Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Someday (Pov Ethan/Esther/Ethan)

Ethan
Riempio la testa di immagini della natura che mi circonda, mi sforzo di non pensare a quello che ho appena scoperto, al tradimento di tutti quelli che pensavo mi volessero bene e si fidassero di me.
Non so chi sia di ronda e non voglio neanche saperlo, spero solo che si faccia i fatti suoi e che stia fuori dai miei pensieri. Non credo che sopporterei una conversazione seria, in questo momento. Piuttosto manderei a quel paese ogni persona che cercasse di riportarmi alla Riserva. Perché è da lì che mi sto allontanando, ed è lì che non voglio tornare.
Lì ci sono Esther, papà, Renesmee e Sarah. Tornerei solo per i cuccioli, ma in questo momento non ho proprio voglia di vedere nessuno, e allora continuo a correre, correre e correre. Più veloce che posso, più lontano che posso. Fino a quando il paesaggio non cambia, e di fronte non ho più quello delle mie montagne, ma una distesa di laghi ghiacciati. Sono arrivato in Canada.
Mi fermo per un secondo ad ammirare lo spettacolo della natura che ho di fronte, maledicendomi per non essermi portato qualcosa da indossare. Mi sarebbe piaciuto fermarmi qui per un po', sento poco distanti i rumori di un paesino in fervente attività. Avrei potuto trovare un lavoro magari, rimanere qui, dove nessuno mi conosce, e pensare al da farsi, per un po'. Ma di certo non posso presentarmi nudo davanti a quelle persone.
E anche se potessi, le catene che tengono prigioniero il mio cuore non hanno intenzione di lasciarmelo fare. Al solo pensiero che io possa abbandonare la Riserva si sono strette in una morsa, rendendomi difficile anche solo ragionare lucidamente.
E' come se mi ordinassero di tornare.
Come se qualcuno le tirasse come dei guinzagli non estensibili.
Sono prigioniero. Della mia natura. Della mia vita. Di un amore che in questo momento vorrei dimenticare.
Prigioniero.
E forse non sono mai stato davvero libero.
Riprendere la strada di casa è difficile per la mia testa, e sentire che le catene lentamente si allentano, lasciandomi un po' di pace, mi fa soffrire, perché significa che la mia vita non potrà mai essere completa, lontano da lei.
Rientro nella villa dalla porta sul retro, torno in camera, mi lavo e mi vesto. Giusto in tempo per sentire la porta di ingresso aprirsi e sbattere furiosamente.
E' arrivata Sarah.
Mi vede sulle scale, e abbassa gli occhi.
«Scusa»
«Perché non me l'hai detto?» chiedo, con voce dura.
«Ho... sperato che te ne rendessi conto da solo. Poi abbiamo litigato per via del modo in cui avevo trattato... beh, lei. E quando vi siete lasciati hai trovato in lui un buon appoggio. E non volevo lasciarti da solo ad affrontare tutto, visto che io non potevo esserti vicina... poi ho iniziato a sperare che fosse lui a rivelarti tutto, e quando mi sono resa conto che non l'avrebbe fatto senza una spinta, ho cercato di convincerlo»
«Perciò l'hai ricattato»
«Si può dire di sì, anche se non avrei mai messo in atto la mia minaccia»
«Non me l'avresti mai detto»
«No, Ethan, non credo che avrei avuto mai il fegato di dirtelo, perché non -»
«Alt. Ferma. Non una parola di più. Dimentichi che io ti conosco da prima che nascessimo, e la tua capacità di rivoltare le frittate la conosco alla perfezione. Ma lasciami dire una cosa, Sarah. Hai sempre preteso, da quando sai dell'altra nostra natura, che ti fosse detta la verità, eppure non sei mai stata in grado di dirla quando c'erano in ballo cose importanti. O vogliamo dimenticare la festa del nostro undicesimo compleanno?»
Abbassa di nuovo lo sguardo, e annuisce. Sapeva perfettamente che avrei reagito così, eppure l'ha fatto lo stesso, e questo mi fa ancora più rabbia. Ricomincio a tremare, incapace di calmarmi.
«Ethan -» muove un passo nella mia direzione, mentre mi chiama.
«Non... non ti muovere» riesco a dirle a fatica. Non voglio farle del male, ma sembra che il lupo dentro di me non voglia saperne. Lei mi ha sfidato, mi ha mancato di rispetto, con queste bugie e queste verità nascoste. E lui non riesce a sopportarlo.
«Sarah... ti... ti prego... allontanati» sono le parole che riesco appena a pronunciare, prima di scoppiare. Per un attimo sono ancora io quello che gestisce questo corpo, e le lacrime sul volto di mia sorella mi straziano il cuore. Poi è lui, il lupo, ad avere il sopravvento.

Esther
Un'altra fitta al petto, ma è diversa da quella di prima, sembra quasi una richiesta d'aiuto. Ma perché? E' in pericolo, forse? Non sarà di nuovo caduto nelle grinfie dei vampiri?
Mi si ferma il respiro. Sta combattendo contro se stesso, e perderà, se non faccio qualcosa per lui. Non so cosa mi dia questa certezza, ma so che devo aiutarlo, e che per farlo devo necessariamente uscire di qua.
«Professoressa?» richiamo la sua attenzione, sperando che per una volta non faccia troppe storie.
«Mi dica, signorina Uley» risponde, alzando un sopracciglio e guardandomi con sufficienza. Se non fossi così umana ti farei vedere dove puoi infilarti quella sufficienza. Cerco di non ridere mentre mi chiedo da dove sia venuta una battuta del genere. Passo decisamente troppo tempo con il branco, ultimamente.
«Potrei andare in bagno?»
«Mancano dieci minuti alla fine dell'ora. Non può aspettare?»
«No, è urgente»
«Lei è incontinente?»
«Potrebbe anche essere» sbotto.
«Bene, allora può andare. Non ho interesse a che mi allaghi l'aula. Ma la prossima volta voglio un certificato che mi dimostri questa sua patologia»
Esco dall'aula, ignorando le risatine di quegli idioti dei miei compagni e della prof, e mi dirigo di corsa dalla parte opposta rispetto a quella che sarebbe corretta per la mia richiesta. Irrompo nella sala professori, ed è lì che trovo il mio bersaglio.
«Esther, cosa ci fai qui? Dovresti essere -»
«Zia Rachel, posso parlarti un secondo? E' urgente» taglio corto.
«Dimmi pure»
«Non qui. In privato» la mia faccia la convince subito a seguirmi. Mi indica la porta del bagno degli insegnanti, che apre con la chiave e richiude dietro di noi dopo avermi fatta entrare.
«Allora, cosa c'era di così urgente?»
«Ethan, lui è... in pericolo, zia. Devi avvertire subito lo zio Jake, ti prego, credimi»
«E' in pericolo come l'ultima volta? E tu come lo sai?»
«Non è come l'ultima volta, no. E non lo so come faccio a saperlo - dico, stringendo una mano all'altezza del cuore che batte sempre più furiosamente nel mio petto - E'... sta lottando con il suo lupo... ho paura che si perda, zia»
«Esther, calmati. Sei sicura di quello che dici?» annuisco.
«Jacob aveva ragione - mormora a se stessa mentre estrae il cellulare dalla tasca - Esther, io chiamerò Jake, tu però... devi correre da lui e cercare di riportarlo indietro. Ce la puoi fare soltanto tu»
«Ho paura di combinare qualche guaio»
«Stammi bene a sentire, ragazzina. Mio nipote ha avuto l'imprinting con te a undici anni. Ha aspettato otto anni per stare insieme a te, anche se adesso vi siete lasciati, e ne avrebbe aspettati ancora due se non ti fossi trasformata. E quel senso di angoscia che provi, quel dolore fisico che senti, e che attribuisci alle sue emozioni, non lo sentiresti se non foste legati da qualcosa di più di un semplice amore. E non venirmi a dire che non sai di essere l'unica a poterlo riportare indietro»
«Ma forse Sarah -»
«Non perdere tempo, Esther. Esci da qui e vai da lui - spalanca la finestra del bagno e mi indica una direzione - E' dai Cullen»

Ethan
«Ethan, Ethan, mi senti? Ti prego, rispondimi!» è la sua voce a farmi ripiombare nel mio corpo di lupo. Siamo ancora in troppi qui dentro, e con un lupo alpha si sta stretti, ma la voce di Esther mi fa tornare cosciente.
E' di fronte a me, in forma umana, e non arretra di un passo, benché il lupo alpha che ha ancora il controllo del mio corpo abbia distrutto tutto il salone e si stia avvicinando a lei.
«Ethan, ti sento, sei di nuovo cosciente» dice, avvicinandosi al lupo con un sorriso. Quello ringhia contro di lei, che continua a non arretrare. Ho paura per lei.
«Stai tranquillo. Le mie ferite guarirebbero in fretta. E non ti incolperei di certo»
La sua voce, pur così dolce, è sale sulle ferite ancora fresche che non ci hanno squarciato la pelle, ma qualcosa più in profondità.
«Ethan, ti prego, riprendi possesso di te stesso, non lasciarti abbattere dal tuo lupo!»
E per cosa? Per cosa dovrei combattere e ritornare in me? Per una vita senza di te? Per una vita da trascorrere circondato da persone che non si fidano di me, al punto da non dirmi che ho bisogno di una scorta, per sopravvivere? Urlo nella mia testa, ma le lacrime che scivolano sulle sue guance fanno quasi sembrare che le abbia sentite, nonostante non sia trasformata.
«Ti prego, Ethan, non soffrire, io non so cosa sia successo, per farti reagire così, prima fuggendo fisicamente, poi fuggendo da te stesso. Ma lo sento, lo sento come stai. E sento che hai bisogno di me, per tornare indietro. Non so cosa mi dia questa certezza, ma so che se tu avrai bisogno di me, io ci sarò sempre, come so che tu ci sarai sempre, per me. Anche se nel nostro futuro non dovesse esserci una vita insieme»
Sale sulle ferite. Sale sulle ferite.
Eppure le sue parole mi danno il coraggio di combattere con il lupo per riprendere ciò che è mio. Per avere la possibilità di riabbracciarla, perché lei è il mio punto di forza.
Qualche attimo di vantaggio e riesco ad allontanarmi da Esther e dal pianoforte, che è l'unica cosa rimasta ancora intatta, nella stanza.
Mentre lo faccio, un ordine perentorio penetra nella mia mente.
Ethan, trasformati.

********************

Apro gli occhi in una camera da letto. L'unica luce presente è quella fioca di una lampada da tavolo sulla scrivania, lontana dal letto, dove sono sdraiato io. Vicino a me, mia sorella. Gli occhi gonfi, il trucco sfatto, i capelli arruffati. Non la vedevo in queste condizioni da quando non dormiamo più nella stessa stanza.
«Ethan, finalmente! - afferma, mentre le sue braccia mi cingono il collo e i lacrimoni mi bagnano la guancia a contatto con la sua - mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace» continua a ripeterlo come una litania, una preghiera.
Sollevo le braccia per stringerla e farle capire che non ce l'ho con lei, o meglio, ce l'avevo con lei, ma vederla in queste condizioni, sinceramente dispiaciuta, non può non farmela perdonare. Ne abbiamo passate tante insieme, supereremo anche questa.
I muscoli mi fanno malissimo. Neanche la prima volta che mi sono trasformato avevo provato così tanto dolore fisico, quando sono tornato umano. Che sia per via della resistenza che ha fatto il lupo? Non ricordo neanche di essere svenuto, né tantomeno qualcuno che mi ha portato a letto.
«Ti voglio bene, Sarah» le sussurro nell'orecchio, cercando di convincerla a staccarsi da me. E infatti si solleva a sedere e torna a guardarmi in viso.
«Te ne voglio tanto anch'io, Eth, eppure ho combinato un gran casino, e se non fosse stato per Esther ti avrei perso per sempre» dice, scoppiando di nuovo in lacrime.
«A proposito... lei dov'è?» chiedo, imbarazzato, un po' per il fatto che mia sorella non sia esattamente una fan di Esther, un po' perché non vorrei che si sentisse messa da parte, per questa mia richiesta di vedere lei. Sarah mi guarda per un secondo stupita, poi il suo viso si addolcisce. Strano da parte sua, di solito quando nomino Esther si mette in tensione, e invece...
«E' andata via, Ethan. Le ho detto che, se voleva, poteva restare, che sicuramente l'avresti voluta vedere - sospira - ma ha detto che era meglio così, che ti aveva detto tutto quello che doveva. Mi... mi dispiace» dice, mordicchiandosi il labbro inferiore. E' un brutto vizio che ha preso dalla mamma, ed è odioso da morire. Da piccola si mordeva le labbra a sangue.
«Ehi, non fa niente, Sarah. Sapevo che sarebbe successo. E' normale, sarebbe stato strano il contrario. Però sono felice che sia venuta»
«E' stata davvero coraggiosa, Eth. E' entrata mentre il tuo lupo stava facendo a pezzi la cristalliera, c'era un rumore infernale. Ha iniziato a chiamarti, cercava... cercava di domarti»
«C'è riuscita, no?»
«Per qualche secondo ci sei riuscito tu, grazie a lei»
«E poi, cos'è successo?»
«Papà ha approfittato di quei pochissimi istanti per obbligarti a tornare umano, sembra che il lupo in questa forma non possa molto, ma... Ethan è stato orribile, non riuscivi a trasformarti, il lupo cercava con tutte le sue forze di impedirtelo, eri lì, a terra, ti contorcevi e non sapevamo cosa fare... Terry... ha intonato una canzone, una specie di ninna nanna. Ti sei calmato e hai ripreso queste sembianze. Lei... lei si è avvicinata a te, ha poggiato la tua testa sulle sue gambe, ti ha accarezzato la fronte e ha detto qualcosa, ma a un volume talmente basso che sia io che papà non siamo riusciti a capire cosa fosse. Poi si è alzata e ha detto che se ne andava»
Un sospiro, e un battito del mio cuore si perde nella sicurezza delle due parole che Esther mi ha mormorato nell'orecchio. Kwop kilawtley. Resta per sempre con me.
«Credo che papà ti chiederà di tenere un basso profilo, per un po'» continua, interrompendo le mie riflessioni.
«Niente giri di ronda?»
«Niente giri di ronda»
Provo ad alzarmi a sedere, ma mi fa troppo male tutto, come se mi fosse passato sopra un tir - non che sappia esattamente qual è la sensazione, ma immagino sia simile al sentirsi un budino tremolante incapace di muoversi - e crollo malamente sul cuscino.
«Aspetta» Sarah mi sistema il cuscino, e ne aggiunge altri due in modo che possa stare quasi seduto senza sforzarmi troppo. E' solo in questo momento, con le lenzuola che mi scivolano giù dal torace, che mi rendo conto di due cose. Sono completamente vestito, e ho al collo un ciondolo che non ho mai visto.
«Cos'è?» chiedo a mia sorella.
«Un talismano. Credo serva a tenere a bada il tuo spirito guerriero»
«Crediamo a queste cose, adesso?» ridacchio.
«Papà e Seth hanno fatto un sacco di ricerche in questi anni, e poi tenerlo al collo male non ti fa!»
«C'è qualcosa che devi dirmi?» chiedo, notando il rossore comparso sulle sue guance al nominare Seth. Pensavo che quella fase l'avesse superata, ormai.
«No» risponde, e il rossore sulle sue guance aumenta. Sarah ha la carnagione dei visi pallidi, non riesce proprio a nasconderlo.
«Sarah» insisto.
«Oh, e va bene! Ma se lo dici a qualcuno prima che l'abbia fatto io ti uccido con le mie mani»
«Spara»
«Seth mi ha chiesto di andare a vivere con lui» lo dice tutto insieme, velocemente, tanto che quasi faccio fatica a distinguere le parole.
«Ah. E tu cosa hai risposto?» ma già lo so cosa ha risposto. Quei due non riescono a fare a meno l'uno dell'altra, sono la coppia meglio assortita che io conosca, e si sono fatti male per tanto di quel tempo che adesso, al solo vedere il sorriso di mia sorella, mi verrebbe da prenderla a schiaffi per tutto il tempo che ha perso dietro ai consigli di Jen.
«Di sì, ovviamente, ma già lo sai. E... Ethan, visto che siamo in 'modalità confessioni on'... mi dispiace non averti detto di Nahuel. Mi dispiace davvero... è che volevo -»
«Che fosse lui a dirmelo, perché sapevi che dopo un primo momento in cui mi sarei arrabbiato per la mancanza di sincerità da parte di tutti, avrei tirato fuori il cervello e avrei apprezzato la sincerità. E avevi ragione, testona!»
«E' buffo. Zia Rachel usa lo stesso aggettivo con te e papà» afferma. E l'espressione sul suo volto è buffa, non quello che ha detto, e mi strappa un sorriso.
«Siamo una famiglia di testoni» le rispondo, felice di vedere un sorriso sereno spuntare sulle sue labbra. Il primo da quando ho riaperto gli occhi.
«C'è un'altra cosa»
«Dimmi»
«Nahuel non è da solo»
«Immaginavo. Ci sono i Cullen che non sono con te, in più, giusto?»
«Sì - annuisce, di nuovo seria - Esme e Carlisle sono di sotto, sono corsi appena hanno saputo -»
«Della distruzione del soggiorno?»
«No, buffone! Del tuo 'incidente' con il lupo alpha che ti tieni dentro. Daranno una mano per le ricerche, dobbiamo scoprire come affrontarlo e domarlo»
«Per 'noi' intendi 'tu'»
«No, noi. Io e te, per iniziare. E chiunque vorrà aiutarci. Non ti lascio da solo, non di nuovo» è sempre stata caparbia e determinata, esattamente come me. Forse più di me, dato che quando si mette in testa una cosa, e te la dice con quell'espressione, non c'è nient'altro da fare che starla ad ascoltare. Il lupo alpha doveva risiedere in lei, non in me. Caccio il pensiero e cambio argomento.
«E Rose ed Emmett?»
«Saranno qui tra qualche ora - si interrompe per qualche istante e sospira - Con Nahuel»
«Non so se ho voglia di vederlo, per il momento»
«Lo abbiamo messo in conto. Ma ci serve qui, dobbiamo studiare un nuovo piano, ora che sai tutto. E vogliamo anche le tue idee, perché è vero che lo usi poco, ma hai comunque un gran cervello - ridacchia - E poi, hai detto che apprezzi la sincerità, non vorrai farmi credere che non lo vuoi affrontare e chiarire questa situazione una volta per tutte, Ethan?»
«Papà ha ragione. Sei la mia beta ideale»
«Sarei una grande alpha, se solo non foste così maschilisti nel branco - afferma, fintamente stizzita, facendomi una linguaccia, poi torna seria - davvero mi vorresti come beta, anche se qualche volta ti tengo nascoste le cose?»
«E' un viziaccio che hai preso da Seth, sorella. E se papà sopporta lui, nonostante le cose che gli nasconde e le gaffe che fa -»
«Lo sai anche tu? Quanti sono rimasti a non saperlo? Mi dovrò nascondere sotto un mattone, se quella lingua lunga di papà continuerà a -»
«Non è stato papà. E' l'effetto dell'avermi messo alle calcagna il tuo ragazzo»
Fa un sospiro, che credo sia di sollievo.
«Meglio lui che papà» bofonchia, per poi sorridermi.
«Sarah... prima... prima sembravi ammirare sinceramente Esther...»
«Che vuoi che ti dica, Ethan. Sei il mio doppio e la mia metà, e lei cercava di dividerci. Reagivo difendendo il territorio... voglio dire... io non sto bene, non mi sento completa, senza di te, nonostante Seth, e credo che per te sia lo stesso, o almeno lo spero. Ma oggi... oggi l'ho vista difenderti mettendo in pericolo se stessa, e non ho potuto che constatare che ti ama davvero. Non è un capriccio da bambina, e credo che stia imparando dai suoi errori. Ti ama così tanto che ti sta lasciando libero, Ethan» non così libero da allontanarmi da questo luogo, penso, ma Sarah ha ragione.
«Mi stai dicendo di riprovarci?»
«Ti sto dicendo che le vacanze invernali sono vicine, e piuttosto lunghe. Potreste incontrarvi alla caffetteria giù a Forks, un luogo neutrale, e parlare... o magari potresti offrirti di accompagnarla a fare i regali a Port Angeles»
«Ma non parteggiavi per Trix?»
«Beatrix è una ragazza bellissima, e sarebbe perfetta per te se solo non fosse totalmente umana. Non potresti mai essere completamente te stesso, con lei, non potresti mai dirle la verità su di te, su di noi. E si proporrebbe un problema ormai ricorrente, nella nostra famiglia. Dovresti smettere di trasformarti per invecchiare con lei. Ti perderei, Ethan. Io non voglio perderti, in nessun modo. Non saprei come essere me stessa, se non ci fossi tu a ricordarmi che non sono perfetta» ride, ma non riesco ad unirmi a lei. Lei ci ha pensato. Lei ci ha pensato che se io mi innamorassi di qualcuna che non è Esther non potrei più essere me stesso, a un certo punto della mia vita. Lei si è ricordata delle paure che aveva papà quando ancora non sapeva che ci saremmo trasformati.
Faccio uno sforzo enorme, nel sollevare le braccia e attirarla al mio petto. La stringo, non mi importa di quanto possano farmi male i muscoli, voglio che mi senta vicino.
«Non osare mai più tenermi nascoste queste paure, Sarah»
«Sembri Seth, ultimamente. E di psicanalista me ne basta uno»
«Beh, io sono tuo fratello. E queste cose le voglio sapere, perché mi riguardano, in un certo senso» lascio che si allontani da me.
«Comunque, fammi finire il mio discorso di elogio ad Esther, perché potrebbe combinare qualcosa che mi faccia cambiare di nuovo idea - sorride un secondo - Sono quasi convinta che tutto quel che è successo fosse semplicemente perché siete troppo immaturi entrambi, non c'è uno dei due che possa funzionare da 'guida' per l'altro. Vi fate male come due ragazzini, perché è questo che siete, nonostante i vostri corpi affermino cose diverse»
«Ha parlato la donna matura»
«Io ho Seth, Ethan. E' lui la mia guida»
«Ad ogni modo, sorella, apprezzo che tu abbia cambiato idea su di lei»
«Solo gli stupidi non lo fanno mai, ricordatelo»

*****************

Quando Sarah se ne è andata - perché è arrivato Seth - è salito papà, si è seduto sulla poltrona di fianco al letto ed è rimasto lì in silenzio. E' passato almeno un quarto d'ora ed è ancora in silenzio. Forse aspetta che gli dica qualcosa io...
«Papà?» lo chiamo, per attirare la sua attenzione. Non che ce ne fosse bisogno, i suoi occhi sono fissi e attenti su di me, ha i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento racchiuso nelle mani. L'unico cambiamento che ottengo, chiamandolo, è un sorriso, ma un sorriso triste, di quelli che non gli vedo da tanto tempo, e che ero contento di non vedere.
«Papà, cos'hai?» insisto.
«Mi... mi devo scusare con te. L'idea di non dirti niente della tua guardia del corpo è stata mia. Mi somigli troppo e sapevo che ti saresti arrabbiato e che non l'avresti voluta, perciò ho suggerito di non dirti niente. Ma mi rendo conto che forse è stato peggio»
«Avrei dovuto immaginarlo da solo, papà. Voglio dire, Sarah laggiù con quattro vampiri che la controllano ventiquattro ore su ventiquattro e io libero di muovermi come voglio? Per essere così intelligente sono stato davvero stupido. E solo perché ero annebbiato dagli ormoni»
«No, quella annebbiata dagli ormoni è tua sorella - mugugna imbronciandosi - Tornando a noi. Cos'hai intenzione di fare?»
«In che senso?»
«Beh... con Nahuel e con... la proposta di Bella»
«Lo sai anche tu?»
Annuisce.
«Mi ha chiamato poco dopo che Sarah è partita da Boston e mi ha detto tutto. Voglio che tu ti senta libero di scegliere la strada che senti più giusta per te. Non pensare a me, non pensare al branco, e soprattutto non pensare ad Esther e a quello che potrebbe dire. Per una volta, sii un po' egoista, ma in senso positivo»
«Non lo so cosa voglio, papà. In questo momento non lo so davvero. Per tanto tempo lei... lei è stata il mio unico desiderio, ed ora che so che insieme non saremo mai felici... papà, perché ho avuto l'imprinting con lei?»
«Cucciolo mio - sorride, vedendo la smorfia che si forma sul mio viso - non so perché l'imprinting possa esserci tra due persone tanto diverse. So però che non sbaglia mai. Ti ripeto, pensa per un po' a te stesso, e solo a te stesso. Guarisci le ferite che ti porti dentro, trova la forza di sottomettere il lupo alpha che è in te. Allora, e solo allora, guarda di nuovo a tutto ciò che hai attorno e sarai capace di affrontarlo»
«Sembra che tu lo sappia bene»
«Ho visto Seth cadere nel circolo vizioso dell'autodistruzione, quando tua sorella lo allontanò. E so che questo tipo di ragionamento gli ha permesso di restare a galla. Vivere per se stesso, continuare per la sua strada, senza illudersi che i sorrisi di Sarah fossero qualcosa più di questo, gli ha permesso di sopravvivere al rifiuto»
«E ora stanno insieme»
«E andranno a vivere insieme - sospira - Mi sento ancora troppo giovane per avere già una figlia che sta per uscire dal nido»
«Papà, come - mi interrompo e scoppio a ridere - Sarah... Sarah si è scordata che qui non ci sono pannelli insonorizzanti e che tu potevi sentire tutto, dal piano di sotto!»
Papà si imbroncia ancora, ma poi scoppia a ridere insieme a me.
«Forse era proprio quello il suo piano. In fondo Sarah ha sempre fregato sia me che te, in quanto a ragionamenti contorti. Oppure potrebbe essere semplicemente la sua attenzione che gravita da qualche altra parte»
«Un po' come la tua quando hai Renesmee vicino, papà»
Sorride e si alza in piedi.
«Se tra un po' riesci ad alzarti, spiritosone, raggiungici di sotto, Seth e Sarah sono andati a prendere i nonni e il pranzo».

******************

E' nonna Sue a salire da me, quando tutti si rendono conto che non scenderò. Più probabilmente è Sarah a dir loro che mi sento un mollusco senza spina dorsale e che non riesco a muovermi. Sale con un vassoio pieno di cose buonissime e mi guarda mangiare con gusto, nonostante il portare la forchetta alla bocca sia fonte di grande dolore. Per il pranzo di nonna Sue, questo ed altro.
«Allora non è vero che non riesci a muoverti» sorride, prendendomi in giro, chiaramente divertita dalla mia voracità.
«Era tutto buonissimo, nonna» affermo, dopo aver deglutito l'ultimo boccone.
«Noto che hai gradito! E adesso, passiamo agli argomenti seri, Ethan» mi dice decisa, togliendomi il vassoio dalle gambe. La fisso, in attesa di una sua parola.
«Non osare, e dico non osare mai più farci uno scherzo del genere. E' stata davvero una fortuna che tuo nonno avesse quel talismano, e comunque non era detto che funzionasse. E poi... mi hanno detto che Esther è stata meravigliosa con te»
«Sarah parla sempre troppo - borbotto - comunque sì, mi ha dato un grossissimo aiuto. E' stata lei a risvegliare la mia coscienza»
«Insomma, avevamo pensato tutti male di lei senza un motivo»
«No, nonna, il motivo c'era. Ma credo che la vicinanza di zia Leah le stia facendo bene. E' tornata quella che era prima che ci mettessimo insieme. Il che significa che noi separati funzioniamo. Insieme no» lo dico come se fosse una verità assoluta, una certezza. Non mi fa male dirlo, proprio perché ne sono sicuro. Per questo la botta che mi arriva in testa è del tutto inattesa e mi prende in pieno.
«Sei un testone, come tuo padre e Seth prima di te. L'imprinting non colpisce a casaccio, e per quanto dura e travagliata possa rivelarsi la strada che unisce due metà, esse sono destinate a stare insieme. Che tu ci creda o no»
«Ma hai visto cos'è successo, quando ci abbiamo provato, è stato un casino - altra botta - volevo dire un disastro. Abbiamo portato alla luce segreti sepolti da vent'anni, nonna. Abbiamo quasi distrutto i rapporti con le nostra famiglie, per vivere quel rapporto esclusivo che facevamo passare per 'amore'. E adesso che non stiamo più insieme, le cose ricominciano ad aggiustarsi. Hai bisogno che ti dica altro, per convincerti che con noi l'imprinting ha sbagliato di grosso?»
«La ami? La perdoneresti per tutto quello che è successo?» mi chiede, dopo un attimo di silenzio.
«Che c'entra, adesso?»
«Rispondi e basta, Ethan»
«Sì, e sì. Anzi, credo di averla già perdonata da un bel pezzo, visto che mi manca»
«Lei ti ama?»
«Credo... credo di sì - kwop kilawtley, me l'ha detto poco prima che svenissi - Sì, mi ama»
«C'è bisogno che ti dica altro, per convincerti che l'imprinting ha solo messo un'insegna luminosa sulla testa della donna che avresti comunque scelto come tua compagna per tutta la vita?»
Non mi dà il tempo per risponderle. Afferra il vassoio ed esce dalla stanza.
Pochi istanti dopo bussano di nuovo alla porta.
«Avanti»
Una testa fa capolino da dietro l'asse di legno massiccio che divide la stanza dal pianerottolo.
«Possiamo parlare?»

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro