Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Truth (2) - Alec

Indossa il lungo cappotto nero e lascia la stazione di polizia, la brezza gli pizzica il viso e il tramonto fa scivolare tutto in lunghe ombre. Si stringe nel colletto del cappotto, infila le mani in tasca e tira dritto verso l'albergo dove alloggia.

Alec ne ha fin sopra la testa per oggi, i suoi soliti occhi freddi puntano verso l'orizzonte con la speranza di non incontrare nessun altro. Ha lasciato Ellie, dopo che si è calmata, per quanto potesse, agli altri agenti che le avrebbero trovato una sistemazione diversa. Non sarebbe tornata a vivere in quella casa, dove stava con Joe, nemmeno sotto tortura.

Vuole restare solo, riflettere, chiudersi nelle sue quattro mura e non dover sentire la voce di nessun almeno fino alle sette della mattina dopo. Ne ha bisogno.

Lascia distintivo e pistola sul mobile vicino al letto, li guarda quasi con disprezzo. Quando era entrato nell'accademia, più di vent'anni fa, non credeva sarebbe finita così, l'aveva fatto per combattere le ingiustizie, per rendere il mondo un posto migliore. Invece era tutto andato a farsi fottere, ha quasi rovinato la sua carriera per proteggere la donna che amava e ora aveva distrutto la vita di Ellie.

Si sente responsabile, è sempre stato così, da quando era piccolo, si addossa le colpe degli altri: i genitori che si sono separati, il ciondolo perduto, l'incarcerazione di Joe. Sente il cuore che inizia a perdere qualche battito, la vista annebbiarsi, gli sembra di soffocare, era riuscito a tenerlo sotto controllo quando era con Ellie, ma adesso gli è impossibile. Raggiunge a fatica le compresse sul comodino, ne manda giù due e si lascia andare sul letto. Gli occhi fissi sul soffitto e il respiro ancora corto.

Gli sembra tutto così stupido e inutile, stupido come quel soffitto bianco che non si è mai curato dei suoi problemi e non faceva altro che bloccargli la vista delle stelle. Come quando aveva dodici anni e passava i pomeriggi da solo a guardare l'intonaco bianco con i genitori che litigavano convinti che lui non potesse sentirli, e il suo unico amico che s'era unito ai "bulletti" della classe. Gli stessi che lo prendevano in giro perché gli piaceva leggere ed era leggermente più sensibile di loro e decisamente meno stupido, pensava con il suo cervello e non con quello degli altri. Glielo ripeteva sempre sua madre: "Il tuo è un grande pregio che ti rendere un uomo migliore, non devi vergognartene." Ma a lui, ciò, non convinceva affatto, così ha imparato a costruirsi delle barriere intorno, a non mostrarsi mai completamente.

Questa è ormai diventata un'abitudine, nascondersi dietro agli occhi glaciali e al comportamento apatico e aggressivo. Fa parte di lui ormai.

Chiude gli occhi, la realtà si confonde con i suoi sogni. Il soffitto diventa pesante e opprimente, le pareti si stringono intorno a lui, non vogliono lasciargli più aria, lui resta fermo, immobile, solo quando sente il freddo del muro a pochi centimetri dal suo naso chiude gli occhi, si lascia schiacciare. Li riapre e si ritrova al centro di una distesa d'acqua sconfinata, solo in mezzo al nulla, sente il panico sopraffarlo, cerca di muovere gambe e braccia ma non ci riesce, è completamente bloccato. Il suo peso lo porta verso il fondo, non ha possibilità di salvarsi.
Sente bussare alla porta e si sveglia completamente, ancora confuso dal sogno si alza e va ad aprire

"Volevo solo sapere se andava tutto bene, non sei sceso per la cena" la figura sorridente di Becca Fisher gli si para davanti

"Si, tutto a posto" borbotta "non avevo fame"

Lei annuisce e fa un passo verso di lui, lasciando ben poco spazio a dividerli "Se hai bisogno di qualcosa puoi bussare alla mia stanza" dice flirtando esplicitamente e provando ad accarezzagli le labbra con le sue. Alec indietreggia, decisamente imbarazzato dalla situazione "Non credo sia il momento adatto" sussurra. Becca si allontana leggermente delusa, lo saluta con un cenno della mano e di dirige nella sua stanza. 

Chiude la porta chiedendosi come sia possibile che le persone siano così insensibili a ciò che era successo il giorno stesso, tanto da fare proposte del genere. Poi torna a convincersi che quello fuori dal comune è lui.  

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro