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Backrooms.

- Non è possibile che esistano. È una follia totale. Lasci perdere, davvero. Il caso è chiuso. - disse l'ispettore a quel povero padre preoccupato. L'uomo sosteneva di aver visto suo figlio guardare dentro un buco presente nel tappeto di camera sua con un peluche di Hello Kitty in mano e improvvisamente sprofondare nel pavimento, senza più riuscire a trovarlo. Sembrava surreale anche a lui, lo cercò ovunque invano... Stava per caso sognando? Sostenne delle ricerche online a riguardo trovando solo file scritti, post, immagini e video riguardanti "le backrooms": dei livelli appartenenti ad altre dimensioni di varia difficoltà e pericolosità, abitati da mostri assetati di umani, in cui gli obbiettivi sono riuscire a sopravvivere e riuscire a scappare attraversando vari livelli. Gli unici accessi sono "portali" creati nei "luoghi-retroscena" della vita delle vittime.
- Surreale, mh? - disse un terzo soggetto apparso all'angolo della stanza. Entrambi si girarono verso l'angolo: non c'era nessuno. - La smetta di prenderci in giro facendoci perdere tempo coi suoi scherzi e torni a casa. - disse fermo e arrabbiato l'ispettore all'uomo, sostenendo fosse stato lui a parlare.
Il povero padre tornò a casa.
[...]
Il turno era finito. L'ispettore, ancora su di giri per quello che lui crede sia stato uno "scherzo" ricevuto poche ore prima dall'uomo, tornò a casa. Infuriato parcheggiò la sua macchina nel garage e filò dentro casa sbattendo tutte le porte con violenza continuando a borbottare e lamentarsi della perdita di tempo. Senza nemmeno cenare, andò al bagno e si avviò subito a letto.
L'ispettore, un uomo di mezza età, frustrato dalla vita, da tutte le incomprensioni che ha sempre ricevuto e perennemente irritato. Si sentiva spento dentro, non si sentiva più vivo. Era sempre accecato dalla rabbia, qualsiasi cosa leggermente diversa dal suo quotidiano gli faceva perdere completamente la testa.
Spavaldo com'era, la vita lo punì.
Si mise a letto e si addormentò. Nel sonno però sprofondò nel letto e sparí completamente dalla realtà.
- Vediamo adesso quanto fai lo spavaldo. - si sentì dire da dietro un muro.
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L'ispettore si svegliò. Guardandosi intorno vide quella che l'uomo della mattina prima descrisse come "le backrooms".
Era una serie infinita di stanze tutte uguali: il muro giallo con un pattern classico degli uffici, moquette giallastra, quasi marroncina e luci a soffitto che emanavano una luce anch'essa gialla, con vari vicoli ciechi, buchi nel pavimento che portavano al livello superiore (level 1), scale a pioli che portavano al livello inferiore e alcuni corridoi buii pieni di mostri.
- Starò sognando. Quell'uomo me la pagherà. Mi ha rintronato talmente tanto la testa con quelle cazzate che me le sto pure sognando. - disse l'ispettore, ma da dietro il muro una voce rispose: - si, si, sogna sogna e spera che non ti prendano.-. L'ispettore, convinto della sua opinione e senza alcuna paura, si diresse dietro il muro da cui proveniva la voce. Un mostro alto circa 3 metri, toccava quasi il tetto con la testa, di un colore bianco pallido, tendente ad un giallastro chiarissimo, si nascondeva lì. Era uno Skin-Stealer. L'ispettore morì scuoiato vivo dall'entità e il karma agì indisturbato per conto dell'uomo, ma... l'entità non aveva la bocca, quindi... chi aveva parlato?

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