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Sabato 30 luglio 2011

Dopo il funerale a metà luglio, ho portato Brenda a Cervia, era inutile rimanere là. Sono salito solo per fare una serie di cose con notaio e avvocato, ho usato anche Mick una volta, rimandando gli appuntamenti in studio, era stata l'occasione un cui ero andato davanti al giudice minorile e vi assicuro che non ero stato così in ansia dai tempi delle pratiche in banca per il negozio.

Sono diventato ufficialmente sia il tutore legale della ragazza che il suo affidatario, pur non avendone una mezza idea, fortunatemente mi ha aiuta Rocco che mi ha detto alcune cose riguardo il trasferimento di residenza e altro. Rocco è praticamente il mio tutore legale, sono argomenti che sono sempre stati di molto fuori dai miei interessi, per me è come parlare arabo.

Poi è finita l'epoca dei giri per uffici, passatempo odioso. Negli ultimi giorni ho lavorato talmente tanto da avere male ai polpastrelli, ho dovuto recuperare svariati appuntamenti facendo pausa pranzo da 10 minuti, decidendo di tenere aperto anche alcune sere. Mi è dispiaciuto molto lasciarla da sola per tutto questo tempo ma l'ho dovuto fare perchè le incombenze dopo la morte di Davide mi hanno portato via un sacco di tempo.

Brenda non è andata molto al mare, anzi a dirla tutta ci è andata veramente col contagocce, ha passato un sacco di tempo a casa, ha cucinato un sacco di maledetti carboidrati, ha risposto a monosillabi alle mie frequenti telefonate per sapere come andava nei lunghi giorni in cui non riuscivo nemmeno a passare da casa.

Questa sera ho deciso di portarla a mangiare thai a Cesenatico con Rocco e l'Arianna, chissà che non scambi qualche parola con la Chiara, è vero che lei di anni ne ha undici, ma va a sapere, meglio di niente.

Il localino è carino e senza pretese, la tizia minuscola che serve ai tavoli è precisa e rapidissima ma mantiene una cordialità che a volte qui in Riviera, in piena estate, è un po' complicato trovare. Alla fine Brenda e Chiara qualche discorso lo scambiano, io invece inondo i "veri" genitori con un milione di domande loro mi danno consigli da gente che bene o male sa come allevare figli e sinceramente starei a tavola ancora sette o otto ore perchè, onestamente, qui mi sto sentendo molto al sicuro. Ma abbiamo ragazzine al seguito e non possiamo permetterci di stare in giro fino a notte fonda. Ce ne torniamo a casa con l'aria della mezza sera di luglio che ci sbatte addosso mentre andiamo in motore per la via che costeggia la ferrovia, ci sono momenti in cui non riesco a capire se è ancora sul motore o se è volata via.

«Ti sei divertita?».

«Si».

«Lo spero, Rocco e l'Ari sono due ragazzi d'oro, e la Chiara come ti sembra?».

«Carina, gentile».

«Lei ogni tanto ci viene al mare, magari ti fa conoscere qualche sua amica, si lo so che è più piccola di te, magari ha qualche amica più grande».

«Si, è una idea».

Sbuffo, poi ho una specie di risata quasi isterica che controllo, le porgo una sedia invitandola perentorio «Siediti» poi prendo una sedia e mi metto davanti a lei.

«So che non è facile per te e ti ammiro profondamente per come sei riuscita a controllarti in questi giorni, per come non sei mai in down. Ma ti vedo anche troppo distaccata, come se questi giorni passassero senza un senso».

«No, no, Gek».

«Senti, so che sei rimasta senza papà e ti assicuro che di perdita di cari ne so qualcosa anche io, ma non ti devi chiudere in te stessa. Tutti questi monosillabi non ti aiutano, tutto questo disinteresse non ti aiuta. Ora, per favore, facciamo un gioco, voglio una frase su stasera, ci devi mettere almeno, boh, almeno trenta parole».

Mi guarda, poi pensa guardando in basso, poi torna a fissarmi dicendo «Vedo che ti stai impegnando per rendermi di nuovo felice. Lo so che non è facile, ho questo carattere, cercherò di impegnarmi, lo prometto».

Conto rapidamente «Sono ventiquattro» lei sorride poi ricomincia «Non sono abituata a parlare molto» e arriva a trenta precise.

«Io sono un chiacchierone lo so, e sono anche uno che fa una vita molto diversa da come sei abituata, anche perchè è piena estate. Io vorrei che tu mi dicessi veramente quello che pensi e che vuoi, non ti fare scrupoli perchè io conosco poco di te e posso conoscere di te solo se tu mi parli».

«Ok».

«Brenda, poi volevo dirti una cosa: meno pasta, non sono abituato alla pasta, tu mangiala quanto vuoi, a me piastrami del pollo che se anche si raffredda lo mangio a tocchetti».

«Ok».

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