Era autunno finalmente.
In autunno le foglie cambiavano colore rispetto alle altre stagioni. Quella era la mia preferita in assoluto proprio perché sembrava l'unica a darmi calore. Le sue tinte calde e fredde ad alternarsi, il profumo di pioggia ed erba macera fuso assieme, poi il sole ancora caldo ma tenue allo stesso tempo. Nulla era invadente, tranne quel rosso imperante in una scala che sembrava infinita. Carminio, amaranto, tramonto, corallo fino all'arancio e giallo, per tornare a quel poco verde rimasto a contrastare le fiamme sulle fronde cariche di foglie ondeggianti. Il vento, poi. Un amico di vecchia data a darmi la forza di camminare quand'anche non la avessi avuta. Mi viene da sorridere ora che mi scosta i capelli dalla faccia per poi rigettarmeli addosso senza il minimo ritegno. Si, perché il vento se ne frega altamente dell'opinione degli altri. Schernisce e colpisce andando dove gli pare mentre chi resta in piedi ne subisce la forza. Forse anche con Dana e le altre avrei dovuto lasciarmi cadere. Forse il loro vento mi avrebbe lasciata in pace invece di tentare così ostinatamente di rompermi le ossa. Forse. Ma ora ricominciamo da capo.

È autunno finalmente.
Inizia un nuovo anno di scuola. La nuova scuola. Non quella di Dana o Betta e quelle altre. Oggi ce la farò ad entrare. Si. Ce la farò.