Lunedi 27 febbraio 2012
Quando chiudo il negozio dopo che se n'è andata anche la Signora Coriandoli, sono in una situazione mentale che balla di continuo tra rabbia e ilarità.
Piombo a casa, sta spippolando col cellulare. Grazie a questa perdita di tempo ho mezz'ora per fare tutto, massimo quaranta minuti.
«Tu non sai chi è venuto a trovarmi in negozio mezz'ora fa».
«Si, lo so, me lo ha scritto Maty».
«Questa cosa è assurda, e ve ne siete approfittate».
«No. Sei qui mentre guardiamo, te ne vai, ci saluti, delle volte hai pure chiesto cosa guardavamo».
«Ma io ho trentacinque anni, mica mi devo interessare dei bollini che sono sui DVD! Io posso guardare anche i film porno se voglio!» e mi lascio cadere sulla sedia davanti all'insalata già fatta, c'è troppo olio ma non mi lamento.
Riassunto per voi: da un mese casa mia è diventata un cinema per viziose fuorilegge. Usano la maxi TV che ho comprato con i miei sudati risparmi per guardare film VM18, di solito sono splatter assurdamente esagerati, a volte, ho scoperto lietamente, cose dove si indugia nel sesso, pure robe da gay, non capisco cosa ci trovino delle adolescenti in film dove i ragazzi limonano e si toccano il pacco.
All'inizio, pur ignorando gli sviluppi, ero molto contento: Brenda e la Cate passavano la fine del pomeriggio lì al posto che stare in qualche vialetto assieme a ragazzotti scemi. Un paio di volte ne avevo visto persino qualcuno in casa mia, e quando ero rientrato avevo visto il terrore nei loro occhi, ma il fatto che li avessi più o meno ignorati, li aveva tranquillizzati.
I più assidui erano stati due tizi sui sedici, di cui uno alto e magro che portava jeans strettissimi che accentuavano l'impressione che non avesse carne a ricoprirgli le ossa, dei due forse era il più simpatico e sicuramente quello che aveva le mire più chiare, puntando spudoratamente la Cate. Lo avevo soprannominato Ossa perchè era l'unica cosa che ero sicuro avesse.
L'altro era decisamente più basso e la cosa più interessante che riusciva a proporre era una sigaretta integra appoggiata sull'orecchio adornato di un brillante grosso probabilmente come il suo cervello. Lo avevo soprannominato Siga, si esprimeva più o meno a slogan della pubblicità ed intercalare di Fabio Caressa, non era pericoloso, anche perchè, per esclusione, era quello destinato a Brenda e se quello fosse mai riuscito a portare a casa qualcosa con lei, io mi sarei fatto monaco trappista.
Tempo dieci giorni il numero di ragazzi si era quasi azzerato e Brenda distrattamente mi aveva fatto capire che non ne era dispiaciuta, e che quella nuova modalità di consumare pomeriggi era stata utile soprattutto per togliere la Vale da una china non bellissima.
Dalle iniziali due presunte coppiette, grazie alla scelta sapiente dei film, erano passate ad essere tre o quattro amichette, fino a ridursi ad essere sei, sette. Ed evidentemente qualcuna lo aveva raccontato sotto interrogatorio, magari perchè si era svegliata alle quattro di mattina urlando perchè aveva sognato di essere impalata da indigeni cannibali.
Ed io, padrone di casa, ho ricevuto prima la telefonata e poi la visita della signora Coriandoli.
«Dai Gek, capirai, ne abbiamo quindici, qualcuna ne ha già sedici, cosa sarà mai guardare 'sti film, mica guardiamo i porno, come puoi fare te e come fanno i tipi».
Immaginavo Ossa e Siga che spingevano sulla padrona di casa per cercare i canali hard e lei che diceva semplicemente «No». Ma il punto in questo momento è ben altro, è il rischio processione di mamme.
«Ma non c'entra nulla. Loro faranno come credono dal loro cellulare, te lo fai nel mio salotto e poi le mamme ossessionate vengono a parlare con me».
«Senti, secondo te facciamo qualcosa di così grave?».
«Cioè, non è gravissimo. Però questo è il mio punto di vista, magari i genitori delle altre lo ritengono grave».
«Quante storie, i ragazzi guardano la qualunque e noi ci mettono in croce per dei film horror».
«Non guardate solo horror dai. Per questa cosa mi sono sentito dire che sono uno che ha la propria tutelata fuori controllo. Ti senti fuori controllo?».
«No. Ma ci sono genitori fuori di testa. Tu fai bene a essere così».
«Ma non me lo devi dire te! Brenda, te l'ho già detto, non sono i ragazzi a dover dire come devono comportarsi gli adulti».
«Ma ti senti di esserti comportato male finora?».
Ci penso spesso, finora è sempre andata bene, non sono successi guai, Brenda non è degenerata, è coscenziosa, è diventata una ragazza più aperta. Ma continuo a pensare che io abbia semplicemente avuto culo.
E il culo prima o poi finisce.
Attorno a me sento che c'è un po' di negatività: il colloquio con la signora Coriandoli è stato indicativo perchè ho sentito nelle sue parole un sacco di non detti, riferiti al fatto che Brenda fa come vuole senza controlli, va dove vuole senza dirlo, non ha orari e non ha mai problemi di soldi in tasca.
Il colpevole per la signora Coriandoli ovviamente sono io, e non solo per la signora Coriandoli ma anche per altri genitori, perchè il suo uso del plurale non è casuale. Mentre parlavamo non è stata una passeggiata: la mia modalità si è confrontata con metodologie di gestione dei ragazzi che sono cresciute con il loro crescere, si sono affinate ad ogni step, grazie al passaparola tra genitori.
Io ho fatto tutto a spannella, nemmeno un tutorial su Youtube, sono piovuto dentro un videogame partendo dal quindicesimo livello senza averlo mai visto prima.
«Non penso di essermi comportato male ma...».
«Allora stai sereno» mi dice tenendo gli occhi al cellulare.
«Ma quanto conta che dici te 'Stai sereno'? Non so un cazzo di adolescenti e quello che penso che vada bene magari è sbagliato!».
Si alza, viene verso di me, mi gira attorno, si butta su una mia spalla, mettendomi il cellulare davanti al naso.
«Pensi di essere un 'tutore' mediocre? Guarda: questa è Cate, tutta casa nostra è grande come il suo salotto ma suo padre è agli arresti domiciliari perchè ha una ditta con dei mafiosi, mafiosi veri. Questa è Amy e ovunque va deve accompagnarla e venirla a prendere il fratello e non può rimanere da sola con un ragazzo senza che lo sappiano i suoi. Questa è Giuly e tanto lo sai, anzi lo sa tutto il mondo che suo padre è un puttaniere che si fa di coca. Questa è Tina, e anche lei lo sai, la chiamiamo Guardaroba, ha sempre il cambio, ha sempre la copertura, ha sempre i profilattici. Tu non lo sai ma lei ufficialmente ha dormito due volte qui a gennaio».
«Ah, quindi oltre a fare cinema clandestini creo anche alibi per ragazzine allupate».
«Non è allupata, le piace andare coi... ragazzi» e non capisco bene la differenza ma la lascio proseguire «Lei è Martina, la mamma se ne va in gratta e vinci, del tipo che le prende anche i dieci euro dal portafoglio, capito? Mamma che prende i soldi dal portafoglio della figlia».
«Si, ho capito, mica sono rincoglionito».
«Lui non lo conosci ma i suoi sono separati e il padre non paga gli alimenti. Lei è tipo simile ma la mamma sta in palestra tutto il giorno, ma non come te, lei ci sta per scopare con l'istruttore. Bene è bisex ma non lo dice a casa perchè sono chiesaroli e odiano i gay e le lesbiche. Ah, aspetta, lei non la conosci, si chiama Cecilia e ha una relazione con un tipo di origine tunisina ma a casa non lo dice perchè il padre è fascista, si ok che lui è un po' pusher ma se sei fascista sei fascista. Matilde hai appena parlato con sua mamma che fa la scandalizzata ma un giorno ti faccio leggere i pezzi di fanfiction erotiche che scrive su Wattpad in incognito. Se ci tenevi a saperlo, era lei quella che aveva una gran voglia di andare nel vialetto, il brivido degli sbandati da paesino» aveva sorriso, «le piaceva darsi un tono da ragazza malandrina, ma erano solo tipi con un po' di spicci da usarsi per birra e canne. A Milano alla Barona se li mangerebbero a colazione pucciati nel caffelatte, per quello ho iniziato a farle vedere qualche film, meglio i finti dei film che i finti gangster del parchetto».
Spegne il telefono e rimane sulla spalla come un gufo.
«Contento?».
«Che hai amiche che potrebbero aprire un circo coi propri genitori?» ci scherzo su, ma ho capito il senso.
«Gek dopo quella cosa che mi volevi controllare avevo un po' perso le speranze ma adesso sto di nuovo bene qui, veramente io in questo momento non farei a cambio con nessuna, a me va bene come sei, e secondo me dovresti farti meno problemi a essere come ti senti di essere con me».
«Ma come fai a essere così sicura di non fare cazzate?».
«Semplice: ogni volta penso 'cosa farebbe Katy in questo caso?' e faccio l'esatto contrario» ridiamo un po' sforzati, poi lei mi dice «Disegnamo un ramo di eucalipto?».
«Dove?».
«Sul fianco».
«Quindi grandi dimensioni».
«Ovvio».
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