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I will be right here waiting for you (Pov Esther)

Esther

«Tesoro, cos'hai?» chiede la mamma, avvicinandosi a me da dietro. Ho un udito molto più sviluppato da quando mi sono trasformata, e l'avevo sentita arrivare da un po', ma ho preferito fare finta di niente. Quando posso, preferisco far finta di essere normale. Fisso il paesaggio fuori dalla finestra della mia camera per qualche altro secondo, prima di sospirare e voltarmi verso di lei.
«Domani Ethan parte» le dico, e giù un altro sospiro. Questi due mesi con lui sono stati meravigliosi. Ethan è dolce, sensibile e premuroso. Ma ho come la sensazione che non si sia mai lasciato del tutto andare, con me.
«So che Jake e Nessie hanno organizzato una festa di addio per stasera - la guardo spalancando gli occhi. Non possono averlo fatto, non per stasera. E' la nostra ultima giornata insieme - Non te l'avevano detto?»
Scuoto la testa, mentre cerco di ricacciare indietro le lacrime che vogliono uscire dagli angoli dei miei occhi.
«Esther, mi dispiace ... mi hanno detto che Seth lo sapeva e che li stava aiutando ad organizzare ed ho dato per scontato che lo sapessi già anche tu» mi dice, avvicinandosi per abbracciarmi. La lascio fare. Rimango ferma, inerme. Gli unici abbracci che vorrei in questo momento sono quelli di Ethan, e invece mi devo accontentare di quelli di mia madre.
«Mamma, scusami - mormoro, mentre la allontano da me - Devo almeno scegliere cosa indossare stasera, visto che ho poco tempo per farlo»
E' palesemente una scusa per rimanere da sola, ma devo riprendermi prima che arrivi Ethan.

***************

Quando Ethan arriva, mi stupisco di vederlo con in braccio Juliet. Ok, quella bambina è adorabile, ma è l'ultima giornata che possiamo passare insieme e lui si porta dietro la sorellina di un anno? Tanto vale che io porti Judith con noi! Vedo July posargli una manina sulla guancia per riportare la sua attenzione su di lei, visto che, da quando ho iniziato a scendere le scale, Ethan non ha mai distolto lo sguardo da me, e la mia irritazione cresce a livelli stratosferici. Perfetto! Adesso sono anche gelosa di sua sorella.
Ethan si avvicina per darmi un bacio sulle labbra - niente di troppo spinto, comunque, siamo in casa mia e c'è sua sorella a guardarci - poi mi sorride. Uno di quei sorrisi che ti fanno sciogliere. Uno di quei sorrisi che usa quando si sente in colpa. Uno di quei sorrisi che ti incantano, e che ti fanno perdonare qualsiasi cosa stia per dire o per fare. Uno di quei sorrisi che in questo momento odio, perché so che qualsiasi cosa uscirà da quella bocca a me andrà bene, perché l'ha detta con quel sorriso.
«Ti dispiace se viene anche July con noi? Oggi è entrata in camera mia tutta triste e mi sarei sentito veramente un cane a lasciarla a casa»
Quella bambina deve avere un futuro come attrice, perché ora, tra le braccia di Ethan - dove dovrei essere io - non mi sembra così triste.
Comunque scuoto la testa, come a dargli la mia approvazione, perché sono sicura che dalle mie labbra uscirebbe con un tono così entusiasta - notare il sarcasmo - che finiremmo per litigare per l'ennesima volta.
Ethan è fantastico, ma è anche un testardo. Ed io non sono da meno.
«Può venire anche Judith?» gli chiedo, vedendo la testa di mia sorella spuntare dalla porta della cucina. In fondo, almeno così avrò qualcuno con cui stare, mentre lui si dedica a Juliet.
«S-sì» dice, tentennando un po'. Ok, ho capito che da quando Judith si è tolta il gesso è una piaga per l'umanità, dato che insiste per sapere cose delle quali io sono a conoscenza solo da un paio di mesi, e che per tenerla lontana dalla foresta ci vuole una buona dose di impegno, ma potrebbe mostrarmi un po' più di entusiasmo. In fondo io ho accettato che portasse la sua di sorella!
Faccio finta di niente e mi giro verso Judy.
«Judith vatti a cambiare, vieni con noi!» le dico, con un tono fintamente allegro, del quale spero che Ethan non si accorga. Lei fa un gran sorriso e corre in camera sua.
Mia mamma sceglie proprio questo momento per entrare nel soggiorno. Saluta Ethan con un bacio sulla guancia, poi si rivolge a July. Quella bimba è una star. E crescerà viziata da morire, se tutti continuano a trattarla come una principessina. Anche se, a dirla tutta, probabilmente queste attenzioni se le godrà per non più di un anno ancora, visti i ritmi con cui figliano zio Jake e Nessie.
«July! Piccolina della zia, vieni un po' con me?» le chiede mia madre, tendendole le braccia. Lei si volta per un attimo verso Ethan, che le sorride, poi si butta verso le braccia di mia madre. Nessuno resiste alla dolcezza della mia mamma. Perché non le somiglio un po' di più? Tutti questi problemi con lui non esisterebbero se io fossi un po' più come lei e un po' meno come papà.
Mamma si volta verso di me, dopo aver preso Juliet in braccio, e mi fa l'occhiolino. Capisco allora che quella di prendere Juliet è solo una scusa per dare un po' di tempo a me e ad Ethan per restare da soli.
Non appena mia madre scompare nella camera di Judith - un po' per aiutarla a vestirsi, e un po' per trovare qualcosa da far fare a July - mi accorgo, dall'occhiata di Ethan, che il mio umore gli è chiaro come il sole.
«Se non ti andava potevi anche dirlo» mi dice infatti.
«E come facevo a dirti di no ... Hai fatto quel sorriso» gli rispondo, acida. Non ho voglia di litigare, ma ogni volta va a finire così. Lui che fa qualcosa che non mi va bene, e io che faccio finta che mi vada bene semplicemente perché ho paura che si stanchi di me. Anche con tutta quella storia dell'imprinting di mezzo.
«Quale sorriso?» dice, e appena finisce di parlare si forma di nuovo quel sorriso.
«Guardati allo specchio in questo momento e lo saprai» sbotto, andandomi a sedere sul divano e accendendo la tv.
«Non hai voglia di uscire?» mi chiede, di nuovo dolce, sedendosi di fianco a me. Mi mette una mano sulla spalla e mi attira a sé.
Lo allontano bruscamente e spengo la tv.
«Io avevo voglia di stare con te. Da sola. E' l'ultimo giorno che possiamo passare insieme, Ethan!»
«Esther, è anche l'ultimo giorno che posso passare insieme alla mia famiglia. E poi non mi sembra che non abbia passato con te tutto il tempo che potevo, in questi due mesi.» Benissimo. Sono riuscita a far alterare anche lui. Mister Sono-La-Calma-Fatta-Persona si sta arrabbiando.
Stiamo in silenzio per qualche istante, fissando la televisione spenta.
«Scusami» mi dice dopo un po'. Mi volto verso di lui e vedo che mi sta sorridendo dolcemente, così allungo una mano a coprire la sua, sul suo ginocchio.
«No, hai ragione - gli dico - E' solo che non riesco a pensare che da domani non ti avrò qui a rompere tutti i giorni»
Mi avvicino di più a lui, portando le nostre ginocchia a contatto.
«Tornerò tutte le settimane, vedrai che non farai neanche in tempo a dire che ti manco che già sarò qui» mi risponde, accarezzandomi una guancia con il dorso della mano.
Non so cosa rispondergli. Non posso certo dirgli che mi manca già adesso, ed è ancora qui. Mamma rientra in soggiorno con Judith e Juliet e mi solleva dall'imbarazzo di replicare.
«Eccoci qui pronte!» dice, porgendo July a Ethan. Lui scambia un sorriso complice con la sorellina e subito lei si volta verso di me e mi dà un bacio sulla guancia. Questo proprio non me l'aspettavo.
«Dove andiamo?» chiede Judith saltellando, con una piccola borsa a tracolla che contiene chissà cosa e che fa su e giù al suo fianco.
«Alla spiaggia va bene?» chiede Ethan, rivolgendosi a me e alle nostre sorelle. Mamma, alle sue spalle, scuote impercettibilmente la testa, e capisco che è alla spiaggia che stanno organizzando la festa, e che non possiamo andarci. Ma prima che io abbia l'occasione di dire qualsiasi cosa, la piccola July parla.
«No» dice. Chiaro e tondo. E con una voce scampanellante che ormai ho imparato a riconoscere come eredità dei vampiri.
Ethan la guarda fisso. Deve essere stupito quanto me. Di solito Juliet non parla, se non di fronte a lui e in rarissime occasioni.
«No, Ethan, alla spiaggia no. Ci sono le nuvole» gli dice, quando capisce che sta continuando a fissarla perché non crede alle sue orecchie.
Ethan scoppia a ridere. In effetti la scusa delle nuvole è poco credibile.
«July, tutte le volte in cui andiamo alla spiaggia ci sono le nuvole, perché oggi dovrebbe essere diverso?» le chiede, ma lei non risponde. Ha detto quello che doveva dire e ora non parla più.
Come al solito, è mamma a venirci in soccorso.
«Ethan, è chiaro che la piccola non ha voglia di andare alla spiaggia. Che ne diresti di fare qualche commissione per me? Terry e Judy hanno bisogno dei libri per la scuola, e non ho tempo di arrivare a Port Angeles a prenderli. Le accompagneresti tu?»
Port Angeles. Un'ora all'andata e un'ora al ritorno, più dei giri per le librerie del centro. Direi che mia mamma ci ha sistemato tutto il pomeriggio. Anche perché Ethan non le dirà mai di no.
«Certo, non c'è problema, zia Emily. Per voi va bene?» chiede, rivolgendosi più a me che a loro. Annuisco. Anche perché non c'è altro da fare.

***************

Siamo andati a e tornati da Port Angeles, e, come previsto, abbiamo passato tutto il pomeriggio fuori. Come se non bastasse, cercare di gestire Juliet e Judith insieme è quasi impossibile, non si trovano mai d'accordo, e non c'è verso di far capire a Judith che qualche volta deve cedere perché Juliet è più piccola.
Dopo aver riaccompagnato Judith a casa mia, io, Ethan e Juliet ci avviamo verso la loro. Ethan vuole che July si riposi un po' prima della cena in famiglia che zio Jake gli ha detto di aver programmato per stasera, così, sperando di poter trascorrere qualche minuto con lui da sola l'ho seguito.
Stiamo passeggiando in silenzio, mano nella mano e con l'altro braccio tiene stretta la sua sorellina, profondamente addormentata sulla sua spalla.
«Era stanca morta» gli dico a un certo punto. Il silenzio è diventato assordante, e non riesco più a sopportarlo, tuttavia sussurro, nel timore di svegliare la piccola. Nel timore di non poter più essere sola con lui.
Lui sorride dolcemente. Adora quella bambina, e non riesco ad entrare nel loro rapporto, neanche sapendo di essere l'unica donna alla quale sarà mai legato in vita sua.
«Sì, è vero» mi risponde, sussurrando anche lui, con il mio stesso timore. Almeno in parte.
Gli apro la porta di casa quando arriviamo, e mi accomodo in soggiorno mentre lui porta July nel lettino. Qui gli odori sono confusi, Nessie e zio Jake devono essersi dati un sacco da fare per la festa di stasera, ma almeno una finestra aperta l'avrebbero potuta lasciare! Ethan si renderà conto sicuramente della quantità di odori che richiamano il cibo.
«Ma che caspita ...» dice infatti entrando in soggiorno, annusando l'aria.
«Nessie si deve essere impegnata molto per la cena di stasera ...» gli dico con voce mogia. Quella oggi mi viene bene, e corrisponde perfettamente a quello che provo.
«Già ...» risponde, mentre si avvicina a me. Si siede sul divano e allunga un braccio sullo schienale. Raccolgo l'invito e mi accoccolo al suo fianco, tolgo le scarpe e porto le ginocchia al petto poggiando i piedi sul divano. Subito il suo braccio mi avvolge, avvicinandomi ancora di più a lui.
«Credimi ... hanno sconvolto anche i miei piani» dice, poggiando le labbra sui miei capelli.
Ethan, per favore, fai qualcosa di più di questo ... ti prego ... penso. Ma non glielo dirò mai. Non sono convinta che sia questo quello che vuole.
Lo sento sospirare tra i miei capelli, il respiro caldo mi accarezza la fronte e mi fa tremare. E' un brivido piacevole, anche se il fatto che Ethan se ne renda conto lo fa diventare subito sgradito, visto che lo fa allontanare da me.
«Posso baciarti?» mi chiede. Come se ci fosse bisogno di chiedermi il permesso per fare una cosa del genere. Come se non gradissi i suoi baci. Come se non morissi di felicità ogni volta che le sue labbra si posano sulle mie.
Alzo la testa verso di lui, puntando gli occhi nei suoi, e subito raccoglie l'invito. Ogni volta che la perfezione della bocca di Ethan si ferma sulla mia, smetto di pensare, smetto di essere chiunque io sia stata in precedenza. Ricordo solo una cosa. Ricordo di essere sua.
E quando la sua lingua si intrufola all'interno della mia bocca per esplorarla, per cercare la mia lingua, per danzare insieme ad essa, in quel momento sento che la perfezione non è poi tanto lontana da noi.
Ma odio il momento successivo ... quello in cui si irrigidisce e si allontana da me. Quello lo odio davvero. E sta accadendo in questo preciso momento.
Sono finita con la schiena sulla seduta del divano, ed Ethan, fino a qualche istante fa, era esattamente sopra di me. Perché non ha continuato? L'avrei voluto con tutta me stessa, se fosse successo non me ne sarei mai pentita.
E ora, perché ha quello sguardo triste? ... Ethan, ti prego non ...
«Scusami»
... chiedermi scusa.
Scatto in piedi, come se mi avesse morso un animale, e lo guardo seria.
«Ethan, non devi chiedermi scusa ogni volta che mi baci ... come se io non fossi consenziente quando lo fai ... come se io non lo volessi con ogni fibra del mio corpo ...» gli dico, poi mi volto dall'altra parte, perché una lacrima sta uscendo dall'angolo del mio occhio destro e non voglio che lui la veda.
Lo sento alzarsi in piedi, raggiungermi ed avvolgermi tra le sue braccia. Mi rilasso e appoggio la schiena sul suo petto. Sento il suo mento che si appoggia sulla mia testa, per lasciare poi spazio alle sue labbra. Labbra che scivolano lungo i miei capelli e si avvicinano al mio orecchio.
«Lo sai che me ne accorgo lo stesso, se piangi? Riconoscerei quell'odore tra mille, e me ne sentirei colpevole ogni volta» mi sussurra. La sua voce è una dolce musica, dalla quale mi lascerei cullare ogni minuto della mia vita, mi tranquillizza, mi rende serena. E quando non sarà qui ...
Sospiro, e mi volto verso di lui.
«Mi mancherai» gli dico, e seppellisco il volto nella sua maglietta. La sto inzuppando con le mie lacrime, e lui mi tiene stretta a sé mentre lo faccio. Non dice nulla, sta qui, fermo, ad ascoltare i miei singhiozzi. Sa che niente di quello che potrebbe dirmi riuscirebbe a cambiare il mio umore, e mi lascia piangere tutte le mie lacrime.
Credo che a un certo punto Ethan mi abbia anche presa in braccio, perché, adesso che mi sono calmata un po', mi ritrovo seduta sulle sue gambe, stretta fra le sue braccia e con la testa sulla sua spalla. Mi sta cullando.
E' così che ci trovano zio Seth e Sarah quando rientrano in casa con Jay e Joey.
«Terry, ti senti bene?» mi chiede zio Seth, avvicinandosi a noi.
«Sì, zio, tranquillo» gli rispondo, senza muovermi di un millimetro dalla mia posizione.
«Vuoi un bicchiere d'acqua?» chiede Sarah, che è evidentemente una ragazza, ed ha capito cosa si agita dentro di me. Annuisco, e in qualche secondo lei torna con il bicchiere. Lo prende Ethan e mi fa bere a piccoli sorsi, come farebbe con Juliet. Che abbia capito che oggi sono stata gelosa di tutti i sorrisi che le ha dedicato? Quelli erano i miei sorrisi, erano sorrisi che avrebbe dovuto dedicare a me, visto che avremmo dovuto essere da soli.
«Vuoi andare a casa?» mi chiede dopo un po', quando Sarah e Seth escono dal soggiorno per "andare a controllare i cuccioli".
Annuisco, e lascio che mi aiuti ad alzarmi.
«Non hai un grande aspetto ... zio Sam mi ucciderà prima o poi se continuerò a riportarti a casa in questo stato - mormora, accarezzandomi una guancia, mentre l'altra mano stringe una delle mie - E pensare che aveva detto che dopo sarebbe stato più facile»
«Non è colpa tua, Ethan» gli dico, mentre il mio braccio si alza per accarezzare la sua guancia come lui sta facendo con la mia. Presto la mia mano, però, a differenza della sua, si infila tra i suoi capelli, ne saggia la consistenza,e porta il suo viso sempre più vicino al mio.
Le mie labbra si avvicinano alle sue, sempre di più, e si schiudono leggermente nell'attesa di un bacio, che puntualmente arriva. Le mani di Ethan, dolci e delicate fino a quel momento, scendono alla base della mia schiena e mi attirano prepotenti contro il suo petto. Le mie braccia si chiudono dietro il suo collo, mentre la sua lingua si insinua tra le mie labbra e i miei denti. Quando la allontana, inizio a mordicchiargli il labbro inferiore, ed allora lui ricomincia la sua opera di esplorazione. Rimaniamo qui in piedi a baciarci per qualche minuto, fino a quando non sentiamo bisogno di respirare, ed allora ci stacchiamo.
In realtà, non sono proprio sicura che sia il bisogno di aria che spinge Ethan ad allontanarsi da me ogni volta.
Sorride. E' felice di avermi baciata. Sono sicura che questa volta non mi chiederà scusa. Anche perché non c'è niente di cui dovrebbe scusarsi.
«Ti amo» mi dice. Non è la prima volta che lo fa, ma ogni volta il mio cuore fa le capriole proprio come se lo fosse.
«Ti amo anche io» gli rispondo, strofinando il naso sul suo e sfiorandogli le labbra con le mie. Poi riporto le mie braccia dove erano, ai miei fianchi, e sento la sua mano stringersi alla mia.
«Andiamo» mi dice.
Camminiamo mano nella mano, lentamente, per quei pochi minuti di sentiero che separano le nostre case. Quando arriviamo sulla veranda di casa mia, salgo i gradini per trovarmi alla sua stessa altezza. Per guardarlo negli occhi con facilità.
«Dopo cena passi da me?» gli chiedo, ben sapendo che più tardi ci vedremo comunque, visto che lui non avrà nessuna cena di famiglia stasera. Ma se non glielo chiedessi si insospettirebbe più di quanto non abbia fatto oggi pomeriggio con l'odore di cibo.
«Mangio e arrivo. Voglio passare con te la mia ultima sera qui» mi dice serio, prima di posarmi un bacio sulle labbra ed andarsene. Rimango a guardarlo fino a che non sparisce dietro la curva, poi entro in casa.
Judith, come al solito, sta guardando dei cartoni animati alla tv, vestita di tutto punto, mentre mamma e papà si preparano per la festa di stasera. Manco solo io, e certamente non posso andare vestita come sono stata tutto il giorno.
«Judy, siete già tutti pronti?» le chiedo.
«Sì» mi risponde, dandomi meno udienza che può, perché la distraggo troppo dai cartoni animati.
«Vado a cambiarmi anche io» dico, avviandomi verso le scale.
«Terry, posso chiederti una cosa?» mi dice, spegnendo la tv. Forse il cartone è finito, forse ha solo trovato qualcosa di più interessante a cui pensare.
«Certo, Judy» tanto comunque me l'avresti chiesta.
«Perché July parla così bene? Era così anche per noi?»
No, Judy, lei parla così bene perché è un ibrido tra una mezza vampira e un licantropo. Questa è la risposta, ma non posso dirla a lei, perciò rimango per un attimo smarrita e all'improvviso ho un'illuminazione, che non so se funzionerà. Con tutte le bugie che le stiamo raccontando, quando scoprirà la verità finirà in cura da zio Seth. Matematico.
«No, non era così anche per noi, ma è solo perché Nessie non ammette che ai suoi figli si parli storpiando le parole. E' terrorizzata dal fatto che dopo non riescano più ad impararle correttamente»
Judith ride. Non so se del mio arrampicarmi sugli specchi o delle false fissazioni di Nessie.
«Davvero?» chiede sorpresa, mentre ride. Non so se l'abbia bevuta, ma questa domanda mi fa pensare che ci si sia avvicinata molto.
Per non rovinare il risultato che ho appena ottenuto, annuisco e basta. Con un sorriso, come se anche a me l'idea di Renesmee risultasse del tutto assurda. Non aggiungo particolari, del resto una spiegazione non richiesta è un'accusa manifesta.
«Se non mi devi chiedere altro mi vado a cambiare» le dico.
Lei mi fissa per un po', e proprio quando mi sto voltando verso le scale ricomincia a parlare.
«Sono stata felice di passare il pomeriggio con te ed Ethan. Ed anche con July. Però tu non eri contenta»
Mi volto e le sorrido.
«Non è vero» rispondo.
«Avevi una faccia triste, e ti si leggeva negli occhi che non eri contenta. E scommetto che preferiresti mille volte passare la serata da sola con Ethan che venire alla festa per lui e Sarah di stasera» ha solo sette anni, ma è il mio grillo parlante, questa piccoletta. Ha ragione, avrei preferito stare da sola con Ethan quel pomeriggio, e avrei volentieri passato una serata tranquilla con lui piuttosto che doverlo dividere con altre decine di persone alla festa, e l'irritazione che provo per questa situazione non passa. Finirà che stasera litigherò di nuovo con Ethan. E non voglio farlo.
«Judy, smettila di dare fastidio a tua sorella - dice papà entrando nel salotto. Io rimango ferma ad osservare Judy, non avevo mai capito quanto fosse attenta a quello che provo. Avevo sempre pensato che si divertisse ad irritarmi, non che lo facesse con l'intenzione di farmi cambiare umore, visto che finivamo sempre con delle grandi risate - Terry, sei ancora vestita come oggi pomeriggio?»
Come faccia a sapere che questo pomeriggio ero vestita così, non lo so proprio, visto che non era in casa. Che fa, adesso mi fa anche controllare dagli altri quando sono in giro?
«Prima che tu mi risponda male ... ti ho vista quando stavi rientrando con Ethan» evidentemente la mia faccia parla veramente troppo. Devo imparare a dissimulare un po' di più.
«Vado a cambiarmi subito» rispondo con un sorriso. La faccia di papà si addolcisce, e gli do un bacio sulla guancia prima di andarmene in camera mia.
Un quarto d'ora dopo mi sono rinfrescata, struccata e truccata e rivestita. Non sono veloce quanto lo sono da trasformata, ma rimango sempre più veloce delle persone normali. Perché non sfruttare questa capacità, allora?
«Sei perfetta» mi dice la mamma, quando faccio il mio ingresso in soggiorno, dove lei, papà e Judith mi stanno aspettando. In realtà, ho indossato una maglietta un po' più a modo sui jeans chiari, aderenti, sette ottavi, che avevo anche questo pomeriggio. La maglia, senza maniche, è bianca e nera. Il motivo disegna delle V che si uniscono sulla metà. Lo scollo a V lascia intravedere il mio seno, che da quando mi sono trasformata è cresciuto di almeno una taglia abbondante. Ed Ethan non ha mai fatto caso al particolare, o, se ci ha fatto caso, non me l'ha mai detto.
Ho indossato dei sandali, tanto arrivando alla spiaggia li toglierò, come tutti quanti.

***************

Alla spiaggia, vedo tanta gente. Troppa gente. Ethan sarà impegnato a salutare tutte queste persone per buona parte della serata. Vedo anche Renesmee e zio Jacob con i vampiri. Vampiri nella Riserva, che assurdità. E stasera dovrò anche essere presentata alla madre di Ethan. Non che non mi conosca, è solo che mi mette un certo imbarazzo sapere che lei ha sempre saputo chi fossi io ... ed io invece ho scoperto solo da poco chi è lei in realtà.
«Sei preoccupata?» mi chiede papà, seguendo la direzione del mio sguardo. Mi conosce come le sue tasche, mi ha cresciuta lui e ci somigliamo fin troppo. Troppe cose tenute dentro, troppe.
«Beh ... sapere che quella che hai sempre considerato la cugina del tuo migliore amico è in realtà la madre del tuo ragazzo non è proprio il modo migliore per stare tranquilli» gli rispondo, sorridendogli sarcastica.
Lui mi circonda le spalle con un braccio.
«Stai tranquilla. Bella non ha mai mangiato umani, e poi tu non lo sei del tutto!» mi sussurra nell'orecchio.
«Papà!» gli dico indignata, ma è riuscito nel suo intento, mi scappa una risata. Nel frattempo zio Jake si allontana con i Cullen. E mi ritrovo a chiedermi il perché. Li seguo con lo sguardo, e papà dà una risposta alla mia domanda inespressa.
«Sono una sorpresa per Sarah ed Ethan. Ricompariranno dopo che i gemelli saranno qui»
Deduco quindi che Sarah ed Ethan saranno presto qui. Vedo zio Seth sedersi su un tronco con gli altri membri del branco. Chissà come fa a stare così calmo, non avrebbe voluto anche lui passare una serata solo con Sarah prima che lei parta?
L'applauso che segue l'ingresso di Ethan e Sarah sulla spiaggia mi impedisce di continuare a riflettere sulle differenze del rapporto di Sarah e zio Seth con quello mio e di Ethan. Che poi adesso mi fa anche caso chiamarlo zio, anche se fra tutti è quello che chiamo così a maggior ragione, visto che è il cugino della mamma.
Ethan inizia a salutare tutte le altre persone che sono qui, prima di venire da me. Nel frattempo, papà mi ha riempito un piatto di cibo e me lo ha passato. Mi siedo su uno delle decine di tronchi che hanno preparato apposta per permettere alle persone di sedersi più o meno all'asciutto, e mi poggio il piatto sulle gambe, senza assaggiare niente.
Papà, come è inevitabile, si preoccupa. E' da quando mi sono trasformata che il mio appetito è diminuito, e mi ha detto che di solito invece succede il contrario. Ecco perché Sarah e Ethan mangiano sempre quantità industriali di cibo quando usciamo tutti insieme. E Sarah non ingrassa di un etto.
«Ehi, che fai non mangi! Nessie si offenderà a morte!» mi dice sorridendo. Alzo la testa per rivolgergli un'occhiata, e vedendola la scuoto. Il contenuto del suo piatto è dieci volte tanto quello del mio, ed ha già iniziato ad assaltarlo.
«Mi fai un po' di spazio, tesoro?» mi chiede, vedendo che non ottiene l'effetto sperato.
«Papà ... perché non riesco a capire quello che passa per la testa di Ethan? - mi guarda con attenzione e ha anche smesso di mangiare, mi sta ascoltando sul serio, probabilmente l'argomento interessa a lui quanto a me - Voglio dire ... un momento sembra che io sia tutta la sua vita ... tutto ciò che potrebbe volere dalla sua vita ... e il momento successivo sembra quasi che sia stanco di me ...»
Papà fa un sorrisetto e scuote la testa.
«Questo è uno di quei momenti che un padre non vorrebbe che arrivassero mai, tesoro»
«Non il discorso sulle precauzioni, ti prego ... quello l'ho fatto mesi fa con la mamma»
«No, io intendevo che un padre non vorrebbe mai parlare con la propria figlia del ragazzo che la porterà fuori dal nido, o dalla tana, come è più appropriato nel nostro caso»
«Come fai ad essere sicuro che mi porterà fuori di casa? Io non sono neanche sicura che mi ami ...»
«Terry, il suo è molto più che amore. Ma se tu sei così insicura riguardo ai vostri sentimenti lui non può che agire di conseguenza»
«Vuoi dire che è colpa mia se lui si tira indietro?»
«No, quello che voglio dire è che dovresti dargli un po' più di fiducia. Se tua madre si fosse fermata alle apparenze del nostro rapporto ... non saremmo mai stati insieme» con questa frase attira la mia piena attenzione. Sto per conoscere la storia che Ethan mi ha appena accennato?
«Anche tu hai avuto l'imprinting con lei, no?» gli chiedo.
Sorride.
«Sì, l'ho avuto. Quello che non sai è che io e Leah stavamo insieme, all'epoca - spalanco gli occhi per la sorpresa ... papà con qualcuno che non è la mamma? - Già ... mi trasformai quando stavamo già iniziando a fare progetti per il matrimonio. Emily ... Emily e Leah sono cugine, lo sai anche tu, ed erano molto amiche, all'epoca. L'avevo vista milioni di volte, sarebbe stata la damigella d'onore di Leah ... eppure quella volta accadde ... stavo baciando Leah, quando tua madre apparve nel mio campo visivo, e tutto perse di significato, per acquistarlo solo in relazione a lei. Per giorni tentai di combattere quell'attrazione che per me era insensata ... per giorni ... ero sempre più irritato ed irritabile ... mi sentivo in colpa verso Leah, continuavo a litigare con lei ... Una notte, dopo un litigio peggiore degli altri, passeggiavo sulla spiaggia nel tentativo di calmarmi, ed incontrai tua madre ... era dolce, e mi ascoltava. Non potevo spiegarle tutto, non avrebbe capito ... non ancora ... del resto non riuscivo neanche io ad arrendermi ai sentimenti che provavo per lei ... ma quella sera ... qui, sulla spiaggia ... la baciai»
«E lei?»
«Rispose al mio bacio ... forse inconsciamente sapeva già che quello che ci legava era più forte di un semplice capriccio momentaneo ... ma poi si allontanò bruscamente, mormorando "E' sbagliato ... Leah non lo merita". Quel giorno fuggì via, lontana da me. Fece in modo che non ci incontrassimo per un po', io soffrivo, come se mi avessero strappato via un pezzo di cuore ... Quando presi la decisione di lasciare Leah, lo feci con la consapevolezza di non amarla più come l'avevo amata prima ... ma non avevo fatto i conti con la sua intelligenza ... si era accorta di come guardavo tua madre, e quello che non capiva era perché avessi aspettato di averle chiesto di sposarmi, prima di riconoscere che quello che volevo veramente non era lei ... mi urlò contro i peggiori insulti che tu possa immaginare - sorride - e anche quelli che non puoi immaginare. Leah non era proprio un tipetto facile, e neanche una che te le mandava a dire ... e dopo ... dopo peggiorò soltanto. Dopo quel litigio ... me ne andai alla scogliera, mi sedetti sul bordo del promontorio, con le gambe a penzoloni. Pensavo ... pensavo di essere un mostro ... ero arrabbiato con me stesso per non essere riuscito a resistere a quel sentimento assurdo ... avevo rovinato tre vite ... la mia ... quella di Leah ... e quella di tua madre»
Si ferma per qualche secondo, ripensando a quello che successe dopo.
«Papà, cos'è successo poi? Perché non capisco cosa possa spingerti a dire che non sarebbe finita così se la mamma si fosse fermata alle apparenze con te»
«Quella stessa notte ... diluviava ... era una notte di tempesta ... tua madre mi venne a cercare ... ma non era la notte giusta per parlare, e non appena mi rivolse la parola mi crollò addosso tutto il senso di colpa e tutta la rabbia ... ero ancora un lupo instabile e ...»
All'improvviso capisco cosa sta cercando di dirmi.
«Papà ... le cicatrici della mamma ...»
«Sì, sono stato io ...» mi dice, con i sensi di colpa nella sua voce che si sentono anche a distanza di così tanti anni.
«E lei è riuscita a passare sopra a tutto questo solo ...»
«Solo perché mi amava ...»
«Ma, conoscendoti, tu non ti sei lasciato convincere subito ...»
«Già ... mi ha fatta penare un bel po', prima di convincersi che lo amavo nonostante si considerasse un mostro» la mamma ci ha raggiunti da dietro, abbracciandoci entrambi ed infilando la testa fra le nostre. Ci parla allegra, ma io non posso fare a meno di pensare a quelle cicatrici che le rigano il volto. E a quanto deve soffrirne papà ogni volta che la guarda.
«Ma non capisco cosa c'entri questo con me ed Ethan» borbotto, ritornando al discorso principale.
«Tesoro, quello che sta cercando di dirti tuo padre è che devi liberarti dalle tue convinzioni. Sei stata per troppo tempo sicura che non ti amasse, ed ora che invece sai che ti ama, e in un modo che non potrà mai cambiare, perché ti ha riconosciuto come la compagna della sua esistenza, non riesci a non pensare che potresti fare o dire qualcosa che lo porterà lontano da te. Posso anche sbagliarmi, ma mi sembrava che prima parlaste molto di più, di qualsiasi cosa. Ora, quando sei con lui, sei sempre tesa, impaurita ... E' solo che non è cambiato niente, è sempre stato innamorato di te, solo che adesso lo sai, e invece nella tua testa il fatto di sapere che lui ti ricambia ha improvvisamente rivoluzionato il vostro rapporto. Siete sempre tu e lui. La persona che amiamo ... che amiamo veramente ... non è solo una persona con cui passeggiare mano nella mano scambiandosi effusioni di tanto in tanto. E' una persona con cui parlare, a cui confidare le nostre paure ... quello che era per te Ethan prima ... ora ... non so, sembrate spaventati l'uno dall'altra»
Mi dà un bacio sulla guancia, poi sorride, mentre io rimango a pensare ... sono davvero così trasparente per le persone che mi stanno intorno? E se davvero è così, perché Ethan non capisce quello che voglio?
«Ora però fai un sorriso e goditi la serata ... sta arrivando il tuo principe azzurro!»
Alzo gli occhi e vedo Ethan avvicinarsi a noi con il suo solito sorriso di scuse.
«Zio Sam, zia Emily ... grazie mille per questa serata!»
«Devi ringraziare tuo padre e tua sorella, Ethan. Noi abbiamo fatto ben poco!» risponde mio padre.
Lui posa lo sguardo su di me e mormora qualcosa che somiglia a un "non direi".
Papà sorride alla mamma, e insieme si alzano dal tronco, che ormai ospitava tutti e tre.
«Siediti, Ethan, io raggiungo gli altri del branco ... in queste situazioni ritorniamo ragazzini anche noi!» dice, allontanandosi.
«Io vado a cercare tua sorella, era con Zack, chissà in che guaio si cacceranno stasera!»
Ethan si siede accanto a me e mi stringe la mano.
«Scusa se sono venuto a salutarti solo ora. Ma dubito che sarei riuscito ad allontanarmi da te per salutare gli altri, se fossi venuto prima» e quando il tuo ragazzo ti dice una cosa del genere, non puoi non perdonargli il fatto che ti abbia lasciata per ultima.

***************

La serata è volata via velocemente, siamo rimasti alla spiaggia con gli altri quasi sempre. Sono stata ufficialmente presentata come fidanzata - alias imprinting - di Ethan a sua madre e alla famiglia di lei - come se loro non ne fossero già a conoscenza da anni - e Bella mi è stata presentata come madre di Ethan.
Mezz'ora fa ho iniziato a sbadigliare vistosamente, ed Ethan ha iniziato ad insistere per riaccompagnarmi a casa. Ho acconsentito solo quando Judith è andata dalla mamma a dire che aveva sonno. Mamma e papà meritano di staccare un po', ormai sono grande, e per qualche ora posso badare io a Judy. Abbiamo messo a letto la piccola, ed ora siamo in camera mia, sdraiati a pancia in su sul mio letto - che è stretto per starci comodi entrambi, ma a me va bene così - a fissare le stelle che si vedono dal lucernario sul soffitto. Ho letteralmente adorato papà quando per il mio dodicesimo compleanno mi ha fatto quel regalo ... ma ho amato Ethan per averglielo detto, perché era l'unico a cui avevo confidato quanto fosse grande il mio desiderio di avere una finestra sul cielo per addormentarmi guardando le stelle e per essere svegliata dal calore del sole.
«A che pensi?» mi chiede.
«A quando convincesti mio padre a regalarmi un lucernario sul soffitto per il mio dodicesimo compleanno»
«Il che dimostra che non sono mai stato in grado di negarti niente, quando lo desideravi con tutta te stessa - ride - Ci stavo pensando anche io, ma perché in questo momento sto realizzando uno dei miei desideri più grandi»
«Quale?» gli chiedo curiosa.
«Quello che ho espresso nella mia testa il giorno in cui tutta contenta venisti da me a dirmi che tuo padre aveva aperto un buco nel tetto della tua camera. Stare abbracciato a te, sdraiato su questo letto, a guardare le stelle»
E' così romantica la cosa che mi ha detto, che non riesco a fare a meno di girarmi su un fianco, alzando la testa dal comodo cuscino rappresentato dalla sua spalla, e dargli un bacio.
«Me lo faresti un regalo ... prima che tu parta domani?»
«Se mi è possibile ... lo sai che non riesco a negarti niente»
«Dormiresti con me? - Mi guarda come se avessi detto un'assurdità, o forse è solo stupito della mia richiesta, forse pensava solo che non glielo avrei mai chiesto ... devo avere fiducia in lui. E in noi, o almeno questo era il senso del discorso della mamma - Solo ... dormire ... voglio trascorrere con te gli ultimi momenti in cui starai qui alla Riserva»
Per tutta risposta, si gira su un fianco, invitandomi a fare altrettanto, mi stringe le braccia intorno alla vita e mi attira verso di sé.
Dopo qualche minuto, ci addormentiamo.

***************

Mi risveglio con una luce che filtra dalla porta, fuori è ancora buio, e sulla porta, da uno spiraglio aperto, vedo due figure. Mamma e, abbracciato a lei, papà.
Bisbigliano, ma con l'udito che mi ritrovo mi è difficile non sentire quello che si stanno dicendo.
«Che facciamo?» sta chiedendo papà.
«Lasciali stare, sono così teneri ... chiama Jake e digli che Ethan rimane a dormire da noi»
«Agli ordini, signora Uley»
«Spiritoso!» gli risponde lei, poi si sente il rumore di un bacio e la porta si chiude.
Sorrido, mi accomodo meglio tra le braccia di Ethan e mi riaddormento felice.

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