Capitolo 7
NEW YORK
PALAZZO DI VETRO DELL'ONU
BRIANNA VAN DER TUR
Più lo guardo e più non ci credo... Quello sul colletto della camicia è senza dubbio uno sbaffo di un rossetto rosso!
E così il bel Ethan che aveva qualcosa di urgente da fare lasciandomi prima da sola come una sfigata, in realtà doveva incontrare un'altra ragazza.
Ho i pugni stretti e neanche me ne ero accorta. Rilasso le mani sperando non li abbia notati.
Non so cosa mi prende e neanche quali pretese il mio fottuto cervello pensa di poter avere nei suoi riguardi.
Dopotutto chi è?
Che cosa so sul suo conto?
Mi sento una stupida per aver pensato di avere qualcosa di speciale per lui e mi fa male pensare che soprattutto lui, fosse speciale ai miei occhi..
Mi sento in imbarazzo in questo momento, vorrei solo andarmene via e non guardare quella faccia, quella "dannatamente stupendissima" faccia.
<< Bri>> la sue dita sfiorano le mie e mi cade il bicchiere dalle mani. Esplode sul pavimento frantumandosi in una miriade di piccoli vetri.
Mi chino subito per raccoglierli perché non voglio incontrare quello sguardo.
Non voglio smarrire, in quel verde disarmante, la mia determinazione.
Una scheggia mi pizzica l'indice e un rivolo di sangue scorre sul dito fino a cadere sul pavimento.
<<Dannazione>> dico esaminando il dito ma in realtà è perché mi detesto... a partire dalle mie stupide idee fino ad arrivare a questa goffaggine che sembra non volermi abbandonare neanche un istante.
Ethan si china accanto a me e con un fazzoletto mi tampona il dito.
Siamo così vicini...
Il suo profumo è talmente buono che vorrei avvicinarmi di più per annusargli il collo... Sbatto le palpebre per tornare in me e mentre lo guardo, mi accorgo che avrei scommesso qualsiasi cosa sul colore dei suoi occhi... ma quei filamenti, che credevo blu cobalto, in realtà sono oro zecchino.
Mi avvolge il fazzoletto intorno al dito e mi tira su. Cavolo è un piccolo taglietto ma sembra che per lui sia come se mi fosse esplosa una mina antiuomo in mano.
<<Vieni>> mi dice avvolgendomi in un abbraccio ed io pianto i piedi sul pavimento.
Con lui non vado da nessuna parte...
Lo sento irrigidirsi mentre il suo sguardo è puntato sulla piccola macchia rossa che comincia ad imbrattare il fazzoletto.
Incredibile come dalle dita possa uscire così tanto sangue.
Appallottolo il fazzoletto <<La saliva dicono sia il miglior disinfettante>> dico e mi metto il dito in bocca.
Non voglio di certo essere provocante ma più lo guardo e più percepisco in lui
qualcosa di strano, non ci giurerei ma mi sembra addirittura provato.
Respira profondamente ed io ho come l'impressione che si stia controllando e la cosa mi mette un po' di agitazione.
<<Ti fa impressione il sangue?>> dico per cercare di capire perché sembra così nauseato
<<Ehm.. Si cioè no>> mi dice.
Ma che vuol dire?
Questa sua indecisione lo fa apparire ai miei occhi meno sicuro di se stesso poi però increspa le labbra in un leggero sorriso, ed io mi sento sciogliere ancora una volta.
Bri ti prego controllati - Me lo dico da sola perché sento che sto per cedere. Ma voglio farmi male fino in fondo, impedendomi di dargli modo di avvicinarsi e così, riguardo quella dannata macchia sul colletto e in un attimo, la freddezza, torna a congelare le emozioni nel mio cervello.
Sembra capire e si passa una mano frettolosa sopra il colletto.
Io non oso chiederglielo e non so se sperare che si confessi...
Mi sento così pesante in questo momento, si una di quelle "tristone" che prenderei in giro senza pensarci due volte. Una di quelle che si fanno mille film mentali da sole.
Ma non ho dubbi.. È un rossetto rosso quello che vedo!!
<<Non è come pensi >> mi dice e il suo sguardo sembra davvero preoccupato
<<Non devi mica giustificarti>> E solo ora mi accorgo che siamo davanti al bagno delle signore ma soprattutto che farei di tutto pur di sentire una sua giustificazione.
Accenna ad un passo. <<Non vorrai mica entrare qui dentro con me>> gli dico indicando con lo sguardo la figura stilizzata di una donna disegnata sulla porta per poi guardarmi intorno.
<<Certo che vengo con te>> D'un tratto non oppongo resistenza e mi lascio trasportare <<Serve un pó di acqua fredda per fermare l'uscita del sangue>> mi dice allarmato e mi sembra sempre più strano.
Cavolo è solo un taglietto !
Ethan afferra il pomello del lavandino ed io infilo il dito sotto l'acqua.
Come siamo passati da bello e tenebroso a gentile e premuroso? È bastato un bicchiere infranto... o uno sbaffo di rossetto sul colletto?
Lo guardo attraverso lo specchio e non riesco a decifrare il suo sguardo...
Sembra un misto di paura e desiderio...
<<Grazie>> gli dico chiudendo il pomello per dirigermi verso le salviette. Lui fa un passo indietro in silenzio precedendomi e porgendomene una
<<Figurati>> mi dice mantenendo lo sguardo puntato sul lavandino.
<<Torniamo di là>> gli passo davanti ma lui non si muove.. sembra come paralizzato
<<Ei stai bene ?>> Gli chiedo agitando la mano davanti al suo viso.
<<Si certo>> ride per poi mordersi il labbro.
Usciamo dal bagno e Ethan mi apre la porta conservando la sua galanteria ancora una volta.
Peccato che è uno stronzo Bri! La mia vocina nel cervello cerca di mettermi sulla difensiva.
Ritorniamo al buffet in silenzio poi d'un tratto si ferma << Da quanto conosci quel Zacarias?>>
Non vedo cosa gliene possa importare <<Da un pò>> Fingo ma dopotutto è anche una mezza verità... Una di quelle risposte che può voler dire tutto o niente...
<<Da un pò tanto o un pò poco?>> Questa sua curiosità mi mette in allarme. Forse pensa che tra me e Gregory ci sia qualcosa... ma non faccio in tempo a rispondere che gli suona il cellulare.
Rimane a fissarmi mentre il telefono squilla ed io non posso fare a meno di pensare che potrebbe essere proprio la proprietaria di quel rossetto rosso che, tra un bacio e l'altro, gli ha macchiato la camicia...
<<Non rispondi?>> e il tono di voce mi esce più acido di quanto avrei voluto...
Continua a fissarmi mentre tira fuori il telefono dalla tasca. <<Un secondo>> mi dice dopo aver controllato il display e si allontana.
<<Si>> sento dirgli al telefono <<Ho detto dopo, non ora >> la voce è rauca e sembra arrabbiato ma quando torna da me le labbra sono stese in un sorriso
<<Scusami>> mi dice <<Era una cosa di lavoro>>
Sì certo e io sono cretina!
Non riesco più a trattenermi << Dov'è?>> Ho le mani sui fianchi mentre aspetto di ferirmi con quelle che di certo, saranno parole taglienti...
<<Chi?>> mi chiede guardandosi intorno. Sembra smarrito o è un attore da Oscar...
Detesto questo momento ma se pensa che sono una celebrolesa... non ha capito nulla!
Incrocio le braccia sul petto. Non mi importa di fare la figura dell'inopportuna ma voglio che capisca che non mi faccio prendere in giro da nessuno, tanto meno da lui <<La tua ragazza>> dico indicando la sbavatura di rossetto sul colletto.
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