I can't do it on my own
Sono almeno dieci volte che Ellie passa da un lato all'altro del letto, cercando di dimenticare quel processo e le accuse che le hanno appioppato. Come se non si sentisse già abbastanza in colpa. In colpa per aver dormito insieme ad un assassino, per averlo picchiato dopo averlo scoperto, perché suo figlio non vuole più vederla, ed ora perché ha passato una notte parlando con l'unica persona che non la stava giudicando.
È come trovarsi in un'autostrada a 200 all'ora senza potersi fermare, come scendere a picco nel più profondo degli oceani senza nulla a cui aggrapparsi. Si sente sola Ellie, estremamente sola, nessuno con cui parlare davvero, senza dover essere una poliziotta, senza dover subire conseguenze per quello che pensa e dice.
Si alza dal letto, tanto ormai è sicura che non dormirà stanotte, controlla il piccolo Fred, prende la giacca ed esce. Guida fino alla spiaggia, la stessa che qualche mese prima amava ed ora è presente in ogni suo incubo, la spiaggia dove tutto è iniziato.
Incrocia le gambe e si siede a pochi metri dalle onde che bagnano la sabbia. Perfino il mare inizia a darle sui nervi, così regolare e calmo, così infinito e imperturbabile, invece lei è come una tempesta, non fa altro che distruggere la sua vita e quella degli altri, bruciare ciò che ama e che ha costruito nella sua vita. È come ripartire da zero, come se la sua vita non fosse nemmeno esistita, come se non ci fosse mai stato un tempo in cui tutto andava bene ed era felice. La sua mente torna a quando Tom e Fred passavano i pomeriggi giocando sulla spiaggia con Joe fino a quando non coinvolgevano anche lei. A quando erano una famiglia. Ha voglia di piangere, ma ormai le sembrava vano anche quello, vuole solo tornare all'inizio.
La brezza inizia a pizzicarle il viso, si chiude dentro il suo giubbotto fermandosi a fissare l'orizzonte, tutto ciò che ha intorno, inizia a diventare effimero, nessun suono, nessuna sensazione: solo lei e quel cielo senza fine. La luna proietta il suo biancore sull'acqua ed è l'unica fonte di luce in quella notte così cupa e triste e lei si sente sempre più sola.
Ellie riprende coscienza del tempo solo dopo un'oretta passata a fissare il nulla.
"Avevi intenzione di farmi prendere un infarto?!" urla spaventata. Alec è a circa due spanne da lei, seduto, anche lui a fissare il nulla. "Da quanto sei qui?" chiede con un tono leggermente più tranquillo.
"Abbastanza."
"Sai almeno che ore sono?" torna a puntare gli occhi davanti a sé
"È l'orario in cui di solito le persone dormono, e dovresti anche tu"
"A quanto pare stiamo sulla stessa barca"
Silenzio. Le loro conversazioni erano spesso intervallate da lunghi silenzi in cui entrambi affogavano nella loro mente.
"Come va il cuore?" domandò qualche minuto dopo
"Sto bene"
"Non è vero"
"Perché lo chiedi allora?"
"Dovresti operarti"
"Lo so"
Silenzio. Di nuovo.
"Perché t'interessa così tanto?"
"Dopo tutto un po' ci tengo a te. Le nostre vite fanno schifo e aiutarti mi fa stare meglio"
"Ho fatto stillare il mio testamento"
"COSA?!" si volta sconvolta verso di lui "perché?"
"Credevo fosse il momento giusto" alza le spalle.
"Domani ti porterò da un chirurgo"
"Cosa?! No. Deciderò io quando operarmi."
"Se tu non ti decidi lo farò io!"
"Ho delle cose da risolvere prima. Non posso lasciarle incompiute"
"Non ci riesci proprio a pensare a te stesso...
"Tu invece come stai?" svia il discorso con la domanda più stupida che potesse mai fare.
"Una via di mezzo tra uccidere tutti e uccidere me stessa. Dimmi che finirà bene, ti prego" i suoi occhi stanno diventando lucidi.
Alec non risponde.
"Non ce la posso fare da sola" continua "Tom non vuole nemmeno vedermi, quelli che consideravo amici non fanno altro che puntare il dito contro di me. Mi sento così colpevole." La sua testa scivola sulla spalla del collega, finendo poi una sorta di abbraccio imbarazzato e scomposto.
"Ti prego non morire" biascica contro il suo petto, ascoltando il suo battito irregolare
"Hai una minima idea di cosa accadrebbe se qualcuno ci vedesse così?" chiede dopo un po' "Non...non credo sia molto appropriato al momento..."
"Potresti evitare di essere quello che ha sempre ragione, ogni tanto, e stare zitto?!"
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