capitolo4
"Sei venuta qui per gongolare?" Chiese Draco Malfoy con furia ardente, distogliendo lo sguardo da Hermione, come se la sua immagine da sola lo facesse star male. Dopo aver deciso di accettare l'offerta di Narcissa, Hermione pensò che sarebbe stato meglio scriverle una lettera o dirglielo di persona. Hermione sapeva che Harry avrebbe mantenuto la sua promessa a Narcissa e l'avrebbe informata della decisione di Hermione, ma sentiva che era troppo....impersonale. Dopotutto sarebbe rimasta a casa della donna, quindi non sarebbe stato scortese non comunicarle direttamente? Così dopo aver riflettuto per un po', Hermione decise di andare di andare in ospedale e parlare con Narcissa stessa. Ecco perché ora si trovava sulla soglia della stanza d'ospedale di Draco, cominciando a pensare che dopotutto questa poteva non essere stata una buona idea. Prendendo un respiro profondo e calmante, fece un passo all'interno della stanza.
"No" rispose, fermandosi a due passi dal letto d'ospedale di Draco.
"Allora perché sei qui?" Chiese di nuovo, con lo stesso tono sdegnoso.
"Sono venuta a parlare con tua madre" rispose calma Hermione.
"Lei non è qui, come puoi vedere chiaramente, quindi non puoi avere affari in questa stanza" le disse sempre guardando altrove. Hermione prese un altro respiro profondo e chiuse gli occhi per un momento. Decise che non avrebbe avuto paura nè si sarebbe lasciata intimidire dal suo cattivo atteggiamento. Ho preso la decisione di venire qui per un motivo quindi adempirò alla mia missione e poi me ne andrò. Niente mi dissuaderà nemmeno la furia appena mascherata nella voce di Draco o il suo evitare di guardarla. Lo conosceva bene ed era abituata.
"Allora la aspetterò. " disse Hermione, dirigendosi verso l'unica sedia nella stanza.
"Partire!"
La voce è il tono di Draco fecero con gelare Hermione. Sì fermò di colpo e si voltò lentamente a guardare Draco. Finalmente la stava guardando, ma il suo sguardo era pieno di rabbia e disgusto a tal punto che lei desiderò immediatamente che distogliesse lo sguardo di nuovo.
"Non me ne vado fino a che tua madre non torna"
Disse con fermezza, sostenendo lo sguardo di Draco senza battere ciglio.
"Ti avevo detto di andartene" le ringhiò.
"E ti ho detto che aspetterò qui" ribattè ostinatamente.
A questo punto Draco ne ebbe abbastanza. Balzò dal letto, riducendo la distanza tra lui ed Hermione in un secondo. La prese per le spalle e la spinse contro il muro.le emozioni combattevano dentro di lui e questo gli rendeva impossibile pensare con chiarezza. Dopotutto quello che era successo si sentiva così arrabbiato, deluso e vuoto, i suoi pensieri e sentimenti stavano turbinando velocemente nella sua mente e voleva scatenarsi. Era sicuro che avrebbe almeno allentato un po' la tensione e l'ansia. Questo e il fatto che odiava la donna di fronte a lui, lo fece agire senza pensarci due volte. Lo aveva reso così arrabbiato, da quando l'aveva conosciuta lo aveva fatto sentire arrabbiato e frustrato, come se non stesse lavorando abbastanza duramente o studiando abbastanza duramente.
"Perché sei davvero qui, tu...sangue sporco?" Le lanciò l'ultima parola in faccia come uno schiaffo.
Draco si sentì soddisfatto del risultato del suo insulto, ma durò solo per un breve momento. Dopo aver sentito le sue parole,e, Hermione sussultò ma si riprese velocemente, mettendo una maschera di fermezza sul viso e guardando Draco negli occhi.
"Te l'avevo detto, sono venuta qui per parlare con Narcissa" replicò Hermione in tono gelido.
"Smetti di mentire!" Urlò Draco, rafforzando la presa sulle sue spalle, premendo le sue dita nei suoi muscoli. Il fatto che Hermione non fosse intimidita da lui, fece impazzire Draco. A quel punto, stava rivolgendo di rabbia e nemmeno il ricordo del suo ultimo incontro con lei in ospedale un paio di settimane prima non lo aiutò. U a nuova sensazione di vergogna si insinuò nella sua mente e non gli piacque per niente.
"Cosa direbbe una come tea mia madre?" Continuò, scoprendo i denti come un lupo rabbioso. "A voi gente non dovrebbe nemmeno essere permesso di guardarla, figuriamoci parlarle."
"Allora non la guarderò ma le parlerò" rispose Hermione, con u a sfumatura più gelida nel suo tono. La sua maschera stava cominciando a scivolare via ma era ancora sorprendente calma,pensò, considerando le circostanze in cui si trovava. Draco si stava comportando come un pazzo, come se volesse farla a pezzi. Sì fece beffe di sé stessa all'idea sciocca. Non sapeva che tutti quegli anni di guerra e combattimenti l'avevano cambiata, l'avevano aiutata a sopportare situazioni come questa è anche peggio. Hermione fu costretta a lasciare i suoi pensieri dalla voce di Draco, seguita da un'altra brutale spinta contro il muro. Questa faceva più male, e sentì le sue spalle protestare sotto la sua stretta.
"Sei un miserabile..." stava dicendo, ribollendo di rabbia. "Hai il coraggio di parlarmi in quel modo? Penso che dovresti avere una lezione."
"Forse, ma ti assicuro che non sarai TU a darmela meno di tutto adesso. No, a meno che tu non voglia litigare come un babbano" disse beffarda.
"Penso che ti senta troppo fiduciosa per il tuo bene." Disse Draco, premendo ancora di più le sue dita sulle sue spalle.
"E penso che dovresti calmarti un po' e lasciarmi andare. Adesso."
Replicò Hermione restringendo gli occhi. Hermione stava iniziando a sentire di averne abbastanza della sua brutalità. Le spalle le facevano male e il dolore la stava facendo arrabbiare. Nel disperato tentativo di mantenere l'ultimo briciolo di compostezza che aveva, fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi e rimanendo perfettamente immobile. Anni prima Harry le aveva insegnato un esercizio di respirazione per situazioni come questa.
"Si tratta di contare fino a dieci e sperare che qualunque cosa ti stia attaccando manchi il suo obiettivo. In realtà a funzionato per me un paio di volte." Aveva detto Harry.
Sorrise a se stessa al ricordo. Era una forzatura, ma pensava di poterlo provare anche adesso.
"Era una minaccia?"
La voce di Draco la riportò alla realtà. Lei sospirò. Non poteva nemmeno arrivare a cinque.
"Era un avvertimento, Malfoy." Disse, aprendo gli occhi e guardandolo. Stava aggrottando la fronte e fissandola, i suoi occhi socchiusi in due fessure grige appena visibili.
"Non ho bisogno di una bacchetta magica per finirti, Granger" disse minacciosamente. Non appena finì la frase, Draco spostò le mani dalle sue spalle alla base del suo collo. La sua pelle era calda e lui sussultò leggermente. Non era sicuro di cosa volesse fare. Ferirla? Ucciderla? Ne sarebbe stato capace? No, non lo farebbe. Ma lui voleva comunque ferirla, per tutti quegli anni di frustrazione, di non essere abbastanza bravo, non importava quanto ci provasse. Nel frattempo. Hermione si sentiva stordita, la vista offuscata e gli occhi cominciavano a lacrimare. I suoi istinti presero il sopravvento. In una frazione di secondo la sua mano strinse la bacchetta È una maledizione era già sulle sue labbra.
"Lasciala andare, Draco."
Una voce alle spalle di Draco li spaventò entrambi, costringendo Hermione a trattenere la maledizione e Draco allentò leggermente la presa. Ciò permise a Hermione di prendere un respiro tremante e schiarire le idee. Draco girò lentamente la testa aprì gli occhi sorpreso. Hermione non riusciva a vedere chi fosse, ma la sua espressione la fece pensare che Narcissa sarebbe stata la soluzione migliore.
"Madre?" Venne la conferma sbalordita di Draco.
"Sì, Draco, senza dubbio. Ora che lo abbiamo stabilito, lasciala andare." Gli disse di nuovo Narcissa, avanzando lentamente nella stanza.
"M-ma..." balbettò Draco.
"Ma niente. Le stai facendo male." Narcissa lo interruppe, con una leggera fermezzanel suo tono.
"Ma" provò di nuovo, voltandosi a guardare Hermione.
Il suo viso era leggermente rosso, ma i suoi occhi lo guardavano con rabbia repressa. La sua mano desiderava sollevare la bacchetta evimperiarlo fino all'oblio, ma sapeva che farlo di fronte a Narcissa probabilmente non sarebbe stata l'idea migliore. Soprattutto dopo aver accettato l'offerta di aiutare suo figlio.
"Ti suggerisco di lasciarla andare, Draco, prima che la faccia arrabbiare di più e la mia presenza qui non sarà sufficiente a fermare quello che stava per fare quando sono entrata." Narcissa finì, i suoi occhi saettavano sulla mano di Hermione.
"Madre, mi ha minacciato" disse Draco soffocato dalla rabbia, guardando da Hermione a sua madre.
"Sapere chi sono capace...Lei....una mezzosangue."
Narcissa si accigliò e aprì la bocca per rispondere a suo figlio, ma non ebbe la possibilità di dire una parola. Hermione ne aveva davvero abbastanza questa volta. Un reato potrebbe essere tollerato considerando la situazione, ma due...impossibili. sapeva che anche Harry avrebbe capito. Pertanto, prese un forte respiro e alzò la bacchetta. Un attimo dopo Draco fu gettato tra le braccia di sua madre facendola quasi cadere a terra, mentre Hermione si allontanava di qualche passo.
"Sono ben consapevole di chi sei o cosa sei capace, Draco Malfoy" disse Hermione, con il veleno nella voce, "e te lo dico nella speranza che entri nel tuo grosso cervello: non ho paura di un codardo come te che se la prende solo con chi è più debole di lui."
Prese un altro respiro profondo e si voltò verso Narcissa, mettendo in tasca la bacchetta.
"Accetto la sua offerta, Narcissa. Aspetterò il suo gufo contenente i dettagli."
E con questo lasciò la stanza senza dare loro un'altra occhiata.
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