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That's the Truth (Pov Matt/Sarah/Matt)

Matt

«Tu sei completamente fuori di testa!» la matita che Jen ha tra le dita si spezza con un sonoro "crack" mentre le parole escono ad un tono di voce troppo alto dalla sua bocca.
«Mesi e mesi di silenzi e bugie e mi vieni a raccontare una balla del genere? Tu sei completamente pazzo se pensi che io possa crederti!»
Si alza, gettandomi contro i residui della matita. Raccoglie la borsa e butta dentro le sue cose alla rinfusa. Non so se fermarla oppure no. Ha tutti i diritti di essere arrabbiata, avrei dovuto prepararla, raccontarle le cose piano piano...
«Non mi cercare.»
«Jen...»
«Matt. Per favore. Ti chiamo io.»
«Quando?»
«Quando mi sarà passata, Matt. Non puoi pensare di trattarmi come l'ultima delle deficienti e pretendere che non me la prenda»
«Non ti ho trattata come l'ultima delle deficienti, ti ho raccontato la verità!»
«E adesso mi verrai anche a dire che la mia migliore amica sapeva tutto e mi ha nascosto tutti i suoi segreti per cinque anni!»
La macchia di caffè sulla moquette che il mio coinquilino non è riuscito a ripulire diventa improvvisamente interessante.
«Matt?»
«Anche se fosse non mi crederesti.»
«Bene. Perfetto. Ci vediamo tra un paio di secoli. Tanto tu sarai uguale ad adesso no? Io o la mia reincarnazione, farà lo stesso.»
Ondeggia sui tacchi, dirigendosi verso l'esterno. La raggiungo, chiudendo la porta di scatto prima che possa uscirne.
«Non dire mai più una cosa del genere. Per me esisti solo tu. Amo solo te. Te, e te soltanto. E non potrei mai amare nessun'altra come amo te.»
Nei suoi occhi vedo un po' di paura. Osservo il mio riflesso e riesco a vedermi come mi vede lei. La faccia tesa, gli occhi stretti, la mascella contratta. Per non parlare delle mie braccia puntate sulla porta ai lati delle sue spalle. Ha paura di me.
Sospiro e cerco di rilassarmi. Lascio che le braccia ricadano lungo i fianchi, chiudo gli occhi e respiro profondamente mentre la sento uscire dalla mia stanza. La scia di profumo che rimane a ricordarmi la sua assenza mi dà il colpo di grazia. Mi accascio a terra e stringo le gambe al petto.

***

Il telefono che vibra mi riporta nella dimensione reale. Gattono sulla moquette, incapace di rialzarmi. Afferro il maledetto coso e apro il messaggio che ho appena ricevuto.
"È qui, stai tranquillo. S."

Non so se essere sollevato dalla notizia oppure no.
Non ho avuto modo di dire a Sarah che ho raccontato tutto a Jen. E se adesso Sarah le desse il colpo di grazia... cosa farebbe lei? Dove andrebbe? Da chi si farebbe consolare?
Ho il terrore che possa fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi, e solo per colpa mia. Jen è tutta istinto il novanta per cento delle volte, e se le succedesse qualcosa oggi che potrebbe pensare che il suo istinto la stia tradendo... non posso stare qui a pensare che possa succedere il peggio. Devo proteggerla. Anche a costo di farmi odiare per il resto della mia vita.
Infilo le scarpe da ginnastica ed esco, diretto a casa di Sarah.
Nascosta dai rami bassi di un albero, in un angolo poco illuminato della strada, c'è una panchina. Mi siedo lì, sicuro che suonare alla porta in questo momento non sarebbe la mossa più intelligente da fare, e aspetto. Che cosa non lo so davvero.

***
Sarah
«Ehi! Jen, che ci fai qui?» chiedo, quando apro la porta alla mia amica, fingendo una sorpresa che non provo, dato che Edward mi ha avvertita del suo arrivo non appena ha captato i suoi pensieri.
Le guance di Jen sono umidicce, le sento fredde sul collo mentre mi abbraccia. Riesco a malapena a chiudere la porta, tanto mi tiene stretta.
Sento i singhiozzi scuoterle le spalle, e le accarezzo la schiena, nel tentativo di esserle un po' di conforto.
«Chi è, Sarah?» la voce della mamma mi arriva dal soggiorno. Sa perfettamente di chi si tratta, però deve fare un po' di scena.
«E' Jen, Bells! Saliamo in camera mia!» risponod, a un tono di voce più alto di quello che uso di solito.
«Dai, andiamo, così mi racconti cos'è successo.» Spingo Jen verso le scale e mi chiudo la porta alle spalle non appena entriamo in camera.
«Allora, mi vuoi spiegare perché sei qui piuttosto che a casa di Matt?»
«Prima posso - singhiozzo - andare - singhiozzo - in bagno sciacquarmi il viso?» singhiozzo.
«C'è bisogno di chiederlo? Sbrigati, così parliamo.»
Mentre Jen si chiude in bagno, prendo il telefono e avviso Matt che lei è qui. Se se ne è andata da casa sua in quelle condizioni sarà preoccupatissima.

«Hai intenzione di raccontarmi qualcosa o devo tirare ad indovinare?»
Siamo sdraiate sul letto da quasi un'ora e non mi ha ancora detto niente. Inizio a spazientirmi. E lei continua a sospirare e a singhiozzare a minuti alterni.
«È uno stronzo, Sarah. Sono andata a casa sua, convinta che mi avrebbe raccontato tutta la verità, e invece mi ha riempita di assurde bugie. E ha anche provato a rifilarmi la balla che tu sapessi tutto e che mi avessi tenuta all'oscuro dei tuoi segreti. Come se tu non mi avessi sempre raccontato tutto. Voglio dire, cosa ci può essere stato di più segreto dell'amore che provavi per Seth quando ancora era un nostro insegnante?»
«Jen.» Stavolta sono io a sospirare. Mi costa darle il colpo di grazia, quando lei sta dimostrando questa incrollabile fiducia in me.
«Jen. Matt ti ha detto la verità. Non so di preciso cosa ti abbia detto, anche se immagino che, leale com'è, di me non ti abbia detto niente di preciso. Ma ti ha detto la verità.»
Scatta a sedere e mi guarda con gli occhi pieni di rabbia.
«Dimmi che è uno scherzo. Che avete organizzato uno scherzo per farvi quattro risate alle mie spalle. Non so il perché dovreste aver fatto una cosa del genere, e non voglio neanche saperlo, ma se è uno scherzo dimmelo e vi perdono.»
«Non sai quanto mi piacerebbe che lo fosse. Ma è tutta la verità e...» qualcuno bussa alla porta interrompendo la nostra chiarificazione. Non faccio in tempo a rispondere che quella si apre.
«Sarah, non sconvolgere troppo Jennifer. Finirà con lo scappare ancora, e né tu né Matt potrete farci niente.»
«E tu piantala di farti gli affari degli altri, Edward! Quando te lo toglierai questo brutto vizio di origliare le conversazioni altrui?»
«Stavi origliando?» Jen è sorpresa. Edward non le va molto a genio, ma credo che mai l'avrebbe ritenuto capace di origliare.
«Sai perfettamente che non è una cosa che posso controllare, specialmente quando i suoi pensieri sono così rumorosi!»
«Sei uno spione e lo sai anche tu, Non ti nascondere dietro un dito!» ribatto sorridendo. Ho capito cosa cerca di fare. A modo suo, cerca di darmi una mano a raccontare tutto a Jen.
«Cosa significa che i miei pensieri sono rumorosi? E perché tu puoi sentire i miei pensieri?»
«Jen, sai che la mia famiglia è decisamente anomala, no? - la vedo annuire e continuo a parlare - Beh, sto per rivelarti quanto lo è davvero.»
Incrocio le gambe e la osservo per un attimo, indecisa da che punto della mia vita iniziare a raccontare. Qualcuno - Edward, che è rimasto ad ascoltare - si raschia la gola e mi dà lo spunto giusto.
«Jen, ti presento Edward. - Mi fermo a osservare la sua espressione, che sembra dirmi "ma sei scema? Lo conosco già!". Sorrido - Il mio patrigno.»
Sganciata la prima bomba, tirare fuori il resto è più facile, le parole si seguono con naturalezza. Erano anni che volevo raccontarle tutto e non potevo. Sono davvero contenta che Matt abbia avuto l'imprinting con lei.
Le racconto del primo incontro tra mio padre e Renesmee, della mia prima trasformazione e di Seth, che sapeva che sarei stata sua fin da quando ero alta sessanta centimetri e stavo a malapena in piedi da sola.
Le racconto di Ethan ed Esther, e del motivo per il quale ora non sono più insieme, del mese in cui sono stata lontana da qui per assistere mio fratello e di come siamo venuti a sapere di Matt e della sua famiglia, dimostrandole, in effetti che io sapevo tutto, e che lui le ha detto la verità.
«Perché non mi hai raccontato prima queste cose?»
«Avrei voluto. Davvero. Ma sono vincolata ad un giuramento e ad un ordine alpha a cui non posso venir meno. Raccontarti tutto sarebbe stato come tradire il mio branco, e l'avrebbero saputo sicuramente. Non potevo. È semplicemente questo il motivo per il quale non ti ho detto niente prima.»
«E Matt?»
«Per Matt è stato difficile trovare il momento adatto a dirti tutto quanto. Lui è abituato a stare solo, e considerata la sua storia familiare non posso dire di non capirlo. Quando ha trovato te per lui è stato tutto nuovo. Ha sempre voluto dirti la verità, ma c'erano diverse cose a bloccarlo. La prima è che eri completamente a digiuno di certi argomenti e che, nonostante a volte tu sembri una completa svampita, hai fin troppo i piedi per terra per il nostro mondo. La seconda era la tua reazione. Lo spaventava pensare che una volta saputa tutta la verità avresti pensato che lui fosse un mostro. Sperava che non l'avresti fatto, anche perché pensava che difficilmente gli avresti creduto. E così si era sviluppato il pensiero che l'avresti mollato su due piedi perché avresti pensato che ti stesse prendendo in giro. Come in effetti è stato. Jen... lui ti ama davvero. Non potrà mai amare nessuno come ama te.»
«Mi ha detto che sono la sua Sathina, ma non ho capito cosa volesse dire.»
«Hai presente quello che ti ho detto di me e Seth? - annuisce - Beh, tu sei per Matt quello che io sono per Seth.»
«Ma lui non è un mutaforma come te.»
«No. Ma nel suo DNA c'è anche quello dei mutaforma. Oltre a quello dei vampiri. E quello umano.»
«Sarà per davvero giovane per l'eternità? E vorrà restarmi accanto anche quando sarò brutta e vecchia?»
«Sì, Jen.»
«E quando... quando io non ci sarò più?»
«Ci penseremo poi, no?» rispondo, con un sorriso. Non voglio farla preoccupare inutilmente ora che sembra più serena riguardo a quello che le abbiamo raccontato.
«No, voglio saperlo ora. Quando non ci sarò più, lui che farà?»
«Lui... cercherà un modo per raggiungerti. Cercherà di metter fine alla sua vita. Vivere senza di te gli sarebbe impossibile.»
«Io... io non voglio che...»
«Jennifer, ci penserai poi. Ora scendi da Matt, che ti sta aspettando da ore seduto sulla panchina dall'altra parte della strada e digli che lo hai perdonato e che lo ami. Se lo hai perdonato e lo ami.» Edward interrompe il flusso di pensieri di Jen. Potendolo ascoltare, magari sa che l'avrebbe portata su un campo minato e a fare domande per le cui risposte non è ancora pronta.
Non le ho raccontato tutta la storia di mamma ed Edward volutamente.
«Che fai? Cerchi di dirmi che non hai sentito quello che ho pensato finora?» chiede lei con un sorriso. Per come è arrivata qui quasi tre ore fa, e per la piega che stava prendendo la discussione, pensavo che non sarebbe riuscita a scherzarci subito su. Ma di che mi stupisco? È Jen. Se non ci scherzasse su per metabolizzare la cosa penserei che stia male.
La aiuto a raccogliere le sue cose e l'accompagno alla porta. Poco prima che la apra mi fa un'ultima domanda.
«Ma anche tu rimarrai giovane e bella per l'eternità?»
«Sì.»
«Capisco.» annuisce ed esce.
Edward mi si avvicina con una faccia tra il teso e il felice.
«Cos'hai, patrigno?»
«Mi ricorda tua madre. Beh, lei l'aveva presa mille volte meglio di così.»
«Con te, probabilmente. Papà mi ha raccontato che di loro aveva pensato il peggio che potesse pensare.»
«C'è però da dire che la notte in cui tuo padre venne a non raccontarmi quello che gli stava succedendo abbiamo concepito te ed Ethan. Direi che non l'avevo presa così male!» si intromette la mamma, che non avevo sentito arrivare.
«E quando il giorno dopo gli hai dato dell'assassino?»
«E va bene, sì. Un po' l'avevo presa male. Ma i vampiri non c'erano più, o almeno così credevo, e le persone continuavano a scomparire nel nulla e si pensava che il colpevole fosse un orso. Poi venne fuori che l'orso non era un orso ma un lupo gigante... tu cosa avresti pensato?»
«Ok, mamma. Hai ragione tu. E comunque, Edward, Jen sarà anche come la mamma, ma Matt è totalmente contrario alla sua trasformazione. Come lo eri tu. Me l'ha detto Ethan.»

Matt

Quasi non riesco a credere a quello che vedo, quando la porta che ho continuato a tenere d'occhio finora si apre, lasciando apparire la mia Jen. Non azzardo a muovere un muscolo finché non sono sicuro che stia venendo da me. Solo allora mi alzo in piedi e mi metto sotto il cono di luce formato dal lampione.
«Jen... io -»
«Shhh, Matt. Fammi parlare. Ho pensato davvero che mi stessi prendendo in giro, e sono rimasta davvero molto male quando Sarah mi ha detto che già sapeva tutto. Ora che so la verità, però ti chiedo di non tenermi più nascosto niente. Ti prometto che non ne avrò mai paura, Matt... o almeno che ci proverò.»
«Io... Ti amo, Jen.»
La stringo a me e mi riempio il naso del suo odore. La amo davvero, non posso più fare a meno di lei.

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