Capitolo 8
NEW YORK
PALAZZO DI VETRO DELL'ONU
ETHAN DOMINIC
<<La mia ragazza?>> ripeto e non riesco a non sorridere. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a come giustificarle il sangue sul colletto e invece, era così semplice... Fottutamente semplice!
In un attimo tutto appare chiaro e mi accorgo che quella che credevo fosse paura nei miei confronti, in realtà è solo gelosia.
Che coglione!
Ma so di chi è la colpa di tutto questo...
Guardo verso la sala e riconosco subito la sua nuca bionda... maledetto Zacarias te la farò pagare...
Io sono un lupo, un predatore... fiuto la mia preda anche a grandi distanze ma non sono disposto a condividerla... con nessuno!!
<<Lascia perdere>> mi dice stizzita riportandomi con l'attenzione verso di lei <<Non so neanche perché sono qui>> .
Allargo un po le gambe e infilo le mani nelle tasche abbassando lo sguardo, così da sembrarle un pò insicuro... Perché un lupo, se occorre, deve anche saper fingere di essere un agnello..
<<Non andare via>> Le dico mostrando sul viso un'espressione corrucciata.
Mi guarda, sta per aprire la bocca e poi la richiude.
Basta errori, non posso sbagliare oltre... Da quando sono rientrato, nulla è andato per il verso giusto: L'ho trovata accanto a quel maledetto Zacarias, lui mi ha messo in difficoltà e non so per quale motivo, domani mattina si rivedranno... Come se non bastasse questo ad innervosirmi, la ragazza, pensa bene di ferirsi davanti a me...
Controllarmi è stato difficilissimo... Riesco ancora a sentire quell'odore così intenso, dolce ed inebriante del suo sangue.
Ethan - ringhio a me stesso
Solo ora mi accorgo che ho gli occhi chiusi e quando li riapro, lei si è allontanata...
Dove vai bella - Ora peró serve il lupo ...
Due passi e l'ho raggiunta.
Le afferro la mano e la sento tremare.
<<Lasciami >> lo scossone della sua mano è debole. Mi rifugge a parole ma si vede che non vorrebbe andarsene.
Respiro rumorosamente e mi passo una mano nei capelli mentre guardo la scollatura sulla sua schiena intanto che si avvia verso la sala. Mi mordo un labbro e capisco che l'unico modo che ho di uscire da questo ginepraio è di stare al gioco <<Non sapevo sarebbe venuta>> dico ad alta voce nella speranza di catturare la sua attenzione.
Si ferma ed io sorrido.
Quando si volta so che devo essere il più convincente possibile così allargò le braccia mostrandomi indifeso.
<<Quindi hai la ragazza...>> mi chiede venendomi incontro ed io in quello sguardo, vedo tutto il suo imbarazzo.
<<A dire il vero non è la mia ragazza>> Voglio sembrarle un puttaniere perché si sa che alle donne piace il cattivo e ancora di più... Se pensano di poterlo cambiare...
<<Quindi sarebbe la tua ex?>> La sua voce sembra meno infastidita ma il suo sguardo è ancora freddo.
<<No, è un'amica>> dico per smorzare <<Un'amica un pò speciale>> aggiungo abbassando lo sguardo quasi sottovoce.
<<Ok>> mi risponde ed io sorrido. È bastato poco affinché la situazione si appianasse.
Sono bravo, molto bravo!
Faccio un passo verso di lei stendendo la mano. La guarda, sta per cedere <<Io adesso però devo andare>> dice in modo distaccato rifiutandola e capisco all'istante che invece, la sto perdendo...
Le afferro di nuovo la mano e stranamente mi sento insicuro <<Ti ricordi che mi devi un favore?>> Provo l'ultimo tentativo e mi innervosisco nel sentirmi anche un pò disperato.
Non lo stai facendo per te - continuo a ripetermi nella mente...
Lei arrossisce forse ripensando a quel rapido bacio ma i suoi occhi... s'incupiscono mentre annuisce
<<Mi faresti compagnia domani sera a cena?>> So già cosa risponderà ma vale la pena tentare... Il sorriso compiaciuto di Gregory di prima mentre le dava appuntamenti a domani, mi esplode nella mente <<Perfavore>> aggiungo <<Dammi modo di farmi conoscere>> Praticamente la sto pregando e mi mordo una guancia mentre aspetto la sua risposta.
Che sta succedendo?
Dov'è il lupo adesso?
Ci pensa su ed io non smetto di guardarla negli occhi. Siamo uno difronte all'altra e il suo odore, contaminato ancora dalla dolcezza del sangue, mi inebria...
Più passano i secondi però e più mi sento impaziente mentre lei comincia a sembrare ancora più determinata. Inaspettatamente mi prende il telefono dalla mano e dopo un istante me lo riconsegna.
Abbasso lo sguardo e vedo il numero impresso sul display ancora illuminato e sono certo che si stia chiedendo se sta facendo bene a lasciarmelo...
Alzo il viso sorridendole ma non mi vede perché si è già voltata e sta tornando nella sala dell'asta.
Scuoto la testa infastidito da tutto... Soprattutto da me stesso e mentre osservo ancora il numero un dubbio mi assale <<È finto...>> Sussurro tra me e me infastidito.
La guardo varcare la soglia della sala e le invio subito un messaggio...
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