Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Un Incontro Inaspettato

« ...Buongiorno San Francisco! Sono le 7.05 minuti di un altro splendido giorno! Le nuvole questa mattina non coprono l'azzurro del cielo, un ottimo presagio per- »
La radiosveglia viene violentemente scaraventata dall'altra parte della stanza da un esile braccio di fanciulla.
« Buongiorno un cazzo. » grugnisce la pulzella, cercando di riprendere quei pochi minuti di sonno perduti. Poi si mette a sedere con uno scatto, come se ad azionarla fosse stata una molla.

Il telefonino in carica accanto al letto ha cominciato a squillare istericamente.

« Dannazione..dannato Max, lui e tutta la sua banda.. » Un'altra ondata di insulti e imprecazioni risuona nella stanza vuota..o quasi.
« Tess, non è che se ti svegli tu devi svegliarci tutti, eh.. »

L'adorabile giovincella fulmina con lo sguardo il ragazzo che ha pronunciato quella frase, e gli cammina addosso senza un minimo di riguardo con i tacchi a spillo che ha appena indossato.
Il tipo uggiola rumorosamente causando maggiore scontento; la stanza è infatti piena di corpi di giovani ammassati l'uno sull'altro, una cinquantina come minimo, tutti accasciati su delle stuoie polverose.

L'unico mobile presente è proprio il letto a due piazze che domina la scena e un grande specchio scheggiato appeso alla parete; i muri sono costellati da enormi e disgustose macchie di umido.

« A stasera, sciagurati! » E tanto per essere sicura di essere stata sentita, la giovane donna sbatte la porta mentre esce. « Così imparano a lamentarsi tanto.. » borbotta in modo scontroso.

Finisce di vestirsi in quella che sembra essere una cucina, arraffa un toast e risponde al telefono che squillava ininterrottamente da alcuni minuti.

« Cazzo vuoi, di prima mattina? Mi hai fatto svegliare prestissimo.. »

La voce dall'altro capo del telefono è roca, scortese ed appartiene ad un uomo.

« Qui le domande e le regole le detto io, bambolina. Quindi fai quello che dico io..sennò ti dimentichi quell'angolo di paradiso in cui hai avuto la fortuna di essere stata mandata. Chiaro? »

La ragazza guarda con aria critica l'abitazione fatiscente in cui si trova.

« Sì, ho afferrato il concetto. Paradiso... »

« Stai forse provando a contraddirmi?! » L'uomo al telefono inizia a sbraitare.

« Certo che no, certo che no..Allora, che devo fare? »

« Si tratta di una consegna. Mission District. Alle 7.30 in punto. » La telefonata si interrompe così, senza nessun altra indicazione, e la giovane sbuffa scocciata.

" Non mi ha neanche detto quanto ci guadagno.. " pensa tra sé e sé mentre scende le scale. Arrivata di fronte alla porta di casa, si guarda intorno con attenzione, poi solleva il tappeto all'ingresso e mette le mani sulla busta di plastica contrassegnata dal suo nome, Tess Jefferson.
La scuote, assorta, e osserva la polvere bianca danzare senza posa tra le pareti trasparenti del recipiente; poi la assottiglia e la infila nel borsone che ha con sé, per poi uscire di casa con l'aria di chi non ha fatto nulla di male.

Certo, in un quartiere come quello, non è semplice. Il tasso di criminalità è alto, le persone la notano e per la sua giovane età e per il suo comportamento irrequieto. È evidente che nasconde qualcosa.
Ma in un luogo come quello, nella periferia di San Francisco, tutti sono coinvolti in affari poco affini alla legalità, e nessuno si scompone nel vedere la giovane afroamericana inforcare la sua motocicletta e sgommare via in una nuvola di fumo.

Il traffico inghiotte l'Harley rossa in pochi secondi, facendo sentire la ragazza protetta e al sicuro, abbastanza da contravvenire ad un discreto numero di regole del codice stradale, cosa che le fa guadagnare tempo. In pochi minuti ha già attraversato con il rosso strade trafficatissime e mandato a quel paese una decina di persone.

Dopo aver lanciato l'ennesimo insulto ad uno sbirro troppo insistente, svolta improvvisamente a destra, in modo da imboccare un vicolo poco frequentato e far perdere le sue tracce alla volante della polizia che la seguiva da un bel po'. Spegne il motore alla svelta e smonta dalla moto con un'inaspettata agilità.

Il borsone batte ritmicamente contro la coscia ad ogni passo che fa, il buio e il fetore del luogo aumentano man mano che Tess si addentra nel vicolo. Arrivata in fondo, un nutrito gruppo di brutti ceffi e un muro di mattoni le sbarrano la strada.

« Cos'è, uno scherzo? Ci mandano le donne, ora? » Uno degli armadi si fa avanti cercando di apparire minaccioso, ma la ragazza non si scompone. Anzi, infila la mano sinistra nella borsa e tira fuori la busta con la cocaina, mentre con la destra estrae una pistola.
Gli altri smettono di ridacchiare e impugnano le pistole a loro volta.

« Va bene, non scaldiamoci.. » mormora quello che sembra il capo con un sorriso sbilenco che compare da sotto i folti baffi. Sempre con la giovane sotto tiro, le allunga una manciata di verdoni e agguanta la busta trasparente.
 « Bene, l'affare è concluso.. » sbuffa Tess riponendo la sua arma e voltandosi, ma lo sparo che riecheggia alle sue spalle sembra voler dire tutto il contrario.

« Polizia di San Francisco! Non muovetevi, o vi uccido! » La ragazza fa appena in tempo a vedere l'uomo a cui ha appena venduto la droga accasciarsi per terra in una pozza di sangue, e in pochi minuti scoppia una vera e propria guerriglia. 

« Ti pareva.. » mormora a denti stretti  « Dannati sbirri.. »

Facendo attenzione a schivare le pallottole e a non lasciar cadere il bottino in dollari che ha appena guadagnato, si fa strada in quel marasma, e dopo aver freddato senza il minimo scrupolo un paio di agenti riparte in sella alla sua moto.

Con l'adrenalina che le scorre nelle vene, la spericolata motociclista riprende la sua rocambolesca fuga attraverso l'eterno traffico della caotica metropoli, arrivando perfino alla velocità di 180 km/h mentre percorre il Golden Gate, il superbo ponte simbolo della San Francisco Bay. 

Dopo un quarto d'ora, eccola correre a rotta di collo verso la porta del palazzo in cui vive con altri clandestini, ma non le bastano i poliziotti alle calcagna a rovinarle la giornata.

C'è un uomo di fronte all'ingresso. Un uomo che non ha mai visto, non è nemmeno di colore.

Ha i capelli lunghi, la barba incolta, e uno strano braccio di metallo. Gli occhi, color acquamarina, vorrebbero comunicare tante, troppe emozioni, ma per qualche misteriosa ragione, non ci riescono. Lo sguardo è assente, perso, nel tentivo di ricordare qualcosa.

Tess, tuttavia, non ha il cuore tenero e ogni secondo che passa è sempre la rende sempre più nervosa.

« E tu..chi cazzo sei?! »







Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro