28. "Sky" by Sonique
Nonostante le premesse, quando alle nove e mezzo si presentarono Garcia e J.J. citofonando a casa di Beatrix, le altre due erano ancora in alto mare e la padrona di casa andò ad aprire loro in mutande.
– Vieni così, stasera? Che mise elegante!– commentò J.J., osservando lo stemma di Sailor Moon che troneggiava sul posteriore della collega grazie ai buffi slip indossati.
– Lascia stare, non trovo nulla che mi stia bene –, rispose quella sull'orlo di una crisi di nervi.
– Perché sei condizionata da Spencer, ovvio. Ciao, Emily. Fammi vedere cosa c'è qui, la vostra hacker preferita vi risolverà la situazione in meno di dieci minuti –, esclamò Garcia, facendo il suo trionfale ingresso nella stanza di Beatrix.
– Anche perché fra mezz'ora dobbiamo stare li. Secondo me siamo già in ritardo...– considerò Emily, già con il cellulare in mano per avvisare Derek.
– Posa quel coso e fidati di me –, rispose Garcia, rovistando tra la montagna di abiti buttati alla rinfusa sul letto.
Assieme alle altre due ne selezionò ben sette mentre Beatrix cercava di realizzare un trucco quantomeno decente.
– Beh, almeno il trucco ti viene bene. Toh, muoviti che non abbiamo tutta la notte –, commentò Garcia.
Dopo vari battibecchi, raggiunsero un accordo con un vestito che lasciava le spalle nude e terminava in una gonna svasata non troppo corta.
Anche a lei andava bene perché la gonna non le segnava i fianchi, così si misero in marcia verso il punto di ritrovo, dove arrivarono giusto in tempo.
Il gruppetto si diresse verso i colleghi, che le osservarono arrivare tronfie nelle loro mise da weekend.
– Vi siete messe in tiro, eh?– osservò Derek, un ampio sorriso che sottolineava la sua approvazione.
– Noi sì... ma Spencer?– domandò J.J., gettando un'occhiata sul dottore, di nuovo in abiti da lavoro.
– Scherzi, spero. Con tutta la fatica che abbiamo fatto noi per ripulire questa disadattata di Bea, ora ti presenti tu in queste condizioni? Togliti subito quel maglioncino! – strepitò Garcia, causando l'ilarità degli altri.
– Ah, no, io... sono a posto così, davvero –, rispose lui, annuendo per rafforzare la sua decisione, ma la sua volontà venne un po' meno quando posò un momento gli occhi su Beatrix, pensando che stesse molto bene.
E se la causa fosse lei?
Scacciò quel pensiero prim'ancora che potesse prendere corpo nella sua mente, ma ormai il dubbio prese a crescere.
Aveva lottato per ottenere l'indifferenza della donna, e adesso che ce l'aveva non gli andava più bene.
Ma che mi prende?
Maledisse la sua improvvisa indecisione e non si accorse neanche che gli altri lo avevano spedito in macchina proprio con lei, che se ne stava seduta davanti mentre lui aveva optato per il sedile posteriore.
E la osservava dallo specchietto laterale, eccome se lo faceva.
Come quella sera, durante la missione della vedova nera, rimase quasi ipnotizzato dal collo candido della collega, scoperto e cosparso di profumo, un odore pungente che sembrava non volerlo lasciare in pace.
Lo guardava e aveva voglia di avvicinarsi per fare non sapeva neanche lui cosa, ma si limitò a mitigare i danni quando si accorse che la sua mano stava andando da sola, togliendole un capello che le era caduto tra il collo e la giacca.
D'istinto Beatrix si portò una mano sulla spalla, scontrandosi con le dita di lui. La ragazza incrociò il suo sguardo dallo specchietto retrovisore, dopo che ambedue ebbero ritirato le proprie mani con un certo imbarazzo. Guardò altrove ma lui no, Spencer non ci riuscì e rimase a guardarla senza capire neanche lui perché si stesse comportando così.
Senza contare la voglia improvvisa che aveva di avvicinarsi e... e poi?
Ci sarebbe stato un poi?
Cos'avrebbe fatto lui, che non era di certo il principe degli approcci?
Conscio che Beatrix non avrebbe più ricambiato il suo sguardo, voltò gli occhi a osservare le luci fuori dal finestrino, pensieroso.
E infine arrivarono al locale, dove entrarono in breve tempo grazie a Derek che conosceva il buttafuori.
– Sistemiamoci qui –, disse proprio lui, adocchiando un tavolo in fondo, lontano dall'entrata per starsene un po' più riparati da gente che faceva avanti e indietro e dalle correnti d'aria.
Le colleghe lasciarono le borse e si tolsero i cappotti, tutte tranne Beatrix, troppo imbarazzata per rivelarsi in una mise che mettesse in risalto quello che per lei era tabù, il suo corpo sporco che altri non dovevano guardare a nessun costo.
In quella, Emily le gettò un'occhiata e si rese conto della situazione.
– Sei ancora vestita? Forza che andiamo a ballare!– esclamò, cercando di rassicurarla nel tentativo di farle capire di essere al sicuro con loro.
– Dai, ti aiuto –, disse Derek, che aveva intuito la problematica e si propose di aiutarla al fine di ripararla da qualche sguardo e offrirle supporto.
Movimento che Reid osservò con attenzione e che gli suscitò una forte invidia: se avesse avuto una maggiore esperienza, magari l'avrebbe potuta aiutare lui, ma l'insicurezza lo bloccava. Sapeva di essere molto diverso da Derek e non poté fare altro se non guardarli e sentire quel fuoco nello sterno tornare ad accendersi più bruciante che mai.
E la situazione peggiorò quando la vide con le spalle nude, alla mercé di chiunque.
I pugni di Spencer si strinsero d'istinto e non riuscì a guardare altrove se non verso la schiena di Beatrix, nuda fino a metà nonché presa di mira anche da Derek, che propose a tutti:– Allora andiamo a ballare?
Le poggiò una mano vicino sul confine tra stoffa e pelle per trasmetterle sicurezza, cosa che gli riuscì visto che lei sorrise sussurrando un appena percettibile grazie.
Il gruppo si diresse verso la pista e Spencer poté notare come la collega non fosse a suo agio per poi sciogliersi un po' e scrollarsi di dosso le preoccupazioni, divertendosi con le altre tanto da sorriderle.
Era contento di vedere che si stesse divertendo, ma al tempo stesso molto turbato.
Ammise a sé stesso di essere un po' geloso ma non riuscì a trovare una spiegazione: lei non aveva nulla che lo attirava, perché gli faceva questo effetto?
Che gli desse fastidio essere meno considerato? In fondo lei gli aveva sempre dimostrato di essere nei suoi pensieri, ma ciò che gli aveva raccontato Hotch lo aveva scosso.
Non sapeva come comportarsi con lei, all'improvviso non le staccava gli occhi di dosso, come se volesse tenerla d'occhio, come se avesse il timore che potesse accaderle qualcosa proprio com'era accaduto a...
Sono preoccupato?
Ho paura che possa accaderle qualcosa? Davvero, io?
Realizzò che Gideon doveva avere ragione da vendere: la sua era solamente paura di perderla.
Dopo aver trovato il bandolo nella matassa dei suoi pensieri, si voltò verso la pista e vide un uomo che cercava di frapporsi tra Emily e Beatrix per approcciarsi con quest'ultima. Ma anziché difenderla, la collega più anziana lasciò via libera al tipo, che si sistemò davanti all'altra al fine di scambiarci qualche parola, ma intervenne Derek, cingendo la vita della collega con un braccio.
Disse qualcosa al tizio, che alzò le mani e si fece da parte.
Poi Morgan disse qualcosa a Beatrix, le prese la mano e iniziò a ballarci da solo accennando qualcosa che sembrava un ballo latino americano sorridendo nel modo più innocente possibile, al contrario di lei che sembrava in forte imbarazzo.
Spencer avvertì con chiarezza la gelosia rosicchiargli la cavità toracica ma raggiunse il culmine quando Derek strinse a sé Beatrix trattenendola per la vita, ballandole addosso in modo sensuale.
Quando il mulatto le poggiò ambedue le mani sulle spalle per poi carezzarle le braccia, il dottore non resistette ed entrò in pista con impeto, facendosi largo tra spinte e gomitate involontarie.
Il suo braccio scattò a frapporsi tra i due, che ormai erano troppo vicini per i suoi gusti, tanto che il mulatto lo guardò interrogativo, non comprendendo la situazione.
– Non... non imbarazzarla, Derek. Stai esagerando –, sentenziò il dottore, fronteggiando quello che ora vedeva come un rivale.
Morgan sorrise con sguardo confuso:– Guarda che siamo d'accordo, mandavamo segnali per evitare che altri estranei si avvicinas...
– Beatrix, come ti senti?– senza mezzi termini Spencer aveva rivolto a lei stessa la domanda, che non aveva risposto per la sorpresa, limitandosi a sospirare, segno che lui prese come una conferma ai suoi sospetti.
– Ecco, lo vedi? – domandò tronfio, continuando, – Come... come ti saltano in mente certe cose, con quello lì in giro? Volete farvi ammazzare tutti e due?
Dicendo ciò Spencer prese la collega per mano, trascinandola via dalla pista sotto gli sguardi degli altri, che si avvicinarono tra loro.
– Mi devi dieci dollari –, disse Garcia, tendendo la mano a Emily, che disse con una smorfia sul volto:– Accidenti, ho perso.
J.J. si complimentò con Derek:–Ottimo lavoro, agente Morgan.
– Ve l'avevo detto che nemmeno il ragazzino è immune alla gelosia. E adessooffritemi quel drink che mi avevate promesso, non li faccio certi giochetti perniente.
Quel locale era davvero troppo frequentato per i gusti di Spencer, che afferrò la sua giacca una volta arrivati al loro tavolo.
Beatrix non disse nulla, rimanendo silenziosa come non mai, tanto che lui chiese:– Ti va di... usciamo un po'?
Lei non ebbe reazioni particolari, limitandosi ad annuire, cosa che lo preoccupò: non era da lei, la Beatrix che conosceva lui gli avrebbe fatto una battuta, lo avrebbe messo in imbarazzo e avrebbe puntualizzato su qualcosa di sconveniente.
Invece annuiva e basta, forse provata da quella vicinanza col collega.
Le sistemò la giacca sulle spalle nude e solo in quel mentre lei sollevò lo sguardo fino a incrociare il suo.
– Grazie –, mormorò, stringendosi nelle spalle, una mano che spuntava a tenere il bavero della giacca più forte a sé, segno inconfondibile della voglia di coprirsi.
Il dottore sentì montare una leggera rabbia: immaginava che le altre l'avessero spinta a vestirsi così ma non ne comprendeva la motivazione.
Le tese la mano, che lei strinse dopo un attimo di esitazione e si avviarono fuori dal locale attraverso un'uscita secondaria che portava al parcheggio.
L'aria fresca li investì e lui avvertì l'atmosfera farsi pesante grazie al silenzio di Beatrix, tanto da essere quasi costretto ad avviare un discorso:– Ehm, è una fortuna che... nessuno sia venuto a fumare qui.
La collega sorrise appena guardando in basso cercando di coprirsi il più possibile con l'indumento del giovane uomo, che disse:– Beatrix, puoi tenerla quanto vuoi.
– Che cosa?– mormorò lei.
– La giacca. Io non ho freddo, faceva... solo più vintage, ecco.
Fu sollevato quando la vide sorridere anche se con una punta di malinconia.
– Per venire a ballare ti sei vestito vintage?– domandò lei in un guizzo di normalità.
– Beh, è il mio stile.
– Già. E questo non è il mio. Non avrei dovuto farmi convincere –, continuò lei.
Con uno slancio di coraggio e stupendo sé stesso, Spencer mise una mano su quella di Beatrix, che lo guardò con sorpresa: tutti quegli accorgimenti non erano da lui e sembrava averci fatto caso solo in quel momento di lucidità.
Non lo capiva.
Non riusciva a capire che il dottor Spencer Reid potesse preoccuparsi per lei che gli aveva sempre dato fastidio apposta, in un misto di desiderio di farsi notare e farlo fuggire allo stesso tempo.
Che stia nascendo qualcosa?
Entrambi si erano posti questa domanda.
Reid non sapeva darsi una risposta, ma lei sì e non voleva che le cose andassero così: le ragazze avrebbero dovuto prendersi cura di lei, non lui.
Ripensò ai preparativi e a come si era comportato Derek, realizzando che doveva essere stato tutto architettato dai loro colleghi al fine di avvicinarli.
– Maledetto...– borbottò.
Spencer fece cenno con il capo, non capendo:– Come?
– Morgan –, disse Beatrix voltando il capo altrove, – l'ha fatto apposta. Per farti ingelosire.
Ma che vergogna rientrare in questi giochetti.
Si erano comportati come bambini delle elementari andando contro i desideri di Beatrix.
– C'è sicuramente riuscito –, confessò Reid, – a farmi ingelosire.
Aveva finito la frase senza imbarazzo nonostante gli ci fosse voluto del coraggio, ma ormai era partito e continuò:– Non so neanch'io perché è successo, cosa possa... piacermi di te. Sei così strana, sbruffona, imprevedibile, infantile...
– Ehi, tu non sei tanto più normale di me, te ne rendi almeno conto?
L'irriverenza di Beatrix era tornata ad affacciarsi con prepotenza, scavalcando tutti gli altri stati d'animo che si erano creati in lei nel corso delle ultime ore.
La donna se ne rese conto e rise, ringraziandolo:– Sei riuscito a farmi sentire meglio, bravo.
Lui sorrise a sua volta, rispondendo:– Era quello che volevo.
Da come Beatrix lo guardò sgranando gli occhi, l'uomo pensò di avere esagerato, e nonostante ciò restò a fronteggiare il suo sguardo anche se non c'era nulla che facesse pensare a una sfida.
Anzi.
I due continuarono a fissarsi senza dirsi nulla, l'uno in attesa di un'azione da parte dell'altro, finché non fu proprio il dottore a staccarsi dalla ringhiera delle scale per avvicinarsi a lei, che chiuse gli occhi abbandonandosi a ciò che stava per accadere.
L'improvviso rumore di arma da fuoco la riportò alla realtà, in tempo per sentire un minuscolo spostamento d'aria a poco dal suo viso e dalla mano di Spencer.
Una pallottola si era frapposta tra i due.
– Giù!– ordinò lui, tirandola in basso con un braccio che le cingeva le spalle.
Altri due spari a breve distanza di tempo seguirono il primo, stavolta sfiorando i capelli dei due che rimasero immobili per diverso tempo.
Spencer alzò il capo per primo e si voltò verso la collega, preoccupato.
– Come ti senti?
Lei non rispose ma si voltò con gli occhi assenti, alzandosi di botto scrollandoselo di dosso, ripulendosi i vestiti con le mani.
– Chiamami un taxi.
– Non puoi restare da sola.
In quel mentre sopraggiunsero gli altri, in volto espressioni allarmate.
– Ci hanno detto di una sparatoria, che succede?– domandò Derek, affannato.
– Il Musicista. Ci ha dato un avvertimento –, rispose lei asciutta.
– Spiegati meglio –, la esortò Emily, e Beatrix guardò Spencer con gli occhi che sprizzavano sangue.
– Noi stavamo... parlando, quando lui ci ha sparato.
Gli altri trattennero il fiato, consci del pericolo che avevano appena corso.
– Sì, ma solo per dividerci. Non voleva ferirci, ci siamo abbassati e ha sparato in aria. Un avvertimento –, concluse lui, cercando di sembrare tranquillo.
In realtà era molto scosso: era questo che rischiava stando vicino a lei?
Non era certo una cosa da prendere sottogamba eppure non se la sentiva di lasciarla sola, non voleva rischiare che le accadesse quello che era si era già verificato in passato.
Non deve accaderle nulla.
– Non dovevi avvicinarti a me. Come ti è saltato in mente?
Spencer si voltò, colpito dall'improvviso rimprovero della collega. Dal suo sguardo gli sembrò molto arrabbiata.
– Ma... perché?
– Non dovevi avvicinarti, non volevo accadesse, non era chiaro, forse? Perché mi sarei comportata così fino ad oggi?
– Scusa, ma... chiaro cosa? Perché non me l'hai detto chiaramente se non mi volevi vicino?
Garcia si voltò altrove e J.J. si morse un'unghia. Era molto imbarazzante vederli bisticciare, soprattutto perché era accaduto tutto anche per colpa loro.
– Ma ci sei o ci fai, Spencer? Hai visto o no come agisce quello? Oppure hai vissuto sulle nuvole, finora? Potrebbe ammazzarti, tu per lui sei un ostacolo.– Beatrix si era agitata e aveva cominciato a fare avanti e indietro, tornando a immergersi nella sua paranoia personale.
– Io... io non voglio che questo accada, che tu possa andarci di mezzo, diamine! Non potrei mai perdonarmelo, lo capisci sì o no?
Spencer si morse le labbra, rispondendo mentre sosteneva il suo sguardo:– Lo capisco meglio di quanto tu possa pensare.
– Bene. Allora tienilo a mente e agisci di conseguenza!
Nel dire ciò la donna si era tolta dalle spalle la giacca di lui, ridandogliela in malo modo, aveva girato i tacchi e se ne stava andando da sola.
– Ma dove vai?– urlò Emily.
– A casa. E nessuno di voi deve seguirmi, chiaro?
– Eh no, io da sola non ti lascio.– mormorò la mora, correndole dietro.
Gli altri le videro litigare strada facendo.
– L'abbiamo fatta grossa –,considerò Derek.
– Io credo che tu abbia fatto male a comportarti così –, disse J.J..
Avevano tutte raggiunto Beatrix a casa sua e ora se ne stavano riunite nel salone, dove avevano aperto il divano letto regalatole dalle colleghe.
– Perché?– domandò la padrona di casa.
– Il Musicista era appostato lì, ti avrà sentita e ora può darsi che Spencer venga preso di mira.
– Sì, ma anche lui, ha duemila di QI e poi non capisce cose del genere?– domandò Garcia, dando palese ragione a Beatrix.
– Non si tratta di intelligenza ma di esperienza –, la corresse J.J..
– Le persone sono diverse, Bea. Non puoi pretendere che ragionino tutti come te!– la riprese Emily, anche lei schierata dalla parte di Spencer.
La padrona di casa mise il broncio, ignorandola mentre diceva:– Come cavolo fa a piacermi quello, Derek sarebbe stato di sicuro più sveglio.
– Non devi parlarne così, Spencer ha sofferto molto e soffre tuttora. Senza considerare com'è finita la sua storia più importante, ha paura di avere ereditato la schizofrenia ed è stato dipendente da eroina. Tu non hai avuto queste esperienze, ne hai avute altre ma non puoi pretendere che tutti reagiscano come te.
Calò silenzio nella stanza:– Un attimo, voi pensate che a Spencer possa piacere Bea?– domandò all'improvviso Garcia, ovvietà che fece sciogliere la tensione nella stanza.
– Scusa? Non te n'eri accorta?– lo stupore di J.J. era sincero.
– No, io vivo in una stanzetta con delle macchine, se non te ne fossi resa conto.
– Beh, credo proprio di sì. Non avete visto che reazione ha avuto con Derek? Voglio dire, io non l'ho mai visto così –, rispose Emily.
– Sì, è vero. Mi dispiace solo essermi persa la scena fuori dal locale, chissà cosa stava facendo per farsi sparare –, commentò J.J.
– In effetti me lo sono chiesto anch'io e poi le ha messo addosso la sua giacca... insomma, quanta confidenza!– rise Garcia.
Beatrix le osservò, rendendosi conto del loro vano tentativo di distrarla. Stavolta era stato lui a rischiare in prima persona, cosa che non si sarebbe perdonata.
Sapeva bene di aver commesso anche lei una grossa leggerezza lasciandosi andare all'imbarazzo e all'insicurezza, ma non l'avrebbe mai ammesso a voce alta.
Non mi stanno considerando.
Si mise a guardare fuori dalla finestra.
Aerials
In the sky
When you lose small mind, you free your life.
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