Quarto Capitolo
Qualche giorno dopo sempre di quella settimana, Harry informa il più piccolo sul fatto di dover organizzare una breve riunione con dei suoi amici. Louis è pronto a passare la notte in libreria oppure andando da Starbucks per studiare, ma il riccio gli sorride dicendo di avere un'altra idea per lui.
Quella sera prima che gli amici del suo insegnante arrivino, il più grande accompagna Louis in camera per poi farlo distendere sul letto. Egli non dice nulla quando gli vengono sfilate le mutandine, le sue braccia e le gambe allungate in modo da formare una X sul materasso, legato per i polsi e per le caviglie. Harry sorride e lo bacia subito prima di tirare fuori quello che sembra essere un vibratore e una confezione di lubrificante.
Louis viene aperto dalle sue dita quel tanto che basta per inserire più facilmente il vibratore e solo in quel momento si rende conto di quello che sta per accadere. Sta per essere legato con un giocattolo sessuale nel culo mentre Harry festeggia al piano inferiore con i suoi amici. L'idea che si è fatto lo mette un po' a disagio, dal fatto che non sono presenti né porte o muri, e se qualcuno dovesse salire le scale lo vedrebbe all'istante.
Ma tutto peggiora quando Harry armeggia con la spina e il giocattolo inizia a vibrare dentro di sé. Louis boccheggia quando il riccio posiziona il vibratore per far sì che premi contro la sua prostata. A questo i suoi occhi ruotano all'indietro per la sensazione.
«Ecco,» dice Harry, sorridendo e facendo un passo indietro per osservarlo interamente. «perfetto.»
Louis è già nervoso e quando Harry gli ricorda che non potrà venire piagnucola pietosamente, ricevendo in cambio un bacio veloce prima che il riccio si allontani e scompaia giù per le scale.
Il liscio si morde il labbro cercando di spostare un po' i fianchi per poter alleviare la pressione del giocattolo contro la sua prostata, ma la vibrazione è incessante e rimbombante dentro di lui e, davvero, non ha idea di come possa controllare la situazione, ma chiude gli occhi e cerca di ricordare le lezioni a cui ha partecipato, alla zona del cervello nella quale i pensieri e i sentimenti sono collegati. Tutto per spostare l'attenzione da qualsiasi cosa che non sia la sensazione del vibratore.
Una decina di minuti dopo Louis sente le prime persone arrivare. Prova a non ascoltare i bassi chiacchiericci provenienti dal piano di sotto, ma casualmente sente una voce molto familiare. Poi ne riconosce un'altra. Il ragazzo si acciglia prestando invece ora attenzione e realizza che in realtà sono tutti i colleghi di Harry. E almeno due di loro sono proprio dei suoi insegnanti.
Louis non ne è per niente felice, legato al letto con un vibratore infilato nel culo e con i suoi insegnanti al piano di sotto. Cerca di bloccare le voci portandole al di fuori dalla sua testa. Se qualcuno salisse le scale e lo vedesse in questo stato... beh, spera vivamente che Harry non permetta che accada.
Un'ora più tardi sta cercando disperatamente di trattenere il suo orgasmo contorcendosi quanto possibile, ma la vibrazione incessante dentro il suo corpo non lo aiuta e sente le lacrime scivolare sulle guance. Il suo corpo si sta muovendo contro il suo volere, i suoi fianchi che si muovono come se stesse cavalcando un cazzo quando invece è solo un aggeggio di plastica.
Ha provato a stare fermo ma non può farci niente. Sta cercando di fermare il suo orgasmo impedendo al liquido seminale di continuare ad uscire, ma è duro e fottutamente disperato. Ha tentato di rimanere tranquillo e soprattutto in silenzio.
Quando sente la voce di Harry, d'istinto mormora «daddy» pregando silenziosamente che l'uomo lo aiuti, che gli dia il permesso di venire. Sa che è inutile, sa che non potrà mai sentirlo attraverso il pavimento, ma ha perso completamente la capacità di ragionare. Sta cavalcando un cazzo invisibile, sta piangendo e non riesce più a tenerlo, non riesce a non farlo accadere.
Scuote la testa violentemente mentre viene, il suo cazzo che spara forte sporcandosi lo stomaco e cerca di mantenere il silenzio mentre una scossa di piacere lo investe, sussultando e tremando, ma proprio non riesce ad evitare di lasciarsi scappare dei mugolii emettendo una serie di piccoli gemiti. Le lacrime gli stanno scendendo liberamente dagli occhi cadendo come cascata sulle rosse guance.
Ha infranto per la prima volta la regola numero uno.
Appena viene la vibrazione diventa più intensa dentro di lui fino a portarlo a tremare. Abbassa lo sguardo per vedere la striscia di liquido sul suo stomaco e chiude gli occhi deluso.
Il resto della serata è pura agonia; ad un certo punto viene un'altra volta, ridicolmente presto, il vibratore premuto contro la sua prostata, si sente male e spaventato. Quando sente le persone andare via è esausto e tremante, ma prende un respiro profondo per cercare di non piangere nuovamente.
Harry lo raggiunge in camera poco dopo, fermandosi in cima delle scale e guardandolo per un attimo prima di avvicinarsi lentamente.
«Daddy mi dispiace moltissimo, ci ho provato così tanto.» divaga Louis pietosamente.
Harry prende un respiro profondo e lascia cadere le dita, passandole in mezzo al seme e trascinandolo sulla pancia del liscio.
Il più piccolo rimane fermo limitandosi ad osservarlo, aspettando la sua punizione. Il professore porta le dita alle labbra di Louis, e lui, obbedientemente, apre la bocca e le lecca, rimanendo con lo sguardo fisso negli occhi dell'altro.
«Domani avrai la tua punizione,» dice tranquillo. «ora ti gireremo a pancia in giù e poi ti legheremo una seconda volta e tu mi lascerai fare tutto quello che voglio da te, capito?».
Louis ingoia a vuoto e annuisce pieno di preoccupazione. Collabora mentre Harry lo slega per girarlo e farlo tornare alla posizione iniziale con le caviglie e i polsi legati. Dopo essere stato preparato sente Harry spogliarsi, poi il vibratore dentro di lui viene spento e tirato fuori. Infine viene scopato forte e veloce. Louis non riesce a muoversi. Se ne sta lì fermo e disteso rimanendo aperto e lascia che il suo professore spinga in profondità con le unghie che gli stanno graffiando la schiena.
«Il professor Morris mi ha chiesto se avessi un animale perché ha sentito dei piccoli rumori soffocati dal piano di sopra, Louis. Era quando stavi venendo? Il tuo professore di matematica ti ha sentito venire, piccolo?»
Louis sente per la millesima volta quella sera gli occhi bruciare e non può fare a meno di fermare le lacrime che iniziano a formarsi. Il suo professore di matematica l'ha sentito avere un orgasmo. E il suo professore di inglese lo sta scopando. Ha perso il controllo di tutto e non può fare altro che piangere umiliato.
«Devi rispondere quando ti faccio una domanda, Louis.»
Il suo corpo si agita emettendo un singhiozzo. «Sì, stavo venendo.» mormora miserabilmente.
«Pensa se fossi venuto di sopra a controllarti.» dice Harry portando un braccio ad avvolgere il fianco di Louis e l'altra mano a strofinargli un fianco. «Ci ho pensato a salire le scale per venire da te, magari scopandoti con loro al piano di sotto.»
Louis piange più forte non volendo nemmeno pensarci in questo momento.
«O magari gli sarebbe piaciuto rimanere e guardare.» riflette Harry, avvicinandosi a lui. «Per tutto quello che potresti sapere il professor Morris potrebbe non essersene mai andato. Magari l'ho aiutato a nascondersi da qualche parte e ci sta osservando da quando ti ho girato, mh? E probabilmente ora ci guarda tranquillamente in silenzio mentre ti lasci scopare.»
Louis sa che è un qualcosa di unicamente ipotetico, ma potrebbe essere del tutto possibile e si irrigidisce, scuotendo la testa come per cancellare questo pensiero dalla sua testa. È inorridito e non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione ora che Harry lo ha detto. Sembra come se qualcuno lo stesse effettivamente guardando.
«Daddy» sussurra lievemente, supplicandolo.
«Cosa c'è che non va piccolo?» chiede simpaticamente Harry, accarezzandogli il fianco. «Non vuoi che ti guardi? Ma sei così bello, amore.»
«Lui non è veramente qui, vero?» chiede con la voce tremante mentre i fianchi di Harry continuano a sbattere a contatto col suo culo.
Harry non risponde e lui piange più forte sentendo la pelle come coprirsi di increspature. Dice a sé stesso che il riccio sta solo cercando di spaventarlo e che il suo professore di matematica non sia rimasto davvero lì. Si ripete questo pensiero in testa più e più volte, le sue gambe tremano mentre Harry rallenta la velocità e poi esce togliendosi il preservativo. Viene contro il sedere di Louis aggrappandosi ai suoi fianchi carnosi con le grandi mani. A Louis inizia a mancare la sensazione di sicurezza e di comfort. E sa di avere infranto una regola, ma vuole che l'Harry dolce ritorni immediatamente, quello che gli massaggia i piedi e che lo tiene stretto a sé quando si addormenta.
Viene lasciato solo mentre Harry scende le scale e sta attento a sentire un paio di passi in più, ma non riuscirebbe comunque a dirlo con precisione. Però poi sente la porta di ingresso venire aperta e chiusa, e rimane stordito. O c'era davvero qualcuno qui oppure il riccio ha deciso di fare le cose in grande per fargli credere che avesse lasciato qui il suo professore a guardare.
Harry torna al piano superiore e si fa una doccia, lasciando Louis legato al letto cosciente e impaurito.
Quando finalmente il riccio ha finito esce dal bagno e bacia la testa del più piccolo, chiedendogli di voltare la testa verso di lui. La sua voce nuovamente è gentile e il più piccolo alza come detto il viso per osservarlo, la sua faccia indubbiamente rossa e macchiata, bagnata di lacrime.
«Non era qui,» dice lievemente Harry, con voce confortante. «ma avrebbe potuto esserci. Volevo soltanto ricordarti cosa potrebbe succedere la prossima volta che infrangi delle regole.» passa una mano in mezzo ai capelli lisci e sudati di Louis, facendo dei cerchietti con il pollice sulla tempia. «Forse ti aiuterà ad ubbidire e ad essere buono per me, si?»
Le labbra del più piccolo tremano ancora e si sente un completo idiota. Ma sono state troppe le emozioni che l'hanno attraversato questa notte e ora si sente stanco e distrutto, sia fisicamente, sia psicologicamente.
«Non volevo farlo lo giuro, ma non sono riuscito a fermarlo.» dice Louis, la voce spezzata e tremante per le troppe lacrime. «Per favore daddy, non lasciare che guardi.»
Harry sorride comprensivo e si china per baciargli la guancia. «Soltanto, provaci di più la prossima volta. Ho solo bisogno che ti sforzi un po' di più per me, mh?» sussurra accarezzandogli le labbra.
Il riccio lo slega e lo porta in bagno facendolo stendere nella vasca aiutandolo ad appoggiarsi all'indietro nell'acqua calda mentre lo lava. Louis è esausto, ma non come lo era la prima volta che gli aveva fatto il bagno. Fissa il suo sguardo negli occhi verdi dell'uomo mentre quest'ultimo toglie la sporcizia dal suo corpo.
Harry lo osserva di rimando e le sue dita scivolano lentamente dove sta pulendo lo stomaco del liscio. Il cuore di Louis comincia a battere un po' più forte aumentando anche di velocità mentre si guardano a vicenda negli occhi e vorrebbe portare l'insegnante più vicino a lui, ma non ne è in grado. Così guarda e aspetta, e quando pensa che Harry stia per dire qualcosa lui si schiarisce la voce e guarda in basso, continuando a pulire Louis.
Quando si addormentano Harry lo avvolge con le braccia da dietro e lo porta più vicino. Louis poi riesce a percepire le sue labbra premute contro la propria spalla. Ricorda a sé stesso che è per le foto il motivo per cui è lì, perché davvero sta cominciando a dimenticarlo.
Il giorno dopo quando Louis si dirige nell'ufficio di Harry, prima della sua lezione di Inglese, gli viene ordinato di chiudere a chiave la porta e di calarsi i pantaloni e le mutande. È chinato contro la scrivania e davvero non riesce a capire cosa stia succedendo, ma Harry inizia a prepararlo con due dita facendole scivolare dentro e fuori. Louis lo lascia fare, intuendo sia qualcosa che abbia a che fare con la sua punizione.
Semplicemente essere fottuto nell'ufficio del suo insegnante non è proprio una grande punizione, quindi è preoccupato, davvero, molto, tanto preoccupato, che sia presente qualcuno ad osservare l'intera scena. Dato che Louis era così nervoso la sera prima, probabilmente si è reso conto che sarebbe stata una punizione perfetta. Ma tutto quello che fa è rimanere steso sulla scrivania, sperando non sia quella l'intenzione dell'altro.
Poi, sente qualcosa venire spinto dentro di lui, e quando Harry lo accende capisce che è il vibratore della sera prima, la vibrazione solletica la sua prostata.
«Daddy» geme Louis, a conoscenza dalla sua esperienza che non potrà venire con quello al suo interno.
«Shh» lo zittisce, accarezzandogli il sedere. «Va tutto bene, ora puoi tirarti su i pantaloni.»
Louis fa un smorfia appena si sposta dalla scrivania reggendosi ad essa per sistemarsi le braghe, il vibratore si sposta un po' mentre si piega. Quando è in piedi, guarda il riccio con aria interrogativa, non capendo quale sia il punto della questione.
«Siediti sulla sedia proprio davanti al podio.» dice con un piccolo sorriso, passandogli un pollice sul viso, accarezzandogli la guancia. «E non preoccuparti, accenderò un piccolo ventilatore che coprirà i tuoi rumori».
Louis sta cominciando a capire. Deve tenere il vibratore durante la lezione. Deve sedersi con quello dentro di sé, il che renderà tutto ancora più complicato nel rassicurarsi che non prema contro la sua fottuta prostata.
«Daddy, n-non posso...» comincia Louis, in preda al panico, sentendo già il membro gonfiarsi mentre il vibratore è accesso dentro di lui e martella contro le sue pareti.
«Questa è una punizione, Louis. Non hai voce in capitolo per poter protestare.»
Il liscio ingoia le parole e arrossisce, sentendosi nervoso. Poi, delle braccia vanno a circondargli la vita, abbracciandolo, e Harry sussurra qualcosa nel suo orecchio.
«Devi venire durante la lezione, e poi mi dovrai mostrare i tuoi pantaloni.» dice tranquillamente, tenendo il più piccolo vicino e stringendolo.
Il cuore di Louis accelera il battito ed è preoccupato di tutto questo, veramente preoccupato. Non ha idea di come potrà venire in classe davanti a tutti i presenti senza sembrare troppo ovvio.
«Sì, Daddy» dice comunque, sapendo che non potrebbe in nessun modo evitare di farlo accadere.
«Bravo ragazzo.» sussurra il riccio, baciandogli la guancia. «Ora vai avanti e assicurati di sederti vicino al ventilatore in modo che nessuno senta qualche rumore. Inoltre, voglio essere sicuro di poterti guardare mentre vieni.».
Louis è rosso come un pomodoro, ma annuisce e esce dall'ufficio, dirigendosi nell'aula.
Si sente sconfitto.
A metà della lezione è vicino all'orgasmo. Harry sta facendo lezione sulla prefigurazione e il liscio sta solo cercando di concentrarsi rimanendo fermo. Si muove leggermente, sentendo il vibratore contra la sua prostata e il riccio lancia uno sguardo velocemente verso di lui, mentre continua a parlare, tenendo d'occhio i progressi di Louis.
Il più piccolo sa che deve farlo, ma sta cercando di rimandare indietro il sentimento, sta provando a posticipare l'inevitabile. Ma la vibrazione è implacabile e non riesce a mantenerlo ancora. Guarda in alto e i suoi occhi incontrano quelli di Harry e le sue labbra si dischiudono aprendosi leggermente quando l'orgasmo lo colpisce, duro e potente.
Si morde poi il labbro inferiore, abbassando la testa e poi facendola cadere mentre si contorce, i suoi muscoli si contraggono e tra gli spasmi viene nei pantaloni e si sente umiliato, come se tutta la classe sapesse cosa stia accadendo. Cerca di restare in silenzio, ma suoi fianchi si muovono un po' insieme alle sue gambe e cerca di mascherare questi movimenti come irrequietezza generale.
Quando ha finito, è pronto ad avere la classe intera a guardarlo, ma gli studenti accanto a lui stanno ancora ad osservare la presentazione in PowerPoint che Harry sta proiettando. Quando alza lo sguardo guardando l'uomo, questo gli regala un piccolo sorriso senza smettere di spiegare.
Alla fine della lezione, Louis si sente sporco e bagnato ed è vicino ancora, ma cerca di trattenerlo veramente questa volta. È venuto, ha fatto quello che avrebbe dovuto fare, e cerca di ragionare con il suo corpo per dirgli che è finita. Per fortuna, Harry finisce prima la lezione, facendo uscire la classe con cinque minuti di anticipo, e Louis indugia mentre spinge i libri sul bordo del banco mentre le file degli studenti escono dalla stanza.
Quando anche l'ultimo studente è uscito, il riccio lo raggiunge e gli sorride, accarezzandogli la coscia. «Vieni nel mio ufficio così posso vedere quello che hai fatto, piccolo.»
Le gambe di Louis sono come gelatina, ma segue Harry fuori la stanza fino al suo ufficio e si rilassa quando sente la porta venire chiusa e la serratura essere bloccata dietro di lui.
«Vediamo.» dice il riccio, sorridendo e spingendo il sedere di Louis contro la scrivania. Le sue dita aprono il bottone dei suoi jeans e Louis trema per come è vicino, ancora. «Hai bagnato tutti i pantaloni, piccolo?».
Louis piagnucola un «Sì» mentre Harry li spinge verso il basso, sembrando soddisfatto quando vede gli schizzi lucidi del seme per tutto l'inguine.
«L'hai fatto, vero? Ti sei bagnato così tanto».
Louis trema quando vede l'insegnante in ginocchio, che gli lecca la punta del membro sensibile e dolorante.
«Daddy, posso venire di nuovo? N-Ne ho bisogno.» dice, sentendosi come se stesse per scoppiare da un momento all'altro.
Harry gli sorride e lo prende in bocca, succhiando. Louis boccheggia, rilasciando un basso gemito mentre l'uomo succhia il suo membro, già bagnato di seme e gonfio. Lo succhia per un minuto e Louis districa completamente, aggrappandosi con le dita alla scrivania, facendo dei rumori che è sicuro di non avere mai rilasciato prima.
Beh, Harry non gli ha mai fatto un vero pompino fino ad ora.
Con la mano, Harry inizia a stimolarlo sulle palle, massaggiandole prima lentamente per aumentare il piacere dell'altro, per permettere in questo modo di far durare maggiormente l'atto, e poi quando i gemiti di Louis si fanno sempre più forti e frequenti lascia una mano su un testicolo, spostando l'altra alla base del suo pene per raggiungere in questo modo anche la parte alla quale non arriva con la bocca.
Sente il più piccolo irrigidirsi tra le sue mani, così debole e disposto a tutto per lui, nel suo ufficio, abbandonato alla scrivania e al piacere mentre cerca di trattenere l'orgasmo per non aver ricevuto ancora l'ordine di potersi lasciare andare.
«Puoi venire.» espira così il suo insegnante, tirandosi indietro e portandolo fuori dalla sua bocca per un momento, prima di riprenderlo e cominciare ad ingoiare intorno al suo cazzo e Louis non ha mai sentito nulla del genere. È incredibile e improvvisamente Louis viene, rilasciando solo qualche flusso con poche gocce di seme, ma il corpo trema comunque durante il suo orgasmo, e cerca di non essere troppo rumoroso, ma geme disperatamente mentre Harry deglutisce attorno a lui ingoiando tutto.
«Daddy» butta fuori Louis, sentendosi distrutto, mentre guarda in basso verso l'uomo. Ripete la parola ancora e ancora, non sapendo cos'altro dire.
Harry lo gira in silenzio, tirando fuori il vibratore e Louis non riesce a muoversi, accasciato sulla scrivania con il sedere all'aria. Non gli importa neanche.
Ha Harry che gli accarezza la schiena arrivando sino al sedere, ed è tutto quello che gli interessa e ciò che conta davvero.
«Che ne dici di saltare l'ultima lezione per andare assieme a casa per farci un riposino prima che tu debba andare al lavoro?»
Louis è subito d'accordo. Non riesce ad immaginare di entrare nell'aula della sua ultima lezione ora, specialmente dal momento che ha lezione con il Prof Morris, e si sente ancora imbarazzato e a disagio dai pensieri che gli ha messo in testa Harry la sera prima.
Quindi Harry gli dice di prendersi un momento per rimettersi in sesto, e poi di dirigersi nel parcheggio della facoltà dove lui lo raggiungerà tra poco.
Pochi minuti dopo, Louis sta camminando nel luogo come detto in mezzo al cortile quando vede Zayn dirigersi verso di lui. È completamente fottuto. Ora è stanco e fuori di testa per avere questa conversazione, ma il moro lo ha già individuato e ormai raggiunto quindi non può semplicemente voltarsi e andarsene.
«Ehi.» dice Louis, cercando di sorridere normalmente.
«Ehi,» lo saluta a sua volta Zayn esitante. «non ti ho più sentito la settimana scorsa».
Louis annuisce, asciugandosi la fronte nel tentativo di sembrare casuale e disinvolto, ma probabilmente dando solo il risultato di sembrare ancora più colpevole.
«Sì, scusami, mi dispiace per quello. Sono solo stato molto impegnato-»
«Louis.» lo interrompe il ragazzo, scuotendo la testa. «Se non vuoi vedermi e uscire con me, dimmelo e basta, cazzo, okay? L'ho capito, non è un grosso problema».
Una parte di Louis vorrebbe dirlo, così da essere lasciato in pace, ma Zayn gli piace. È solo impegnatissimo al momento.
«Non è- non è proprio così, Zayn.» dice stancamente. «Sto solo- ho delle cose che sono successe e sono in corso nella mia vita che finiranno fra un paio settimane. Se non mi vorrai vedere più, va bene. Se invece lo vuoi, dammi solo due settimane e poi le cose ritorneranno normali».
Gli occhi di Zayn lo scrutano accuratamente, poi ritorno con gli occhi sul suo viso. «Di solito non aspetto per un ragazzo.» dice sorridendo, facendo un passo più vicino a Louis. «E di solito non lascio così tanti messaggi a qualcuno che non mi richiama.»
Louis si irrigidisce appena il moro gli tocca il collo, mordendosi le labbra.
«È solo che mi piaci molto, Louis.» dice, chinandosi lentamente per baciarlo.
Louis ricambia il bacio, ma si tira indietro prima che possa trasformarsi in una pomiciata come l'ultima volta. Si sente terribile a baciare qualcun altro e le sue guance si imporporano mentre fa un passo indietro, rassicurando però Zayn con un piccolo sorriso per fargli intendere che va tutto bene.
«Due settimane.» dice, puntando un dito contro il suo stomaco dandogli un colpetto prima di camminare, superandolo.
Quando Harry arriva in macchina, gli angoli della bocca di Louis si alzano e deve combattere il desiderio di baciarlo. Ma sorride mentre guarda fuori dal finestrino quando sente la mano enorme del suo insegnante allargarsi contro la sua coscia e stringerla.
Più tardi, quella notte, quando sono distesi nel letto e Harry sta per strappare la bustina di un preservativo, Louis lo blocca.
«Non- non devi se... intendo, non sono stato con nessuno da quando ho fatto il test... quindi tu puoi, sai...»
Harry sorride ai suoi balbettii e annuisce, gettando il preservativo a terra. Forse Louis non avrebbe dovuto offrirsi così, ma non sembra davvero un errore quando Harry viene dentro di lui più tardi.
Anzi, è davvero fantastico.
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