo, non poteva rischiare che qualche altro Alpha gli si potesse avvicinare, non riusciva neanche a figurarsi in testa l'immagine del suo Omega legato a qualcuno che non era lui.
Per quello quando lo aveva rivisto fuori dalla sua finestra e aveva percepito il suo odore eccitato, non aveva fatto nulla per fermare il rut che sapeva lo avrebbe travolto, ma non era bastato e alla fine non era riuscito ne ad annodarlo e dentro di sé sapeva che quel rapporto non avrebbe generato i suoi cuccioli.
"Sono sbagliato...se non sono neanche in grado di soddisfare il mio Omega, come potrò renderlo felice." si disse prima di crollare accanto a Izuku, mentre il sonno lo sopraffaceva.
«Pronto Hawks-san,» disse Mitsuki Bakugou al telefono dopo che finalmente era riuscita a farsi dare il numero di telefono dell'ufficio dell'eroe alato.
«Pronto, con chi sto parlando.» rispose l'Omega dopo un profondo sbadiglio.
«Salve signore, sono Mitsuki Bakugou, ieri lei ha salvato mio figlio dopo un'aggressione...si ricorda?» domandò la donna camminando il più silenziosamente possibile davanti la porta del figlio e abbassando la voce al minimo per paura di poterlo svegliare.
Quando aveva sentito i due ragazzi smettere di urlare e gemere, aveva dato una rapida occhiata all'interno, trovandoli addormentati l'uno tra le braccia dell'altro.
Per un attimo un fastidioso senso di colpa aveva preso possesso del suo animo, ma vedendo gli occhi del figlio gonfi di lacrime, pensò che forse era veramente la strada giusta quella che stava compiendo.
«Oh, sì signora Bakugou. Mi ricordo, ci sono problemi...è successo qualcosa?» domandò l'eroe ora sveglio e pronto a mettersi in azione.
«Io...non so come fare...mio figlio...Katsuki è andato in rut per via del ragazzino che era con noi quando lei ci ha salvato. Si ricorda di Izuku?»
Hawks richiamò alla mente il giovane Omega dai capelli verdi che era con loro e che stava sempre attaccato al ragazzo biondo, si ricordava il suo sguardo adorante e le sue narici che si muovevano per catturare meglio l'odore di colui che aveva scelto come suo Alpha.
Aveva riconosciuto il gesto perché anche lui lo aveva fatto tempo addietro quando aveva trovato il suo Mate.
«Cosa mi sta chiedendo signora?» chiese alla fine l'eroe accarezzandosi la nuca.
«Non ci sarebbe un posto che potrebbe ospitare mio figlio fino a quando non avremmo capito come risolvere tutto quello che gli sta succedendo?» domandò lei con le lacrime che le scendevano lungo le guance all'idea di allontanare suo figlio da quella casa, da quel luogo che gli aveva sempre dato amore e felicità.
Keigo si mosse appena a disagio nel letto, gesto che fece agitare il ragazzo sdraiato accanto a lui.
«No saprei cosa dirle...ma proverò a sentire delle mie conoscenze e al più presto le comunicherò cosa posso fare.» disse lui con il cuore che gli scoppiava quasi per il dolore.
La chiamata venne interrotta dopo gli infiniti ringraziamenti di Mitsuki e l'eroe affranto si mise a fissare il muro davanti a lui.
«Che problemi ci sono stavolta?» gli chiese la figura al suo fianco emergendo da sotto il lenzuolo leggero che lo avvolgeva.
I suoi capelli neri si erano fusi perfettamente con l'oscurità nella stanza, ma gli occhi sembravano brillare di luce propria riportando un po' di serenità nel cuore del biondo che gli sorrise tornando a sdraiarsi accanto a lui.
«Non ti preoccupare...» disse Keigo passando con dolcezza la mano sul volto ustionato del corvino che socchiuse gli occhi godendosi l'affetto del suo Omega.
Dabi, il villain ricercato per aver bruciato vive più di trenta persone, si spinse in avanti per posare le labbra contro quelle dell'eroe che rispose al bacio prima di posizionarsi sopra di lui per approfondire quel piccolo gesto che presto sarebbe diventata una tempesta di passione.
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