Anche se non trovi le parole (Pov Ethan)
Ethan
Parlale.
La fa facile, lei, che non ha mai avuto problemi ad organizzare un discorso.
Parlale.
La fa facile, lei, che è sempre riuscita ad esprimere quello che pensava. Con tutti tranne che con lui.
Parlale.
La fa facile, lei, che adesso sta tra le braccia del suo uomo felice come non l'ho mai vista, o meglio, come non la vedevo da troppo tempo.
E' stato questo il consiglio di mia sorella, oggi, quando gliel'ho chiesto. Parlale, prima che sia troppo tardi. Potresti sorprenderti.
Che Terry mi ama lo so già, me l'ha dimostrato più volte negli ultimi tempi, e me l'ha pure detto. Ed ha ragione ad essere arrabbiata con me per come ho reagito l'ultima volta. Con i miei silenzi l'ho ferita. E forse sono arrivato al limite con lei.
Mi sento così idiota. Avevo un tesoro tra le mie mani e l'ho gettato via così, solo con la mia incapacità.
Adesso è qui, davanti a me, seduta tra i suoi genitori. Ascolta rapita le parole di mio padre. Quelle stesse parole che io ho sentito troppe volte. Quelle stesse parole che le stanno raccontando chi è e perché è diventata quello che è diventata. Quelle stesse parole che la condurranno verso la verità.
Una verità che ho continuato a nasconderle anche quando lei si è dichiarata innamorata di me. Il mio imprinting per lei. Ho paura che possa non accettarlo, che possa pensare che io sia innamorato di lei solo per questo, che non creda che io l'avrei amata anche se non fossi stato vincolato a lei da questo legame inscindibile.
Ma in effetti non sa che io sono innamorato di lei, e non lo sa perché sono un coglione. Perché quando ho avuto l'occasione di confessarmi non l'ho colta, bloccato dalle mie paure. E' per la mia capacità di fare solo cazzate che in questo mese l'ho dovuta guardare da lontano, rubando momenti con lei dalla testa di mio padre. Scuoto la testa... sono proprio ridotto male. Chissà se anche Seth, nei momenti di maggiore sconforto...
Sollevo lo sguardo verso il mio amico e mia sorella. Sono felice per loro, a Sarah l'ho anche detto, quando mi ha rimproverato di aver trattato male Seth. So che non dovevo farlo, mi sono comportato da schifo, a riprova del fatto che quando sto da schifo non riesco a non rifletterlo all'esterno. Mi sono scusato con lei, e lo dovrei fare anche con Seth, ma non adesso. Papà non me lo perdonerebbe mai, e neanche Sarah. Ora che sta vivendo il suo momento magico tra le braccia dell'uomo che ama, non posso rovinarglielo.
Sono così sereni in questo momento. Si amano, e questo amore si riflette nelle loro espressioni. I loro sorrisi brillano della stessa felicità. Chissà se anche io...
Il mio sguardo vaga per un attimo, tornando sulla figura di Esther, che ascolta attenta. E' così bella. Ha la stessa espressione che le vedo sempre sul volto quando le parlo. L'espressione di una persona razionale che ascolta e fa suo tutto ciò che le viene detto. Ma quando ascolta me, nei suoi occhi c'è una luce diversa, una fiamma diversa. O meglio, c'era. Da quando ho reagito in quel modo gli sguardi che mi rivolge sono di rimprovero, e non mi scaldano. Anzi, hanno lo stesso effetto di una secchiata d'acqua ghiacciata quando meno te la aspetti.
Torno con l'attenzione a mio padre. Ha quasi finito di raccontare la sua parte, e tra poco zio Sam si alzerà per narrare ciò che temo di più. Non voglio vedere sul volto di Terry le espressioni che si sono rincorse su quello di mia sorella quando ha capito che Seth...
Silenzio.
Papà ha finito di parlare e zio Sam si sta alzando. Guardo Esther, che medita sulle prime due leggende. Non hanno aggiunto nulla a quello che già sapeva, eppure ragiona. Segue suo padre con lo sguardo, e pensa.
Zio Sam inizia a parlare. Le sue parole mi scivolano addosso, le sento, ma non le ascolto, perché già le conosco, e aspetto con terrore il momento in cui arriverà a "quella" parte. Perché ci arriverà di sicuro, non può saltarla. E' parte di noi. E' una delle nostre realtà. E' uno dei nostri fondamenti.
Distolgo lo sguardo da lei quando zio Sam arriva a quella parte, e di nuovo mi trovo ad osservare la coppietta felice. Seth sta dicendo qualcosa nell'orecchio a Sarah. Lei sorride ancora di più, afferrando le braccia di Seth per stringersele più forte attorno, mentre lui, per rispondere a quella stretta, scende con le labbra sul collo di mia sorella.
Mi sento... invidioso. Vorrei anche io una persona da amare così tanto.
O meglio, vorrei saperla amare come si amano loro due. Senza paure, senza nasconderselo. Giorno per giorno, anche in silenzio.
E' solo che non ho le parole per dirle che la amo e mi chiudo nel mio silenzio, che nulla ha a che fare con quello carico di intimità che spesso c'è tra papà e Nessie. A loro basta uno sguardo per capire quello di cui ha bisogno l'altro.
Ecco, sì, vorrei un rapporto come quello di papà e Nessie. Forse Seth e Sarah sono un po' troppo complicati per essere presi a modello. Ma, se ci penso, nella mia famiglia non c'è un solo rapporto normale. Mia mamma, innamorata di un vampiro, ha messo al mondo me e Sarah, figli di un licantropo e licantropi noi stessi, per poi sposarsi con il suddetto vampiro e mettere al mondo un ibrido innamorato di mio padre, e con il quale ha messo al mondo tre "non so bene cosa". E, come se non bastasse, il ragazzo di mia sorella è il figlio della seconda moglie di mio nonno.
No, non c'è un solo rapporto normale nella mia famiglia.
Penso a questo per non dovermi soffermare sulle espressioni che possono riflettersi sul volto di Esther mentre ascolta suo padre parlare.
Non voglio che inorridisca per questa cosa dell'imprinting. Non voglio che lei la odi, perché se lei finisse con l'odiare l'imprinting, finirebbe per odiare me, che l'ho avuto con lei. Anche se lei non lo sa.
Ed è difficile che lo capisca, visto che ormai si è convinta del fatto che io non la ami. Ma non è vero. Io la amo più di me stesso, è solo che... sono un idiota. Se lei mi ama, cosa potrebbe cambiare l'imprinting, in fondo?
Zio Sam finisce di parlare. La magia inizia a disperdersi e tutti si rimettono in movimento. Sarah si è addormentata tra le braccia di Seth. Dopo il viaggio doveva essere stanca morta e l'essere finalmente tornata nel suo ambiente naturale - le braccia di Seth, non la Riserva - l'ha aiutata a raggiungere il mondo dei sogni.
«Ethan, rimani qui?» La voce di Nessie mi riscuote dai miei pensieri, ma il vederla abbracciata a papà mi fa precipitare di nuovo nella mia depressione.
Abbasso lo sguardo e le rispondo a mezza bocca, ma tanto è una mezza vampira, quindi sentirà sicuramente.
«Sì, voglio stare un po' da solo»
«Come vuoi. La strada di casa la conosci» appunto. Mi ha sentito anche mio padre, che di solito non sente niente se sta vicino a lei.
Mi ritrovo a guardare la schiena di tutti quelli che erano qui e che se ne stanno andando, compresa lei.
Focalizzo la mia attenzione sul fuoco che mi sta davanti e svuoto la mia mente. In questo momento non ho pensieri, e mi trovo in un non-luogo. Galleggio nel nulla. Fino a quando qualcuno non mi riporta con i piedi per terra.
«Ethan?» una voce che conosco bene mi chiama, e non posso fare a meno di sorridere. Mi chiama per nome, ed è più di un mese che non lo fa. Mi volto verso di lei e sorrido ancora. Ma lei non lo fa.
«Esther, cos'hai?» le chiedo. La sua espressione è tesa e triste, sembra che abbia appena scoperto qualcosa di terribile. Già, ma in fondo non l'ha fatto veramente? Mi chiedo.
«Hai... hai mai pensato che tu potresti essere il mio?» la guardo e cerco di capire quello che vuole dirmi, ma proprio non ci riesco.
«Il tuo cosa?» le chiedo allora, puntando i miei occhi nei suoi, per vedere se c'è qualcosa che mi sta tenendo nascosto.
«Il mio imprinting» mi risponde. Oh, quello. Penso, e la guardo stupito. E' lei ad essere il mio imprinting, non il contrario. Ma perché è giunta a questa conclusione?
«Io... no, non ci ho mai pensato»
«Però... sarebbe plausibile, no? Voglio dire, almeno questa ossessione che ho per te avrebbe un nome, e saprei di essere condannata ad amarti per tutta la mia vita, senza la possibilità di essere felice...»
Non sono responsabile delle mie azioni, quando mi alzo in piedi e in un istante la stringo a me con forza, posando le mie labbra sulle sue, trovandovi il modo migliore per farla stare zitta. La verità è che quando ha pronunciato la parola "condannata" e l'ha associata all'amore che ha sempre provato per me non sono riuscito a trattenermi.
Mi spinge via e mi guarda stralunata.
«Ethan, sei impazzito per caso?» dice, stizzita.
«No, io...»
«Ethan, deciditi una buona volta. Non posso continuare a stare dietro ai tuoi continui cambi d'umore. Prima non riesci a rispondermi quando ti dico che ti amo, e ora mi baci perché ho osato pensare che sono costretta ad amarti...»
La bacio di nuovo. Probabilmente ora mi prenderà a schiaffi. Mi sto comportando come un emerito coglione con lei. Se finirà con l'odiarmi avrà anche ragione. E non sarà colpa dell'imprinting.
Invece, contrariamente a quanto mi aspetto, sta qui, buona buona, tra le mie braccia, e risponde al mio bacio. Ovviamente solo per qualche istante. Poi mi spinge via e si allontana di qualche passo.
«Mi devi aver sicuramente mentito quando hai detto di non aver mai avuto una ragazza». Lo dice con le lacrime agli occhi, lacrime che cerca di combattere continuando a mantenere la facciata di rabbia con me.
«Non ti ho mai mentito. Mai» le rispondo. Non so se è quello che vuole sentir dire, ma è la verità.
«Ah, no? E allora tutta la storia del branco e dell'imprinting me la sono sognata, da un mese a questa parte?»
La guardo per un attimo. Ma è davvero così arrabbiata con me o è solo l'instabilità umorale del giovane lupo che risiede in lei a renderla tale?
«Erano omissioni, non bugie. E non erano cose delle quali mi era permesso parlarti»
«La tua lealtà verso tuo padre è ammirevole, Ethan. - mi dice. Ovvio che non riesca a capire quanto fossi obbligato a mantenere il silenzio - Ma avrei gradito che tu fossi sincero con me fin da subito. Avrei preferito che mi dicessi che non mi ami e non mi puoi amare perché stai aspettando la donna della tua vita, che ovviamente non sono io».
Abbassa gli occhi, muove nervosamente i piedi a terra, mentre parla. E alla fine si volta e cerca di fuggire. I miei piedi si muovono automaticamente verso di lei. Il mio braccio scatta ed afferra il suo.
Sorpresa, torna a guardarmi, le lacrime che scivolano sulle guance e l'espressione più triste del mondo sul viso.
«Ethan, ti prego... lascia che ti dimentichi... lascia che mi faccia una vita senza di te...»
«Non posso» interrompo il suo monologo prima di perdere di nuovo di vista il Black che è in me. Negli ultimi mesi il fatto che io sia il figlio di mia madre è stato fin troppo evidente.
Mi guarda, con una domanda muta negli occhi.
«Non posso, Terry, perché se te lo lasciassi fare perderei la mia unica ragione di vita...»
«Che sarebbe torturarmi?» ora è lei ad interrompermi, con questo commento sarcastico.
«No, che saresti tu» le rispondo, fissandola negli occhi. Muove incerta un passo nella mia direzione, poi si ferma.
«Non ti stai prendendo gioco di me, vero?» mi chiede, ancora dubbiosa che l'unico scopo della mia vita sia quello di torturarla.
«No» risposta secca. Se aggiungessi qualcosa potrebbe sembrare che io stia cercando di convincerla. Io invece voglio che mi creda, che creda alle mie buone intenzioni, prima che io le confessi tutto.
Alza lo sguardo e mi fissa per un lungo istante. Istante nel quale non distolgo i miei occhi dai suoi, perché non ho più motivo per farlo. Non ho più paura che scopra quanto amore io provo per lei. Anzi, voglio che lo veda, e voglio che ci creda.
«Ma se è davvero così, Ethan - fa un passo verso di me, ed io rimango fermo. Voglio che sia lei a raggiungermi, quando e se lo vorrà - perché non me l'hai mai detto?»
«E' complicato - tituba un po', lo vedo nei suoi occhi, credo stia pensando che ancora non le dirò nulla, e invece stasera voglio vuotare il sacco, dire tutto - è complicato perché non riguarda me, o meglio, riguarda me e alcune paure che però non vengono da qualcosa che ho vissuto direttamente»
«Cioè?» domanda, avvicinandosi ancora un po' a me e prendendo la mia mano in una delle sue. Intreccio le dita alle sue e la porto con me verso il luogo del falò, dal quale ci siamo allontanati, prima di risponderle. Voglio guardarla bene in faccia mentre le parlo. Voglio vedere quello che pensa rispecchiarsi in quegli occhi sinceri.
Ci sediamo su un tronco, uno di fianco all'altro, sempre tenendoci per mano. E' solo in questo momento che ricomincio a parlare.
«Hai visto Sarah e Seth?» le chiedo. L'ho presa un po' alla larga, ma come al solito non riesco a fare un discorso breve e sensato, mettendoci dentro tutto quello che devo.
Terry sospira.
«Sì - risponde, poi sospira di nuovo - Ma p...» non la faccio continuare. Poso un dito della mano libera sulle sue labbra e la riduco al silenzio. Non voglio fare il prepotente, ma ho bisogno che lei mi lasci seguire il mio filo logico, altrimenti finirei per non dirle tutto quello che voglio.
«Sarah è l'imprinting di Seth» dico, e attendo una qualsiasi presa di consapevolezza di Terry, che non c'è. Non so se abbia capito bene cosa significhi l'imprinting per noi Quileute, a questo punto.
«Ethan, so perfettamente che per te parlare, fare un discorso lungo e sensato è una tortura, ma non riesco a capire cosa c'entrino Sarah e Seth con me e te»
«Ti prometto che ci arriverò, Terry» mi sorride ed annuisce. Allora continuo.
«Ricordi di avermi chiesto qual è stato il motivo che ha portato Sarah alla trasformazione?» annuisce ancora.
«Fin da piccolissima, Sarah nutriva un'adorazione irrazionale per Seth. Lui era suo, ed era gelosa di chiunque gli si avvicinasse. E Seth... credo che lo ricordi anche tu, si illuminava ogni volta che la vedeva. Sarah era felice che lui le volesse bene, almeno fino a quando...»
Gli occhi di Terry si illuminano, ha fatto due più due, ed ha capito cosa volevo dirle, almeno in parte.
«Sarah ha capito di essere l'imprinting di Seth ed ha pensato che lui le volesse bene solo per quello... è stata questa la molla che l'ha fatta scattare - si ferma un secondo, meditativa, poi riprende a parlare - E... tu mi stai raccontando tutto questo adesso...»
«Perché tu sei il mio imprinting» le rispondo, completando la sua frase e sorridendole. Le emozioni che si rincorrono sul suo viso non sono di paura. Sembra quasi... estasiata.
«E non me l'hai mai detto perché?»
«Perché avevo paura che se ti avessi detto che ti amo e tu avessi scoperto solo dopo tutta la storia dell'imprinting avresti reagito come lei, e mi avresti odiato, perché avresti pensato che io fossi costretto...»
«Ma non è così, no?» chiede, stupendo anche se stessa, a giudicare da come ha sgranato gli occhi subito dopo aver parlato.
Le sorrido ancora di più, a breve mi verrà una paralisi dei muscoli mimici se continuo così, ma vederla rispondere al mio sorriso è il regalo più grande che potessi ricevere in questo momento.
«E' una domanda stupida, vero?» mi chiede.
Scuoto la testa e allargo le braccia.
«No, non lo è» ed è la risposta ad entrambe le sue domande, tanto che lei si tuffa sul mio petto, stringendomi le braccia dietro la schiena, mentre le mie si chiudono sul suo corpo, trovando il loro posto naturale.
«Vorrei stare così per sempre» mi dice dopo qualche minuto. In effetti, starei così per sempre anche io, ma devo anche finire di raccontarle tutto quanto.
«Ethan, perché non credi che il mio sia imprinting? In fondo io ho sempre saputo di volere solo te, fin da quando ero una bambina»
«Non ho detto che non credo che lo sia. Ho detto solo che non ci ho mai pensato in questi termini. Quando ero più piccolo non ci pensavo affatto, e negli ultimi tempi... diciamo che ero più concentrato sul non farti capire quello che provavo per te che su altro»
«Perché non volevi dirmi niente?»
«Ho litigato più volte con mio padre e con il tuo, Terry, per questo motivo. C'erano giorni in cui avrei voluto dirti tutto, e sarei arrivato anche a sfidare papà pur di averti, e poi c'erano giorni in cui guardavo Seth e mi convincevo che era un bene non averti detto nulla»
«E' stato molto male?»
«Ha sfiorato i limiti della pazzia un paio di volte. Sarah non gli ha reso certo le cose facili...»
«Perché dici così?»
«Perché lei era abituata alla sua compagnia, e non riusciva a stare separata da lui, ma allo stesso tempo non voleva che lui superasse un certo limite che lei gli aveva imposto»
«Ma ora stanno insieme...»
«Sì, ma adesso - dico, e mi rendo conto di averci messo troppa foga, considerata anche l'espressione con cui mi guarda Esther - Sarah si è resa conto di essere innamorata di lui due anni e mezzo fa, e ha perso solo tempo. E tra poco più di un mese e mezzo partirà...» le dico, rattristendomi perché partirò anche io, certo starò più vicino, ma non sarò qui accanto a lei ogni giorno. La stringo ancora di più a me. Come farò a lasciarla proprio adesso che l'ho trovata?
«E tu...» dice, poi si interrompe, abbassa lo sguardo ed arrossisce.
«E io?» le chiedo.
«E tu quando ti sei reso conto che non era più solo affetto?»
«Se ci pensi, lo sai»
«E' stato quando hai iniziato a portarti dietro Sarah ogni volta che venivi da me?»
Sorrido, lo sapevo che l'avrebbe capito subito. Io amo questa ragazza dolce e perspicace, decisa e razionale.
«Sì, è stato più o meno allora»
«Che poi è anche il periodo in cui hai iniziato a litigare spesso con tuo padre e Nessie» non credevo che avesse fatto caso anche a questo, ma sì, ha ragione. Annuisco.
«Era per... me?» mi chiede, alzando la testa dal mio petto e guardandomi seria.
«Il vero motivo eri tu. Poi credo che sia diventata un'abitudine quella di contraddire mio padre su ogni cosa. E' per questo che non mi ha mai dato peso. Almeno quando non ti nominavo». Sorride, e io faccio altrettanto.
«Quindi non ci saranno più liti tra Ethan Ephraim Black e suo padre?» perché abbia usato il mio nome completo non so proprio dirlo. Non pensavo neanche che lo conoscesse!
«Non riguardanti te» le rispondo.
«Quello che non capisco è... se c'era anche mio padre in mezzo alla decisione di non farmi sapere nulla fino alla maggiore età... perché tu litigavi solo con il tuo?»
«Perché litigare con il proprio futuro suocero non è mai una bella idea! - scherzo, e sono contento di vedere comparire sul viso della mia, adesso posso dirlo, Terry un sorriso - La verità è che se fossi riuscito a convincere mio padre, il tuo avrebbe potuto fare ben poco»
«Perché?» Scoppio a ridere. Non mi sentivo tanto rilassato con lei da troppo tempo, e avevo dimenticato quanto fosse bello. Senza contare che non facevo il gioco dei perché con lei da almeno cinque anni. Terry mi guarda storto, con una faccia che sembra chiedere "Perché ridi?", ma c'è un altro "perché" in ballo a cui non ho ancora risposto. Smetto di ridere e riprendo a parlare.
«Non ridevo di te, Terry, stavo solo ripensando agli interminabili pomeriggi di domande di qualche anno fa! Comunque, la risposta alla domanda precedente è che mio padre è il capotribù, e quindi una sorta di legge ambulante, vivente e parlante. E lo è in particolar modo per noi del branco. Quando siamo trasformati, se vuole che uno o tutti quelli che ne fanno parte facciano qualcosa, gli basta dirlo con un particolare tono di voce e noi dobbiamo per forza farlo»
«Quindi è per questo motivo che non potevi parlarmene»
Annuisco.
«C'è qualcos'altro che volevi sapere?» le chiedo. A me non viene in mente altro, ma sarò felice di soddisfare le sue curiosità.
«Una cosa ci sarebbe, ma solo se me la vuoi dire»
«D'ora in poi non ti nasconderò più nulla. Quindi, puoi chiedermi qualsiasi cosa»
«Perché abbiamo l'imprinting?»
«Secondo nonno Billy è una questione di geni... Riconosciamo chi assicurerà una stirpe sempre più forte ai lupi»
«Non è molto edificante per l'altra metà...»
«Infatti è la teoria di un uomo, che non è un lupo e che si è innamorato di sua moglie dell'amore più puro che possa esistere, ma senza aiuti» beh, è più o meno quello che dice sempre papà.
«Quindi?»
«C'è la teoria di Seth e zio Quil. Che a me piace di più... e che piace di più anche a Sarah...»
«E che immagino sia anche la versione romantica...» dice sorridendo.
«Sì. Ed è quella secondo la quale l'imprinting serve per non perdere tempo a cercare la metà giusta. Ed in fondo è la teoria più logica, e non è un caso che l'abbiano elaborata i due che hanno avuto l'imprinting con delle bambine»
«Aspetta... anche Claire... è l'imprinting di zio Quil?»
Annuisco.
«Chi altri?»
«Zia Rachel e zio Paul... Kim e zio Jared... tua madre e tuo padre» a questa notizia, si rattrista.
«Anche... mamma e papà... allora perché ti hanno ostacolato?»
«Perché volevano proteggerti... perché non c'era la necessità di raccontarti di tutte le battaglie con i vampiri... e soprattutto perché credo che non volessero raccontarti tutta la loro storia. E, prima che tu me lo chieda, non te la racconterò»
«Avevi detto...»
«Non è mio compito e neanche mio diritto. Devono poter scegliere se raccontartela oppure no. Anche se adesso sei grande e non ha più senso tenertela nascosta. In fondo, non è neanche brutta come può sembrare all'inizio, visto che tutti hanno avuto il loro lieto fine»
«Posso chiederti un'altra cosa?»
«Non c'è neanche bisogno di chiederlo!» le rispondo, sorridendole incoraggiante.
«Qual è... il pensiero che ti fa tornare umano?»
Il mio sorriso si allarga ancora di più, estendendosi fino agli occhi, dei quali sento gli angoli incurvarsi verso l'alto.
«Questa è facile... sei tu. Sei sempre stata tu. Quando eravamo più piccoli erano la serenità e la gioia che provavo giocando con te. Crescendo ho un po' variato... c'erano il tuo sorriso... la sensazione che mi dava tenerti per mano... E l'amore che provo per te»
«Sai che è la cosa più romantica che tu mi abbia mai detto?»
«E tu sai che se non ti bacio adesso impazzisco?» le rispondo e, senza darle tempo di controbattere, chino la testa sulla sua fino a sfiorarle le labbra con le mie.
«Se vuoi puoi tirarti indietro» le dico, sperando che vivamente che non lo faccia.
«Te lo meriteresti, testone, ma non ne ho la benché minima intenzione. Ti ho aspettato fin troppo»
Porto le mie labbra sulle sue e la bacio a lungo. Un bacio ricambiato, intenso, pieno di sentimenti e speranze che spazzano via le angosce per questo amore che sembrava non voler venire alla luce, preda di incomprensioni e segreti ormai svelati.
Quando ci separiamo, sorride e si lecca le labbra, facendomi venire voglia di baciarla ancora una volta in questo istante, e lo faccio. Di nuovo, il bacio finisce, e, di nuovo, lei mi sorride.
«Cos'hai?» le chiedo.
«Niente... sono sempre più convinta che tu mi stia nascondendo qualcosa sulla tua vita sentimentale precedente. Non è umanamente possibile che tu baci così bene, non avendo mai fatto pratica» mi provoca.
«L'hai detto. Non è umanamente possibile. Ma io non sono umano. E poi deve essere un talento di famiglia!»
«Ad averlo saputo, che avevi questo talento, avrei trovato l'occasione per baciarti a tradimento!» ride per un po', poi torna seria e mi guarda.
Non riesco a resistere. La bacio ancora, e ancora, e ancora, fino a quando un ululato squarcia l'aria e mi ricorda che dovrei essere di ronda.
«Cazzo»
«Ethan!» mi rimprovera lei.
«Sono di ronda!»
Mi guarda falsamente rammaricata.
«E' colpa mia se te ne sei dimenticato...»
«Non solo... ammetto che la tua compagnia è una distrazione... una piacevolissima distrazione - puntualizzo, baciandola di nuovo - ma è pure perché ho il turno con Seth... e non ho proprio voglia di beccarmi una ramanzina per come l'ho trattato nell'ultimo mese!»
«Beh... pensa che stasera sarà di buonumore!» mi dice, sorridendo e avvicinando il suo viso al mio di nuovo.
«Già - mormoro baciandola per l'ennesima volta ed alzandomi in piedi - Ti accompagno a casa»
Le tendo la mano, per aiutarla ad alzarsi e per avere un contatto con lei.
«Sai che mi aspetterà il terzo grado da parte di mamma e papà?» mi chiede.
«Immagino. A me toccherà domani!» rido pensando alle domande a raffica di Nessie, papà e dei miei tre aguzzini preferiti. Sarah non farà domande. Come al solito aspetterà che sia io a cercarla, e non perché non le interessi, ma perché sa che lo farò sicuramente.
«Che cosa dirai?»
Mi fermo e la guardo negli occhi.
«Che ti amo. E tu?»
«La stessa cosa. Ti amo, Ethan Black»
Mi stringe le braccia al collo, portando con le sue anche una delle mie, quella con la quale le tengo la mano. Con il braccio libero le circondo la schiena e la porto contro il mio petto.
La bacio ancora.
Poi la riporto a casa, e parto per affrontare il mio turno di ronda con Seth.
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