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Epilogo

Dopo due settimane arriva l'ultima notte di Louis da Harry e non ne è felice, si sente male per questo se deve essere sincero. Si è abituato a stare lì. Si è abituato alle regole, al sesso e a tutto questo. Sa che dovrebbe essere entusiasta che sia tutto finito, ma si sente spento. Quando andrà a casa e sistemerà il casino che ha in testa schiarendosi le idee si sentirà meglio, lo sa. Nel frattempo però, è nervoso all'idea di dover lasciare Harry.

Su richiesta del riccio, Louis ha preso la serata libera al lavoro, così che quella parte della giornata sia dedicata solo a loro due. Dopo la scuola il più grande affitta un film e lo guardano sul divano, col più piccolo sulle sue ginocchia, raggomitolato sul suo petto e con la testa appoggiata alla spalla possente.

Quando finisce, Harry versa a entrambi dei drink e porta Louis in cucina. Il più piccolo si fa stringere, tenendo ancora la testa sulla sua spalla, lasciando che l'uomo lo tocchi.

«Voglio che tu balli per me,» dice piano il riccio, solleticandogli la lunghezza da sopra l'intimo. «come hai fatto la prima notte».

Louis borbotta la sua approvazione e s'imbroncia un po' quando Harry toglie la mano.

«Togliti il dildo mentre metto un po' di musica».

Il liscio sospira, e si dirige al piano superiore per rimuovere il "giocattolo". Lo indossa almeno ogni giorno, tenendosi pronto per quando Harry vuole fotterlo senza preoccuparsi nel dover perdere tempo per prepararlo.

Quando torna in salotto è tutto buio tranne che per alcune candele e una musica lenta e sensuale proveniente dalle casse vicine al televisore. Il suo respiro accelera mentre osserva la scena, quando vede Harry seduto sul divano, che lo aspetta.

Louis non si è mai sentito nervoso all'idea di ballare per delle persone. Beh, ora invece lo è.

Quando Harry lo vede, sorride e lo porta davanti a lui, baciandogli leggermente la pancia prima di appoggiare la schiena al divano e annuire.

«Fammi vedere come balli, piccolo.» lo incoraggia.

Louis prende un respiro profondo e chiude gli occhi, lasciando che il nervosismo vada via e i nervi si sciolgano appena comincia a muoversi a ritmo della musica, ruotando i fianchi e accarezzandosi il corpo facendo scorrere le mani lungo l'intero petto, passando delicatamente e con leggerezza le punta delle dita sui capezzoli. Sotto i boxer è duro e strofina leggermente la mano sopra la linea del suo membro prima di riportarla su assieme all'altra.

È completamente perso nella musica mentre Harry lo fissa, gli occhi più scuri che riflettono la luce delle candele. Quando si gira e si piega, percepisce delle dita insinuarsi sotto le sue mutande accarezzandolo sul fondo delle natiche. A Louis questa volta non importa e neanche gli dispiace, apprezza il tocco del riccio su di lui.

Quando lo sfioramento svanisce, Louis avanza velocemente verso la parte su cui è a cavalcioni del grembo di Harry, ruotando i fianchi contro le sue cosce e strusciandosi sopra il suo membro.

«Togliti i boxer.» sussurra Harry. Il liscio quasi non riesce a sentirlo con la musica, percependolo a malapena, ma ci riesce e si alza, rimanendo fermo davanti a lui. Porta i pollici sotto l'elastico dell'indumento abbassandolo lentamente con il cuore che batte forte nella cassa toracica.

Hanno fatto sesso innumerevoli volte, in ogni posizione possibile. Ma qualcosa nelle candele, nella musica e nel modo in cui Harry l'ha guardato per la settimana precedente o in qualunque momento facevano sesso, fa pensare a Louis che questa volta sia diversa. In più, sa che lo è. È l'ultima notte. Sente come se potrebbe accadere qualcosa di diverso, ma non sa cosa.

Quando si siede ancora sulle gambe di Harry, struscia il bacino contro l'erezione coperta del riccio, mentre con le braccia gli circonda il collo. Gli occhi dell'uomo sono incollati in quelli di Louis, che lo continuano a fissare mentre non smette di muovere i fianchi.

«Va bene così?» sussurra Louis, e non sa neanche perché sta parlando a bassa voce. È l'atmosfera, immagina.

«Perfetto.» replica Harry nello stesso tono, passando gli occhi su tutto il suo corpo. «Sei bellissimo, piccolo.»

Louis si morde le labbra, guardando per un attimo negli occhi dell'uomo prima di stendersi all'indietro come ha fatto la prima notte, posizionandosi contro le gambe del riccio. Continua a muovere i fianchi, il suo membro duro contro lo stomaco mantenendo lo sguardo su Harry mentre si muove per lui. È suo dopotutto. O almeno per un'ultima volta.

Si contorce ancora un po' vedendo del liquido preseminale fuoriuscire dal suo cazzo, sporcandogli lo stomaco come anticipazione. Non sa neanche che cosa aspettarsi.

Finalmente Harry lo tira su e gli dice di alzarsi, permettendo così al più grande di spogliarsi dai vestiti mentre il liscio lo guarda. Il riccio lubrifica il proprio membro, la musica attraversa l'aria come miele, e le candele le uniche fonti di luce nella stanza che tremolano nello spazio buio.

«Vieni qua.» dice dolcemente Harry, tirandolo sul divano, i piedi di Louis a incorniciargli i fianchi. «Voglio che tu ora mi cavalchi.» sussurra, guidando il suo membro nell'entrata del più piccolo.

Il liscio geme, mentre lo fa scivolare dentro di lui come se gli appartenesse, riempiendosi fino al punto in cui quasi sente troppo. SI aggrappa al collo del riccio, spingendo il sedere in basso, prendendolo dentro di lui.

«Bravo ragazzo.» dice Harry stringendolo alla vita, accarezzando con il pollice la pelle di Louis.

Il più piccolo comincia a fottersi da solo sul membro del più grande con ritmo lento e regolare e solleva lo sguardo, catturando ancora quello di Harry. Mentre si muove in giù e in su seppellisce le dita nei ricci dell'uomo sentendosi sopraffatto da tutto. La musica, le candele, l'ultima volta.

«Mi sento così bene.» sussurra strusciandosi contro il suo insegnante, prendendolo così in profondità che sente la testa leggera.

Si china all'indietro aggrappandosi al collo di Harry per non cadere e ruota i fianchi per sentire davvero l'uomo dentro di lui, percependo il cazzo spostarsi da dove è sepolto. Il suo respiro è irregolare, il suo membro così fottutamente duro.

«Daddy» piagnucola, tirandosi su e tenendosi saldo al collo di Harry mentre lo cavalca.

«Stai andando così bene, piccolo.» lo incoraggia gentilmente, le sue mani stringono la schiena proprio sopra al sedere di Louis portandolo più vicino, fino a che quest'ultimo non riesce a sentire il respiro dell'uomo sulle labbra.

«Daddy, per favore.» sussurra disperatamente guardando negli occhi dell'uomo sentendosi carico, come se il suo corpo fosse pieno di qualcosa.

«Per favore cosa, piccolo?» chiede Harry, guidando Louis nei movimenti con le mani sui suoi fianchi. «Che cosa vuoi?»

Il più piccolo riesce a sentire il cuore battergli nelle orecchie e sa che è solo l'atmosfera e il momento venutosi a creare, ma vorrebbe troppo. Vorrebbe baciare Harry, baciarlo per davvero, come l'uomo non ha mai fatto. Hanno fatto sesso per un fottutissimo mese e il riccio non l'ha mai veramente sbaciucchiato come vorrebbe, sempre e solo un piccolo e rapido bacetto.

Louis vorrebbe pomiciare con lui così fottutamente tanto.

Vorrebbe pregare Harry di tenerlo con sé, di non lasciarlo andare. Vorrebbe che tutto rimanga così com'è dopo che tutto sia finito, non vuole lasciare le braccia di Harry per nessuna ragione al mondo per il resto della notte.

Ma non può chiedere nulla di questo, quindi domanda l'unica cosa che gli è permessa.

«Posso venire, daddy? Per favore?» supplica, scivolando ancora sul membro di Harry, sentendo il suo membro gonfiarsi ancora per l'impossibilità di venire.

«Sì, amore,» conferma il riccio. «sì, proprio così, lasciati sentire.»

Louis annuisce e le braccia di Harry si avvolgono di nuovo attorno alla sua vita stringendolo contro il proprio petto, e il più piccolo appoggia il mento sulla spalla del riccio mentre rimbalza su e giù.

A Louis scappa qualche lamento quando non riesce più a muoversi per la stanchezza, volendo raggiungere l'apice del piacere ma non riuscendo in alcun modo. Quindi appena Harry lo sente gemere per la frustrazione, posiziona le sue mani, ancora come la prima volta che avevano avuto un momento di intimità per il loro incontro, piene di anelli, sul culo del più piccolo iniziando a massaggiarlo, ad allargarlo e stringerlo ad ogni movimento sul suo cazzo, aumentando la sensibilità e il piacere del liscio che si lascia manovrare a piacimento del più grande.

Viene in mezzo a loro due, il suo membro strofina contro lo stomaco dell'insegnante. Il liscio non si lascia andare, non smette di muoversi e presto anche Harry viene dentro di lui.

Nessuno dei due si muove dall'abbraccio per un'ora. L'uomo esce da Louis a un certo punto, ma lo tiene stretto contro di lui con le braccia attorno alla vita. Quando finalmente vanno a letto, si stendono in modo che i loro petti siano vicini. Sono premuti assieme e Louis guarda negli occhi verdi che ora si è abituato a guardare.

Prova una sorta di odio nel sapere che non sarà l'ultima cosa che vedrà prima di addormentarsi, da domani sera.



I giorni passano da quando Louis ha abbandonato l'appartamento di Harry e non vivendo più con lui è confuso da morire. Gli manca l'uomo, gli manca tutto del mese passato insieme. Quando è in classe Harry lo guarda a malapena e gli fa leggermente male, onestamente.

Quindi quando si fa vedere alla porta di Harry mercoledì sera si sente un idiota, ma ha pensato molto riflettendoci sopra e ha delle cose da dire, ora che si è preso un po' di distanza dall'intera situazione. Crede di aver capito un po' il tutto.

Le sopracciglia di Harry si sollevano quando apre la porta, ovviamente sorpreso di ritrovarsi Louis davanti.

«Ehi.» dice confuso, esitando. «Sai, l'orario di ricevimento è domani. E nel mio ufficio.»

Louis rotea gli occhi alla battuta stupida e comincia ad agitarsi, il suo cuore che gli martella nel petto. «Per caso è un buon momento? Per qualcosa non relativo alla scuola?»

Harry prende un profondo respiro e annuisce, facendo un passo indietro per lasciar passare il liscio. Appena Louis cammina nel luogo familiare, comincia a parlare immediatamente non volendo perdere il suo coraggio.

«Uscivo con qualcuno quando mi hai visto nel club quella notte. E quando ho cominciato a stare qui. Uscivo con una persona.» dice portando le mani nelle tasche per mascherare il tremore. «Ero preoccupato quando ho cominciato a stare qui per come avrebbe influenzato la cosa. Ero preoccupato su quello che avrebbe pensato il ragazzo che frequentavo quando, sai, avrei smesso di uscire con lui per un mese.»

Harry rimane fermo davanti alla porta, ascoltando, e Louis guarda ovunque tranne che nei suoi occhi mentre parla, troppo nervoso per guardarlo direttamente.

«Quando il mese è finito e me ne sono andato, avrei dovuto essere fottutamente felice perché il ragazzo mi aveva aspettato e mi voleva ancora. Ma la scorsa settimana siamo usciti e non mi interessava affatto. Mi piaceva davvero prima, almeno credo, ma ora non m'interessa per niente.» prende una pausa, guardando in alto un momento per trovare un'espressione illeggibile sul viso dell'insegnante. Continua comunque «è che... mi manchi. Mi- mi manca essere qui, mi manca tutto quello e mi manchi tu. E so che non è questo che vuoi. So che volevi solo un mese di sesso, ma non riesco davvero a smettere di pensarti e tu ora mi stai ignorando e- perché non mi hai mai baciato?»

Louis si ferma, accigliato, perché niente di quello che aveva programmato di dire è uscito fuori dalla sua bocca ma è tutto quello che volevo fargli sapere.
Almeno, spera che lo sia e di non aver dimenticato niente.

Harry rimane in silenzio per un lungo istante prima di muoversi davanti a lui e fare scivolare le braccia intorno alla vita di Louis. Il liscio non sa come reagire, non sicuro di cosa voglia dire quell'abbraccio, quindi aspetta, respirando il forte profumo dell'uomo mentre quello lo abbraccia.

«Non ti ho mai baciato come si deve perché ho cominciato a provare qualcosa di più del sesso alla seconda settimana, e non volevo innamorarmi di te solo per lasciarti andare alla fine del mese.»

Il respiro di Louis si ferma bruscamente e sorride contro la spalla di Harry, stringendolo un po' più forte. Il suo cuore fluttua nel petto e spera che non ci sia un 'ma'.

«E ti ho ignorato perché ho pensato che tu fossi in imbarazzo con me intorno, e volevo farla più facile.»

Louis scuote la testa tra sé e sé pensando che l'unica cosa per cui si sentiva in imbarazzo è perché era fottutamente pazzo dell'uomo che l'ha corrotto in un mese di schiavitù sessuale, e che sinceramente è un po' imbarazzante.

«Non era più facile.» borbotta, tirandosi indietro dall'abbraccio per guardare Harry negli occhi. Gli angoli delle sue labbra si curvano all'insù quando passa il pollice sulla mascella del riccio, perdendosi nei suoi occhi verdi. «Mi sei mancato così tanto, daddy.» sussurra, sperando che gli sia ancora permesso di chiamarlo così.

Harry sorride, la testa inclinata da un lato, il suo sguardo cade sulle labbra di Louis e poi si stanno baciando, baciando per davvero, come Louis avrebbe voluto baciarlo per settimane. È fantastico e sente la pelle d'oca quando Harry porta le mani al di sotto della sua maglietta, tirandolo più vicino mentre il bacio si trasforma in una lenta pomiciata.

«Mi sei mancato anche tu.» esala finalmente Harry contro le labbra di Louis quando si tira leggermente indietro. «E magari all'inizio quando ti ho visto ballare così esposto volevo solo un mese di sesso, ma ho cambiato idea quasi subito, appena sei venuto a cercarmi nella stanza per assicurarti che non l'avrei detto a nessuno, piccolo.»

Louis sorride senza respiro e bacia ancora Harry, sentendosi euforico. Davvero non se lo aspettava, era preoccupato che sarebbe finita con il suo professore che avrebbe ruotato gli occhi alla sua stupida cotta.

Quella notte si addormenta con le dita di Harry che gli accarezzano la schiena scivolando lungo la sua spina dorsale, ed è un po' come se non lo avesse mai lasciato e non se ne fosse mai andato. E quando delle soffici e morbidi labbra seguono il percorso delle dita, Louis pensa che gli starebbe bene non lasciarlo mai.

Potrebbe proprio stare benissimo qui.

Con Harry.


fin.

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